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1 Con la scoperta del Polo Sud, la carta geografica è "completa". Come si trasforma
allora la geografia?
Il primo ruolo del geografo era di tipo descrittivo ossia aveva il compito della stesura della mappa
geografica. Una volta scoperta nel 1911 il polo Sud la carta geografica fu completata e il geografo
decise di occuparsi del territorio e del rapporto che intercorre tra l’uomo e il territorio. Il geografo
definisce spazio una porzione di terra senza nessuna modifica mentre definisce territorio quella
porzione di terra che ha subito un’azione, un lavoro da parte dell’uomo. Questo processo viene
definito territorializzazione ed avviene in 3 atti:
denominazione: ossia dare un nome a tutto ciò che abbiamo intorni avendo così un controllo
sull’ambiente
reificazione: l’uomo usa l’ambiente che ha esercitando così un controllo sul materiale.
Strutturazione: l’uomo divide lo spazio in parti ognuno delle quali è soggetto da regime normativo
e all’autorità di determinati soggetti decisionali.
7 Cosa si intende quando si dice che è una carta è ridotta approssimata e simbolica?
La carta geografica è una rappresentazione grafica in piano di un territorio che ha 3 caratteristiche:
ridotta, approssimata, simbolica. Ridotta perché è impossibile mantenere nel disegno le distanze
reali e la scala ci aiuta a capire le proporzioni tra le distanze reali e quelle riprodotte nelle scale. La
carta è approssimativa in quanto la Terra è sferica e quindi è impossibile riprodurla su un piano.
Inoltre non è una superficie regolare e questo porta a rappresentarla con degli errori. Per riprodurla
i geografi hanno inventato la proiezione. La prima approssimazione avviene trasformando la realtà
terrestre in forme geometriche semplificate. La Terra avrà quindi tre modelli: Forma reale della terra:
è la superficie che può essere osservata direttamente, con tutte le sue deformazioni ed irregolarità.
- La Superficie Dinamica reale, il Geoide: superficie regolare, che segue mediamente l'andamento
generale del profilo terrestre, sfiorando il livello del mare e passando sotto le montagne. - La
Superficie Dinamica teorica o Ellissoide di riferimento: è la superficie matematica che meglio
approssima la superficie effettiva della terra. La carta geografica è simbolica in quanto il cartografo
usa simboli o segni convenzionali per rappresentare i vari elementi geografici fisici, antropici e
politici. La leggenda ci aiuta a interpretare i vari simboli. I simboli possono essere ideogrammi (la
spiga indica le coltivazioni di grano, il chicco di caffè quello delle piantagioni di caffè ecc.), figure
geometriche proporzionali al fenomeno da rappresentare (es. cerchi che indicano i centri abitati, il
cui raggio è proporzionale al numero di abitanti), il colore che indicano gli ambiti di variazione di
determinati fenomeni (le fasce altimetriche per esempio sono individuate da diverse tonalità di
marrone), lettere ed altro. Per rappresentare le altezze e le profondità si ricorre a un particolare
simbolismo: isolinee. Sono linee che uniscono tutti i punti aventi una stessa caratteristica, e
permettono di conoscere la composizione del territorio. Le principali sono le curve di livello, o isoipse
che identificano le altezze sul livello del mare. Altri tipi di isolinee sono le isobate: linee che
congiungono tutti i punti di uguale profondità subacquea e ci permettono di cartografare la
composizione del terreno sotto mari e laghi. Altre isolinee sono le isobare, linee che uniscono tutti i
punti con uguale pressione atmosferica; - isoterme, che uniscono tutti i punti con uguale
temperatura; - Isoiete, che uniscono i punti caratterizzati da uno stesso livello di precipitazioni In
alcuni casi i usa anche sovrapporre alle carte alcune tipologie di diagrammi.
17Qual è il ruolo dell'UNESCO nella conservazione dei siti iscritti nella lista del
Patrimonio dell'Umanità?
L’Unesco, United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, è l’ente che si occupa di tutelare e
valorizzare il patrimonio culturale. Per riuscire in questa impresa si basa su una serie di convenzioni e si muove
seguendo 3 linee: la difesa mondiale della cultura e dello sviluppo; promozioni che sostengano e
salvaguardano il patrimonio; Rafforzare le industrie creative e incoraggiare il pluralismo culturale.
Una delle principali convenzioni è quella del 1972 la Convenzione sulla Protezione del patrimonio
culturale e naturale del mondo, firmato nel 1972. Con questa convenzione Unesco promuove
l’identificazione, la protezione e la conservazione del patrimonio naturale e culturale nel mondo,
considerato come valore per l’umanità. Il comitato Unesco seleziona dei siti da inserire nella lista dei
beni del patrimonio dell’Umanità che gli vengono proposti dagli Stati. La scelta è fatta sulla base di
determinati requisiti in cui vengono forniti sia un piano della gestione e della conservazione sia una
protezione giuridica. Inoltre il comitato decide l’attribuzione dei fondi per restaurare o manutenzioni
di questi siti. Una volta inseriti in queste liste ‘Unesco si occupa che tutti i parametri vengono rispettati per
la conservazione e la protezione come per esempio il rispetto dell’integrità e l’autenticità, accesso limitato
per evitare danni, divieto di costruzione e di distanza di infrastrutture vicine. Se questo non sarà rispettato
L’Unesco può rimuoverli dalla lista.
18 Il progetto Liverpool Waters è l'esempio di un progetto che pone criticità nella
gestione di un sito patrimonio dell'umanità. Perché?
Il centro storico di Liverpool fa parte della lista dei bene a rischio stesa dall’UNESCO. Per beni a
rischio si intendono quei beni riconosciuti come siti del Patrimonio dell’Umanità ma che per ragioni
di varia natura come la guerra, l’abbandono o variazioni climatiche sono privi delle adeguate
protezioni e tutela. Il progetto Liverpool prevede di creare un nuovo quartiere al centro della città
vicino al porto in modo che anche le crociere possono attraccare. L’UNESCO non accetta questo
progetto poiché va a intaccare il patrimonio del centro storico che risale al 18, 19 secolo. Inoltre in
questo progetto mancano una serie di requisiti che l’amministrazione non ha dato come per esempio
la mancanza dei requisiti richiesti dall’unesco da parte dei progettatori.
34 Quante sono le ZES proposte nelle Regioni del Mezzogiorno, e quali sono?
Nel Mezzogiorno d’Italia, sono state proposte sette Zone Economiche Speciali (ZES). Ecco un
elenco delle ZES proposte e le regioni coinvolte: Zes ionica, campana,( sarda, Siciliana, abruzzese e
calabrese. Queste ZES sono state istituite per promuovere lo sviluppo economico e l’attrazione di
investimenti nelle regioni del Sud Italia. Ogni ZES offre condizioni speciali per le imprese che
operano all’interno di queste aree, favorendo gli investimenti e lo sviluppo di impresa.
38 In che modo le ZES possono contribuire allo sviluppo dei territori "lagging", e a
che condizioni?
44 Cosa intendiamo per lagging regions?
L’Unione europea riconosce le regioni in ritardo di sviluppo come lagging regions. Queste regioni
hanno diritto a dei fondi di coesione da utilizzare per delle politiche di sviluppo. Ci sono due tipi
lagging regions: 1. Le regioni a bassa crescita, cioè quelle che non hanno raggiunto il PIL pro capite
medio europeo tra il 2000 e il 2013 (in particolare in Italia, Grecia, Spagna e Portogallo); 2. Le regioni
a basso reddito, cioè quelle con un PIL pro capite minore al 50% della media Ue nel 2013 (in
particolare in Bulgaria, Ungheria, Polonia e Romania). In entrambe i tipi ci sono degli elementi
comuni come l’apparato industriale spesso indietro con la modernità; l’agricoltura non tecnologica
è la maggior occupazione; la scarsa qualità del capitale Umano che ha comportato l’emigrazione
verso le regioni più ricche a svantaggio della capacità competitiva delle regioni in ritardo. Questo
accade anche in Italia. Molto spesso in questi posti si parla di disoccupazione alta rispetto alla media
europea. Obbiettivi dell’unione Europea per queste regioni è quello di trovare delle strategie in
grado di risolvere il problema della bassa crescita cercando di garantire una certa stabilità
economica. Il Mezzogiorno d’Italia rientra nella categoria della lagging regions a bassa crescita, il cui
PIL pro capite medio risulta inferiore alla media Ue e oramai vicino a quello di alcune regioni dell’Est
Europa. Ha differenza di altre zone nel mezzogiorno oltre all’economia agricola possiamo trovare un
apparato industriale definito e un’economia caratterizzata da servizi anche se carente di
infrastrutture.