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di Carlo Grippa
La carta topografica
Si dice carta geografica una rappresentazione in piano, ridotta, approssimata e simbolica di un tratto,
più o meno esteso, della superficie terrestre.
Quando la zona è rappresentata a scala sufficientemente grande da mostrare moltissimi dettagli e
permettere l’individuazione di qualsiasi punto mediante un sistema di coordinate, si parla di carta
“topografica
Le carte topografiche hanno un contenuto notevole di informazioni visualizzate mediante opportune
simbologie e non mostrano soltanto elementi che esistono realmente sul suolo, fisici o
antropogeografici ma anche elementi immaginari quali limiti regionali, amministrativi, ecc. ed i sistemi
di coordinate.
La carta fondamentale d’Italia consta di fogli alla scala 1:100.000 realizzati dall’Istituto Geografico
Militare (I.G.M.) di Firenze. Ogni foglio di forma all’incirca quadrata è stato diviso in 4 quadranti ri-
portati alla scala di 1:50.000. Questi sono stati a loro volta divisi in 4 tavolette alla scala 1:25.000. Un
foglio comprende quindi 4 quadranti e 16 tavolette. La carta d’Italia comprende 277 fogli numerati da 1
a 277. I quadranti di ciascun foglio sono distinti da numeri romani (I, II,III, IV) incominciando in alto a
destra e procedendo in senso orario.
Le tavolette sono state distinte in base alla posizione che esse hanno rispetto al punto di unione di
tutte 4, quindi NE, NO, SE e SO (fig.1). La maggior parte delle carte non edite dall’I.G.M. rispettano
questa suddivisione.
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Le carte con scala inferiore ai 50.000 non servono per nostri scopi, ma sono utili per percorsi
stradali, ecc.
Le carte topografiche utili all’escursionista disponibili per l’Italia sono essenzialmente:
• carte al 50.000 edite da privati. Ne esistono diverse per la nostra regione ed in molte altre regioni
italiane. Data la scala hanno un interesse soprattutto per escursioni su sentieri segnati o facilmente
individuabili e per visioni generali del territorio. Sono molto aggiornate per quanto riguarda le strade
e facilmente leggibili perché a colori. Si citano quelle dello Studio Cartografico italiano (Via S. Ugo
5/4, Genova) e dell’Istituto Geografico Centrale (Via Prati 2, Torino) che sono reperibili in libreria.
• Tavolette I.G.M. 25.000. Anche se antiquate (risalgono a circa 50 anni fa) sono le uniche carte a
questa scala disponibili. Permettono una orientazione precisa sul territorio, sono dettagliate ma a
tratti, imprecise. Mancano di qualsiasi opera recente. In alcune regioni italiane si sta effettuando il
rifacimento con criteri moderni. Per le zone di confine o per escursioni all’estero sono disponibili in
quasi tutti gli stati europei carte al 25.000 assai più aggiornate di quelle italiane. Sono reperibili in
librerie specializzate o nelle librerie dello Stato oppure richiedendole direttamente all’I .G.M. di
Firenze.
• Carta tecnica regionale al 5.000. Si tratta di una carta estremamente dettagliata e moderna rilevata
pochi anni fa con tecniche aerofotogrammetriche e quindi molto precisa. Non è in commercio e
occorre richiederla ai competenti uffici regionali. Esiste in Liguria e in diverse regioni italiane, ma
non in tutte.
Scala
Si definisce scala di una carta il rapporto fra la distanza di due punti qualsiasi segnati sulla carta e la
loro distanza reale sul terreno.Si dirà quindi scala 1:25.000 quando due punti distanti sulla carta, per
esempio, 1cm sono nella realtà distanti 25.000 cm, cioè 250 m. La scala si può indicare anche
graficamente tracciando un segmento campione ed esprimendone la lunghezza nella scala della carta
(fig.2).
Fig.2
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Fig.3
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Fig.4 Tavoletta I.G.M 1: 25.000
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Fig.5 Carta Tecnica Regionale 1: 10.000
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Curve di livello
L’andamento della superficie del suolo viene indicato, ormai universalmente, con il sistema delle curve
di livello o isoipse.
Queste sono linee ideali che uniscono tutti i punti del terreno situati alla stessa altezza. Osservando la
fig.6 si immagini di tagliare una montagna con dei piani orizzontali distanti tra loro, ad es., 100 m. Le
intersezioni di questi piani con la superficie della montagna proiettati sul piano della carta danno
origine a linee chiuse che, nell’insieme, ne rappresentano la ripidezza e l’altitudine.
Sulle carte le isoipse sono tracciate tutte alla stessa distanza altimetrica e tale misura viene detta
“equidistanza” che, di solito, è 1:1.000 della scala (carte al 25.000 = equidistanza 25 m; carte al 5.000 =
equidistanza 5 m).
A tratti, sulle linee di livello, viene sempre riportato, per comodità di lettura, il valore altimetrico della
curva stessa.
Dalla disposizione delle curve si hanno indicazioni immediate sull’andamento del suolo. E’ intuitivo
che linee molto distanziate indicano terreni semipianeggianti, mentre linee molto fitte indicano
pendenze notevoli. I punti importanti (paesi, vette, passi, ecc.) recano anche la quota individuale
segnata di solito con un puntino.
Simbologia
La carta è costituita da tutto un insieme di simboli per indicare quello che in realtà è presente sul suolo.
Più la carta è dettagliata maggiore è il numero dei simboli usati. Ogni carta solitamente riporta in
margine la legenda esplicativa della simbologia usata.
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Nelle carte moderne si fa inoltre largo uso dei colori per meglio evidenziare i particolari. Esistono poi
carte, ad es. geologiche, pedologiche, vegetazionali, ecc., che utilizzano come base una carta
topografica aggiungendo dati e informazioni particolari mediante colori o simbologie opportune.
Coordinate geografiche
Oltre alle coordinate geografiche, sono indicate sulle carte altri sistemi di coordinate con reticoli
differenti, come le UTM (Universale Trasversa di Mercatore) e le Gauss—Boaga. Sulle carte più
diffuse il reticolo è ancora l‘UTM ma si tende ad usare universalmente le coordinate geografiche che,
purtroppo, sono riportate solamente sui bordi della carta costringendo a tracciare un reticolo
supplementare (fig.8).
Vediamo come si ricavano le coordinate geografiche di un punto.
A questo scopo è assai comodo usare un coordinatometro (ad esempio quello allegato a queste note)
tenendo conto di usare quello adatto alla scala e al sistema di coordinate usato. Se, ad esempio, voglia
mo individuare le coordinate del punto detto “Col della Perla” procederemo nel seguente modo:
individuiamo prima di tutto se ci troviamo ad Est o ad Ovest del meridiano di M. Mario, poi
annoteremo il valore della longitudine leggendo i gradi e i primi sul reticolo, in questo caso 4°49'.
Misuriamo poi i secondi col coordinatometro leggendo in questo caso 41”. Ci comporteremo
analogamente per la latitudine annotando il valore del parallelo sottostante il punto, per es. 44°09', e
poi misuriamo i secondi sempre col coordinatometro, in questo caso 18’’.
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Con le coordinate UTM la misurazione è analoga, tranne che si dovrà usare reticolo UTM e annotare i
numeri in carattere grande che designano il meridiano immediatamente ad Ovest del punto e poi
leggere le frazioni di divisione con il coordinatometro, analogamente con la latitudine.
Fig.8
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Orientamento della carta
Le carte topografiche sono tutte realizzate con il Nord geografico verso l’alto. Per Nord geografico (N)
s’intende l’effettiva direzione verso il Polo Nord terrestre.
Il reticolo di coordinate (Nord reticolato Nr) può per ragioni varie non essere orientato esattamente con
il Nord geografico ma differirne di un angolo, detto convergenza.
Anche il Nord magnetico (Nm), quello cioè indicato dalla bussola, non corrisponde al Nord geografico
differendone di un angolo, detto declinazione magnetica. Questo angolo non è costante e varia
lentamente nel tempo o a seconda dei luoghi; viene comunque di solito indicato sulle carte (fig.9).
Fig.9
Fig.10
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Di questi fatti bisogna tenere conto nell’orientare la carta sul terreno. Orientare la carta significa
disporla in piano orizzontalmente e ruotarla in modo che la direzione del Nord della carta corrisponda
esattamente con il Nord reale. In questo modo avremo l‘ambiente circostante che corrisponderà, come
posizione, con la carta permettendoci di ricercare i particolari che ci interessano nella direzione che la
carta ci indica. Per esempio, se siamo su un colle e dobbiamo raggiungere una vetta situata (lo vediamo
sulla carta) ad Est, se abbiamo la carta orientata ci basterà un'occhiata verso quella direzione per
individuarla.
La carta si può orientare facilmente se si dispone di una bussola (fig.10): basta collocare quest’ultima
con l’asse parallelo a un lato verticale della carta e ruotare il tutto finché l’ago non indica i gradi di
declinazione magnetica segnati in margine alla carta stessa.
Se non si dispone di una bussola vi sono molti sistemi per orientarsi: tutti però dipendenti da una buona
visibilità.
Il modo più semplice è orientare direttamente la carta sfruttando gli allineamenti di punti notevoli,
osservando cioè dei particolari facilmente individuabili sul terreno come vette, passi, laghi, campanili,
ecc. (fig.11) e confrontandone la posizione sulla carta.
Fig.11
Di notte si individua il Nord mediante la stella polare facilmente individuabile, come mostra la fig.12.
Di giorno il sole, a seconda dell’ora della giornata, dà una indicazione approssimativa come mostrato in
fig.13, o con l'aiuto dell'orologio come in fig.14
L’orientamento senza visibilità è possibile solo con la bussola e inoltre occorre saper valutare con una
certa precisione le distanze percorse aiutandosi pure con l’altimetro. La cosa più importante se c’e
pericolo di nebbia o se ci si trova in ambienti molto uniformi (deserti o foreste pianeggianti) è di
conoscere in ogni momento la propria posizione in quanto mancano elementi per determinarla.
Supposto di sapere da dove si è partiti occorre controllare continuamente sulla carta le distanze
percorse, i dislivelli, ed in quale direzione ci si èspostati ricorrendo anche a un disegno sulla carta del
cammino fatto.
Solo così sapremo dove ci troviamo in quel momento, in quale direzione e per quanta distanza e
dislivello camminare per raggiungere un punto voluto.
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f
Fig.12
Fig.13
Fig.14
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La bussola
La bussola è essenzialmente costituita da un ago magnetico sospeso con il minimo attrito, da un cerchio
graduato (di solito 360°) e da un dispositivo di mira o traguardo. (fig.15)
Come è noto l’ago magnetico si dispone parallelo alle linee di forza del campo magnetico terrestre le
quali, a loro volta, rispecchiano l’andamento dei meridiani.
L’ago indicherà quindi sempre la direzione del Nord magnetico.
La precisione dello strumento dipende, oltre ovviamente dalle sue caratteristiche costruttive, dalle
perturbazioni apportate alle linee di forza del campo magnetico da masse ferrose o da linee ad alta
tensione. Per questo motivo se si desiderano misure precise occorre allontanarsi di almeno 20 m da un
autoveicolo o da piloni metallici ed il più possibile (100 m) da grandi linee elettriche, come pure
prestare attenzione a non avere oggetti ferrosi anche piccoli (coltelli, moschettoni, ecc.) vicino allo
strumento.
Esistono anche zone dette di “anomalia magnetica” in cui i dati ottenuti con la bussola possono non
essere attendibili: tali zone sono indicate su alcune carte.
Vi sono diversi tipi di bussole in commercio. Le più comode hanno il quadrante graduato solidale
all'ago magnetico e immerso in un bagno di liquido che ne smorza rapidamente le oscillazioni. Le
letture si fanno mediante un oculare o un prisma che permettono contemporaneamente di traguardare il
punto di misura curando che la bussola sia orizzontale mediante una bolla d’aria di cui sono dotate tutte
le bussole di una certa precisione.
Fig.15
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UNO STRUMENTO DI GRANDE UTILITÀ
CHE NON DOVREBBE MANCARE NELL’EQUIPAGGIAMENTO
DELL’ALPINISTA E DELL’ESCURSIONISTA
L’ALTIMETRO E IL SUO USO PRATICO
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diventano più secche e non danno luogo ad due minimi alle 4 e alle 16. Delle massime
annuvolamenti. Nelle zone di bassa pressione le quella delle 10 è maggiore rispetto a quella
masse d’aria confluiscono con movimento delle 22, mentre delle minime la maggiore è
verso l’alto, si raffreddano. aumenta l’umidità quella delle 16. L’escursione media sulle Alpi
relativa, l’aria diventa satura, il vapore acqueo si aggira intorno ai 2 mb ed in genere è
condensa in goccioline che costituiscono la maggiore in estate.
nube, quindi si hanno le precipitazioni (figura
2).
Barometro e altimetro
Questi strumenti hanno come organo sensibile
una capsula aneroide il cui interno è stato
vuotato dell’aria. Il funzionamento si basa
sull’elasticità dei metalli; infatti con le
Emisfero nord variazioni di pressione essa si schiaccia o si
dilata. Tali movimenti vengono trasmessi,
mediante un sistema di leve, ad un indice
rotante su un quadrante graduato in unità di
misura di pressione (mb, mm Hg, inches Hg), e
Alta pressione Bassa pressione
in tal caso si ha il barometro, o in unità di
misura di altitudine (metri o piedi), e in tal caso
si ha l’altimetro.
I tipi più sofisticati hanno sul quadrante sia la
scala della pressione che quella dell’altitudine.
Gli strumenti non sono assolutamente
influenzati dalla temperatura in quanto si
autocompensano.
quantità di aria, che subendo la variazione di
volume per la temperatura. compensa la va-
nazione di tensione che subiscono le molle del
meccanismo per la stessa causa. Nell’atmosfera
un determinato valore della pressione non
corrisponde allo stesso valore in altezza. Tarare
Fig.2-3 un altimetro sarebbe un compito difficile se non
fosse stata stabilita una correlazione fissa tra
pressione e altezza mediante un’atmosfera
campione, detta atmosfera tipo o standard. Tutti
Variazione della pressione verticale gli altimetri, indipendentemente dall’uso,
A causa del decrescente peso della colonna vengono tarati con le caratteristiche dell’aria
d’aria sovrastante, la pressione atmosferica tipo. Al livello del mare raramente si ha la
diminuisce con la quota. Questo principio viene pressione di 1013,2 mb o 760 mm Hg. Si rende
sfruttato dall’altimetro per indicare I altitudine necessario da parte dello sciatore, o alpinista,
man mano che ci innalziamo dal livello del all’inizio dell'ascensione l’azzeramento
mare. dell’altimetro. Questo si effettua partendo da un
La diminuzione di pressione che si ha con la punto di cui si conosce la precisa altitudine
quota è chiamata gradiente verticale di (rifugio), o di qualsiasi punto trigonometrico
pressione e non è costante. Infatti fino a 500 m riportato su carte topografiche.
dal livello del mare la pressione decresce di 1 L’azzeramento dell’altimetro si fa quindi:
mb ogni 8 m, oltre i 500 mil gradiente tende a a) facendo collimare sotto l’indice mobile
diminuire e intorno a 5500 m è di 1/2 mb ogni 8 l’esatta altitudine conosciuta (es. rifugio ecc.);
m. A tale quota anche la pressione ha un valore b) inserendo l’esatta pressione esistente in quel
pari a circa la metà rispetto a quella esistente momento al livello del mare e in tal caso
allo stesso momento al livello del mare. l’altimetro indicherà l’esatta altitudine. Questo
La pressione atmosferica ha una variazione valore è indicato con le lettere QNH nella
anche nel tempo e nello stesso luogo, senza fraseologia aeronautica e si può ottenere per
essere influenzata da particolari conformazioni telefono da qualsiasi ufficio meteo di aeroporto.
banche. Questa variazione è dovuta alle maree
atmosferiche ed al relativo riscaldamento della
superficie terrestre con scambio di masse di aria
di differente densità fra le diverse località, nelle
varie ore del giorno. Nella giornata si hanno
due massimi di pressione, alle 10 e alle 22 e
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1)Indice di riferimento della pressione
standard al livello del mare (760mm/Hg).
2)Scala della pressione barometrica in
mm/Hg; la lettura va eseguita in
corrispondenza dell’indice mobile (730.5
mm/Hg).
3)Indicatore di altitudine in chilometri; ogni
giro completo dell’indice ruotante
corrisponde a un chilometro.
4)Indice ruotante e scala dell’altimetro
divisa in metri ( da 0 a 1000); l’altimetro
segna 330 metri.
Per determinare la pressione barometrica esistente al livello del mare (QNH) regolare l’altimetro sull’altitudine del posto ove vi trovate
(p.es 783 m.); la pressione atmosferica esistente sul posto sarà di 931
mbar, mentre la pressione al livello del mare (QNH) si leggerà in corrispondenza dello zero (livello del mare) della scala dell’altitudine in
metri (in questo caso 1022 mbar).
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