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Geocartografia

Capitolo1La Terra e la sua


rappresentazione
Carta geografica: rappresentazione grafica ridotta, simbolica  e approssimata della superficie
terrestre su una superficie piana.
1.  ridotta: non è possibile descrivere la superficie della Terra nelle sue dimensioni reali, ma
solo ricorrendo a un opportuno rimpicciolimento delle dimensioni tramite un rapporto
determinato:  Scala.
2.  simbolica:  tutti gli elementi fisici presenti sulla superficie terrestre naturali, antropici… 
sono descritti da segni imitativi o convenzionali, che possono riprodurre l'esatta forma e
dimensione in scala. 
.Secoli scorsi→  privilegiata rappresentazione di tipo imitativo→  nel tentativo di riprodurre  
introduceva arbitrarie approssimazioni di forme e dimensioni non compatibili con la rigorosità e
precisione.
.Oggi→  prevalenza di simbologie il più possibile codificate o  difformi dall'aspetto reale degli
oggetti rappresentati,  ma più adatte a esprimere concetti matematico descrittivi. 
3.  approssimata: La superficie sferica della terra non sarà mai riproducibile con esattezza su
un piano senza dare luogo a deformazioni.
Obiettivo dei numerosi modelli matematici→ realizzare proiezioni cartografiche riducendo al
minimo le approssimazioni e le imprecisioni,  conservando le proporzioni tra superfici e distanze, 
libri abilità degli angoli,  fornendo diverse versioni rappresentative che verranno scelte in base alle
esigenze di chi le utilizza. 
FORMA E DIMENSIONE DELLA TERRA
Oggetto della rappresentazione cartografica: descrizione della superficie terrestre.
Terra: una sfera→   Ci vollero secoli per dimostrarlo →  attendere evo moderno  con
circumnavigazioni e  viaggi oceanici.
. Antichità: terra sferica per motivi filosofici→  Eratostene di Cirene:  misura della circonferenza
terrestre,  ma scoperta fine a se stessa. 
.Rivoluzione francese→  il metro lineare venne definito come quarantamilionesima parte della
circonferenza terrestre→ terra considerata sfera perfetta con circonferenza uguale sia all'equatore
che ai poli.
terra:  ellissoide di rotazione→  sfera schiacciata in corrispondenza dei poli e rigonfia
all'equatore,  causa azione effetto centrifugo indotto sulla massa dalla velocità di rotazione che
tende a compensare la forza di attrazione gravitazionale i punti più distanti dell’asse. 
.Se tagliamo la terra con un piano passante per l'asse di rotazione risultato: ellisse con indice di
eccentricità=1/300.
-Terra: geoide→ asperità della superficie delle terre emerse e varie irregolarità dipendenti dalla
diversa natura dei materiali costitutivi.  Geoide: solido la cui superficie teorica a livello del mare è
identificata dall'insieme dei punti in cui il filo di piombo è perfettamente perpendicolare ad essa.
→ Rigonfio in corrispondenza dei continenti e depresso in corrispondenza degli oceani.
COORDINATE GEOGRAFICHE 
Necessità di idividuare in maniera precisa e biunivoca ogni punto della superficie terrestre, la sua
corrispondente rappresentazione sulla carta e viceversa.
Biunivocità=  a ogni  punto sul terreno deve corrispondere uno e un solo punto sulla carta  così
come a un punto sulla carta non può corrispondere che un solo punto nella realtà.
Necessario un sistema di coordinate che consente la definizione inequivocabile della posizione di
un punto sulla carta e sul terreno→  coordinate angolari sistema più utilizzato nelle carte di
piccola o media scala.
- Posta la Terra come sfera perfetta
→ L'intersezione del piano con la superficie sferica determina una linea circolare chiamata: circolo
massimo. 
→ Se tagliamo la sfera con piani non passanti per il centro otteniamo intersezioni circolari di raggio
inferiore:  circoli minore.
.Proprietà geometriche di circoli massimi:
1. Sono i più grandi circoli tracciabili sulla superficie di una sfera
2. Ne esistono infiniti→  infiniti piani passanti per il centro
3. Due circoli massimi distinti si intersecano suddividendosi reciprocamente in due semicerchi
4. Ogni punto di una sfera è attraversato da Infiniti circoli massimi
5. Un circolo Massimo passante per due punti della superficie sferica individua la distanza più
breve tra i due punti computata sulla superficie della sfera
POLI= Intersezione dell'asse di rotazione con la superficie della sfera. 
Ogni circolo Massimo passante per i poli determina due semicerchi: MERIDIANI.
Tutti i meridiani partono da un polo e arrivano a quello opposto seguendo la direzione nord-
sud tendendo a distanziarsi.
Ogni punto della superficie sferica è attraversato da uno e un solo meridiano. 
PARALLELI= Sono circoli minori perpendicolari ai meridiani ottenuti intersecando la superficie
sferica con i piani perpendicolari dell'asse di rotazione→ tutti paralleli tra loro per definizione.
Numero infinito, a ogni punto della superficie sferica corrisponderà uno è un solo parallelo che lo
attraversa. 
PIANO EQUATORIALE= piano che passa per il centro della sfera→ Determina un parallelo:
Equatore equidistante dai poli, unico circolo Massimo fra tutti i paralleli. 
Reticolo di meridiani e paralleli→ un sistema di coordinate per individuare in maniera univoca un
punto della superficie terrestre disegnando il meridiano e il parallelo che si intersecano in esso. 
Grazie alla biunivocità le due coordinate identificano uno e un solo punto mentre ogni punto viene
individuato da una sola coppia di coordinate→ p e m distinti semplicemente numerandoli.
LATITUDINE=valore angolare dell'Arco di Meridiano compreso tra il punto e l'equatore.
Tale angolo=insieme di punti che giacciono sullo stesso parallelo e che hanno quindi la stessa
latitudine. Misurazione in gradi sessagesimali, misurato a partire dall' Equatore verso nord e verso
sud. 
Tutti i punti dell'equatore hanno latitudine 0, massima latitudine 90 ° ai poli. 
LONGITUDINE= valore angolare dell'Arco di parallelo compreso fra quel punto e un meridiano di
riferimento. Quell'angolo Individua un insieme di punti che giacciono sullo stesso Meridiano e
hanno la stessa longitudine che può essere occidentale o orientale a seconda della posizione
rispetto al meridiano di riferimento.
 Equatore: parallelo fondamentale= quasi scontato
 Meridiano di riferimento: diatriba
1. A metà Ottocento Meridiano che passava per l'Isola del ferro nell'arcipelago delle Canarie:
fino alla fine del Medioevo: punto più occidentale del mondo conosciuto→  con scoperta
dell'America non più convincente
2. Secolo scorso: potenze politiche avanzarono le loro proposte: Parigi, Londra, Monte
Mario(Ro) ⇒ Prevalse Greenwich che assunse longitudine 0. 
Meridiano opposto a quello fondamentale: antimeridiano di Greenwich situato ad angolo di 180 °
Per tutti gli altri la longitudine è disegnata con l'angolo del proprio Meridiano misurata a partire da
quello fondamentale verso est o ovest.
QUOTA= L'altitudine rispetto a un livello di riferimento: quello medio del mare nei cui confronti può
assumere valori positivi o negativi. In Italia riferimento: Mareografo di Genova. 
Qota minima rappresentata da Fossa delle Marianne quota massima da monte Everest, massima
depressione continentale: Mar Morto.
Se ipotizziamo che la terra sia perfettamente sferica distanza tra paralleli uguale un grado, ma
causa rigonfiamento la curvatura della superficie è più pronunciata all'equatore e meno ai poli. 
.+ complicato calcolo distanza tra due meridiani massima all’equatore e nulla ai poli. 
DETERMINAZIONE ASTRONOMICA DI LATITUDINE E LONGITUDINE 
LATITUDINE:  importantissima  da essa dipende la quantità di Energia (luce e calore)che ci
giungono dal sole. 
Le stelle compiono una più o meno ampia rotazione intorno a un punto coincidente con il
prolungamento dell’asse della terra nell'emisfero boreale  coincide  con la stella detta appunto
stella polare xk sulla verticale del Polo Nord→  dimostrato  geometricamente che l'angolo tra il
piano dell'orizzonte e la direzione della stella polare è uguale alla latitudine della località.
. Asse terrestre inclinato di 66°e 33’  rispetto al piano dell'orbita
1.  solo durante equinozi il sole culmina a 90° sull'equatore
2.  negli altri giorni ciò avviene in una fascia compresa tra due paralleli uno nord e uno sud
3.  in corrispondenza di questi ciò avviene durante i solstizi→ costantemente visibile
sull'orizzonte per più giorni o non sorge affatto.
Circoli polari Artico e antartico:  due paralleli dove durante i solstizi il sole a mezzanotte sfiora
l'orizzonte senza tramontare.
 solstizio d'estate c.p.artico l'altezza del Sole=  47 ° a mezzogiorno e zero°a mezzanotte
 “ c.p.antartico  zero° a mezzogiorno e non sarà visibile a mezzanotte
LONGITUDINE=  no effetti sul clima ma sull'ora → determinazione con un cronometro regolato
sull'ora di Greenwich
 Ora locale più tarda di quella di Greenwich→  longitudine orientale
 Contrario→  longitudine occidentale 
.Linea del cambiamento di data=  in corrispondenza della antimeridiano di Greenwich.
In sua corrispondenza bisogna togliere(est) o aggiungere(ovest) un giorno  rispetto a quello di
Greenwich.
FUSI ORARI=  Sezioni longitudinali della superficie terrestre che convergono i poli, comprese tra
due meridiani distanti 15 gradi. 
  ogni punto della superficie terrestre ha una propria ora solare terminata dal passaggio del
sole
  per convenzione si è stabilito che tutti i punti all'interno dello stesso fuso hanno uguale
ora→ 24  fusi orari→  tra un fuso e l'altro differenza di un'ora.
→ Determinato un fuso, il sole culminerà in un dato momento al limite più orientale del fuso e dopo
un'ora nel limite occidentale anche se per convenienza gli orologi sono entrambi regolati sulla
medesima ora:  ora centrale del fuso. 
.Come individuare ora solare? il sole impiega 4 minuti per percorrere un arco di un grado di
traiettoria attorno alla Terra,  note le longitudini di due località basterà moltiplicare per quattro le
loro differenze in gradi per ottenere la differenza di ora solare tra le stesse
.Come individuare differenza tra ore convenzionali? carta dei fusi 
→ I fusi seguono quasi sempre i confini degli stati e non i meridiani
ALTITUDINE=  rappresentazione sulla carta molto varia quando il rilievo terrestre è
particolarmente accidentato.
.Carte più antiche limitano a distinguere le zone pianeggianti da quelle montuose con tratti arcuati
(mucchi di talpa). 
TRATTEGGIO: metodo usato maggiormente→  disegno di trattini disposti lungo le linee di
massima pendenza più fitti dove il pendio è più ridotto.
TRATTO FORTE:  semplice tracciato di linee che indicano la direzione delle catene montuose più
marcate,  dorsali più elevate.
SFUMO:  altro metodo usato→  tonalità di grigio o altro colore più intense con l'aumentare
dell'altitudine,  spesso integrato con 
 lumeggiamento obliquo:  ombre prodotte da rilievo che conferisce maggiore evidenza e
plasticità
 curve di livello:  proiettare su piano della carta le curve disegnate dall'intersezione della
superficie del terreno( isoipse)  e di fondi marini(isobate). 
 tinte altimetriche
.Né tratteggio né fumo possono dare informazioni sull'effettiva altitudine di punti non direttamente
quotati.
.Curve di livello: attribuire a un punto a partire da quelli quotati un'altitudine compresa tra quella
delle due curve entro cui esso si trova→  il dato sarà + approssimato quanto sarà contenuta
l’equidistanza tra le due curve.

Capitolo 2Cenni di storia della cartografia


I PRIMORDI E LA CARTOGRAFIA GRECA 
-Rudimentali mappe incise su roccia risalenti a oltre 10000 anni fa  in Giordania e Ucraina, ma
anche in Valcamonica popolo dei Camuni conservata su una roccia una mappa che rappresenta
campi, pascoli, recinti e abitazioni di un villaggio.
- dalle antiche civiltà del Medio Oriente giunta una tavoletta d'argilla 2400-2200 a.C→  corso
dell'Eufrate con ubicazione di alcune città dell'Antico Egitto,  mappe con confini proprietà
agricole…
.Papiro conservato al Museo Egizio di Torino relativo un giacimento aurifero della Nubia 1200 a.C.
 tavolette di argilla babilonese del VII secolo a.C conservata al British Museum che raffigura la
terra a forma di disco circondata da un anello d'acqua→  prime rappresentazioni  del mondo intero.

.1° rappresentazione ecumene: filosofo greco Anassimandro di Mileto terre abitate con al centro
la Grecia, avevano la forma di un cerchio circondato a sua volta dall’oceano,Toponimi, collocazioni
popoli, tracciato delle coste  discretamente aderente alla realtà.
.Ecateo: descrizione geografica con relativa carta.
.Cartografia scientifica: fondatore Dicearco di Messina (IV) carta del mediterraneo in cui il mare
era diviso da una linea orizzontale detta diaframma: un parallelo tra le Colonne d’Ercole e i monti
del Tauro, per lui posti a = latitudine.
.(V) i Pitagorici concetto di sfericità della Terra e Dicearco fu tra i primi a tentarne la misurazione
+ misurazione con metodo trigonometrico di altezza monti.
.Misurazione di Eratostene del meridiano terrestre(III) descrizione geografica del mondo
illustrata in una famosa carta di Eratostene che rappresentava una porzione + ampia del mondo
(senso ovest-est) a causa dell’ampliamento dell’orizzonte geografico x imprese A.Magno.
 Nel mondo greco i progressi di matematica, astronomia e geografia intesa come
descrizione del mondo ebbero notevoli ricadute sull’evoluzione della cartografia.
II secolo Ipparco intuì il calcolo della latitudine e longitudine  necessario corretto disegno della
carta e inventò le proiezioni centografica e stereografica. X la rappresentazione della sfera
terrestre e celeste

CARTOGRAFIA ROMANA ED ELLENISTICA


I Romani con conquiste e comunicazioni commerciali  ampliate loro conoscenza del mondo 
pochi documenti cartografici.
. I secolo indirettamente sappiamo di una misurazione del territorio soggetto al dominio romano
con indicate distanze, vie di comunicazione, rilievo dei terreni
.Esistenza di una carta del mondo dipinta di un portico di Roma
.Esistenza delle tabulae: carte su papiro e pergamena arrotolate e usate x viaggi giunta fino a
noi una copia medievale di una di III-IV: tabula Peutingeriana(Vienna, studiata da umanista
austriaco Peutinger): una striscia lunga 6 metri e larga 34cm arrotolabile e forse usata come carta
stradale.
.Marino di Tiro e Claudio Tolomeo—> produzioni cartografiche + evolute veri atlanti con prime
carte in cui si fa uso del reticolato geografico ottenuto con impiego di precise regole matematiche x
la proiezione della superficie sferica sul piano. Tolomeo si avvalse di numerose misurazioni della
latitudine con attendibili risultati, mentre meno validi gli studi sul calcolo delle differenze di
longitudine.
“Geografia” di Tolomeo include una carta di tutto il mondo conosciuto in proiezione conica con
indicazioni ai margini dei valori di lat. E long. + carte di singole regioni in proiezione piana
rettangolare
 T si basava su errata valutazione della lunghezza del grado di meridiano e delle coordinate
geografiche. Si servì di misure molto imprecise x distanza estensione di longitudine
superiore a quella reale.
 T grandi progressi nella conoscenza delle parti del mondo e nei procedimenti geometrici
per rappresentarla.

LA CARTOGRAFIA MEDIEVALE
-ALTO MEDIOEVO= sensibile involuzione nelle modalità di rappresentazione e nel contenuto delle
carte in cui l’ecumene sembra ridursi e si popola di personaggi fantastici e mostruosi
.Rappresentazioni + note: da monaci in ambito conventuale mappamondi a T in un disco è
rappresentato in modo schematico ed esplicito tutto il mondo: Gerusalemme al centro, Asia in alto,
Eu(sx) e Africa(dx) entrambe in basso, circondate da oceano e separate da Mediterraneo,
Tanais(fiume Don), Mar rosso e Nilo.
 Perduta la nozione di sfericità, spesso in alto disegnato il paradiso terrestre
.No rappresentazioni di singole regioni, eccezione mosaico di Madaba(Giordania) rappresenta la
Palestina con sue città, fiume Giordano…
-MONDO ARABO= recupero di numerosi prodotti della civiltà greco-latina. Progressi nel calcolo
delle dimensioni del mondo conosciuto, il + noto: Idris (alla corte di RuggeroII di Palermo)”Libro
di Ruggero”: descrizione geografica del mondo.
-BASSO MEDIOEVO= primi XIV in numerose carte, rappresentazione vaste regioni marittime e
costiere x esigenze di navigazione, soprattutto in IT/ Spa.
 carte eseguite con misure di distanza e direzione, che consentivano il disegno di un andamento
costiero + preciso + rose dei venti dipartono linee rette lungo 16 direzioni usate x disegno coste.
-‘300/’400= nuove carte regionali e mappamondi grz apporto di nuove conoscenze cartografiche
derivanti da viaggi mercantili.
 contorni delle terre + precisi come nelle carte nautiche + maggiore rigore geometrico x
presenza di meridiani e paralleli derivanti da carte di Tolomeo
.Leon Battista Alberti: progressi nella cartografia agevolati anche da stampa che permise
diffusione opera tolemaica.

LE GRANDI SCOPERTE GEOGRAFICHE E LA CARTOGRAFIA DEL ‘500


-‘500: Secolo scoperte geografiche ampliamento del mondo, + precisa rappresentazione coste
Africa australe + rappresentazione terre nel Nuovo Mondo(vedi carta M.Waldseemuller nel
“Cosmographiae Introductio” di St-Dié-Des-Vosges 1507)
In cui figura per la prima volta il nome America dopo l'esplorazione di Amerigo Vespucci.
. carte di 1° ½ ‘ 500= alcuni errori delle  rappresentazioni tolemaiche→ inadeguatezza
rappresentazione parti del mondo a cavallo dell'equatore, ma si avvalgono di procedimenti più
rigorosi del disegno del reticolato sperimentando anche nuove proiezioni. 
.Consolidamento di alcuni stati nazionali→  necessaria migliore Conoscenza del territorio
→   perfezionamento rilievo topografico+ nuovi strumenti come la tavoletta pretoriana+ 
procedimenti geometrici rigogliosi come triangolazione.
es.  Vignola rilevamento territorio bavarese da F. Apiano
→ maggiore conoscenza del territorio x motivi militari e x sfruttamento agricolo. 
→ inizia a lavorare alle grandi partizioni del mondo → italiani: G.Gastaldi, olandesi: Ortelio→ Cerca
autore della prima raccolta di carte riunite in un volume: Theatrum Orbis Terrarum 1570 e
Mercatore(G.Kremer) ⇒ CARTA DI MERCATORE: carta nautica in proiezione cilindrica modificata
che ha la proprietà di rappresentare con un segmento di retta la rotta di una nave che mantiene
costante la direzione indicato dalla bussola.
I SECOLI XVII E XVIII E LA NASCITA DELLA CARTOGRAFIA MODERNA
-’600= Pubblicazione dei grandi atlanti anche in numerosi volumi es. IT: G.A.Magnini: “Atlante” e
Coronelli: “Atlante Veneto”. 
→ Carte con ancora molti difetti: rilevazione delle coordinate geografiche imprecisa e incompleta,
determinazione della longitudine risente di mancanza di un cronometro, dell'indisponibilità di dati
precisi e prima dell'introduzione del teodolite, rappresentazione del rilievo montuoso ancora con
mucchi di talpa. 
⇒ Solo con XVIII secolo con scuola francese: cartografia moderna che si basa su accurate
rilevazioni.
. Accademia delle Scienze di Parigi organizzazione di due spedizioni in Lapponia ed Ecuador per
misurazione dell'Arco di meridiano
→ progressi nelle strumentazioni: invenzione teodolite, sestante e cronometri per calcolo delle
longitudini.  Per rappresentazione del rilievo: introdotto metodo del tratteggio con lumeggiamento
laterale, poi curve di livello.
. Iniziativa del governo nazionale1747 realizzazione di grande carta di Francia fatta da Cesari
Francesco Cassini di Thury→ in 182 fogli con scala 1:86400  e proiezione cilindrica trasversale.
-Fine ‘700: rimangono spazi bianchi causa di mancanza di conoscenze o precise rilevazioni, ma
cartografia sufficientemente precisa,  prodotto di criteri validi.
LA CARTOGRAFIA DEL XIX SECOLO 
Su esempio francese tra fine ‘700 e inizio ‘800 quasi tutti gli stati nazionali europei provvedono per
esigenze militari e civili a dotarsi di una propria carta(lista di carte di stati)
.Italia divisa in vari stati diversamente sensibili a tale esigenza. Solo dopo unificazione e nascita di
Istituto Topografico Militare con sede a Firenze e Istituto geografico militare→ rilevazione
sistematica del territorio nazionale uniformando i precedenti criteri di triangolazione e
proiezione(lista di stati italiani con loro carte). 
.Compaiono editori privati che sulla base della cartografia ufficiale realizzano raccolte di carte
generali per consultazione e uso didattico. 
es.“Atlante Stieler” di Perthes di Gotha 1817 e “Atlante fisico” H.Berghaus.
LA CARTOGRAFIA OGGI: TELERILEVAMENTO, CARTOGRAFIA ELETTRONICA
E GIS
-’900 grandi avanzamenti in campo scientifico e tecnico x conoscenza superficie terrestre e
cartografia. 
.Introduzione  fotografia→  agevolato il rilievo delle regioni di difficile accesso come montagna
tramite fotogrammetria:  tecnica che permette di acquisire la posizione di un oggetto x mezzo di
una coppia di immagini fotografiche stereometriche.  
Poi→ applicazione della fotografia a mezzi aerei: aerofotogrammetria: esecuzione con
apparecchiature installate su aerei di coppie di fotogrammi che possono in seguito essere visionati
in modo stereoscopico. Fu possibile con appositi apparecchi rappresentare le zone fotografate in
tutti i loro particolari.
Triangolazione eseguita con strumenti classici, post 1950 trilaterazione eseguita con radar→ 
misurazione diretta dei lati di una rete di rilevamento dell'ordine di centinaia di chilometri. 
.Telerilevamento=Eseguendo una triangolazione tra satellite e stazioni a terra→  risultati di
estrema precisione includendo tutta la superficie terrestre in una rete a maglie ampie+ possibilità
di  diffondere dati o immagini e riceverle  il elaborate  con il calcolatore,  trasmetterle e
stamparle→  sviluppo della cartografia elettronica.
-Prima metà ‘900: molti stati si erano dotati di atlanti nazionali es.  Atlante fisico economico d'Italia
1940  Giotto Dainelli, oppure carte tematiche es.  Atlante dei Tipi geografici di Olinto Marinelli,
o opere di consultazione o uso scolastico es. Calendario Atlante De Agostini 1904.
-  post seconda guerra mondiale→   aumento produzione atlanti + esigenza di collaborazione
internazionale per uniformare metodi e contenuti delle carte→  ONU istituisce un dipartimento
specifico.
. settore delle carte tematiche stradali e turistiche in aumento, cartografia elettronica in continuo
aggiornamento.
. Con GIS sistema di carte e archivi di dati georeferenziati e continuamente aggiornati. 
la carta con le nuove tecniche si proietta nel futuro proponendoci anche una realtà virtuale.

Capitolo 3 le proiezioni cartografiche


UNA RAPPRESENTAZIONE APPROSSIMATA 
Superficie sferica non sviluppabile su un piano→  Ogni rappresentazione cartografica piana non
potrà mai riprodurre esattamente la superficie terrestre.
[Reticolo geografico: come si intersecano determinando dei trapezi sferici, figure caratterizzate
dalla presenza di quattro angoli retti perché non giacciono su una superficie piana, ma sferica e
hanno  i lati costituiti non da segmenti di retta ma da archi di circonferenza. Solo le maglie che si
chiudono ai poli sono triangoli sferici con due angoli retti adiacenti alla base rappresentata da un
arco di parallelo] ( questa parte io l'ho messa, x me nn serve a nulla perchè non si capisce
niente, ma vedete voi…)
Reticolo Geografico: utile riferimento per comprendere le modalità con le quali avviene il passaggio
dalla rappresentazione sferica quella piana→ serie di proposte:
1. modificare i trapezi in rettangoli rendendo i meridiani paralleli tra loro, ma in tal modo essi
non convergono più ai poli , dove le maglie triangolari risultano aperte→  deformazione
molto evidente in prossimità dei poli→  rappresentazione dilatata a dismisura.
2. continuare a disegnare le maglie a forma di trapezio, ma angoli non saranno più retti→  non
saranno più rispondenti alla realtà i rapporti angolari tra i singoli punti del terreno con
informazioni fonte di nuove approssimazioni.
⇒ No possibile ridurre sia le  direzioni che le proporzioni delle distanze. Ciò che dovrà essere
necessariamente deformato dipenderà dal tipo di rappresentazione/ proiezione scelta. 
.PROIEZIONE GEOGRAFICA= Operazione di trasporto e di riproduzione del reticolo sferico  su
una superficie piana per mezzo di metodi geometrici: proiezioni vere o con l'approssimazione di
formule matematiche: proiezioni convenzionali.
.Le proiezioni geografiche possono avere o meno le seguenti proprietà
1.  equivalenza= le aree delle maglie delle coordinate geografiche risultano proporzionali alle
corrispondenti aree misurate sulla superficie terrestre→  inalterati i rapporti tra le aree, ma
no forme delle figure.
2.  conformità o isogonia=  gli angoli formati dalle intersezioni tra meridiani e paralleli
rimangono inalterati sulla carta:90 ° →  impossibilità di rispettare la proporzionalità tra
distanze. 
3.  equidistanza= Le distanze misurate sulla carta a partire dal suo centro sono proporzionali
alle corrispondenti distanze misurate sul terreno 
Una proiezione non potrà possedere contemporaneamente più di una di tali proprietà→  dovrà
essere scelta in base all’uso a cui essa è destinata es. 1. uso didattico:  importante rispetto di 
proporzioni 2.  mantenendo inalterati gli angoli e forme delle terre emerse indicate x carte nautiche.
→  carte più utilizzate  nei comuni atlanti: prospettiche azimutali,  per sviluppo e convenzionali. 
PROIEZIONI PROSPETTICHE
Ottengono proiettando i punti della superficie del globo su un piano tangente a esso, partendo da
un centro di proiezione scelto in un punto prefissato.
 Piano di proiezione= potrà essere tangente a uno dei poli: proiezione polare o all'equatore:
proiezione equatoriale o in un punto di latitudine intermedia: proiezione obliqua.
 Centro di proiezione=Da cui partono le visuali, potrà essere situato al centro del globo:
proiezione centrografica, sul punto della superficie del globo, opposta a quello di tangenza:
proiezione stereografica, o all'infinito: proiezione ortografica.
.PROIEZIONI CENTROGRAFICHE: Proprietà di rappresentare con una buona approssimazione la
superficie del globo vicino al punto di tangenza, 
Caratteristica impo: rappresentazione con un segmento di retta di tutti i circoli massimi, poiché la
via più breve tra due punti della superficie terrestre è un arco di circolo Massimo(ortodromica)→ 
carte utili per tracciare rotte brevi→  utili per carte nautiche e aeronautiche.
.Rotte ortodromiche( escluse quelle lungo equatore e meridiani) subiscono continue variazioni
dell’ Azimut, seguirla non è agevole→  si trasferiscono alcuni  punti sulla carta di Mercatore e
congiungendo lì si otterrà una spezzatura in cui ogni tratto presenterà le caratteristiche di una
lossodromica:  una rotta in cui si mantiene costante l'azimut,  ossia la direzione della bussola.
 → Grave difetto: nelle zone più lontane dal centro della proiezione si produce una dilatazione
progressiva delle distanze e delle aree→ Dilatazione progressiva delle distanze e aree→ 
dilatazione delle forme. 
→  questa  proiezione nè equivalente nè equidistante→  poco utile nei comuni atlanti.
PROIEZIONI STEREOGRAFICHE= Errore in parte corretto, aree periferiche subiscono una
dilatazione rispetto a quelle poste al centro→ proiezione conforme, ma non equivalente.
PROIEZIONI ORTOGRAFICHE= I raggi di proiezione essendo paralleli producono un errore
opposto: man mano che ci si allontana dal centro di tangenza le distanze risultano contratte→  
.Quando il punto di tangenza è il polo usate negli atlanti scolastici per rappresentare le calotte
polari.
.Quando il punto di tangenza è l'equatore adatte per rappresentare emisfero di Luna o altro
Astro.
⇒ Queste proiezioni hanno tutte equivalenza equidistanza e isogonia accettabile→ buona
approssimazione nei punti di tangenza, ma scadono allontanandosi da essi.
⇒ Sono tutte azimutali= rispetto al punto di tangenza del piano di proiezione le varie direzioni
conservano gli Azimut reali→ tutti i cerchi massimi passanti per tale punto di tangenza figurano
come rette: è il caso dei meridiani nelle polari e dell'equatore nelle equatoriali e di un meridiano
nelle oblique.

La Proiezione Azimutale equidistante polare 


1. non si può ottenere solo geometricamente con algoritmi matematici che riducono le
alterazioni spaziali
2. i paralleli sono cerchi concentrici equidistanti con centro sul polo
3.  Azimut mantenuti in tutte le direzioni e le proporzioni delle distanze 
4. Collocare anche paralleli dell'altro emisfero o del polo opposto 
 La Proiezione azimutale equivalente polare
1. I paralleli intorno al centro della carta sono cerchi con raggio corrispondente alle rispettive
corde
2.  le maglie al centro della rete si stringono nel senso della latitudine e si allargano in quello
della longitudine per consentire le equivalenze
PROIEZIONI PER SVILUPPO 
-P.DI SVILUPPO=Immaginiamo di avvolgere il Globo in un cilindro o cono proiettando il reticolo su
tali superfici a partire da un punto prefissato.
.  proiezioni cilindriche=Le maglie del reticolo risultano rettangolari. 
Man mano che ci si allontana dal circolo di tangenza si verifica 
1.una dilatazione delle aree se l'origine della proiezione è posta al centro del globo, 
2. uno schiacciamento delle aree se l'origine della proiezioni è posta all'infinito. 
→ La distanza tra i paralleli risulterà in aumento o in diminuzione procedendo dall'Equatore verso i
poli a seconda della posizione del centro di proiezione.
 I meridiani: tutte rette parallele e equidistanti
.Proiezione di sviluppo cilindrica centrale:comporta crescente aumento della spaziatura tra i
paralleli verso il polo, sia quella tra i meridiani ingigantendo le aree ad  elevata latitudine.
es.varietà opportunamente modificata di Mercatore: i gradi di meridiano sono allungati nella stessa
misura di quelli di parallelo, riducendo la deformazione di aree non troppo grandi.
Pregio: isogonicità con possibilità di rappresentare come segmenti di retta tratti della curva
lossodromica: La rotta che taglia i meridiani con lo stesso Azimut → x navigazione. 
⇒ Tutte le proiezioni cilindriche hanno lo svantaggio di dilatare le distanze tra i paralleli man mano
che ci si allontana da quello di tangenza.
.Proiezione trasversale:  se  il cilindro è tangente lungo un meridiano,  vanta di ridurre la
deformazione in corrispondenza del meridiano tangente e  buona approssimazione nella
rappresentazione di Zone a una certa distanza dall'Equatore.
.  proiezioni coniche= Paralleli sono rappresentati da archi di cerchi mentre i meridiani sono rette
convergenti verso il vertice del cono. 
Meridiani e paralleli si intersecano perpendicolarmente formando maglie trapezoidali convergenti
verso il polo.
  questa proiezione, come quella prospettica, rappresentazione di un solo emisfero alla
volta(a diff. di quelle cilindriche) 
 come quella cilindrica consente qui distanza solo in corrispondenza della linea di tangenza
. Proiezioni secanti= Il foglio risulta secante alla superficie sferica→  le due superfici si
intersecano lungo due paralleli.  Se la distanza tra i due paralleli di intersezione non è eccessiva, 
tutta la rappresentazione al loro interno può essere considerata a Scala costante→  equidistanti. 
Al di fuori di tale zona le distanze si dilatano ma in modo accettabile. 
PROIEZIONI MODIFICATE O CONVENZIONALI
P.CONVENZIONALI=  risultato di applicazione di particolari formule matematiche per conferire alla
carta determinate proprietà. 
-P.pseudocilindrica di Mollweide(cilindrica modificata)=Usata per ottenere planisferi in cui le
aree siano sostanzialmente equivalenti.
-P. cilindrica piana rettangolare= Costruzione geometrica molto semplice in cui le maglie del
reticolo sono rettangolari con 
1.una  delle dimensioni corrispondente alla reale misura ridotta in scala dei gradi di latitudine e
2. l'altra  a quella dei gradi di longitudine su due paralleli equidistanti dall'Equatore
→  rappresentazione usata anche da Tolomeo
1 .le zone a latitudine più bassa rispetto a tali paralleli vengono sottodimensionate
2. si  allargano progressivamente le zone a latitudine più elevata
-P.cilindrica modificata di Mercatore= Per rappresentare intera superficie terrestre→  gli archi di
meridiano compresi tra due paralleli vengono allungati nella stessa proporzione in cui aumentano
rispetto alla realtà gli archi di parallelo a causa della mancata convergenza dei meridiani al
Polo(copiata pari pari, ma non chiedetemi se ho capito)→ Dilatazione delle zone a elevata
latitudine es.  Groenlandia grande quanto Africa.
.Cartografo tedesco A.Peters: in questa carta presente una distorta valutazione delle  dimensioni
dei vari paesi a svantaggio di quelli intertropicali
⇒Propose diversa modifica della proiezione cilindrica per ridurre la distanza tra i paralleli man
mano che aumenta la latitudine
→ Risultato: carta equivalente ma non conforme ed equidistante
-P. interrotta di Goode= Efficace nella rappresentazione di fenomeni economici e politici, ha il
vantaggio dell'equivalenza e conformità relativamente alle masse continentali,  risultato ottenuto
interrompendo la carta in corrispondenza degli oceani.
Carte topografiche: a grande scala con elevato grado di isogonia equivalenza ed equidistanza→ 2
carte usate dall' Istituto geografico militare:
1.  proiezione poliedrica o policentrica di Sanson-Flamsteed= proiezione
naturale. Immaginiamo che ogni  foglio della carta sia la faccia trapezoidale di un poliedro
tangente alla sfera terrestre in quelli che sono anche i centri delle  rappresentazioni
cartografiche di ogni foglio.
2.  proiezione cilindrica trasversale di Gauss=  trasversale di Mercatore. Si immagina di
proiettare la superficie terrestre su quella laterale di cilindri tangenti alla sfera terrestre
lungo un meridiano  e distanti tra loro 6 °→  60 spicchi o Fusi relativamente equivalenti e
conformi.  Essi sono inseriti in un sistema di riferimento internazionale: UTM.
In tale sistema si traccia sulla carta un reticolo cartesiano in cui  in  ordinata figurano le distanze
dall'Equatore e in ascissa quelle del meridiano di tangenza del cilindro che è al centro di ogni
fuso→  usata per agevolare individuazione dei punti sul terreno.
SCELTA DELLA PROIEZIONE 
 la scelta della proiezione dipende da diversi fattori:
1.  contenuto della carta
2.  tipo di riflessioni e confronti
3.  posizione sulla superficie del territorio da rappresentare
4.  scelta del centro della proiezione stessa

Cap 4: Tipi di carte

I criteri di classificazione sono essenzialmente due:

- Per scala
- Per argomento (o il più rilevante degli argomenti)

4.1 classificazione in base alla scala

Scala rapporto tra la distanza grafica e quella reale. Essendo il rapporto tra due lunghezze, la scala è
espressa da un numero “puro” che non deve pertanto essere preceduto da un’unità di misura.

Scala numerica: rappresentata con una frazione che indica il rapporto di riduzione. Il numeratore è sempre
l’unità, mentre il denominatore è espresso da un numero che indica quanto deve essere moltiplicata la
distanza grafica (misurata sulla carta) per ottenere il valore della distanza reale sul terreno.

Scala grafica: viene rappresentata con segmenti rettilinei, divisi in parti uguali, sui quali è indicato, a ogni
suddivisione, il valore della corrispondente distanza reale sul terreno. Essa permette un immediato
apprezzamento visivo delle distanze reali rappresentate su carta.

Quanto più il denominatore del rapporto di scala è grande, tanto più la scala diventa piccola. La scala
1: 100 000 000 è più piccola della scala 1:50 000. Più la scala è piccola più è ridotta la rappresentazione dei
particolari sul terreno. A parità di dimensione del foglio, una piccola scala significa grande superficie
terrestre rappresentata, ma scarsa quantità di particolari. Una grande scala minore superficie ma più
dettagli.

La scelta di una carta dovrebbe sempre tener presente delle dimensioni del territorio rappresentato, delle
finalità di studio o consultazione e dell’accuratezza nella descrizione dei particolari.

Possiamo distinguere:

- Mappamondi o planisferi (scala 1:100 000 000 a 1:5 000 000) rappresentano l’intera superficie
terrestre. Riportano solo alcuni dei maggiori elementi fisici e le posizioni delle maggiori città. I
mappamondi sono una rappresentazione su piano ≠ globi di scala analoga ma di superficie
sferica, forniscono una rappresentazione priva di errori di approssimazione.
- Carte generali (scala 1:5 000 000 a circa 1:1 000 000) rappresentano al massimo un continente o
parti di esso o un gruppo di stati. Sono visibili i maggiori particolari fisici, grandi vie di
comunicazione e città.
- Carte corografiche (scala 1:1 000 000 a 1:200 000) parti estese di uno stato o di una regione con
maggiore ricchezza di particolari. Si notano un maggior numero di centri abitati e quasi tutta la rete
stradale percorribile con mezzi ordinari. Anche la descrizione dell’orografia e dell’idrografia è più
precisa e dettagliata.
- Carte topografiche ( 1:200 000 a 1:10 000) ricche di particolari, indicate per scopi escursionistici
o militari. L’approssimazione con cui è rappresentato un punto nel terreno è inferiore a 100 m
- Mappe catastali ( 1:10 000 a 1:1000) parte molto limitata del territorio (dell’ordine del km
quadrato) e si prestano a descrivere con grande precisione i confini poderali, la posizione e
l’orientamento degli edifici ecc.. usate a fini fiscali e catastali
- Piante (talora in scala maggiore di 1:000, descrivono la distribuzione degli edifici nei centri abitati e
i loro particolari interni

4.2 classificazione delle carte in base al contenuto e alla funzione

La cartografia tematica si occupa di carte con finalità specifiche. I più importanti tipi sono:

1. Fisiche
2. Idrografiche, marine e nautiche (superfici marine e profondità dei fondali)
3. Geologiche
4. Geomorfiche
5. Climatiche (individuano regioni con più o meno le stesse caratteristiche climatiche)
6. Metereologiche (evidenziano la localizzazione e lo sviluppo nel tempo dei più generali elementi
e fenomeni metereologici come la alta o bassa perturbazione)
7. Antropiche (legate alla presenza dell’uomo e alla sua attività, come la densità di pop)
8. Storiche (generali o tematiche)
9. Stradali e ferroviarie
10. Dell’utilizzazione del suolo
11. Industriali e minerarie

4.3 carte geologiche o geomorfologiche

Una carta geologica è rappresentata solitamente da una base geografica o topografica tradizionale di scala
appropriata, su cui viene riportata la distribuzione delle formazioni rocciose, sia che esse affiorino alla
superficie del terreno, sia che si trovino coperte dal suolo o dalla vegetazione. Lo scopo è di precisare la
natura e l’età delle rocce e la loro disposizione e giacitura tramite simbologia e uso dei colori. Talvolta sono
evidenziate anche le risorse minerarie del suolo.

La Carta Geologica d’Italia è uno strumento indispensabile per tutti colori che devono compiere interventi
sul territorio (es: costruzione di strade).

Legenda: a lato, riepiloga, all’interno di piccoli rettangoli in successione verticale, tutti i colori utilizzati nel
foglio, con a lato l’età delle rocce in alto a sx le più recenti, il basso a dx le più antiche, con l’inidcazione
dell’era e del periodo geologico di formazione.

Sui margini del foglio la legenda riporta anche la simbologica convenzionale specifica delle carte geologiche:

- Barrette di colore rosso, con eventuali frecce direzione, immersione e inclinazione degli strati.
Ad esempio rocce sedimentarie che in seguito a fenomeni di rotazione o di ripiegamento hanno
dato origine al sollevamento delle montagne
- Linee continue o tratteggiate in rosso faglie.
La linea di faglia riportata sulla carta non è che l’intersezione del piano di faglia (superficie della
frattura) con la superficie del terreno. Si può anche avere una linea di orlo di un eventuale
sovrascorrimento la roccia viene spinta fino a scorrere al di sopra di un’altra.
- Colore blu, linea continua orlo di terrazzo, dove l’erosione ha asportato o ridepositato una parte
di terreno.
- Sempre in blu le sedi di ritrovamento dei fossili, di reperti preistorici, le sorgenti, le frane, i
conoidi di deiezione (cumuli di detriti di forma conica generatisi alla base delle scarpate con i
materiali franati lungo il pendio), le grotte cc
- Segmenti di retta o linee spezzate di colore blu contrassegnate con i numeri romani tracce di
sezione. Ad esse corrispondono i profili geologici della crosta terrestre, ottenuti sezionando il
terreno con un piano verticale passante per la linea di traccia, la cui rappresentazione è riportata
nel margine inferiore della carta.
- Troviamo anche una speciale simbologia litologica che indica la famiglia geologica di appartenenza
di ogni roccia (graniti, argille, arenarie, calcari)
- Una rappresentazione grafica della storia geologica di siti particolarmente significativi, attraverso la
schematizzazione degli strati, è talvolta riportata sul margine della carta per mezzo di una o più
colonne stratigrafiche, caratteristiche di aree particolari. Una colonna stratigrafica riporta, con
colori e simboli già noti, uno spaccato delle formazioni rocciose presenti in una colonna.
Di norma, la scala di profondità è uguale a quella della carta.
Le colonne stratigrafiche si riferiscono a successioni o serie caratteristiche di strati depositatisi nel
corso di epoche diverse.

Nelle carte geologiche sono incluse indicazioni relative alle forme superficiali (terrazzi marini, fluviali..).
tuttavia per avere informazioni più complete si ricorre a carte geomorfologiche.

4.4 altre carte tematiche e cartogrammi

Cartogramma= carta+diagramma. È una rappresentazione in cui a una carta, solitamente molto


semplificata, si abbinano precisi dati statistici quantitativi, riferiti a singole località o aree, variamente
elaborati per evidenziarne la distribuzione spaziale e talora anche l’evoluzione nel tempo.

In qualche caso la distinzione tra carta tematica e cartogramma non è poi così netta:

-una carta sulla distribuzione delle lingue parlate è certamente una carta tematica antropica

- una carta che invece distingua aree a diversa densità di popolazione, per esempio con curve isometriche
(dette anche isoplete) o con un disegno a punti collocati variamente sul territorio, presenta un carattere del
cartogramma (associazione di dati quantitativi ad un territorio) ma non, nella maggior parte dei casi, la
rigorosa corrispondenza tra unità territoriale di rilevazione statistica e dati rappresentati sulla carta.

Ciò si ottiene con i cartogrammi a mosaico (detti anche coroplete), in cui i dati statistici vengono distinti con
criteri oggettivi da definirsi preventivamente in varie classi di grandezze e atribuiti a più o meno vasti ambiti
di rilevamento( comuni, regioni, stati) in cui si suddivide il territorio rappresentato e che ne costituiscono in
un certo senso le tessere di un mosaico. Altri cartogrammi evidenziano l’intensità o la distribuzione di
fenomeni localizzati, cioè attribuiti ad un punto e non ad un’area (v figura 4.10 pg 55). Tutti e tre questi tipi
di carte (a curve isometriche, a punti, a mosaico) sono largamente usati per rappresentare la
densità/distribuzione territoriale di un certo fenomeno.

4.5 rappresentazioni spazio-temporali e metacarte

Nell’ultimo secolo le rappresentazioni cartografiche hanno subìto trasformazioni, di pari passo con
l’evoluzione tecnologica, soprattutto per descrivere eventi che si evolvono nello spazio e nel tempo. Per
disegnare l’evoluzione spazio-temporale di un fenomeno si fa ricorso, di norma ad un diagramma
cartesiano. Alcuni cartogrammi sono la rappresentazione su un piano di un fenomeno o di un elemento che
si distribuisce in modo differenziato nello spazio ma si evolve anche nel tempo. Ne sono un esempio i grafici
dell’andamento del reddito della popolazione e di vari stati in un determinato periodo di tempo, descritti a
mezzo di un diagramma cartesiano applicato ad una carta del territorio preso in esame. Utilizzando come
base una carta politica una serie di istogrammmi o un diagramma cartesiano vengono così inseriti
all’interno della sagoma di ogni stato; la base cartografica e il grafico sono rappresentazioni indipendenti.

Si hanno tuttavia rappresentazioni risultanti da una rigorosa correlazione spazio-temporale. Ad esempio


l’orario grafico: usato nei trasporti ferroviari per descrivere l’andamento nel tempo dei flussi di traffico per
una determinata linea. Esempi di rappresentazioni cartografiche non tradizionali sono ad esempio che
curve isoplete, onde di diffusione di un fenomeno, che descrivono processi spazio-temporali come la
rivoluzione industriale in Europa. Un’altra classe di rappresentazione è costituita dalle metacarte: immagini
cartografiche derivanti da carte geografiche tradizionali, opportunamente semplificate ed elaborate
rappresentando i territori non in scala, ma tenendo conto delle dimensioni del fenomeno descritto. Ad
esempio approssimando la sagoma di ogni stato ad una composizione di quadrati di area proporzionale
complessiva al numero degli abitanti.

4.6 globi, plastici, profili e altre rappresentazioni

Per le regioni di montagna con rilievo particolarmente accidentato, sono frequentemente usati i plastici e
vari tipi di profili altimetrici (c’è una spiegazione geometrica nel libro che non ho neanche il coraggio di
leggere, pg 60) i profili altimetrici si usano anche per rappresentare la stratificazione degli ambienti di
vita nelle acque oceaniche o il variare della vegetazione nelle diverse fasce altitudinali. Quando è necessaria
una terza dimensione risulta efficace lo stereogramma o blocco-diagramma, immagine piana ma che
fornisce l’illusione di profondità. Molto efficaci sono anche le fotografie panoramiche con vedute “ a volo
d’uccello”.

4.7 le carte mentali (quelle dei i viaggi mentali, è chiaro)

La geografia ha avuto fin alle sue origini nel mondo greco forti contatti con la cosmologia, l’astronomia, nel
medioevo con la teologia e poi con la storia e l’economia. Questi contatti hanno determinato ricadute
notevoli nella cartografia in quanto rappresentazione grafica dell’oggetto. Oggi, la nuova geografia
umanistica coltiva relazioni con le scienze umane, e in particolare con la psicologi, avendo spiccato
interesse per le modalità attraverso le quali lo spazio geografico è percepito e vissuto. Questi studi hanno
portato alla realizzazione di nuove rappresentazioni cartografiche, le mappe o carte mentali termine che
esprime bene il rapporto tra la percezione interna del mondo che ci circonda e la sua rappresentazione
esterna.

Per carta mentale si intende anche il disegno che ciascuno di noi è in grado di produrre cercando di
tracciare su un foglio la carta che ha in mente. Ma si hanno anche carte mentali prodotte da studiosi in
seguito a ricerche su convinzioni, comportamenti spaziali e preferenze (es: dove vorrebbero vivere gli
abitanti della Pennsylvania, pg 64). A scuola, anche l’immagine acquisita dalle carte murali è spesso distorta
per la diffusa tendenza ad esempio, a sviluppare la nostra penisola da nord a sud e non da nord ovest a sud
est, tanto che l’estensione in longitudine non differisce molto da quella in latitudine.

Cap 5 L’Italia nelle carte topografiche

5.1 Fogli e tavolette

La necessità di realizzare un rilievo topografico del proprio territorio e la produzione di relativa carte nasce
dià dalla seconda metà del XVIII sec. Il regno d’Italia ereditò i risultati dei lavori topografici eseguiti per
conto dei governi pre-unitari. Nacque poi nel 1872 l’Istituto Geografico Militare con sede a Firenze. Con una
legge del 5 febbraio 1875 si stabilì che la carta d’Italia avesse scala 1:100 000, sulla base di rilievi di
campagna alla scala 1:25 000 o 1:50 000. I lavori di rilevamento furono lunghi e complessi: incominciarono
nelle regioni meridionali, che erano le più carenti di cartografia, e solo nel 1900 poterono dirsi completati.
L’evoluzione delle tecniche ha favorito la realizzazione del rilievo topografico con possibilità di misurare con
esattezza latitudine e longitudine. L’attuale Carta d’Italia (figura 5.4 pg 67) comprende una superficie
pressochè quadrata, ampia 30° in longitudine (base del quadrilatero) e 20° in latitudine (altezza). Il fatto che
il foglio risulti pressochè quadrato è spiegato dalla diversa misura del grado di longitudine rispetto a quella
di latitudine: il primo a 45° nord è circa 2/3 del secondo, sicchè la lunghezza dei quattro lati del foglio è
quasi uguale e corrisponde a circa 40km di reale distanza. La forma della Terra adottata per la prima
edizione era l’elissoide di Bessel che però considerava uno schiacciamento dell’asse polare non preciso. In
tempi successivi sono state pubblicate anche le carte di maggiore dettaglio ricavate direttamente dal rilievo
di campagna, al 25 000 o al 50 000. In ogni foglio, diviso in quattro quadranti (distinti in numeri romani in
senso orario) rientrano sedici tavolette al 25 000  quest’ultima tavoletta è la più usata perché è la più
ricca di dettagli in tutti gli aspetti geografici. Proprio da questa vennero ricavati gli elementi inseriti
nell’Atlante dei tipi geografici del Marinelli, una rassegna di stralci della carta topografica d’Italia tale da
illustrare tutti i temi più rilevanti dlla geografia fisica e umana (dal carsismo, al vulcanismo ai tipi di
insediamento). A partire dagli anni Quaranta del ‘900 in accordo con l’Unione cartografica Internazionale si
decise una radicale revisione delle rappresentazioni per favorire la realizzazione di una nuova carta del
mondo riferita all’elissoide di Hayford e collocata entro una serie di coordinate ottenute con la proiezione
cilindrica traversa di Gauss-Mercatore.

Per la Carta del mondo si è pensato ad una successione di 60 strisce (detti fusi) di 6° gradi di longitudine
ciascuna, suddivise a loro volta in 10 zone orizzontali di 8° distinte con lettere dell’alfabeto a nord e a sud
dell’equatore. La numerazione dei fusi parte dall’antimeridiano di Greenwich, per cui l’Italia è compresa tra
i fusi 32 e 22. Ogni zona è poi suddivisa in quadrati di 100km di lato, identificati da una coppia di lettere.
Ciascun quadrato è suddiviso in quadrati minori con lato di 1km.

Sistema UTM= Universale trasversa di Mercatore

La coincidenza con le coordinate del sistema italiano Gauss-Boaga non è perfetta perché nel sistema UTM
le basi geodetiche1 sono diverse.

In sintesi nel periodo 1875-anni ’70 del ‘900, tre fasi:

- Dapprima le carte, in proiezione naturale, presentavano solo le coordinate geografiche con base
per il calcolo delle longitudini a Monte Mario a Roma
- Poi si è adottata la proiezione Gauss-Boaga, introducendo il reticolato chilometrico e lasciando solo
in cornice le tacche per individuare i valori di latitudine e longitudine
- Un’ulteriore innovazione di è avuta con l’inserimento del sistema UTM

5.2 I nuovi fogli al 50 000

L’evoluzione è proseguita perché L’IGM ha intrapreso una produzione di carte a colori e dal 1970 ha iniziato
la produzione di una carta topografica nuova che si adegua al modello della nuova carta del mondo al
milionesimo con 636 fogli al 50 000. Presenta una rete di coordinate chilometriche e geografiche
lievemente diversa perché riferita all’elissoide internazionale, ma con base geodetica fondamentale
nell’Europa centrale (potsdam). Una nuova carta in scala 1:25 000 è in corso di realizzazione con il nome di
sezione (nella vecchia produzione il nome era riservato alle carte al 10 000 prodotte solo per alcuni limitati
ambiti territoriali). Talvolta si deve far ricorso a produzioni non aggiornate, come la tavoletta di Finale
Ligure che è ricavata dai rilievi al 50 000 del 1879, con aggiornamenti generali del 1930. È possibile trovarsi

1
Geodetica: In matematica, e più precisamente in geometria differenziale, una geodetica è la curva più breve che
congiunge due punti di uno spazio. Il termine "geodetica" deriva da geodesia, la scienza della misurazione delle
dimensioni e della forma del globo terrestre; nel suo significato originale, una geodetica era il cammino più breve tra
due punti sulla superficie della Terra, ossia un arco di cerchio massimo. Gli archi di meridiani e di equatore sono
geodetiche, mentre gli altri paralleli no.
mulattiere che non esistono più e non ci sono strade più recenti. Ovviamente ciò non significa che di tali
aree manchi un rilievo aggiornato a grande scala.

5.3 l’attuale produzione dell’IGM

 Carta “Il Mondo” serie 1000: carta geografica dell’Italia alla scala 1:1 000 000. 6 fogli.
 Carta “Il Mondo”serie 500: carta corografica 2 alla scala 1:500 000. 14 fogli. Deriva dalla proiezione
conica conforme di Lambert con origine delle longitudini nel meridiano di Greewich
 Carta “Il Mondo” serie 250. 39 fogli, scala 1: 250 000 a uso altimetrico, riporta le quote altimetriche
in piedi (feet)
 Carta d’Italia serie 250. Scala 1: 250 000, 15 fogli. Comprende il territorio di una o due regioni
italiane riportandone i confini amministrativi
 Carta topografica d’Italia serie 100/V e 100/L. Pubblicata in due edizioni alla scala 1:100 000, di cui
l’una esclude l’altra. Consente una descrizione molto particolareggiata dell’orografia e dei
particolari topografici più importanti. L’intro territorio italiano è rappresentato in 178 fogli
numerati e denominati con un toponimo importante, in genere una città.
 Carta topografica dell’Italia serie 50 e 50/L: 636 fogli numerati delle dimensioni di 20 longitudine e
12 in latitudine alla scala 1:50 000. Riporta i confini comunali
 Carta topografica dell’Italia serie 25/V: è la più ricca di particolari, vengono riportati anche i limiti
amministrativi comunali
 Sezioni al 25000; coprono una superficie estesa 10’ longitudine 6’ latitudine
 Spaziocarte, serie 50/s. inquadrate al 50 000.

5.4 le nuove tecniche di rilevamento

I primordi del rilevamento a distanza si hanno con l’impiego di aerostati o aerei per fotografare dall’alto
territori molto accidentati. Dagli anni settanta lo sviluppo della tecnologia ha portato al perfezionamento di
satelliti al alta risoluzione. I satelliti sono oggi dotati di sensori che non percepiscono solo le onde del
visibile occhio umano ma anche quelle dell’ultravioletto e dell’infrarosso e soprattutto microonde. Quando i
segnali vengono decodificati su pellicola però si possono produrre false immagini a colori in grado però di
evidenziare particolari caratteristiche del terreno. I satelliti sono comunque di tipo differente e hanno
orbite diversamente impostate:

- Satelliti geostazionari: ruotano alla stessa velocità di rotazione della terra. Abbracciano una zona
molto vasta
- Orbita eliosincrona: ruotano a quota molto più bassa e quasi perpendicolarmente all’equatore.
Inquadrano spazi più limitati.

I dati del telerilevamento possono essere digitalizzati in diversi formati, ad esempio in formato vettoriale
(punti e linee) o raster (consta di una griglia di pixel).

5.5 la produzione cartografica delle regioni

Raga non c’è niente da dire

CAP 6 simbologia e toponomastica

6.1 simbologia topografica

Gli elementi presenti sul terreno, naturali o prodotti dalle attività umane, non possono essere rappresentati
nella loro forma reale ma per mezzo di simboli, riportati a margine nella legenda.

Requisiti fondamentali chiarezza e leggibilità.


2
Corografico: la descrizione di fatti o di fenomeni geografici, limitatamente a una determinata regione.
Una classificazione fondamentale dei simboli topografici è quella che distingue tra elementi naturali e
opere umane.

6.2 orografia e idrografia

Orografia: descrive la distribuzione e la conformazione dei rilievi.

Idrografia: configurazione delle reti idriche e degli specchi d’acqua, che comunque sono in funzione della
conformazione del rilievo.

L’elemento fondamentale per la descrizione dell’altimetria è la curva di livello o isoipsa luogo dei punti
della superficie terrestre aventi la stessa quota altimetrica rispetto al livello del mare.

Equidistanza: la differenza di quota tra due isopse consecutive è sempre indicata in margine alle carte.
Minore è l’equidistanza, maggiore è la precisione con cui viene rappresentato l’andamento del terreno

Intervallo: la distanza planimetrica (in orizzontale) tra due isoipse consecutive. Una corretta scelta
dell’equidistanza è il presupposto fondamentale per il raggiungimento di un compromesso tra le esigenze
descrittive e l’intellegibilità della carta. Con un’equidistanza più piccola le curve di livello risulteranno essere
in numero maggiore, rischiando di essere confusionarie.

In una carta le curve di livello si distinguono:

- Curve dirette: tratto più spesso


- Curve intermedie: tratto più fine
- Curve ausiliarie: linee tratteggiate atte a descrivere meglio le irregolarità locali del terreno
- Curve chiuse concentriche: sommità di colline o montagne o interno di un cratere vulcanico
Le doline carsiche hanno un segno <<->> al centro dell’isoipsa più interna

La percezione dell’andamento del terreno con avvallamenti e corrugamenti è facilitata con il tratteggio o lo
sfumo a lumeggiamento obliquo in uso nelle carte IGM, che rende l’idea delle ombre proiettate dal rilievo,
illuminato in direzioni NO-SE con sorgente luminosa inclinata a 45° sul piano orizzontale. Le dune sabbiose
cono disegnate con un insieme di punti che ne richiamano in modo imitativo le ondulazioni. Per i versanti
più ripidi, l’infittimento delle isoipse o, al limite, la loro sovrapposizione, può rendere confuso il disegno. In
tali casi esse sono localmente sostituite con disegni imitativi eventualmente integrati da punti quotati: è il
caso dei calanchi, delle rocce stratificate o affioranti, dei salti di rocce, dei ghiacciai con tutti i loro elementi
morfologici: balzi, serracchi, crepacci.

L’idrografia di un territorio è descritta dalle linee di impluvio, che separano falde del rilievo appartenenti a
versanti opposti sono di norma percorse da corsi d’acqua più o meno permanenti.

- Ruscelli: linea di impluvio punteggiata se il letto è quasi sempre asciutto. Tratteggiata se l’acqua
scorre solo in periodi limitati dell’anno.
- Fossi di pianura: tratto continuo
La linea di impluvio si ingrossa per rappresentare l’aumento della portata d’acqua. I corsi d’acqua
con letto di larghezza superiore ai tre metri sono rappresentati con la doppia linea.
- Direzione del flusso: freccia posta al centro dell’alveo ma solo per i corsi d’acqua di lieve pendenza,
per i quali essa non sia deducibile
- Sponde variabili: sono quelle in cui l’assenza di una scarpata più o meno ripida non consente la
delimitazione precisa del letto del fiume. Sono, pertanto, zone soggette ad allagamenti durante le
piene e vengono disegnate interrompendo la linea continua che delimita il letto, indicando
eventualmente in sfumatura il segno di vegetazione di acquitrino o di sabbia (linea di puntini)
presenti nella porzione di terreno attiguo.
L’assetto delle isole variabili è soggetti a vari mutamenti ma la loro rappresentazione si riferisce allo
stato reale del territorio al momento del rilevamento.
- Simboli particolari si riferiscono a terreni paludosi, dove la pendenza è troppo piccola e non
consente il deflusso delle acque.
- Un’indicazione utile è quella che riguarda pozzi, sorgenti, acquedotti, cisterne, fontane,
abbeveratori e acquedotti

6.3 la copertura vegetale

La descrizione delle caratteristiche del terreno e della copertura vegetale è fornita solo se esse sono stabili
nel tempo. Le caratteristiche della copertura vegetale, soprattutto quella arborea sono riportate solo sulle
carte a scala maggiore e i dettagli naturali minori sono spesso sfoltiti per non appesantire la grafica.

- Prati: le praterie perenni in natura. In montagna non vengono riportati perché il loro simbolo si
confonde con le rocce
- Boschi: distinti tra “fitti” e radi” a seconda della densità. Se il sottobosco può costituire un ostacolo
al movimento non viene riportato. Il bosco fitto è rappresentato con tre simboli raggruppati
(simboli uguali se è lo stesso tipo di pianta, diversi se è misto)

6.4 insediamenti umani e toponomastica

Gli insediamenti umani sono ciò che più caratterizza un territorio e sono rappresentati con particolare cura.
C’è una specifica toponomastica:

- Abitazioni: rettangolino nero


ma cappelle, oratori, chiese ecc hanno tutte simboli specifici
Raggruppamenti di rettangolini con un toponimo in corsivo indicano un nucleo abitato o una
frazione. Raggruppamenti più grandi con toponimo in grassetto rappresentano un centro sede di
comune. I centri più grandi che coprono larga parte del foglio sono indicati con toponimi in
maiuscolo se sedi di capoluogo di provincia, in corpo più grande per i centri più popolosi.
- In alcune regioni i toponimi compaiono in due lingue (Alto Adige)
a proposito di italianizzazione dei nomi: nei primi rilievi della Carta d’Italia i compilatori si sono
trovati a operare in zone rurali fortemente caratterizzate da dialetti e culture locali. Ciò ha
comportato l’italianizzazione di nomi dialettali, nella pronuncia come nella grafia, anche con esiti
non sempre accettabili. In altri casi il nome dialettale tende a scomparire e oggi è stato dimenticato.
In Italia i toponimi sono quasi sempre di antichissima origine (talvolta anche preromana). Per
esempio tutti i nomi che terminano in asco nell’Italia nord-occidentale sono di origine ligure mentre
i toponimi come Mersala o Caltagirone rivelano un’ascendenza araba. I molti toponimi doppi con il
termine marina rivelano la discesa alle coste delle popolazioni di molti centri interni che si sono
sdoppiati dopo le bonifiche delle piane costiere malsane, la realizzazione della viabilità costiera e
l’avvio del turismo balneare.

6.5 i confini

Il confine di stato è segnato con continuità per tutta la sua estensione. Gli altri confini possono esser
interrotti sulla carta quando coincidono con altri particolari ad andamento lineare (strade, muri, torrenti) o
attraversano con un tratto rettilineo zone prive di riferimenti topografici. Si tratta ovviamente di linee
convenzionali che non hanno un vero e proprio riscontro fisico sul terreno.

6.6 viabilità e trasporti

I cambiamenti del territorio relativi alle infrastrutture sono ovviamente i più comuni.
 Ferrovie, tramvie, filovie. Per ferrovia si intende quella a scartamento normale pari a 1435 mm, per
valori inferiori si specifica che si tratta di una ferrovia a scartamento ridotto. È indicata con una
'freccia anche l’elettrificazione o il doppio binario. Al fine dell’orientamento, la localizzazione di
binari in campagna è sempre molto utile, mentre non lo è nei centri abitati, al cui interno vengono
rappresentate le ferrovie, ma non le tramvie e le filovie a meno che non si tratti di una carta molto
particolareggiata. Le ferrovie provvisorie non sono riportate.
 Strade. È un fenomeno sempre in espansione, tale da mettere in crisi il sistema della carta che
risulta vecchia dopo pochi anni.
- Le autostrade sono ripartite con il proprio simbolo

- Le strade invece sono divise in cinque classi a seconda della larghezza della carreggiata:
1° classe: più di 8 m
2°: tra i 6 e gli 8
3° da 4 a 6
Poi ci sono le strade rotabili senza manutenzione regolare con fondo naturale e non sempre
praticabile:
carreggiabili che consentono il transito di automezzi leggeri
carrarecce non percorribili da automezzi normali
segue distinzione tra mulattiere, sentieri, sentieri difficili, tratturo e piste cje mi rifiuto di scrivere.
(leggi a pg 96 se non hai un cazzo da fare)

 Attraversamenti di corsi d’acqua. Ponti e viadotti sono classificati in base al materiale con cui sono
costruite le travate e non i piloni. La simbologia distingue inoltre i ponti girevoli, coperti e di barche.
Con il simbolo del guado si indica solo il passaggio per l’attraversamento del corso d’acqua e non
tutti i punti realmente guadabili
 Altre vie e mezzi di trasporto. Le carte riportano anche simboli relativi a canali navigabili e relative
conche, acquedotti e altre condotte, impianti a fune. Per il trasporto marittimo e aereo le comuni
carte topografiche non descrivono le rotte, ma riportano in pianta o con simboli diversi i ponti e gli
aeroporti.

6.7 i segni chele attività produttive

Presenti soprattutto nelle carte topografiche a scala più grande.

Per l’agricoltura sono presenti simboli che distinguono le colture a maggiore stabilità come le risaie o i
vigneti. Altri simboli permettono di distinguere gli impianti per l’irrigazione (pozzi), le stalle, i silos. Per la
pastorizia sono rappresentati i ricoveri per pastori e abbeveratoi.

Per le attività estrattive la simbologia distingue miniere, pozzi di petrolio e gas naturale

Gli opifici sono rappresentati con i simboli relativi al tipo di energia impiegata.

Leggere una carta significa interpretarne le informazioni, disponendola in modo che a una
determinata direzione sul foglio corrisponda la corretta relativa direzione sul terreno.
Si deve associare al nord della carta la direzione del reale nord geografico sul terreno; di
conseguenza, ogni altra direzione che interessi per identificare tutti i punti del territorio.
BUSSOLA--> strumento genericamente usato per l'orientamento.

Il campo magnetico terrestre


La bussola è costituita da un piccolo ago magnetico, libero di ruotare sospeso su un perno
all'interno di una scatola provvista di un quadrante graduato. Il movimento dell'ago è
determinato dalle forze di attrazione esercitate dal campo magnetico terrestre.
Le linee di forza del campo magnetico terrestre assumono un andamento caratteristico che
ha come punti di inizio e di fine i due poli magnetici. Come tutti i campi di forza, il campo
generato da una calamita e quello terrestre hanno delle proprietà:
• tutti i punti dello spazio sono atraversati da linee di forza; ovunque è presente una
linea di forza;
• per ogni punto passa una sola linea di forza, fatta eccezione per i POLI MAGNETICI,
nei quali convergono infinite linee di forza: in un campo magnetico bipolare, tutte le
linee di forza escono da un polo ed entrano nell'altro;
• un piccolo dipolo magnetico (=ago) tenderà a disporsi con il proprio asse in direzione
parallela a quella della linea di forza che lo attraversa; così una delle punte dell'ago si
dirigerà verso uno dei poli magnetici, l'altra verso il polo opposto.
L'ago della bussola punta costantemente verso il polo nord magnetico l'estremità opposta
verso il polo sud.
Il polo nord magnetico non corrisponde al polo nord geografico. Solo in pochi punti della
Terra i due coincidono. Il polo nord magnetico si trova attualmente in Canada, a circa 1100
km dal polo nord geografico, mentre il polo sud magnetico è in Antartide.
La posizione dei poli magnetici non rimane fissa nel tempo, ma si sposta secondo direzioni
non prevedibili, in conseguenza di una lenta mutazione dell'intero campo magnetico. Tutto
ciò complica l'impiego della bussola.

L'orientamento della bussola


L'angolo di scostamento tra il nord magnetico e quello geografico---> declinazione
magnetica, indicato con la lettera δ, indicata in gradi sessagesimali.
Nelle tavolette alla scala 1:25 000 dell'IGM, la declinazione magnetica è sempre indicata in
margine alla carta. Ai due lati dell'angolo corrispondono le lettere:
• N= nord geografico
• Nm= nord magnetico
Se Nm è posto a sinistra di N--->angolo di declinazione occidentale, quindi l'ago della
bussola indica una direzione posta a ovest rispetto a quella del nord geografico.
Se Nm è a destra--> L'angolo di declinazione è orientale.
In margine alla carta è riportata anche la data in cui è stato compiuto il rilevamento del
campo magnetico terrestre. Si riporta anche la variazione annuale dell'angolo di
declinazione.
L'insieme di tali informazioni permette di calcolare l'angolo attuale di declinazione
magnetica.
Viene riportato anche un piccolo quadro d'unione che simboleggia la tavoletta e le altre 8
che la circondano, attraversate da---> linee di isogonia= congiungono punti con lo stesso
angolo di declinazione magnetica.
Nb: le linee di isogonia non sono le linee del campo di forza. Due linee isogoniche contigue
differiscono di un piccolo valore angolare costante e un punto situato a metà strada fra due
isogone avrà un angolo di declinazione magnetica compreso tra quelli delle due isogone
stesse. ( poi questa me la dovrete spiegare)
La determinazione dell'angolo attuale di declinazione magnetica è un'operazione da
compiere prima di iniziare a orientare la carta con la bussola. ( esempio pag 104).

Per trovare sul terreno un punto qualsiasi della carta--> se ci troviamo in un punto A e
vogliamo determinare a posizione di B, utilizzeremo un goniometro per calcolare l'AZIMUT
del punto B= il valore dell'angolo formato dalla direzione del nord geografico e quella della
retta AB, a partire dalla prima e procedendo in senso orario. Se, es, leggiamo un angolo di
120 °, per ricercare la direzione di AB , occorre puntare la bussola in modo che la tacca si
posizioni in corrispondenza dell'angolo di 120 °, aumentato o diminuito del valore
dell'angolo di declinazione a seconda che la stessa sia verso ovest o verso est.
Problema inverso--> identificare sulla carta un punto topografico visibile dal punto di
stazionamento, dopo averne misurato l'azimut con la bussola. Es: dal punto A è visibile la
cima di una montagna. Puntando la bussola verso la vetta si legge sul quadrante l'ampiezza
dell'angolo che tale direzione forma con quella del nord magnetico, trovando il valore di
129 °. Se la declinazione magnetca è di 9 °verso ovest, la bussola avrà in realtà indicato un
valore angolare superiore al vero azimut ( perché l'ago si sposta in senso antiorario di 9°
rispetto al nord geografico).
Quindi all'azimut magnetico va sottratto l'angolo di declinazione----> si trova così l'azimut
geografico ( 129-9=120).
Viceversa, se la declinazione fosse stata verso est, il valore sarebbe stato da sommare
all'azimut magnetico per ottenere l'azimut geografico.
Nb: la direzione del nord geografico sulla carta corrisponde a quella dei lati verticali della
cornice. Quindi l'approssimazione con cui si determina una retta in direzione nord è
trascurabile. Infatti, la convergenza dei due lati della cornice forma un angolo di ampiezza
pari alla differenza delle longitudini corrispondenti ai due lati stessi che, nelle tavolette con
scala 1:25 000 è di soli 7' 30''.

Nel margine della carta troviamo anche----> Nr= nord reticolato. L'angolo compreso tra Nr
e N è indicato con γ ( credo sia gamma).
Questo angolo non muta nel tempo ed è utile per tracciare con il goniometro le linee di
azimut sulla carta non riferendole al nord geografico, ma al nord reticolato.
Una maglia verticale del reticolato è sempre disponibile nelle vicinanze del punto, in
quanto alla scala 1:25 000 se ne trova una ogni 4 cm.
La determinazione degli azimut di un punto rispetto al nord reticolato differirà da quello
rispetto al nord geografico di un angolo gamma(?) che dovrà essere aggiunto o sottratto a
seconda che Nr si trovi a ovest o a est di N.

Precauzioni nell'uso della bussola: zone di anomalia magnetica


Se il campo magnetico terrestre è alterato dalla presenza di altre fonti magnetiche, la
bussola ne subirà l'influsso e fornirà indicazioni non attendibili ai fini dell'orientamento.
Non eseguire misurazioni in vicinanza di materiale ferromagnetico, es ferrovie, linee
elettriche.
Vi sono zone della superficie terrestre in cui l'uso della bussola è problematico---> zone di
anomali magnetica, indicate sulla tavoletta nell'apposito quadro con un'area a tratteggio. Il
fascio delle linee di forza può, infatti, assumere un andamento sinuoso a causa ddella
presenza, nel sottosuolo, di masse di minerale ferromagnetico, il cui effetto si sovrappone a
quello del campo magnetico naturale fino a modificarlo in maniera considerevole.

L'orientamento con l'orologio


Un metodo di orientamento prevede l'utilizzo dell'orologio analogico e il riferimento alla
posizione del Sole.
A mezzogiorno il Sole si trova nella direzione del sud geografico. Se alla stessa ora
orientiamo il quadrante dell'orologio in modo che la lancetta delle ore sia rivolta verso il
sole, esso potrà essere utilizzato come il quadrante di una bussola:
il sud ---> ore 12,
il nord----> ore 6,
l'est----> ore 9,
l'ovest ----> ore 3.
Ma non è necessario attendere il mezzogiorno.
Il Sole e la lancetta delle ore hanno in comune, nell'emisfero settentrionale, il fatto di
ruotare in senso orario. La lancetta ha però la velocità angolare doppia: il Sole compie un
giro completo in 24 ore, la lancetta compie il giro due volte per lo stesso arco di tempo.
Dopo qualche ora, la traiettoria del Sole avrà descritto un angolo pari alla metà di quello
percorso dalla lancetta delle ore. es--> alle due del pomeriggio la posizione del Sole sarà in
direzione della cifra 1.
è suffiente calcolare a quale cifra corrisponde la bisettrice dell'angolo al centro
dell'orologio formato dalla lancetta delle ore e dalla direzione della cifra 12 e puntare la
bisettrice in direzione del Sole. Il quadrante dell'orologio continuerà ad indicare il sud in
direzione delle 12.
Tuttavia si basa sulla conoscenza esatta dell'ora locale, che può differire da quella indicata
dall'orologio--> vedi ora legale e ora nazionale. In questo caso, quando l'orologio segna
mezzogiorno, in realtà il Sole è veramente a sud solo nelle località poste su quel meridiano.
Un altro fattore per l'entità dell'errore per l'orientamento---> equazione del tempo. La
velocità angolare del Sole non è costante, ma subisce variazioni stagionali. In determinati
periodi dell'anno, il Sole può passare in anticipo o in ritardo in corrispondenza della
posizione presunta in base all'ora locale e tale lasso di tempo può essere ricavato da
un'equazione detta analemma= particolare curva che descrive la posizione del Sole nel
corso dell'anno. ( vedi pag 110).

Determinazione del punto di stazionamento


Se percorrendo un prato o un bosco privi di sentiero, si desidera raggiungere un punto
particolare, sarà necessario conoscere con esattezza il punto di stazionamento per poter
decidere la corretta direzione da seguire.
Figura pag 111--> trovandoci nel punto A vogliamo raggiungere il punto B. Si può decidere
di raggiungere B seguendo la linea retta AB, ma solo se il pendio non tortuoso. Se B non è
visibile da A, per determinare la direzione giusta si calcola sulla carta il suo azimut rispetto
ad A= angolo formato dalla direzione di AB con quella del nord geografico.
Si determina la direzione sul terreno puntando la bussola in modo da leggere, in
corrispondenza del puntatore un angolo di declinazione magnetica determinato in base
all'indicazione in margine alla carta. Il punto B potrà essere raggiunto seguendo tale
direzione.
FIGURA 7.8--> Il punto di stazionamento A non si trova vicino a un punto topografico
significatio e l punto B da raggiungere non è visibile: è impossibile calcolare l'azimut di B se
non si è in grado di definire la posizione A in cui ci si trova.
È possibile però una stima della posizione A se da esso sono visibili almeno due punti
topografici noti e riportati sulla carta, per esempio un casa C e la cima di una montagna D.
( seguono 1000 calcoli pag 112).

Il reticolato UTM delle nuove sezioni non corrisponde a quello italiano in proiezione di
Gauss-Boaga; è però possibile riferirsi a esso, considerato che in una tabella a margine sono
indicate le coordinate dei vertici della carta secondo tale reticolato con grande precisione.

Lettura e interpretazione dell'orografia e determinazione di un bacino imbrifero


Chi legge una carta deve essere in grado di dare una descrizione sommaria del terreno e di
individuare le caratteristiche salienti, dal punto di vista della morfologia e
dell'identificazione delle opere costruite dall'uomo.
L'aspetto generale del terreno è descritto sia dalle isoipse, sia dai segni grafici che
simboleggiano la presenza di copertura vegetale ( rocce,calanchi, dirupi ecc).
Figura 7.9---> assenza di isoipse= terreno pianeggiante
addensamento di isoipse= forte pendenza.
La configurazione cartografica presenta un fascio sinuoso di isoipse, con concavità percorse
da ruscelli alternate a convessità, non attraversate da alcun segno della rete idrografica.
Forme fondamentali di un profilo altimetrico= pianura, valle e sommità montuose. Possono
essere combinati in modi infiniti e consentono di riconoscere altrettanti tipi di paesaggio
naturale, mdoellate dalle forze geodinamiche.
L'analisi di una carta topografica a grade scala parte dal riconoscimento dei tratti
morfologici della regione rappresentata. Di una linea di costa è possibile riconoscere la
morfologia: rettilinea, frastagliata, alta e scoscesa,bassa e sabbiosa ecc.
Le terre emerse sono classificabili in base all'andamento plano-altimetrico. Il rilievo può:
• presentare un'articolazione con una valle principila in cui si innestano valli
secondarie;
• essere frazionato da più solchi vallivi dipendenti, con rilievi displuviali formati da una
rete idrografica ramificata;
• essere uniforme o solcata da un grande corso d'acqua, che caratterizza il paesaggio
con meandri, terrazzi morfologici, scarpate, paludi e torbiere.
La vegetazione è un elemento caratteristico del paesaggio naturale e può presentarsi:
• brullo e accidentato
• rigoglioso e ricco di coperture prative o boschive, naturali o create dall'uomo.

Bacino imbrifero o idrografico---> porzione del territorio in cui tutte le acque di


scorrimento superficiale, apportate dalle precipitazioni o dallo scioglimento dei ghiacciai,
confluiscono in un corso d'acqua.
Linee displuviali--> determinanti nella configurazione del bacino; separano due bacini
adiacenti correndo lungo le creste dei rilievi, le cime e i valichi. I bacini imbriferi hanno una
forma irregolare che assomiglia a una foglia: il picciolo corrisponde alla foce del corso
d'acqua, mentre le nervature sono le linee displuviali che lo circondano.
Non troveremo mai displuviali nette e ben identificabili in un versante in cui le isoipse
hanno un andamento rettilineo.
Trattandosi di una figura geometrica irregolare, per valuare l'estensione di un bacino
imbrifero occorre confrontarla con altre figure di riferimento più piccole e di superficie
nota.

Lettura del paesaggio umanizzato


Si tratta di individuare la presenza di centri abitati, valutarne la concentrazione o la
dispersione sul territorio. L'individuazione delle reti stradale e ferroviaria è fondamentale
per capire quale tipo di economia può caratterizare o aver caratterizzato in un passato
recente la regione: si traccia una prima bozza di gerarchizzazione dei centri urbani sulla
base delle loro posizioni all'interno della rete di comunicazione.
La lettura di altri particolari, come la presenza di opifici, linee elettriche, cave, miniere , e la
valutazione dell'estensione delle colture agricole completano il quadro macroeconomico
dell'area.

Valutazione delle distanze


Il modo più semplice per calcolare la distanza reale in linea d'aria fra 2 punti di una carta-->
moltiplicare la distanza grafica per il denominatore del rapporto di scala. Semplicissimo.
es. alla scala 1:50 000, la distanza grafica di 3 cm corrisponde a 3 x 50 000= 150 000 cm,
pari a 1 kilometro e mezzo.
Quindi, dati una distanza R, la distanza grafica G e il denominatore del rapporto di scala s:
• R= Gxs
• G=R/s--->caso che si presenta quando, prima di costruire la carta, ci si chiede quali
dimensioni dovrà avere il foglio per contenere un territorio di dimensioni note.
• s=R/G ----> per determinare la scala quando non è indicata.
Il problema più ricorrente è comunque quello di determinare la distanza grafica fra due
punti rappresentati sulla carta. La conversione fra unità di misura lineari prima
dell'applicazione della formula può essere superata confrontando la distanza grafica
“rilevata con il righello”-->utilizzando lo scalimetro, righello graduato che riporta le distanze
già tradotte in metri o chilometri a seconda della scala cui viene fatto riferimento.

Quando due punti P e P' si trovano su due fogli diversi, il rilevamento della distanza grafica
può essere problematico. Quindi chiudi sta benedetta cartina e resta a casa. Se sei testardo
e vuoi soffrire, invece, puoi consultare pag 117 del libro e confrontarti con calcoli in arabo
di geometria analitica.
La carta topografica è la rappresentazione su un piano orizzontale di punti situati a quote
diverse, dunque la distanza grafica rilevabile sulla carta è una distanza planimetrica=
riferibile alla proiezione della distanza reale su un piano orizzontale. Le due distanze
coincidono solo quando i due punti si trovano alla stessa quota, mentre la distanza reale
aumenta a quella planimetrica quando essi si trovano a quote diverse.--> calcoli pag 117.

La valutazione della differenza di quota non può essere trascurata quando essa sia dello
stesso ordine di grandezza della distanza planimetrica fra i punti, mentre può essere
trascurata per differenze percentuali maggiori; si ottiene così un risultato la cui
approssimazione è dello stesso ordine di grandezza, o di ordine inferiore a quella dei
comuni errori che si commettono misurando le distanze grafiche con il righello.
Si tiene conto della differenza di quota solo quando la pendenza della retta congiungente i
due punti assume una certa rilevanza.

Se il calcolo della distanza in linea d'aria si riduce alla corretta misurazione della distanza
grafica e all'applicazione della relativa formula, più di frequente si presenta il problema
delle----> distanze non rettilinee= es la lunghezza di un sentiero che si snoda lungo i fianchi
di una montagna. In tal caso la distanza si calcola approssimando la linea curva a una linea
spezzata, di cui si sommeranno le lunghezze dei singoli tratti.
Il tracciato spezzato si misura con un balaustrino= piccolo compasso a due punte.
Il tracciato di una spezzata è sempre inferiore a quello della linea curva, quindi l'apertura
del balaustrino dovrà essere ridotta per approssimare la sinuosità del percorso di cui si
vuole valuttare la lunghezza.
Curvimetro---> per calcoli di maggior precisione.

Determinazione di visuali, profili e pendenze in zone montane


A volte la capacità di valutazione determinata dalle isoipse non è precisa: es quando
dobbiamo sapere se la cima di una montagna è visibile da un determinato punto di
stazionamento o quale sia la conformazione di un solco vallivo.
I due quesiti trovano risposta tracciando un profilo alltimetrico del terreno in
corrispondenza di una determinata linea di visuale. Se il punto di stazionamento coincide
con l'origine A del profilo, si collegherà tale punto con la cima di montagna o località di cui
si vuole accertare la visibilità.
Se la visuale tracciata interseca il profilo, significa che la cima o località viene nascosta da
un altro rilievo. Per accertare l'esatta morfologia di una valle, si traccerà un profilo
trasversale tra i due opposti versanti, che risulterà U---> per un modellamento glaciale
V---> prodotto di un'erosione fluviale.
In alcune valli con andamento est-ovest e fortemente incise dall'erosione glaciale, quando
d'inverno il Sole è più basso, le montagne poste a sud fanno ombra ai raggi solari anche a
mezzogiorno, lasciando i loro centri abitati di fondovalle senza soleggiamento diretto per
settimante. ( figura p. 120).
Il disegno dei profili è preliminare al calcolo della pendenza ( del terreno, di una strada, di
una ferrovia) definita come rapporto percentuale fra dislivello e distanza planimetrica.
A una pendenza del 100% corrisponde un'inclinazione di 45 gradi.

LA LETTURA DEL PAESAGGIO NELLE CARTE TOPOGRAFICHE


Nell'analisi del paesaggio la geografia ha fatto largo uso di fotografie, che oggi ha assunto
una funzione importante, spesso prevalente rispetto a tutti gli altri tipi di
rappresentazionne, come carte geografiche e topografiche ecc.
Un confronto tra la fotografia della figura pag 124-125-- permette di notare che la seconda
è assai più ricca di informazioni. Troviamo i nomi dei diversi elementi salienti del quadro
fisico ( monti, laghi ecc) e antropico, come i centri abitati. La carta riporta anche i confini
politici e amministrativi e, ai suoi margini, non compresi nello stralcio, sono indicate anche
le coordinate geografiche. Per questi motivi la carta è più ricca di informazioni rispetto alla
foto dello stesso luogo, che tuttavia si rende necessaria per verificare i cambiamenti nel
quadro naturale e umano.
Due esempi di lettura di carte:

Il paesaggio della Pianura Padana( vedi carta pag. 130)


La carta riproduce un ampio tratto della Pianura Padana in prossimità della confluenza dei
fiumi Trebbia e Adda nel Po. Non vi è traccia di rilievo: compare solo la curva di livello alla
quota 50 m, difficilmente visibile, che borda serpeggiando i bacini dei due fiumi.
Il Po percorre il territorio da ovest verso est, descrivendo meandri che racchiudono aree
ampie.
La pendenza è limitata, non più di una decina di metri in 60 km di corso, tanto che la
direzione di scorrimento è evidenziata dall'apposito simbolo( una freccia all'interno del
corso d'acqua). Nell'alveo, il flusso della corrente si fraziona in più rami che contornano
isole ghiaiose temporanee.
La rete idrografica è completata da alcuni torrenti che scendono dall'Appennino e dalle Alpi
e confluiscono nel Po.
Ad ovest è visibile la confluenza Trebbia e, su tutta la pianura, una rete di canali di
irrigazione suddividono il territorio in un mosaico di appezamenti agricoli.
La copertura vegetale è uniforme e monotona: prevalgono i campi a coltura non stabile(=
cereali, foraggio, orticole), a tratti delimitati da filari di alberi, segnalati con piccoli cerchi.
L'area è amministrativamente divisa fra le province di Milano( oggi di Lodi) a nord ovest, di
Cremona a nord est e di Piacenza a sud.
La rete di strade asfaltate è fitta e articolata, con molti collegamenti privi di rivestimento
che raggiungono insediamenti sparsi.
Sono presenti alcune linee ferroviarie, a semplice e a doppio binario.

Cartina pag 132---> Si possono notare due elementi topografici dominanti. Il primo è un
tratto del Po lungo 20 km, dalla confluenza della Fiume Trebbia a ovest, a uno stretto
meandro che si insinua a nord, isolando un ampio tratto agricolo.
Nell'alveo sono presenti due isole temporanee di grandi dimensioni di fronte a Piacenza e
un vistoso banco di sabbie.
Il secondo elemento topografico di rilievo--> area urbana di Piacenza, che si estende da
ovest a este per una lunghezza di 5 km. Il nucleo originario dell'insediamento romano ( III
secolo a.C.) è a nord ed è riconoscibile per la struttura a scacchiera della rete stradale, con
un asse parallelo alla psonda stessa, in quando il cardo e il decumano furono tracciati
secundum natura( beccatevi un po' di latino)= seguendo eventuali ostacoli topografici.
La successiva cerchia di mura medievali ha assunto una forma ovale, riconoscibile per la
presenza di ampi tratti dei bastioni e di alcune fortificazioni ad angolo.
La rete di comunicazioni stradali è dominata da due assi autostradali, la A21, che lambisce
la sponda meridionale del Po e la A1, ad andamento rettilineo, che attraversa
diagonalmente la cartina da nord ovest a sud est.
La rete ferroviaria è rappresentata da più linee che convergono nello scalo di Piacenza.
Sono presenti numerose linee elettriche ad alta tensione, la cui rete si infittisce tra Piacenza
e San Rocco al Porto.
L'appennino e il Subappennino marchigiano
Cartina pag 136---> foglio n 303, Macerata, della Carta d'Italia alla scala 1:50 000
rappresenta un tratto dell'Appennino umbro-marchigiano, nel versante rivolto verso
l'Adriatico. I corsi d'acqua scorrono dunque verso ovest.
L'orografia è dominata da un sistema di valli con andamento sub-parallelo dirette da ovest-
sud-ovest verso est-nord-est, in cui si innestano, con un sistema a doppio pettine, vallecole
letarali.
I solchi principali---> Fiume Potenza e Fiume Chienti, in cui confluisce il torrente Fiastra.
Le valli sono separate da articolate displuvali che in pochi punti superano 300 m. gli alvei
fluviali non presentano meandri e una portata abbastanza limitata; anche la loro pendenza
è piuttosto modesta, in quanto non supera un centinaio di metri nell'ambito di una
quarantina di km di percorso.
L'origine fluviale delle valli è evidente in quelle di dimensioni inferiori, prive di piane
alluvionali, caratterizzate dal tipico profilo a V, con pareti più ripide in prossimità del solco
d'impluvio.
La copertura boschiva è scarsa, costituita da piccoli querceti e da qualche limitata area di
rimboschimento. Tra le colture prevalgono oliveti e frutteti e qualche vigneto a sud est.
La rete stradale è abbastanza fitta: strade di grande comunicazione si estendono lungo i
fondovalle e si raccordano con infrastrutture locali che superano le displuviali percorrendo
la linea della cresta, dove troviamo numerosi centri abitati, qui insediatisi fin dal medioevo
(<3).
La displuviale su cui sorge Macerata separa la valle del Fiume Potenza e quella del Fiume
Chienti. Il fiume ha modelalto una vallata abbastanza ampia e aperta.
Al centro dello stralcio si nota l'innesto del Torrente Fiastra, che ha creato una spaziosa
area pianeggiante, oggi occupata da una zona industriale.
Il solco vallivo è attraversato da un'autostrada che si sviluppa a poca distanza dal fiume.
L'autostrada ha un tracciato sinuoso che segue l'andamento del fiume e della piana
alluvionale.
La ferrovia, a semplice binario, segue invece un tracciato più settentrionale, attestandosi ai
piedi della collina; il binario raggiunge la quota di 116 m.
Numerose sono le case sparse, quasi sempre raggiunte da rotabili secondarie o sentieri.
Siamo in un'area di vecchi poderi mezzadrili, che poteva essere sfruttata in epoca
preindustriale.
È ben visibile un elettrodotto che raggiunge la periferia orientale di Macerata e prosegue
verso sud ovest, passando a sud della città.

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