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Astronomia sferica
L'astronomia sferica la branca dell'astronomia che studia i diversi sistemi di coordinate in rapporto ai quali si
determina la direzione del moto apparente dei corpi celesti in modo indipendente dalla loro distanza.
Le stelle conservano sempre immutate le loro posizioni relative sulla sfera celeste (almeno nel corso di alcuni
millenni), mentre il Sole, la Luna ed i pianeti si spostano lentamente fra esse, passando da una costellazione all'altra.
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I verticali normali al meridiano dell'osservatore, passanti cio per i punti Est e Ovest, si chiamano primo verticale
Est e primo verticale Ovest.
I circoli orari che passano per detti punti cardinali Est e Ovest sono detti primo orario Est e primo orario Ovest.
L'altezza del polo elevato sull'orizzonte astronomico uguale alla latitudine dell'osservatore. Nell'emisfero Nord,
attualmente l'altezza della Stella Polare differisce sempre dalla latitudine dell'osservatore di circa 1.
I punti di intersezione dell'equatore celeste con i verticali identificano due punti: Q quello pi prossimo allo Zenit e
Q' quello pi prossimo al Nadir e vengono detti, rispettivamente, mezzocielo superiore e mezzocielo inferiore.
L'altezza del mezzocielo superiore, cio l'inclinazione dell'equatore celeste sull'orizzonte astronomico, detta
colatitudine.
Per convenzione nelle figure che rappresentano la sfera celeste si segna sempre lo Zenit in alto, il polo Nord a destra
dello Zenit e il polo Sud a sinistra in modo da avere sempre il punto cardinale Est sul davanti della figura.
Nota: Per un osservatore in latitudine Sud il movimento degli astri appare invertito
rispetto al movimento stesso nella sfera celeste disegnata per un osservatore in latitudine Nord.
Il movimento ora descritto causa anche uno spostamento del punto sull'eclittica di circa 50" di arco all'anno in
senso retrogrado od orario anticipando di circa 20 minuti il momento dell'equinozio.
b). La declinazione la distanza angolare dell'astro dall'equatore celeste. La declinazione pu assumere valori
compresi tra -90 e +90, se la stella si trova nell'emisfero boreale avr declinazione positiva se si trova nell'emisfero
australe avr declinazione negativa e se ha declinazione pari a zero vuol dire che l'astro giace sul piano dell'equatore.
La declinazione , per un astro, quello che la latitudine per un punto terrestre. Parallelo di declinazione il circolo
minore passante per l'astro e parallelo all'equatore. La declinazione del Sole, della Luna, dei pianeti, delle stelle, si
indica, rispettivamente, con , , , *. La declinazione del Sole varia fra 2327'N e 2327'S: la variazione
massima ai solstizi e nulla agli equinozi. La declinazione della Luna varia con periodo di 18 anni e , fra valori
massimi Nord e Sud compresi fra 23,5 6. La declinazione dei principali pianeti (Venere, Marte, Giove, Saturno)
compresa fra 26N e 26S. La declinazione delle stelle subisce minime variazioni annue legate alla precessione
degli equinozi.
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Punto subastrale
Poich la sfera celeste ha un moto apparente continuo rispetto alla sfera terrestre, considerata immobile, in un dato
istante la congiungente del centro della Terra con la posizione di un astro, determina sulla sfera terrestre, un punto
che si definisce punto subastrale. Sopra una carta geografica la posizione del punto subastrale di un astro A in un
certo istante, sar il punto la cui latitudine uguale a a per tale istante, in valore e segno, e la cui longitudine
uguale all'angolo al polo dell'astro riferito al meridiano di Greenwich. Chiariamo con un paio di esempi quanto
descritto:
1. Siano in un dato istante le coordinate orarie (risp. a Gr.) di Venere: =1421'N; T=21611'15
Le coordinate del punto subastrale saranno: =1421'N; =14348'45E
2. Siano in un dato istante le coordinate locali orarie risp. a Gr. di Vega: *=3844.1'N; T*=5538'30
Le coordinate del punto subastrale saranno: =3844.1'N; =5538'30W
Coordinate altazimutali
Hanno per punti e circoli di riferimento lo
Zenit, l'orizzonte astronomico e il verticale
N o S dell'osservatore. Sono, ovviamente,
legate alla posizione dell'osservatore e
possono essere misurate dall'osservatore
stesso. Esse sono:
altezza h
distanza zenitale z
azimut a
angolo azimutale Z
amplitudine sorgere ampl. so.
amplitudine tramonto ampl. tr.
almicantarat
a). L'altezza h la distanza sferica
dell'astro dall'orizzonte astronomico, cio
l'arco di verticale dell'astro compreso tra
l'orizzonte astronomico e il centro dell'astro.
Si misura da 0 a 90, positivamente Le coordinate altazimutali
dall'orizzonte verso lo Zenit e
negativamente dall'orizzonte verso il Nadir. L'altezza negativa si chiama anche depressione. Pi precisamente
l'altezza ora definita detta altezza vera e si indica con hv. Al simbolo h si fa seguire quello dell'astro cui si riferisce:
h, h, h, h*.
b). La distanza zenitale z la distanza sferica tra lo Zenit e l'astro, contata da 0 a 180, dallo Zenit verso l'astro.
Per h positiva il complemento dell'altezza (z=90-h); per h negativa, la distanza zenitale >90
(z=90+depressione).
c). L'azimut a si misura sull'orizzonte astronomico, dal punto cardinale Sud verso Ovest, da 0 a 360, fino al piede
del verticale dell'astro. anche l'angolo sferico, che ha per vertice lo Zenit, formato dal verticale N e dal verticale
dell'astro, contato da 0 a 360 in senso orario. Gli astri che sono a levante hanno a<180, quelli a ponente a>180. Il
simbolo a si fa seguire dal simbolo dell'astro cui si riferisce: a, a, a, a*.
d). L'angolo azimutale Z l'angolo sferico, minore di 180, avente vertice nello Zenit, misurato dall'arco di
orizzonte compreso fra il verticale Nord o Sud, che ha lo stesso nome della latitudine, e il verticale dell'astro: E o
W a seconda che l'astro sia a levante o a ponente. Mentre l'azimut a si conta sempre a partire dal punto cardinale N e
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si misura da 0 a 360, l'angolo azimutale Z, invece, si conta a partire dal punto cardinale N se Nord, dal punto
cardinale S se Sud e si misura da 0 a 180, verso E o verso W.
Fra Z ed a esistono le seguenti relazioni:
Emisfero nel quale si trova l'astro:............................ Nord................ Sud
Per indicare l'angolo azimutale Z, si premette al suo valore il simbolo N o S, secondo il nome della latitudine, e si fa
seguire dal simbolo E o W, secondo che l'astro sia a levante o a ponente. Ci facilita il passaggio da Z ad a (es.
Z=N40W...a=320; Z=S120E...a=60).
e). f). Amplitudine al sorgere, amplitudine al tramonto ampl.so. - ampl.tr.. Sono gli archi di orizzonte compresi
fra il punto cardinale E o W e il punto in cui sorge o tramonta l'astro. Si misurano da 0 a 90, a partire da E o da W,
verso N o verso S: nel primo caso si dicono Nord, nel secondo Sud. Quali che siano il valore e il segno della
latitudine, gli astri con declinazione Nord hanno sempre, al sorgere e al tramonto, amplitudine Nord, quelli con
declinazione Sud, hanno sempre amplitudine Sud. Per indicare l'amplitudine, si premette al suo valore il simbolo E o
W, secondo che l'astro sia al sorgere o al tramonto, e si fa seguire dal simbolo N o S della declinazione dell'astro.
Ci facilita il passaggio dall'amplitudine all'azimut (ampl=E10N...a=80; ampl=W10S...a=260).
g). Nella sfera celeste l'Almicantarat il parallelo all'Orizzonte celeste definito come il luogo dei punti che
aventi la medesima altezza
Triangolo di posizione
La determinazione di un triangolo di posizione l'obiettivo dell'astronomia sferica. Grazie ad esso si possono, infatti,
risolvere i problemi relativi al movimento degli astri, alla loro posizione ed alla posizione dell'osservatore.
Il triangolo sferico che ha per vertici lo Zenit, il polo elevato e l'astro, si chiama triangolo di posizione. In esso il lato
PZ la colatitudine c=90-, il lato PA la distanza polare p=90, il lato ZA la distanza zenitale z=90-h,
l'angolo ZPA l'angolo al polo P, l'angolo PZA l'angolo azimutale Z e l'angolo PAZ l'angolo all'astro. L'angolo
all'astro non viene mai preso in considerazione. Il lato c sempre <90; il lato z generalmente <90: assume valori
>90 se si considerano astri sotto l'orizzonte; il lato p, infine, < o > 90, a seconda che e siano dello stesso
nome o di nome contrario. Nel triangolo di posizione figurano sia le coordinate orarie (p e P), sia quelle azimutali (z
e Z).
Per la risoluzione del triangolo di posizione si trasformano le coordinate locali orarie dell'astro nelle simultanee
coordinate azimutali. Dati cio gli elementi , e t ed essendo quindi noti, nel triangolo di posizione, il lato
90-=c, il lato 90=p e l'angolo al polo P, si determinano la distanza zenitale z e l'angolo azimutale Z: da tali
valori si passa all'altezza h e all'azimut a dell'astro.
Le seguenti relazioni di trigonometria sferica legano tra loro gli elementi del triangolo di posizione:
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Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Astronomia sferica [2]
Collegamenti esterni
Elementi di astronomia sferica, pdf dal sito del CODAS [3]
Portale Astronomia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di astronomia e astrofisica
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it
[2] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Celestial_coordinate_systems?uselang=it
[3] http:/ / www. codas. it/ home2/ index. php?option=com_docman& task=cat_view& gid=41& Itemid=37
Fonti e autori delle voci 10
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