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Fu sposato con Sekhmet o (secondo poche fonti) Bastet. Fra i suoi figli: Nefertum,
Mihos e Imhotep.
Nell'iconografia è raffigurato come un uomo mummificato con barba, che tiene fra le
mani uno scettro composito con l’ankh (simbolo della vita), l’uas come bastone del
potere, e il djed (simbolo della stabilità). Spesso ha sul capo una calotta di pelle.
Ptah
Da alcune fonti viene considerato il solo creatore non creato dell'intero universo, ed è
anche ritenuto, a volte, una personificazione della materia primordiale (Ta-tenen). Ad
un certo punto della storia egizia infatti si inizierà ad assimilare queste due divinità in un'unica entità, Ptaḥ-
Tatenen, secondo un processo non dissimile a quello accaduto all'assai più noto Amon-Ra.
L'importanza del ruolo di Ptaḥ nella mitologia egiziana è testimoniata dall'etimologia del termine "Egitto",
una corruzione greca del lemma Hut-ka-Ptaḥ (ḥwt-k3-ptḥ, "Casa dello spirito di Ptaḥ"), dal complesso
monumentale della divinità a Menfi.
Indice
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Bibliografia
Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle Divinità dell'Antico Egitto, Torino 2004 - ISBN 88-
7325-064-5
Voci correlate
Giuseppe Verdi: Aida, Atto I, Scena 4: Immenso Fthà, del mondo
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