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CLUB ALPINO ITALIANO

Sezione di Valdagno
Gruppo Escursionistico “Gabriele e Paolo”

TOPOGRAFIA
E ORIENTAMENTO
PER L’ESCURSIONISMO
23 MAGGIO 2008 – 30 MAGGIO 2008

a cura di Giorgio Romio AE

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CARTOGRAFIA GENERALE

Una carta geografica è una rappresentazione grafica ridotta e simbolica di


una parte della superficie terrestre (sferica) su un piano (foglio di mappa).

Si tratta quindi di una proiezione di una porzione di terreno – che ha tre


dimensioni – su un supporto che ne ha solamente due.

carta Kompass carta Tabacco

A seconda del valore della scala, le carte si suddividono in:


- geografiche scala superiore a 1:1.000.000 (1 cm = 10 km)
- corografiche scala tra 1:1.000.000 e 1:150.000 (1 cm = 1,5 km)
- topografiche scala tra 1:150.000 e 1:10.000 (1 cm = 100 m)
es. Kompass o Tabacco 1:25.000 (1 cm = 250 m)
- mappe scala inferiore a 1:10.000
es. Catasto Italiano 1:2.000 (1 cm = 20 m)

2
PROIEZIONI CARTOGRAFICHE

Il problema della rappresentazione cartografica del terreno si è rivelato fin


dalle origini un problema estremamente complesso per l’impossibilità di
proiettare su un piano la superficie naturale di riferimento.

Esistono diversi sistemi di proiezione cartografica:

Proiezione conica

Proiezione cilindrica diretta

Proiezione cilindrica inversa o conforme di Gauss

3
CARTOGRAFIA UFFICIALE ITALIANA

La proiezione conforme di Gauss è stata assunta dall’I.G.M. (Istituto


Geografico Militare, con sede in Firenze) per la realizzazione della Nuova
Carta d’Italia iniziata nel 1940, i cui studi furono condotti dal prof. Boaga (da
cui il nome di rappresentazione Gauss – Boaga).

Nella rappresentazione Gauss – Boaga l’I.G.M. ha realizzato la cartografia


ufficiale dello Stato Italiano composta da:

- fogli in scala 1:100.000 numerati con numeri progressivi (tot. 277)


- quadranti in scala 1:50.000 numerati con numeri romani (4 per ogni foglio)
- tavolette in scala 1:25.000 contraddistinte dal punto cardinale cui si
riferiscono (4 per ogni quadrante)
suddivisione
in fogli

suddivisione
dei fogli

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Le tavolette I.G.M. (dall’uso per il rilievo della tavoletta pretoriana) sono la
base cartografica di TUTTE le carte topografiche escursionistiche (es.
Kompass e Tabacco).

tavoletta I.G.M.

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COORDINATE

Per determinare la posizione di un qualsiasi punto sulla superficie terrestre


sono stati introdotti due sistemi fondamentali di coordinate, le coordinate
geografiche (angolari) e le coordinate piane o U.T.M. (metriche).
Le coordinate geografiche di un punto vengono definite dalla latitudine
nord o sud (φ) e dalla longitudine est o ovest (λ) che vengono misurate in
gradi a partire, rispettivamente, dall’equatore e dal meridiano
fondamentale di Greenwich (mondiale) o di Monte Mario a Roma (Italia).

Le coordinate piane o U.T.M.


(rappresentazione Universale
Trasversa di Mercatore) di un
punto vengono definite mediante la
coordinata Nord e la coordinata
Est che vengono misurate in metri
a partire, rispettivamente,
dall’equatore e dal meridiano
fondamentale di ogni paese (per
l’Italia Monte Mario a Roma). Sulle
carte è allo scopo riportato il
reticolato chilometrico (1 km di
lato) che permette la lettura
diretta delle coordinate U.T.M. e
un’immediata percezione delle
distanze.

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LE CARTE ESCURSIONISTICHE

Orientamento
Per convenzione tutte le carte (e quindi
anche quelle escursionistiche) vengono
stampate con il NORD verso l’alto così come
tutta la TOPONOMASTICA (le scritte).

N.B. alcune carte (casi rari) non hanno il nord


in alto; per prima cosa occorre quindi
verificare la posizione del nord sulla carta che
si sta utilizzando.

La scala
La carta è una rappresentazione grafica ridotta della realtà; il fattore di
riduzione fra la realtà e la carta è indicato dalla SCALA.
Esistono due tipi di scala, quella numerica e quella grafica.

La scala numerica (dato fondamentale riportato su tutte le carte) è una


frazione il cui numeratore è sempre 1 e indica 1 centimetro sulla carta,
mentre il denominatore varia e indica quanti centimetri corrispondono
nella realtà.
Esempi:
1:10.000 1 cm sulla carta = 10.000 cm nella realtà (100 m)
1:25.000 1 cm sulla carta = 25.000 cm nella realtà (250 m)
1:50.000 1 cm sulla carta = 50.000 cm nella realtà (500 m)

Per ottenere la distanza orizzontale tra due punti occorre misurare la


distanza sulla carta (in centimetri) e moltiplicarla per il denominatore della
scala; il risultato è in centimetri, per trasformarlo in metri basta togliere due
zeri.
Esempio:
scala 1:25.000
distanza su carta: 3 cm
distanza orizzontale: 3 x 25.000 = 75.000 cm = 750 m

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La scala grafica è rappresentata da un tratto graduato (coordinatometro)
che indica la corrispondenza tra distanza sulla carta e distanza sul terreno.

Per ottenere la distanza orizzontale tra due punti occorre rilevare la


distanza sulla carta (ad es. con l’utilizzo di un pezzetto di carta) e riportarla
sul coordinatometro leggendo direttamente sul righello graduato la distanza
effettiva.

Oggi alcune carte Tabacco utilizzano un’utile


confezione trasparente munita di coordinatometro
da sovrapporre direttamente alla carta.

Per l’escursionismo le scale più usate sono la


1:25.000 e la 1:50.000, quest’ultima offre minori
dettagli, ma dà una visione più ampia del territorio.

Le carte Tabacco, le più recenti carte


Kompass, ma soprattutto le carte edite
dalle Sezioni Vicentine del C.A.I.
riportano – come per le carte I.G.M. – il
reticolato chilometrico U.T.M.
(quadrettatura di 1km di lato) molto
utile per le operazioni con la bussola,
per la lettura delle coordinate
(indispensabili per l’uso del G.P.S.) e
che danno un’immediata percezione
delle distanze.

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La legenda
La parte più importante della carta topografica è senz’altro la legenda, dove
sono riportati oltre alla scala numerica e grafica anche tutti i segni
convenzionali (simboli e colori) che rappresentano la realtà, con la relativa
spiegazione.

legenda carta Tabacco

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Curve di livello e punti quotati
Nelle carte topografiche i rilievi sono rappresentati con l’utilizzo di sfumature
e tratteggi, ma soprattutto con le curve di livello o isoipse.
Si tratta di linee immaginarie che uniscono tutti i punti situati alla stessa
quota s.l.m.

Fondamentale è ricercare nella


legenda della carta il dato relativo
all’equidistanza tra le curve di
livello, ossia la differenza di
quota (o dislivello) tra due curve
(attenzione: dislivello e non
distanza).
Normalmente (ma non sempre)
l’equidistanza corrisponde ad un
millesimo della scala (es.
1:25.000 equidistanza 25 m).
Le curve di livello si distinguono in:
- curve direttrici: una ogni cinque,
segnata in tratto più marcato;
- curve intermedie: segnate in
tratto più sottile;
- curve ausiliarie: usate solamente quando particolari condizioni del terreno
non consentono un’esatta rappresentazione (es. terreno troppo piatto,
cucuzzolo, brusche variazioni di pendenza, ecc.)
I numeri riportati sulle carte rappresentano le quote altimetriche s.l.m. di
punti di particolare interesse e facilmente riconoscibili sul terreno, quali ad
esempio:

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Punti Trigonometrici: rappresentati con un triangolo con il vertice in alto.
Sono punti appartenenti alla rete di triangolazione nazionale, di
fondamentale importanza per la realizzazione delle carte (es. Cima Palon).

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Punti topografici: rappresentati con un triangolo con il vertice in basso.
Sono punti di interesse catastale o militare, sempre ben visibili sul terreno
(cima, campanile, torre, grande masso, ecc.).

Distanza reale e pendenza


Con l’ausilio della scala numerica o grafica è possibile misurare le distanze
sulla carta. Tali distanze si definiscono orizzontali o planimetriche in quanto
non tengono conto dei rilievi.
Per conoscere la distanza reale da percorrere è possibile ricorrere a due
metodi:
Metodo matematico: è il più preciso e
consiste nell’applicazione del Teorema
di Pitagora ad un triangolo rettangolo
immaginario avente come base la
distanza orizzontale, come altezza il
pendenza dislivello e come ipotenusa la
100% distanza reale cercata.
Metodo grafico: consiste nel
disegnare concretamente il triangolo
rettangolo avente come base la
distanza orizzontale e come altezza il
dislivello e nel misurare l’ipotenusa,
ossia la distanza reale cercata.

La pendenza di un sentiero è data dal


rapporto tra il dislivello e la distanza
orizzontale e si indica in percentuale.
Concettualmente indica di quanti
metri si sale ogni 100 metri di
distanza orizzontale percorsi. Si noti che la pendenza del 100% non
significa la verticale, ma 100 m di dislivello ogni 100 m di distanza (vedi figura
sopra).

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ORIENTAMENTO

Magnetismo terrestre
La natura e l’origine del campo magnetico terrestre non sono tuttora
sicuramente noti; secondo la teoria più accreditata il magnetismo sarebbe
dovuto ad un circuito elettrico generato dai movimenti della parte fluida del
nucleo terrestre e indotto dalla rotazione della Terra.

Poli magnetici, poli geografici e declinazione magnetica


I punti in cui la direzione del campo magnetico incontra la superficie
terrestre sono detti poli magnetici.
I punti in cui l’asse di rotazione incontra la superficie terrestre sono detti poli
geografici, dove convergono i meridiani.
Quello indicato dalla punta di un ago calamitato è il Nord magnetico e non
il Nord geografico; lo scostamento tra il Nord magnetico e il Nord geografico
è detto declinazione magnetica e varia da luogo a luogo e, nello stesso
luogo, varia anche con il trascorrere del tempo.
In Italia la declinazione magnetica non supera i 2° ovest e risulta quindi
irrilevante ai fini dell’orientamento con la bussola.
La declinazione magnetica va invece tenuta in seria considerazione per
rilevamenti di precisione, spedizioni extraeuropee e orientamento su grandi
distanze (es. deserti).

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I punti cardinali
Per convenzione i punti cardinali sono quattro:

Nord o Settentrione o Tramontana N


Est o Levante o Oriente E
Sud o Meridione o Mezzogiorno S
Ovest o Ponente o Occidente O/W (da West)

Inoltre l’orizzonte si suddivide ancora in:


Nord-Est o Greco NE
Sud-Est o Scirocco SE
Sud-Ovest o Libeccio SO
Nord-Ovest o Maestrale NO

Ogni tratto compreso tra due punti cardinali si chiama quadrante e


precisamente:
I° quadrante tra N e E
II° quadrante tra E e S
III° quadrante tra S e O
IV° quadrante tra O e N

Il grafico che rappresenta i punti cardinali e le sue


IV° I°
suddivisioni è chiamato “rosa dei venti”. Nel
nostro emisfero (boreale) volgendo le spalle al
sole di mezzodì si ha di fronte il N, a destra l’E,
dietro il S e a sinistra l’O.
L’orientamento (o esposizione) di versanti, pareti,
creste, canaloni, ecc. è sempre riferito al punto
III° II° cardinale che ha alle spalle colui che li percorre
in salita.
Es. una parete esposta a Sud-Est significa che chi la risale volge le spalle
a SE e procede in direzione NO.

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Orientamento con il sole
Per individuare la direzione del Nord senza l’ausilio
della bussola, è possibile utilizzare il metodo
dell’orologio (ora solare).

- si punta la lancetta delle ore verso il sole: sono


le ore 10.00 (ora solare);

- si divide l’ora per due e si ha l’ora nella cui


direzione si trova il Nord: 10/2 = ore 5.00.

La bussola
Lo strumento principe per l’orientamento in montagna è la bussola, il cui
funzionamento sfrutta il magnetismo terrestre per l’individuazione del Nord
(magnetico).
La bussola da escursionismo deve essere semplice, leggera e robusta. Si
consiglia una bussola da orienteering in plastica trasparente, economica e
utile ai nostri scopi, meglio se munita di specchio.

1 ago magnetico
2 capsula girevole con liquido antistatico
3 ghiera graduata
4 linee meridiane
5 freccia del nord
6 freccia di direzione
7 placca trasparente in resina acrilica
8 righello con scale 1:25.000 e 1:50.000

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USO DELLA BUSSOLA

Nell’uso della bussola vanno tenuti a mente alcuni concetti fondamentali:


1) è uno strumento che, da solo, indica solamente il nord nella direzione
del suo ago calamitato, da essa non possiamo aspettarci altro;
2) per l’orientamento va utilizzata assieme alla carta topografica della
zona, da sola non serve praticamente a nulla;

l’elemento che collega i due strumenti, bussola e carta, è il NORD, il quale


è indicato nella bussola dalla direzione dell’ago calamitato e nella carta è
sempre rivolto verso l’alto.

Altri due concetti devono sempre essere tenuti in considerazione nell’utilizzo


della bussola:
- La freccia del nord deve indicare SEMPRE il nord; pertanto o si allinea
con l’ago calamitato o si allinea con il nord della carta a seconda della
tecnica usata; non deve mai assumere altre posizioni;
- La freccia di direzione deve indicare SEMPRE la nostra direzione o il
particolare da individuare; non deve mai assumere altre posizioni.

Attenzione ai campi magnetici:


60 m da linee di alta tensione
20 m da veicoli
10 m da linee di bassa tensione
10 m da reticolati o masse metalliche
2-3 m da chiodi, martello, ecc.

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ORIENTAMENTO DELLA CARTA

1) Appoggiare la bussola (placca


in plastica) su un bordo
laterale della carta, meglio se
con la freccia del nord in alto
(nord della carta); l’ago
calamitato indica il nord
magnetico;

2) Ruotare carta e bussola


assieme finché l’ago
calamitato risulta parallelo al
bordo della carta e coincide
con la freccia del nord (se
precedentemente allineata)
N

Più rapidamente si può prima


individuare il nord con la
bussola e poi disporre la carta
con la parte superiore rivolta a
nord.

Si può infine evitare di


N appoggiare la bussola su un lato
della carta (se ad esempio la
porzione che interessa è al centro
della carta) e allinearla con il
nome di una località, che
sappiamo essere orientato a
nord.

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AZIMUT

La bussola d’orientamento a scopo civile


si basa sul sistema angolare
sessagesimale, cioè sulla misurazione
dell’angolo giro in 360° (l’orizzonte
tutt’intorno a noi) in senso orario.

Effettuare un rilevamento con la bussola significa misurare l’azimut (o


angolo di direzione, simbolo θ) tra noi e il punto rilevato, determinando
l’angolo (in gradi, in senso orario) che questa direzione ha rispetto alla
direzione del nord.

L’AZIMUT:
• é un angolo
• indica una direzione
• è riferito a un punto determinato

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AZIMUT RECIPROCO

L’azimut reciproco è un elemento di fondamentale importanza in


orientamento ed è alla base di molte tecniche:
Se 60° è l’azimut tra A e B, l’azimut reciproco è quello tra B ed A, che è
pari a 240°.

180°

Si noti che l’azimut reciproco è pari all’azimut principale + 180° (angolo


piatto). θBA = θAB + 180°
Se l’azimut principale è maggiore di 180°, l’azimut reciproco è - 180°
(angolo piatto). θBA = θAB - 180°
Come conseguenza se ci si sposta lungo una direzione definita da un
determinato azimut, seguendo a ritroso l’azimut reciproco torneremo al
punto di partenza (basta far coincidere la parte opposta dell’ago
magnetico con la freccia del nord).

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DALLA CARTA AL TERRENO

Questa tecnica serve per individuare sul terreno un particolare (cima,


forcella, rifugio, sentiero, ...) rappresentato sulla carta oppure per indicare
la direzione di marcia.

• non serve orientare la carta


• disporre la bussola sulla
carta col bordo lungo il
percorso da seguire o il
particolare da individuare
• freccia di direzione verso B

• girare la capsula con la


freccia del nord
allineata col nord della
carta (parte alta)

• prendere in mano la
bussola e ruotarla
finché l’ago magnetico
coincide con la freccia
del nord
• la freccia di direzione
indicherà la meta
cercata o la direzione
da seguire

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DAL TERRENO ALLA CARTA

Questa tecnica serve per individuare sulla carta un particolare (cima,


forcella, rifugio, sentiero, ...) visibile sul terreno, ma di cui non conosciamo
il nome.
• Sappiamo dove ci
troviamo: poco
sopra il Rif. Comici
in Val Fiscalina e
vediamo a sinistra
una forcella di cui
non conosciamo il
nome;
• Portare la bussola
all’altezza degli
occhi;
• Mirare la forcella
con la freccia di
direzione mante-
nendo la bussola in
piano;
• Girare la capsula
facendo coincidere
la freccia del nord
con l’ago;
• Senza spostare la
ghiera appoggiare
la bussola sulla
carta con uno dei
lati sul punto in cui
siamo;
• Girare tutta la
bussola (attenzio-
ne: non la ghiera!) finché la freccia del nord coincide con il nord della
carta;
• La freccia di direzione indicherà la forcella cercata (Forcella Giralba).

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COME “FARE IL PUNTO”

Questa “tecnica di autodeterminazione” serve a stabilire la nostra


posizione (fare il punto) ossia a dirci dove ci troviamo ed è perciò di
fondamentale importanza in orientamento.

Con l’ausilio di due punti noti e ben visibili:


• Non sappiamo dove ci troviamo esattamente;
• Vediamo intorno a noi due cime ben evidenti e riconoscibili: il Sasso
delle Nove e il Sasso delle Dieci fanno al caso nostro;
• Misuriamo l’azimut delle due cime: Sasso delle Nove 344°, Sasso delle
Dieci 289°;
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• Calcoliamo gli azimut reciproci: Sasso delle Nove 164° (344°-180°),
Sasso delle Dieci 109° (289°-180°);
• Tracciamo sulla carta gli azimut reciproci delle rispettive cime;
• Il punto d’incontro delle due linee è la nostra posizione.

Più semplicemente, anziché calcolare e tracciare gli azimut reciproci,


conviene tracciare ciascun azimut principale dalla parte opposta o, meglio
ancora, con la freccia del nord rivolta in basso.

Con l’ausilio di un solo punto noto ed il sentiero:


Se siamo sicuri di essere lungo un sentiero segnato, ma non sappiamo in
che punto, è sufficiente un solo punto noto: la nostra posizione è dove la
linea dell’azimut reciproco incontra il sentiero.

Con l’ausilio di un solo punto noto e dell’altimetro:


Se abbiamo l’altimetro e sappiamo a che quota siamo, anche se non
sappiamo dove, è sufficiente un solo punto noto: la nostra posizione è
dove la linea dell’azimut reciproco incontra la curva di livello
corrispondente alla quota nota.
ROTTA DI MARCIA

In caso di maltempo o scarsa visibilità, oppure di sentiero mal tracciato o


scomparso, è possibile seguire una “rotta di marcia” per portarsi a valle o
in luogo sicuro (malga, rifugio, ecc.) come nell’esempio seguente:

• è necessario cono-
scere la nostra
posizione (even-
tualmente “fare il
punto”);

• da quota 2.188 m
decido di raggiun-
gere il Lago
Iuribrutto mante-
nendomi in quota e
da qui seguire il
Rio Iuribrutto fino
alla Malga Iuri-
brutto;

• misuro sulla carta


gli azimut dei tratti
della rotta di
marcia:

q. 2.188 m – Lago Iuribrutto azimut 284°


Lago Iuribrutto – q. 2.084 m azimut 182°
q. 2.084 m – bivio azimut 140°
bivio – Malga Iuribrutto azimut 66°

• con bussola alla mano si seguono i tratti della rotta di marcia proseguendo
con “marcia all’azimut” raggiungendo Malga Iuribrutto.

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MARCIA ALL’AZIMUT

Per seguire la rotta di marcia proseguendo con “marcia all’azimut” si deve


adottare il seguente sistema:

• l’azimut da
rifugi seguire (misurato
massi sulla carta) tra il
punto A (la nostra
pino posizione) e il
punto B (rifugio) è
30°;

• impostare sulla
ghiera della busso-
la l’azimut 30°;

• orientare la
bussola: la freccia
di direzione indica
la direzione da
seguire verso B;

• cerchiamo un particolare che si trovi su tale direzione, ad esempio un


pino ben evidente, e lo raggiungiamo senza preoccuparci di guardare la
bussola, quindi scegliendo la via più facile, non necessariamente
l’allineamento;

• una volta raggiunto il primo particolare (pino) si orienta nuovamente la


bussola e si cerca un altro particolare (es. dei grandi massi) e così via
fino a raggiungere il punto B (rifugio);

• in mancanza di punti particolari ben visibili è possibile mandare avanti un


compagno facendolo fermare in un punto lungo la direzione da seguire,
quindi raggiungerlo e ripetere l’operazione fino all’arrivo.

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VARIAZIONE DI ROTTA

Nel caso ci sia la necessità di superare degli ostacoli che ci impediscono di


vedere un particolare utile per la marcia all’azimut, saremo costretti ad
effettuare delle variazioni di rotta seguendo direzioni perpendicolari (+/-
90°) e contando i passi (meglio i doppi passi) della deviazione, come in
esempio:

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SCHIZZO DI ROTTA

Per evitare di perdersi in montagna è sempre opportuno pianificare


l’escursione da casa preparando lo schizzo di rotta da seguire durante il
percorso.

• sulla carta si tracciano le rette congiungenti i punti principali;


• si rilavano le quote dei punti;
• si misurano distanze ed azimut tra i punti;
• si calcolano i dislivelli tra i punti;
• si stimano i tempi di percorrenza (in media 300 m all’ora).

Sul posto ad ogni punto va verificato l’azimut della direzione da seguire.

SCHIZZO DI ROTTA
DATA .../.../2008
GRUPPO MONTUOSO CIMA D’ASTA
LOCALITA’ MALGA SORGASSA – RIF. BRENTARI

N. DESCRIZIONE QUOTA DIST. DISLIV. AZIMUT AZIMUT TEMPO NOTE


m s.l.m. m m RECIPR. h
1 Malga Sorgassa 1.450
1.375 80 345° 165° 0.20 seguire strada
2 ponte sul Grigno 1.530
1.250 117 325 145° 0.20 seguire strada
3 bivio teleferica 1.647
1.750 435 15° 195° 1.15 dx orog. torrente
4 incrocio 327-326 2.082
500 49 65° 245° 0.10 in quota
5 incrocio 326-327b 2.131
625 119 135° 315° 0.20
6 curva a gomito 2.250
1.000 226 10° 190° 0.45 si incrocia il 327
7 Rif. Brentari 2.476
TOTALI 6.500 1.026 3.10

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7

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L’ALTIMETRO

L’altimetro è uno strumento importante in montagna perché indica la


quota cui ci si trova e permette così di sapere qual è il dislivello ancora da
superare per raggiungere la meta.

altimetro meccanico altimetro digitale

Questo strumento è in pratica un barometro con l’aggiunta di una scala


altimetrica e fornisce indicazioni basate sulla pressione atmosferica,
basandosi sul principio che “la pressione diminuisce con l’aumentare
dell’altezza”
La pressione atmosferica di riferimento è l’atmosfera (simbolo atm) ossia la
pressione esercitata al livello del mare all’altezza del 45° parallelo ed
alla temperatura di 0° su una colonna di mercurio alta 760 mm con base
di 1 cm2. Un’altra unità di misura molto usata, soprattutto in meteorologia, è il
millibar (simbolo mbar).
Tabella di corrispondenza
Quota Pressione Pressione Pressione
m s.l.m. atm mmHg (Torr) mbar
0 1,00 760 1.013
200 0,98 742 989
500 0,94 716 954
1.000 0,89 674 898
1.500 0,84 635 846
2.000 0,79 598 797
3.000 0,69 525 700
4000 0,61 460 613
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Poiché abbiamo visto che “la pressione diminuisce con l’aumentare
dell’altezza” se restando fermi (ad esempio in rifugio) si osserva ad
esempio che al mattino l’altimetro indica 60 m in meno di quanto segnava
alla sera, non si è abbassato il rifugio, ma si è alzata la pressione (di
circa 48 mbar)!

Previsioni:
• il barometro sale lento e costante tempo bello e duraturo
• il barometro sale rapidamente miglioramento temporaneo
• il barometro sale irregolarmente tempo instabile e ventoso
• il barometro scende lento e costante forte peggioramento in 24-48 h
• il barometro scende rapido
specie al mattino peggioramento entro 12-24 h
• il barometro scende rapidissimo
specie in estate temporale rapido e forte

CONCLUSIONI

Nonostante tutte le tecniche e gli accorgimenti illustrati, in montagna può


capitare che si perda il sentiero o l’orientamento.
Appena si ha l’impressione di aver perso la traccia è indispensabile
fermarsi; continuare a camminare nella speranza di ritrovarla sarebbe un
grave errore.
Innanzitutto bisogna mantenere la calma e armarsi di pazienza.
Se si è in gruppo si resta fermi mentre solo una o due persone cercano
nei dintorni un segnavia o un punto noto o tracce evidenti di sentiero,
tornando sempre dagli escursionisti rimasti fermi che potranno farsi
individuare con la voce.
Se si è da soli (cosa mai consigliabile) bisogna ritornare sui propri passi
e individuare l’ultimo segnavia o punto noto e da questo provare ad orientarsi,
senza allontanarsi troppo da questo perché si rischierebbe di non ritrovarlo.

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