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SOTTOSEZIONE BOLZANETO
PREMESSA
Pag. 5
PARTE PRIMA
Pag. 7
Pag. 8
Pag. 9
Pag. 13
PARTE SECONDA
Pag. 15
Articolo 4 - Corda
Pag. 17
Articolo 5 - Freni
Pag. 24
Pag. 29
Articolo 7 - Ancoraggi
Pag. 34
Pag. 40
Pag. 45
Articolo 10 - Imbragature
Pag. 50
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
La catena di sicurezza
Pag. 55
Pag. 2
ALPINISMO E RISCHIO
come la pensano i grandi
Bonington.
Reinhold Messner.
Walter Bonatti.
La catena di sicurezza
Pag. 3
Rebuffat.
La catena di sicurezza
Pag. 4
Qualunque sia la nostra concezione dellalpinismo e dei rischi che questo comporta, non
possiamo fare a meno di vivere le nostre avventure servendoci di determinati materiali
che ci consentono non solo di scalare una montagna, ma anche di farlo in sicurezza.
Nessuno che voglia praticare alpinismo pu fare a meno di certe attrezzature che sono
indispensabili per provare il gusto della conquista in totale libert.
Ecco perch cos importante disporre di unadeguata attrezzatura da utilizzare
correttamente in modo da annullare o comunque ridurre i rischi derivanti da qualsiasi
imprevisto possa capitare, quale per esempio una caduta.
Con il tempo tali attrezzature sono state sempre pi affinate fino a costituire gli
elementi essenziali di quella che oggi si chiama la catena di sicurezza.
Mentre si arrampica, si talmente concentrati sulla via e sulla vetta da raggiungere che
non si ha il tempo di pensare ad eventuali imprevisti.
Ma pu capitare che un piede scivoli o un appiglio si stacchi dalla parete, e allora facile
perdere lequilibrio e, nella caduta che ne consegue, trovarsi soggetti alla dura legge di
gravit.
A questo punto (per fortuna) entra in gioco la catena di sicurezza che impedisce che si
verifichino danni a chi cade, a chi assicura e ai materiali utilizzati o, per lo meno, riduce
al minimo le conseguenze dannose della caduta stessa.
La catena di sicurezza, infatti, ha la funzione specifica di contrastare gli effetti della
forza di gravit, frenando la caduta fino ad arrestarla.
Per pura curiosit, nello schema seguente si ricordano alcune date importanti nella storia
dellalpinismo relative allintroduzione dei materiali che costituiscono la catena di
sicurezza.
E interessante notare come lo studio dal punto di vista scientifico e quindi le prove
sperimentali siano avvenuti in anni successivi allintroduzione dei materiali stessi.
La catena di sicurezza
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A titolo di esempio, il moschettone, introdotto nel 1912, divenuto oggetto di studi solo
a partire dal 1962 (ben 50 anni dopo!).
1900
Pedula-Ramponi
1909
1910
1912
1920
Chiodo
Discesa in corda doppia
Moschettone
Assicurazione a spalla
1924
1929
1931
1932
Chiodo da ghiaccio
Ramponi a 12 punte
Nodo prusik
Arrampicata artificiale
1935
1941
1945
La catena di sicurezza
Pag. 6
Nella prima parte della presente relazione ci si sofferma sulla dinamica della caduta e sui
principi che intervengono in essa: forza di arresto, decelerazione, etc. (articolo 1).
La caduta (e relativi principi) viene esaminata in due distinte situazioni: la caduta a corda
bloccata e la caduta con assicurazione dinamica (articolo 2 e 3).
Unit di misura
Nei presenti appunti verranno utilizzate le unit di misura del Sistema Internazionale
SI:
N (Newton) per le forze.
1 Newton la forza che applicata alla massa di un Kg, le imprime laccelerazione di 1
m/s2
daN (deca Newton) 1 daN = 10 N
kN (chilo Newton) 1 kN = 1000 N
kg (chilogrammo) per le masse.
m/s2 (metri al secondo quadrato) per le accelerazioni
Per semplicit e per avere unordine di grandezza, si pu considerare che 1 daN sia uguale
a circa 1 Kg peso (unit di misura non pi in uso - vietata per legge) per cui ad esempio i
1200 daN, citati nel testo , corrispondono circa a 1200 kg peso.
La catena di sicurezza
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La catena di sicurezza
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Tutti gli studi e le ricerche sui materiali sono stati condotti nella situazione limite della
corda bloccata per studiare il loro comportamento nelle peggiori condizioni di impiego.
Tale ipotesi estremamente rara nellarrampicata perch normalmente vengono utilizzati
i freni che consentono unassicurazione dinamica. Lunico esempio di corda bloccata che
pu capitare nellarrampicata si ha quando la corda si impiglia in uno spuntone o in una
fessura, o rimane bloccata in sosta.
In questo articolo si vogliono esaminare gli effetti di una caduta nellipotesi in cui la
corda sia bloccata per capire meglio i fenomeni che intervengono nella caduta e nel
relativo arresto.
Nellipotesi in esame, lunico elemento che assorbe lenergia della caduta e che pu
ridurre la forza di arresto la corda grazie alla sua deformazione elastica
(allungamento).
Pi lunga la corda interessata alla caduta e maggiore la sua capacit di deformarsi. Ad
esempio, se una corda da 1 m soggetta ad un carico di 80 kg si allunga di 8 cm, una corda
da 50 m soggetta allo stesso carico di 80 kg si allungher di 4 m.
Il rapporto tra laltezza di caduta e la lunghezza della corda interessata al volo si chiama
fattore di caduta.
Il calcolo di tale fattore varia a seconda della presenza o meno di rinvii, come nei tre
esempi sotto riportati.
Si vedr nel seguito (vedi calcolo della forza di arresto Fa) che ai fini di ridurre la forza
di arresto si deve ridurre il fattore di caduta Fc.
La catena di sicurezza
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Il terzo esempio riguarda lipotesi in cui sono stati inseriti dei rinvii: si pu notare che in
questo caso il fattore di caduta si riduce.
La catena di sicurezza
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della presenza del freno: essa presuppone infatti la corda bloccata in sosta
dellattrito che si genera a causa dello strisciamento sulla roccia del sistema cordaarrampicatore
dellattrito che si genera a causa del passaggio a zig-zag nei diversi rinvii che
precedono lultimo
Assumendo che una forza F applicata ad una corda di lunghezza l e avente coefficiente di
elasticit k determini un allungamento temporaneo X pari a:
X = F.k.l
Utilizzando il principio della conservazione dellenergia nel sistema corda-alpinista dal
momento t=0 appena prima della caduta fino al momento in cui la velocit di caduta
diventa pari a zero (cio nel momento in cui viene arrestata la caduta).
Indicando con:
Fa la forza di arresto
k il coefficiente di elasticit della corda
m la massa dellalpinista
g laccelerazione di gravit pari a 9,81 m/s2
h laltezza della caduta prima che la corda inizi ad allungarsi
l la lunghezza della corda interessata al volo
f c il fattore di caduta pari a fc = h/l
xm il massimo allungamento subito dalla corda.
Il sistema corda-alpinista perde, a seguito della caduta, lenergia potenziale:
Ep = m.g.(h + xm)
Il sistema acquista energia sotto forma di tensione nella corda pari a:
xm
xm
F dx = (1/k.l).x dx = (1/k.l).xm2.
La catena di sicurezza
Pag. 11
Fa .k.l si ha:
Fa sia ha:
__________________
_________________
Fa = [1 +
Il valore del rapporto 1/k dipende dal tipo di corda, in generale si pu assumere pari a
2700.
La formula precedente utile per capire le correlazioni fra i diversi fattori.
In particolare si nota che la forza di arresto (Fa) influenzata dalla massa (m)
dellalpinista, dal fattore di caduta (Fc) e dallelasticit della corda (k), in particolare la
forza Fa aumenta allaumentare di m, di Fc e del rapporto 1/k.
Esempio di calcolo della forza di arresto per mezzo della formula teorica:
h = 20 m
l = 10 m
Quindi Fc = h/l = 2
M = 80 kg
1/k = 2700
Si ha:
___________________
Fa = [1 +
La catena di sicurezza
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Il tipo di freno incide sul valore della forza di arresto; infatti, a parit di condizioni,
a seconda del tipo di freno si generano forze diverse.
Nel mezzo barcaiolo, ad esempio, la forza frenante varia considerevolmente a
seconda dellangolo della corda rispetto al freno e della forza con cui la si trattiene.
Si passa da valori di 300 daN se si tiene con forza debole e la corda aperta
(trazione verso lalto corda trattenuta verso il basso), fino a valori di 600/700
daN se si tiene con forza massima e si alza il braccio che blocca (trazione verso
lalto corda tenuta verso lalto).
Come si vede, il mezzo barcaiolo usato nella seconda maniera descritta pu portare a
dei valori della forza frenante paragonabili a quelli della corda bloccata, e quindi
eccessivi.
A titolo indicativo si riportano i valori delle forze rilevate in funzione del tipo di
freno utilizzato nel corso di prove effettuate dalla Commissione Materiali e
Tecniche del CAI:
La catena di sicurezza
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Il freno potrebbe essere visto come un moltiplicatore della forza della mano, un po
come il servofreno dellautomobile.
3) Un altro fattore che influisce sulla forza generata dal freno il tipo di corda: ad
esempio, migliore la scorrevolezza della corda e minore sar la forza
sullancoraggio, ma pi difficoltosa sar la frenata per la maggiore lunghezza di corda
che scorre nel freno (si rinvia allarticolo 4, relativo alla corda, per un
approfondimento).
Anche il diametro della corda pu influire perch corde pi sottili sono pi difficili da
impugnare con conseguente riduzione dellazione e della forza della mano.
Nel caso in esame di assicurazione dinamica, laltezza di caduta non interviene sul valore
della forza al freno ma sulla lunghezza di corda che scorre nel freno e cio ad una
maggiore altezza di caduta corrisponde una maggiore lunghezza di corda che scorre nel
freno.
Nelle cadute forti (= con rilevanti altezze di caduta), in cui i valori tipici della forza di
arresto dei freni possono essere ampiamente superati, si verifica uno scorrimento
notevole della corda con il rischio di far scottare la mano di chi assicura e quindi di fargli
lasciare la presa della corda con ovvie conseguenze.
Con il GRIGRI si elimina questo rischio ma il bloccaggio repentino della corda pu portare
a forze di arresto molto alte, simili a quelle che si hanno con corda bloccata, e pertanto
si possono avere eccessive sollecitazioni sia sullalpinista sia sugli ancoraggi.
Non ci sono invece problemi ad usare il GRIGRI nellarrampicata su vie attrezzate in
falesia dove la resistenza minima degli ancoraggi (prevista dalle norme) di 2500 daN e
dove vi sono numerosi rinvii intermedi, che contribuiscono alla riduzione della zona di
arresto.
Per tale motivo, in montagna su grandi vie di roccia e su ghiaccio, se gli ancoraggi sono
improvvisati e probabilmente di resistenza inferiore a quella prevista dalle norme, luso
del GRIGRI sconsigliato.
In conclusione, un buon freno dovr realizzare un compromesso tra le precedenti
condizioni cio basso valore della forza di arresto ma anche scorrimenti limitati.
Il freno ideale dovrebbe permettere uno scorrimento non superiore a 50-70 cm.
In alpinismo il freno mezzo barcaiolo soddisfa pienamente queste esigenze ma in
determinate condizioni (uso di mezze corde, corde ghiacciate, uso di guanti, etc.) altri
tipi di freno quali otto, tubo, etc. possono dare prestazioni anche migliori del mezzo
barcaiolo (per esempio in caso di due mezze corde il tubo fornisce prestazioni migliori,
come evidenziato nelle prove sperimentali di cui allArt. 6 della presente relazione).
La catena di sicurezza
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La seconda parte della presente relazione dedicata alla descrizione pi dettagliata dei
singoli elementi che compongono la catena di sicurezza, con cenni alle loro
caratteristiche tecniche e alla loro disponibilit sul mercato.
Tali elementi sono:
v Corda
v Freni
v Ancoraggi
v Moschettoni e rinvii
v Fettucce e cordini
v Imbragatura
Da quanto esposto nella prima parte della presente relazione, chiaro che la corda e i
freni sono gli elementi principali della catena di sicurezza, destinati alla funzione
essenziale di assorbire lenergia di caduta.
Gli altri elementi sono componenti rigidi che non contribuiscono alla dissipazione
dellenergia provocata dalla caduta; essi hanno principalmente la funzione di permettere
lo scorrimento della corda e di vincolarla in modo sicuro alla parete, o di ripartire la
forza di arresto sullalpinista.
Pertanto gli altri elementi della catena di sicurezza sono caratterizzati da resistenza a
trazione e non da forze di arresto.
Tutti i materiali che compongono la catena di sicurezza sono oggetto di una precisa
regolamentazione normativa che stabilisce la resistenza degli stessi, gli elementi di
funzionalit e le condizioni di prova.
Di conseguenza, tutti i prodotti per lalpinismo, per poter essere venduti sul mercato
europeo, devono obbligatoriamente corrispondere alle norme EN (European Norms) ed
avere il corrispondente marchio CE della Comunit Europea.
In passato per tali prodotti era sufficiente il marchio UIAA (Unione Internazionale delle
Associazioni di Alpinismo). In sostanza comunque le vecchie norme UIAA (a parte piccole
eccezioni) sono state integralmente recepite dalle norme europee quindi in generale un
materiale marcato CE sostanzialmente equivalente allanalogo precedentemente
marchiato UIAA.
La catena di sicurezza
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La catena di sicurezza
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La catena di sicurezza
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a rottura per
trazione cio la massima forza di trazione (statica) che porta alla rottura della corda.
Come ordine di grandezza, il carico di rottura a trazione (resistenza statica) di una corda
intera si pu assumere intorno a 1900 2000 daN.
Poich nel caso dellassicurazione dinamica, non pi la corda che assorbe lenergia di
caduta ma il freno, perde un po di importanza la forza di arresto che trasmette la corda;
resta comunque preferibile che la corda abbia una forza di arresto bassa.
Visto che lenergia della caduta trasformata dal freno in energia di calore per attrito,
laccoppiamento tipo di freno/tipo di corda determina anche la forza di arresto.
In altre parole, se un freno ha una frenata meno forte, per dissipare comunque la
stessa energia, la corda dovr scorrere di pi; in questo caso si avr un basso valore della
forza sullancoraggio o sullalpinista ma, per contro, una maggiore difficolt di frenata a
causa della maggiore lunghezza di corda che scorre nel freno.
Analogamente utilizzando un freno pi forte si avr una migliore facilit di tenuta della
caduta da parte di chi assicura ma, per contro, forze superiori graveranno sugli ancoraggi
o sullalpinista.
Si intuisce, quindi, che un altro fattore importante la scorrevolezza della corda:
migliore la scorrevolezza e minore sar la forza sullancoraggio ma pi difficoltosa sar
lazione di frenata da parte di chi assicura (con rischio di bruciature alle mani).
Le caratteristiche della corda che influenzano la forza messa in gioco dal freno sono
quindi la flessibilit e la scorrevolezza superficiale.
La situazione descritta di seguito pu essere esemplificativa.
Quando lalpinista cade, ad un certo punto della caduta mette in tensione la corda e
quindi inizia ad aumentare il valore della forza sul freno. Quando tale forza supera un
certo valore, caratteristico dellaccoppiamento freno/corda, la corda inizia a scorrere
nel freno e la forza a questo punto si mantiene pressoch costante fino allarresto
graduale della caduta. Ovviamente nel processo interviene anche lassicuratore che,
esercitando una certa forza (20-30 kg) per frenare la corsa della corda, modula il valore
della forza di arresto.
La catena di sicurezza
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scorre
nel
freno
sostituisce
ampiamente
leffetto
Scorrimento della calza: Lanima e la calza della corda (come si spiega meglio
pi sotto) sono due elementi indipendenti che tendono a separarsi e a scorrere luna
rispetto allaltra, se la costruzione non stata accuratamente studiata. La calza
quindi si deforma poco a poco sotto leffetto ad esempio del discensore, creando una
zona molle attorno allanima e dei punti di rigonfiamento effetto calzino. Questo
fenomeno comporta unusura pi rapida e anche rischi di bloccaggio nel discensore o
nel freno.
E lunica caratteristica per cui la norma europea e la
norma UIAA non hanno gli stessi requisiti. Dopo il
passaggio di due metri di corda attraverso un
apparecchio che la comprime, la norma europea
richiede che lo scorrimento della calza sia inferiore
a 40 mm, ossia il 2%. La norma UIAA, pi severa,
impone un valore inferiore a 20 mm, ossia l1%.
La catena di sicurezza
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g/m
70,0
49,2
20,8
Peso unitario
%
100,0
70,3
29,7
(1897)
70,5
29,5
Dalle prove eseguite con lapparecchio Dodero, utilizzato normalmente per la verifica
delle caratteristiche di resistenza dinamica delle corde richieste dalle norme EN o
UIAA, emerso ancor pi chiaramente quanto sia determinante il contributo della
camicia ai fini delle prestazioni globali della corda.
Nello schema successivo rappresentato lapparecchio Dodero.
La catena di sicurezza
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Il test Dodero stato eseguito su uno spezzone di corda cui era stata tagliata la camicia
in posizione allincirca centrale.
Dal loro esame appare evidente come, a fronte di una riduzione peraltro modesta della
forza di arresto (senza il contributo della camicia, la corda diventa pi deformabile), la
resistenza dinamica crolli vertiginosamente, passando dalle 8-9 cadute sopportate dalla
corda integra ad una sola caduta sopportata dalla corda con camicia tagliata.
Dai risultati ottenuti, emerge quindi chiaramente quanto sia importante il ruolo svolto
dalla camicia.
In conclusione, qualsiasi indebolimento della camicia, vuoi per abrasioni superficiali
(dovute allo sfregamento della corda sulla roccia, alluso di discensori, allimpiego della
corda in moulinette, agli eventuali voli, etc.), per micro-stress da polvere o sporcizia,
oppure per effetto della componente UV della luce solare (degradazione fotochimica) pu
compromettere, a seconda della sua gravit, anche seriamente le prestazioni dinamiche
della corda, abbassandone le garanzie di tenuta in caso di caduta.
La catena di sicurezza
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decade vistosamente specialmente per le corde bagnate (siano esse nuove o usate,
dry e non) mentre per le corde ghiacciate il decadimento pi contenuto. In
particolare:
Corda bagnata
- nel caso di corda nuova, si passa dalle 8 o pi cadute in condizioni normali alle 23 cadute con corda bagnata.
- nel caso di corda usata il fenomeno ancora pi allarmante, si passa infatti dalle
4 cadute in condizioni normali ad 1-2 cadute con corda bagnata. Con luso di
corde vecchie e bagnate il margine di sicurezza si riduce quindi pericolosamente.
Corda ghiacciata
- nel caso di corda nuova, si passa dalle 8 o pi cadute in condizioni normali alle 45 cadute con corda ghiacciata.
- nel caso di corda usata si passa dalle 4 cadute in condizioni normali a 3 cadute
con corda ghiacciata. Si noti come la riduzione nel numero di cadute della corda
usata non cos preoccupante come nel caso di corda bagnata.
Il deleterio effetto dellacqua sulle prestazioni dinamiche delle corde si manifesta
anche per tempi di imbibizione relativamente brevi e persino seppur con
decadimento pi contenuto per effetto di una semplice spruzzata sotto la doccia.
Tale comportamento indesiderato permane fintanto che la corda imbevuta dacqua,
ma dopo lessiccamento (purch eseguito in luogo fresco, ventilato e al riparo dalla
La catena di sicurezza
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Diversi sono i fattori che possono portare al degrado delle qualit di una corda:
invecchiamento naturale: la corda perde il 5-10% del carico di rottura a trazione
dopo il primo anno; in seguito il decadimento pu continuare in tale percentuale o in
misura minore a seconda delluso
invecchiamento fisico: dovuto a calpestio, intrusione di microcristalli (polvere o
sporcizia), abrasioni per sfregamenti sulle rocce, raggi ultravioletti, uso di
discensori, assicurazione a moulinette, effetto nodi (alle estremit), acqua piovana
invecchiamento chimico: dovuto alluso di sostanze chimiche (acidi, carburanti, olii,
detersivi, etc.), nastri adesivi, vernici. Anche luso di inchiostri comuni per segnare ad
esempio la mezzeria della corda possono danneggiare la corda stessa (esistono in
commercio inchiostri specifici per tale scopo).
invecchiamento biologico: dovuto a muffe e batteri.
La catena di sicurezza
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freni autobloccanti
freni non autobloccanti.
Freni autobloccanti
GRIGRI
Single rope controller
YO-YO
Ecco alcune schede che aiutano a conoscere meglio i diversi freni autobloccanti:
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CONTRO
Richiede esperienza
Peso elevato
NOTE
Ottimo per lavori in
discensore-bloccante.
Difficolt in calata
parete
come
Costo elevato
Non utilizzabile con due
mezze corde
Single
rope
efficace che costituisce assieme allo Yo-Yo unalternativa valida ed economica al GRIGRI.
Semplicit duso
Leggerezza
CONTRO
Richiede un moschettone
a base larga (HMS), non
utilizzabile con i
moschettoni da rinvio
Non facile dare corda
al compagno
Non utilizzabile con due
mezze corde
NOTE
Adatto soprattutto per lassicurazione
in moulinette. Rispetto al GRIGRI
presenta maggiore semplicit duso e
minor velocit di calata. Attenzione
alla differente frenata con corde e
moschettoni diversi.
La catena di sicurezza
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YO-YO
A FAVORE
Semplicit duso
Leggerezza
Costo non elevato
CONTRO
Richiede un moschettone
a base larga (HMS), non
utilizzabile con i
moschettoni da rinvio
Non facile dare corda
al compagno
Non utilizzabile con due
mezze corde
NOTE
Adatto soprattutto per lassicurazione
in
moulinette.
Attenzione
alla
differente frenata con corde e
moschettoni diversi.
Tubo
Placchetta con molla
Freni a otto
La catena di sicurezza
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Tubo
Tubo
A FAVORE
Semplicit
duso.
Indispensabile con
due corde.
Ottimo
discensore
(mantiene separate
le
corde
senza
attorcigliarle)
Leggerezza
CONTRO
NOTE
Nelluso
come
discensore:
la
particolare
forma
assimetrica
consente, montando il freno girato, di
aumentare la frenata, molto utile
quando si usano corde molto sottili.
In caso di cadute forti si pu
verificare un notevole scorrimento
della corda nel freno.
Utilizzabile in falesia o
in montagna con una o
due corde
Costo non elevato
CONTRO
Per non perderlo occorre
utilizzare un cordino di
collegamento al
moschettone (scomodo)
Maggiore difficolt
rispetto ai tubi per dare
corda al compagno
NOTE
Oramai soppiantato dai freni a
tubo.
Leggerezza
Discreto discensore
(mantiene separate le
corde senza
attorcigliarle)
La catena di sicurezza
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Freni ad OTTO
OTTO NORMALE
OTTO VELOCE
FRENI AD OTTO
A FAVORE
Semplicit e variet
duso
Leggerezza
CONTRO
Se ne sconsiglia luso
come assicuratore con
due corde
Come discensore non
mantiene
separate
le
corde e le attorciglia
Come
otto
veloce,
difficolt di uso.
Come
otto
veloce
utilizzato come freno si
possono
verificare
notevoli
scorrimenti
della corda nel freno.
NOTE
In discesa in corda doppia, attenzione
a non perderlo accidentalmente in fase
di montaggio come otto normale,
tenerlo collegato al moschettone per il
buco grande passare la corda e quindi
passare il moschettone nel buco pi
piccolo essendo ora il freno trattenuto
dalla corda.
Lotto, utilizzato come freno, non
consigliabile con due mezze corde con
passaggi
alternati
nei
rinvii
(danneggiamento delle corde per
sfregamento)
Discensore
La catena di sicurezza
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Si ritiene utile far conoscere, mediante il presente articolo, i risultati di alcune prove
pratiche (eseguite alla Torre di Padova dalla Commissione Materiali e Tecniche del CAI
tra il 1997 e il 1998), su cadute con corde intere o con mezze corde (con passaggio
alternato o appaiato nei rinvii) e con limpiego di diversi tipi di freni in sosta, quali un
mezzo barcaiolo, un otto o un tubo.
In pratica si cercato di stabilire sperimentalmente quali siano le condizioni di
assicurazione migliori in termini di funzionalit e di riduzione delle forze in gioco,
soprattutto quelle sullultimo rinvio.
Sono stati determinati la corsa della corda nel freno e le forze applicate alla sosta e
allultimo rinvio (che costituisce il punto critico del sistema in quanto si sommano le forze
che agiscono sui due rami di corda, paralleli nelle condizioni di prova, che vanno alla sosta
e allarrampicatore), verificando anche come tali parametri vengano influenzati dal tipo di
freno utilizzato.
Le prove sono state eseguite nei seguenti modi:
1.
La catena di sicurezza
Pag. 29
Confronto delle prestazioni nel caso di voli trattenuti da una corda intera
e da una coppia di mezze corde con passaggio alternato o appaiato nei rinvii
Tipo di
corda
Una corda
intera
Due
mezze
corde
Condizioni di test
Tipo di
L1, L2,
configuraz
H0,
ione
Fc=(H0/L)
A
L1=9m
L2=3m
H0=6m
A
Fc=0,5
(appaiate)
Una corda
intera
Due
mezze
corde
Una corda
intera
Due
mezze
corde
Barc
Freno in sosta
Corsa, in
Carico, in
metri
kp
0,73
0,41
0,42
0,49
0,54
0,59
0,37
0,88
154
175
188
179
271
177
194
199
Otto 2
2,50
1,52
0,75
0,59
0,56
0,50
2,9+0,6
131
169
153
166
162
179
119
Otto 2a
4,0+1,0
111
Otto 2b
2,7+0,6
128
Tubo
A
(appaiate)
Tubo-2
B
(alternate)
Un solo
rinvio
Tubo-2
1,08
0,93
0,97
0,90
0,93
4,2+1.1
121
140
128
139
130
106
1,82
1,55
0,85
3,90
2,26
153
171
278
130
162
B
(alternate)
Una corda
intera
Due
mezze
corde
Tipo
Barc-2
Barc-2
Barc-1
Barc-1
Otto
A
A
(appaiate)
B
(alternate)
Otto-2
L1=1m
L2=3m
H0=6m
Fc=1,5
Barc
Barc-2
Barc-1
Tubo-2
Note
Ved. Nota
3
Ved. Note
1e2
Ved. Note
1e2
Ved. Note
1e2
Ved. Nota
1
Carico al
rinvio
636
685
760
722
709
730
787
517
365
470
635
691
688
742
327
256
351
528
576
558
603
564
260
449
457
770
309
472
La catena di sicurezza
Pag. 30
NOTA 1: per effetto dellelevata corsa della corda primaria nel freno, anche la
secondaria entrata in azione (con corsa ovviamente inferiore)
NOTA 2: corda secondaria segata
NOTA 3: fusione della camicia corda primaria, rottura camicia corda secondaria
La catena di sicurezza
Pag. 31
freno (in termini di minor attrito sviluppato dalla singola corda) e soprattutto dalla
difficolt, da parte di chi assicura, di effettuare una buona trattenuta su ununica corda
sottile. Se la mano trattiene con forze pi basse si avranno di conseguenza forze
applicate alla sosta e allultimo rinvio basse ma scorrimenti alti.
Limpiego alternato delle mezze corde nei rinvii riducendo la forza darresto a valori assai
bassi particolarmente consigliato su terreni dubbi quali cascate, roccia friabile,
ancoraggi precari, etc.
In sintesi
Comportamento sostanzialmente analogo fra una corda intera e due mezze corde
impiegate appaiate.
Forze applicate minori ma alti scorrimenti nel caso di due mezze corde con passaggio
alternato nei rinvii.
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Le protezioni per
classi:
Chiodi tradizionali, che richiedono limpiego del martello per il loro inserimento e per
il successivo recupero;
2. Nuts e friends, che si posizionano e si rimuovono velocemente sfruttando le fessure
esistenti nella roccia senza usare il martello;
3. Spit e resinati, che sono ancoraggi permanenti e necessitano di un foro artificiale
nella roccia per essere posizionati.
1.
1. Chiodi a vite
2. Chiodi a percussione
Nella
1. fittoni
2. corpi morti.
Chiodi da roccia
Il chiodo un dispositivo che, inserito in
una fessura della roccia per mezzo di un
martello,
costituisce
un
punto
di
ancoraggio.
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F2
10 kN
5 kN
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F3
15 kN
7,5 kN
Nuts e Friends
I nuts e i friends sono dispositivi di ancoraggio ad incastro (nuts) e ad incastro regolabile
(friends); essi sono composti da un corpo metallico a forma di cuneo o a camme rotanti su
asse metallico. Muniti di anello tessile o cavo metallico per il collegamento.
I nuts e i friends devono rispettivamente rispondere alle norme europee EN 12270 e EN
12276.
Nuts
Friends
Spit e resinati
Gli spit (che prendono il nome dallomonima ditta che produce materiale industriale), sono
costituiti da una placchetta ancorata da un tassello ad espansione, mentre nei resinati
lanello di pezzo con la barra che viene fissata nella roccia per mezzo di resina
epossidica.
Le norme europee (EN 959) specificano che devono essere in acciaio inossidabile, ai fini
della resistenza e della durata e fissano il limite minimo della tenuta radiale in 2500 daN
e quello della tenuta assiale (in estrazione) in 1800 daN.
Nelle prove di resistenza lancoraggio viene infisso in un blocco di calcestruzzo di
dimensioni 200x200x200 mm. Esso deve avere una resistenza a compressione di almeno
50 10 N/mm2 .
Il carico fissato assialmente per mezzo di uno spinotto di diametro 9 mm inserito
nellocchiello fino a rottura o estrazione dellancoraggio e la velocit di trazione pari a
100 20 mm/min.
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Spit completo
Resinato
25kN
25kN
50 kN
Chiodi da Ghiaccio
I chiodi da ghiaccio devono presentare le seguenti caratteristiche generali:
semplicit e facilit duso
tenuta sufficiente, cio forza di estrazione sufficientemente elevata
scarsa tendenza a rompere il ghiaccio circostante
Si possono suddividere in:
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Entrambi i tipi devono essere tubolari e devono corrispondere alle norme EN 568 (quelli a
corpo pieno non sono pi ammessi dalle norme).
Essi sono caratterizzati dalla lunghezza di infissione e dalla forza di estrazione.
La tenuta misurata dalla forza di estrazione, cio dalla forza radiale che applicata
allanello del chiodo completamente infisso ne determina la fuoriuscita dal ghiaccio o la
rottura.
Le norme prescrivono una forza di estrazione non inferiore a 10 kN. Comunque, la tenuta
in condizioni operative dipende essenzialmente dal corretto uso dellancoraggio
(infissione) e dalle caratteristiche del ghiaccio.
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Moschettoni
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In tabella sono riportati tali dati per alcuni tipi di maggiore interesse:
Tipo
C
Descrizione
Normale,universale,
generale
di
uso
Rm1 , in kN
20
20
20
Rm10, in kN
7 (non richiesto se il
dispositivo dotato
di
bloccaggio
automatico)
6 (non richiesto se il
dispositivo dotato
di
bloccaggio
automatico)
Rm2 , in kN
7
7 (non richiesto se il
dispositivo dotato
di
bloccaggio
automatico)
Oltre a quelli elencati in tabella, le norme prevedono altri quattro tipi di moschettoni
destinati ad applicazioni specifiche, quali assicurazione su vie ferrate (tipo K),
collegamento con particolari ancoraggi (tipo A) etc.
Le prove richieste dalle norme riguardano solo la resistenza statica e non sono di tipo
dinamico.
Il valore minimo di 2000 daN richiesto per la resistenza secondo lasse maggiore con leva
chiusa deriva dalla seguente considerazione:
2000 daN la resistenza necessaria a sopportare la massima forza di arresto di 1200
daN. Tale valore infatti la somma delle due forze applicate al moschettone e
provenienti dai due rami di corda (in ingresso ed in uscita) pari a 1200 daN (max forza di
arresto) del ramo di corda collegato allalpinista, in uscita dal moschettone, ed un valore
minore ((2/3)x1200=800 daN) giustificato dagli attriti della corda sullo stesso
moschettone del ramo di corda in entrata, collegato alla sosta.
La resistenza statica nella direzione trasversale allasse maggiore (asse minore)
richiesta per garantire una sufficiente resistenza anche nel caso in cui il moschettone
non lavori in modo perfettamente assiale.
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Rinvii
Per i preparati, comunemente chiamati rinvii, le norme fissano i
carichi di rottura dei singoli componenti (moschettoni e fettuccia)
senza per dare prescrizioni specifiche sul comportamento del
preparato nella sua interezza. Inoltre a seguito di prove ormai
datate e svolte in modo poco organico erano sorte perplessit e
incertezze sullargomento. Proprio per fare chiarezza su questo
punto e per fugare qualsiasi ombra di dubbio, la Commissione
Lombarda Materiali e Tecniche del CAI ha svolto una serie di test
per valutare lentit degli effetti dellaccoppiamento fettucciamoschettone e soprattutto per verificare che tali effetti non
pregiudicassero la tenuta dellattrezzo.
In totale sono state provate 11 tipologie differenti di rinvii ed eseguiti un centinaio di
test, operando quindi a largo raggio e dando cos consistenza alle seguenti conclusioni:
Il rinvio mostra un carico di rottura superiore a quanto richiesto dalle norme per il
moschettone o la fettuccia presi singolarmente
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2) E' la leva che, una volta chiusa, conferisce la massima resistenza al moschettone.
Ma, contrariamente a quanto si pensa comunemente, la leva non sempre resta chiusa
quando il moschettone viene sollecitato. Tre possono essere le cause di apertura della
leva:
1.
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Anche le fettucce ed i cordini sono elementi statici della catena di sicurezza che non
contribuiscono allassorbimento di energia.
Come le corde, le fettucce e i cordini sono in fibre poliammidiche ma la loro struttura e
quindi le loro caratteristiche sono diverse.
I cordini, oltre che in fibre poliammidiche, si possono trovare anche in kevlar.
Le prove richieste dalle norme riguardano solo la resistenza statica e non sono di tipo
dinamico.
Entrambi sono caratterizzati dal valore del carico di rottura (statico).
Fettucce
Le fettucce possono essere in bobina o ad anello cucito.
Le fettucce in bobina sono in tessuto piatto o tubolare. Le norme europee EN 565
richiedono che lindicazione del carico di rottura sia posta direttamente sulla fettuccia
per mezzo di fili paralleli, colorati, equidistanti, chiaramente identificabili, incorporati
nella fettuccia lungo la sua lunghezza: ciascun filo rappresenta 500 daN (ad esempio 3
fili corrispondono a 1500 daN).
Carico di rottura = Numero di fili spia x 500 daN.
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Cordini
I cordini hanno una struttura simile alle corde (anima pi calza), il loro diametro varia da
4 a 8 mm e sono disponibili in bobina.
I cordini devono avere, secondo le norme europee EN 564, un carico di rottura minimo Rc
in funzione del diametro nominale del cordino D dato nella tabella che segue. Tale valore
del carico di rottura minimo pu essere dedotto anche con la seguente formula, dove f
un fattore da assumere pari a 20 daN/mm2 .
Carico minimo di rottura
D, in mm
4
5
6
7
8
Rc D2.f
Rc, in daN
320
500
720
980
1280
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Fattore di riduzione
della resistenza
Nodo fettuccia
Nodo delle guide
Effetto degli spigoli (bordi con sezione a forte curvatura
o smussati)
Caratteristiche tecniche
Anello passante per foro =30mm
ricavato su lamiera: spessore 4mm
bordo arrotondato
Spessore 3 mm, bordo smussato
Fettucce
0,63
0,42
Cordini
0,54
0,48
0,52
0,51
0,33
0,45
0,36
0,44
0,34
0,27
0,48
rami sovrapposti
0,23
0,27
Come si vede dalla tabella precedente i fattori di riduzione della resistenza sono notevoli
per cui molto importante saper calcolare il numero di rami di cordino o fettuccia da
utilizzare in modo da ottenere sempre una resistenza a rottura uguale o superiore a
quella del moschettone (2000 daN). E infatti logico richiedere al collegamento cordachiodo di resistere almeno quanto il moschettone ad eventuali cadute.
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In altri termini si dovr impiegare un numero di rami N tali che la resistenza complessiva
sia superiore a 2000 daN:
f.N.Rn 2000 daN
dove:
f = fattore di riduzione
N = numero di rami
Rn = carico di rottura nominale del cordino o della fettuccia senza nodo.
Dallesame della precedente tabella si evidenzia quanto segue:
Leffetto del solo nodo porta ad una riduzione di circa il 50%. Dati i valori
decisamente inferiori si sconsiglia luso del nodo delle guide.
Gli effetti spigolo e strozzo, rispetto alleffetto nodo, comportano riduzioni
trascurabili per i cordini e notevoli per le fettucce. Si sconsiglia pertanto luso delle
fettucce nelle soste.
In generale, per avere una resistenza sufficiente si devono utilizzare almeno quattro
rami.
Tabella: esempi di calcolo dello sforzo sopportabile
diametro avente quindi Rn pari a 980 daN
Dato
luso
del
moschettone si ha
solo leffetto nodo
per
cui
f=0,54.
Passaggio
doppio
quindi N=4.
f.N.Rn
=
0,54.4.980 = 2116
daN
Dato il passaggio
nel chiodo leffetto
spigolo
comporta
f=0,44.
Passaggio
doppio quindi N=4.
f.N.Rn
=
0,44.4.980 = 1724
daN
da un cordino di 7 mm di
Dato
luso
del
moschettone
si
ha solo leffetto
nodo
per
cui
f=0,54. Passaggio
semplice
quindi
N=2.
Dato il passaggio
nel
chiodo
con
strozzo
leffetto
spigolo
comporta
f=0,48.
Passaggio
semplice
quindi
N=2.
f.N.Rn
0,54.2.980
1058 daN
f.N.Rn
0,48.2.980
daN
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=
=
=
940
Dato
luso
del
moschettone si ha
solo leffetto nodo
per
cui
f=0,63.
Passaggio
semplice
quindi N=2.
f.N.Rn
0,63.2.1500
1890 daN
=
=
Come
nel
caso
precedente
non
essendoci
effetto
spigolo la riduzione
dello
sforzo
sopportabile
Dato il passaggio
nel chiodo con
rami
sovrapposti
leffetto
spigolo
comporta f=0,23.
Passaggio doppio
quindi N=4.
f.N.Rn
0,23.4.1500
1380 daN
=
=
=
=
Dato il passaggio
nel
chiodo
con
strozzo con nodo sul
braccio sovrastante
leffetto
spigolo
comporta
f=0,27.
Passaggio
semplice
quindi N=2.
f.N.Rn
0,27.2.1500
810daN
=
=
Sul mercato, oltre ai normali cordini in fibre poliammidiche, si possono trovare cordini in
kevlar.
Si tratta di una fibra aramidica con caratteristiche fisico-meccaniche eccezionali
(resistenza alla rottura 3-4 volte superiore ai normali cordini di pari peso) sia a trazione
sia sotto leffetto di nodi e di spigoli.
Si trovano sul mercato cordini in kevlar di diametro 5,5 e 6 mm con un carico di rottura
di circa 1800 - 1900 daN.
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Lultimo (ma non in ordine di importanza) elemento della catena di sicurezza che si prende
in considerazione limbragatura che ha lo scopo, in caso di caduta, di ripartire, in modo
razionale e non traumatico, la forza di arresto sul corpo umano, nonch di favorire la
sospensione indolore del corpo.
La forma dellimbragatura deve essere idonea:
allindossabilit o regolabilit
Anche le imbragature, come gli altri elementi della catena di sicurezza, sono soggette a
precise norme EN che ne definiscono le caratteristiche e i requisiti di prova (EN 12277).
La resistenza stabilita dalle norme stata verificata su di un manichino con una prova
statica di rottura a trazione.
Limbrago pu essere completo, combinato o basso.
La scelta del tipo di imbragatura da anni oggetto di dibattiti e ricerche da parte delle
varie commissioni di sicurezza.
In un articolo apparso sul n. 161 di ALP (settembre 1998), con la collaborazione della
Commissione Tecnica Guide Alpine, stato riportato un confronto tra imbrago basso e
completo. Sono state eseguite prove di caduta con la testa rivolta verso lalto e di caduta
con ribaltamento dellarrampicatore.
Il tipo di caduta, o meglio la posizione assunta dallarrampicatore nel momento
dellarresto del volo, non dipende dal tipo di imbrago, ma dalla posizione di chi cade al
momento del distacco dalla parete, ed eventualmente da ulteriori urti che possono
avvenire nella fase del volo.
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In particolare dalle prove sono emersi anche gli altri fattori che intervengono nella
pronta tenuta del volo del compagno; in ordine di importanza si possono elencare:
1. Corda tesa: con corda lasca nessuno in pratica riuscito a tenere la caduta,
indipendentemente dal tipo di imbrago
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con luso dellimbrago basso successo pi volte che un volo iniziato a testa in gi si
sia concluso a testa in gi, cio non c stato il riequilibrio verticale dellalpinista
(vedere Figura 4). Inoltre per riportarsi in posizione verticale corretta in genere
necessario un certo sforzo. Linconveniente delluso dellimbrago basso pu essere sia
quello di sbattere la testa durante il volo sia di rimanere appesi a testa in gi in stato
di incoscienza.
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dellimpatto
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A seguito delle suddette prove, le indicazioni decise dalla Scuola Centrale di Alpinismo
sono le seguenti
.durante i corsi di alpinismo e di arrampicata libera deve essere consigliato luso
dellimbragatura combinata. Lutilizzo della sola parte bassa consigliabile solo quando si
arrampica senza zaino. Per quanto riguarda la progressione su ghiacciaio, il collegamento
corda-imbragatura deve avvenire in modo tale che leventuale strappo conseguente ad una
caduta interessi solo la parte bassa dellimbragatura stessa.
TABELLA RIASSUNTIVA
Situazione
Imbrago basso
Imbrago
completo)
combinato
(o
Progressione su ghiacciaio
Bene.
Non consigliabile
Migliore se si tiene la corda Limbrago alto causa una
in mano (non con prusik). Se proiezione
in
avanti
si vuole tenere un prusik dellassicuratore. Se si ha
sulla corda non tenerlo in limbrago combinato legarsi
mano. Limbrago basso direttamente
alla
parte
migliore anche durante le bassa.
operazioni
che
seguono
larresto.
Arrampicata (roccia e ghiaccio)
Bene ambedue.
Qui: modesto
ribaltamento
rischio
di
Si pu rimanere a testa in
basso e urtare la parete di
schiena
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Bene ambedue.
Qui: modesto colpo di
frusta. Pi consigliabile se
si arrampica con lo zaino.
Ribaltamento a testa in alto
pi o meno violento.
Colpo di frusta sul collo.
Proiezone pi veloce contro
la parete, quasi sempre di
faccia.
Meglio limbrago combinato
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Bedogni V. (Commissioni Reg. Lombarda e Nazionale Materiali & Tecniche del CAI)
Preparati per arrampicata Rivista del Club Alpino Italiano maggio/giugno 2000
Signoretti G. (Commissione Centrale Materiali & Tecniche del CAI) L acqua che non
ti aspetti - Rivista del Club Alpino Italiano gennaio/febbraio 2001
Manuale Didattico della Commissione Interregionale Materiali & Tecniche del CAI
La Catena di assicurazione Edizione gennaio 1995
Signoretti G. (Commissione Centrale Materiali & Tecniche del CAI) Senza una
camicia coi baffi non ci rimane che lanima! Rivista del Club Alpino Italiano
maggio/giugno 1997
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