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Giacomo Mercoli, Elisa Bucher 3F

Lavoro di approfondimento d’educazione fisica e sportiva per classi terze

Arrampicata sportiva

Anno 2021-2022

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Giacomo Mercoli, Elisa Bucher 3F

Indice
Introduzione ed esposizione obiettivi di lavoro................................................3
Introduzione.......................................................................................................3
Obiettivi di lavoro..............................................................................................5
Esperienza personale..........................................................................................5
Svolgimento della tematica.................................................................................6
Capacità condizionali e arrampicata sportiva...............................................6
La forza..........................................................................................................6
massimale:.............................................................................................................................6
resistente:...............................................................................................................................6
veloce:....................................................................................................................................6
La resistenza...................................................................................................7
La velocità......................................................................................................7
Mobilità articolare..........................................................................................7
Capacità coordinative......................................................................................8
Il ritmo............................................................................................................8
L’equilibrio....................................................................................................8
La reazione.....................................................................................................9
La differenziazione.........................................................................................9
L’orientamento...............................................................................................9
La coordinazione..........................................................................................10
Descrizione e analisi della parte pratica..........................................................11
Riscaldamento..................................................................................................11
Esercizi.............................................................................................................11
Conclusioni e commenti personali...................................................................13
Conclusione......................................................................................................13
Perché praticare questo sport?..........................................................................13
Rischi e pericoli................................................................................................13
Bibliografia e sitografia.....................................................................................15
Immagini............................................................................................................16
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Introduzione ed esposizione obiettivi di lavoro

Introduzione
L’arrampicata nasce da un processo di separazione e rivoluzione dell’alpinismo, verso la metà
degli anni ’60. Il primo avvenimento che si possa ricondurre a questa rivoluzione è del 1952
quando quattro alpinisti parigini utilizzarono chiodi a pressione (bucando quindi la roccia) per
salire la parete ovest del Petit Dru. La salita venne assai criticata e il metodo (l’uso eccessivo
di mezzi artificiali) disapprovato dall’ambiente alpinistico. Già a fine anni ’70 esistevano
strutture rocciose dove si praticava un’arrampicata “diversa” dall’alpinismo tradizionale;
infatti, se nella prima si punta alla ricerca di una vera performance e cura del gesto atletico per
superare una difficoltà, nella seconda lo scopo dell’ascensione è il raggiungimento della vetta.
L’arrampicata si divide in varie categorie che possono rappresentare lo stile utilizzato: via
ferrata (i percorsi sono attrezzati con cavi d’acciaio per proteggere le cadute) la quale
assomiglia vagamente all’arrampicata artificiale (dove le protezioni piazzate servono come
metodo di progressione). L’arrampicata sportiva prevede l’uso di chiodi a pressione
(protezioni) solo in caso di caduta, quella tradizionale, comunemente detta TRAD, invece,
prevede il piazzamento di protezioni mobili durante la salita che verranno rimosse una volta
completata l’ascensione. Nel periodo invernale si può praticare l’arrampicata su ghiaccio,
oppure misto (ghiaccio e roccia), simili allo stile sportivo o tradizionale. L’arrampicata
alpina (o “via lunga”), si avvicina all’alpinismo siccome richiede lunghe ore passate in parete
trasportando il resto dell’attrezzatura, tipicamente si combina con lo stile sportivo, TRAD, su
ghiaccio o misto. Il free-solo invece non prevede l’uso di protezioni e viene praticato su pareti
solitamente più alte di almeno una quindicina di metri.
L’arrampicata sportiva nasce attorno la metà degli anni ’80 con la comparsa delle prime
competizioni e tutt’oggi si divide in tre categorie: lead, la quale si svolge con l’utilizzo di
corde e imbragature (nelle competizioni odierne il concorrente deve salire il più in alto
possibile combattendo contro la difficoltà e ha un tempo massimo); il bouldering, consiste nel
superamento di una difficoltà (come nel lead ma) su percorsi brevi protetti da un tappeto
(massimo 6 metri, dai 6 ai 12-14 metri si può parlare di highball e una caduta spesso
comporta conseguenze gravi); lo speed prevede la salita di una via certificata (uguale in tutto
il mondo) nel minor tempo possibile, questa disciplina esiste praticamente solo nella sua
forma competitiva.
Le prime competizioni si svolgevano spesso sulla roccia, oggi le competizioni si svolgono su
muri artificiali in modo da garantire condizioni molto simili per tutti i partecipanti e sono
regolamentate ed organizzate dalla International Federation of Sport Climbing (IFSC). Tokyo
2020 ha introdotto l’arrampicata sportiva come sport olimpico. Tuttavia, l’arrampicata
(sportiva) viene praticata anche esternamente, dove la sfida è personale e consiste nel
superamento di una difficoltà. Spesso le strutture artificiali sono solo uno strumento di
allenamento per poi performare esternamente, anche se, alcune volte l’arrampicata indoor
viene pratica con fine a sé stesso e non come mezzo, in modo da progredire nell’arrampicata
su roccia.
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Obiettivi di lavoro
Nelle prossime pagine analizzeremo gli aspetti teorici di riferimento dell’arrampicata sportiva
soffermandoci su quelli che sono ritenuti dominanti, in seguito descriveremo e analizzeremo
una parte pratica di esercizi e allenamenti inerente all’arrampicata: cercheremo quindi di
analizzare le capacità condizionali e coordinative, proponendo un allenamento-tipo di livello
base, realizzabile in una qualsiasi palestra scolastica al fine di avvicinare gli allievi al mondo
dell’arrampicata.
L’arrampicata sportiva è una disciplina sportiva relativamente recente e ancora poco praticata,
l’obiettivo di questo lavoro di approfondimento è anche quello di invogliare il lettore a
scoprire e, perché no, anche a praticare questo fantastico sport.

Esperienza personale

Giacomo: Scalo da quando sono molto piccolo, avevo credo tre anni quando i miei
genitori mi hanno portato ad arrampicare, inizialmente era solo un divertimento
ma con il maturare del tempo è diventato qualcosa di molto più importante per
me. Iniziai ad allenarmi con il gruppo storico “Scoiattoli dei denti della
vecchia”, e nel 2017 raggiunsi il terzo posto all’edizione dei campionati
ticinesi giovanili d’arrampicata, in seguito partecipai anche a due edizioni
Arge-Alp a Salisburgo e Innsbruck. Convinto di non essere abbastanza
preparato fisicamente e non sostenendo la pressione pre-gara decisi di
allontanarmi dal mondo delle gare come atleta a livello europeo e svizzero,
partecipai invece alle edizioni 2018, 2019, 2021 dei campionati ticinesi
giovanili d’arrampicata raggiungendo il gradino più alto del podio e
difendendo il titolo di campione ticinese per tre anni ininterrottamente. Devo
ammettere che ho sempre adorato l’arrampicata all’esterno in molte delle sue
forme e attualmente non sto pensando di entrare in coppa del mondo; quindi,
investo il mio tempo allenandomi in vista di alcuni progetti futuri, perché credo
di avere molto da dare a questo sport che molto mi ha dato, dalle esperienze
alle amicizie fino alle delusioni e alle soddisfazioni che però non bastano mai.

Elisa: Grazie ai miei genitori ho sempre avuto, fin da piccola, la passione della
montagna. Trascorrevo ogni inverno a sciare, mentre in estate facevo lunghe
passeggiate. Tuttavia, l’arrampicata l’avevo praticata unicamente su parete
artificiale e senza mai arrivare in cima a causa della paura dell’altezza. Adesso
che non ho più quella paura mi piacerebbe riprovare, non per forza solo in
palestra ma anche su pareti naturali. Tra le diverse forme di arrampicata, quella
che mi ispira di più e che mi piacerebbe provare è l’arrampicata alpina, questo
perché si tratta di un’attività che fai immerso nella natura e circondato da
paesaggi mozzafiato.
Grazie a Giacomo mi sto avvicinando a questo mondo, che è
sorprendentemente molto più ampio e interessante di quello che pensassi,
inoltre con questo progetto sono in grado di capirne i concetti più tecnici e i
reali sforzi che questo sport comporta.
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Svolgimento della tematica


Aspetti teorici di riferimento e arrampicata sportiva

Capacità condizionali e arrampicata sportiva


L’arrampicata sportiva coinvolge tutti i maggiori gruppi muscolari del corpo: una corretta
tecnica di uso dei piedi e di spinta da parte delle gambe è fondamentale, più di quanto si
pensi; la parte centrale del corpo, il core, è fondamentale per mantenere rigido il corpo e
permettere allo scalatore di sfruttare al massimo la parte inferiore, in particolar modo sulle
pareti molto strapiombanti; la parte superiore è sviluppata in modo da permettere movimenti
contrari a quelli spinta (es. trazioni).

La forza
La forza fisica agevola l’approccio alla disciplina e si sviluppa spesso tramite l’esercizio della
stessa o tramite esercizi specifici alla sbarra o alla trave per le persone più avanzate. Possiamo
distinguere tre principali tipi di forza:
- massimale: la forza massimale si situa specificamente nei muscoli
dell’avambraccio e della mano ed è la base dell’arrampicata
siccome più è sviluppata, più sarà facile mantenere un alto livello
di forza durante la performance. Possiamo distinguere due tipi
principali di forza massimale: concentrica, ovvero lo sviluppo del
gesto della trazione (es. carico massimo) e isometrica, dove si
sviluppa la capacità di tenere le prese e il bloccaggio (carico
massimo). La massima espressione di questo tipo di forza lo
abbiamo negli allenamenti a secco, che non involvono il gesto
dell’arrampicata, nonostante ciò, il bouldering è sicuramente la
disciplina che meglio descrive questo tipo di forza.
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- resistente: la forza resistente viene rappresentata maggiormente dalla disciplina della


lead, specialmente all’esterno, dove le vie raggiungono anche i 50 metri di estensione, e
gli sforzi isometrici e quelli isotonici, ovvero atti a mantenere una tensione muscolare, si
protraggono per buona parte di salita.

- veloce: la cosiddetta forza esplosiva, tipica di singole


sezioni della lead, del bouldering e dello speed è la
capacità di compiere un grande sforzo in un breve
lasso di tempo. Sempre più spesso nei tracciati di
boulder si richiede l’uso di questo tipo di forza e lo si
ottiene spesso tramite prese lontane, che richiedono
all’atleta un lancio (quindi anche le gambe devono
essere allenate per permettere una massima spinta).
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La resistenza
Al contrario dell’alpinismo, dove prevale la resistenza fisico-aerobica, dettata da uno sforzo
prolungato che può coinvolgere anche tutto il corpo; nell’arrampicata gli sforzi elevati
coinvolgono in maggior parte solo i piccoli muscoli delle dita, quindi, l’arrampicatore non
necessita elevate capacità del sistema cardio-respiratorio. Il concetto di resistenza in
arrampicata è correlato alla capacità di erogare una sufficiente quantità di forza nel tempo e
vincere quindi l’affaticamento. L’incapacità di sviluppare una forza adeguata dipende
principalmente dall’aumento di concentrazione di acido lattico nei muscoli, principalmente
nell’avambraccio. Nelle vie strapiombanti dove viene richiesto un maggior apporto di
ossigeno a muscoli più grandi o durante movimenti di compressione, che vengono spesso
svolti in apnea, una buona efficienza cardiaca aiuta l’atleta ad ossigenare meglio i muscoli
maggiorando le probabilità di riuscita della performance. Esiste quindi una parte di
metabolismo aerobico e una parte anaerobica da tenere presente durante una scalata.

La velocità
Oltre alla disciplina dello speed (che significa letteralmente
“velocità”) la velocità non è un aspetto motorio fondamentale
dell’arrampicata, il suo corrispettivo si chiama ritmo e ne
parleremo quando tratteremo le capacità coordinative.

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Mobilità articolare
La mobilità articolare è fondamentale in arrampicata e permette di prevenire infortuni e
trovare maggiori soluzioni in modo da ridurre il dispendio energetico; infatti, essere molto
elastici permette di compiere meglio ogni movimento tecnico estremo. Una mobilità articolare
molto sviluppata porta l’atleta ad una esecuzione più fluida e coordinata degli schemi motori
conosciuti e permette un miglioramento più rapido a livello tecnico e coordinativo. Oltre a
questo, la pratica dello stretching, in particolar modo quello statico (a fine allenamento),
permette di velocizzare i tempi di defaticamento.

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Capacità coordinative
Assieme alla muscolatura la testa è fondamentale in arrampicata, così come in tanti altri sport.
Spesso si ha paura di cadere e bisogna abituarsi a fidarsi dell’assicuratore, con il progredire
nella disciplina spesso la paura di cadere viene superata e il momento di volo diventa
piacevole e divertente; nella mente però si instaura la paura di fallire che porta lo scalatore a
distrarsi e a commettere errori banali. Le emozioni giocano un ruolo fondamentale in generale
negli sport e bisogna imparare a gestirle, [Giacomo: ] “personalmente non sono contento
della mia attitudine mentale prima e dopo una performance, al contrario, quando sono in
parete riesco a non farmi influenzare dalle emozioni, è difficile da spiegare, ma è come se
spegnessi quella parte di cervello a favore di una maggiore concentrazione che mi permette
di scalare in modo più fluido”.
Il cervello, oltre ad essere la sede delle emozioni, è anche responsabile di avviare e controllare
il movimento grazie al sistema nervoso, è quindi anche sede delle capacità coordinative.

Il ritmo
Come già menzionato nel paragrafo riguardante la velocità, in arrampica il ritmo è da
intendersi come un cambiamento di intensità nei movimenti: solitamente nelle sezioni più
dure, come una lunga sequenza su tacche, si cerca di scalare in modo veloce, ma sempre
preciso, in modo da consumare meno energia; durante un passaggio delicato di equilibrio, un
riposo su buone prese o durante il posizionamento dei piedi su appigli molto piccoli la
velocità di esecuzione dei movimenti diminuisce in modo da commettere meno errori/evitare
imprevisti o per permettere un breve momento di rilassamento per cercare di ossigenare il
muscolo e riposare un poco.

L’equilibrio
Con la comparsa di un nuovo stile di tracciatura, l’equilibrio è diventato fondamentale durante
le competizioni di bouldering per superare i passi di placca. All’esterno, in falesia o sui
blocchi, le placche impegnano gli arrampicatori già da alcune generazioni e oltre a una buona
dose di equilibrio richiedono anche una certa forza di spinta nei muscoli delle gambe, mobilità
articolare e fiducia nei piedi.

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La reazione
La rottura di un appiglio su roccia, uno sbilanciamento durante un passo d’equilibrio,
l’improvvisa perdita di aderenza, specialmente con i piedi, portano spesso ad una caduta certa
nell’arrampicata sportiva. Nonostante ciò, alcune volte un tempo di reazione basso può fare la
differenza nella prestazione siccome l’atleta riesce a adattarsi alla situazione e a non cadere.

La differenziazione
La differenziazione è molto importante in arrampicata siccome permette all’atleta di
modificare il piano d’azione elaborato con un altro più adatto alla nuova situazione motoria.
Durante le gare di combinata vengono premiati gli atleti più polivalenti siccome si combinano
i punteggi di lead, bouldering e speed; una buona capacità di adattamento è fondamentale per
essere competitivi in tre discipline diverse tra loro.
La combinata non è però l’unica prova dell’importanza di una buona differenziazione: in ogni
sua componente, specialmente nel bouldering e lead bisogna adattarsi a determinate prese e
movimenti che la lettura dal basso lasciavano intendere in modo diverso. Anche il ritmo
spesso deve essere aggiustato per rispettare i termini di tempo delle gare, è anche molto
importante riuscire a adattare il proprio stile di scalata in base al tipo di prese che si
incontrano durante l’ascesa.
È anche molto importante riuscire a dosare la forza necessaria a stringere ogni tipo di presa:
troppo spesso le persone più nuove alla disciplina dell’arrampicata stringono troppo le prese
perché hanno paura di cadere o utilizzano troppo i muscoli della parte superiore del corpo, la
mancanza di esperienza e tecnica, portano i neofiti ad affaticarsi prima del dovuto.

L’orientamento
Non fondamentale in arrampicata, ma comunque importante per la polivalenza dell’atleta,
l’orientamento permette di capire in che punto della parete ci si trova e adattare il metodo di
ascensione rispetto a quanto stimato dal basso, inoltre è molto importante per intraprendere
una scelta del percorso intelligente.
Spesso l’orientamento relazionato al ritmo può portare alla buona riuscita del progetto.
È anche molto importante avere una buona e costante concezione dell’occupazione dello
spazio da parte del proprio corpo in relazione con l’ambiente circostante in quanto è
fondamentale per l’equilibrio: sapere come ci si trova in parete e le possibili conseguenze di
un movimento è importante per decidere se conviene tentare il passo.

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La coordinazione
Intesa come ritmo (il ritmo in arrampicata è spiegato sopra), è fondamentale per eseguire
movimenti altamente coordinativi come doppi o tripli lanci dinamici tipici delle competizioni
moderne, una buona coordinazione permette anche di eseguire diversi movimenti con un
minore dispendio energetico sfruttando l’inerzia del corpo del movimento precedente per
effettuare il successivo.

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Descrizione e analisi della parte pratica

Riscaldamento
Siccome l’arrampicata coinvolge un gran numero di muscoli è molto importante passarli tutti
in rassegna durante il riscaldamento, solitamente si inizia con l’aumentare il battito cardiaco
per far circolare maggiormente il sangue nei muscoli, spesso all’esterno l’avvicinamento alla
falesia può bastare, in palestra ci sono varie possibilità: dalla corsetta al circuito di esercizi.
Sarà molto importante scaldare bene tutte le articolazioni, solitamente si può partire dalla testa
e scendere fino alle caviglie, in seguito si possono usare elastici per contrapporre una
maggiore forza durante il riscaldamento (in particolare per le spalle), dopodiché si possono
introdurre esercizi più specifici per le spalle e iniziare ad appendersi a prese grandi per
scaldare le dita (N.B. servono circa 100/150 movimenti per riscaldare le dita delle mani).
L’allenamento che segue è un adattamento per le palestre di una scuola. Generalmente i
metodi di allenamento più avanzati sono praticati alla trave, Japan wall (o spray wall) e Pan
Güllich (o campus board); molti atleti ritengono però che fino al raggiungimento di un buon
livello non ha senso provare metodi a secco per allenarsi, in quanto limitano la mobilità e la
scioltezza e possono benissimo venire rimpiazzate con la semplice arrampicata.

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Esercizi
Lo scopo di questi esercizi è quello di simulare alcune situazioni che si possono riscontrare
durante la pratica dell’arrampicata sportiva e relazionarle con le capacità motorie sopra
analizzate in modo da provare l’importanza del ruolo che esse rivestono, senza perdere lo
spirito giocoso-divertente della lezione, poiché un allenamento finalizzato al miglioramento di
queste capacità risulta addirittura noioso per chi già si allena da molto tempo, specie durante
un periodo di bassa motivazione.

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Postazione 1 – traversata su tacche


La forza nelle dita è fondamentale nell’arrampicata sportiva. Dopo aver spiegato la differenza
tra presa arcuata, semi-arcuata e stesa, ogni allievo cercherà di traversare con le mani e i
piedi sulle vetrate, cercando di non fermarsi e senza appoggiare i piedi per terra.

Postazione 2 – corde, forza veloce e velocità


L’esercizio consiste nel salire il più velocemente possibile sulle corde. Oltre a testare la forza
veloce (o esplosiva) viene anche tesata la velocità.

Postazione 3 – percorso alle spalliere


L’esercizio consiste nell’attraversare le spalliere seguendo il percorso tracciato, ponendo i
piedi sui nastri verdi, la mano destra sui nastri blu e la mano sinistra sui nastri rossi.
Questo esercizio permette di allenare la lettura del giusto percorso e capire come muoversi in
modo efficiente, allena quindi anche una parte di orientamento.

Postazione 4 – resistenza su pertiche


L’esercizio consiste nel salire e scendere dalle pertiche senza fermarsi a riposare per terra.
Dopo poco si avvertirà una sensazione di indurimento nella zona degli avambracci, lo scopo è
raggiungere questa sensazione e riuscire a trovare dei trucchi per continuare ad “arrampicare”
(riposando). Oltre a resistenza e forza resistente questa postazione necessita anche ritmo e
orientamento.

Postazione 5 – piccolo percorso


L’esercizio consiste in un movimento di lancio agli anelli e traversata senza piedi, giro del
cassone mantenendo i piedi sugli appoggi di legno e senza aiutarsi con le mani sul coperchio,
ribaltamento sul cassone (tallonando), si scende dal cassone, ci si appende alla parallela e si
lancia (versione difficile senza piedi), dopodiché si continua il percorso sulle parallele
(sempre sotto), quando si scende bisogna girare attorno a un montone, poi si ritorna all’inizio
per riiniziare il giro.
Oltre a coinvolgere la resistenza, il ritmo, la mobilità articolare, la forza veloce e resistente,
l’orientamento, coordinazione, … questo esercizio punta anche a far ragionare l’allievo per
trovare soluzioni per sorpassare l’ostacolo

Postazione 6 – sbarra (imitazione campus board) e slackline

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Verranno mostrati gli esercizi tipici per il campus board ed eventualmente adattati per la
difficoltà individuale. Mentre i compagni che aspettano di svolgere l’esercizio potranno
migliorare il proprio equilibrio sfruttando la slackline.

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Conclusioni e commenti personali


Conclusione
Come già anticipato, l’arrampicata sportiva è uno sport molto completo e l’analisi delle
capacità motorie lo conferma. Infatti, moltissime di esse sono essenziali, mentre le altre
rivestono comunque un ruolo molto importante: l’arrampicata coinvolge la maggior parte dei
gruppi muscolari del corpo umano, ma non solo, infatti la componente mentale è
fondamentale, e non si tratta solo delle capacità coordinative: se si è poco motivati o si ha
paura di cadere, così come molte altre attitudini mentali, l’arrampicata fatica a diventare pure
un motivo di svago, figuriamoci una disciplina da praticare competitivamente.

Gli esercizi praticati in palestra a scuola poco rispecchiano la vera arrampicata, e al fine di
meglio scoprire consiglio, agli interessati, di recarsi presso una palestra di arrampicata o
uscire a scalare con qualcuno già avvezzo a questo mondo per scoprire com’è veramente
arrampicare.

Perché praticare questo sport?


Arrampicare offre molti benefici, sia per il corpo che per la mente.
Come già scritto precedentemente l’arrampicata sviluppa la forza, non solo delle braccia e
delle mani, bensì anche quella della schiena, delle spalle, degli addominali, delle gambe; in
generale rende tonico l’intero corpo.
Inoltre si tratta di un’attività tecnicamente impegnativa finalizzata al raggiungimento di un
obiettivo ben definito, ciò ha un impatto benefico sulla concentrazione, riducendo l’ansia e lo
stress e perfino aumentando l’autostima. Non si tratta di uno sport unicamente adrenalinico,
anzi, permette anche di rilassarsi e distogliersi dai propri problemi legati all’ansia o allo stress
(a dipendenza di come e per quale motivo lo si pratica).
L’arrampicata sportiva è dunque, un’attività estremamente salutare e, quando praticata
all’esterno, permette anche di avvicinarsi alla natura.

Rischi e pericoli
Scalare è un’esperienza entusiasmante, adrenalinica, ma anche ricca di insidie e pericoli.
Fortunatamente, rispetto all’alpinismo, l’arrampicata sportiva ha un numero ridotto di rischi
se praticata in modo sicuro (il numero di infortuni percentuali è minore rispetto che nel
calcio), ma è comunque opportuno conoscere e riconoscere bene i rischi per essere sempre
preparati ed evitare incidenti o infortuni.
Le forme di arrampicata più pericolose sono quelle più simili all’alpinismo, come
l’arrampicata tradizionale, alpina o su ghiaccio, questo perché bisogna aggiungere alla lista i
pericoli dovuti alle condizioni atmosferiche o alle scarse protezioni o probabilità di
proteggersi.
Quando si parla di pericoli occorre fare una distinzione tra i quelli oggettivi e quelli
soggettivi.

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In seguito, alcuni esempi:


Pericoli oggettivi: I pericoli oggettivi sono quelli posti dalla natura o dall’ambiente
naturale, dove l’arrampicatore non ha per lo più alcuna influenza
diretta, ma che con la giusta tattica, una buona pianificazione e tanta
attenzione possono essere minimizzati. In seguito, sono elencati alcuni
pericoli oggettivi.
- Tempo meteorologico: è sconsigliato praticare sport legati all’arrampicata esterna in caso
di allerta maltempo, dato che sulla roccia bagnata c’è più possibilità di scivolare, la
visibilità è ridotta ed esiste anche la probabilità di essere colpiti da un fulmine da non
tralasciare.

- La caduta di massi/ghiaccio: un masso o dei pezzi di ghiaccio potrebbero cadere addosso


allo scalatore, mosso da animale, da un compagno o in modo imprevedibile. Quindi è
importante indossare un equipaggiamento adeguato che comprende anche il casco.

Pericoli soggettivi: L’uomo è la causa numero uno degli incidenti in montagna, infatti, i
pericoli soggettivi sono spesso la conseguenza di sopravvalutazione
delle proprie capacità, di conoscenze lacunose, o errori di distrazione,
così come la mancanza di esperienza.

Commenti personali
Giacomo: Grazie all’arrampicata ho girato la Svizzera e anche un po’ di Europa, mi
piacerebbe molto scalare in Spagna e anche in Sud Africa, ma durante il
periodo scolastico sto provando ad arrampicare all’esterno molto più spesso qui
in Ticino e in Svizzera. Ho conosciuto molte persone, alcune con molta più
esperienza di me che mi hanno aiutato nelle fasi iniziali, oggi non mi definisco
esperto ma mi capita di ricevere domande sull’allenamento, tecnica, … o di
semplicemente uscire a scalare assieme nel weekend, da parte di amici e non, e
ammetto che fa sempre molto piacere. Consiglio a chiunque voglia avvicinarsi
a questo sport di praticare le prime lezioni con una persona esperta e, ancora
meglio, qualificata in modo da essere molto afferrati sull’aspetto sicurezza; la
tecnica e la forza, invece, ritengo che all’inizio non siano così fondamentali.
Questo lavoro ha di approfondimento mi ha permesso di rispolverare alcuni
manuali di allenamento che da tempo non sfogliavo e interessarmi anche
all’aspetto più teorico di questo sport. Mi sarebbe piaciuto scrivere
maggiormente in dettaglio e inserire più foto ma è uscito già un lavoro molto
lungo così.
Elisa: Con questo progetto ho sicuramente imparato molte cose nuove
sull’arrampicata sportiva. L’aspetto che mi ha sorpreso maggiormente è
l’importante ruolo che la mente gioca durante la scalata: e quindi non si tratta
di uno sport che richiede unicamente capacità fisiche.
Tuttavia, uno dei motivi che mi fa venire voglia di conoscere maggiormente
questo sport, è il fatto che l’arrampicata permette di incontrare sempre persone

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nuove, conoscere posti altrimenti mai visti e vivere esperienze memorabili.


Sono felice di aver lavorato con una persona ferrata in questo campo.

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Bibliografia e sitografia
Alessandro “Jolly” Lamberti, Jollypower vol.1, Versante Sud (3a edizione 2018)
Fabio Palma, Allenare i giovani all’arrampicata sportiva, Versante Sud (2019)
Jerry Moffat, Topo di falesia, Versante Sud (2009)
SportArrampicata – Periodico della F.A.S.I (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana)
Estratto: https://besport.org/sportmedicina/free_climbing.htm#:~:text=Nell'arrampicata%20la%20capacit
%C3%A0%20massima,'avambraccio%20e%20della%20mano).&text=La%20capacit%C3%A0%20di%20forza
%20non,e%20quindi%20dalla%20coordinazione%20motoria

IFSC – International Federation of Sport Climbing


https://www.ifsc-climbing.org/

CAS – Club Alpino Svizzero


https://www.sac-cas.ch/it/

Sito G+S:
https://www.jugendundsport.ch/it/sportarten/sportklettern-uebersicht.html

Salewa:
https://www.salewa.com/it-it/expertise/tipi-di-arrampicata

Ortovox:
https://www.ortovox.com/it/safety-academy-lab-rock/capitolo-1-conoscenze-base-di-arrampicata-in-ambiente/i-pericoli-in-montagna

Olìunid:
https://www.oliunid.it/blog/lo-sviluppo-della-mobilita-articolare-in-arrampicata-oliunid-is-training/

Storia dell’arrampicata:
http://www.espertiformatorisportivi.it/Arrampicata%20Sportiva/Dispensa-storia-dellarrampicata-sportia.pdf

Benefici dell’arrampicata:
https://www.montagna.tv/122837/tutti-i-benefici-dellarrampicata-sportiva-lo-sport-che-fa-bene-tanto-al-corpo-quanto-alla-mente/

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Immagini
In copertina: (in alto a sinistra) Janja Garnbret, sul blocco di finale. (Tokyo 2020)
(in alto a destra) Mickael Mawem, nella finale di speed. (Tokyo 2020)
(in basso al centro) Alberto Gines Lopez, sulla finale lead. (Tokyo 2020)

Img.1: Alexander Megos, sospensione monobraccio su tacca da 15mm con 24kg di carico
Img.2: Alannah Yip, coppa del mondo (boulder), Vail 2018
Img.3: Alexandra Miroslaw, coppa del mondo (speed), Hachioji 2019
Img.4: Miho Nonaka, coppa del mondo (boulder), Münich 2018
Img.5: Alexander Megos, coppa del mondo (lead), Chamonix 2019
Img.6: Miho Nonaka, (boulder), olimpiadi Tokyo 2020
Img.7: Alessandro Zeni, su Eternit 9a+ (lead), 2 novembre 2020
Img.8: Janja Garnbret, coppa del mondo (boulder), Innsbruck 2021
Img.9: Nina Caprez, Silbergeier 8b/8b+ (250m), prima femminile, estate 2011
Img.10: Tomoa Narasaki, coppa del mondo (boulder), Meiringen 2018. (Edit: Giacomo)
Img.11: Jacob Schubert, atleta Mammut, allenamento alla trave
Img.12: Climbing Ranch (Slovenia), spray wall
Img.13: Tyrel Fuller, campus board (FrictionLabs)
Img.14: Alexander Megos, Bibliographie 9b+/9c, Céüse agosto 2020
Img.15: Vita Lukan, coppa del mondo (lead), Chamonix 2021
Img.16: Adam Ondra, Margalef 2021

Img.14 Img.15 Img.16

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