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definizione di DOPING: Pag.

442-444 libro

«Uso di sostanze o metodi che per natura, dosaggio, metodo e applicazione, sono nocivi
alla salute e/o possono migliorare la prestazione fisica».
(Movimento Olimpico – Codice antidoping 1° gennaio 2000)

La definizione nel tempo si è rivelata incapace di comprendere il fenomeno doping

«Doping è il verificarsi di una o più violazioni delle norme sportive antidoping contenute nel
Codice mondiale antidoping»
(Codice WADA, World Anti-Doping Agency 1° gennaio 2009)
https://www.figc.it/media/131251/codice-sportivo-antidoping-di-nado-italia_csa_-1.pdf
La presenza di una sostanza vietata o dei suoi metaboliti o marker nel campione biologico
dell’Atleta ( Responsabilità oggettiva dell’atleta: personalmente responsabile)
• Possesso di sostanze vietate e ricorso a metodi proibiti
• Mancata reperibilità (Whereabouts Failures)
• Complicità.
• ……………………………………..
Pag. 444 libro

Sono violazioni del codice antidoping:

• L’uso o il tentato uso e anche solo il possesso di una sostanza vietata o di un


metodo proibito.

• Il rifiuto o l’omissione di sottoporsi a prelievo di controllo.

• L’omessa comunicazione di informazioni utili per la reperibilità dell’atleta.

• La manomissione o il tentativo di manomissione di una qualsiasi fase dei controlli.

• Il traffico o la somministrazione di sostanze vietate o di metodi proibiti.


PERCHE COMBATTERE IL DOPING? pag.442

EFFETTI COLLATERALI: causa rilevanti danni organici e psichici, a volte irreversibili e


mortali. Come i farmaci non agisce solo dove si vorrebbe

ETICAMENTE SCORRETTO: va contro i principi di lealtà sportiva . Crea un vantaggio


acquisito slealmente che non permette uguali condizioni di partenza

PROBLEMA SOCIALE: la diffusione tra i giovani crea una mentalità e un substrato


culturale che tende a ricercare scorciatoie al fine di evitare fatiche e sacrifici. Si Vuole
tutto e subito, non si accettano i propri limiti e ogni mezzo è consentito per emergere.

E’ UN REATO: la legge 367 del 2007 considera il doping reato Penale


DI CHI SONO LE RESPONSABILITA’
DEL FENOMENO DOPING?

ATLETI, ALLENATORI, SOCIETA’ SPORTIVE: ricerca del risultato più che della graduale
formazione e crescita dell’ uomo e dell’ atleta. Già nelle categorie giovanili si
dimentica la dimensione educativa e formativa dello sport.
…E I GENITORI….? Sono complici di questo atteggiamento o lo condannano?....

CASE FARMACEUTICHE: ricerca e sviluppo di nuove sostanze a fini economici. Nuove


sostanze per eludere i sistemi di controllo
…E LA POLITICA…? Sottovaluta il problema o ha interessi da preservare?....
MEDICI: alcuni prescrivono farmaci non a scopo terapeutiche o senza le giustificate
condizioni…

IL SISTEMA SPORTIVO: pressione mediatica sul risultato ( esaltazione estrema della


vittoria e della sconfitta) , interessi economici altissimi, gare estreme….
Origini e storia del doping
TO DOPE = DROGARE

Deriva da «DOPE» : sostanza alcolica


stimolante utilizzata per Antichi riti
tribali sudafricani

atzechi, greci, romani….: usavano


funghi, semi, cactus per migliorare
prestazioni, resistere alla fatica,
stimolare i cavalli…

NELL’ ERA MODERNA IL DOPING SI SVILUPPA INSIEME AL PROFESSIONISMO


A PARTIRE DAL XX SECOLO.
TAPPE FONDAMENTALI DELLA STORIA DELL’ EVOLUZIONE DEL
FENOMENO DOPING NELL’ ERA MODERNA

Agli inizi del xx secolo il fenomeno era tacitamente ammesso. Si usavano preparazioni rozze, senza
dati certi della loro efficacia o di altri effetti.
➢ 1886: primo caso morte accertata per doping del ciclista Linton.

Negli anni cinquanta fanno la loro comparsa le anfetamine.


➢ 1952: alle olimpiadi di Helsinki, Melbourne ( 1956) e Roma ( 1960) molti
atleti con problemi legati all’ eccesso di anfetamine e atleti morti spingono a
riconoscere il problema
➢ 1960: primi test antidoping e condanna delle sostanze dopanti a livello internazionale. Prime leggi
antidoping.
➢ 1968: il CIO rende ufficiale la prima lista di sostanze proibite

Negli anni ottanta:


➢ si passa dal doping per la performance al doping per la preparazione. Quindi Sostanze assunte
lontano dalle competizioni e dai controlli antidoping.
➢ Utilizzo di steroidi anabolizzanti in modo sistematico ( guerra fredda imponeva supremazia anche
nello sport)
➢ Nasce il doping ematico: eritropoietina trasparente ai controlli perché non rintracciabile nelle urine

➢ Negli Anni novanta


➢ 1997: viene introdotto l’ esame del sangue per i controlli ( controllo dell’ematocrito per l’EPO)
➢ 1998: questione Festina e situazione critica nel ciclismo
ANNI 200: Una politica antidoping basata sulla sola tutela della salute non è più
sufficiente, si comincia a fare prevenzione e a perseguire penalmente

➢ legge 376 del 2000


PREVEDE LA RILEVANZA PENALE PER USO, PROCACCIAMENTO, PRESCRIZIONE E
SOMMINISTRAZIONE

VIENE ISTITUITA UNA COMMISSIONE DI CONTROLLO CHE OGNI 6 MESI DEFINISCE


LE SOSTANZE E LE PRATICHE DOPANTI ( pag. 443 libro)
➢ decreto del 19 maggio 2005
viene imposta chiarezza inequivocabile sui foglietti illustrativi dei farmaci riguardo
alle sostanze contenute e ai loro effetti, per chiarire anche gli effetti di farmaci
mascheranti

SUI FARMACI «VIETATI» VIENE APPOSTO UN BOLLINO CHE LI IDENTIFICA


LA LISTA ANTIDOPING

La Lista Antidoping
comprende diverse categorie:

1.sostanze e metodi sempre proibiti (in competizione e fuori);


2.sostanze e metodi proibiti in competizione;
3.metodi proibiti;
4. sostanze proibite in particolari sport

https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_4.jsp?lingua=italiano&tema=Prevenzione&area=antiDoping : lista sostanze proibite


SOSTANZE E METODI SEMPRE PROIBITI (IN COMPETIZIONE E FUORI);

VI SONO SOSTANZE (SPECIFICAMENTE ELENCATE)


CONSIDERATE SEMPRE PROIBITE:

la loro presenza rilevata in qualsiasi quantità, sia in competizione sia al di


fuori delle gare, e il loro semplice possesso sono considerati doping.
STEROIDI
EFFETTI RICERCATI
ANABOLIZZANTI pag 445 Hanno composizione e azione simile al testosterone, ma
possiedono azione virilizzante ridotta. Come il
testosterone, aumentano la massa muscolare e la
COSA SONO resistenza allo sforzo permettendo allenamenti intensi e
Gli steroidi anabolizzanti androgeni (SAA) sono derivati conseguentemente più efficaci; riducono la massa grassa
sintetici del testosterone, ormone sessuale maschile e favoriscono il recupero dopo lavori intensi.
prodotto nei testicoli e responsabile delle modifiche
tipiche della differenziazione sessuale maschile
(caratteri sessuali secondari) e dell’aumento della massa
muscolare e della forza (effetto anabolico)
nell’adolescenza e nell’età adulta

EFFETTI COLLATERALI
Una loro assunzione ingiustificata,:
• altera la funzionalità di tiroide, fegato e reni, con alta
incidenza di tumori al fegato.
• L’introduzione esogena di ormoni che svolgono la stessa
funzione del testosterone porta all’inibizione della
produzione naturale dell’ormone,
• perdita di elasticità del tessuto connettivo muscolare,
con conseguenti rotture tendinee,
• una precoce saldatura delle cartilagini di accrescimento
con arresto della crescita staturale.
• Nelle donne conduce a virilizzazione e provoca gravi
danni all’apparato sessuale
EFFETTI RICERCATI
I DIURETICI pag 445
• Sono in grado di provocare in poche ore una
riduzione del peso corporeo da 1 a 3 kg.
• Permettono inoltre di diluire o eliminare
rapidamente eventuali sostanze illecite attraverso
l’urina
COSA SONO
Sono farmaci che favoriscono l’eliminazione di liquidi
attraverso la diuresi. In genere vengono assunti da
atleti che praticano attività sportive dove esistono
categorie di peso (come la lotta, il sollevamento pesi, il
pugilato) allo scopo di rientrare nella categoria di gara
inferiore.

EFFETTI COLLATERALI
Il loro impiego comporta gravi rischi. La riduzione della
Cal Crutchlow: “Il doping non è solo ciclismo. massa liquida non interessa solo il tessuto sottocutaneo ma
Diuretici presenti anche nel motomondiale” anche le cellule e il sangue: l’atleta non perderà solo urina,
ma subirà
«Stiamo parlando di reidratazione, contenimento del • la diminuzione del volume liquido del sangue circolante,
peso. Qui non sono ammesse scorciatoie e so per certo
con conseguente abbassamento della pressione
che c’è chi ne fa uso. C’è chi prende diuretici perché non
vuole passare ore ad allenarsi».
arteriosa e minore fluidità del sangue stesso (rischi di
trombosi);
• difficoltà di termoregolazione e blocco del sistema di
sudorazione, con rischio di grave disidratazione
ORMONI: dal greco «mettere in movimento»: alcuni sono strettamente
ORMONI pag 446 collegati all’attività fisica e allo sport
COSA SONO
Gli ormoni sono “messaggeri” chimici, prodotti dalle ghiandole endocrine, che agiscono su organi bersaglio con lo scopo
di regolare specifiche funzioni dell’organismo. Essi trasmettono segnali da una cellula all’altra, regolando il metabolismo
di specifiche cellule e organi o stimolando la produzione di altri specifici ormoni. Gli ormoni sono dunque prodotti
naturalmente dall’organismo. È l’assunzione di ormoni esogeni che ha effetto dopante ed è per questo che è vietata.
Appartengono a questa categoria l’eritropoietina, la somatotropina e la corticotropina
Gli eritrociti ( globuli rossi) sono le cellule più numerose del sangue: circa 4-6 milioni per
millimetro cubo. Sono privi di nucleo per lasciare più spazio all'emoglobina, una proteina in
grado di fissare l’ossigeno per trasportarlo alle alle cellule.

Se i tessuti non ricevono abbastanza ossigeno i reni aumentano la secrezione di


eritropoiteina e viceversa

l'aumento dei globuli rossi diminuisce infatti la fluidità del sangue, aumentando la
parte solida o corpuscolare (ematocrito). Questo aumento di viscosità causa un
innalzamento della pressione arteriosa (ipertensione) e facilita la formazione di trombi
che, una volta formatisi, possono occludere i vasi sanguigni (trombosi). Tale rischio
aumenta notevolmente in caso di disidratazione, come avviene solitamente nelle gare
di durata.
ORMONI pag 446

Diminuzione
massa grassa
Sviluppo massa muscolare e riduzione massa Ipertensione e aumento della glicemia, danni
grassa all’apparato sessuale.
Cessazione della produzione endogena

La necessità di sopportare sforzi prolungati e


intensi anche per 5 o 6 ore, senza perdere
lucidità nell’azione, ha contribuito alla
difFusione dell’EPO in discipline come il
ciclismo.

Dopo che è stato accertato il sistematico


utilizzo di EPO e di altre metodiche dopanti da
parte del campione americano Lance
Armstrong (nella foto), tutte le sue vittorie
sono state revocate.
SOSTANZE PROIBITE IN COMPETIZIONE PAG 448

Alcune sostanze sono considerate doping solo quando vengono usate o


ritrovate nei campioni biologici degli atleti durante o dopo una competi-
zione (non nei periodi di allenamento precedenti o successivi).

1. STIMOLANTI
2. NARCOTOCI E ANALGESICI
3. CANNABINOIDI
4. GLUCOCORTICOSTEROIDI
COSA SONO
Gli stimolanti (come le anfetamine e i derivati, la cocaina e
l’efedrina) agiscono sul sistema nervoso potenziando le
funzioni di tutto l’organismo. Lo stesso effetto lo provoca
STIMOLANTI
l’adrenalina, che però viene prodotta dal nostro corpo
nell’esercizio fIsico o in situazioni di stress

EFFETTI RICERCATI
• innalzano la pressione del sangue, la forza contrattile del
cuore e la profondità degli atti respiratori, favorendo
l’irrorazione sanguigna dei muscoli scheletrici;
• aumentano, inoltre, la concentrazione, la competitività e
la resistenza allo sforzo e riducono la percezione della
fatica.
Grazie a questi effetti farmacologici gli atleti hanno la
sensazione di effettuare una prestazione eccezionale; tali
sensazioni sono però seguite da una fase depressiva

EFFETTI COLLATERALI
• assuefazione e dipendenza,
• disturbi dell’umore e del sonno
• provocano inappetenza, anoressia, esaurimento
psicofisico
• possono generare problemi cardiovascolari
Uno stimolante prodotto naturalmente dal nostro organismo ( endogeno) è l’ormone
ADRENALINA.
L’adrenalina è detto «Ormone di attacco e fuga» perché prepara l’intero organismo a far
fronte a una minaccia e a reagire di conseguenza.
L’adrenalina accelera la frequenza cardiaca e la forza contrattile del cuore, dilata le vie
bronchiali ( per ottenere piu’ ossigeno) e esalta la prestazione fisica.
NARCOTICI E ANALGESICI
COSA SONO EFFETTI RICERCATI
Sono sostanze derivanti dall’oppio.
Fanno parte di questa categoria morfina, eroina, Narcotici e analgesici sono prevalentemente impiegati
metadone e pentazocina. negli sport di contatto, come la lotta e il pugilato:

• agiscono sul sistema nervoso riducendo la


percezione del dolore.
• inducono un temporaneo stato di euforia che
aumenta il senso di sicurezza e il prolungamento
dello sforzo

EFFETTI COLLATERALI

• La soppressione del dolore può portare l’atleta a


ignorare lesioni traumatiche gravi che potrebbero
causargli maggiori problemi in un secondo tempo
• tossicodipendenza
Il nostro organismo produce naturalmente degli oppioidi: le endorfine, per nascondere fatica e dolore e
trasmettere pace e tranquillità.

Dopo un’attività fisica prolungata ( bici, corsa, nuoto…) vengono rilasciate e ci fanno sentire appagati, rilassati di
buon umore e tolleranti con il prossimo e con noi stessi.

PER QUESTI MOTIVI L’ATTIVITA’ MOTORIA , SOPRATTUTTO IN AMBIENTE NATURALE, E’ CONSIDERATA UN


POTENTE ANTIDEPRESSIVO, CALMANTE E RILASSANTE

Molto correlate
all’attività fisica

Viene associata anche


agli sport di squadra
CANNABINOIDI GLUCOCORTICOSTEROIDI
EFFETTI RICERCATI EFFETTI RICERCATI

• riducono la tensione prima e durante la Sono farmaci antinfiammatori, con azione


gara stimolante sulla psiche,
• aumentano la pressione sanguigna e il
battito cardiaco dando una sensazione di • Servono a combattere la fatica e il dolore
euforia

EFFETTI COLLATERALI
EFFETTI COLLATERALI
• nuocciono alla prestazione perché
• diabete, ulcere gastriche, disturbi
alterano la coordinazione motoria e
cardiovascolari, ritenzione idrica e
cognitiva, diminuiscono la forza
alterazioni psichiche
• provocano confusione mentale e, ad alti
dosaggi, psicosi e allucinazionI
SOSTANZE PROIBITE IN PARTICOLARI SPORT PAG 449

ALCOOL BETABLOCCANTI
EFFETTI RICERCATI EFFETTI RICERCATI

• riducono la tensione prima e durante la Sono sostanze che agiscono inibendo l’azione dei recettori
gara e aumentano la sensazione di responsabili dell’aumento della contrattilità e della
rilassatezza: NON TREMANO LE MANI! frequenza cardiaca

Questo puo’ essere un vantaggio negli sport • La loro assunzione mette il cuore in uno “stato di
dove si richiede freddezza e precisione come il riposo” e contribuisce a ridurre gli stati ansiosi
tiro a segno e il tiro con l’arco
Questo puo’ essere un vantaggio negli sport dove si
richiede freddezza e precisione come il tiro a segno e il tiro
con l’arco
EFFETTI COLLATERALI

• Il divieto imposto dal CIO è motivato dal


fatto che sono minacciate la sicurezza e EFFETTI COLLATERALI
l’incolumità dell’atleta
• possono provocare
un arresto cardiaco
METODI PROIBITI PAG 450

• DOPING EMATICO ( trasfusioni si sangue e


auto-emotrafusioni)
• MANIPOLAZIONI FARMACOLOGICHE
• DOPING GENETICO

SOSTANZE NON SOGGETTE A RESTRIZIONE PAG 451

• INTEGRATORI ALIMENTARI
• AMINOACIDI A CATENA RAMIFICATA
• CREATINA
• CARNITINA
LA PRATICA DEL DOPING DI STATO

https://www.youtube.com/watch?v=xUWZmvVaqMU&t=1353s
Pedalare controcorrente: la storia di Maurizio Marchetti
Parlare di doping in termini positivi può apparire un ossimoro. Molti atleti sono stati segnati negativamente dalle vicende connesse
all’uso di sostanze dopanti. Ci sono però anche dei casi particolari in cui il nome di un atleta si lega al termine doping ma in maniera
potremmo dire “capovolta”. È questo il caso dell’ex ciclista professionista Maurizio Marchetti. Se si scorrono gli articoli di giornale a lui
dedicati compare sempre la parola doping. Ma la particolarità è che Marchetti era dall’altra parte della barricata. In altre parole, la sua
carriera da atleta e poi successivamente la sua vita complessiva sono state, e sono, segnate da una positiva “ossessione”: combattere il
doping. Per raccontare la storia di Marchetti dobbiamo tornare indietro di qualche anno. All’ inizio del 1996 questo ciclista di Sezze
(Latina) approda al professionismo dopo un’incoraggiante carriera dilettantistica testimoniata dal successo nella scalata del Block Haus
la terribile montagna abruzzese che tutt’ora incute un certo timore tra i corridori. Il contratto tra i pro’ arriva grazie alla Ideal di Marino
Basso. Purtroppo però per il ciclista laziale il 1996 sarà l’anno di ingresso e di uscita dal mondo del ciclismo professionista. Infatti,
Marchetti ha pagato la sua lotta serrata al doping di cui ora cercheremo di ripercorrerne le tappe. I dati da cui partire sono due. Il
primo: nel ’96 nel ciclismo i controlli antidoping venivano svolti soltanto sulle urine, come continua ad avvenire attualmente in alcuni
sport. Il secondo: la “Gazzetta dello Sport” iniziò, verso la fine del ’96, una campagna di stampa per denunciare il doping nel ciclismo e
avviare un dibattito tra corridori, 50 medici, opinione pubblica finalizzato a promuovere uno sport più pulito. Per esempio, il quotidiano
rosa diede la possibilità ai lettori di inviare dei fax sul tema poi pubblicati in alcuni articoli. Inoltre la Gazzetta avviò un dibattito
sull’opportunità di introdurre anche i test ematici nei controlli antidoping. In realtà, già nell’aprile ’96 al Giro di Romandia fu offerta per
la prima volta ai corridori la possibilità di sottoporsi in via sperimentale ai test sul sangue. Tuttavia i ciclisti rifiutarono di sottoporsi agli
esami perché non sarebbe stato garantito l’anonimato: «Vedevo corridori, tanti, anzi tantissimi volare in salita. Ricordo che nessuno
volle sottoporsi ai controlli quando arrivarono gli ispettori medici dell’Uci», ricorda Marchetti. Sul finire del ’96, comunque, in seguito
alla campagna avviata dalla Gazzetta qualcosa cambiò: «Se il sangue è malato fermiamoli» è il titolo di un pezzo comparso sul
quotidiano milanese il 17 novembre di quell’anno. Nel pezzo si dava conto del convegno dell’Aimec, l’Associazione Italiana Medici del
Ciclismo. I dottori del ciclismo stabilirono, in un documento, i valori del sangue al di sopra dei quali i corridori sarebbero stati fermati. I
medici sancirono in sostanza che con un ematocrito superiore al 50% e con un emoglobina al di sopra di 16,5 mg per cento c’erano
rischi per la salute dei ciclisti a causa della eccessiva viscosità del sangue. Per questo i corridori che superavano queste soglie sarebbero
stati fermati in via cautelare. I corridori accettarono queste condizioni ed i controlli ematici vennero realizzati per la prima volta nel
marzo del ’97 durante la Parigi-Nizza. Ma a Marchetti non andarono giù due cose. In primo luogo la generalizzazione che a suo dire si
stava operando nella campagna mediatica della Gazzetta e degli organi di stampa. In un articolo del 3 gennaio ’97 intitolato «Ecco i miei
valori ematici, divulgateli» il ciclista laziale manifestò tutta la sua irritazione: «Non ce la faccio più a leggere o a sentire che siamo tutti
drogati». Marchetti non ci stava ad essere apostrofato come “drogato” e volle anticipare tutti: in quell’articolo lanciò la proposta di
sottoporsi volontariamente ai controlli ematici presso l’Istituto di Scienza dello Sport dell’Acqua Acetosa a Roma. Pochi giorni dopo i
test furono realizzati e non fu riscontrato nulla di anomalo. Marchetti, nel suo piccolo, era entrato nella storia essendo il primo atleta a
sottoporsi a controlli sul sangue. Ma al ciclista questo non bastava. Per lui la lotta al doping era diventata una questione cruciale. Il
corridore contestava i criteri proposti dai medici ed accettati dai ciclisti (criteri validi ancora al giorno d’oggi). Marchetti senza mezzi
termini si mostrò contrario all’idea della soglia di ematocrito ed emoglobina stabilita dai medici al di sopra della quale fermare gli atleti.
Nel nostro incontro, Marchetti ha sentenziato: «Con l’introduzione di quelle soglie non si è fatto altro che legalizzare il doping».
Per arrivare a quest’affermazione l’ex ciclista ha spiegato che la soglia del 50% di ematocrito è comunque alta e non garantisce la “pulizia”
dell’atleta. Normalmente i valori di questo livello del sangue si attestano infatti intorno al 40-45%. Dunque, se un atleta ha, per esempio,
l’ematocrito al 43% i criteri proposti ed accettati dai corridori legittimano l’uso di doping per portare tale livello a ridosso della soglia consentita
migliorando così la prestazione sportiva. Inoltre secondo Marchetti quello che è importante valutare è l’andamento dell’ematocrito piuttosto che
il valore in sé. Normalmente, infatti, tale valore del sangue dovrebbe mantenersi stabile o diminuire nel corso di impegni concentrati come le
grandi corse a tappe. Insomma sbalzi del livello di ematocrito, seppur al di sotto della soglia del 50%, indicherebbero comunque qualcosa di
anomalo. Per una seria lotta al doping, Marchetti, riteneva necessario visionare la storia ematica dell’atleta. Non a caso il laziale rese pubblici
tutti i suoi valori ematici dal 1986 in poi. Inoltre, secondo Marchetti, era necessario monitorare l’andamento del valore dell’ematocrito: «Bisogna
tagliare la testa al toro con dei controlli periodici, senza soglie di ogni genere, io ho un valore x e posso dimostrare che durante la mia stagione
questo valore si muove di poco, di pochissimo, di niente, anzi si abbassa» dice il laziale in quell’articolo “choc” del 3 gennaio ’97. Insomma per
l’ex professionista le soglie non erano sufficienti per combattere il doping. Al contrario servivano la storia ematica dell’atleta e il monitoraggio
nel corso della stagione. Le posizioni del ciclista laziale non furono però ben accolte dal mondo del ciclismo: «Basso e la squadra si
complimentano con Marchetti per l’iniziativa presa ma poi non si fa vedere più nessuno e questo personaggio scomodo, perché in un modo o
nell’altro va a mettere il dito nella piaga del doping, resta senza contratto e termina la carriera da professionista», si legge in un articolo di Fabio
Rosati comparso su Liberazione il 31 luglio del 2001. Marchetti termina la sua esperienza da professionista non nel 2001 bensì nel 1996, lo
stesso anno in cui era entrato in quel mondo. Nel 1997, infatti, la Ideal non rinnovò al corridore il contratto. 52 Marchetti viene emarginato e
sente verso di sé tutto il gelo del mondo del ciclismo: «Dopo quella mia proposta non ho ricevuto nemmeno una chiamata da qualche
compagno di squadra». Escluso e deluso, l’ormai ex professionista però non si è dato per vinto. Forse in quel momento difficile ha capito
davvero che la lotta al doping era diventata per lui una sorta di “missione” da continuare a tutti i costi. Decide dunque di aprire un sito il cui
nome parla più di mille parole: www.tabudoping.it. Inoltre si presenta alla partenza di alcune tappe del Giro d’Italia Dilettanti per pubblicizzare il
suo impegno antidoping trovando però tanta indifferenza: «Era inutile insistere: quello è un mondo chiuso. Ho deciso allora di parlare di questi
argomenti con i ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori. Qui ho trovato invece grande interesse e voglia di collaborare». Di Marchetti,
dopo cinque anni di oblio sportivo e mediatico, causato dalle sue posizioni, si torna a parlare insistentemente nel 2002. Il 29 gennaio di
quell’anno compare sulla Gazzetta un articolo intitolato «Come si combatte il doping? A scuola». Nel pezzo si racconta l’iniziativa dell’ex ciclista
denominata «La scuola unico antidoto serio al doping». In sostanza Marchetti comincia a girare le scuole di Roma tenendo lezioni e conferenze
di antidoping nella convinzione che sia necessario lavorare per costruire una nuova cultura sportiva, quella che si allontana dall’idea del risultato
a tutti i costi. L’idea dell’ex ciclista riscuote successo: gli studenti sono interessati e parlano della sua iniziativa, oltre alla Gazzetta, anche Il
Corriere della Sera, Il Messaggero, l’Unità, Il Corriere dello Sport. Arriva anche un’apparizione televisiva nel 2004 al Maurizio Costanzo Show. Si
congratulano per la sua iniziativa l’Uci, la Wada e l’ex presidente del Coni, Mario Pescante. Marchetti diventa collaboratore dell’Ufficio Scolastico
del Lazio. Al giorno d’oggi continua a macinare, scuola dopo scuola, lezioni di antidoping convinto che educare sia la prima cosa da fare per
vincere il ricorso alla farmacia nello sport. In tal senso è significativa la conclusione del nostro incontro. Chiedo a Marchetti: «Rispetto a quando
correvi tu però si sono fatti dei passi avanti nella lotta al doping nel ciclismo, vero? Hai visto, per esempio, come sono andati pesanti con Da
Ros? E anche gli esami retroattivi sono una bella conquista no?». La risposta con cui ci salutiamo condensa il senso di tutta la nostra
chiacchierata e della “missione” di questo ex ciclista: «Il problema non è questo. Reprimere è già un 53 fallimento, vuol dire che abbiamo fallito
tutta la fase educativa. Occorre invece creare una nuova cultura sportiva. Io lavoro per questo».
L’atletica contro il doping (decalogo Fidal) 2

1. RICORDA sempre che l’uso di sostanze e/o metodi dopanti non solo può
danneggiare seriamente la salute, ma viola gravemente l’etica sportiva.

2. DIFFIDA del “fai da te” nell’assunzione di qualsiasi prodotto, sia esso


medicinale o naturale o integratore, per i più disparati motivi, perché una
eventuale positività doping non sarà mai giustificata dalla
inconsapevolezza.

3. PONI sempre la massima attenzione nell’assunzione, per qualunque


motivo, sia occasionale, che continuativa, di qualsivoglia prodotto
medicinale, “anche per malattia”.

4. INFORMA sempre il tuo medico o il tuo farmacista che sei praticante di


attività sportiva agonistica, allo scopo di evitare l’assunzione accidentale
di farmaci contenenti sostanze dopanti.

5. CONSERVA sempre le prescrizioni e le ricette mediche, in particolare in


caso di trattamenti infiltrativi locali o di utilizzo di prodotti a restrizione
d’uso (per esempio spray per l’asma o insulina per il diabete).
6. COMUNICA sempre alla Direzione Sanitaria Nazionale l’uso di prodotti per
malattie come asma e diabete, che sono consentiti solo previo invio di
informazione, certificazione e documentazione sanitaria di medico
specialista di struttura pubblica, a validità annuale.

7. DICHIARA sempre, al momento di sottoscrivere il modulo di un eventuale


controllo antidoping, qualunque prodotto assunto.

8. NON ASSUMERE mai prodotti soltanto perché indicati da messaggi


pubblicitari o promozionali, o consigliati da altri non esperti in medicina
dello sport, oppure, ancora peggio, provenienti da mercati paralleli.

9. SAPPI che molti prodotti venduti come integratori alimentari o per lo


sport, o come prodotti naturali, anche se notificati o autorizzati dal
Ministero della Sanità, possono essere inquinati occasionalmente o
stabilmente da sostanze dopanti, in grado di causare una positività nei
controlli antidoping.

10. NON DIMENTICARE che il doping è attualmente, oltre che un reato


sportivo, con le conseguenti sanzioni, anche un reato penale, secondo la
Legge 376 del 14 dicembre 2000, con possibilità di sanzioni sia penali che
amministrative.

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