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Quando l’uomo medio ritorna a casa stanco e spossato dal lavoro quotidiano, per mia esperienza personale

in genere si mette o davanti al computer o accende la televisione. Ed in ognuno di questi due casi non si
può non notare il fatto che, televisione o computer che sia, non si può far a meno di imbatterci nel mondo
dello sport, tramite telegiornali, incontri in diretta, trasmissioni dedicate, applicazioni. Lo stesso vale anche
per i film: infatti, come lo sport, sono una tra le maggiori fonti di intrattenimento. I film, come lo sport,
possono trasmettere valori oppure possono negarli, possono trasmettere emozioni, senso di appartenenza
(il classico “Abbiamo vinto!!!” quando non vinciamo noi, ma la nostra squadra del cuore, oppure il
riconoscimento di noi stessi nel personaggio di un film), possono far divertire ed hanno ancora molto altro
in comune. Ma è il caso di dire che i film e lo sport sono simili? Assolutamente no! Sono due cose differenti
per il semplice fatto che gli uni sono pensati con una trama ben precisa e che gli eventi che accadono in un
film non possono accadere nel momento esatto in cui noi lo guardiamo, quindi può essere oggetto a mille
revisioni, per non parlare poi degli effetti speciali, che falsano l’ambiente reale rendendolo come quello che
il copione esige. Lo sport, al contrario, è imprevedibile ed emozionante proprio per quel fattore di
imprevedibilità e non può essere ricondotto a nessuna regola se non alla prestanza fisica e mentale degli
atleti, valutati per la loro qualità per la prima volta dal vivo, senza che il valutatore sapesse già la qualità di
quell’atleta (con i film non è così, perché la scena è già montata e preparata quando si pone sotto gli occhi
del valutatore). Ho fatto questa premessa un po’ lunga per farvi notare che lo sport sta diventando sempre
più simile ad un film e le differenze che lo rendono diverso da esso si stanno assottigliando, soprattutto per
due fenomeni di cui avrete sicuramente sentito parlare: il doping e la frode sportiva.

In questo testo, però, non voglio trattare entrambi gli argomenti, perché così facendo, cercando di
attenermi alla lunghezza massima di un testo leggibile senza far macinare troppe considerazioni al povero
lettore, il quale credo preferisca una lettura leggera, potrei rischiare di tralasciare qualche argomento,
sminuendo così la gravità di questi fenomeni, quindi inizierò col doping, argomento più facile da digerire
per il lettore per la sua fama e la sua gravità facile da comprendere.

È chiamata doping la pratica di assumere sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il
rendimento fisico e le prestazioni dell'atleta assuntore di queste sostanze. Ora si può capire come il doping
sia una pratica eticamente scorretta ed immorale, nonché incoerente mettendola a confronto con la
definizione di sport, ovvero l'insieme di attività fisiche effettuate per fini salutistici, formativi e/o
competitivi. Il doping, essendo utilizzato nello sport è incoerente perché è contro i fini ultimi di questo.

Il doping non è compatibile con il fine salutistico dello sport semplicemente perché è dimostrato che, in
misura maggiore o in misura minore, OGNI tipo di doping fa male a chi lo usa, come è dimostrato da svariati
studi scientifici condotti da medici autorevoli di fama internazionale e degni di essere ascoltati come il
dottor Magni Luca, medico sportivo di fama internazionale. Il doping non è neanche compatibile con il fine
formativo dello sport proprio perché è contro quei valori che promuovono la competizione ad armi pari e
che caratterizzano lo sport, come la lealtà, il senso del sacrificio ed il valore che può essere racchiuso nel
classico motto tipico dello sport “che vinca il migliore”, altrimenti noto come “sportività”. Infine, lo sport
non è compatibile neanche col fine competitivo proprio perché non garantisce che la competizione avvenga
sullo stesso piano per tutti gli atleti partecipanti, quindi non la si può chiamare più competizione, perché
essa è per definizione dall’esito dipendente dalle esclusive possibilità dell’atleta, altrimenti e d’obbligo
aggiungere accanto al sostantivo “competizione”, l’aggettivo qualificativo “iniqua”.

Coloro che sostengono che il doping vada legalizzato, si fanno forti di due argomentazioni: il fenomeno del
doping è inestirpabile ed è la risposta alla richiesta di spettacolo da parte della società. Ci si può facilmente
opporre al primo argomento sostenendo che la deflagrazione e l’espansione di questo fenomeno, se non
può essere eliminata, può essere almeno attutita da campagne di sensibilizzazione e costanti controlli sugli
atleti, e comunque il fatto che il doping sia inestirpabile non giustifica il fatto che sia anche una pratica che
va contro ogni valore sostenuto dallo sport, come la lealtà e la correttezza verso gli altri partecipanti. Infatti,
lo sport agonistico può essere definito come un fronteggiarsi di atleti, cosa che il doping non permette
perché non fa confrontare più gli atleti in se, ma chi ha preso la sostanza dopante migliore e più efficace, il
che non rende lo sport agonistico una competizione fra atleti, ma una competizione fra medicinali. Infine,
riguardo alla richiesta di spettacolo da parte della società, abbiamo già dimostrato nella premessa come lo
sport si deve differenziare da un film per essere chiamato tale. Sport è l’abbreviazione di ella parola inglese
disport, che significa divertimento, ma è un tipo di divertimento assai differente rispetto ad un film, infatti si
trae divertimento dalla messa in scena del film, mentre nello sport si trae divertimento dalla realtà e
tangibilità dello stesso. Questo si può dimostrare osservando il comportamento dell’uomo medio, per il
quale è sempre migliore la visione di una competizione in diretta piuttosto che una registrata proprio per
l’effetto del tempo reale e per il gusto di sapere che nessuno sa con certezza come finirà la competizione,
ma si possono fare solo ipotesi più o meno veritiere su di essa. Dimostrato questo, possiamo affermare
infine che la società ha torto nel richiedere spettacolo dallo sport e non divertimento (la differenza la
abbiamo evidenziata prima), quindi se è in torto la pretesa della società e non lo sport, è la stessa pretesa
che deve essere “dopata” da un po’ di buon senso e non lo sport.

In conclusione e valutate tutte le argomentazioni costruite contro ed a favore del doping, possiamo
concludere che questo è una pratica ignobile, eticamente scorretta, immorale ed incoerente.

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