Sei sulla pagina 1di 2

Il fair-play, letteralmente “gioco-corretto”, possiamo definirlo come un comportamento sul quale ci si affida

a quella che è l’etica comportamentale di un individuo, che può essere applicabile in molti contesti
all’interno della nostra vita. Ma prima di prendere in considerazione quelli che sono i contesti in cui può
essere applicato e in che modo, cerchiamo di capire come e quando nasce questo termine.

Il termine e, in maniera più profonda, il concetto fair-play fa la sua prima apparizione in Inghilterra nel
periodo dell’Ottocento, concepito inizialmente per quelle che erano le competizioni sportive. Nel 1992,
infatti, il Consiglio d’Europa approva il Codice Europeo di etica Sportiva e il fair-play venne visto come un
elemento necessario per guidare l’approccio allo sport che vede come principi fondamentali la lotta ai
brogli, al doping, alla violenza fisica e verbale, alle discriminazioni. Altri principi a cui è legato il fair-play
sportivo possono essere per esempio il giocare divertendosi e con lealtà rispettando le regole, i compagni,
gli avversari, gli arbitri e gli spettatori. Un esempio concreto di quello che è un avvenimento di fair-play è
quello che avvenne recentemente al termine di Cagliari-Parma che finì 4-3. I sardi infatti ribaltano la
situazione recuperando da quella che era la vittoria del Parma, così i ducali vennero sconfitti e rischiarono la
retrocessione. Il giocatore del Parma, Jasmin Kurtic, preso da questa beffa, non regge e scoppia in lacrime;
al suo fianco c’è però Joao Pedro, giocatore del Cagliari, che al posto di esultare con i suoi compagni
preferisce consolare il rivale. Per esempio a mio livello personale mi accadde che qualche anno fa mentre
praticavo basket, durante una partita del “campionato” feci male ad un avversario che restò lì a terra
dolente e inoltre il fallo a suo favore non venne neanche fischiato e così mi lasciò tutto lo spazio libero per
poter andare a fare canestro. Io però travolto dai sensi di colpa e dal dispiacere, lasciai la palla e ritornai
indietro a soccorrere l’avversario, tra le urla dei miei compagni di squadra che mi stavano chiedendo cosa
stessi facendo. Infatti, secondo me, questi tipi di accadimenti che rendono lo sport quello che è una cosa
magnifica.

Con il passare del tempo viene preso in considerazione, come detto precedentemente, anche per i rapporti
politici e sociali e non più come solo modo di comportarsi ma anche come modo di pensare. Infatti questo
tipo di etica potrebbe essere usata nella vita quotidiana, come comportamento da seguire per evitare quelli
atteggiamenti scontrosi, irrispettosi, maleducati e violenti. Un piccolo esempio di fair-play nella vita, in un
contesto al di fuori di quello sportivo, può essere per esempio il semplice gesto di confortare un amico
quando sta male, soccorrere qualcuno per strada, essere gentili o fare del volontariato.

Ora riprendiamo il discorso fatto sul fair-play nel quale combatte anche l’utilizzo del doping in ambito
sportivo e di droghe in maniera più generale. Collegato a questo discorso c’è il discorso della dipendenza.
Ma cosa è?

La dipendenza è un’alterazione del comportamento che da semplice abitudine diventa una ricerca
esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella
condizione patologica. Questo comportamento nell’individuo a cui si verifica quindi lo porterà a perdere la
capacità di un controllo sull’abitudine. La dipendenza può essere sia fisica, se è prodotta da
condizionamenti biologici, oppure psichica, come la tossicodipendenza, che richiede interventi terapeutici
lenti e può portare alla sindrome di astinenza. Col passare del tempo la società si è evoluta e con esse le
dipendenze. Principalmente possiamo distinguere le dipendenze in vecchie e nuove.

Le vecchie dipendenze possono essere magari le dipendenze dalle droghe, già dall’antichità si usufruiva
delle droghe che potevano creare dipendenze come funghi allucinogeni, cannabis, oppio e successivamente
vennero create le droghe sintetiche con l’utilizzo di xanax, fentanil, carfentanil, dizepan e queste ultime
portano di conseguenza alla dipendenza di farmaci. Altre vecchie dipendenze sono quelle da alcol, caffè,
tabacco e sesso. Con il passare del tempo si è sviluppata la dipendenza dal gioco d’azzardo inizialmente
iniziata con le carte da gioco, poi col poker e successivamente con slot machine e siti di scommessa online.
Infatti con lo sviluppo della tecnologia sono uscite nuove tecnologie, come la dipendenza dall’Internet, dai
videogame e dalla televisione che portano a quello che è il fenomeno degli hikikomori, persone che cercano
di distaccarsi dalla vita sociale di persona e rifugiarsi nei videogames e in più in generale nell’Internet.

Dal mio punto di vista non sono mai stato dipendente a qualcosa, anche perché se ne fossi stato me ne
sarei accorto essendo una cosa gravissima. Magari ci sono stati periodi della mia vita dove ero in fissa con
qualcosa, tipo videogiochi o schedine, ma non ne ho mai abusato.

Potrebbero piacerti anche