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ATTUALITA’
Che cos’è?
ETIMOLOGIA: Sono varie le possibili origini della parola doping. Una è il lemma doop,
bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze cerimoniali nel XVIII secolo nel sud
dell'Africa. Un'altra teoria è che il termine derivi dall'olandese doops (una salsa densa) che
entrò nello slang americano per indicare la bevanda con la quale i rapinatori drogavano le
vittime mescolando tabacco e semi della Datura stramonium, o stramonio, che contiene
alcuni alcaloidi del tropano e causa sedazione, allucinazioni e confusione mentale. Fino al
1889 la parola dope era usata relativamente alla preparazione di un prodotto viscoso e
denso di oppio da fumare e durante gli anni novanta del XIX secolo allargò il significato fino
ad indicare qualsiasi sostanza narcotico-stupefacente. Nel XX secolo “dope” veniva anche
riferito alla preparazione di droghe destinate a migliorare la prestazione dei cavalli da corsa.
Il doping consiste nell'uso da parte di un atleta di una sostanza illecita, di una droga o di
una pratica medica a scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell'efficienza
psico-fisica durante una prestazione sportiva (gara o allenamento), agonistica e non. II
ricorso al doping avviene spesso in vista o in occasione di una competizione agonistica ed è
un'infrazione sia dell'etica dello sport, sia dei regolamenti dei comitati olimpici, sia della
legislazione penale italiana. Espone ad effetti nocivi alla salute, a volte anche mortali.
La problematica inizia a destare interesse già nell’antichità, al tempo dei Giochi Olimpici della
Grecia classica, quando gli atleti assumevano decotti e preparati a base di piante e funghi
dalle proprietà ‘particolari’ per aumentare la resistenza.
Stesso discorso per gli Antichi Romani, che associavano differenti tipologie di carni, a
seconda della disciplina, a sostanze stimolanti.
I guerrieri della mitologia nordica si affidavano a decotti preparati con un fungo alcaloide,
dotato di eccellenti proprietà stimolanti; in America del Sud si utilizzava una miscela a base
di coca, matè e guaranà; in America del Nord dilagava il peyote; in Africa la miscela
dopante era composta per lo più da foglie di cola, sostanze stimolanti e alcol.
Nella slide seguente 4 piante citate (rispettivamente coca, mate, peyote, guaranà)
Poco si sapeva degli effetti collaterali dati dalle sostanze somministrate, mentre evidenti erano i
miglioramenti in termini di struttura fisica e risultati agonistici, specialmente per le donne trattate con
ormoni maschili. Ciò ha portato a gravi danni fisici e psicologici per molti sportivi, fino a costringere la
pesista Heidi Krieger, visti gli ormai enormi cambiamenti nel fisico, a diventare uomo. Nel 1966 la
federazione internazionale del ciclismo (UCI) e la federazione calcistica internazionale (FIFA) introducono,
nell’ambito delle rispettive competizioni, i test anti-doping. Nel 1967 il Comitato Olimpico Internazionale
istituisce una commissione medica, preposta ai controlli e alle analisi, e definisce una lista di sostanze
dopanti, illecite e proibite. Un altro passo importante si registra nel 1988, quando il corridore Ben
Johnson risulta dopato durante le Olimpiadi di Seoul. A seguito di tale evento le autorità competenti
istituirono l’agenzia internazionale WADA (World Anti-Doping Agency) autrice del Codice Mondiale
Antidoping, successivamente sottoscritto dalle varie federazioni sportive.
Il fenomeno "doping" è un problema riguardante non solo l´etica sportiva, ma anche la salute
pubblica.
E´ quanto cita l´art. 1 della Legge 14 dicembre 2000, n. 376 che disciplina in Italia la tutela
sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping. Il doping è un reato penale,
punito fino a tre anni di reclusione (che possono diventare di più se insorgono danni effettivi
per la salute), se ad essere indotto ad assumere sostanze vietate per doping è un
minorenne o se, a distribuire le sostanze, è un dipendente del CONI.
Solo in presenza di condizioni patologiche dell´atleta documentate e certificate da un
medico e verificata l´assenza di pericoli per la salute, è consentito un trattamento
specifico con sostanze vietate per doping e la possibilità di partecipare ugualmente alle
competizione sportiva. Ma anche in questo caso il trattamento deve rispondere a
specifiche esigenze terapeutiche e la documentazione deve essere conservata e
tenuta sempre a disposizione dall´atleta. Il controllo anti-doping vero e proprio sulle
competizioni e sulle attività sportive spetta ad alcuni laboratori accreditati dal Comitato
Internazionale Olimpico (CIO).
In Italia
● i farmaci non vietati per doping, ma utilizzati per scopi diversi da quelli autorizzati
● i farmaci vietati per doping
● gli integratori, ovvero i prodotti salutistici, vale a dire tutti quei prodotti che servono a
reintegrare eventuali perdite di macro e micronutrienti (sali, aminoacidi, vitamine).
Farmaci non vietati per doping, ma utilizzati per scopi diversi da quelli autorizzati
Per quanto riguarda l´impiego di farmaci al di fuori delle indicazioni per le quali sono stati
sintetizzati, è opportuno ricordare che la loro somministrazione a persone non malate è
sempre pericolosa in quanto priva di finalità terapeutica, scopo fondamentale di un
medicamento. Tra i farmaci più usati gli antinfiammatori non steroideie i farmaci omeopatici.
Come effetti negativi possibilie comparsa di gravi reazioni avverse.
Farmaci vietati per doping
Tra i farmaci vietati per doping, la Eritropoietina (EPO) e i suoi derivati, gli anabolizzanti e gli
stimolanti.
La EPO è una glicoproteina prodotta dal rene che agisce stimolando la proliferazione e la
maturazione di globuli rossi. Il suo uso in medicina è relativo al trattamento dell´anemia nei
pazienti con insufficienza renale cronica. Per questo motivo (ossia per la sua capacità di
regolare la produzione dei globuli rossi e dunque di aumentare l´apporto di ossigeno nel
sangue), è molto diffusa tra ciclisti e maratoneti, costretti a prestazioni atletiche di lunga
durata. Il ricorso all´EPO comporta rischi non trascurabili per la salute dell'atleta, correlati
all'aumento della viscosità del sangue e della pressione arteriosa, come ictus, trombosi e
infarto del miocardio.
Nella pratica sportiva, l'utilizzo di steroidi anabolizzanti accresce lo sviluppo muscolare,
potenziando la forza fisica e la resistenza allo sforzo. Gli effetti negativi includono tossicità a
carico del fegato, degli apparati cardiovascolare e endocrino, sviluppo di tumori e disturbi
psichiatrici.
Gli stimolanti (ad esempio amfetamine, cocaina, efedrina, pseudoefredina, caffeina) sono
impiegati ad uso doping in quanto aumentano il livello di vigilanza, riducono il senso di fatica
e possono aumentare l'agonismo e l'aggressività. Altri effetti negativi comprendono disturbi
cardiovascolari fino ad aritmie anche mortali e veri e propri disturbi neurologici e psichiatrici.
Integratori alimentari
Gli integratori alimentari sono alimenti, che costituiscono una fonte concentrata di sostanze
nutritive, come vitamine e minerali, o altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico. Sono
presentati in forme predosate, come capsule, pastiglie, compresse, pillole, liquidi contenuti in
fiale, flaconi a contagocce e altre forme simili di liquidi e di polveri, destinati ad essere
somministrati in dosi unitarie. In ambito sportivo vengono spesso usati con la speranza di
incrementare la massa muscolare, ridurre il grasso corporeo, aumentare la velocità,
migliorare la resistenza ed avere un recupero più rapido. Sono facilmente reperibili in quanto
presenti anche sugli scaffali dei supermercati.
Dal punto di vista legale, non essendo considerati farmaci, non sono sottoposti ad una
rigorosa regolamentazione. Per quelli ad uso sportivo è prevista l´autorizzazione
ministeriale, per altri la semplice notifica presso il Ministero, ma ve ne sono innumerevoli altri
ancora, che vanno sotto il nome di prodotti salutistici (dai prodotti erboristici e dietetici a
quelli omeopatici, dagli antiossidanti alle tavolette energetiche).
Metodi proibiti
● il doping ematico;
● le manipolazioni chimiche e fisiche dei campioni di urina.
Nel primo caso, all´atleta vengono somministrati, per via endovenosa, sostanze di sintesi
correlate all´EPO che migliorano il trasporto di ossigeno nel sangue.
Ai Mondiali di calcio 1994, negli Stati Uniti, Diego Armando Maradona viene squalificato
dopo un controllo antidoping positivo all'efedrina, uno stimolante. Il Pibe de Oro ha sempre
parlato di complotto ai suoi danni. Nel '91, Maradona era già stato squalificato per cocaina.
Uno dei casi più celebri è quello di Marco Pantani: alla vigilia della penultima tappa del Giro
1999 che stava dominando, a Madonna di Campiglio, il suo ematocrito risulta troppo alto:
squalificato. Da quella che ha sempre ritenuto un'ingiustizia, Pantani non si riprese più, fino
alla tragica morte, il giorno di san Valentino del 2004.
Ancora un ciclista nei guai: nel 2010 allo spagnolo Alberto Contador viene riscontrato la
positività al clenbuterolo, che brucia grassi e rafforza i muscoli: il "Pistolero" nega, dice che è
colpa di una bistecca "contaminata", ma si vede togliere un Giro e un Tour, e quando torna
non è più un fenomeno come prima.
Uno dei casi piu' recenti è quello del marciatore italiano Alex Schwazer; oro nella 50 km di
marcia a Pechino 2008, prima di Londra 2012 è trovato positivo all'eritropoietina. Niente
Olimpiadi. Prova a tornare, ma nel 2016 l'altoatesino ci ricasca, positivo ai metaboliti di
testosterone. Lui si proclama innocente. Nel 2022 viene assolto, condannato l’accusatore
per diffamazione.