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IL LANCIO DEL DISCO

STORIA

Il lancio del disco è una specialità sia maschile che femminile dell’atletica
leggera in cui l’atleta cerca di scagliare il più lontano possibile un attrezzo
di forma lenticolare, il disco appunto. Questo uno degli sport più antichi,
che trova le sue origini nell’antica Grecia, dove veniva praticato con
attrezzi maggiorati rispetto a oggi: aveva diametro pari a 15-20cm e peso
di circa 5Kg, mentre oggi ha un diametro di 180-182mm e peso di 1Kg per
le donne e 2Kg per gli uomini. Questo ce lo testimonia la celebre statua
“Discobolo” di Mirone che raffigura un atleta nell’atto di scagliare il disco.
La statua originale venne realizzata nel 455 a.C. da Mirone di Eleutère,
antico scultore greco, per la città di Sparta. Era fatta di bronzo, ma
purtroppo non è giunta fino a noi e oggi abbiamo solo delle riproduzioni
marmoree romane. Tale statua riproduce fedelmente le tensioni del corpo
umano impegnato in un’azione. L’atleta, nudo, è colto nel momento preciso
in cui sta per lanciare il disco, impugnato nella mano destra: per questo il
busto è piegato in avanti e ruota verso destra insieme alla testa, che è
rivolta in direzione del braccio, sollevato e disteso all’indietro per
prendere più slancio. Il braccio sinistro invece si appoggia quasi
verticalmente sopra il ginocchio destro. La gamba destra, piegata, è quella
portante e il piede poggia completamente a terra, mentre la sinistra è
arretrata per ragioni di equilibrio e posa solo la punta del piede, creando
così l’impressione di un accorciamento della parte inferiore del corpo e di
una preponderanza di quella superiore. La semirotazione del busto, è
indispensabile per imprimere al disco il movimento rotatorio, necessario al
buon esito del lancio. La contrazione dei muscoli è in contrasto con
l’espressione rilassata del viso che non presenta segni di sforzo. Nella
statua c’è una perfetta sintesi tra dinamismo ed equilibrio ottenuta
mediante uno schema compositivo geometrico. Tutta la figura traccia con
il suo movimento due grandi archi. Il primo arco percorre tutto il corpo e
poggia sulla gamba destra, mentre il secondo comincia dal disco prosegue
lungo le due braccia fino all’appoggio sul ginocchio e termina con la gamba
sinistra indietro. Sembra quasi un meccanismo a molla che si carica
raccogliendo tutte le energie prima di liberarle nel lancio; infatti il
Discobolo viene colto nel momento di massima tensione, un attimo prima
del lancio. Mirone sceglie di rappresentare l’atleta in questo momento
perché l’azione mette in moto tutti i muscoli del corpo, mettendo in
evidenza tutti i caratteri fisiologici che lo interessavano.

Tale sport è quindi sempre stato praticato fin dai tempi più antichi. Era
già presente nei giochi della prima Olimpiade moderna, che si tenne il 6
aprile 1896 ad Atene nello stadio Panathinaiko. Vi parteciparono nove
atleti provenienti da sei paesi diversi. Allora il disco pesava 2,5 Kg. La
tecnica di lancio usata non consisteva come oggi nella caratteristica
rotazione ma nella sola torsione del busto, seguendo il modello della
statua di Mirone. Molti dei partecipanti alla competizione non avevano mai
lanciato un disco prima di allora: fu la prima volta che si tenne questa
disciplina in una competizione internazionale del calibro delle Olimpiadi.
Oltre alla tecnica era diverso anche il regolamento, infatti si disputò
direttamente la finale senza qualificazioni, dove tutti gli iscritti avevano
diritto a tre lanci. Venne poi stilata una classifica e i quattro migliori si
contesero le medaglie con ulteriori due tiri a disposizione. Nel podio
salirono lo statunitense Robert Garrett con un lancio di 29,15m e i due
greci Panagiotis Paraskevopoulos e Sotirios Versis, con lanci di
rispettivamente 28,95m e 27,78m.
Il lancio del disco da quella prima Olimpiade moderna fu sempre più
conosciuto in tutte le parti del mondo, e ogni volta gli atleti che
partecipavano a tale disciplina erano sempre più numerosi. Tuttavia erano
soltanto uomini. Infatti fin dalle origini nell’Antica Grecia il lancio del
disco e più in generale ogni singolo sport, era riservato ai maschi e alle
Olimpiadi, celebrate ogni quattro anni, le donne non potevano nemmeno
assistere! Ma verso la fine del XIX secolo iniziò a svilupparsi il movimento
olimpico moderno che tra i suoi ideali annoverava il carattere ecumenico
dello sport, considerandolo un’attività aperta a tutti. Ciononostante De
Coubertin, il barone francese che era stato il principale artefice del
movimento si opponeva fermamente alla partecipazione delle donne alle
gare agonistiche principalmente per l’influsso della società del suo tempo,
ma anche per una certa adesione all’ideale olimpico greco. Nonostante i
pregiudizi però le donne riuscirono a partecipare già alla seconda
Olimpiade svoltasi a Parigi nel 1900 anche se non in modo ufficiale in gare
di tennis, croquet, vela e golf. Nel 1908 a Londra, parteciparono trentasei
donne su un totale di 2008 partecipanti, sempre in modo non ufficiale in
gare di tiro con l’arco, pattinaggio, vela, tennis e gare con imbarcazioni a
motore. Nelle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 le donne furono ammesse
anche nelle gare di nuoto. Dopo la I Guerra Mondiale, nel 1920 le donne
parteciparono per la prima volta in forma ufficiale alle Olimpiadi.
Finalmente nel 1928, nei giochi Olimpici di Amsterdam, le donne ebbero la
possibilità di partecipare anche alle gare di atletica leggera, e quindi
anche al lancio del disco che per la prima volta compare come disciplina
anche femminile. Tra 2883 atleti, 290 erano donne!
La prima atleta donna a distinguersi nel lancio del disco, fu Micheline
Ostermeyer che vinse l’oro alle Olimpiadi di Londra del 1948, non solo nel
lancio del disco ma anche nel getto del peso; però la sua carriera durò
poco perché dopo tale successo alle Olimpiadi, decise di ritirarsi appena
due anni dopo, nel 1950.
Il lancio del disco è una disciplina che tutt’oggi molto praticata sia in
ambito femminile che in ambito maschile.
Il record mondiale del lancio del disco, oggi, è di 74,08m per gli uomini,
stabilito dal tedesco orientale Jurgen Schult il 6 giugno 1986, e di
76,80m per le donne, stabilito dalla tedesca orientale Gabriele Reinsh il 9
luglio 1988, entrambi stabiliti a Neubranderburg.
Però nel 1991 i ricercatori della Militarmedizinische Akademie Bad
Saarow iniziarono a fare molti studi sul doping. Sulla base di tali ricerche
pensarono che molti atleti della Repubblica Democratica Tedesca per
migliorare le proprie prestazioni abbiano fatto uso di doping. Poco dopo
vennero alla luce dei documenti che andavano a certificare che, tra il 1981
ed il 1984, erano state somministrate a Schult alcune dosi di Oral-
Turinabol. Questo è uno steroide anabolizzante sviluppato nella Germania
est agli inizi degli anni ’60, che veniva poi somministrato agli atleti
affinché essi avessero più muscoli e forza senza risultare positivi ai test
anti-doping. Veniva usato prevalentemente per il bulking, ma può essere
anche utilizzato per la costruzione di forza, oppure per guadagnare massa
magra. Turinabol fornisce gli effetti anabolizzanti in dosi più basse, di
conseguenza è usato sia per uomini. Per la sua composizione è più debole
di altri prodotti della sua categoria e perciò non viene rivelato dai test
anti-doping.
Per quanto riguarda l’Italia invece, il record maschile è detenuto da
Marco Martino con un lancio di 67,62m, eseguito il 28 maggio 1989 a
Spoleto, mentre il record femminile è detenuto da Agnese Maffeis con un
lancio di 63,66m, eseguito a Rieti il12 giugno 1996
LA TECNICA

Nell’atletica leggera una delle specialità più complesse dal punto di vista
tecnico è sicuramente il lancio del disco.
Queste sono le 4 fasi principali del lancio del disco:
1.PREPARAZIONE, l’atleta inizia ad oscillare per prepararsi alla
rotazione;
2.GIRO, è la fase nella quale avviene la rotazione del corpo, con anticipo
della parte inferiore, l’atleta accelera l’attrezzo;
3.RILASCIO, il lanciatore produce una velocità aggiuntiva, che viene
trasferita al disco immediatamente prima del rilascio;
4.RECUPERO, il lanciatore frena evitando di fare nullo.

I punti più complessi nel lancio del disco sono la rotazione, l’impugnatura
dell’attrezzo e la gestione del rilascio dell’attrezzo (che deve tenere
conto degli aspetti aerodinamici e quindi metereologici).

L'IMPUGNATURA

L’impugnatura del disco è fondamentale per mantenere il disco in maniera


ferma per creare l’accelerazione e dare la giusta rotazione al momento
del rilascio:

• Il disco è tenuto sulle ultime articolazioni delle dita (falangi distali);


• Le dita sono poste sul bordo del disco;
• Il gomito è rilassato e naturalmente disteso;
• Il disco poggia sulla base della mano;
• Il pollice è appoggiato sul disco

PREPARAZIONE

La fase preparatoria serve a mettere l’atleta nelle condizioni ideali


all’inizio della rotazione, mediante un caricamento ed una pretensione del
corpo, delle spalle e del braccio:
• L’atleta ha le spalle verso la zona di lancio;
• Le gambe sono all’incirca alla distanza delle spalle, con le ginocchia
leggermente piegate;
• L’appoggio è sugli avampiedi;
• Il disco oscilla all’indietro, fino alla proiezione verticale della caviglia
sinistra;
• Nello stesso tempo il tronco ruota;
• Le braccia sono quasi all’altezza delle spalle

GIRO

In questa fase, detta anche costruzione del momento, l’atleta accelera il


disco mediante una rotazione anticipata della parte inferiore del corpo
rispetto a quella superiore. Ciò crea una pre-tensione.
Per comprendere meglio il gesto dividiamo questa fase in 3 ulteriori fasi:

1.Rotazione sull’avampiede sinistro;


2.Senza appoggio;
3.Inizio accelerazione del disco
Rotazione sull’avampiede sinistro
L’obiettivo è accelerare il disco preparando la fase senza appoggio:
• Ginocchio, braccio e avampiede sinistro ruotano in maniera attiva e
simultanea nella direzione di lancio;
• Il peso si sposta sulla gamba sinistra piegata;
• La spalla di lancio viene tenuta dietro il corpo;
• La gamba destra oscilla, bassa ed ampia, sulla parte posteriore della
pedana.

Senza appoggio
Questa fase è importante per costruire una pre-tensione nel tronco:
• Il piede sinistro spinge in avanti, quando le dita puntano nella direzione
di lancio;
• Il salto è radente con un’estensione incompleta della gamba di spinta;
• Il braccio di lancio è sopra l’anca e dietro al corpo;
• Il piede destro atterra attivamente di avampiede e ruota verso
l’interno;
• Il braccio sinistro si piega all’indietro lungo il petto;
• La gamba sinistra passa oltre sfiorando il ginocchio destro verso la
parte anteriore della zona centrale della pedana.

Inizio accelerazione del disco


Qui l’obiettivo è il mantenimento del momento e l’inizio dell’accelerazione
dell’attrezzo:
• La gamba destra è piegata;
• Gamba e piede destro ruotano immediatamente nella direzione del
lancio;
• Il braccio sinistro punta verso la parte posteriore della pedana;
• Il disco è all’altezza della testa;
• La gamba sinistra atterra immediatamente dopo quella destra;
• La fase di rilascio inizia quando entrambi i piedi sono appoggiati al suolo.
Posizionamento dei piedi durante la rotazione
Molto importante, nella fase di costruzione del momento, è la posizione
dei piedi sulla pedana, a supporto di una buona posizione del corpo e
dell’attrezzo:
• I piedi sono maggiormente distanziati rispetto alle spalle, il giro va
verso sinistra sull’avampiede sinistro;
• La gamba destra oscilla dalla parte esterna al centro della pedana;
• Il piede destro prende contatto sull’avampiede al centro della pedana, il
piede sinistro atterra subito dopo quello destro;
• La posizione di caricamento copre metà della pedana (posizione Tallone-
Alluce)

RILASCIO

Nella fase di rilascio viene prodotta una ulteriore accelerazione, che è


trasferita al disco un attimo prima di rilasciarlo. Per maggiore
comprensione dividiamo in 2 sotto-fasi:
1.Posizione di caricamento
2.Accelerazione principale

Posizione di caricamento
• Il peso si trova sulla gamba destra piegata;
• L’asse delle spalle è sopra il piede destro;
• I piedi sono in una posizione “tallone-alluce”;
• Il disco è visibile dietro il corpo (da posizione laterale)

Accelerazione principale
Questa è la fase di rilascio vera e propria, il lanciatore trasferisce la
velocità accumulata al disco:
• La gamba destra è in torsione e si estende in modo esplosivo;
• L’anca destra ruota verso la parte interiore della pedana;
• La parte sinistra del corpo è bloccata dall’estensione della gamba
sinistra e dal blocco del gomito sinistro che si trova piegato vicino al
tronco;
• Il peso del corpo viene spostato dalla gamba destra a quella sinistra;
• Il braccio di lancio si estende, dopo che entrambi i piedi hanno preso
contatto col terreno e dopo che l’anca ha effettuato la rotazione;
• Il disco esce dalla mano ad un’altezza leggermente più bassa rispetto a
quella della spalla (spalle parallele)

RECUPERO

L’atleta si stabilizza evitando il nullo:


• Le gambe cambiano posizione velocemente dopo il rilascio;
• La gamba destra è piegata;
• La parte superiore del corpo si abbassa;
• La gamba sinistra oscilla all’indietro.

LE LEVE DEL CORPO UMANO

Tutto l'apparato locomotore è basato su sistemi di leve. Esse sono


costituite da tre elementi: il fulcro, che è dato dall'asse di rotazione, la
potenza, che è data dal punto in cui viene applicata la forza e la
resistenza, che è data dal peso di un segmento corporeo e di un eventuale
carico aggiuntivo. Le leve possono essere di primo, secondo o terzo
genere.
Il nostro corpo può essere considerato come un insieme di leve aventi
come fulcro le articolazioni, come potenze i muscoli collegati alle ossa, e
come resistenza i pesi da spostare.
La leva che viene applicata nel lancio del disco è una leva di terzo tipo, in
cui la potenza si posiziona tra la resistenza e il fulcro.
Essa è la leva più frequente nel corpo umano ed è svantaggiosa. Nonostane
ciò essa consente, con un limitato accorciamento muscolare, uno
spostamento del segmento corporeo molto amoio e veloce.

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