Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PARALIMPICI
&
DISABILITA’
I GIOCHI PARAOLIMPICI SONO L’EQUIVALENTE DEI
GIOCHI OLIMPICI PER ATLETI CON DISABILITA’.
ORIGINI E STORIA
Nel 1944 medico britannico Ludwig Guttmann introdusse lo sport come forma di
ricreazione e come aiuto per i disabiliti, consapevole del fatto che i metodi tradizionali di
riabilitazione non erano più sufficienti per le necessità mediche e psicologiche dei soldati.
Nel 1948, fu lo stesso Ludwig Guttmann ad organizzare una competizione sportiva per
veterani della seconda guerra mondiale con danni alla colonna vertebrale, che prese il nome
da Stoke Mandeville, la cittadina del Buckinghamshire che ospitava annualmente tali gare.
Nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai Giochi di Stoke Mandeville, contribuendo a
dargli quel carattere internazionale che tuttora assumono.
Nel tempo, gli eventi sportivi per disabili si sono succeduti fino a dare origine alle
Paralimpiadi, le prime a Roma nel 1960, e le prime invernali nel 1976.
Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell'Istituto
Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), propose a Guttmann
di disputare l'edizione del 1960 a Roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII
Olimpiade.
Nel 1976 si tennero in Svezia, a Ornskoldsvik , i primi Giochi Olimpici Invernali
ufficialmente riservati agli atleti diversamente abili.
Vi parteciparono 250 atleti, provenienti da 14 Paesi. Si tennero gare di sci alpino e sci di
fondo per atleti amputati e non vedenti. Da allora i Giochi si sono tenuti regolarmente,
arrivando a prevedere cinque discipline: sci alpino, sci di fondo, biathlon, hockey su slittino,
curling su carrozzina.
Uno dei pionieri delle paralimpiadi invernali è stato l’austriaco Sepp Zwicknagl, che aveva
perso in guerra entrambe le gambe e sciava con protesi. Successivamente, molte soluzioni
tecniche vennero ideate e provate: dalle grucce terminanti in piccoli sci dalle protesi, ai
seggiolini-slitta, all’uso di una guida che a voce segnala le particolarità della pista all’atleta
non vedente.
Dal 19 giugno 2001 i Giochi Paralimpici sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi
Olimpici, grazie ad un’ accordo siglato tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il
Comitato Paralimpico Internazionale (IPC).
Dal 1994 al 2004 il logo dell'IPC era costituito da tre Tae-Geuk, in rosso, blu e verde, i tre
colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo. I tre Tae-Geuk simboleggiavano i
tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito.
"Mind, Body, Spirit" fu adottato dall'IPC come motto ufficiale. Durante il meeting del
Comitato Esecutivo tenutosi ad Atene nell'aprile 2003, è stato scelto un nuovo logo
paralimpico, in cui si trovano tre agitos (dal latino agito, ovvero io mi muovo) in blu, rosso e
verde come nel precedente. È un simbolo in movimento attorno a un punto centrale, il che
enfatizza il ruolo dell'IPC come raggruppatore degli atleti da ogni parte del mondo
COMITATO PARALIMPICO INTERNAZIONALE
Il Comitato Paralimpico Internazionale (CPI, a livello internazionale International Paralympic
Committee o IPC) è l'organizzazione internazionale non-profit che governa il Movimento
Paralimpico.
Il CPI organizza i Giochi Paralimpici estivi ed invernali, e funge da Federazione Internazionale per
12 sport, di cui quindi supervisiona e coordina l'organizzazione dei Campionati Mondiali e altre
competizioni.
La missione del Comitato Paralimpico Internazionale è quella di permettere agli atleti disabili di
raggiungere eccellenze sportive e di creare opportunità sportive per tutti a qualsiasi livello. Inoltre il
CPI si pone come fine la promozione dei valori paralimpici, che includono il coraggio, la
determinazione, l'ispirazione e l'uguaglianza.
Fondato il 22 settembre 1989, il CPI raggruppa 161 Comitati Paralimpici Nazionali distribuiti in
cinque continenti e quattro federazioni sportive internazionali specifiche per alcune tipologie di
handicap.
La sede del Comitato è a Bonn, in Germania.
Les Autres (gli Altri): atleti con un handicap che non ricade in nessuna delle categorie precedenti,
come coloro affetti da nanismo, sclerosi multipla o deformità congenite agli arti, come quelle
causate dal talidomide.
L'appartenenza ad una classe viene determinata attraverso un processo che può includere
valutazioni e osservazioni sia fisiche che tecniche, in occasione di una competizione o durante un
periodo di riposo dell'atleta. Le classi sono definite per ogni sport e sono parte integrante del
regolamento sportivo.
I codici di classificazione sono definiti dalle Organizzazioni Internazionali di sport per disabili che
fanno parte dell'Assemblea Generale del IPC. Essi si presentano normalmente nella forma tipo
XXyy, dove XX rappresenta una o due lettere che indicano la disabilità e yy indica una o due cifre
che rappresentano il grado di handicap dell'atleta. Più basso il numero, più alto il grado di
discapacità.
CP-ISRA
IBSA
L'International Blind Sport Association (Associazione internazionale dello sport per ciechi)
definisce due categorie per atleti con problemi di vista, contrassegnate dal prefisso B (Blindness,
ovvero cecità).
L'associazione utilizza per la classificazione un metodo basato sui sessantesimi: si esprime la
capacità visiva di un individuo in una forma del tipo x/60 per indicare che egli vede a una distanza
di x metri le stesse cose che una persona normale vedrebbe a 60 metri di distanza. Inoltre viene
anche considerato l'angolo visivo che riesce a coprire la vista della persona in oggetto. In questo
modo si definiscono tre classi:
B1: un atleta che non percepisce la luce in nessuno dei due occhi o che la percepisce ma non è in
grado di riconoscere la forma di una mano da alcuna distanza o direzione;
B2: un atleta che può riconoscere la forma di una mano e può vedere chiaramente con un parametro
di 2/60 o inferiore, e il cui campo visuale è minore di 5°;
B3: un atleta può riconoscere la forma di una mano e vede chiaramente con un parametro che varia
dai 2/60 ai 6/60 e che inoltre ha un campo visuale sopra i 5° ma sotto i 20°.
INAS-FID
International Sports Federation for Persons with Intellectual Disability (Federazione sportiva
internazionale per persone con ritardo mentale) definisce la classificazione delle persone con
handicap mentali.
ICSD
L'International Committee of Sports for the Deafs regola la partecipazione ai giochi olimpici
silenziosi (Deaflympics). Per poter partecipare alle olimpiadi silenziose, gli atleti devono avere una
perdita uditiva di almeno 55 Db nell'orecchio migliore e non usare alcun impianto cocleare.
FEDERAZIONI SPORTIVE PARALIMPICHE
Il Comitato Italiano Paralimpico riconosce 20 Federazioni Sportive Paralimpiche (FSP),
attraverso le quali organizza l’attività agonistica nazionale ed internazionale, fatta esclusione per i
Giochi Paralimpici estivi ed invernali, sotto la diretta responsabilità e gestione del CIP stesso.
PLURIVINCITORI ITALIANI
# Atleta
1 Roberto Marson 16 7 3
2 Maria Scutti 10 3 2
4 Luca Pancalli 8 6 1
5 Alvise De Vidi 8 3 3
6 Franco Rossi 6 3 4
MEDAGLIERE DEI GIOCHI ESTIVI
1960 Roma 29 28 23 80 1
1964 Tokyo 14 15 16 45 3
1968 Tel-Aviv 12 10 17 39 7
1972 Heidelberg 8 4 5 17 9
1976 Toronto 2 5 11 18 25
1980 Arnhem 6 5 9 20 20
1988 Seul 16 15 27 58 16
1992 Barcellona 10 7 18 35 14
1996 Atlanta 11 20 14 45 14
2000 Sydney 9 8 10 27 18
2004 Atene 4 8 7 19 31
2008 Pechino 4 7 7 18 28
2012 Londra 9 8 11 28 13
1980 Geilo 0 0 0 0
1984 Innsbruck 0 0 1 1
1988 Innsbruck 3 0 6 9
1992 Tignes-Albertsville 0 1 3 4
1994 Lillehammer 0 7 7 13
1998 Nagano 3 4 3 10
2006 Torino 2 2 4 8
2010 Vancouver 1 3 3 7
Totale 12 20 19 61