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DIRETTORE SPORTIVO
3 LIVELLO
SALSOMAGGIORE TERME (PR) 4-5-6, 11-12-13, 25-26-27
Novembre 2011
TITOLO:
LALLENAMENTO
FUNZIONALE
PER
LA
PREPARAZIONE
FISICA
DEL
CICLISTA.
DALLANALISI
BIOMECCANICA
DEL
MOVIMENTO, ALLA SUA APPLICAZIONE
Pagina 1
INDICE
1
PREMESSA
MOTIVAZIONI E CONSIDERAZIONI
2.1 MOTIVAZIONI
3.1.2
3.1.3
3.2.2
BIOMECCANICA
DELLA
PEDALATA
CHE
MUSCOLI
USIAMO
QUANDO
PEDALIAMO?
3.2.3
3.2.4
3.2.5
LE SPECIALITA DIVERSE.
LA VALUTAZIONE DELLATLETA
3.3.2
LA PROGRAMMAZIONE E LA PERIODIZZAZIONE
3.3.3
ATTREZZI
3.3.4
3.3.5
3.3.6
LALLENAMENTO
FUNZIONALE
COME
FORMA
DI
PREVENZIONE
DEGLI
INFORTUNI
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
Pagina 2
1 PREMESSA
Nel presente elaborato, intendo descrivere, come possibile integrare lallenamento classico outdoor di un
ciclista, con sedute di palestra indoor, che prevedano esercitazioni funzionali al modello di prestazione e
che possano migliorare il gesto atletico e la performance delatleta.
Allo scopo, provveder prima a fare una panoramica generale sullallenamento funzionale, per poi analizzare
la muscolatura e i vari movimenti che caratterizzano il ciclismo, elencare i benefici del funziona training, per
finire con la programmazione, la periodizzazione e alcune schede tipo.
Il sottoscritto non ha ancora un vero e proprio ruolo di Direttore Sportivo, ma quanto segue frutto di
esperienze personali con altri colleghi, corsi di formazione e testi scritti su cui mi documento, perci quello
che di seguito descriver, sar una mia esperienza applicata ad un gruppo di atleti che seguo presso alcune
palestre, o esercitazioni eseguite da atleti che ho potuto seguire durante lo stage, che applicano questa
metodologia di allenamento.
Pagina 3
2 MOTIVAZIONI E CONSIDERAZIONI
2.1
MOTIVAZIONI
Mi chiamo Argentini Emanuele, ho 33 anni, sono nato a Camposampiero (Pd) il 20 Gennaio 1979 e risiedo a
Massanzago, un piccolo comune di 8.000 abitanti, nellalta Provincia Padovana. Mi sono diplomato
Geometra nellanno 2000, ed ora esercito la Libera Professione come Geometra.
Spronato dai genitori e, favorito dal mio carattere attivo, gi dallet di 6 anni ho iniziato a praticare sport,
inizialmente nuoto fino allet di 12 anni, successivamente calcio fino allet di 20 anni, poi dopo un breve
periodo di stasi, ciclismo dai 24 anni fino ad ora, praticando un po tutte le specialit con la A.S.D.
PASSIONE SPORTIVA di Santa Maria di Sala (Ve). Ad oggi integro lattivit ciclistica, tenendo corsi invernali
in palestra e seguendo anche alcuni atleti amatori nella loro stagione agonistica.
Appassionatomi a questo sport, ho deciso di approfondirne anche il carattere tecnico-scentifico sotto
laspetto della preparazione e, a questo scopo, ho iniziato il percorso formativo previsto dalla Federazione
Ciclistica Italiana, cos a Dicembre 2010 ho conseguito la qualifica di Direttore Sportivo di 1 Liv. a Padova, a
Febbraio 2011 di Maestro di Mountain Bike e Ciclismo Fuoristrada a Creazzo (Vi) e ad Ottobre 2011 di
Direttore Sportivo di 2 Liv a Padova. Inoltre per integrare meglio le metodiche di allenamento, mi sono
qualificato con la F.I.F. Federazione Italiana Fitness come: Istruttore di Indoor Cycling Evolution nellAprile
del 2010, Istruttore di fitness 1 Liv. nellOttobre 2011, Functional Training Istructor nel Marzo 2012,
Suspension Workout nellAprile 2012, Barbell Training nel mese di Luglio 2012, Bodyweight & Joint Mobility
nel mese di Luglio 2012, Istruttore di Kettlebell Rkc nel Mese di Luglio 2012, cos da poter svolgere anche
corsi indoor in palestra con esercitazioni sempre pi specifiche e particolari.
Visto che la societ sportiva di cui faccio parte, non ha un settore dilettantistico, ed io non ho ancora
maturato significative esperienze sul campo, le mie considerazioni si sono sviluppate a fronte delle
spiegazioni teoriche in classe, dei testi scritti su cui mi sono documentato, dalle sedute di allenamento che
tengo assieme al mio piccolo gruppo di atleti amatori e delle ore di prova pratica del corso e, delle 60 ore di
tirocinio che ho frequentato presso ASD ZALF DESIREE FIOR di Castelfranco Veneto (Tv) con esperienze
anche presso la S.C. Isolana Novello Group di Isola Vicentina (Vi), lAssociazione Sportiva Dilettantistica
BMX Creazzo (Vi), la scuola di ciclismo fuoristrada Panther Boys di Padova, la G. C. di Robegano (Ve) e i
corsi che tengo in palestra presso la A.S.D. Multisport di Spinea (Ve), la A.S.D. Isola di Noale (Ve) e la
A.S.D. Vita Style di Trebaseleghe (Pd).
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fig. 1 le azioni primordiali: Torsione e slancio, trazione, elevazione, abbassamento, slancio, oscillazione, ecc.
Il nostro fisico non nato per selezionare e isolare movimenti: invece la completezza del gesto, composto da
sequenze omogenee di movimento, da migliaia di anni il motivo fortunato della nostra evoluzione. Cos
nellelenco degli esercizi che compongono questo sistema funzionale di allenamento, non vi saranno certo
quadricipiti alla Leg Extension o alzate laterali, ma esercitazioni come squat col bilancere (fig. 2) o
piegamenti delle braccia in appoggio su una palla medica (Fig. 3), tanto per far capire con due semplici
immagini quello che significa allenamento funzionale.
Lallenamento funzionale parte dai modelli passati e dallapplicazione delle pi recenti conoscenze e
metodologie. E al contempo condizionale e preventivo, perch si basa sul controllo del movimento, migliora
le capacit coordinative e si concentra sulla cintura addominale.
Riacquistare la consapevolezza del corpo per tornare ai massimi livelli di efficienza fisica e concretezza
operativa, dovr essere lobiettivo finale del processo rieducativo introdotto dal Functional Tainig
Il controllo della muscolatura addominale e lombare assume cos un ruolo primario nella prevenzione e nel
recupero di patologie muscolo/scheletriche e nel controllo della postura, ma anche nel miglioramento della
performance sportiva, infatti le funzioni principali del core sono:
- Trasferire le spinte degli arti inferiori;
- Trasferire gli slanci degli arti superiori;
- Compattare in sistema;
- Prevenire gli infortuni;
- Aumentare la percezione delle sinergie muscolari;
- Migliorare la prestazione.
Nel ciclismo, il movimento della pedalata enfatizza molto la muscolatura addominale e lombare, quindi una
muscolatura addominale e lombare tonica permette unazione pi efficace sul pedale evitando inutili
dispersioni di forza. Al contrario un Core debole, produrr un movimento meno efficace e potr favorire
linsorgere di problematiche alla colonna vertebrale.
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I muscoli che compongono il Core si possono dividere in due categorie a seconda della funzione che
svolgono: sistema stabilizzatore (Muscolatura locale) e sistema di movimento (muscolatura globale) e si
possono cos elencare:
SISTEMA STABILIZZATORE (Muscolatura locale):
Trasverso dellAddome, Obliquo interno,Multifido e Trasverso Lombare (di cui allego alcuni schemi per
individuarne la posizione e le principali funzioni)
TRASVERSO DELLADDOME
PRINCIPALI FUNZIONI
Aumenta
la
diminuendo
pressione
i
carichi
addominale
compressivi
lombalri;
-
Contribuisce
alla
preattivazione
nel
OBBLIQUO INTERNO
PRINCIPALI FUNZIONI
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MULTIFIDO
PRINCIPALI FUNZIONI
Contrazione
eccentrica,
controllo
flessione
TRASVERSO LOMBARE
PRINCIPALI FUNZIONI
-Quadrato dei lombi: flessione ed estensione del tronco, espiratore, flessore laterale del tronco,
stabilizzatore isometrico della colonna vertebrale;
-Adduttori: sono un complesso di tre muscoli posti a livello dellinguine, la loro principale funzione
addurre esternamente la coscia, flessione della coscia sul bacino.
-Quadricipite: un complesso di quattro muscoli, ma le sue principali funzioni sono: flessione
della gamba sulla coscia, estensione dellanca, extrarotazione;
-Ischio-Crurali: sono un complesso di tre muscoli posti nella parte posteriore della coscia, le loro
principali funzioni sono, flessione della gamba su coscia, estensione dellanca, extrarotazione.
-Grande gluteo: estensore ed extrarotatore del femore;
-Illeopsoas: un muscolo interno e le sue azioni sono, flettere e ruotare esternamente la coscia.
CATENA DI ESTENSIONE (fig. 1) Determina lestensione delle dita dei piedi, del ginocchio,
dellanca e del tronco. Se iperfunzionante pu causare: aumento dellappoggio metatarsale,
ginocchio recurvato, antiversione di bacino, aumento delle curve della schiena.
CATENA DI FLESSIONE (fig. 2) Determina la flessione delle dita del piede, del ginocchio,
dellanca e del tronco. Se iperfunzionante pu causare: dita a martello dei piedi, flessione del
ginocchio, retroversione di bacino, diminuzione delle curve della schiena.
CATENA DI APERTURA (fig. 3) Determina supinazione del piede (piede verso lesterno),
rotazione esterna di tibia e femore, allungamento funzionale dellarto inferiore, torsione e/o
apertura (spalle in dietro) del tronco. Se iperfunzionante pu causare: piede cavo-varo,
ginocchio varo, torsione di bacino e tronco.
CATENA DI CHIUSURA (fig. 4) Determina pronazione del piede (piede verso linterno),
rotazione interna di tibia e femore, accorciamento funzionale dellarto inferiore, torsione e
chiusura del tronco (spalle in avanti). Se iperfunzionante pu causare: piede valgo pronato,
ginocchio valgo, torsione di bacino e tronco.
E noto che lampiezza fisiologica delle articolazioni e del movimento che ne consegue, dipende dallo stato di
equilibrio delle tensioni muscolari che su di esse vengono applicate. E fondamentale perci valutare il
muscolo non come un singolo segmento, ma come ununit inserita allinterno di un sistema che crea o
stabilizza in movimento, si pensi per lappunto al sistema di muscoli agonisti ed antagonisti che si attivano
sinergicamente per stabilizzare un articolazione.
Le catene si possono cos classificare in funzione del movimento:
-
E importante precisare che il gesto sportivo si articola attraverso lalternarsi di catene muscolari aperte e
chiuse. Un esempio la corsa a piedi, quando larto in appoggio al terreno lavora con catena cinetica
chiusa, mentre quando larto in slancio, lavora con catena cinetica aperta. Tuttavia alcuni sport usano in
prevalenza determinate tipologie di catene cinetiche, un esempio ne il ciclismo che usa in prevalenza una
catena cinetica frenata, che vincola latleta su due punti fissi che sono il manubrio e la sella (o quasi, visto
che posso alzarmi dalla sella o lasciare il manubrio), mentre il punto mobile rappresentato dal pedale che
rappresenta una resistenza superiore al 15% del massimale.
Riferendoci comunque al modello di prestazione nel ciclismo e partendo dallaccurata analisi del movimento
di pedalata, si pu osservare come ci sia il coinvolgimento di pi muscoli uniti tra loro in catena. Questi
muscoli e apparati scheletrici, sono legati seguendo un preciso ordine, quindi non si potr pi parlare di
allenamento di un muscolo, ma di allenamento di un movimento.
essere ampliato in maniera logica, applicandolo alla totalit dei movimenti che caratterizzano il nostro sport,
infatti, che efficacia avrebbe la pedalata solo con lutilizzo del quadricipite, escludendo la caviglia e il busto?
Per molti anni le teorie di allenamento derivanti dellatletica, sono state trapiantate anche in altre discipline
sportive, pensando che i gesti atletici specifici fossero alla base dei movimenti, ma da subito ci si viene a
chiedere che correlazione vi sia fra uno skip o un salto, con la posizione statica in sella di un ciclista che
pedala? Inoltre recenti metodologie di allenamento, hanno inserito in modo massiccio lutilizzo di macchine
isotoniche, che isolano il movimento del singolo muscolo, a discapito della funzionalit del movimento. I
punto di partenza deve essere lanalisi della prestazione sotto laspetto cinematico e sotto laspetto
biomeccanico. Ecco perch di seguito elencheremo i motivi e le caratteristiche che rendono unico ed
efficace lallenamento funzionale.
I motivi perch lallenamento funzionale efficace sono i seguenti:
-
Evidenzia le limitazioni;
Migliora la postura;
Ma perch sia efficace, il lavoro funzionale deve possedere alcuni presupposti che devono sempre essere
inseriti nella singola seduta:
-
Esercizi di stimolazione del core: stimola tutti i muscoli della fascia addominale;
Infine, perch un esercizio possa essere definito funzionale deve possedere i seguenti requisiti:
-
Tridimensionale;
Bisogna inoltre ricordare che la maggior parte delle comuni esercitazioni, non prevedono esercizi in
rotazione, ma altrettanto importante precisare che il nostro corpo stato creato per ruotare, quindi le
esercitazioni in rotazione non possono essere trascurate.
Inoltre gli esercizi eseguiti su superfici instabili, creano una situazione di disequilibrio, che il nostro sistema
muscolare costretto a contrastare ricercando la situazione di equilibrio ottimale, ci aumenta la forza nei
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muscoli fissatori dellarticolazione, che comporter anche un aumento della forza generale e un
miglioramento della performance.
3.2.2 BIOMECCANICA
PEDALIAMO?
DELLA
PEDALATA
CHE
MUSCOLI
USIAMO
QUANDO
Dopo aver citato i presupposti su cui si basa lallenamento funzionale nel ciclismo, necessario analizzare
anche il modello biomeccanico in modo da capire i movimenti e la muscolatura coinvolta durante la pedalata.
Per convenzione, la pedalata, viene divisa in quattro fasi e secondo Jorge et Hull, nel 1985 la muscolatura
coinvolta nellazione di pedalata, viene cos schematizzata:
Come si pu notare, lazione di pedalata viene analizzata in senso orario ed, ad ogni angolazione, riferita al
punto morto superiore, vengono classificati i muscoli che intervengono nella pedalata, evidenziando anche la
fase di spinta.
Osservando attentamente, la sovrapposizione dei vari colori in pi settori contemporaneamente, si pu gi
capire che vi sono pi muscoli allopera durante tutta la fase di pedalata che lavorano sinergicamente per
ottimizzare lo sforzo. Si noti che nella fase di spinta (secondo questo schema da 25 a 160) vi sono ben
sette muscoli al lavoro, senza contare tutto quello che avviene a livello del rachide, del core e delle braccia.
Gi questo basterebbe a far capire che lallenamento deve coinvolgere un movimento e non un singolo
muscolo!
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Pi nello specifico e con successive rielaborazioni possiamo scomporre ogni singola fase come segue: (fonti
e disegni: Zeno Zani pedalare bene edilciclo editore e la preparazione atletica del ciclista manuale tecnico
Federaione Italiana Fitness a cura di Luca Piancastelli):
Fase 1 o fase di spinta: essa va da 20 della verticale a circa 145 rispet to al punto morto
superiore.
Lazione muscolare a carico di:
-
della
coscia
su
bacino
Fase 2 o fase di transizione da fase di spinta a fase di trazione: essa va da 145 della
verticale a circa 215 rispetto al punto morto supe riore.
Lazione muscolare a carico di:
-
della
coscia
su
bacino
Vasto
laterale
vasto
mediale:
sono
del
piede
responsabili
del
Pagina 13
Fase 3 o fase di risalita dinamica: essa va da 215 della verticale a circa 325 rispe tto al punto
morto superiore.
Lazione muscolare a carico di:
-
rappresenta
la
componente
Bicipite
femorale:
responsabile
Fase 4 o fase di chiusura: essa va da 325 della verticale a circa 20 rispet to al punto morto
superiore.
Lazione muscolare a carico di:
-
Vasto
laterale
vasto
mediale:
sono
del
piede
responsabili
del
C:
lasse
Non bisogna dimenticare che questi dati fanno riferimento ad atleti privi di anomalie fisiche come
paramorfismi e dimorfismi o comunque patologie e/o morfologie particolari. Inoltre con frequenze di pedalata
superiori ai 100 rpm, vi una maggiore componente di forza centrifuga, che deriva dal tallone e che induce il
piatto plantare ad inclinarsi verso il basso.
Come gi abbiamo visto in precedenza, nel ciclismo, il movimento della pedalata enfatizza molto la
muscolatura addominale e lombare, quindi una muscolatura addominale e lombare tonica permette
unazione pi efficace sul pedale evitando inutili dispersioni di forza. Al contrario un Core debole, produrr un
movimento meno efficace e potr favorire linsorgere di problematiche alla colonna vertebrale.
Si tenga inoltre conto che vi sono forti sollecitazioni oltre che a livello del bacino, influenzato dal movimento
del femore, anche a livello del gran dorsale che collega il bacino allomero. Il basculamento dal bacino, che
dovrebbe essere contrastato dallazione del quadrato dei lombi, a lungo andare una delle cause del
formarsi della lombalgia.
LE BRACCIA
Anche la muscolatura delle braccia fissate allarticolazione scapolo-omerale e alla colonna cervico-dorsale
sono animate da innumerevoli movimenti. In breve a livello del manubrio, le mani hanno unazione alternata
di trazione e spinta, il gomito, che dovrebbe rimanere leggermente flesso, ha la funzione di ammortizzare la
testa e il tronco in posizione di riposo, ma nei momenti intensi pu compiere dei movimenti di flessoestensione che contribuiscono alla trasmissione di energia meccanica. Se analizziamo anche il dorso, il collo
e la testa, effettuano uneffetto di trazione sulla ruota anteriore. Tutto quanto ci, a riprova che il nostro corpo
funziona con catene cinetiche e sistemi di movimento.
IL COLLO ED IL CAPO
Fino a qualche tempo fa si riteneva che questa zona non fosse interessata da movimenti, ma le analisi
moderne hanno evidenziato che i movimenti tipici di questa regione sono:
Flesso estensione della colonna vertebrale durante le fasi di pedalata;
Movimenti di oscillazione in rapporto al piano longitudinale del ciclista;
Movimenti di flesso-estensione della testa e della nuca.
Da alcuni studiosi questo movimento viene paragonato al movimento di un delfino che nuota, ad esclusione
della sua parte caudale (della coda).
IL GINOCCHIO
Un occhio di riguardo va dato inoltre allarticolazione del ginocchio, che nel ciclismo si trova ad essere
condizionata dal punto di fissaggio obbligato dellavampiede sul pedale (fonti e disegni: Zeno Zani pedalare
bene edilciclo editore).
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Da questo complesso schema, si evince che il ginocchio non lavora come una biella meccanica, compiendo
movimenti su un unico asse, bens continua a muoversi anche in senso laterale durante tutte le fasi di
pedalata.
E molto importante osservare il comportamento del ginocchio durante la fase di pedalata, perch questi
movimenti sono influenzati dai vari possibili paramorfismi del ginocchio e della tibia, come per esempio il
varismo e il valgismo.
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muscoli stabilizzatori, affinch queste modificazioni, a lungo andare non comportino patologia da
sovraccarico.
In funzione dellazione che compiono i muscoli, si possono dividere in:
-
A loro volta, i muscoli si possono dividere secondo gruppi che hanno caratteristiche diverse e per tali
andrebbero allenate, infatti scorretto proporre unesercitazione di tipo posturale con un elevata velocit di
esecuzione. In breve:
Muscoli tonici/posturali:
-
Si affaticano tardivamente;
Si contraggono pi lentamente;
Muscoli fasici/dinamici:
-
Si affaticano precocemente;
Sono pi deboli;
Quindi bene ricordare, che gli esercizi posturali, dovranno essere eseguiti a velocit di contrazione
moderata, mentre gli esercizi su muscoli dinamici, dovranno avere una contrazione ottimale, con velocit
variabile a seconda dellesercizio specifico.
LA MOUNTAIN BIKE
Sebbene la postura in mountain bike rispetti la
posizione che si assume con la bici da strada (stessa
altezza sella, stessa lunghezza di pedivelle, stessa
conformazione della sella), si pu notare che a causa
del terreno accidentato, il mountain bikers costretto
a svariate azioni in punta di sella durante le salite, in
fuori sella durante le discese e a continui movimenti
ammortizzatori da parte delle braccia e a momenti
in cui si costretti a scendere dal mezzo per
procedere a piedi. Non dimentichiamo inoltre che la
presa del manubrio deve essere molto sicura.
Questi fattori, non dovrebbero essere mai trascurati,
le esercitazioni a secco in palestra, dovranno quindi
prevedere
esercizi
specifici
per
busto,
spalle,
unelevata
forza
resistente
derivante
dalla
Pagina 19
IL BMX
La postura in bmx assolutamente diversa da
qualunque altra bici. Si pu notare che latleta non si
siede mai sul sellino, che anzi viene tenuto basso per
evitare che intralci le azioni de ciclista. Latleta pedala
praticamente in piedi, ricurvo sul manubrio, che per
loccasione alto e posto proprio in linea con le spalle.
Le braccia e le gambe, fungono da propulsori e,
letteralmente pompando con questi arti e sfruttando
salti e paraboliche che caratterizzano il circuito, si
procede per lunghi tratti senza quasi mai pedalare. E
una disciplina che richiede estrema destrezza, il mezzo
quasi il prolungamento degli arti inferiori dellatleta.
Questi fattori, non dovrebbero essere mai trascurati, le
esercitazioni a secco in palestra, dovranno quindi
prevedere esercizi specifici per tutto il corpo, gambe,
bacino, busto, spalle, schiena, dorso, braccia, mani e
zona cervicale. Un buon atleta di bmx deve avere un
ottima padronanza del mezzo.
Per quanto riguarda il modello di prestazione, bisogna
far notare che il fuori strada caratterizzato da
unelevata
forza
resistente
derivante
dalla
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Test biomeccanici;
Test su strada;
Mentre i primi tre test sono da ritenersi specifici e quindi da effettuarsi sul mezzo, gli ultimi due, sono a
carattere generale e pi appropriati per le esercitazioni da eseguirsi in palestra. Con questi test dovremo
valutare il movimento nella sua totalit, tenendo in considerazione il comportamento e la partecipazione
della muscolatura dinamica, stabilizzatrice e posturale. A seguito di queste analisi, le scelte metodologiche
che ne deriveranno potranno essere orientate in modo diverso. Di seguito ne elencheremo alcuni.
SQUAT TEST
Un test specifico che segue il modello funzionale pi appropriato, sicuramente lo squat test sia a due
gambe, che ad una gamba. E un azione ottima, perch poliarticolare, facile da eseguire, facile da
riprodurre ogni qualvolta ce ne sia la necessit, alla base di alcuni gesti tecnici come la pedalata.
Con questo semplice test, si valutano: la capacit di controllo dei vari segmenti articolari, lazione dei muscoli
stabilizzatori e la mobilit attiva del soggetto. Inoltre lesecuzione monopodalica ci da una valutazione
specifica per lintroduzione dei lavori ad una sola gamba per volta.
Squat test
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SIT E REACH
E un altro semplice test, ma che ci fa capire molto chiaramente la capacit estensiva della parte lombare, di
tutto il rachide e della parte posteriore della gamba.
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A seguito di tutte queste valutazioni, si po capire che la diminuzione della performance, oltre che allo stato
di condizione dellatleta, legata anche alle eventuali retrazioni muscolari, ipertono delle catene muscolari,
sindrome da sovraccarico, appiattimento lombare, cifosi dorsale e aumento della lordosi cervicale.
E importante riproporre i test in svariati periodi della preparazione, per verificare se vi sono miglioramenti o
ancora peggio, peggioramenti da parte dellatleta.
Densit: il rapporto tra durata effettiva delle esercitazioni e il tempo totale della seduta
allenante.
Recupero: consiste nello smaltimento della fatica metabolica e/o nervosa accumulata
durante uno sforzo.
Questi quatto elementi sono strettamente legati fra loro e determinano laffaticamento. Stressare
eccessivamente i sistemi e gli apparati coinvolti, aumenta il rischio di cadere in overtraining. Ci deve essere
sempre un rapporto ottimale tra carico di lavoro e riposo.
LA PERIODIZZAZIONE
Un clamoroso errore, stato quello di ritenere che per andare bene in bicicletta, fosse stato sufficiente ed
indispensabile praticare solo ciclismo. Ad oggi, come avvenuto in tutti gli sport, la preparazione fisica
rappresenta uno dei momenti fondamentali dellallenamento del ciclista, perci inserire esercitazioni di
carattere preventivo e funzionale necessario durante tutta la stagione, dedicandone il giusto rapporto nel
volume totale del lavoro in funzione del periodo agonistico.
Per strutturare la stagione, lanno verr diviso in vari periodi per consentire una maggiore quantit di
recupero, in un lavoro che sar prevalentemente preparatorio. A tal fine lorganizzazione avr come
riferimento il calendario degli eventi sportivi nei quali si vorr arrivare a partecipare nelle migliori condizioni di
forma per esprimere al meglio tutte le proprie possibilit.
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Il programma di allenamento tuttavia, non pu essere considerato una struttura rigida, ma il piano sar in
continua evoluzione e dovr essere ragionevolmente adatto alla situazione e alle necessit individuali
dellatleta.
Il primo passo nella preparazione atletica rappresentato dalla periodizzazione dellallenamento, una fase di
carico, con la relativa fase di riposo viene definita ciclo, questo rappresenta lunit di misura nel piano di
allenamento, che pu essere brevemente cos descritto:
-
Per strutturare la stagione, si dovr individuare sul calendario le gare e quindi le giornate, le settimane e i
mesi, da considerare come pi importanti, procedendo a ritroso per stabilire tutte le fasi e i cicli di
preparazione precedenti ai predetti giorni.
CATEGORIE GIOVANILI, AMATORIALI, DILETTANTI, PROFESSIONISTI
I
II
III
Periodo
Durata
Data
Obiettivi
IV
Mesociclo
Mesociclo
Mesociclo
Mesociclo
Fine gare/
Inizio
Inizio
Periodo
Vacanza
preparazione
gare
Gara
12 settimane
6 settimane
15 settimane
15 settimane
Ottobre/
Gennaio/
Marzo/
Giugno/
Dicembre
Febbraio
Maggio
Agosto
Forza
Forza
Forza
Forza
Funzionale/
Funzionale/
Funzionale/
funzionale
massimale
Dinamica/
Esplosiva
esplosiva
Periodizzazione da La preparazione fisica del ciclista Gianni Cedolini
La stagione verr divisa in quattro momenti differenti, allinterno dei quali verranno svolti diversi tipi di
esercitazioni con diversi obiettivi:
-
Periodo di transizione;
Periodo speciale;
Periodo agonistico.
Periodo di transizione: collocato alla fine del periodo agonistico, fra i mesi di Ottobre e Novembre,
lobiettivo di questo periodo il recupero e la rigenerazione fisica generale, le esercitazioni in bicicletta
potranno essere del tutto sospese, mentre le attivit sportive preferite, potranno essere comunque condotte,
ma non con grande impegno. In pratica si cercher una situazione di recupero e di riposo per il nostro corpo,
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ma mantenendo sempre una certa attivit. Inoltre si provveder a: recuperare gli infortuni pregressi,
prevenire gli infortuni, lavorare sulla forza massima e dinamica, introdurre delle tecniche di forza funzionale,
applicare metodologie di stretching generale.
Periodo di preparazione generale: durante questa fase, lallenamento in palestra avr una parte
importante rispetto alla strada e i principali obiettivi da perseguire saranno: lavoro preventivo, lavoro sulla
forza massima e dinamica, lavoro funzionale, metodologie di stretching specifico.
Periodo speciale: durante questa fase, lallenamento in palestra avr una parte secondaria rispetto alla
strada e i principali obiettivi da perseguire saranno: lavoro preventivo, lavoro sulla forza dinamica, lavoro
funzionale, metodologie di stretching specifico.
Periodo agonistico: durante questa fase, lallenamento in palestra avr una parte secondaria rispetto alla
strada e i principali obiettivi da perseguire saranno: lavoro preventivo, lavoro funzionale, metodologie di
stretching specifico.
Di seguito schematizzeremo le percentuali di lavoro nei vari periodi e le percentuali di lavoro fisico rapportato
al lavoro in bicicletta.
TIPOLOGIA DI LAVORO NEI VARI PERIODI (%)
Transizione
Generale
Specifica
Gara
POSTURALE
10
10
15
15
CORE
10
10
15
15
FORZA
50
40
30
20
30
40
40
50
FUNZIONALE
STRETCHING
Generale
Specifica
Gara
POSTURALE
10
10
15
15
CORE
10
10
15
15
FORZA
50
40
30
20
30
40
40
50
FUNZIONALE
STRETCHING
ELASTICI
Prevedono la contrazione muscolare con massima efficacia alla fine del
movimento (auxotonica) e questo li rende unici. Con gli elastici si devono
evitare movimenti veloci, ma usarli nel lavoro posturale.
SWISS BALL
O fitball o palla svizzera, un attrezzo riabilitativo, ma la sua instabilit e
al contempo facilit di utilizzo la rende utile in svariate applicazioni.
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SANDBAG
Si tratta semplicemente di una sacca parzialmente riempita di sabbia,
munita di maniglie. La sabbia che pu muoversi allinterno della sacca,
crea delle situazioni destabilizzanti, perci ogni ripetizione risulta diversa
dalla precedente.
KETTLEBELL
E una palla di ghisa con la maniglia. Questo attrezzo grazie alla sua
massa decentrata, usato in un determinato modo, permette di sviluppare
tutte le qualit fisiche, nessuna esclusa.
PALLE MEDICHE
E stata ideata per il potenziamento muscolare generale e per il
potenziamento speciale finalizzato alla tecnica sportiva. La sua superficie
gommosa ne permette un ottima presa e la variet di peso e diametro
permette un facile adattamento alle pi diverse esigenze.
DISCHI IN GHISA
Oltre che per caricare i bilanceri, possono essere usati come pesi da
spostare attorno al corpo per eseguire esercizi multiplanari.
BILANCERI
E una sbarra in acciaio, alla quale vengono applicati dei pesi sotto forma
di dischi. Pu essere di diversa lunghezza. Si pu sollevarlo, farlo
rotolare sui dischi o addirittura caricarlo su una sola estremit per creare
delle situazioni di disequilibrio.
SUSPENSION O TRX
E costituito da un fulcro da appendere a soffitto, dal quale si calano due
nastri resistenti, muniti di maniglie. Si possono eseguire infiniti esercizi in
sospensione.
Lincidenza
della
forza
di
gravit
modificando
Esecuzione corretta: perch lesercizio deve essere appreso in modo corretto dal nostro
corpo;
Controllo del carico adeguato alle capacit: esagerare col carico, porterebbe o ad
infortuni o comunque a situazioni di overtraining.
FASE INIZIALE
Riscaldamento specifico
Esercizi Posturali
FASE DI ATTIVAZIONE
FASE CENTRALE
FASE FINALE
Stretching specifico
Di seguito si riporta una scheda di allenamento tipo, che segua lo schema sopra citato (per gli esercizi, si
faccia riferimento al dvd allegato la libroLA PREPARAZIONE FISICA DEL CICLISTA a cura di Gianni
Cedolini Calzetti Mariucci Editore)
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Categoria Under 23
Obiettivo
Periodo/Mesociclo
Data inizio
Data fine
09/01/2012
05/02/2012
Tipo di
Esercizio
Serie
Ripetizioni
Carico
Recupero
esercizio
Riscaldamento
Corsa leggera
20
Riscaldamento
Ex. Post.
10
45-1
Back a terra
10
45-1
Chiusure su fitball
12 rep.
45-1
12 rep.
45-1
Trazioni ai cavi
8 rep.
40% RM
45-1
gamba
Ex. Post.
max
Ex. Funz. Din. El.
8 rep.
5 kg
45-1
Pot.nza Core
15 rep.
45-1
Pot.nza Core
15 rep.
45-1
5 rep.
bosu
Fr.za Funz. Base
90% RM
spalle
Fr.za Funz. Base
max
6
5 rep.
90% RM
bilancere
Fr.za Funz. Base
3-5
3-5
max
4x
5 rep.
16 kg
3-5
gamba
8 rep.
45-1
12 rep.
6+6 kg
45-1
6 rep
6 kg
45-1
sulla gamba
Str.
20
Oltre a prevedere esercitazioni in disequilibrio, in torsione e per gli arti superiori, si noti come la
programmazione oltre a rispettare le varie fasi sopra descritte, a fronte di un periodo di preparazione
generale nel II mesociclo preveda esercitazioni di forza funzionale di base e complessa pi intense (90%
1RMmax)
Da notare che gli esercizi, possono essere organizzati a circuito, mantenendo la formula muscoli agonistimuscoli antagonisti o dividendoli per settore muscolare o tipo di forza da sviluppare.
Pagina 29
Lallenamento della forza e il suo conseguente miglioramento, nei maschi si pu protrarre anche fino i 18-20
anni, grazie alle spinte ormonali, mentre nelle femmine se la forza massima non viene allenata entro i 15-16
anni, non migliora, addirittura in alcuni casi decrementa. Sar importante quindi allenare la forza massima
nelle femmine attorno ai 15-16 anni, mentre nei maschi, i carichi massimali faranno la loro comparsa intorno
ai 18-20 anni (Studio Colli).
E comunque importante, coi giovani, perseguire un sistema di apprendimento che parta dalla fase didattica,
alla fase specifica tenendo conto del grado di apprendimento del soggetto e il suo processo di crescita. Allo
scopo, sar importante che il soggetto abbia sviluppato e consolidato la sua struttura ossea prima di poter
operare coi carichi in totale sicurezza. Inizialmente quindi si eseguiranno esercitazioni che avranno lo scopo
di ricercare la pi corretta esecuzione tecnica e, solo in un secondo momento, verranno utilizzati
sovraccarichi.
PERCORSO COI GIOVANI
FASE GENERALE
FASE DIDATTICA
FASE SPECIFICA
FASE SPECIALE
Lavoro
funzionale
complesso
con
CARICO
ADEGUATO
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4 CONCLUSIONI
Per anni il ciclismo ha vissuto di reminescenze passate. Le metodologie di allenamento sono rimaste le
stesse per un lungo periodo e nella credenza generale, il ciclista doveva solamente correre in bici, con
volumi di lavoro massacranti. Le esercitazioni prevedevano ore e ore sul mezzo, che a volte portavano solo
a situazioni di overtrainig dato anche dallo stress psicologico.
Finalmente, grazie anche allapplicazione informatica in questo sport, una ventata di aria nuova ha
introdotto delle metodologie innovative e pi efficaci, ora sta ai preparatori, agli allenatori e ai direttori
sportivi, applicare queste novit, che sicuramente non saranno un punto di arrivo in termini di metodo di
allenamento, ma una continuazione verso sempre nuove formule.
E importante, durante lapplicazione della metodologia precedentemente descritta, ricordare che ogni uno di
noi diverso dagli altri, quindi non assolutamente vero che gli esercizi si possono definire standard. Le
modificazioni apportate dallallenamento sono simili per tutti ma univoche in ogni soggetto, che per questo
deve essere valutato nella sua totalit preventivamente. Ricordiamoci inoltre che la differenza fra maschi e
femmine e, fra giovani ed adulti fondamentale quindi una programmazione dellallenamento con
sovraccarichi non adeguati, determina lo svilupparsi di patologie muscolo scheletriche anche irreversibili, al
contrario un carico inefficace, porta al degrado della performance.
Iniziamo sempre col far apprendere in maniera corretta, la giusta esecuzione del gesto, il sovraccarico
arriver in un secondo momento e non pensiamo che sia una formula da applicare solo coi giovani, anche
molti adulti hanno difficolt coordinative e per questo inutile pretendere ottimi risultati fin dalle prime serie.
In fine non per ultimo, diamo spazio alla fantasia. Con criterio e cognizione di causa, supportati anche da
validazioni tecniche, guardiamo anche verso altre discipline, traendo spunto per nuove esercitazioni che
siano coerenti con la nostra attivit sportiva. Un allenamento noioso e sempre uguale, porta al degrado
psicofisico dellatleta.
Massanzago l 13/09/2012
Il Candidato
Argentini Emanuele
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5 BIBLIOGRAFIA
Gianni Cedolini: LA PREPARAZIONE FISICA DEL CICLISTA Calzetti Mariucci Editore;
Christian Ferrante e Alberto Bollini TEORIA, TECNICA E PRATICA DEL CORE TRAINING PER
LALLENAMENTO FUNZIONALE NELLO SPORT Calzetti Mariucci Editore;
Pat Manocchia: TOP TRAINIG GUIDA COMPLETA PER IL CONDIZIONAMENTO MUSCOLARE E
LALLENAMENTO FUNZIONALE Elika Editrice.
Giuliano Anderlini - Marco Bonarrigo Giovanni Camorani LA VITA IN SALITA MANUALE ATLANTE DI
PREPARAZIONE ATLETICA PER IL CICLISMO Edizioni Martina Bologna;
C.O.N.I. GUIDA TECNICA DEL CICLISMO;
Zeno Zani PEDALARE BENE IL POSIZIONAMENTO IN BICICLETTA, LA SCELTA DEL TELAIO E DEI
COMPONENTI IL GESTO E LUSO SEQUENZIALE DEL CAMBIO RAPPORTI Edilciclo editore;
Zeno Zani LE TECNOPATIE NEL CICLISMO I DISTURBI DA ERRATO POSIZIONAMENTO I POSSIBILI
RIMEDI Edilciclo editore;
Paolo Aprilini LALLENAMENTO PER LA MOUNTAIN BIKE E IL CICLISMO FUORI STRADA Multimedi
Sport Service;
Guido Brunetti ALLENARE LATLETA MANUALE DIMETODOLOGIA DELLALLENAMENTO SPORTIVO
SDS Edizioni.
Bob Anderson: STRETCHING Edizioni Mediterranee.
Piero Fischi CICLISMO ALLENAMENTO E ALIMENTAZIONE Edilciclo Editore;
Roberto Maccadanza: ADDOMINALI Giunti Demetra editori;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness LA PREPARAZIONE ATLETICA DEL CICLISTA Manuale Tecnico a
cura di Luca Piancastelli;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness CORSO DI FUNCTIONAL TRAINING dispensa tecnica a cura del Centro
Studi la Torre Ravenna;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness CORSO DI SUSPENSION WORKOUT dispensa tecnica a cura del
Centro Studi la Torre Ravenna;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness CORSO DI BARBELL TRAINING dispensa tecnica a cura del Centro
Studi la Torre Ravenna;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness CORSO DI KETTLEBELL 1 LIVELLO dispensa tecnica a cura del
Centro Studi la Torre Ravenna;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness CORSO DI BODYWEIGHT & JOINT MOBILITY dispensa tecnica a cura
del Centro Studi la Torre Ravenna;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness CORSO DI PREPARATORE ATLETICO dispensa tecnica a cura del
Centro Studi la Torre Ravenna;
F.I.F. Federazione Italiana Fitness ISTRUTTRORE DI FITNESS dispensa tecnica a cura del Centro Studi la
Torre Ravenna.
Internet www.sportmedicina.com
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