La parola petrolio deriva dal latino petroleum che significa “olio
di roccia”. Il motivo è semplice: il petrolio altro non è che un mix naturale di idrocarburi (in particolare idrogeno e carbonio, a cui si aggiungono ossigeno, azoto e zolfo) che si trova in giacimenti presenti nella crosta terrestre; ed è da questa sorta di “magazzini”, situati a profondità variabili da poche decine di metri a qualche km, che il cosiddetto “oro nero” viene estratto. • CARBONIO 80-90% ; • IDROGENO 9-15%. Il petrolio viene frazionato nei suoi componenti: benzina, gasolio, Kerosene.., per essere utilizzato.Il petrolio gerggio si misura in barili(un barile=159 litri). 1.Formazione del Petrolio 2.Formazione dei giacimenti Il petrolio si forma sotto la Mentre si forma il petrolio,gli strati superficie terrestre in seguito alla rocciosi subiscono cambiamenti decomposizione degli organismi e delle piante che nascono, causati da movimenti tettonici crescono e vivono nei fondali chiamati trappole petrolifere(strati marini, in particolare in quelli degli rocciosi a forma di cupola.Le oceani; tra l’altro i fondali vengono trappole sono formate da strati di continuamente forniti dei detriti roccia diversa: lo strato superficiale che vanno a formare le rocce è impermiabile(es.argilla),poi una sedimentarie in cui “nascono” gli idrocarburi, anche dai fiumi. porosa in cui penetrano le sostanze Quindi deriva da sostanze liquide e gassose. organiche. La formazione ha richiesto moltissimi anni, per questo è classificato tra le risorse esauribili e Non rinnovabili.
La formazione, inziata molti anni fa richiede 2 fasi.
https://www.youtube.com/watch?v=TdRIHXZMeDk https://www.youtube.com/watch?v=Vpqne- Spsj0 RICERCA DELLE TRAPPOLE.. La ricerca dei giacimenti di petrolio viene fatta con tecnologie varie che richiedono competenze diversificate come la geologia, la chimica e la sismologia.
Lo studio avviene inizialmente in superficie per individuare le possibili località
sedi di giacimenti: ex fondali marini, rocce di tipo sedimentario. Si passa poi allo studio del sottosuolo per determinare la struttura e la forma delle rocce con il metodo magnetico o con quello gravimetrico che si basano sulla variazione del campo magnetico e di gravità dovuto ai diversi tipi di roccia. Si esegue poi un'analisi sismologica del terreno allo scopo di individuare formazioni rocciose impermeabili con una conformazione tale da poter costituire una trappola petrolifera. Questa analisi viene effettuata facendo esplodere delle cariche. Con opportuni apparecchi poi vengono analizzate le onde sismiche riflesse dagli strati sotterranei e tracciata una mappa del sottosuolo. Vengono successivamente creati dei pozzi(POZZO ESPOLORATIVO) stratigrafici per un'analisi in profondità del suolo dal quale si estraggono delle carote di terreno che sono analizzate per scoprirne le caratteristiche chimiche e soprattutto l'età dalla presenza di resti fossili. L'impianto di estrazione è costituito da una torre di trivellazione chiamata Derrick, un grande traliccio alto circa 27m che sostiene la trivella, una specie di grosso trapano che porta sulla estremità uno scalpello, detto sonda di trivellazione. Il movimento di trivellazione viene trasmesso da un potente motore a una piattaforma di rotazione con un foro quadro, che a sua volta fa girare la prima asta di trivellazione (Kelly). Le aste sono cave e lunghe 9m e, mentre penetrano nel terreno, ne vengono aggiunte di nuove. All'interno delle aste cave viene pompato uno speciale fluido, fango di circolazione, che serve a raffreddare la sonda e a trasportare alla superficie i detriti della lavorazione e cementare le pareti del foro. Una volta raggiunto il giacimento, il petrolio può essere estratto con pompe aspiranti; se invece la pressione all'interno del giacimento è più elevata di quella atmosferica, il petrolio sale spontaneamente. Una volta estratto, il greggio non può essere direttamente utilizzato e perciò viene trasferito mediante navi petroliere (con gravi rischi durante il trasporto) o con gli oleodotti (pipeline) nelle raffinerie dove subisce un trattamento di distillazione. La raffinazione avviene nella torre per la distillazione frazionata. Il petrolio greggio, passando attraverso un tubo a serpentina dentro un forno, viene riscaldato a circa 350°C in modo da provocare l'evaporazione dei diversi gruppi di idrocarburi che, risalendo attraverso i camini presenti nei diversi piani della torre, sono costretti a passare nell'acqua che è sul fondo, condensandosi e dando luogo alle varie frazioni che corrispondono ad altrettanti prodotti commerciali. CRISI PETROLIFERA Nel 1973, allo scoppio della quarta guerra arabo-israeliana, i Paesi arabi che fanno parte dell’OPEC – l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio, nata nel 1960 con l’accordo tra Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Venezuela, cui negli anni successivi si aggiungono Qatar, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Libia, Nigeria, Indonesia, Ecuador e Gabon – decretano l’embargo verso i Paesi occidentali filoisraeliani, in particolare gli Stati Uniti e l’Olanda, riducendo progressivamente la produzione di greggio. In pochi mesi le scorte mondiali scendono del 10 percento mentre il prezzo viene raddoppiato e nel giro di un anno quadruplicato (da 3 a 11,5 dollari). Questo aumento porta al deterioramento delle ragioni di scambio favorevoli che avevano contribuito alla prosperità postbellica dei Paesi sviluppati. Di fatto, la questione economica, intrecciandosi con il problema politico rappresentato dalla recrudescenza della conflittualità tra il mondo arabo e Israele, risolve il braccio di ferro che, con la nascita dell’OPEC e il prevalere di un orientamento nazionalistico dei Paesi arabi, aveva contrapposto i Paesi produttori al cartello delle compagnie occidentali, fino a quel momento inattaccabile controllore del mercato petrolifero. L’impennata del prezzo del petrolio greggio del 1973-1974 è soltanto il punto di partenza di un trend crescente dei costi di approvvigionamento dell’“oro nero”