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Genesi del travertino

Processo chimico:
I travertini, denominati anche tufi calcarei, sono rocce sedimentarie chimiche ed organogene, costituite principalmente da cristalli di carbonato di calcio (calcite e aragonite). I depositi di travertino si formano quando acque ricche in bicarbonati cedono anidride carbonica allatmosfera e agli organismi vegetali fotosintetici. Il riequilibrio di questa reazione chimica (denominata fenomeno carsico) implica la precipitazione del carbonato di calcio: Ca(HCO3)2 = CaCO3 + H20 + CO2 La precipitazione d luogo ad ammassi, che crescono con velocit variabili, fino a qualche millimetro/anno; edifici complessi, formatisi in tempi lunghi, possono avere estensione di chilometri e spessori superiori al centinaio di metri.

Condizioni necessarie:
Sotto il profilo genetico si riconoscono due tipi principali: i travertini termali e quelli formatisi da acque a temperatura ambiente. I travertini termali si formano in conseguenza della precipitazione di sali a partire da acque mineralizzate calde. Il raffreddamento di queste acque e la diversa pressione di diossido di carbonio tra latmosfera ed il sistema acquifero termale determinano intensi fenomeni di precipitazione in prossimit delle emergenze sorgentizie, con formazione di placche di travertino molto estese (fino a qualche chilometro) e molto spesse (anche centinaia di metri). In queste condizioni la partecipazione al processo di precipitazione da parte della vegetazione assai modesta: leventuale ruolo della vegetazione quello di impalcatura per la precipitazione del carbonato di calcio. Questo tipo di travertini assai frequente nellItalia centrale, per la diffusa presenza di acque termali associate ad un vulcanismo recente. I travertini formatisi da acque a temperatura ambiente sono in genere associati a sorgenti (sorgenti pietrificanti) con contenuto salino elevato. Larricchimento in bicarbonato di calcio delle acque sotterranee in equilibrio con la pressione di diossido di carbonio nei suoli (rizosfera), pi elevata che in atmosfera. Quando le acque sotterranee vengono a giorno, la quantit di diossido di carbonio disciolto si riequilibra con la pressione parziale del medesimo gas in atmosfera; la perdita di CO2 spinge lequilibrio carsico verso la precipitazione del carbonato di calcio, con formazione di incrostazioni di calcite. La perdita di anidride carbonica pi forte in prossimit delle sorgenti ed in corrispondenza di salti (cascatelle, rapide, ecc.) dove viene favorita lagitazione delle acque; un ulteriore contributo alla perdita di diossido di carbonio, e quindi alla precipitazione, viene dagli organismi fotosintetici associati a questo tipo di ambiente. Il ruolo della vegetazione importante soprattutto per la funzione di filtro: le molecole di carbonato di calcio vengono trattenute dai film algali e dalle briofite che si sviluppano in questi ambienti; il trattenimento favorisce la deposizione e quindi ledificazione degli ammassi di travertino.

Utilizzo nella Storia:


Ai tempi dei Romani le propriet del travertino erano apprezzate a tal punto da far s che fosse la pietra principale dellantica Roma. Infatti il geografo greco Stradone, che visse a lungo a Roma, ricordava nel suo Libro V che il trasporto del Lapis Tiburtinus (il travertino) a Roma era molto facile per terra e per mare. A partire dal periodo tra il secondo e il terzo secolo avanti Cristo, il travertino divenne il materiale privilegiato dellantica architettura romana. I romani estrassero milioni e milioni di metri cubi di questa pietra dalle cave dellarea tiburtina. La facciata della cava del Barco era ampia pi di due chilometri ed una strada larga il doppio della via Appia la collegava alla vicinissima via Tiburtina. Certamente la qualit di questa pietra, la sua vicinanza a Roma, la sua facilit di estrazione e lavorazione e le sue caratteristiche di resistenza e durata resero molto conveniente lutilizzo del travertino. Sembra che allinizio le possibilit di utilizzo del travertino fossero intense, ma spesso come alternativa al tufo (meno resistente e meno lavorabile con precisione) in fondamenta, costruzioni, muri di sostegno spesso paragonabili, facendo un raffronto, a lavori in cemento, ma anche nelle strutture portanti, nei punti delle costruzioni pi delicati e soggetti agli agenti atmosferici, e come base per finiture successive. Ad esempio, nel Tempio della Fortuna Virile (verso la fine del secondo secolo a.C.), le architravi erano costituite da archi piani in tufo, ma su componenti di travertino in corrispondenza delle colonne.Comunque la rifinita eleganza ionica dei particolari ottenuta, come nellarchitettura greca, con degli stucchi finemente modellati che ricoprivano sia il tufo, sia il travertino. In altri casi sembr conveniente utilizzare il travertino in parti modellate, nei cornicioni come nelle colonne, lasciando lo stucco come mezzo per livellare le superfici, nascondendo la struttura e ammorbidendo e caratterizzando i contorni. Il travertino stato comunque sempre apprezzato, al di l di tutto, per la qualit del suo utilizzo pratico come supporto, resistente e facilmente modellabile, pronto per una successiva finitura con lo stucco.Inoltre la possibilit di modellarlo e scolpirlo con lottenimento di vigorosi effetti plastici, le sue cromature legate ad un bianco caldo, tendente talvolta al giallo, al rosa e al viola, e la sua variet di superficie, vibrante alla luce, contribuirono a renderlo sempre pi apprezzato.itura con lo stucco.

Navona.

Travertino utilizzato dal Bernini in piazza Vari tipi diversi di Travertino,diversificatisi a secondo delle loro condizioni ambientali e fisiche.

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