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Cambiamenti climatici condizionano il nostro patrimonio.

L’aumento delle temperature e del livello del mare, erosione, incendi


sempre più difficili da domare, alluvioni. La crisi climatica già in corso,
che si manifesta in fenomeni naturali molto più intensi che in passato, non
ha un impatto solo sull’ecosistema e sulla sostenibilità della nostra vita, ma
anche sul nostro patrimonio culturale.
Con il livello del mare che salirebbe città come Venezia, Aquileia e
Paestum finirebbero sott’acqua.
L’erosione delle coste e le bombe d’acqua degli ultimi anni creano danni
diretti e crolli.
Secondo l’archeologo Scelza l’inquinamento atmosferico è ancora il
nemico numero uno dei monumenti perché ha un effetto immediato e
visibile nella sporcizia che si deposita sulla pietra. Ma anche le alte
temperature incidono, soprattutto su superfici decorate come mosaici e
pitture. C’è infine l’impatto antropico, con gli incendi che possono
stravolgere l’equilibrio di un terreno. Il suolo si secca, si creano cavità, si
accumulano detriti e ciò che prima era stabile non lo è più.
Ci sono tre fattori principali di rischio:
-i marmi saranno maggiormente esposti all’erosione e alle infiltrazioni
dell’acqua piovana.
-Altri marmi con l’aumento della temperatura potranno sgretolarsi perche
essendo fatto di cristalli di calcite, si espande quando la temperatura
aumenta e si contrae quando diminuisce. Con forti sbalzi avranno un
impatto negativo.
-la cristallizzazione del sale marino che si verifica quando l’umidità oscilla
attorno al 75% potrà causare efflorescenze sulle superfici e rovinare i
materiali più porosi.
Per cercare di salvare il più possibile il patrimonio artistico bisogna
monitorare il più possibile i monumenti. È una procedura lunga e costosa
ma indispensabile.
L’Italia la sta mettendo in atto anche con foto dai satelliti. Come il
Colosseo e altri.
Un esempio di danni da cambiamento climatico è il Duomo di Milano.
Il duomo è stato costruito con il marmo della cava di Candoglia (110km
circa da Milano). Al momento dell’estrazione questo marmo ha delle
striature rosa, bianco panna e grigio chiaro ma se si osserva il Duomo si
trovano parti grigio scuro o addirittura nere.
Sostante inquinanti come CO2, SO2 e Cox penetrano nel marmo che è
poroso e possono cambiare il colore. L’anidride solforosa contenuta nel
carbonio a contatto con il carbonato di calcio rende il forte marmo in un
friabile gesso.
In più le temperature che cambiano con siccità o forti acque possono
rovinare il marmo di Candoglia che è anche ricco di piriti di ferro che può
arrugginire, dilatarsi e restringersi creando spaccature.
Ogni anno vengono controllate tutte le parti del Duomo e se ci sono pezzi
rovinati si cerca di sostituirli con altri nuovi per rendere il monumento
stabile il più a lungo possibile. 

Diego Porrelli

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