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EDUCAZIONE CIVICA: AMBIENTE

IL CODICE DELL’AMBIENTE

Le norme riguardanti la salvaguardia dell’ambiente si trovano nel Testo Unico Ambientale, cioè il Decreto
Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, entrato in vigore il 29 aprile di quell’anno. Tale testo negli ultimi anni ha
subito numerose modifiche, principalmente nelle parti II, IV e V. Questo contiene norme che si occupano di:
valutazione di impatto ambientale, autorizzazione integrata ambientale, difesa del suolo, tutela delle
acque, riduzione dell’inquinamento atmosferico, risarcimento dei danni ambientali, gestione dei rifiuti,
imballaggi e bonifica dei siti contaminati.

Soffermiamoci in particolare sull’inquinamento atmosferico, problematica considerevole degli ultimi


decenni.

Il degrado ambientale consiste nella compromissione delle 4 geosfere: idrosfera, atmosfera, litosfera e
biosfera.

In particolare l’inquinamento atmosferico oltre a coinvolgere la troposfera, influenza anche parte della
stratosfera.

In base all’agente inquinante possiamo poi suddividere diverse forme di questo inquinamento (luminoso,
industriale…)

Questo tipo di inquinamento è causato dalle particelle gassose, liquide e solide prodotte dalle lavorazioni
industriali o agricole, dal consumo di combustibili fossili, ma anche da alcuni fenomeni naturali, come per
esempio le ceneri emesse dall’eruzione di un vulcano. Le lavorazioni industriali influenzano la
composizione dell’aria, attraverso soprattutto gli scarichi di materiali residuali e i termovalorizzatori. Le
fonti agricole comprendono invece l’irrorazione di insetticidi e pesticidi, oltre che alla combustione di
sterpi.

Gli scarichi dei veicoli a motore tra l’altro producono anche monossido di carbonio, ossidi di azoto e
idrocarburi incombusti (particelle di sostanze combustibili che non hanno subito il processo di
combustione) . Altra fonte d’inquinamento è la combustione mediante caldaie a carbone, gasolio o gas, e le
centrali termoelettriche, che sono le principali responsabili della presenza di anidride solforosa. Fra le varie
tipologie di inquinanti si aggiungono anche le polveri sottili (prodotte dalla combustione) e le PM10 (che
hanno un diametro inferiore ai 10 micron, e per tale motivo riescono a penetrare nei polmoni e causare
gravi malattie respiratorie).

Fra le varie cause di questo inquinamento abbiamo anche la formazione di una cupola di smog fotochimico,
un miscuglio di gas dannosi per la salute umana, prodotti da reazioni chimiche innescate dai raggi
ultravioletti (per esempio l’ozono, un gas inquinante, si forma quando l’ossigeno entra a contatto con i raggi
ultravioletti, i quali fanno reagire le molecole dell’ossigeno fra di loro creando l’ozono*)

Le componenti dell’atmosfera sono variate a seguito di tali fonti di inquinamento, poiché hanno causato
l’aumento di alcuni gas minori, come anidride carbonica, monossido di carbonio, metano, ossido e biossido
di azoto, anidride solforosa e ozono.

 IL BUCO DELL’OZONO

L’ozono che si trova nell’atmosfera è fondamentale per la vita umana, dato che le sue molecole
trattengono i raggi solari ultravioletti. Il buco dell’ozonosfera è causata essenzialmente dai
clorofluorocarburi (o cfc), gas composti di cloro, fluoro e carbonio, utilizzati in passato nei sistemi
refrigeranti (anche nelle bombolette spray ecc..). Questi gas, nella stratosfera, assorbono i raggi
ultravioletti e liberano gli atomi di cloro che contengono. Il cloro “attacca” le molecole di ozono,
combinandosi con esse e liberando molecole di ossigeno, che non sono in grado di assorbire le
radiazioni ultraviolette.
Sarebbe più corretto parlare di assottigliamento dello strato di ozono, più che un buco; tale
cambiamento dello strato di ozono è stato comunicato da un gruppo di ricercatori nel 1985.
-CONSEGUENZE
L’aumento di tale radiazioni causa numerosi danni all’uomo (per es. disturbi agli occhi, tumori della
pelle) agli invertebrati, e alle piante (riduzione dell’attività fotosintetica e quindi la riduzione della
produzione di semi, frutti e foglie).
Si prevede inoltre che per ogni punto percentuale di diminuzione del livello di ozono stratosferico,
si verificherà un aumento dell’1-2% dell’incidenza del cancro alla pelle (causato dall’esposizione ai
raggi UV). Tra l’altro anche il fitoplancton è a rischio significativo a causa dell’aumento degli UV-B;
ciò potrebbe comportare gravi conseguenze sulla catena alimentare marina (dato che numerosi
pesci si nutrono di tali organismi).
LE PIOGGE ACIDE
Le piogge acide sono precipitazioni meteoriche contaminate dall’immissione di ossidi di zolfo
anidride solforosa (SO2) e anidride solforica (SO3) e di azoto nell’atmosfera. Tutti questi ossidi, a
contatto con l’aria carica di vapore acqueo, si trasformano in acidi, rispettivamente in acido
solforico e nitrico. Quando tale vapore acqueo condensa, gli acidi entrano in soluzione nelle gocce
d’acqua, e si originano le piogge acide.
Le fonti di questo inquinamento sono le centrali termoelettriche, i veicoli a motore e il
riscaldamento domestico.
-LE CONSEGUENZE
Tutti i serbatoi naturali di acqua (laghi e fiumi) vengono acidificati e ciò porta alla morte di
numerosi organismi che vi vivono. Nelle acque acide possiamo infatti trovare in soluzione elementi
(o composti) tossici poco solubili o insolubili, come i metalli. Le piante (per es. gli alberi delle foreste
in Germania Polonia e Svezia) vengono attaccate più facilmente dalle malattie e i loro semi hanno
difficoltà a germinare. Le piogge acide possono addirittura danneggiare gli edifici in ferro e in
marmo (es. il Partenone e l’Acropoli d’Atene). Le piogge acide possono avere invece un’influenza
positiva sui terreni fortemente calcarei, poiché riduce il contenuto di calcare, che causa le clorosi
delle piante.

 L’EFFETTO SERRA
L’aumento di anidride carbonica presente nell’aria che si è sviluppato negli ultimi decenni (dal 1960 in poi
soprattutto vi è stato un drastico cambiamento), è dovuto principalmente alla combustione di carbone e
petrolio, ai disboscamenti, all’allevamento intensivo (produzione metano), tutte attività che richiedono
l’ossidazione di sostanze che contengono carbonio. L’anidride carbonica, insieme al vapore acqueo, al
protossido di azoto e al metano, fa parte dei cosiddetti gas serra, che impediscono alle radiazioni infrarosse
emesse dalla Terra di disperdersi troppo rapidamente nello spazio. L’atmosfera lascia passare le radiazioni
solari a onde corte (alta energia) ma intercetta (confina) le radiazioni termiche terrestre (a onde lunghe,
con meno energia). Questo fenomeno è definito “effetto serra naturale”, poiché è necessario affinché vi sia
la vita sulla Terra, dato che senza di esso la temperatura media corrisponderebbe a -18°C. L’effetto serra
antropico invece, ha causato l’aumento delle temperature medie di 1°C, dato che l’oceano non riesce ad
assorbire l’enorme quantità di CO2 che viene emessa giornalmente. Secondo altri studi, l’effetto serra
sarebbe stato causato dall’eruzione dei vulcani, che, emettendo polveri nell’atmosfera, alterano la
distribuzione della radiazione solare che giunge al suolo.

-CONSEGUENZE
Fra le varie conseguenze di tal fenomeno (antropico), abbiamo l’innalzamento del livello dei mari,
cambiamento delle fasce climatiche e incremento dei fenomeni meteorologici intensi, come i cicloni oppure
ondate di caldo o freddo. L’effetto serra, insieme all’aumento di acidità negli oceani, contribuirà inoltre alla
scomparsa delle barriere coralline, dato che l’aumento di temperatura e anidride carbonica rende gli oceani
più caldi e acidi, causando la morte delle alghe che vivono in simbiosi col corallo, e portando quindi il
corallo a perdere la propria caratteristica colorazione, fino a diventare bianco ( fenomeno definito come “
sbiancamento”)

Alcuni studiosi hanno calcolato che si potrebbe arrivare ad avere un’immissione di CO2 tale da raddoppiare
nel 2060 la quantità emessa nel1997.

*O2+ raggi ultravioletti= O3

IL PIANETA BLU

L’oceano è stato per secoli la dispensa dell’umanità e le comunità di pescatori del passato non sfruttarono
le sue risorse considerata la crescita demografica poco intensa e il carattere artigianale della loro attività.

Tuttavia ai giorni d’oggi esistono varie navi-officina, o navi frigorifero, che depredano per vari mesi il mare e
refrigerano l’eccessivo pescato senza preoccuparsi del tempo che ci vorrà prima che si ricostituiscano le
risorse. Inoltre, nonostante sia contro la legge, molto pesce pescato viene rigettato in mare, anche se la
probabilità di sopravvivenza a seguito del rilascio è particolarmente bassa. Ciò può avvenire perché le celle
frigo delle navi sono piene, oppure il pescato non corrisponde ai requisiti richiesti dal mercato. La
sovrapesca va a modificare l’equilibrio di un ecosistema, portando ad esempio alcune specie di pesci a
predare zone diverse, considerata la scomparsa della specie di cui prima si nutriva. Questi cambiamenti
influenzano anche gli uccelli marini come il pinguino reale, il cui 70 %, si ipotizza, scomparirà entro la fine
del secolo. Una delle soluzioni a questo problema potrebbe essere iniziare ad investire sull’algocoltura,
ossia la coltivazione delle alghe, i cui apporti nutritivi permettono che sia un’ottima alternativa
all’alimentazione animale. Si sta sviluppando inoltre una tecnica di acquacoltura mista ad allevamento
definita “acquaponica” , che permette di riprodurre una sorta di catena alimentare naturale e consiste
nell’utilizzare le sostanze di rifiuto dei pesci , che contengono azoto , come nutrimento per le piante: i rifiuti
vengono fatti passare in un biofiltro che porterà alla formazione di nitriti e nitrati utili per le coltivazioni.
L’Europa sta invece pensando di ripristinare alcuni ambienti trapiantandovi di nuovo la specie, come nei
pressi di Marsiglia dove pescano delle postlarve, cioè dei pesci neonati, e le allevano fino a quando
diventano più mature per poi lasciarle affinché abbiano una maggior probabilità di sopravvivere.

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