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La vita quotidiana nel medioevo"di Robert Delort L'uomo e l'ambiente L'ambiente medievale: La vita quotidiana di un qualunque organismo condizionato

o dalla natura dell'organismo stesso e dall'ambiente in cui vivono; per quel che r iguarda il medioevo si pensa che n l'ambente n l'uomo abbiano subito variazioni fo ndamentali e che le loro interazioni abbiano solo costituito la trama della stor ia; ma ci non cos per fattori abiotici. Le stesse forme del terreno possono subire gravi modificazioni: terremoti, eruzioni vulcaniche, abissi che si aprono di co lpo, slittamento del terreno... Le modificazioni del rilievo sono accelerate tal volta dall'azione delle acque: improvviso sprofondamento di un pezzo di ghiaccio che trascina un pezzo di montagna; innalzamento delle acque che sommergono citt e campi... Importanza fondamentale hanno le variazioni climatiche: per esempio i l risalire del fronte polare e delle acque calde che portano il tepore, fa disci ogliere la banchisa e i ghiacciai; il livello del mare tende dunque ad aumentare e le coste basse sono invase. La formazione vegetale che copre la maggior parte dell'Occidente cos la foresta. Ma questa foresta non del tutto simile a quella d i cui conosciamo i residui; nata o ha ripreso vigore nel corso di un periodo fre sco ed umido ai tempi merovingi. Ma la foresta "naturale" anche nelle regioni do ve piena di vigore e si rigenera da s non conserva la medesima composizione: c' un a costante lotta tra le diverse essenze, favorite volta a volta da impercettibil e sfumatura climatiche su terreni simili. La variazioni spontanee, o lievemente influenzate dall'uomo, nel predominio delle varie essenze, hanno conseguenze mol to importanti: il terreno da cui ricavano questo o quel minerale pu essere modifi cato nella sua composizione, ma soprattutto lo strato di foglie morte, presto de composte, costituisce la pellicola, di terra vegetale chiamata humus. Perci, desc rivere l'Occidente medievale come un'immensa foresta di querce e di faggi che la sciavano il posto agli abete e ai carpini verso il nord o nelle montagne una con statazione fondamentale per chi voglia studiare la vita degli uomini in questo p eriodo. La fauna dell'occidente era perci leggermente diversa qualitativamente da quella che conosciamo; e la proporzione relativa della specie come il numero eg li individui che appartenevano a queste era molto differenti. Le specie pi diffus e erano orsi, lupi, linci, cinghiali, ma a differenza di adesso la vita quotidia na stata in parte una lotta costante contro una natura schiacciate e malconosciu ta. Uomini e ambiente: Il medioevo ha ereditato dall'antichit un erto numero di t ecniche e di arnesi che lasciavano l'uomo meno disarmato del primitivo di fronte al mondo. Le principali risorse dell'uomo erano sempre il ferro e il fuoco. La produzione del metallo, riservata a lungo alle armi, pot essere destinata ugualme nte agli strumenti che permettevano di lavorare il legno, e anche a pietra, ma s oprattutto la terra. Dall'epoca carolingia si utilizza una vasca di notevoli dim ensioni murata al suolo con aerazione naturale da parte dei venti; si aveva quin di un metallo di migliore qualit. La migliore utilizzazione dell'energia idraulic a, mulini, natanti, mulini mossi dalla marea e soprattutto mossi dalla corrente o su diga, forse il progresso pi importante che abbia realizzato il medioevo. La conoscenza dei venti marini delle vele e delle strutture marittime ha probabilme nte permesso ai normanni di elaborare nel secolo XII un nuovo tipo di mulino: qu ello a vento che fu molto utile anche per la macinazione del grano. La forma di energia pi comunemente impiegata era quella animale e quella fornita dagli uomini stessi. Tuttavia questi sforzi furono pi efficaci grazie ad invenzioni semplici ma rivoluzionarie come la carriola o la ruota a cerchione e raggi, guarnita di p lacche di ferro se non cerchiata. Anche la caccia e ala pesca dispongono di un a rsenale molto attrezzato. Gli assalti e i paralleli sfruttamenti dell'ambiente h anno avuto conseguenze fondamentali che sfuggirono spesso al controllo umano; il rinnovamento delle essenze fu affrettato; il massacro preferenziale dei grandi alberi favor quelli pi scadenti; lo sfruttamento della foresta, se da un canto por ta molti vantaggi, ha accresciuto il deterioramento del manto vegetale e modific ato in parte l'idrografia, il microclima e anche il suolo e il rilievo. La siste mazione dello spazio pone ugualmente il problema delle carreggiate nelle paludi, dei ponti sui corsi d'acqua, dell'utilizzazione dei guadi, della scelta dei val ichi. E se il cammino medievale segu spesso quello romano, il solo esempio dei ma

gnifici ponti sparsi nell'occidente ci ricorda a sufficienza l'entit dello sforzo compiuto a quell'epoca dagli uomini. La lotta contro il vento, il freddo, la pi oggia, il calore eccessivo e anche contro le bestie, la notte, il malocchio, la natura coi suoi aspetti spaventosi porta, come nei secoli precedenti a costruire case e a istaurare ei climi artificiali. Visto il predominio della foresta il m ateriale base il legno; per i castelli eretti sui poggi, per le case, o almeno p er il loro colombaio, nelle citt, che perci spesso bruciano; per la capanna di un contadino o un paesano... Le chiese sono spesso di legno; e lo stesso dicasi dei bastioni dei grod polacchi, dell'ossatura egli argini, rinforzati con pioli, de lla palizzata delle case fortificate e soprattutto sono di legno le armature, le travi che sostengono i pavimenti o il lastrico della strada, le capriate o i tr avicelli dei tetti, i mobili, molti arnesi o utensili domestici. La tecnica del clima artificiale non molto progredita, ma sono dei fuochi di legna in via eccez ionale di torba, che permettono di migliorare di poco la temperatura ambiente in torno al camino signorile o al focolare rustico. Queste costruzioni proteggono c ontro l'eccessivo calore dell'estate, se ce n' bisogno; proteggono abbastanza mal e dall'umidit e soprattutto dal freddo: correnti d'aria passano attraverso le fra gili finestre senza vetro o dei buchi del muro. Vi erano pochi tessuti che evita no il contatto dei muri o dei pavimenti di gelida terra battuta o di pietra, e i l riscaldamento generale era insufficiente. L'abito ha certo parecchie funzioni, e quella di difendere dal freddo non la principale. Tutti vestivano in lungo; s i possono appena rilevare alcune sfumature, d'altrocanto funzionali per l'uomo i n genere, tanto per il lavoratore e per il guerriero, che portano entrambi duran te l'attivit un costume pi corto e comodo, quanto i nobili che non si devono muove re, portano vestiti di materiali pi preziosi. Non ci sono abiti stagionali e si m ette lo stesso vestito d'estate e di inverno; perci si costretti a sovrapporre pa recchi capi di vestiario, e anche se i pi intimi non sono molto attillati, gli st rati d'aria che li separano sono ottimi isolanti. Il capo esterno, quasi sempre foderato di pelliccia, ossia del m,material pi efficace contro la dispersione del calore, spesso, ma leggero, impermeabile all'acqua ma non all'aria. Il nutrimen to elementare dell'occidente medievale, qualitativamente paragonabile al nostro: i glicidi e gli idrati di carbonio in genere erano forniti dai cereali. Con la farina ottenuta macinando i grani si confezionano pastoni, gallette o pani, graz ie al lievito di birra. Lipidi e proteine venivano da alimenti vegetali o animal i; poche erano la frutta e la verdura, salvo quelle dei ricchi signori, che nei loro banchetti sfoggiavano anche frutti esotici. Le bevande alcoliche erano diff usissime, soprattutto il sidro e il vino, quest'ultimo considerato come elemento fondamentale per la comunione cristiana, insieme con il pane. La vite era colti vata ovunque il clima lo permettesse anche in Inghilterra, e i vigneti pi importa nti erano quelli nella zona parigina. In generale vi era una dipendenza troppo g rande dai cereali in genere, poich davano troppi glicidi, poca energia, ma soprat tutto perch si veniva a dipendere troppo dal raccolta stagionale e quindi a volte la popolazione aveva problemi di carestia e di sussistenza. Gli uomini nel medi oevo: Non abbiamo dati sicuri sull'aspetto dell'uomo medievale, poich gli studi d i ematologia mettono in evidenza miscugli di popolazioni che spesso risalgono al la preistoria. In generale possiamo dire che i caratteri somatici pi evidenti son o studiabili scientificamente grazie a documenti ma non grazie allo studio dei m orti poich per caratteri religiosi vi era la presenza dell'inumazione dei cadaver i. Abbiamo molte informazioni sull'alta statura del guerriero germanico, sulla p iccola statura dell'Unno mongolo, sul persistere nella Normandia merovingia di p opolazioni mediterranee installate fin dall'epoca neolitica, sulla rarit degli in vasori germanici nei cimiteri meridionali e cos via... Ragioni religiose e psicol ogiche favorivano il matrimonio e la procreazione. Il matrimoni avevano luogo si a prestissimo che pi tardi, soprattutto tra i nobili inglesi. Il matrimonio delle vedove era difficile e poco frequente: anche se il vedovo si risposa il baby-bo om era contenuto dalla relativa mancanza di donne in et di essere fecondate e nel le citt dl numero dei celibi troppo per metter su famiglia; inoltre la procreazio ne fuori del matrimonio era punita e le pratiche contraccettive erano probabilme nte molto diffuse. Infine il periodo di fecondit di una donna relativamente breve : ridotto dalla morte di parto o dalla morte del coniuge e forse anche dal fatto

che la pubert cominciava pi tardi. Una forte natalit non corrispondeva necessariam ente a famiglie molto numerose se le fa da contrappeso una mortalit considerevole dovuta alle condizioni generali dell'alimentazione e dell'igiene e a condizioni particolari che favoriscono lo scoppiare di epidemie e di gravi malattie. Le ma lattie e le epidemie pi diffuse durante tutto il medioevo furono le seguenti: pes te bubbonica e polmonare, vaiolo, lebbra, psoriasi, malaria... Inoltre i medici erano poco numerosi e non poteva raggiungere con le loro cure, talvolta scadenti e basati sulla stregoneria, il mondo campagnolo dove vi una specie di selezione naturale e una lotta per la vita, definita una delle pi importanti e tragiche ca ratteristiche della vita medievale. I fasci di et pi tragici e in cui si riscontan o il maggior numero di morti sono la nascita, l'infanzia e la pubert e quindi a 3 5 una persona si poteva considerare gi vecchio: questa popolazione era quindi gio vane e ci portava forti squilibri come il diventar re a 14 anni e sposarsi presti ssimo; la morte quindi vista come un fenomeno del tutto abituale e che spaventa solo quando fortemente dolorosa o di forte numero, cio quando vi sono epidemie. Strutture mentali e vita sociale Il senso del tempo: La successione dei tempi un problema fondamentale di cui l'u omo ha avuto coscienza al pi presto, e su cui i filosofi e i teologi hanno prima esercitato il loro ingegno. In effetti il sole che imprime al tempo il suo ritmo : basta infatti pensare all'alternarsi elle stagioni o del giorno e della notte; questa successione immutabile e perfetta, un frammento di eternit, appartiene a Dio, dunque alla sua Chiesa. Le feste liturgiche costellano infatti i grandi avv enimenti astronomici dell'annata, solstizio, equinozio... Ed proprio la chiesa c he fornisce al popolo un migliore senso del tempo, scandendo la giornata con il rintocco della campane, che hanno nome dai campi dei contadini i quali dividevan o il loro tempo ascoltando da lontano il loro suono. Per misurare il tempo vi fu rono molti macchinari, come per esempio le meridiane o i quadranti solari, tutt' oggi presenti in numerose chiese, ma per la notte o per i giorni senza sole biso gnava adottare sistemi pi rudimentali come le candele (per esempio 3 candele = un a notte...) o le clessidre, in cui il filoni sabbia scendeva lentamente fino all a mattina successiva... Per quel che riguarda i nomi dei giorni della settimana dedicati agli dei romani o germanici cambiato poco a parte il giorno del sole (s unday) divenuto in latino domenica; altrettanto dicasi per i nomi dei mesi deriv ati dai nomi latini che riflettono l'anno religioso romano. In compenso i giorni del mese non si indicano pi come a Roma secondo le Calende, le none, le Idi, ma si numerano da uno a trentuno, preannunciando l'uso attuale, o annunciano il san to festeggiato in quel determinato giorno. L'apprendimento dello spazio: Nemmeno lo spazio era visto, appreso e misurato come ai giorni nostri. Se ne ha un esem pio elementare nella straordinaria confusione della metrologia medievale, a un t empo complessa e approssimativa, di cui impossibile offrire dei rigorosi termini equivalenti. Ogni paesino aveva il suo proprio sistema di misure, derivate in g enere dalle misure romane, ma variabili quanto a tipo e grandezze molto diverse dai vicini. Nemmeno la rinascita del commercio internazionale fece adottare un s istema semplice, razionale e generalizzato, e nonostante qualche semplificazione locale i mercanti si contentarono molto naturalmente di una tavola di conversio ne che oggi ci sembra di una grande pesantezza. D'altra parte le misure campione , di cui in occidente si sono conservate migliaia di esemplari al tempo della lo ro sostituzione col sistema metrico erano pi o meno ben imitate entro i limiti te rritoriali della loro applicazione e pi o meno ben impiegate da coloro che le uti lizzavano; di qui una mancanza di precisione del tutto abituale nella misurazion e dello spazio. In linea di massima il numero assai poco conosciuto e ancor pegg io maneggiato e non soltanto dalla stragrande maggioranza della popolazione rura le. Non ha sempre il significato che ai giorni nostri. Se si considerano le pi gr andi opere del medioevo i molti castelli e le chiese non si pu non essere colpiti dalla loro mancanza di unit, dallo scarso rigore della loro esecuzione e dal fat to che restano incompiute. Ma questo modo di ragionare e di apprendere il tempo e lo spazio in contrasto con quella che a noi sembra la logica non necessariamen te segno di mentalit imprecisa. La conoscenza del mondo: Questa difficolt nell'app

rendimento e nel dominio dello spazio e del numero o nel ragionamento, derivano solo in parte dalle deficienze della tecnica e della scienza. Quindi evidente ch e Dio ha creato il mondo. A seconda del livello della riflessione la maniera in cui l'ha creato pu essere considerato in vari modi: pensadolo da tutta l'eternit, traendo dal nulla la materia con cui l'ha plasmato durante i sei giorni biblici; stabilendo le leggi che regolano il corso delle cose. Queste leggi possono esse re sospese in qualunque momento dal creatore. Ci sono quattro elementi fondament ali: terra, acqua fuoco, aria, il tutto chiuso come in un guscio d'uovo, in un c ielo rotondo, perch la forma rotonda la migliore, come provano largamente le volt e della case e dei ponti, le botti, i tini e le ruote... Il fuoco un'aria molto secca e risplendente prodotta a volta dall'urto dei venti (lampi), ricade a terr a (folgore). L'aria stessa pi o meno spessa a seconda della vicinanza degli eleme nti pesanti. Sostiene gli uccelli che vi navigano come pesci nell'acqua, fa pieg are una verga che vi si brandisca in tutte le direzioni, si mette in movimento s ottoforma di vento. L'acqua rappresentata principalmente dal mare profondo, d va nno a finire i fiumi che per anche ne nascono attraverso le vene della terra, la quale considerata l'elemento fondamentale, al centro del mondo, attorno a cui gi rano il cielo, le stelle, i pianeti, e come realt geografica circondata dal mare circolare, l'oceano, che nutre ed accoglie gli uomini e il loro ambiente. L'atte nzione del volgo si rivolge soprattutto all'ambiente immediato, costituito dal m ondo minerale, vegetale e soprattutto animale. Quest'ultimo ha segnato un'impron ta molto profonda nella mentalit medievale. Il nobile che va a caccia grossa e ch e alleva cani, cavalli o falconi; il contadino coi suoi animali domestici e i ra paci nocivi che li minacciano; il filosofo che li studia; il chierico che segue il corso dei paragoni biblici. Comportamenti e atteggiamenti nella vita quotidia ni: La religione che plasma con tanta precisione e condiziona addirittura la vis ione del mondo, ha anche un influenza fondamentale sul comportamento di ciascun individuo. Ogni serio studio della vita medievale dovrebbe cominciare con l'espo sizione non solo del dogma, ma anche della morale cristiana. Il peccato dappertu tto; lo spaventoso inferno vicino poich la morte si aggira in ogni luogo. Ricordi amo che il bagaglio elementare del cristiano comporta i 10 comandamenti di Dio, i 12 articoli della fede, eventualmente l'enunciato dei doni dello spirito santo e delle virt cardinali, e la messa in guardia contro i 7 peccati capitali, teste della bestia dell'apocalisse. La morte per s stessa non stupisce: viene cos spes so da essere familiare; solo transitoria perch il postulato dell'immortalit dell'a nima accettato senza importanti discussioni. Il vero problema era di sapere qual i possibilit c'erano di accedere alla vita eterna dopo aver abbandonato la vita t errestre, regno dell'imperfezione, della disuguaglianza, del peccato. La chiesa assicurava che i virtuosi sarebbero andati in paradiso, che le probabilit erano u guali per tutti e che erano pi favorevoli per coloro che avevano sofferto e lotta to. Il diavolo un personaggio onnipresente, ben noto e temuto: questo principe d elle tenebre si serve di tutti i trucchi possibili per fare il male. Lo si rappr esenta certo orribile, alato, munito di artigli, puzzolente, col suo corteo di d emoni; ma si sa che l'astuzia stessa, la tentazione che pu assumere gli aspetti p i diversi, servi di argomenti speciosi, stillare il suo odio sotto parole irrepre nsibili, conquistare la fiducia dell'innocente e far vacillare i santi. Il suo f ine unico ed evidente di popolare inferno, per l'eterno tormento dei peccatori. La vita del cristiano senza posa esposta a un simile nemico, dunque difficile: e gli ha proprio bisogno di aiuto degli angeli, di ripetuti miracoli che lo salvin o dal dramma e gli restituiscano la fiducia. Ma d'altra parte il diavolo conferi sce una temibile efficacia alle pratiche magiche, alla stregoneria: spesso i cri stiani si fanno ingannare da maghi, da falsi profeti che compiono pretesi miraco li e tutto ci che esce dall'ordinario, che stupisce, che non capito, considerato soprannaturale. Contro questi riti la chiesa ha dovuto combattere molto, anche s e a volte anche questa si schierava dalla loro parte. La famiglia cristiana: La base della societ germanica la famiglia, ma una famiglia di tipo particolare, un gruppo sociale fondamentale, molto strutturato, una specie di essere collettivo ben diverso dalla famiglia romana, e questo nonostante una comune origine indo-e uropea. Nel mondo dei lavoratori, altri tipi di raggruppamento mostrano ugualmen te la persistenza di questo bisogno medievale di unirsi, aiutarsi, di dare agli

individui il senso della comunit. Ma il trionfo della famiglia ristretta stato sp esso progressivo variabile secondo le regioni: qualche volta retrocede, quando c i sono delle difficolt, come accese alla fine del medioevo. Ci si pu stupire di qu esto trionfo tardo mentre il sacramento del matrimonio era al centro della dottr ina cristiana; ma se nei primi tempi del medioevo, lo schiavo, il coloro fittavo lo, il forestiero, colui che si era sposato fuori dal feudo non hanno in genere conosciuto altra famiglia oltre a quella che avevano fondato con la benedizione del prete, spesso sono stati adottati dalla famiglia del loro coniuge; inoltre e ssi stessi e la maggior parte dei loro figli sono rimasti raggruppati su una ste ssa terra, in un medesimo luogo, al servizio di uno stesso clan. Il matrimonio c ristiano ha tuttavia una duplice caratteristica che lo rende molto pi solido degl i impegni germanici e soprattutto romani, e accentua quindi la coesione e la sta bilit della famiglia ristretta che fonda. E' infatti un sacramento, indissolubile , un contratto. In complesso, la situazione della donna nella societ medievale ne ttamente migliorata nel corso dei secoli. Certo la chiesa la esclude sempre da o gni partecipazione liturgica, da qualunque carica politica: tratta da Adamo, la donna responsabile della sua caduta; deve quindi obbedire all'uomo e dedicarsi s oprattutto alla casa, alla procreazione e all'educazione dei figli, ma viene ric onosciuta facilmente uguale all'uomo sul piano spirituale. La donna deve imparar e ad avere un contegno bello e semplice; delle povere ragazze possono diventare ricche signore per un matrimonio che hanno cos meritato; signorine di nobile nasc ita restano zitelle o fanno cattivi matrimoni se non hanno buon nome. Durante l' infanzia le bambine dovrebbero guardasi dalle vecchie, spesso lubriche e anche d ai ragazzi, perch molte volte accaduto che ragazzi e ragazze si innamorino fin da lla pi tenera et e si uniscano prima di quanto gli altri credano che vi siano port ati dalla natura. Sarebbe errato credere che solo le popolane, padrone di casa i ncaricate dell'alimentazione dei mariti e dell'educazione dei figli, si vedano r iconosciuta apertamente una situazione che occupano di fatto nella maggior parte delle societ. La logica di questo matrimonio cristiano ha una conseguenza immedi ata: i bambini. E' probabile che il sentimento provato per il bambino abbia subi to, nell'espressione, le stesse costrizioni dell'amore coniugale. In tali condiz ioni le nascite e le prime settimane di vita, sono causa di grandi gioie; certo, troppo spesso, il bambino non vitale, muore in breve tempo oppure, nato deforme , e in questo caso considerato un castigo del cielo, rischia di essere soppresso e di essere esposto di notte alla porta di una chiesa accanto ai piccoli bastar di. Ma nel caso che si spera fose il pi frequente le matrone che assistono la mad re lavano con cura il neonato, la fasciano strettamente e lo depongono nella pic cola cesta mobile dove sar spesso cullato. Insomma i bambini della societ cristian a sono in parte protetti; gli aborti, gli infanticidi, le pratiche contraccettiv e presso gli sposi sono peccato mortale punito e represso e si raccomanda la con tinenza durante le mestruazioni, per evitare di procrear bambini mostruosi, dura nte la gravidanza, per evitare di ledere o di schiacciare l'embrione, e durante l'allattamento perch si pensa che il latte materno sia formato dal sangue mestrua le e che una fecondazione metterebbe in moto questo sangue portando la morte del lattante. Esiste dunque un amore del bambino e numerose sono le balie a cui ven gono affidati con amore, per la grande percentuale di morti infantili. Coloro che lavorano: i contadini Le condizioni della vita contadina: Il lavoro dei contadini dipende in effetti d ai mezzi di cui dispongono per agire sull'ambiente naturale. Le condizioni clima tiche e il ritmo delle stagioni richiedono piante e animali domestici pressoch ad atti alla latitudine e al ciclo vegetativo normale; bisogna scegliere il suolo i n funzione della sua fecondit o cercare di migliorare questa fecondit. Al disopra di tutto si pone il problema delle arature delle sementi, dei raccolti, dunque d elle tecniche agrarie e dei metodi di coltivazione. In epoca carolingia una prop riet privata reale comporta due falci, due falcetti, qualche pala ferrata, perch i l metallo in primo luogo riservato ai guerrieri. La progressiva istallazione del fabbro nelle campagne un evento notevole; per la societ contadina in seno alla q uale questo ricco maniscalco signore del fuoco occupa un posto distinto; ma molt

o di pi per il progresso tecnico che rappresenta. Il pesante aratro di ferro ha p ortato una rivoluzione su numerosi punti: costoso, pesante non a portata di tutt i. La comparsa e la diffusione di altri strumenti h ugualmente facilitato la vit a quotidiana del contadino, come per esempio il torchio, i mulini a vento e a ac qua, il frantoio, il torchio... L'uso della forza motrice tradizionale fornita d a animali da tiro, stato a sua volta molto facilitato dalla diffusione delle nuo ve tecniche. Il pesante aratro poneva per esempio il problema dell'attacco: anim ali pi numerosi, pi forti, pi rapidi. Si ferrano i buoi si usano se possibile i cav alli, prima di allora riservati solo esclusivamente alla guerra. Qualunque sia l a bestia che tira, lo stesso sistema di trazione va migliorato; il contadino non attacca pi il bove per il garrese, ma fissa il giogo sulla sua fronte e sulle su e corna, il che gli permette di utilizzare pi efficacemente la sua forza. Per imp iegare meglio un numero pi grande di animali nel tirare un solo aratro, bisognava utilizzare l'attacco in fila e non quello in linea. La terra per recuperare la propria fertilit deve riposare; il sistema del maggese dunque molto adottato in o ccidente. Tuttavia perch questo riposo sia pi corto e fruttuoso il contadino cerca di aiutare la natura, aggiungendo del letame o sotterrando delle foglie e facen do pascolare i greggi su quelli che riposano. Il maggese stesso molto sorvegliat o e lavorato; un'aratura arieggia la terra vi nasconde le cattive erbe. Queste p ratiche assumono il loro valore quando questa rotazione si fa a libello di una g rande propriet o della terra di un villaggio; tutto lo spazio coltivabile allora diviso in tre appezzamenti, in ciascuno dei quali il contadino ha delle parcelle ; tutte le parcelle dello stesso appezzamento nello stesso anno sono o lasciate a riposo, o seminate del medesimo grano, di inverno o di primavera. I vantaggi s ono notevoli i due terzi e non pi solo la met del terreno sono coltivati. Il gregg e allevato dai contadini non qualitativamente diverso da quello attuale; tutte l e proporzioni tra le diverse specie sono cambiate parecchio; il pollame comprend e innumerevoli specie di galline; non mancano tuttavia il pavone e il cigno; sol o il tacchino sconosciuto. Raro il bestiame grosso; pochi cavalli prima del seco lo XIII, eccetto i grossi possidenti; pochi buoi oltre quelli necessari per tura re l'aratro, qualche vacca qua e l, per assicurare la riproduzione, ma il latte p oco utilizzato. Si aggiunga attorno alla famiglia del contadino un certo numero di cani di cui non sappiamo precisamente le razze; i gatti nono erano moto prese nti, tranne quelli venuti dall'Egitto, che scacciavano i topi nelle case dei gra ndi signori. La vita in paese e a casa: Durante tutto il medioevo i centri abita ti sono sparsi, di modeste dimensioni e in parte instabili; non sono dei villagg i in senso proprio anche se esistono vaste propriet capaci di riunire parecchi te rreni contadini. Questa trasformazione si operata attorno a tre poli: il castell o, la cinta paesana, la chiesa parrocchiale. Il castello protegge le abitazioni raccolte attorno alla sua altura e le chiude nella sua rete di poteri signorili pi o meno costrittivi. La costruzione di una cinta, muro di pietre o semplice pal izzata, pu pure indicare la volont dei paesani di raggrupparsi in un centro determ inato. Questo tipo di incastellamento, costrittivo per gli uomini pari passo con l'affermarsi della signoria, ma non sempre comporta la costruzione di una casa fortificata. Infine la rete delle chiese parrocchiali solidamente fissata. Cimit eri e preghiere contribuiscono a riunire i fedeli. Si sono costruite quindi le c ase e si delineato il parcellare sui resti delle villae dell'alto medioevo, che si tratti della costituzione di piccole propriet o di terre concesse in sfruttame nto dal signore del fondo. Le zone di terreno incolto necessario all'agricoltura estensiva che prevaleva prima, hanno cominciato ad arretrare per essere integra te nei campi arati di un'agricoltura totalmente sedentaria e a tendenza intensiv a. Una lenta spinta demografica e una padronanza sempre pi sicura delle tecniche agrarie hanno senza dubbio permesso e stimolato un consumo accresciuto e organiz zato. Le ripercussioni sono fondamentali: legati fino allora dai soli vincoli di sangue gli uomini hanno dovuto imparare a vivere insieme a comportasi da vicini ; la comunit paesana ha potuto costituirsi. Si creata una nuova rete d'obblighi s ostenuta da un nuovo ideale favorevole ad un nuovo punto collettivo: la pace. Da ppertutto i contadini annualmente hanno spinto pi lontano i loro aratri. Con proc edimento anarchico e subdolo hanno preso terre contigue ai loro terreni occupate fino allora da paludi, boschi o sodaglia. Talvolta anche interi villaggi si for

mano sotto la guida di un signore laico o ecclesiastico o di un'associazione di signori. Si tratta dei dissodamenti pi spettacolari e pi noti perch hanno lasciato tracce numerose in documentazioni scritte. La gran maggioranza delle terre occid entali si presente allo stesso modo distribuita e organizzata: tre aureole che v anno dalla foresta al villaggio; ai margini del bosco i pascoli, i prati, le ter re dissodate o le lande non ancora coltivate dove pascolano le greggi comunali; pi vicino le terre cerealicole, coltivate o a maggese e spesso le vigne e i frutt eti sulle colline ben esposte; infine il villaggio, circondato dai cortili, dai recinti, dai giardini o frutteti lavorati in permanenza. L'agglomerato cittadino pu avere varie forme e la sua distribuzione urbana nelle strade pu variare da zon a a zona; i modelli pi frequenti e di cui i hanno maggiori tracce sono quello a s cacchiera, a spina e a strade. In genere la case sono spesso raggruppate senza u n ordine preciso attorno la piazza principale dove sorgeva la chiesa, ma il loro numero non mai molti rilevante, al massimo qualche decina, e fra queste parecch ie del medesimo tipo, molto semplice. I materiali pi usati erano pietra, argilla, ma soprattutto il legno, ricavato facilmente dalle numerose e grandi foreste, e per questo non abbiamo molte tracce di abitazioni. All'interno della casa le te stimonianze maggiori ci indicano letti molto grandi e madie fornite di serrature ; tavolo s cavalletti e panche (le sedie erano un lusso); utensili in stagno e m etallo oppure in coccio, come le brocche, le caraffe... La vita quotidiana e que lla annuale di un contadino si svolgeva scandita dal tempo della natura e dall'a lternarsi delle stagioni e dei mesi; anche la vita religiosa era molto important e e erano presenti molte feste, anche oltre a quelle dell'ano liturgico (come sa gre, matrimoni, battesimi...) che davano un piccolo segno di allegria a quello c he ci pu sembrare una vita monotona e triste. I rapporti sociali: La societ contad ina ha quindi un certo numero di caratteri generali, soprattutto di ordine econo mico e materiale, che permettono di coglierne un aspetto complessivo; tuttavia s arebbe arbitrario considerarla monolitica, poich vi sono varie categorie. Fino al l'epoca carolingia ci sono stati degli schiavi rurali nel senso vero e proprio d el termine, ossi privi di qualunque libert rispetto al padrone; non possedevano n ulla, vivevano in gruppi vicino al centro di sfruttamento dove risiedeva l'ammin istratore; potevano abitare capanne distinte, con la compagna e coi figli che ap partenevano anche questi al padrone. Ci sono poi anche i contadini schiavi veri e proprio che possono essere venduti, non hanno nessuna personalit giuridica, n ci vile, n penale, il padrone che ne responsabile e giudica il loro talento. Non pos sono prestar giuramento, perch in caso di spergiuro rischierebbero la mutilazione della mano e questo danneggerebbe il padrone a cui tutto il loro corpo appartie ne. Non possono farsi preti, n prender moglie al di fuori della propriet del padro ne, senza il permesso di questo, n prestar servizio militare, n far parte dei trib unali. Anche tra tutti questi schivi rurali vi una distinzione: schiavi in grupp o dei tempi merovingi o carolingi concentrati attorno alla casa del signore che lavorano sotto la direzione dell'amministratore; schiavi sistemati che due o tre volte alla settimana hanno una vita autonoma sulla parcella in cui vivono; schi avi dei paesi mediterranei nel basso medioevo il prezzo cos elevato che l padrone se ne serve isolatamente, non li opprime con un lavoro che li logorerebbe e li considera come una specie di domestici agricoli. Gli antichi schiavi rurali sono a loro volta gli antenati dei servi che avevano le stesse caratteristiche, cio l a dipendenza, la corve... Quindi una parte dei contadini che i loro contemporanei consideravano liberi sono dei servi e in certe epoche avrebbero addirittura cos tituito la maggioranza dell'intera popolazione. Col passare del tempo, si poi an dato formandosi un ceto di contadini di classe sociale media che ovviamente avev ano una vita pi agiata dei servi e degli schiavi rurali. In generale il signore u n fattore fondamentale per il feudalesimo e tutta struttura sociale della villa si forma attorno a lui; lui che offre la protezione ai contadini, chiede i tribu ti, fa pagare i pedaggi, le sue guardie sono pi o meno il corpo di polizia della zona ed lui stesso che spesso decide su dispute tra i vari contadini. Il castell o quindi un luogo importantissimo non solo per la difesa della zona, ma anche pe r la vita sociale stessa. Coloro che combattono: i cavalieri

Formazione ed evoluzione della classe cavalleresca: La classe dei cavalieri si p u definire nata a seguito dei rapporti del feudalesimo che legavano un signore co n i suoi vari vassalli. Non vi erano, infatti, solo obblighi materiali ma c'era anche un forte vincolo morale, rappresentato da varie cerimonie come quella dell 'investitura e dell'omaggio. Queste consistevano nel far inginocchiare il vassal lo e donargli un simbolo del feudo o chiedergli di prestar giuramento per presta rgli sempre auto e consiglio. L'aiuto era soprattutto inteso come sostegno milit are, ed era una cosa reciproca. In particolare era una specie di mestiere per i cavalieri che dedicavano la loro vita intera all'esercizio delle armi. Un po' al la volta questi cavalieri si fondono con l'antica nobilt carolingia perch ne condi vidono i privilegi: guerre, ozi, potere di comando sui contadini, e soprattutto la coscienza di risalire attraverso la genealogia, a un antenato divino ed eroic o, fondatore per eccellenza della nobile casa. Cos si costituita quella che chiam ata nobilt medievale, che trasmette la propria condizione per via di sangue. La v ita nobile: Qualunque sia il livello della loro fortuna, i nobili si distinguono dagli altri per genere di vita e per una mentalit particolare; per il loro habit at, per gli abiti lussuosi e ricchi, la loro alimentazione abbondante e costosa, perla loro vita di relazione, la vita di corte, i sentimenti che esprimono, la forza dei legami familiari e per le,oro occupazioni, poco produttive e generalme nte violente. A lungo si ripetuto che l'occidente si era rivestito di castelli i n funzione delle invasioni o dell'anarchia locale; di fatto n i testi ne le vesti gia arrivati fino a noi permettono di affermarlo; in molti casi i castelli compa rsi in epoca tarda raggruppano da dieci a trenta o pi parrocchie, e, pi che popola re l'occidente, vi sono disseminati. Signori di media potenza hanno fatto rialza re un'altura naturale o creare di sana pianta una piccola collina, grazie alla t erra accumulata con le corve contadine, vi hanno fatto costruire una torre di leg no, un modesto castello protetto da un fossato, da una palizzata e da una scarpa ta, una bassa corte adiacente, la traccia di edifici adibiti asd attivit proficue e una cappella attestano chiaramente che si tratta di un habitat permanente. Le somiglianze col castello feudale sono dunque sorprendenti, e si capisce che, me ntre il castello di pietra costosissimo da costruire, relativamente raro, l'altu ra coronata da una torre di legno circondata da pali sia molti comune. Questi ca stelli tanto diversi presentano almeno due caratteri comuni: sono delle residenz e permanenti concepite per essere razionalmente difesa. La funzione difensiva se mbra fondamentale per gli elementi che costituivano il castello stesso: presenza di fossati, paludi o scarpate naturali, ponte levatoio, porte blindate, mura mo lto alte, feritoie, giro di ronda, torri e bastioni... Tuttavia il castello non unicamente costruito per assicurare un'eventuale difesa contro il nemico o per d ominare dall'alto la pianura; ugualmente concepito per servire da abitazione al signore, alla sua famiglia, ai suoi servitori, e anche ai suoi vassalli e a quan ti stanno attorno a loro. Comporta essenzialmente la presenza di una sala e una o pi camere. La sala in genere nel mastio e molto grande perch l che siede il signo re per amministrare la giustizia, ricevere ospiti, banchettare, chiacchierare, r ilassarsi... Accanto alla sala che ha queste funzioni generiche, le altre stanze hanno funzioni precise: camere, per esempio, soprattutto nelle torri, senza cam ino n altro mezzo di riscaldamento n finestra, con un gran letto munito di cortine , un pagliericcio e lenzuola e coperte; corpo di guardia, caserme, oratorio, lat rine; al pianterreno le cucine e le scuderie; al sottosuolo silos, dispense, a v olte la prigione e il famoso sotterraneo che raggiunge i dintorni. Al di fuori d ella cinta si trovava il frutteto ben chiuso, dove il signore amava passeggiare, e dove le dame incontravano talvolta i loro innamorati. Il matrimonio spesso il risultato di un'intesa fra lignaggi: il signore pu maritare le ereditiere minore nni con un candidato di sua scelta, dare il suo parere sul matrimonio di una vas salla o di un vassallo; probabilmente ci sono meno matrimoni d'amore presso i no bili che preso gli altri, il che non significa che questi sacri vincoli siamo me no saldi. Il nobile anche se i suoi mezzi non sempre gli permettono di farsi arm are cavaliere, ha come principale occupazione quella di non lavorare e preparasi alla guerra mediante sport violenti. La caccia a un tempo un eccellente eserciz io un gioco appassionante un utile sport, poich distrugge delle fiere e degli ani

mali nocivi e fornisce alla tavola del signore una ricca dieta carnea che mantie ne e aumenta il vigore dei commensali. Orsi, cervi, cinghiali, lepri erano bracc ati da cani di grandezza e razza selezionate. La muta uno degli elementi caratte ristici della casa signorile, coi suoi addestratori e i suoi canili. La pesca di fiume o di stagno era anch'essa spesso sportiva; cos la vera caccia alla lontra, e al salmone, con tridenti, cani, reti zavorrate con piombo. Aggiungasi che i g iovani nobili non cacciavano in permanenza; molto spesso seguivano dei corsi di equitazione nella foresta su terreno scosceso o facevano lunghissime passeggiate a cavallo per il solo piacere di cavalcare. Ma il principale addestramento alla battaglia si faceva nei tornei e nelle giostre. Resta difficile precisare la di fferenza dei due, poich si alternavano col passare del tempo; in generale si pens a che i tornei fossero raduni di pi gente, mentre le giostre si facevano in campa na senza la vegetazione alta. Questi spettacoli di origine indubbiamente pagana, riunivano il fiore della cavalleria: una fiera permetteva a tutti i nobili pres enti di far mostra della loro generosit. Gli spettatori si ammassavano in palchi, specie di tribune, di anfiteatro che dominava la cinta circondata da lizze di l egno o da campi cintati dove si affrontavano i campioni, a squadre regionali o n azionali, oppure individualmente. Attraverso questo il sistema degli ambienti di corte e della vita nobile in genere messa in comune con gli altri, si capisce m eglio come si diffondevano in tutta la nobilt occidentale, le medesime mode, gli stessi giochi e maniere di vivere e di pensare. Coloro che pregano: i chierici Gli aspiranti alla perfezione: In generale vi la tendenza di mescolare chierici e laici fino all'epoca moderna, anche se la proporzione dei chierici vi sempre p i accentuata; essa riunisce tutti coloro che rinunciano al mondo per servire Dio. Alcuni fanno vita solitaria, e gli eremiti casti, poveri ed umili che popolano i deserti steppici e boscosi sono personaggi ben noti ai contadini che spesso li cibano e vanno a chieder loro consigli, benedizioni, e anche interventi miracol osi; gli eremiti sono ugualmente ben noti ai viandanti smarriti che accolgono e che rimettono sulla strada giusta, dai cacciatori che passano non lontano dalla loro capanna dai tipacci dagli ufficiali forestali che vanno in cerca del miele o del legname da costruzione dai vagabondi, dai briganti, e anche dagli innamora ti che rinunciano temporaneamente al mondo esterno. La maggior parte degli aspir anti alla perfezione vive tuttavia in gruppo in una casa comune secondo le presc rizioni di una regola e sotto l guida di un capo. Fra di loro solo una minoranza ha professato, ha abbracciato la condizione perfetta stabilita dalla regola, e sono i professi canonici, monaci, ecc.; alcuni sono stati ordinati sacerdoti ma nessuna regola impone che i professi siano obbligatoriamente ordinati; per secol i essi sono sempre considerati come dei laici. Il capo della comunit l'abate, des ignato o eletto dai padri; ha una larga giurisdizione sui professi e sugli altri ; gestisce il temporale, spesso considerevole, e a questo titolo gode, in epoca feudale, di una posizione preminente, come signore di numerosi vassalli e contad ini; si fa aiutare da tutto uno strato maggiore di familiari: priore, a cui spes so affianca un vice-priore; prevosto, cameriere, tesoriere, infermiere, elemosin iere, cellerario, cantore... La vita quotidiana di questi religiosi dipende dunq ue da un lato dalla regola adottata, dalla sua applicazione pi o meno rigida, e, d'altra parte, dalla situazione locale del monastero: numero dei monaci, ricchez ze fondiarie... La presenza di ordini anche mendicanti ha una grande influenza, poich erano volti all'azione e vivevano nel mondo, in seno alle citt, o predicando e confessando lungo le strade, in tutti gli ambienti. Impossibile ricordare la vita medievale senza dare un posto notevole a questi religiosi e in genere a tut ti questi monaci ed aspiranti alla perfezione. Rari gli ordini che sono scompars i nel medioevo; nessuno ha esattamene sostituito quelli che lo avevano preceduti ; tutti si sono giustapposti nel corso dei secoli. La chiesa e il mondo: Mentre gli aspiranti alla perfezione separati dal mondo dalle mura del loro convento e dalla variet delle vite e della condizioni, dalla stretta osservanza della regola , per un pezzo non si sono distinti in vario modi dalla massa dei laici, del per sonale al servizio della divinit che vive nel mondo si organizza rapidamente in u

n ordine doppiamente gerarchizzato in base alla capacit o al potere. La stretta g erarchia che regge il clero occidentale deriva in gran parte alla strutture ammi nistrative del basso impero, cio da quelle che il cristianesimo ha conosciuto qua ndo si impiantato nel mondo romano; la cellula principale ne era la famosa citt a ntica; un certo numero di citt si raggruppava in province, che avevano per capita le una di esse. Il sacerdote della citt dipendeva in qualche misura dacolui che v egliava sulla metropoli. Ma col progresso della cristianizzazione e la conversio ne degli elementi rurali il vescovo non stato pi l'unico sacerdote della citt. Con solo stato circondato, aiutato, consigliato, da un certo numero di chierici che stavano intorno a lui, quelli che costruirono il capitolo della cattedrale; ma s oprattutto si sono formate attorno alla citt episcopale le nuove cellule elementa ri della cristianit occidentale, le parrocchie, cui davano vita numerosi chierici . La parrocchia ha una notevole forza di coesione economica, perch, come abbiamo visto, nata contemporaneamente alla costituzione del villaggio. Talvolta, col pr ogresso dei dissodamenti e la crescita della popolazione una parrocchia troppo g rande si divide in nuove parrocchie; il primitivo parroco diventa allora un deca no, ha un certo diritto di sorveglianza sui nuovi vicari le cui parrocchie resta no raggruppate in un decanato. Parecchi decani si riuniscono in un arcidiaconato e parecchi arcidiaconati formano una diocesi, che molto spesso in luoghi romani zzati corrisponde alla vecchia citt e dipende dal punto di vista spirituale dal v escovo, personaggio fondamentale per la chiesa cristiana. La chiesa tutrice dell 'occidente: I chierici, in apparenza tanto influenzati dai laici al punto da per dere una gran parte delle loro virt hanno di fatto chiuso tutta la societ occident ale nella rete della loro stretta gerarchia, nell'osservanza obbligatoria di un certo numero di riti e di prescrizioni. Hanno del pari sorvegliato e guidato gli sforzi, dosato e verificato l'acquisizione delle conoscenze, mantenuto la divis ione della societ in ordini voluti da Dio e combattuto aspramente coloro che cont estavano un tale monopolio educativo o una tale visione del mondo. La chiesa ha il diritto di giudicare in parecchi casi tutti i cristiani e in tutti i casi i c hierici o le persone a loro assimilate; questo tribunale diverso dagli organi di giustizia laici di cui possono disporre vescovi, abati, capitoli, in quanto sig nori qualificati all'esercizio di alta o bassa giustizia, in quanto detentori de l banno. In primo luogo la chiesa giudicano in foro interno: censore implacabile di tutti i peccati commessi e, attraverso il tribunale della penitenza, rimette parte della pena dovuta per questi peccati in cambio di una penitenza proporzio nata alla loro gravit, da non confondersi con la pena temporale che hanno potuti meritare; un delitto punito materialmente con prigione o con ammenda pu richieder e anche un pellegrinaggio o una pubblica penitenza. In certi casi il vescovo o i l legato o il papa possono lanciare una scomunica contro il colpevole, che allor a escluso dalla chiesa e dalla societ, poich privato di tutti i sacramenti che ne sono il fondamento e di ogni contatto con gli altri cristiani. Il foro esterno i nvestito delle cause perso ali o reali. Sono reputate cause reali tutte quelle c he riguardano i sacramenti, i delitti relativi allo spirituale, i testamenti, pa recchi giuramenti o impegni, i beni della chiesa, i benefici; causa personali tu tte quelle che riguardano un chierico o persona ad esso assimilata. Si capisce c os l'incredibile quantit di processi sottratti alla giustizia civile e portati dir ettamente davanti al vescovo o al giudice vescovile; poich il matrimonio era un s acramento, tutte le questioni matrimoniali erano di loro competenza; del apri la maggior parte dei casi d'adulterio o infanticidio; e anche la stragrande maggio ranza dei testamenti, tutti quelli che comportavano dei pii legati. I beni della chiesa non erano tutti luoghi d'asilo riconosciuti; d'atra parte alcuni erano d ei feudi il cui possessore era la chiesa, ma il cui proprietario eminente era un signore laico che cadeva sotto il giudizio del tribunale pubblico; bisognava du nque che quest'ultimo deliberasse in primo luogo sulla qualit del bene prima che si sapesse se il foro poteva esserne investito. Altrettanto accadeva per le deci me o per i giramenti perch se prendere a testimoni Dio e i santi avrebbe dovuto n ormalmente comportare la competenza del foro, il fatto che un tale giuramento fo sse alla base dei vincoli vassallatici e della feudalit avrebbe comportato la com petenza della chiesa nella stragrande maggioranza delle cause civili o pubbliche . Molti contratti invece erano passati per volont dei due contraenti al giudice d

el tribunale vescovile; la chiesa ne era dunque garante e ogni eventuale contest azione doveva essere portata davanti a colui che aveva apposto il suo sigillo su llo scritto. A questo modo non solo l'ordine dei chierici era nettamente distint o dal resto della societ cristiana per i suoi privilegi, ma controllava efficacem ente attraverso il foro esterno e interno, l'essenziale delle sue attivit. Il mondo cittadino: mercanti, artigiani e borghesi La vita commerciale: L'impero romano ha lasciato in eredit all'occidente medieval e una notevole rete di vie lastricate e rettilinee che suggerivano con forza la maggior parte degli itinerari e che furono utilizzate durante tutto il periodo. Accanto a questa strada, delle lastre robuste ma che finiscono solo per fare la loro coesione rendendo la strada impraticabile, eccetto che sui margini, si coll oca la strada medievale selciata con ciottoli levigati con la calce, la carreggi ata; pi sinuosa della via perch fa parecchie svolte per passare da un certo castel lo, da una certa abbazia, invece che andare direttamente da una citt all'altra. L e strade regie erano le pi importante e sono sempre state animate. Vi circolano i n primo luogo i grandi di questo mondo che si spostano di continuo non solo per andare da una propriet all'altra, per consumare le scorte di vettovaglie accumula te dai contadini per il loro signore, ma anche per raggiungere punti qualsiasi, da un'umile capanna alla residenza di un re. Molti vanno a piedi; pochi utilizza no la carrozza o, per lo meno, la vettura con tiro, perch la strada o carreggiata sono troppo dissestate per consentire che un viaggio un po' lungo si svolga con relativa comodit; solo tragitti piccolissimi, parlando in termini chilometrici, vengono coperti al passo indolente di buoi che rendono sopportabili le scosse e permettono di trasportare pesanti derrate; la maggior parte delle persone di med ia agiatezza, o ricche e potenti, si spostano a dorso d'asino, di mulo, di caval lo. Sulle strade gli animali da sella o da basto sono dunque largamente in maggi oranza, anche per certi trasporti di merci, ferrandoli per maggiore forza e mino re fragilit. Perci a causa di questa lentezza generale dei viaggi, l'occidente era immensamente pi vasto per i suoi abitanti che il mondo attuale per i loro discen denti. Eccetto che con corrieri straordinari, ci vuole quasi un mese per andare da una parte all'altra del regno di Francia e trenta giorni per andare da Venezi a a Bruges passando per la Germania meridionale. La flotta d'acqua dolce non con osciuta con precisione, salvo in certi casi; per esempio nel caso dei bastimenti che aiutano a scaricare le pesanti navi di mare e che operano il trasferimento delle merci nei porti fluviale maggiori come Amburgo, Lubecca... In genere le na vi sono lasciate in riposo durante l'inverno; lasciate sulla spiaggia, ricoperte di un tetto; messe a riparo, ridipinte a primavera ripartono tra le benedizioni e la festa generale; i capitani non sono stati formati in alcuna scuola, non po sseggono istruzioni nautiche che, d'altra parte, sarebbero incapaci di leggere; si affidano alla notevole quantit di cognizioni e di esperienze che hanno vissuto e che sono state loro trasmessi oralmente dai precedenti e dai colleghi. I risc hi della navigazione ne risultavano ridotti al minimo, ma c'erano; obbligate a p assare quasi tutte intorno ai medesimi luoghi, le navi che malmanovravano nei ve nti e nelle bufere, potevano entrare in collisione le une con le altre. Si aggiu ngano i bassifondi, scogli affioranti o no, secondo l'ora della marea del nord, ghiacci precoci o persistenti, tempeste e uragani... A questi pericoli naturali se ne aggiungono altri, pi terribili, dei predoni, dei pirati, dei corsari, delle navi da guerra; mentre le navi sono fatte per andare alla deriva lunga la costa , i relitti e i sopravvissuti sono saccheggiati dai rivieraschi. Le vie di terra non sono meglio frequentate con la loro massa di signori o cavalieri briganti, di banditi, di fuorilegge, o di soldati in armi. Lo scopo principale di questi b anditi di strada non la distruzione o il saccheggio, ma l'appropriazione delle r icchezze e delle merci. E questo dice l'importanza del commercio nell'animazione e nella vita delle strade. La prima caratteristica del commercio era la presenz a di fiere nata nel mercato locale dove l'economia demaniale smaltiva i suoi sur plus, dove ci ci si poteva procurare alcuni prodotti artigianali e dove a volte si scambiavano le derrate alimentari in ambito interregionale; alcuni di questi mercati diventarono luoghi di incontri temporanei, a data fissa, delle carovane

dei mercanti. L'organizzazione generale di queste fiere poneva diversi problemi; bisognava in primo luogo proteggere sulle vie dell'occidente, tutti quelli che venivano o tornavano con le loro mercanzie e le loro ricchezze, accordar loro un salvacondotto; sorvegliare le transazione e verificare che la sicurezza dei mer canti fosse rispettata durante le fiere; era il compito delle guardie che ebbero un po' alla volta una funzione di giurisdizione contenziosa. Restava anche la q uestione dei pagamenti; questi non erano regolati immediatamente; dopo le vendit e avevano luogo delle compensazioni, una verifica dei conti; chi aveva pi venduto che comprato riscuoteva la differenza; chi aveva pi comprato la sborsava. Le att ivit di scambio attirano perci l'attenzione su un secondo carattere della ripresa commerciale che influenza direttamente la vita quotidiana: l'uso degli strumenti di pagamento e della moneta. Ma se la moneta diffusa dalla citt e dai mercanti s i afferma sempre di pi in campagna rivoluzionando pi o meno la vita contadina, per i mercanti si pongono altri problemi, in particolare la difficolt di trasportare grosse somme sulle strade, di utilizzare monete diverse secondo le regioni in c ui si spostano o di riunire somme considerevoli. Il mercante comunque considerat o male dalla chiesa e resta come una specie di fuorilegge; ha una mentalit razion alista di organizzatore metodico, che calcola, computa, prevede, spiega tutto pe r via di ragione; esige un insegnamento molto diverso da quello che si riceve ne lle scuole o nelle universit, sotto il controllo dei chierici. La citt e la vita c ittadina: All'epoca del basso impero l'occidente disseminato di citt; 1200 anni p i tardi pure urbanizzato; tuttavia tra queste due date le citt hanno assunto un as petto completamente diverso, anche se certe hanno conservato la stessa posizione e hanno un numero di abitanti e una superficie paragonabili. La trasformazione cominciata nel secolo III, sotto l'imperatore Aureliano; la citt romana, largamen te aperta sulle campagne stretta dentro una cinta di bastioni spesso tirati su f rettolosamente con le pietre degli edifici distrutti. Solo il centro di questa c itt ha potuto quindi essere protetto e le periferie non difese, spopolate per il decremento demografico e perch i grossi proprietari si sono ritirati sulle loro t erre, sono state devastate e abbandonate. L'Italia stessa dove 5 citt su 6 sono d i origine romana e sedi vescovili, vede un po' alla volta cambiare la loro funzi one, la composizione della loro popolazione a anche il loro tessuto urbano. Nel medioevo non sempre facile distinguere una citt da un villaggio, prescindendo dal le citt dove si trovano i vescovi, che sono facilmente identificabili. Gli agglom erati devono presentare un certo numero di caratteristiche per essere veramente considerati come cittadini; non si contrappongono in modo assoluto alla campagna , poich includono numerosi campi, frutteti, giardini, granai, stalle e molti dei loro abitanti continuano a svolgere attivit rurali; e nemmeno il muto che li circ onda tipico, perch ci sono dei villaggi fortificati; tuttavia esso separa dalla c ampagna, protegge dagli attacchi; seleziona gli ingressi delle persone come dell e merci, obbliga gli abitanti a stringersi a pigiarsi, soprattutto in periodo di sviluppo demografico o economico, a fare sopraelevazioni, a far pi ponti che chi ese. Miniature, incisioni, quadri, sigilli, anche meglio delle citt medievali qua si intatte che abbiamo conservato, ci mostrano come queste citt apparivano alla p opolazione: un ammucchiarsi di torri e di campanili all'interno di una solida mu raglia, il tutto arieggiato qua e l da numerosi giardini. Le strade erano animate di continuo, dall'alba al crepuscolo, tanto pi che la maggior parte dei poveri, dei bambini e delle donne, male alloggiati in abitazioni molte ristrette, vi sce ndevano a giocare, a chiacchierare con i vicini, a fare qualche spesa, ad ammira re lo spettacolo costantemente offerto dai negozianti, dai clienti, dai signori o dai chierici e dalla folla eterogenea dei passanti. La citt non caratterizzata solo dal suo aspetto esteriore e dalla vita della popolazione che ospita fra le sue mura; ma ancor pi, come abbiamo messo in luce, dallo statuto dei suoi abitant i, dal suo diritto che giuridicamente li differenzia da quelli della campagna o da quelli della tradizionale societ di classi. Le popolazioni cittadine, minorita rie in un mondo amministrato dal signore, su un suolo che gli appartiene, eserci tano tanto attivit rurali, pagandogli dei diritti, come parzialmente artigianali o commerciali, versando dei tributi, dei pedaggi, dei telonei; sono sottoposte a lla sua giustizia, subiscono l'effetto delle sue guerre e si sentono tanto pi iso late in quanto costituiscono dei nuclei densi e dinamici la cui solidariet accres

ciuta dalla muraglia che li pigia gli uni contro gli altri pur proteggendo le lo ro ricchezze. Una volta riconosciuta l'esistenza del loro comune e dell'assemble a costitutiva e autorizzata la gestione di una parte dei loro interessi, molte d i queste citt si limitano a farsi accordare e garantire alcuni diritti, il diritt o di percepire certe tasse, l'autonomia della bassa giustizia e qualche libert ec onomica. Dalla pi umile alla pi facoltosa le citt occidentali possiedono cos la loro assemblea deliberante e il loro organismo di gestione: il consiglio, diviso tal volta in commissioni specializzate o indipendenti. Entro la cerchia delle sue mu ra e nel suo distretto cittadino, il consiglio cumula un po' alla volta la maggi or parte dei poteri compatibili con quelli che si riservato il principe; la poli zia, per esempio, per regolamentare il porto d'armi, gli assembramenti illeciti, per proteggere la sicurezza delle passeggiate notturne, fare applicare il copri fuoco. Gli obblighi militari sono molto numerosi e pesanti; il cittadino tenuto a prestare servizio ma pu farsi sostituire se il sorteggio lo designa per la mobi litazione; senza di che non potrebbe dedicarsi alle sue normali attivit. Per quel che riguarda gli artigiani, si nota fino al secolo XIV un apparente rafforzarsi delle corporazioni, cio delle associazioni di lavoratori che esercitano lo stess o mestiere e che si impegnano sotto giuramento a osservare le prescritte norme e a rispettare l'autorit dei giurati che esercitano la sorveglianza. Questi mestie ri come altre persone giuridiche, avevano una cassa, un sigillo degli emblemi. L a loro origine oscura; nessun legame dimostrabile coi collegia romani; invece no tevole influenza, in molti casi, delle confraternite cio associazioni di carit e m utuo soccorso. In generale il pi delle volte il laboratorio piccolo e serve anche da bottega per lo smercio della produzione; apprendisti e valletti pranzano col maestro e con la sua famiglia per perdere meno tempo; di qui un carattere famil iare molto marcato e molto arcaico nei rapporti tra i lavoratori. La divisione i nterna del lavoro scarsa: il medesimo operaio fabbrica il medesimo oggetto dalla materia grezza fino alla completa finitura; in compenso grande a livello di mes tiere. Concludendo si pu quindi dire che la societ medievale era raggruppata per c ategorie, secondo l'ordine voluto da Dio, e fortunatamente mantenuta ancora nei vari legami delle molteplici solidariet ne doveva essere definitivamente frantuma ta.

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