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-Forme del Rilievo= entità spaziali della superficie terrestre, individuabili in base al loro aspetto
fisico e che presentano un certo grado di omogeneità rispetto alle proprietà che le caratterizzano
-Agenti geomorfologici= sono l’insieme dei fenomeni che, attraverso i Processi morfogenetici,
determinano la genesi e lo sviluppo delle forme del rilievo
Sosoruze coreua
-Termoclastismo= processo che si verifica per contrazione e dilatazione della porzione affiorante
di una roccia, legato alle oscillazioni termiche. Queste determinano prima la microfratturazione e
poi la frammentazione vera e propria della roccia
L’acqua presente nelle fratture e nelle crepe della roccia madre congelando dilata queste ultime.
Il susseguirsi di questi processi può portare alla frammentazione della roccia madre, dopo
l’eccessivo sviluppo di queste crepe.
-Disgregazione granulare= fenomeno che si verifica nel momento in cui una roccia è disgregata
in particelle e granuli corrispondenti a singoli minerali. Si verifica principalmente in risposta al
termoclastismo
-Idrolisi= processo che interessa principalmente minerali silicatici a contatto con soluzioni
acquose contenenti quindi ioni H+ e OH- con annesse molecole di CO2. A seguito di questo
processo si ha la scomposizione del minerale silicatico. Es. un feldspato alcalino (k-feldspato) può
dissociarsi in silice,potassa (asportate dalle acque circolanti) e caolinite, un minerale residuale che
rimane in loco.
L’alterazione può anche essere siallitica nel caso in cui interessi miche o placioclasi o ancora può
essere allitica nel caso si verifichi una ulteriore scomposizine del minerale residuale nelle sue
componenti, cioè silice e ossidi e idrossidi di Fe e Al in condizioni di clima Megatermico umido.
Nel caso ci si trovi in climi tropicali umidi si avranno processi di desilicizzazione che porteranno
alla formazione di suoli lateritici formati da ossidi e idrossidi di Fe e Al.
-Ossidazione= processo questo che si vericfica nel momento in cui un ambiente riducente è a
contatto con importanti quantità di ossiggeno. Ciò determina un’ossidazione dei cationi come Fe
Mn e S presenti nei minerali decretandone anche la destabilizzazione in alcuni casi
REGOLITE E SUOLO
-Regolite= orizzonte superficiale prodotto dalla degradazione meteorica di una certa roccia
madre
-profilo di degradazione= si ha nel caso in cui il regolite sia suddivisibile in livelli che presentano
un diverso grado di degradazione: orizzonte di roccia degradata (lv 1-3) con meno del 50% del
materiale roccioso degradato; Saprolite (lv 4-5) con più del 50% del materiale roccioso degradato;
regolite residuale o suolo (lv6-7) con il materiale roccioso completamente degradato
-fronte di degradazione= striscia di separazione tra regolite e roccia madre, si definisce fronte
perchè risulta variare nel tempo
-suolo= caratterizzato da una frazone inorganica minerale 50-60%, una compenente d’aria
15-22%, una d’acqua 25-35% e il restante in sostanza organica
-Classificazione dei suoli= suoli zonali (relativi ad un certo clima) intrazonali ( sviluppati in regioni
a clima diversi per particolari condizioni) azonali (legati a specifiche e uniche condizioni)
-Paleosuoli= quando un suolo si è formato in condizioni antecedenti quelle presenti in una certa
zona. Relitti se affioranti in superficie, Sepolti se occultati da depositi recenti.
-Tafoni= cavita di disfacimento. Presentano come una apertura con margini sporgenti, parete
interna concava e liscia e sabbione medio grossolano alla base. Dovuti a processi di idrolisi,
soluzione e aloclastismo con feedback positivo di crepe e microfratture
-Cavità alveolari= dovuti a stessi processi dei tafoni, sono cavità dell’ordine del millimetro-
centimetro che sono interpretate come le prime fasi di sviluppo di un tafone
-Tors, blocchi in bilico (boulder .)= sono affioramenti rocciosi che si stagliano nettamente sulla
superficie e che presentano pareti ripide. Si sono orginati per degradazione preferenziale su
sistemi di fratturazione della roccia e successivo smantellamento dei prodotti legati all’alterazione
allitica.
-versante= prozione della superficie terrestre che presenta una certa inclinazione rispetta al piano
orzzontale su cui agiscono i processi di denudazione (gravitativi e di dilavamento) che si esplicano
con i fenomeni di erosione, trasporto e sedimentazione.
-Processi gravitativi= è l’insieme di processi legati alla forza di gravità, che incide sul materiale
degradato e sulla roccia madre che forma il versante
-(G) forme da caduta di detrito= si formano nel momento in cui clasti di dimensioni variabili
(detrito) originati per degradazione meteorica su un versante viene accumulato verso valle a causa
della gravità assieme a materiale più grossolano. Se la parete del versante è uniforme si possono
orginare falde di detrito, mentre se questa presenta rientranze e irregolarità si formeranno coni di
detrito. Le falde di detrito sono strisce(=o strato) di detrito che si formano al piede del versante
anche per coalescenza di coni di detrito.
Entrambe queste forme sono instabili e possono determinare movimenti anche a seguito di
leggere sollecitazioni. Pendenza pari a quella dell’angolo di riposo del materiale.
-soliflusso= processo che interessa le porzioni superficiali di rocce argillose e limose che, una
volta imbibite d’acqua assumono un comportamento meno viscoso e si muovono verso il basso
per gravità formando tipiche terrazzette e lobi. Il geliflusso è un processo analogo che si verifica
però per scioglimento del ghiaccio contenuto nel terreno, in particolare in ambienti montani
-movimenti franosi= sono processi che si verificano nel momento in cui l’equilibrio del materiale
che forma il versante risulta spezzato. Per tale materiale sono presenti sforzi di taglio legati alla
gravità, alla pendenza e al contenuto di acqua, e forze resistenti legate alla coesione del materiale
e alle forze di attrito. Nel momenti in cui si ha una variazione di questi parametri e le forze resistive
non sopportano più gli stress di taglio si verifica una frana.
-debris flow= si verifica lungo un versante caratterizzato dalla presenza di materiale sciolto( non
cementato). A seguito di un intenso evento piovoso il detrito viene prelevato e si muove in un
flusso di acqua e detriti che si autoalimenta man mano che procede verso valle.Clasti di
dimensioni variabili, deposito eterometrico sotto forme di lunghe lingue e velocità massime
nell’ordine dei 3’ m/s
-mud flow= flusso formato da fango (silt e argille) e acqua che muovendosi verso valle con un
moto di tipo viscoso-plastico origina al piede del versante forma a ventaglio e lobi caratteristici di
elevati spessori
-lahars= tipo di mud flow che si imposta per flussi di acqua e detriti sciolti piroclastici presenti
lungo i versanti di un vulcano. I lahars presentano E elevatissimi e si originano a seguito di intensi
eventi piovosi a volte dovute al vapore acque rilasciato dal vulcano stesso
-erosione da pioggia battente= le precipitazioni meteoriche per la loro energia cinetica vanno ad
originare di microcrateri e smuovono partecelle finissime del terreno. Queste particelle possono
poi venire dilavate dal ruscellamento superficiale o andare ad occludere i fori presenti nel suolo.
Tale processo si verifica solitamente in suoli privi di copertura vegetale.
-inondazione a coltre(sheet flood)= è un processo che si verifica in aree a clima arido, a seguito
di un evento piovoso molto intenso ma anche breve. Questo può dare origine a processi
particolarmente intensi a valle provocando inondazioni disastrose.
-erosione a rivoli(rills erosion)= si verifica a seguito di eventi piovosi prolungati su versanti molto
acclivi, che non presentano copertura vegetale, dove l’acqua dilavante forma sul versante dei
rivoli e dei microsolchi di erosione molto caratteristici (rills)
-Erosione a solchi (gully erosion)= processo che si verifica per coalescenza verso valle di rills
che, intensificando la propria capacità erosiva, producono dei solchi di erosione di dimensione
maggiore definiti gully. Questi possono originarsi sia per scorrimento superficiale che
subsuperficiale dei corsi d’acqua che infiltrandosi in livelli più profondi del terreno, produce
sudetta erosone superficiale formando gallerie. Quando a causa della gravità il tetto di queste
crolla, si originano i gullies. Tale fenomeno è detto piping
Queste guglie si originano per fenomeni di dilavamento lungo un versante in cui il blocco litoide
protegge i clasti di dimensioni inferiori sottostanti, ma non quelli limitrofi che vengono asportati.
-badlands= sono forme che presentano una vasta rete di rills e gullies impostati su rocce tenere
(come le argille) in climi arido a subumidi che presentano scarsa copertura vegetale. Spesso sono
degradate da fenomeni di umidificazione e essiccamento legati a idroclastismo che genera una
struttura superficiale a ‘’pelle di elefante’’
-calanchi= sono forme che si originano a seguito del dilavamento, da processi gravitativi e a
ruscellamento concentrato lungo un versante. Presentano tipicamente delle vallecole che
possono presentare copertura vegetale separate tra loro da creste sottili, aguzze, ripide e spoglie.
Possono rappresentare pericolo a seguito dell’eccessivo arretramento della testata progressivo
che le interessa. Presentano una tipica struttura a pettine
-biancane= presentano l’aspetto di una collina/cupola di un bianco acceso, solcata da una rete di
rills e gullies formati anche a seguito di fenomeni di piping, impostata su aree a bassa energia di
rilievo e con scarsa pendenza. La loro origini si ritiene sia legata a processi di dilavamento
operato su materiale argilloso. Il nome deriva dall’efflorescenza di solfato di sodio che ne
determina il caratteristico colore bianco dello strato più superficiale e la formazione della ‘’pelle di
elefante’’
Bacino idrografico= porzione della superficie terrestre delimitata da uno spartiacque nella quale
si raccolgono le acque derivanti da precipitazioni meteoriche, che vengono quindi incanalate in
un’asta fluviale principale
Modellamento normale= è il modellamento fluviale che viene definito per l’appunto normale in
quanto si ritiene sia il più importante per l’evoluzione della superficie terrestre
E netta= data dalla differenza tra Etot e Edispersa legata quest’ultima alla cause interne(viscosità)
e esterne(rugosità del letto, trasporto carico). Se En>0 si ha erosione e trasporto; se En= 0 si ha
trasporto; se En<0 si ha sedimentazione
Erosione fluviale= l’erosione fluviale si esplica attraverso alcuni processi: erosione in senso
stretto (presa in carico e trasporto di materiale proveniente dalla base e dalle sponde dell’alveo)
cavitazione (azione meccanica originata dalla variazione di pressione idrica che genera vapore
acqueo) abrasione (legata agli urti del materiale trasportato) evorsione (legata agli impatti del
materiale trasportato in presenza di un moto vorticoso) degradazione ( legata alla disgregazione
fisica e all’alterazione chimica dovute alla presenza del corso d’acqua)
L’azione turbolenta e vorticosa del corso d’acqua legata alla presenza di cascate e rapide, può
portare per evorsione alla formazione di marmitte (pothole) che presentano al loro interno i clasti
che hanno portato alla loro formazione.
Trasporto fluviale= processo che si esplica in diversi modi: galleggiamento ( materiale con peso
specifico inferiore a quello dell’acqua flluviale), soluzione , sospensione (per particelle fini e
finissime che vengono mantenute in movimento per l’azione turbolenta del corso d’acqua, e il cui
insieme definisci il ‘’carico torbido’’ ) trascinamento sul fondo ( per saltazione rotolamento e
trascinamento. Questi fattori frammentano e arrotondano i materiali grossolani trasportati che
costituiscono il ‘’carico di fondo’’)
Carico limite= è la quantità di massa massima (in ton) trasportabile da un certo corso d’acqua
Capienza massima= è la dimensione massima dei casti trasportabili dal corso d’acqua
Sedimentazione fluviale= essa si verifica quando l’En<0. Tale processo si verifica quando un
corso d’acqua raggiunte le quote più basse perde parte della sua energia e tende a depositare
prima i sedimenti più grossolani e poi quelli più fini, ma può anche verificarsi nel caso in cui si
verifichino piene in conseguenza delle quali l’energia subisce un netto calo a cui segue
sedimentazione
Livello di base= è la quota minima a cui si spinge l’erosione fluviale di un corso d’acqua. Essa è
generalmente rappresentata dal mare o da un bacino endoreico. Il livello base di un corso
d’acqua di primo ordine è la quota in esso confluisce in uno di secondo e così via.
cascate=si formano quando un corso d’acqua impostato su aree rilevate, incontra rocce a
diverso grado di erodibilità. Erodendo quindi in modo preferenziale quelle tenere, si possono
formare salti e gradini che possono poi evolversi in cascata. A causa delle elevate velocità
acquisite e del moto vorticoso e turbolento che si genera alla base della cascata, si verifica
un’erosione regressiva che col tempo porta allo scalzamento del piede della cascata e il
conseguente arretramento
Profilo di equilibrio= col passare del tempo, i fenomeni di erosione, nelle aree rilevate, e di
colmamento, nelle zone depresse, porta alla formazione di un profilo longitudinale in cui l’Enetta è
pari a 0, determinando unicamente fenomeni di trasporto. Lungo questo profilo quindi detto di
equilibrio la pendenza va via via diminuendo in modo costante, dalle zone di testata, fino al lv
base del corso d’acqua
Cattura fluviale= il processo si verifica in presenza di due bacini imbriferi adiacenti contenenti
corsi d’acqua a diversa capacità erosiva. Quello a capacità erosiva maggiore tenderà ad ampliare
il proprio bacino fino ad annettere il corso d’acqua adiacente con la formazione di un tipico
’’gomito di cattura’’, una deviazione dell’alveo del corso d’acqua a minor energia in quello a
maggior energia
Possono presentare un letto irregolare sviluppato in seguito a variazione della portata del corso
fluviale per piene e secche con tipica alternanza riffles(barre) and polls(pozze) o steps (passi) and
pools. Queste ultime nel caso in cui il materiale trasportato raggiunge dimensione considerevoli
paragonate a quelle dell’alveo.
Questi corsi d’acqua cominciano a formarsi dalla deposizione di materiale grossolano al centro
dell’alveo. Ciò forma due canali laterali che vanno ad incidere le sponde del corso d’acqua
depositando continuamente materiale alla base del letto. Tale processo diminuisce il
R(aumentando il perimetro bagnato) e l’E, e provoca erosione laterale e sedimentazione al centro
dell’alveo. Da ciò si originano la serie di canali coalescenti che caratterizzano questi tipi di letto
Ciò provoca la formazione di isole sabbiose con forme a goccia, allungate idrodinamicamente
verso valle.
Letti a meandri= sono letti ce si formano a valle lungo zone con scarsa pendenza. Presentano
una sinuosità molto spiccata legata ai numerosi anse (meandri) formati a seguito dei processi di
erosione della sponda esterna e sedimentazione della sponda interna legate al moto vorticoso
turbolento.
Normalmente l’acqua in un meandro scorre più velocemente nella sponda esterna,per la forza
centrifuga, dove si accumula il maggior volume d’acqua. Questo è contrabilanciato da correnti
vorticose che tendono a colmare il dislivello generato spostandosi sulla sponda opposta
interna( convessa), generando un movimento elicoidale caratteristico.
Collo di meandro= è la porzione di terreno che separa due sponde esterne di un letto a meandri.
In caso l’erosione continui, si può dare origine a un salto di meandro in cui si rettifica l’alveo
fluviale, con la formazione di un meandro abbandonato che può originirare un lago a corna di bue
o un’area palustre chiamata mortizza. Possiamo definirle come la ‘’norma’’ per un corso d’acqua
che tenta di sviluppare un certo equilibrio con pendenza attriti e portata.
La loro origine è legata all’incisione verticale operata dal corso d’acqua in aree fortemente acclivi
ad elevata energia di rilievo a cui segue la formazione di una forra(gola) e all’abbassamento della
linea di fondo thalweg del corso d’acqua. Da questo momento si ha sviluppo sia dell’incisione
verticale che dei processi di denudazione del versante, che nelle fasi più evolute possono andare
ad addolcire i versanti e ad ampliare la zona depressa poco acclive con depositi colluviali e fluviali
Pianure alluvionali= sono aree piane comprese tra i versanti vallivi e il corso d’acqua, originate
da processi di sedimentazione fluviale. Si formano sia per accrescimento laterale legato alle
migrazioni dell’alveo del corso d’acqua all’interno della piana, sia per accrezione verticale legata
ad esondazioni che determinano la sedimentazione di materiale lungo tutta la superficie della
pianura. Si distinguono in funzione di granulometria e pendenza: pianure pedemontane,
intravallive, intramontane, costiere e deltizie.
Le pianure alluvionali possono svilupparsi anche in concomitanza di corsi d’acqua con letti diversi
(a meandro o a canali intrecciati)
Argini naturali= sono porzioni di margine del corso d’acqua formate da materiali grossolano e
originate a seguito di esondazioni
Ventagli di rotta=sono forme caratterizzate da acqua e detrito grossolano depositato dal corso
d’acqua a seguito di una rottura locale del margine naturale
VARIAZIONE DEL LIVELLO DI BASE E FORME AD ESSO COLLEGATE= il livello di base può
variare nel corso del tempo determinando fasi di erosione, connesse ad abbassamento del lv di
base a causa di sollevamento tettonico e abbassamento eustatico, o fasi di sedimentazione, per
subsidenza o innalzamento eustatico.
Questi fenomeni portano ad un aumento o ad una diminuzione della pendenza e dell’En con
conseguente entrata in erosione o sedimentazione del corso d’acqua.
Meandri incassati= si sviluppano per un lento e progressivo sollevamento tettonico che causa
l’aumento dell’erosione verticale per abbassamento del livello di base, con conseguente
incassamento dei meandri nel letto fluviale.
Tale processo può anche originare archi naturali in caso verifichi un salto del meandro incassato.
Terrazzi fluviali=sono forme che si sviluppano lungo i versanti vallivi, caratterizzate da una
superficie suborizzontale (sup.terrazzata), un orlo e una scarpata subverticale.
Sono suddivisi in ordini (I più antico II più giovine) e in terrazzi orografici ( che hanno origine dalla
roccia del versante) e alluvionali (costituito dai depositi fluviali)
-terrazzi eustatici= sono forme in cui la superficie terrazzata si sviluppa durante il periodo
cataglaciale, durante il quale si un innalzamento del livello eustatico e del livello di base che
provoca quindi sedimentazione e formazione della superficie di terrazzo
La scarpata invece ha origine durante il periodo anaglaciale ( =da interglaciale a glaciale) dove
l’abbassamento eustatico genera erosione per abbassamento del lv di base.
Terrazzi tettonici= queste superfici terrazzate si sono sviluppate durante subsidenza che ha
determinato un innalzamento del lv di base con fenomeni di sedimentazione, mentre la scarpata
della terrazza si è sviluppata in fasi successive per sollvemento tettonico, abbassamento del lv di
base e erosione
Ciclo di Davis=definisce le modalità di evoluzione del rilievo fin dal momento della sua
formazione, a partire da un sollevamento tettonico che porta in rilievo il fondale oceanico.
Si riconosce: stadio iniziale in cui la superficie suborizzontale non presenta rilievi di alcun tipo e
risulta assente da fenomeni di erosione verticale da parte dei corsi d’acqua.
Stadio di prima giovinezza in cui si ha l’instaurazione di altopiani e di prime valli fluviali legate
all’erosione verticale
Stadio di giovinezza in cui si ha lo sviluppo del sistema precedente, con formazioni più marcate
di valli a V con ancora la preseza di altopiani
Stadio di maturità in cui si ha lo sviluppo di sistemi fluviali con versanti meno verticali, in cui il
profilo longitudinale dei corsi d’acqua comincia a tendere lentamente alla regolarizzazione.
Stadio di tarda maturità il sistema tende ancora più all’equilibrio, le pianure alluvionali cominciano
ad espandersi tra i versanti vallivi
Dendritico alborescente
Traliccio con una direzione di estenzione delle aste principali e con aste secondarie
perpendicolari
Centrifugo
Centripeto
Cap 6 CARSISMO
Fattori per sviluppare un paesaggio carsico: 1)che il calcare sia maggiormente puro e di
notevole spessore 2)intense precipitazioni 3) che sia presente una certa energia di rilievo per
permettere la circolazione delle acque dilavanti 4) che siano presenti sistemi di fratture all’interno
del calcare
-Karren (microforme): sono forme che vanno dal mm al m originate per corrosione carsica delle
acque dilavanti su pendii più o meno inclinati. È possibile suddividerli in:
fori carsici
Scannellature
Solchi a doccia
Vaschette di corrosione
Crepacci carsici
Karren arrotondati-sviluppati sotto una copertura importante di vegetazione e suolo che
intensifica il processo carsico con l’arricchimento di acidi organici. Presentano una forma molto
più arrotondata di forme carsiche subaeree.
Una superficie caratterizzata dalla presenza di più Karren è definita ‘’campi carreggiati’’ con solchi
nella direzione del pendio. Mentre se il processo di corrosione è andato avanti a lungo nel tempo
si definisce tale superficie campi carreggiati ruiniformi. Suddetti campi mostreranno anche tipici
spuntoni e creste appuntite.
-doline (mesoforme): m-hm sono forme depresse chiuse circolari ed ellittiche talvolta dotate di
inghiottitoio. In funzione della forma si distinguono: doline a piatto, a ciotola, o ad imbuto.
Doline da soluzione normale: generate da corrosione carsica all’interno delle fratture di un calcare
che genera la struttura chiusa depressa
Doline alluvionali: formate per collasso di materiali alluvionali permeabili sovrestanti rocce solubili
Doline di di subsidenza in roccia: dal collasso di rocce non solubili ma permeabili sovrastanti
rocce solubili per corrosione carsica
Si sviluppano a partire da un numero vastissimo di doline di piccole dimensione che unendosi per
coalescenza ne formano di più grandi, originando tipiche strutture a 8 e a grappolo dette uvala.
Polje o piani carsici (macroforme): aree depresse nell’ordine del Km con inghiottitoi anche
multipli che convogliano le acque all’interno dsel massiccio carsico sottostante e guglie(spuntoni)
solitari detti Hum. Nei polje attivi si può avere la formazione anche di laghi stagionali per
incapacità dell’inghiottitoio di smaltire le acque in eccesso nelle stagioni umide, o quando in
alcuni casi gli inghiottitoi possono anche diventare sorgenti (estavelle)
Valli carsiche (macroforme): sono valli fluviali interessate da corrosione carsiche nella aree di
alveo e subalveo. Presentano forre(o gole o canyon carsici) originate dai corsi d’acqua allogenici
che scavano nei calcari.
Col tempo però le fratture presenti nelle rocce dell’alveo si possono allargare fino a formare
un’inghiottitoio dove confluisce il corso d’acqua, generando una Valle cieca (a monte
dell’inghiottitoio) e una Valle morta (a valle dello stesso). Con il procedere della carsificazione, in
una valle cieca si possono aprire sempre nuovi inghiottitoi più a monte, andando a ridurre il tratto
attivo e ampliando la valle morta.
Forme ipogee(sotterranee)
originate dalle acque meteoriche che penetrano attraverso fratture e inghiottitoi delle forme
epigee originando Gallerie carsiche (cavità suborizzontali) e pozzi o abissi carsici (cavità verticali).
Le zone in un massiccio vengono suddivise in funzione della quantità di acqua presente in:
Zona intermedia= lv dell’acqua variabile in funzione delle oscillazioni della falda freatica
Carsismo delle aree tropicali caldo umide e quello delle aree fredde
differenza legata alle intense precipitazioni e alto contenuto di CO2 di origine organica. Si
riconoscono in funzione della forma assunta dai rilievi e dalle depressioni ad essi interposte:
(elencati per ordine di evoluzione, dal paesaggio più giovane al più maturo)
-carso a cockpits= colline emisferiche intrerposte da selle poco profonde, delimitano un’area
depressa con configurazione planimetrica poligonale o a stella, che si trova contigua rispetto ad
altre aree dello stesso tipo.
-carso a coni= stadio evolutivo più avanzato del precedente. Rilievo con forma conica più ripida
e depressioni più ampie che formano per coalescenza un’area suborizzontale detta glade
-carso a torri=secondo alcuni è un’evoluzione del Carso a coni, mentre per altri è un tipo a se
stante. Sviluppo per modellamento carsico fluviali.
Formato da: torri carsiche più o meno isolati con pareti verticali, in una pianura, con corsi d’acqua
a scorrimento superficiale e in grotta (all’interno dei rilievi). (È il corrispettivo in calcari dei
paesaggi a pediment e inselberg delle regioni tropicali impostate su rocce cristalline).
-carso a pinnacoli= insieme di fenditure e pinnacoli a spigoli vivi che si stagliano nettamente
rispetto la superficie. Origine legata a corrosione carsica su sistemi di fratture via via più profonde
con formazione di suolo importante che può venire smantellato o adattarsi alla base dei pinnacoli,
con successiva venuta a giorno degli stessi.
Nei cenote vicini alle coste si forma l’aloclino, una superficie torbida di contatto tra acque dolci
sovrastanti acque salate marine
Cap 7 MORFOLOGIA EOLICA= il vento con la sua azione meccanica, è in grado di originare sia
forme di erosione che di sedimentazione
Erosione eolica= essa si esplica attraverso deflazione e corrasione. La prima consiste nella presa
in carico di materiali sciolti di piccole dimensioni. La seconda invece provoca processi di erosione
meccanica attraverso la smerigliatura operata dalle particelle trasportate.
Ciottoli sfaccettati (ventifacts) microforme - sono ciottoli caratterizzati da facce piane o appena
concave, lisce o bucherellate. Prodotti dalla corrasione eolica su clasti.
yardangs mesoforme= sono dorsali allungate di dimensioni variabili parallele fra loro e orientate
secondo la direzione del vento dominante. Sono originati sia dalla deflazione che dalla corrasione,
caratterizzati da un’alternanza di rocce dure e tenere.
Pilastri di roccia o funghi di roccia mesoforme= torrioni rocciosi caratterizzati da un livello più
sottile alla base e da una porzione sommitale più pesante e massiva, originate per deflazione e
corrosione e si ipotizza anche dilavamento in fasi climatiche precedenti.
Materiale sabbioso= distese laminari amorfe dette ‘’piane di sabbia’’, oppure rilievi ‘’dune’’. Sia
le piane che le dune presentano nel lato sottovento delle increspature regolari ad andamento
ondulatorio definite ‘’ripples’’, perpendicolari alla direzione del vento dominante. (in sezione sono
asimmetrici, con versante sopra vento con angolo di 10°, e lato sotto vento inclinato a 30°)
DUNE
= colline composte da sabbia sciolte, con forme e dimensioni variabili.
Schema di angolo di lato sopra vento e sotto vento, delle linee di flusso, del movimento per
raptazione e saltazione con slipface che porta a piani di stratificazione, evoluzione della posizione
delle dune
Dune libere
evolvono senza impedimenti in funzione dell’energia del vento e della quantità di materiale
sabbioso disponibile
-barcane= forme elementari che presentano una porzione concava sotto vento e bracci laterali
con una struttura interna a laminazione incrociata. Si sviluppano in presenza di forti venti
unidirezionali con quantità di materiale disponibile limitato
-dorsali barcanoidi= origine per apporti sabbiosi più intensi che determinano il congiungimento
dei bracci delle barcane. Sono dune trasversali alla direzione del vento.
-dune trasversali= con venti unidirezionali si sviluppa una duna con lato sopravento poco
inclinato con versante sotto vento più acclive. Struttura interna più semplice di quella di una
barcana
-dune longitudinali= dorsali sabbiose allungate con creste parallele separate tra loro da solchi
profondi. Origine con tre modelli: 1) convergenza di due venti di uguale intensità; 2) presenza di un
vento elicoidale che aumenta di diametro nella direzione del flusso eolico 3) evoluzione da
barcane per due venti di diversa intensità (le dune in tal caso prendono il nome di seif)
-dune contrapposte= formate per due venti periodici che spirano normalmente all’asse di cresta
delle dune ma da due direzioni opposte originando due slip faces contrapposte
-dune a stella= formate a causa di forti venti provenienti da diverse direzioni variabili nel corso
dell’anno
Dune da ostacolo
sono condizionate dalla vegetazione o da ostacoli topografici
dune di appoggio ( nei solchi della dorsale sopra vento, dove si incanala la sabbia) ,
da eco (dovuta ai vortici eolici che si formano e che causano la formazione di una duna
distaccata dalla dorsale, per una distanza proporzionale a lunghezza e acclività della dorsale
stessa)
Per la vegetazione
Dune con conche di deflazione (prodotte dalla deflazione in aree spoglie circondate da
vegetazione. Il materiale originato va a depositarsi a margini della conca)
ripeti
Cap 8 MORFOLOGIA DELLE REGIONI ARIDE
Definizione di ambiente arido= ambiente con meno di 250 mm di precipitazioni annue.
L’UNESCO considera l’indice di aridità Ia= P/ETP
inselberg= nucleo resistenti di antiche catene montuose smantellate che possono essere presenti
nella superficie di spianamento
-deserti a rilievi montuosi e bacini= così chimati perche in essi si alternano dorsali motuose e
depressioni intramontane spesso rappresentate da bacini endoreici. Comuni in aree
tettonicamente attive.
Clima =Presenza di dislivelli netti tra aree rilevate e depresse generano situazioni climatiche
opposte tra aree a monte( freddo e umido) e a valle (caldo e arido)
Aree pedemontane= accumulo dei detriti alluvionali come conoidi di deiezione (quando
coalescenti dette bajadas), per formazione di corsi d’acqua momentanei in occasioni di piogge o
di scioglimento di nevi a monte.
Aree depresse= vaste depressione endoreiche definite playas, con depositi alluvionali con
elevato contenuto salino (a volte possono formare salinas) o specchi lacustri salati e poco
profondi (laghi di playa)
playas= superfici piatte formate da silt e argille con importante contenuto di sali. Sono il fondo di
antichi banici lacustri prosciugati.
Esistono playa argillose dure e secche (senza risalita capillare di acqua di falda) quelle soffici e
rigonfie (con risalita capillare) e quelle con crostoni di sale (risalita di acque saline). Aree
interessate da importanti processi di idroclastismo
Laghi di playa= originati per piogge abbondanti o per risalita della falda idrica, sono comunque
forme per lo più momentanee che di solito non permangono a lungo per la forte evaporazione.
wadi= le scarse piogge alimentano in modo effimero reti idrografiche del passato, detti wadi,
attive solo saltuariamente.
Archi naturali=forme originate a partire da rocce arenacee, formate durante variazioni umido-
aride quaternarie, con la degradazione meteorica fisica e chimica, combinata con dilavamento e
con il vento. Sono forme che hanno cominciato a svilupparsi nella fase umida e si sono ampliate e
preservate nella fase arida.
pediments= piani di roccia (superfici di erosione) di scarsa pendenza (5-7°) che tendono ad
estendersi verso monte via via che i processi erosivi sui versanti proseguono. Verso valle il
pediment si raccorda con 1)una depressione endoreica 2) sul fondo di valli fluiviali del passato
umido, in attuali zone desertiche 3) sul fondo di valli fluiviali attive in aree predesertiche.
Origine legata all’azione (di planazione) delle acque dilavanti e dei torrenti ai piedi dei versanti.
L’ampliamento di più pediments contigui, può portare alla formazione di un pedepiano, un’ampia
superficie di spianamento su cui si innalzano gli inselberg
Hamada( pavimento del deserto)= superfici aspra e accidentata, difficile da percorrere con
mezzi di trasporto. Origine per termoclastismo acque dilavanti e dal vento
Rock hamada superficie tabulare in roccia frammentata dagli agenti esogeni che mostra blocchi
a spigoli vivi.
Boulder hamada è una superficie su cui giacciono blocchi sferoidali di diverse dimensioni
Vernice del deserto= patina di scarso spessore di min argillosi, ossidi e idrossidi di Fe (marrone
scuro) e Mn (nero). Originata per l’azione di batteri
Definizione di clima megatermico umido=area che presenta precipitazioni dai 1500 ai 2000
mm/anno e T medie superiori ai 25°
Origine delle strutture= legata alla fluttuazione della falda fratica secondo McFarlane, con pisoliti
forme immature, e vermicolare forma più avanzata
Origine dei crostoni lateritici= 1)un profilo di alterazione, in cui la zona pallida si è impoverita di
Fe che è risalito verso l’alto per capillarità o oscillazione della falda freatica. 2) movimento laterale
di acqua di falda verso la base di un rilievo con con precipitazione degli ossidi di Fe contenuti a
più valle 3) precipitazione degli ossidi e idrossidi di Fe per fluttuazione della falda idrica e
abbassamento del profilo di degradazione per erosione dovuta ad abbassamento del lv di base
fluviale
Selva topography (termine peruviano)= morfologia aspra con strette dorsali spartiacque, valli
fluviali a V, fondovalle corrispondenti a letti fluviali con intensa erosione verticale.
Processi principali= processi di dilavamento (rills e gullies) e processi fluviali con permanenza
duratura di cascate e rapide per trasporto principale di sostanze fini, che derivano
dall’alterazione chimica del regolite
1) superficie originaria suborizzontale profondamente alterata fino alla formazione del crostone
lateritico, successivamente incisa dall’erosione fluviale con formazione di rilievi tabulari in cui il
duricrost fa da Caprock
2) Formazione del crostone lateritico sul fondovalle, per migrazione laterale di acque di falda
ricche di Fe dai versanti verso quote più basse) e conseguente inversione del rilievo che
genera rilievi tabulari con duricrost come caprock
3) Crostone di seconda generazione per abbassamento del livello della falda freatica ed erosione
sul versante che ha esposto il terrazzo di denudazione (formato appunto dal crostone)
4) Crostone di seconda generazione formato sul fondovalle per migrazione laterale di acqua di
falda
Penitent rocks= originati per degradazione preferenziale sui giunti di strato o sui piani di
scistosità, che su rocce sedimentarie e metamorfiche possono originare forme di spuntoni più o
meno acuminati che vengono poi a giorni per smantellamento
Limite delle nevi perenni=quota al di sopra della quale la neve che cade nel periodo freddo non
si scioglie completamente nel periodo caldo, ma si accumula di anno in anno, trasformandosi col
tempo in ghiaccio rilasciando aria ( neve, neve granulare, firn, ghiaccio).
CLASSIFICAZIONE MORFOLOGICA
Ghiacciai continentali
-Calotte glaciali (inlandsis, ice sheet) enormi cumuli di ghiaccio che coprono la topografia
circostante
-Calotte glaciali più piccole (ice caps) simili ai precedenti ma di dimensioni inferiori. Quando la
morfologia sottostante non risulta occultata, perchè il ghiaccio non è troppo spesso, si originano
gli ice fields
-Domi glaciali (ice domes) porzione centrale delle calotte con tipica forma a cupola
-Ghiacciai di sbocco (outlet glaciers) colate di ghiaccio ad alta velocità circostritte dai rilievi
montuosi. Gli ice streams invece sono circoscritti da masse di ghiacio da cui si sono separati
Ghiacciai montani
CLASSIFICAZIONE TERMICA
Ghiacciai freddi (a base fredda) T sempre sotto punto di fusione anche alla base, nonostante
alte P e flusso geotermico (lamina d’acqua assente)
Ghiacciai temperati (a base calda) T prossime al punto di fusione. In estate si ha scioglimento
superficiale con infiltrazione d’acqua verso la base, che seccessivamente può congelare ancora,
rilasciando calore latente e riscaldando il ghiacciaio. Altra fonte di calore è il calore geotermico
che può portare alla fusione del ghiaccio lungo le superfici di contatto (presenza di pellicola
d’acqua)
La pellicola d’acqua alla base del ghiacciaio (acqua di fusione di fondo) favorisce lo
scivolamento della massa glaciale, alternativa al movimento plastico dei ghiacciai che non la
posseggono
Bacino di alimentazione (collettore) posto alle quote più alte, rappresenta la superficie posta al
di sopra del limite delle nevi perenni, quindi la neve accumulata in inverno non si scioglie
completamente in estate
Bacino di ablazione area in cui si verifica uno scioglimento totale delle nevi e una fusione
parziale del ghiaccio sottostante (che proviene dal bacino di alimentazione) in estate
Calving separazione dei blocchi di chiaccio nella parte frontale del ghiacciaio; determina la
formazione degli iceberg
Bilancio di massa differenza tra l’accumulo e l’ablazione registrati nell’arco dell’anno. Se questo
risulta positivo, si ha espansione dei ghiacciai verso quote più basse. Se negativo, il ghiacciaio si
ritira verso quote più alte per ridurre l’entità della fusione.
1Scivolamento basale per ghiacciai temperati, scorrimento sulla base rocciosa sottostante a
causa di lamina d’acqua
2Scivolamento per rigelo causati dal movimento del ghiaccio in presenza di piccoli ostacoli sul
fondo. Questo genera un aumento della P locale, che porta a fusione del ghiaccio che ricongela a
valle dell’ostacolo aumentando la T complessiva del ghiacciaio, facilitando così lo scorrimento
basale
3Creep basale accentuato causati dalla presenza di ostacoli di dimensioni maggiori. Il ghiaccio
in questo caso le forti pressioni determinano un incremento della deformazione interna del
ghiaccio, che determina un aumento dello scivolamento basale e il superamento dell’ostacolo
stesso.
4surging glaciers scorrimento della massa glaciale in un ghiacciaio vallivo con velocità di 100 m
al giorno con la formazione a valle di Piene glaciali (glacial surge). Si ritiene sia un processo
favorito dalla presenza di acqua in pressione alla base del ghiacciaio
5Flusso distensivo substrato ripido, velocità del ghiaccio aumenta, movimento con formazione di
faglie dirette
morfologia da flusso
crepacci fratture superficiali del ghiacciaio, prodotte dagli stress tensionali causati dal movimento
del ghiacciaio. Nei ghiacciai valivi possono presentarsi come: crepacci marginali (angoli di 45°
con bordi del ghiacciaio) trasversali ( in presenza di flusso distensivo) radiali (per flusso
compressivo) terminali (sulla zona frontale del ghiacciaio)
seracchi sono pinnacoli e blocchi di ghiaccio originati in presenza di salti subverticali del fondo
roccioso, con conseguente rottura del ghiacciaio. Si susseguono in una cascata di ghiaccio che
prende il nome di seraccata
Ogive sono strutture arcuate, nei ghiacciai vallivi temperati, con convessità rivolta verso valle
costituite da una alternanzadi fascie di ghiaccio bianche e scure (bande di Forbes o banded
ogives) oppure da ondulazioni della superficie del ghiaccio dette (wave ogives). Le Ogive si
formano alla base delle seraccate dove il regime del flusso diventa compressivo.
Foliazioni laminazioni presenti nel ghiaccio, originate dallo scorrimento glaciale. Livelli ben
stratificati di ghiaccio bianco a grana fine, ghiaccio blu a grana grossolana e ghiaccio con bolle
d’aria o sporco con detrito fine e polvere.
Rundklft crepacci che separano il ghiaccio dalla roccia sovrastante l’attacco del ghiacciaio
stesso. Origine legata ad ablazione preferenziale causata dalla parete rocciosa a maggior
temperatura
Bergschrund crepacci trasversali che separano la porzione superiore del ghiacciaio, più sottile e
aderente alla roccia, dal resto del ghiacciaio più spesso e sottoposto a un movimento verso valle
molto più marcato
Ruolo dei detriti se ricoprono porzioni di ghiaccio sottostante, lo proteggono dalla fusione grazie
all’elevata inerzia termica.
Morene mediane dorsali rilevate formate da uno strato di detrito roccioso e da un nucleo di
ghiaccio in rilievo rispetto il livello del ghiacciaio circostante, non protetto. Tipo 1) materiali caduti
nella zona di alimentazione, ricoperti di neve, riemergono nella zona di ablazione; tipo 2) a valle
della confluenza di più lingue glaciali per unione di due morene laterali (presenti ai lati del
ghiacciaio) formate dai detriti caduti dai versanti circostanti la zona di ablazione, trasportati in
superficie verso valle grazie al movimento del ghiacciaio
Funghi (o tavole) di ghiaccio blocco litoide che protegge dalla fusione il ghiaccio sottostante
Coni di ghiaccio cumuli di materiale sabbioso e ghiaioso, con un nucleo rilevato in ghiaccio
originati per ruscellamento epiglaciale. Evoluzione per inversione del rilievo dovuta all’ablazione
differenziale del ghiaccio protetto e quello esposto
Torrenti e laghi epiglaciali sono forme epiglaciali, che scorrono sulla superficie del ghiacciaio,
dovute alle acque di fusione presenti nei periodi estivi. Ricordiamo i torrenti epiglaciali (bediers)
che solitamente si inabissano in crepacci verticali a formare pozzi subcircolari detti mulini. E
ricordiamo anche i laghi epiglaciali incorrispondenza di depressioni chiuse nella superficie del
ghiacciaio
modellamento glaciale
Erosione glaciale (esarazione) si esplica attraverso rimozione (presa in carico di detriti presenti
prima dell’avanzata glaciale) abrasione ( striatura delle rocce di fondo e dei fianchi, come una
raspa) estrazione o quarrying (indebolimento e frammentazione del substrato, che origina
blocchi, frammenti e schegge).
Processi di nivazione disgregazione meccanica per gelo e disgelo con rimozione dei materiali
prodotti operata dalle acque di fusione del manto nevoso.
Strie Forniscono info sulla direzione del flusso (anche sul verso se associate a intaccature a
goccia; o con intaccature semilunate)
Superfici levigate dal ghiaccio originate per abrasione prolungata
Rocce montonate rilirvi caratterizzati da una netta asimmetria: abrasione sul lato a monte e
superficie levigata (flusso compressivo), quarrying sul lato a valle irregolare (flusso distensivo) con
possibile presenza di crioclastismo per infiltrazione dell’acqua di fusione di fondo
-Circhi glaciali conche semicircolari, circondate da pareti verticali, impostate sui fianchi di una
dorsale montuosa. (forma a poltrona con schienale e braccioli laterali)
La loro forma è legata al movimento del ghiaccio nel : linee di flusso rotazionali, con concavità
verso l’alto, velocità maggiore a monte e minore a valle.
Origine dovuta a processi crioclastici sui versanti che circondano il circo, e dovuta ai processi di
nivazione sul substrato roccioso( da piccola conca a nicchia di nivazione a circo embrione).
L’ampliamento del circo determina erosione regressiva sui versanti.
Quindi in caso di circhi limitrofi, si può avere la formazione di croste rocciose divisorie strette e
acuminate chiamate arete, oppure possono dare origine a circhi composti.
horn quando tre o quattro circhi si impostano sui versanti di uno stesso rilievo montuoso, il
risultato dell’erosione regressiva sarà una forma piramidale definita horn
-Valli glaciali sono in generale, originate da masse glaciali canalizzate in movimento. A differenza
delle valli fluviali, in cui l’azione dei corsi d’acqua è concentrata sulla linea del thalweg, il ghiaccio
esercita la sua azione erosiva su tutta l’ampiezza della depressione in cui scorre.
In ordine di mantenere il minor attrito tra ghiaccio e fondo roccioso, questa depressione
assumera, in sezione trasversale, la tipica forma ad U (valli glaciali definite docce glaciali ad U o
truogoli glaciali).
Si ipotizza che queste forme si sviluppino in luoghi precedentemente caratterizzati da valle fluviali.
Infatti si possono notare, al di sopra della doccia ad U, tratti di versante meno inclinati, che si
raccordano con le zone di spartiacque , chiamati spalle glaciali.
Tipi di trugoli glaciali: alpini (da ghiacciai vallivi) islandesi (da ice caps e ice sheet), e truogolo
aperto (da ice streams).
Andamento planimetrico rettilineo, mentre le valli fluviali sono solitamente tortuose, con presenza
di Valli sospese originate da colate di valli tributarie.
-Fiordi le valli glaciali possono approfondirsi anche al di sotto del livello del mare, originando
criptodepressioni che al ritiro dei ghiacci possono essere invase da laghi o dal mare stesso
originando i fiordi, bracci di mare stretti e profondi con andamento rettilineo
Trasporto glaciale
Sopraglaciale trasporto sulla superficie stessa del ghiacciaio dei clasti caduti dalle pareti
rocciose circostanti, più abbondante nei ghiacciai di montagna che nelle calotte naturalmente
subglaciale parte di materiale endoglaciale, parte del materiale eroso direttamente dal ghiacciaio
per abrasione ed estrazione, e in parte dal materiale che attraverso i crepacci proviene dai livelli
superiori
Till (materiale morenico) detriti glaciali deposti. Essi costituiscono i depositi glaciali,
caratterizzati da variabilità granulometrica, assenza di stratificazione con mescolamento caotico.
Processi :
Sopraglaciali
-till di fusione
-till di colamento
-till di ablazione
Subglaciali
-till di alloggiamento
Drumlins ( colline affusolate allungate verso la direzione di scorrimento glaciale, con il lato a
monte più ripido di quello a valle, origine legata all’azione del ghiaccio di calotta)
Morene di disintegrazione e kattle holes, entrambe forme originate dal ghiaccio stagnante
Nei ghiacciai di montagna vengono detti Valley sandar poichè confinati all’interno di pareti vallive
Nei ghiacciai continentali vengono detti plain sandar perchè la deposizione è regolata dai letti a
canali intrecciati che derivano dalla calotta
AMBIENTE PERIGLACIALE
Il permafrost è una condizione termica del terreno; e questa condizione può attivare alcuni agenti
e processi dell’ambiente periglaciale.
Permafrost continuo in aree con clima della tundra, il permafrost si estende senza interruzione al
di sotto della superficie topografica
Permafrost sporadico regioni al margine delle precedenti, suolo gelato limitato a placche locali
di limitata estensione
Struttura
Forme periglaciali
Suoli strutturati perimetri delineati da ciottoli o pietrame grossolani prodotti da processi crioergici
nello strato attivo, legati ad una netta selezione granulometrica del materiale del suolo.
forme: circoli, maglie, poligoni ( su superfici sub orizzontali) o gradini e strie parallele (pendenza
5-30°)
Selezione dei clasti grossolani legata al Frost heaving (spinta verso l’alto operata dal ghiaccio),
che determina moti convettivi nello strato attivo
1) migrazione verso l’alto del clasto grossolano per congelamento di acqua sottostante
3) Contrazione termica genera pendenze che portano il sasso a rotolare lungo la frattura
Strutture da crioturbazione originate dai moti convettivi nello strato attivo, a seguito dei processi
di gelo e disgelo
Cunei di ghiaccio strutture di ghiaccio puro associate a suoli con fratture poligonali subverticali
beanti(aperte, senza materiale al loro interno). Sono forme che si svluppano nel permafrost dallo
strato attivo fino a massimo il livello neutro.
Origine: 1) fratturazione per contrazione termica del terreno(stagione fredda) 2) acqua dello strato
attivo si congela nella frattura (stagione calda). Il ripetersi ciclico di 1 e 2 va in centinaia di anni, a
formare un cuneo di ghiaccio, o in zone con permafrost secco un cuneo di sabbia.
A causa di variazioni climatiche il ghiaccio nel cuneo entra in fusione e viene sostituito
progressivamente dai detriti originando un cuneo di ghiaccio fossile
Pingo rilievo cupoliforme con nucleo composto da una massa lenticolare di ghiaccio che si
innalza su una vasta pianura. Si distinguono pingos a sistema chiuso e pingos a sistema aperto
Sistema chiuso legati alla presenza di talik sottostante un lago (che permette la presenza di
suolo non congelato). Con il colmamento prograssivo dello specchio lacustre si avrà una
diminuzione del talik fino a l’infiltrazione di acqua che da origine poi alla lente di ghiaccio del
pingo
Sistema aperto prevede la presenza di acqua nello strato attivo nella stagione calda.
A seguito della stagione fredda, comincia a gelare parte dello strato attivo, con la possibilità di
dare origine a accumuli di acqua nello strato sovrastante il permafrost che congelerà nella
succesiva stagione (con possibilità di formazione della foresta ubriaca)
Palsa colline di forma subcircolare originate per accumulo e congelamento dell’acqua presente
negli spessi livelli di torba che compongono la collina.
Forme legate alla fusione preferenziale dello strato superficiale del permafrost, che presantano
somiglianze con le forme carsiche epigee.
Laghi da disgelo piccoli specchi lacustri che si impostano in zone caratterizzate da subsidenza
a seguito dello scongelamento del permafrost
Pingo e palsa collassati se le fratture poste sulla sommità si dilatano causando la rottura della
copertura di suolo e l’esposizione del ghiaccio che comincia a fondere, si possono originare
depressioni tondeggianti spesso occupate da laghetti di disgelo
alas sono depressioni con bordi ripidi e fondo pianeggiante legate a profondi cambiamenti
climatici o a disturbi della superficie topografica, che determinano un ispessimento dello strato
attivo. La coalescenza di singoli Alas genera depressioni allungate dette Alas valley.
FORME DI NIVAZIONE
Processi di nivazione in genere, quelli che coinvolgono il manto nevoso, con crioclastismo e
ruuscellamento conseguente dalla fusione dello stesso
Canaloni di valanga legati al movimento del manto nevoso. Sono solchi ad andamento rettilineo
allungati secondo la direzione di massima pendenza del versante.
-valanga a lastroni
-valanga di fondo
-balanga di superficie
-valanga incanalata
-valanga nubiforme
-valanga radente
Nicchie di nivazione sono forme concave limitate verso monte da una scarpata, generate da
processi di crioclastismo e nivazione
Falde detritiche stratificate sono depositi di versante costituiti da livelli di clasti a spigoli vivi ben
classati (tessitura clasto sostenuta) alternati a sottili strati di sabbie, limi e minerali argillosi
(cemantati con CaCO3 solitamente)
Rock glaciers corpi detritici a forma di lingue, rilevati rispetto alla superficie circostante, che si
allungano per decine o centinaia di metri e terminano con una zona frontale ripida.
Vengono definiti attivi quei rock glaciers che presentano ghiaccio interno e movimento nell’ordine
dei dm/anno
Vengono detti inattivi i rock glaciers che presentano ghiaccio interno ma non un movimento
annuo apprezzabile
FORME DI CRIOPLANAZIONE
Terrazzi di crioplanazione superfici di erosione suborizzontali sulla sommità di rilievi collinari, o
sulla parte medio alta dei versanti, originate da crioclastismo, geliflusso e acque dilavanti prodotti
dalla fusione della neve.
criopediments alla base del versante si formano per processi simili a quelli sopra elencati (con
dilavamento più efficace del soliflusso). L’ampliamento di criopediments porta alla formazione di
ampie superfici di crioplanazione legate allo smantellamento del versante
Coltri di geliflusso
terrazzette di gelisflusso
Lobi di geliflusso
Canali di geliflusso
-Moto ondoso
Generalità sulle onde
Rifrazione totale con correnti lungo riva se la direzione del moto ondoso è perpendicolare alla
costa) con formazione correnti lungo riva che trasportano il materiale eroso dai promontori
verso le baie
Rifrazione parziale con correnti longitudinali se la direzione del moto ondoso è
particolarmente obliquo alla linea di riva. Le correnti longitudinali che si originano prevedono una
fase di trasporto obliquo rispetto la riva della sabbia (per flutto montante) e un movimento
perpendicolare alla riva stessa (per risacca)
Diffrazione del moto ondoso ( secondo movimenti subcircolari dell’onda, nel momento in cui
incontra un ostacolo in mare)
Maree
Originate dall’attrazione luni-solare e dalla forza centrifuga data dalla rotazione della terra attorno
al baricentro del sistema Terra Luna
Maree mesotidali
Tidal bores aree caratterizzate da escursioni macrotidali tali che si originano un’onda gigantesca
Processi costieri
Erosione marina : degradazione meteorica (contatto acqua marina e sedimenti/rocce dei litorali),
la presa in carico di detriti sciolti, azione meccanica legata all’urto dell’onda con la costa,
abrasione contro la costa e sul fondo grazie al materiale trasportato dalle onde
FALESIE
Sono scarpate rocciose ripide e prive di vegetazione che si raccordano bruscamente al mare.
Falesie a strapiombo sono solitamente corrispondenti a vere coste di faglia che scendono a
strapiombo sul mare e raggiungono profondità tali da non risentire del moto ondoso (erosione
ridotta e formazione di onda stazionaria).
Falesie propriamente dette sono l prodotto dell’erosione marina su un rilievo di roccia, che
prima forma un solco di battigia in corrispondenza del livello medio del mare, che
approfondendosi provoca il franamento della porzione sovrastante del rilievo.
I detriti così generati si depongono un piano poco inclinato (piattaforma di abrasione marina)
alla base della falesia, che può parzialmente emergere nelle fasi di bassa marea e che risulta
svilupparsi per l’azione abrasiva del mare.
Una falesia in arretramento tende a variare la propria altezza in funzione dell’orientazione degli
strati (orizzontali resta costante,franapoggio aumenta, reggipoggio diminuisce)
COSTE DI SOMMERSIONE
Coste a rias sommersione di un sistema di valli fluviali. Costa con profonde insenature digitate
dette rias separate tra loro da promontori corrispondenti ad antichi spartiacque tra le singole valli
Coste a Valloni o a dalmata dove il mare ha sommerso antichi valloni sinclinali separati da
porzioni anticlinali, tutti allineati alla costa
Coste a fiordi in valli a U glaciali, a seguito di sollevamento eustatico o per ritiro di ghiacciai in
criptodepressioni
Coste a skargard numerosi isolotti rocciosi a debole E di rilievo, separati da bracci di mare poco
profondi. Formate per sollevamento eustatico seguito al ritiro dei ghiacciai Wurmiani
Coste a drumlins il mare ha invaso le porzioni di terra fra i drumlins (depositi di calotta glaciale)
Coste di sommersione in aree a carsismo tropicale (si spiega dal titolo)
SPIAGGE
Sono coste basse costituite da sedimenti sciolti (sabbia e ciottili ben levigati e classati) trasportati
in mare dai corsi d’acqua, mentre una piccola parte deriva dall’erosione sulle falesie.
Morfologia
spiaggia emersa (backshore) limitata verso mare dal lv medio di alta marea e verso terra da
dune costiere o scarpate rocciose. Caratterizzata da una o più berme, spiazzi di terreno
pianeggiante, delimitate verso mare da cordoni rilevati detti ‘’creste di berma’’. La cresta ordinaria
separa la berma ordinaria dalla battigia. La cresta di tempesta separa la berma ordinaria da quella
di tempesta.
La posizione della berma di tempesta consente di dividere la backshore in avanspiaggia (che può
essere invasa nelle mareggiate) e in retrospiaggia (non interessata dall’azione del mare se non in
casi eccezionali)
Spiaggia intertidale (foreshore) compresa tra il lv medio di alta e di bassa marea. Presenta un
terrazzo di bassa marea relativamente piatto, con una zona di battigia e da uno scalino alla
base detto scalino di battigia
Spiaggia sommersa (offshore) dal lv medio della bassa marea fino alla profondità di chiusura,
oltre la quale il fondale non risente più del moto ondoso. La forma è caratterizzata da barre
rilevate strette e allungate parallelamente alla riva create dall’accumulo di sedimenti di una data
granulometria e truogoli depressi poco profondi alternati alle barre.
Profilo estivo azione blanda del moto ondoso, aspetto più regolare collegato con la progressiva
sedimentazione
Beach rock legate alla cementazione di sedimenti per precipitazione del CaCO3 legato
all’interazione di acqua di falda con acqua marina
Presenza di dune costiere che delimitano la fine della retrospiaggia e l’inizio dell’entroterra, sono
forme di accumulo originate dal vento che preleva i granuli di sabbia dalla superficie della
spiaggia e li deposita poco all’interno
Spiagge di fondo baia (embayed beach, pocket beach) sono originate dalla sedimentazione
dei materiali erosi dai promontori (embayed Beach se sono grandi e i promontori distanti, pocket
Beach se sono piccole e con promontori vicini)
zeta Bay origine per fenomeni di diffrazione nel lato sopraflutto (lato più esposto) e creste d’onda
parallele alla crosta nel lato sottoflutto
Frecce litoranee o spits sono forme di deposizione, curve verso terra, che tendono ad
accrescersi sul lato verso mare in presenza di correnti longitudinali
Barre di bocca di baia si sviluppano con modalità simili, a partire da un promontorio,
estendensosi verso una baia piuttosto che verso il mare aperto
Barre cupsidate e saliente cupsidato si formano per coalescenza di correnti longitudinali
provenienti da direzioni opposte che deviano verso mare, perdono velocità, e determinano
sedimentazione di barre cupsidate (il saliente cupsidato è un’evoluzione delle barre cupsidate)
Tombolo è una forma di sedimentazione che ha origina dalla diffrazione del moto ondoso a
ridosso di un ostacolo
Cordoni litoranei Barrier islands e lagune costiere (barrier inslands, inlet, overwash fan,
flood delta e ebb delta con successione di un cordone litoraneo) in regioni costiere con
apporto molto intenso e pendenze molto deboli si possono sviluppare i cordoni litoranei.
DELTA
Delta sono forme di accumulo generate dai sedimenti trasportati dai corsi d’acqua in mare,
quando questo non riesce a disperdere tali sedimenti al largo, o a smistarli lungo la costa
Delta flusso ipopicnico iperpicnico omopicnico
Estuario microtidale, mesotidale e macrotidale sono bacini costieri in cui le acque marine
entrano a contatto con quelle fluviali, mescolandosi.
Piane tidali (di alta maree, intercotidali e subtidali) sono forme di deposizione di sedimenti fini-
finissimi in zone sottoposte a forti escursioni di marea e a moto ondoso tranquillo. 1)sommerse
solo durante il flusso 2) al limite tra alta e bassa marea 3) semore simmerse
Coste a mongrovie con fondali fini- finissimi e moto ondoso tranquillo, in zone tropicali, possono
svilupparsi mongrovieti con associazione vegetale altamente specializzata a sopportare acqua
salate e un terreno instabile
Coste vulcaniche (su colate laviche, su materiali piroclastici, su edifici vulcanici collassati)
Scogliere coralline sono dorsali calcaree sommerse originate dall’attività biologica di organismi
che secernono carbonato di calcio. I coralli costruttori e le alghe calcaree prosperano nella zona
fotica (dove arriva la luce) fino a 50-60m sotto il lvdm.
Le condizioni ambientali in cui si sviluppano sono: acque povere di nutrienti (limpide), substrato
stabile, elevata energia del moto ondoso.
3) atolli
CAP 13
L’erosione degli strati più teneri può portare alla messa a giorno lungo il versante di terrazzi di
denudazione suborizzontali simili ai terrazzi orografici, che se molto estesi possono prendere il
nome di esplanade. Questo a ridosso dei versanti.
-Rilievi tabulari questi invece sono delle superfici strutturali sommitali (quindi rilievi piatti in cima)
delimitate da versanti a gradinata. Questi rilievi tabulari prendono il nome di Plateaux, mesas,
butte.
Cuestas sono dorsali allungate intervallate da valli asimmetriche con versante a franapoggio,
meno acclive (definito dorso della cuesta), di rocce dure; il versante a reggipoggio più acclive
(detto fronte della cuesta) di rocce tenere
Queste morfostrutture sono caratterizzati da reti idrografiche a traliccio, in cui il corso d’acqua
principale è detto conseguente (o cataclinali) e segue la pendenza di immersione degli strati; in
esso confluiscono corsi secondari detti susseguenti (o ortoclinale) che si impostano nelle valle
monoclinali; questi ricevono affluenti dal dorso della Cuesta ( affluenti detti reseguenti o
cataclinali), e dal fronte della Cuesta (detti obseguenti o anaclinali)
Hogback sono rilievi monoclinali con strati duri a franapoggio che formano creste (dorso
dell’hogback) e strati meno resistenti che formano le valli monoclinali poco asimmetriche (fronte
dell’hogback).
Flatirons sehmenti a forma triangolare originate per erosione di corso d’acqua conseguente su
morfostrutture monoclinali
MORFOSTRUTTURE A PIEGHE
Su rocce sedimentarie stratificate può agire una deformazione tettonica di tipo duttile formando
pieghe anticlinali e sinclinali. Se le rocce che formano le pieghe presentano diverso grado di
erodibilità si parla di rilievo giurassico (non centra niente coi dinosauri).
In questo tipo di rilievo, le dorsali anticlinali sono il rilievo montuoso e le valli sinclinali sono le
zone più depresse.
Corso d’acqua conseguente è detto ortoclinale (si imposta nella valle sinclinale quindi ha
inclinazione ortogonale a quella delle aree adiacenti), quello susseguente è detto cataclinale (si
imposta sui versanti delle dorsali anticlinali), mentre quelli reseguente e obseguente sono
entrambi ortoclinali (si impostano all’interno di combe, vallecole embrionali sulla cerniera delle
anticlinali)
Le combe col tempo tendono ad evolvere verso valli anticlinali, con formazione ai lati
dell’anticlinale erosa due rilievi monoclinali speculari e valli monoclinali, fino ad arrivare ad una
dorsale monoclinale esumata. Infine in stadio molto avanzato dell’evoluzione morfologica si
può assistere a una inversione del rilievo e formazione di rilievi sinclinali (o sinclinali sospese)
Dorsali a zig zag se le pieghe non sono continue e presentano ondulazioni, inclinazione del piano
assiale o terminazioni periclinali ( tipiche di brachisinclinali e brachianticlinali), l’erosione erosiva
degli agenti esogeni porta alla formazione di dorsali monoclinali a zig zag. Al termine del ciclo di
erosione si ha la formazione di un penepiano con uno spianamento del rilievo a pieghe.
SCARPATE DI FAGLIA
faglia frattura delle rocce superficiali della crosta terrestre accompagnata da uno scorrimento
relativo dei suoi bordi lungo una superficie detta piano di faglia.
Rigetto di faglia entità dello spostamento relativo dei due blocchi dislocati
Tipologie suddivise in base alla natura e alla direzione relativa della dislocazione si possono
distinguere: faglie dirette, inverse, trascorrenti, sovrascorrimenti.
Scarpata di faglia gradino morfologico che si sviluppa in corrispondenza del blocco sollevato
Nella fase iniziale corrisponde allo specchio di faglia, superficie levigata per effetto del forte
attrito dei blocchi rocciosi. Una volta che gli agenti esogene interagiscono con essa, si definirà
scarpata di faglia degradata
Scarpata di linea di faglia son forme strutturali dovute ad erosione selettiva su rocce a diversa
erodibilità, messe a contatto da una dislocazione per faglia.
Horst-pilastri tettonici
Graben-fosse tettoniche
Antecedenza corso d’acqua più antico della struttura tettonica in sollevamento, la incide man
mano che essa si forma
sovrimposizione il corso d’acqua in approfondimento verticale, incontra una struttura tettonica
profonda più antica e la va a tagliare trasversalmente man mano che approfondisce il suo letto.
ERUZIONI
vulcaniana
peleana
Pliniana (formazione di nubi ardenti che scendono lungo i versanti del vulcano)
Hawaiiana
Islandese
DETRITI
Vulcani a scudo
Strato-vulcani
Domi vulcanici
Mammelloni
Tholoidi
Lave a pillow con struttura esterna vetrosa e interna a laminazione concentriche e fessurazioni
radiali
Fessurazioni colonnari in colate basaltiche molto estese e fluide si origginano fratture che
dividono il corpo lavico in una serie di colonne verticali a sezione trasversale poligonale
subesagonale.
NECK VULCANICI
Simili ai plug domes, ma che corrispondono all’effetto dell’azione erosiva su vulcani antichi.
In particolare l’erosione porterà a giorno la porzione interna dei vulcani ( i camini vulcanici quindi)
caratterizzati da riempimenti lavici che presentano strutture colonnari da raffreddamento
sviluppate parallelamente alle vecchie pareti incassanti