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Geosfera e geochimica

La geosfera, o Terra solida, è quella parte della Terra sulla quale gli uomini vivono e dalla quale estraggono i
minerali, i combustibili e la maggior parte del loro cibo. Una delle più grandi influenze dell’uomo sulla geosfera è la
creazione di zone desertiche. Questo processo, chiamato desertificazione, si manifesta con la diminuzione della
superficie freatica, l’aumento della salinità della superficie del suolo e dell’acqua, la diminuzione delle acque di
superficie, l’erosione innaturale della superficie terrestre e la scomparsa della vegetazione originaria. La parte più
importante della geosfera per la vita sulla Terra è il suolo. Esso è il mezzo sul quale crescono le piante e da cui
praticamente tutti gli organismi terrestri dipendono per la loro esistenza. La produttività del suolo è fortemente
influenzata dalle condizioni ambientali e dall’utilizzo dei pesticidi. Si può notare che molti suoli hanno la capacita
di assimilare e neutralizzare gli inquinanti. Molti fenomeni chimici e biochimici nel suolo riescono a ridurre la
natura dannosa degli inquinanti. Questi fenomeni comprendono processi di ossido-riduzione, idrolisi, reazioni
acido-base, precipitazioni, adsorbimento degradazione biochimica.

La natura dei solidi nella geosfera:


La Terra si divide in strati: il nucleo più interno, solido e ricco di ferro, la parte esterna del nucleo, fusa, il mantello e
la crosta. La chimica dell’ambiente riguarda maggiormente la litosfera, che comprende la parte più esterna del
mantello e la crosta. Quest’ultima è o strato superficiale della Terra accessibile all’uomo. Essa è estremamente
sottile in confronto al diametro della terra e va da 5 a 40 Km di spessore. La maggior parte della crosta terrestre
solida è formata da rocce. Le rocce sono composte da minerali, che sono definiti come solidi inorganici con una
determinata struttura cristallina ed una composizione chimica caratteristica. Una roccia è una massa solida
costituita da un minerale puro o da un aggregato di più minerali.

Struttura e proprietà dei minerali:


Ogni minerale è caratterizzato da due proprietà. Queste proprietà sono: una composizione chimica definita ed una
struttura cristallina specifica. La struttura cristallina di un minerale riguarda il modo in cui gli atomi sono disposti
uno rispetto all’altro. Le proprietà fisiche dei minerali possono essere usate per la loro classificazione. La forma
cristallina rappresenta la forma esterna caratteristica di un minerale cristallino puro. Il colore è una caratteristica
evidente dei minerali, ma può variare ampiamente se sono presenti impurezze. La lucentezza indica come appare
la superficie di un minerale sotto la luce e come riflette. I minerali, in relazione alla loro lucentezza, possono
sembrare metallici, parzialmente metallici, vetrosi, opachi, terrosi, resinosi o perlacei. Il colore di un minerale
polverizzato è noto come colore di sfregamento. La durezza è espressa dalla scala di Mohs. La sfaldatura denota il
modo in cui il minerale si spacca lungo i piani e lungo gli angoli di intersezione di questi piani. Molti minerali si
fratturano irregolarmente. Il peso specifico è un'altra importante caratteristica fisica dei minerali.

Le evaporiti:
Le evaporiti sono sali solubili che precipitano da soluzioni in particolari condizioni di aridità. L’evaporite più
comune è il salgemma, NaCl . Altri minerali semplici evaporiti sono la silvite (KCl), la tenardite (N a2 S O 4 ) e
l’anidrite (CaS O 4 ). Molte evaporiti sono idrati: biscofite (MgC l2 ∙ 6 H 2 O), gesso (CaS O 4 ∙2 H 2 O), kieserite
(MgS O 4 ∙ 2 H 2 O) e epsomite (sale amaro), ( MgS O 4 ∙ 7 H 2 O). Tra le evaporiti sono molto comuni i sali doppi come
carnallite (KMgC l 3 ∙6 H 2 O), kainite (KMgClS O 4 ∙ 11/4 H 2 O) , arcanite ( K 3 Na ( S O4 ) 2), polialite
(K 2 MgC a 2 ( S O4 ) 4 ∙2 H 2 O)e loweite(N a12 M g7 ( S O4 )13 ∙ 15 H 2 O). Il sale principale, che viene estratto per il suo
contenuti di nitrati utilizzati in esplosivi e fertilizzanti, è il salnitro del Cile, NaN O 3 . In questi depositi si trovano
anche tracce di CaCr O 4 e Ca ( Cl O 4 )2 altamente ossidati e in alcune zone si trova sufficiente Ca ( I O 3 )2 da essere
utilizzato come fonte commerciale di iodio.
Rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche:
A temperatura elevata, al disotto della superficie della Terra, le rocce e il materiale minerale fondono e formano una
sostanza fusa chiamata magma. Raffreddamento e solidificazione del magma producono le rocce ignee. Le rocce
ignee più comuni sono: il granito, il basalto, il quarzo (Si O 2 ), il pirosseno ( ( Mg , Fe ) Si O 3) , il feldspato
( ( Ca , Na , K ) AlS i 3 O8), l’olivina ( ( Mg , Fe )2 Si O4 ) e la magnetite (F e3 O4 ). Le rocce ignee si formano in condizioni
anidre, chimicamente riducenti, ad alta temperatura ed alta pressione. Quando le rocce ignee vengono in superficie
non si trovano in equilibrio chimico con l’ambiente circostante. Come risultato alcune rocce si sgretolano attraverso
un processo chiamato “weathering”, alterazione superficiale da agenti atmosferici. Tale processo è lento perché e
rocce ignee sono spesso dure, non porose e poco reattive. L’erosione del vento, dell’acqua o del ghiaccio porta via
delle rocce il materiale alterato, depositandolo come sedimento o suolo. Un processo chiamato litificazione
rappresenta la conversione dei sedimenti in rocce sedimentarie. I sedimenti e le rocce sedimentarie sono porosi,
teneri e chimicamente reattivi. Il riscaldamento e l’aumento di pressione trasformano le rocce sedimentarie in rocce
metamorfiche. Rocce sedimentarie possono essere le rocce detritiche costituite da particelle solide erose da rocce
ignee a causa dell’alterazione superficiale dovuta a fattori climatici. Un secondo tipo di rocce sedimentarie è
rappresentato dalle rocce sedimentarie chimiche, formate da precipitazioni o coagulazioni di soluti o da sostanze
colloidali prodotte nel processo di alterazione dovuto ad agenti climatici. Le rocce sedimentarie organiche
contengono residui di piante e resti di animali. I minerali carbonati di calcio e magnesio, calcare o dolomite, sono
particolarmente abbondanti nelle rocce sedimentarie. Esempi importanti di rocce sedimentarie sono:

- Arenaria prodotta da particelle, di dimensioni della sabbia, provenienti da minerali come il quarzo;
- Conglomerati costituiti da particelle relativamente grandi di dimensione variabile;
- Argillite formata da particelle molto piccole di limo o argilla;
- Calcare (CaC O 3) prodotto dalla precipitazione chimica o biochimica del carbonato di calcio:

2−¿⟶ CaCO 3(s ) ¿


2+¿+C O3 ¿
Ca
−¿+hν (fotosintesidelle alghe )⟶ {C H 2 O } (biomassa )+ CaC O3( s) +O 2 ( g) ¿
2+¿+2 HC O3 ¿
Ca

- Selce formata da microcristalli di Si O2.


Il ciclo delle rocce:
Gli interscambi e le conversioni tra le rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche, come i processi che le coinvolgono,
sono descritti dal ciclo delle rocce. Ciascuno dei tre tipi di roccia può essere trasformato negli altri due tipi. Nel ciclo
delle rocce una roccia di un tipo può essere trasformata anche in una differente dello stesso genere. L’alterazione
superficiale dovuta ad agenti atmosferici può essere di primo grado, di grado intermedio e di grado avanzato. Il
livello di alterazione superficiale di un minerale dipende dal tempo, dalle condizioni chimiche, inclusa l’esposizione
all’aria, al biossido di carbonio e all’acqua e dalle condizioni fisiche, come la temperatura e la presenza di umidità
nell’aria. Minerali reattivi e solubili, come carbonati, gesso, olivina, feldspato e sostanze ricche di ferro (II) possono
sopportare solo l’alterazione superficiale di primo grado. Questo grado è caratterizzato da condizioni secche, bassa
lisciviazione, assenza di materiale organico, ambiente riducente ed esposizione limitata nel tempo.

I sedimenti:
Vaste aree di suolo sono formate da rocce sedimentarie. Le proprietà di queste masse di materiali dipendono
fortemente dalla loro origine e dal loro trasporto. L’acqua è il principale veicolo di trasporto dei sedimenti, sebbene
il vento abbia un ruolo significativo. I sedimenti possono essere trasportati dalla corrente nelle seguenti forme:

- Carico disciolto, proveniente da minerali che possono formare sedimenti;


- Carico sospeso, proveniente da minerali sedimentari solidi trasportati in sospensione;
- Carico di letto, trascinato sul fondo del canale fluviale.

Il trasporto di carbonato di calcio come bicarbonato solubile è un chiaro esempio di carico disciolto. L’acqua con un
alto contenuto di biossido di carbonio disciolto in contatto con formazioni di carbonato di calcio contiene ioni
−¿¿
Ca
2+¿¿
e HC O 3 . Acqua fluente, contenente calcio come durezza temporanea, può diventare più basica attraverso
cessione di C O2all’atmosfera, consumo di C O 2 per crescita di alghe, o contatto con sostanze basiche disciolte,
portando alla deposizione di CaC O 3 insolubile:

−¿⟶ CaCO3 (s )+ C O2 ( g)+ H 2 O ¿


2+¿+2 HC O3 ¿
Ca

In genere circa i 2/3 dei sedimenti trasportati da un corso d’acqua sono in sospensione, circa 1/4 in soluzione e la
restante frazione come carico di letto. La capacità di un corso d’acqua di trasportare i sedimenti aumenta sia con la
portata che con la velocità dell’acqua. I corsi d’acqua rimuovono materiali sedimentari mediante erosione,
trasportano i materiali con la corrente e li rilasciano in forma solida durante la deposizione. Depositi di sedimenti
portati dai corsi d’acqua sono chiamati depositi alluvionali. Non appena alcune condizioni, come l’abbassamento
della velocità del corso d’acqua, iniziano a favorire la deposizione, le particelle più grandi e più facilmente
sedimentabili vengono rilasciate prima. Ciò porta alla selezione, cosicché particelle di tipo e dimensione simile si
trovano insieme nei depositi alluvionali.
Le argille:
In mineralogia le argille sono molto comuni ed importanti; in generale esse sono importanti per la ritenzione di
acqua e per lo scambio di cationi nutrienti per le piante. Tutte le argille contengono silicati e la maggior parte
contiene anche alluminio e acqua. Fisicamente, le argille sono formate da granuli molto fini che hanno struttura
laminare. L’argilla viene definita come un gruppo di minerali secondari microcristallini, costituiti da silicati di
alluminio idrati che hanno strutture lamellari. I minerali argillosi si distinguono dagli altri per la formula chimica
generale, per la struttura e per le proprietà chimiche e fisiche. I tre maggiori gruppi di minerali argillosi sono i
seguenti:

- Montmorillonite, A l 2 ( OH ) 2 S i 4 O10
- Illite, K 0−2 A l 4 ( S i 8−6 A l 0−2) O 20 (OH )4
- Caolinite, A l 2 S i 2 O 5 ( OH )4

Molte argille contengono una grande quantità di sodio, potassio, magnesio, calcio e ferro, come pure tracce di altri
+¿¿
metalli; esse legano cationi come C a2+¿¿ , M g 2+¿¿ , N a+¿ ¿, K +¿¿ , N H 4 , impedendone la solubilizzazione di acqua,
cosicché siano disponibili nel suolo come nutrienti delle piante. Olivina, augite, orneblenda e feldspati sono tutti
minerali da cui hanno origine le argille. Un esempio è la formazione di caolinite ( A l 2 S i 2 O 5 ( OH ) 4) dalla roccia
feldspato di potassio (KAlS i 3 O 8 ).

+¿ (aq ) +4 H 4 Si O4( aq)¿


+¿+9 H2 O → A l 2 S i 2 O5 ( OH ) 4 ( s ) +2 K ¿
2 KAlS i3 O 8 ( s )+ 2 H

Le strutture laminari delle argille consistono in strati di ossido di silicio alternati a strati di ossido di alluminio. Le
argille, possono essere classificate sia come argille a due strati, in cui gli atomi di ossigeno sono condivisi tra un
piano tetraedrico e un piano ottaedrico adiacente, sia come argille a tre strati, in cui un piano ottaedrico condivide
gli atomi di ossigeno con un piano tetraedrico da entrambi i lati. Queste strutture laminari composte sia da due che
da tre piani sono chiamate strati unità. I minerali delle argille possono avere una carica negativa dovuta a
sostituzione ionica, in cui gli ioni Si (IV) e Al (III) sono sostituiti dagli ioni metallici di dimensione simile ma con
carica minore. La carica negativa risultante viene compensata tramite associazioni di cationi sulle superfici degli
+¿¿
strati d’argilla. Essi possono essere ioni grandi come K +¿¿ , N a+¿ ¿, N H 4 . Essi sono detti cationi scambiabili, in
quanto possono essere scambiati con altri cationi presenti in acqua. L’ammontare di questi cationi per 100g di
argilla secca, è chiamato capacità di scambio cationico, CEC, dell’argilla ed è una caratteristica molto importante
dei colloidi e dei sedimenti che hanno capacità di scambio cationico.
Il suolo:
La parte più importante della crosta terrestre è il suolo. Il suolo è un miscuglio variabile di minerali, materiale
organico e acqua che consente la vita delle piante sulla superficie terrestre. Esso è il prodotto finale dell’azione
erosiva di processi fisici, chimici e biologici sulle rocce, che produce molti minerali argillosi. La parte organica del
suolo è formata dalla biomassa di piante in vari stati di degradazione. Nel suolo si possono trovare grandi
popolazioni di batteri, funghi ed animali, come i vermi. Il suolo contiene aria negli interstizi tra le sue particelle e
solitamente ha una struttura porosa. La frazione solida di un tipico suolo produttivo è costituita dal 5% di materiale
organico e dal 95% di materiale inorganico. Alcuni suoli, come la torba, possono contenere fino al 95% di materiale
organico. Altri suoli ne contengono quantità molto piccole, dell’ordine dell’1%. In genere il suolo all’aumentare
della profondità mostra strati distinti chiamati orizzonti. Gli orizzonti si formano in seguito a complesse interazioni
tra i processi che avvengono durante l’alterazione superficiale dovuta ad agenti atmosferici. L’acqua piovana,
filtrando attraverso il suolo, trasporta soluti e solidi colloidali verso gli orizzonti più profondi dove li deposita.
Processi biologici, come la degradazione batterica di biomassa da residui di piante, producono C O 2, specie
leggermente acida. Il primo strato in superficie del suolo, è conosciuto come orizzonte A o topsoil. Questo è lo
strato di massima attività biologica. Gli ioni metallici sono soggetti ad una consistente lisciviazione. Lo strato
successivo è l’orizzonte B o suboil. Qui si hanno materiali organici, Sali e particelle di argilla del topsoil. L’orizzonte
C è composto da rocce madri erose da agenti atmosferici il cui suolo ha avuto origine. Altre caratteristiche del suolo
comprendono la densità, la lavorabilità, la dimensione delle particelle, la permeabilità e il grado di maturità. Uno
delle classi più importanti di suoli produttivi è il podzol che si forma in condizioni di piovosità elevata nelle zone
temperate della Terra. Questi suoli tendono ad essere acidi (pH 3,5-4,5) cosicché i metalli alcalini ed alcalino terrosi,
e in misura minore ferro e alluminio, vengono sparsi per lisciviazione dell’orizzonte A, lasciando la caolinite come
argilla predominante. Nell’orizzonte B, gli ossidi di ferro idrati e le argille si ridepositano. Il suolo dal punto di vista
meccanico viene suddiviso in quattro categorie in base alle dimensioni delle particelle: ghiaia (2-60 mm) > sabbia
(0,06-2 mm) > limo (0,006-0,06 mm) > argilla (meno di 0,002 mm).

Acqua e aria nel suolo:


L’acqua fa parte del sistema trifasico solido-liquido-gassoso che costituisce il suolo. Essa è il mezzo di trasporto
basilare per i nutrienti fondamentali delle piante, dalle particelle solide del suolo alle radici e fino alle foglie delle
piante. Dalle foglie l’acqua entra nell’ atmosfera mediante un processo chiamato traspirazione. La disponibilità dei
soluti nutrienti presenti in acqua dipende dai gradienti di concentrazione e di potenziale elettrico. Suoli con alto
contenuto di materiale organico possono trattenere più acqua rispetto ad altri suoli, ma essa è meno disponibile per
le piante a causa dell’adsorbimento fisico e chimico da parte del materiale organico. Nel suolo vi è un interazione
molto forte tra le argille e l’acqua; l’acqua infatti è assorbita sulla superficie delle particelle di argilla, ed a causa
dell’elevato rapporto superficie/volume delle particelle colloidali di argilla, una grande quantità d’acqua può
essere legata in questo modo. Quando il suolo è saturo d’acqua, avvengono drastici cambiamenti nelle sue
proprietà fisiche, chimiche e biologiche. L’ossigeno viene utilizzato per la respirazione di microrganismi che
degradano il materiale organico del suolo. Un eccesso di acqua è dannoso per la crescita delle piante. Uno degli
effetti più evidenti nel suolo saturo d’acqua è la riduzione del pE, dovuta all’azione di agenti organici riducenti
catalizzata da microrganismi; di conseguenza le condizioni redox del suolo diventano molto più riducenti e il pE
del suolo può passare dal valore dell’acqua in equilibrio con l’aria (+13,6 a pH=7) a 1 o meno. Uno dei risultati più
significativi di questo cambiamento è il rendere mobili ferro e manganese, come ferro (II) e manganese (II),
attraverso la riduzione dei loro ossidi insolubili con numero di ossidazione più alto:

2+¿ +2H O ¿ 2+ ¿+3 H O ¿


2 2

+ ¿+2 e−¿→ M n ¿
¿ +¿+2 e−¿→ 2F e ¿
¿
Mn O2 +4 H F e 2 O 3 +6 H

Sebbene il manganese solubile si trovi nel suolo come M n2+¿ ¿, il ferro (II) si trova spesso come ferro organico nei
chelati carichi negativamente. La forte azione chelante dovuta agli acidi fulvici del suolo rende possibile la
riduzione degli ossidi di ferro (III) a valori di pE più positivi. Alcuni ioni metallici solubili come il F e 2+¿ ¿ e il
2+¿ ¿
Mn , ad alti livelli di concentrazione sono tossici per le piante. La loro ossidazione a ossidi insolubili può causare
la formazione di depositi di F e 2 O 3 e MnO2 . Il contenuto di ossigeno dell’aria nel suolo può raggiungere un valore
minimo del 15% e il contenuto di biossido di carbonio può raggiungere un’alta percentuale. L’ossidazione del
materiale organico fa aumentare il livello di CO 2 disciolta nelle acque sotterranee; ciò causa una riduzione del pH
che contribuisce all’erosione dei minerali carbonati, in particolare del carbonato di calcio.

{CH 2 O }+O2 →C O2+ H 2 O

I componenti inorganici nel suolo:


L’erosione delle rocce madri e dei minerali, porta alla formazione di colloidi inorganici carichi di acqua e nutrienti
che le piante possono utilizzare. I colloidi inorganici del suolo spesso assorbono sostanze tossiche e sono
importanti nella depurazione di sostanze. L’abbondanza e la natura del materiale inorganico colloidale sono fattori
importanti che ne determinano la produttività. Gli elementi più comuni nella crosta terrestre sono ossigeno, silicio,
alluminio, ferro, calcio, sodio, potassio e magnesio. Perciò i minerali formati da questi elementi, costituiscono la
maggior frazione minerale del suolo. I comuni costituenti minerali sono suddivisi in quarzo ( SiO 2 ), ortoclasio
KAlS i 3 O 8 ¿, epidoto (4 CaO ∙ 3 ( AlFe )2 O3 ∙ 6 Si O2 ∙ 2 H 2 O), albite (NaAlS i 3 O8 ), geotite (FeO ( OH )) , magnetite
(F e3 O 4 ), carbonati di calcio e magnesio ¿, CaC O3 ∙ MgC O3 ¿ ed ossidi di manganese e titanio.

Il materiale organico nel suolo:


Sebbene costituisca meno del 5% di suolo produttivo, il materiale organico ha una grande influenza sulla sua
produttività; è fonte di cibo per i microrganismi, dà luogo a reazioni chimiche come lo scambio ionico e influenza le
proprietà fisiche del suolo. Ad esempio C 2 O 2−¿¿
4 , ione ossalato, prodotto come metabolita di un fungo del suolo, è
presente come Sali di calcio “whewellite” e “weddelite”. L’ossalato nelle acque del suolo discioglie i minerali.
Questi processi di erosione includono la complessazione, da parte dell’ossalato, del ferro o dell’alluminio presenti
nei minerali:

2+¿ (aq )+ 3H O ¿
2
−¿ ( aq )+ 2C a ¿
+¿+M ( OH ) 3( s ) +2 CaC 2 O4 ( s) → M (C 2 O4 )2 ¿
3H

Nella quale M può essere Fe o Al. Alcuni funghi del suolo producono acido citrico e altri acidi organici chelanti,
che reagiscono con i minerali silicei rilasciando potassio e altri ioni metallici nutrienti. I componenti biologicamente
attivi della frazione organica del suolo comprendono polisaccaridi, ammino-zuccheri, nucleotidi, zolfo organico e
composti del fosforo. L’humus, un materiale insolubile in acqua che si biodegrada molto lentamente, costituisce la
maggior parte del materiale organico del suolo. l’accumulo di materiale organico nel solo è fortemente influenzato
dalla temperatura e dalla disponibilità di ossigeno. Poiché la velocità di biodegradazione diminuisce al diminuire
della temperatura, il materiale organico non si degrada rapidamente nelle zone climatiche più fredde e tende ad
accumularsi. In presenza di idrocarburi policiclici aromatici (PAH) è un’interessante caratteristica del materiale
organico del suolo. Questi composti, alcuni dei quali sono cancerogeni, sono stati trovati nel suolo, come
fluorantene, pirene e crisene, derivano sia dalla combustione di matrici naturali che da altre fonti inquinanti.

Humus del suolo:


L’humus, costituito da una frazione solubile chiamata acidi umici e fulvici e una frazione insolubile chiamata
umina, è il residuo lasciato dai batteri e dai funghi dopo la biodegradazione del materiale vegetale. La biomassa
delle piante consiste di cellulosa degradabile e lignina. Tra i componenti chimici principali della lignina vi sono
composti con anelli aromatici legati a catene alchiliche, gruppi metossilici e gruppi ossidrile. Il processo attraverso il
quale si forma l’humus si chiama umificazione. Ogni molecola di sostanza umica ha una parte apolare idrofoba ed
una parte polare idrofila, cosicché le molecole sono chiamate “anfifile” e formano micelle, in cui la parte apolare
costituisce il nucleo di piccole particelle colloidali di cui i gruppi funzionali polari sono la parte più esterna.
Durante l’umificazione i microrganismi convertono il carbonio organico in C O 2 , per ottenere energia. L’azione
batterica incorpora l’azoto legato ai composti prodotti dai processi di decomposizione. Il risultato è un rapporto
azoto/carbonio circa 1/10, perciò l’humus è ricco di azoto organico. Le sostanze umiche agiscono da tamponi del
suolo. essi assorbono molti soluti presenti nell’acqua ed hanno una particolare affinità per i cationi polivalenti
pesanti. Le sostanze umiche possono contenere quantità di uranio maggiori di 104 volte rispetto all’acqua. Inoltre
hanno una grande affinità per i composti organici con bassa solubilità in acqua come DDT o Atrazina, un erbicida.

Reazioni di idrolisi nel suolo:


L’alterazione superficiale chimica può essere vista come il risultato della tendenza del sistema
roccia/acqua/minerali a porsi in equilibrio. Ciò avviene attraverso i soliti meccanismi chimici:
dissoluzione/precipitazione, reazioni acido-base, complessazioni, idrolisi e ossido-riduzioni. Alcuni tra i più
importanti agenti erosivi sonoC O 2, O 2, acidi organici, acidi dello zolfo e acidi dell’azoto. L’acqua fornisce ioni H +¿¿
che servono ai gas per formare gli acidi corrispondenti:

−¿ ¿

C O2 + H 2 O → H +¿+ HC O 3 ¿

−¿¿
+¿+S O 3 ¿
S O 2+ H 2 O → H
L’acqua piovana è priva di minerali in soluzione; è di solito leggermente acida a causa della C O2 , ed essa è
chimicamente aggressiva verso alcuni tipi di minerali che vengono frantumati con un processo chiamato alterazione
superficiale chimica. I processi coinvolti nell’alterazione possono essere suddivisi in:

- Idratazione/disidratazione, per esempio:

CaS O 4 ( s ) +2 H 2 O→ CaS O4 ∙2 H 2 O ( s ) 2 Fe (OH )3 ∙ x H 2 O ( s ) → F e 2 O3 ( s )+ ( 3+2 x ) H 2 O

- Dissoluzione, per esempio:

2−¿ ( aq )+ 2 H 2 O ¿
2+¿ ( aq ) +S O 4 ¿
CaS O 4 ∙2 H 2 O ( s ) ( acqua ) →C a

- Ossidazione, come avviene nella dissoluzione della pirite:

+ ¿ ( aq ) ¿
( aq ) +16 H
4 Fe S 2 ( s ) +15 O2 ( g ) → ( 8+2 x ) H 2 O →2 F e 2 O3 ∙ x H 2 O+8 S O2−¿
4
¿

O nell’esempio in cui la dissoluzione di minerali di ferro (II) è seguita dall’ossidazione di ferro (II) a ferro
(III):

−¿+ H4 Si O 4 ¿

F e 2 Si O 4 ( s )+ 4 C O2 ( aq ) + 4 H 2 O → 2 F e2 +¿+ 4 HC O 3 ¿

−¿+O 2 (g )→ 2F e 2 O3 (s )+ 8C O2 + 4 H 2 O ¿
2+¿+8 HC O3 ¿
4 Fe

- Dissoluzione con idrolisi, come avviene per l’idrolisi dello ione carbonato quando si solubilizzano i
minerali carbonati:

− ¿( aq ) ¿
−¿ ( aq )+ O H ¿
2+¿ ( aq ) + 2 HC O3 ¿
CaC O 3 ( s )+ H 2 O→ C a

L’idrolisi è il meccanismo attraverso il quale i silicati subiscono alterazione superficiale:

−¿+ H 4 SiO4 ¿
2+¿+ 4 HC O3 ¿
M g 2 SiO4 ( s ) +4 C O2+ 4 H 2 O→ 2 M g

- Idrolisi acida, responsabile della dissoluzione di quantità significative di CaC O 3 e CaC O 3 ∙ MgC O 3 in
presenza di acqua ricca di C O2:

−¿( aq)¿
2+¿ ( aq ) +2 HC O3 ¿
CaC O 3 ( s )+ H 2 O+C O 2 ( aq ) →C a

Complessazione, come mostrato dalla reazione con lo ione ossalato con la muscovite:

+¿ ( aq )+6Si( OH) +2K +¿ ¿ ¿


+ ¿→6 AlC 2 O4 4
¿
( aq ) +20 H
K 2 ( S i 6 A l 2 ) A l 4 O 20 ( OH )4 ( s ) +6 C 2 O2−¿
4
¿

L’idrolisi acida rilascia elementi come N a+¿ ¿, K +¿¿ e C a2+¿¿ dai silicati.
La chimica del suolo

La soluzione del suolo:


La soluzione del suolo è la porzione acquosa del suolo che contiene materiale disciolto proveniente dai processi
chimici e biochimici del suolo e dagli scambi con l’idrosfera e la biosfera. Questo mezzo trasporta le sostanze
chimiche alle particelle del suolo permettendo uno stretto contatto tra soluti e particelle. I minerali nutrienti nel
suolo sono soprattutto presenti sotto forma di ioni. I più importanti tra i cationi sono: H +¿¿ , N a+¿ ¿, K +¿¿ , C a2+¿¿ ,
+¿ ¿
Mg 2+¿¿e livelli molto bassi di F e 2+¿ ¿, M n2+¿ ¿ e A l 3+¿ ¿. Gli ultimi tre cationi possono essere presenti come FeO H ,
−¿¿
o complessati dai legandi della sostanza organica umica. Gli anioni che possono essere presenti sono HC O 3 ,
2−¿¿ −¿¿
C O3 , HS O 4 , S O 2−¿¿
4 , C l −¿ ¿ e F−¿¿. Oltre ad essere legati da ioni H +¿¿ in sostanza come il bicarbonato, gli
anioni possono essere legati con ioni metallici, come Al F 2+¿¿ . Cationi ed anioni polivalenti nella soluzione del suolo
formano tra di loro composti ionici come CaS O 4 e FeS O 4 .

Reazioni acido-base e di scambio ionico nei suoli:


Una delle funzioni più importanti del suolo è lo scambio cationico. Lo scambio di cationi nel suolo, è il meccanismo
tramite il quale potassio, calcio, magnesio e tracce di metalli essenziali si rendono disponibili alle piante. Quando gli
ioni metallici nutrienti vengono assorbiti dalle radici, lo ione idrogeno è scambiato con gli ioni metallici. Questo
processo del magnesio e di altri ioni metallici dal suolo tramite l’acqua contenente acido carbonico, tende a
mantenere il suolo acido:

Suolo }C a2+¿+2 C O + 2 H O →Suolo }¿ ¿¿


2 2

Il suolo agisce da tampone e resiste alle variazioni di pH. La sua capacità tamponante dipende soprattutto dal tipo
di suolo.

Produzione di minerali acidi nel suolo:


L’ossidazione della pirite nel suolo causa la formazione di suoli solfato-acidi talvolta chiamati “cat clays”:

7 +¿+ 2S O4
2−¿ ¿
¿

Fe S 2 + O2+ H 2 O → F e2 +¿+2 H ¿
2

Le “cat clays” possono avere valori di pH bassi fino a 3,0. Questi suoli si sono formati quando sedimenti marini
neutri o basici contenenti Fe S 2 divennero acidi in seguito all’esposizione all’aria, per ossidazione della pirite. I
suoli sono testati per la potenziale formazione di solfato-acidi utilizzando un test al perossido; tale test consiste
nell’ossidazione di Fe S 2 nel suolo con H 2 O 2 al 30%, e successiva misura di acidità e solfato.

15 2−¿ +7H O ¿
+¿+ 2 SO 4
2
¿

Fe S 2 + H 2 O2 → F e3+ ¿+ H ¿
2

Livelli apprezzabili di solfato e un pH minore di 3,0 indicano potenzialità a formare suoli solfato-acidi. Se il pH è
maggiore di 3,0, è presente poco Fe S 2 oppure vi è un sufficiente CaCO3 nel suolo per neutralizzare l’acido
solforico e la specie acida Fe3 +¿¿. La specie chimica maggiormente limitante per la crescita delle piante è l’alluminio.
Lo ione alluminio liberato nei suoli acidi è infatti molto tossico per le piante.

Regolazione dell’acidità del suolo:


La maggior parte delle piante comuni crescono meglio in suoli con un pH vicino alla neutralità. Se il suolo diventa
troppo acido per la crescita ottimale della pianta, esso può essere riportato alla produttività mediante concimazione,
con l’aggiunta di carbonato di calcio:
Suolo }¿ ¿

In aree con scarse precipitazione, i suoli possono diventare troppo basici a causa della presenza di sali basici come
N a2 C O3. I suoli alcalini possono essere trattati con solfato di ferro o alluminio, che rilasciano acidi per idrolisi:
2−¿ ¿
+¿ +3S O ¿
2−¿+ 6 H2 O→ 2Fe ( OH )3 ( s) +6 H 4
¿
3+¿+3 S O 4 ¿
2Fe

Lo zolfo aggiunto ai suoli è ossidato ad acido solforico con reazioni mediante batteri:

3 +¿+S O
2−¿ ¿
¿
S+ O2 + H 2 O → 2 H 4

Macronutrienti nel suolo:


Una delle più importanti funzioni del suolo nel sostenere la crescita della pianta è di fornire ad essa i nutrienti
essenziali. I macronutrienti sono quegli elementi che sono presenti in quantità notevoli nei tessuti vegetali e nei
fluidi della pianta. I micronutrienti sono elementi indispensabili soltanto in quantità molto basse e sono necessari
per il funzionamento di enzimi. I macronutrienti vegetali sono: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, fosforo,
potassio, calcio, magnesio e zolfo. Il carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno sono assorbiti dall’atmosfera. Gli altri
macronutrienti essenziali devono essere assorbiti dal suolo. di questi, l’azoto, il fosforo ed il potassio sono quelli che
tendono maggiormente a scarseggiare e sono comunemente aggiunti nel suolo come fertilizzanti.

AZOTO
Nella maggior parte dei suoli, oltre il 90% dell’azoto contenuto è organico. Tale azoto è principalmente il prodotto
+¿¿
della degradazione biologica di animali e piante morte. Esso è idrolizzato a N H 4 , che può essere ossidato a
N O−¿¿
3 ad opera di batteri presenti nel suolo. L’azoto legato all’humus è importante per mantenere fertile il suolo.
Non è un prodotto significativo dall’alterazioni superficiale dei minerali. Gli organismi azoto fissatori non sono in
−¿¿
grado di fornire azoto per soddisfare la domanda di picco. Nelle piante esso è presente come ione N O 3 .

FOSFORO
Esso è un componente essenziale delle piante. Il fosforo, come l’azoto, deve essere presente in una forma inorganica
semplice prima che possa essere assorbito dalle piante. Nel caso del fosforo, la specie assimilabile è uno ione
−¿ ¿
ortofosfato predominanti sono H 2 P O 4 e HP O 2−¿¿
4 . L’ortofosfato è quasi tutto disponibile per le piante a valori di
pH vicini alla neutralità. Si ritiene che in suoli acidi, gli ioni ortofosfato precipitino o vengano adsorbiti da Al (III) e
Fe (III). Nei suoli alcalini, l’ortofosfato può reagire col carbonio di calcio per formare una idrossiapatite insolubile:
−¿+O H−¿ ¿ ¿
2−¿+5 CaC O3 ( s ) +2 H2 O → C a5 ( P O4 )3( OH ) ( s ) +5 HCO 3 ¿
3 HP O 4

POTASSIO
Livelli alti di potassio vengono utilizzati da parte delle piante durante la crescita. Il potassio attiva alcuni enzimi,
gioca un ruolo nel bilancio dell’acqua nelle piante ed è anche essenziale per alcune trasformazioni dei carboidrati.
Esso è uno degli elementi più abbondanti della crosta terrestre, della quale costituisce il 2,6%; tuttavia una parte di
esso non è disponibile per le piante. Per esempio alcuni silicati come la leucite, K 2 O∙ A l 2 O 3 ∙ 4 Si O 2, contengono
potassio fortemente legato; è relativamente più disponibile per le piante, invece, il potassio scambiabile contenuto
nei minerali.
I micronutrienti nel suolo:
Il boro, il cloro, il ferro, il manganese, il molibdeno e lo zinco sono considerati micronutrienti essenziali per le
piante. Questi elementi sono necessari per le piante solo a livelli molto bassi e spesso sono tossici a livelli più
elevati. La maggior parte di questi elementi funzionano come componenti di enzimi. Il manganese, il ferro, il cloro e
lo zinco possono essere coinvolti nella fotosintesi. Sebbene non sia stato accertato, il sodio, il silicio e il cobalto
possano essere nutrienti essenziali per le piante. Il ferro e il manganese ricorrono in un certo numero di minerali. Il
sodio e il cloro si trovano nel suolo e vengono trasportati sotto forma di particolato atmosferico o aerosol marini. Il
boro è sostituito isomorfo del silicio in alcune miche ed è presente nella tormalina, un minerale con formula
NaM g3 A l 6 B3 S i 6 O27 ( OH , F )4. Il rame è presente nei feldspati, anfiboli, olivine, pirosseni e miche. Il molibdeno si
rinviene come molibdenite ( Mo S2 ). Il vanadio è sostituito isomorfo di ferro e alluminio negli ossidi, pirosseni,
anfiboli e miche. Lo zinco è presente come risultato di sostituzione isomorfa di Mg , Fe e Mn negli ossidi, anfiboli,
olivine e pirosseni e come tracce di solfuro di zinco nei silicati. Altri elementi in traccia che si ritrovano nei minerali,
come solfuri o per sostituzione isomorfa di altri elementi, sono il cromo, il cobalto, l’arsenico, il selenio, il nichel, il
piombo ed il cadmio. Gli elementi in tracce costituiscono i minerali secondari coinvolti nella formazione del suolo.
vi sono anche ossidi di alluminio, ferro e manganese, carbonati di calcio e magnesio, smettiti, vermiculiti e illiti.
Alcune piante accumulano livelli alti di elementi in tracce; quelle che ne accumulano più di 1,00 mg/g di peso secco
sono chiamate iperaccumulatori. L’iperaccumulazione di nichel e rame è stata oggetto di numerosi studi; per
esempio l’Aeolanthus biformifolius DeWild, che cresce nelle regioni ricche di rame, contiene fino all’1,3% di rame, ed è
conosciuto come il “fiore di rame”.

Fertilizzanti:
I fertilizzanti impiegati per le coltivazioni contengono come principali componenti azoto, fosforo e potassio;
possono anche venire aggiunti magnesio, solfato e micronutrienti. I fertilizzanti sono designati con dei numeri come
ad esempio 6-12-8, che indicano le rispettive percentuali di azoto espresso come N (in questo caso 6%), fosforo
come P2 O5 (12%), e potassio nella forma K 2 O (8%). I fertilizzanti organici come il letame devono subire
−¿¿
biodegradazione per poter rilasciare le specie inorganiche semplici, assimilabili dalle piante ( N O3 , H x P O x−3
4 ,
+¿¿
K ). La maggior parte dei moderni fertilizzanti azotati prodotti attraverso il processo Haber, con il quale N 2 e H 2
sono posti a reagire su di un catalizzatore a temperature di circa 500°C e pressioni fino a 1000 atmosfere:

N 2+ H 2→ 2 N H 3

L’ammoniaca anidra prodotta ha un contenuto molto alto di azoto, pari all’82%. Può essere addizionata al suolo,
per il quale ha una forte affinità a causa della sua solubilità in acqua e della formazione dello ione ammonio:

N H 3 ( g ) ( acqua ) → N H 3 (aq)

−¿¿

N H 3 ( aq ) + H 2 O → N H +¿+O
4
H ¿

L’idrossido di ammonio, una soluzione al 30% di N H 3 in acqua, può invece venire utilizzato con molta più
sicurezza; a volte viene aggiunto direttamente all’acqua per l’irrigazione. Occorre precisare che il vapore di
ammoniaca è tossico e l’ N H 3 è reattiva con alcune sostanze. Il nitrato di ammonio, N H 4 N O 3 , è un comune
fertilizzante azotato solido. Viene prodotto ossidando l’ammoniaca su un catalizzatore di platino, convertendo in
acido nitrico l’ossido nitrico prodotto, e facendo reagire l’acido nitrico con l’ammoniaca. L’urea, è più facile da
produrre e da trattare rispetto al nitrato di ammonio.
La reazione complessiva per la sintesi dell’urea è:

C O2 +2 N H 3 →CO ( N H 2) 2+ H 2 O

che coinvolge un processo piuttosto complicato nel quale il carbammato di ammonio, N H 2 C O 2 N H 4, è un


intermedio. Altri composti usati come fertilizzanti azotati includono il nitrato di sodio, il nitrato di calcio, il nitrato
di potassio e i fosfati di ammonio. Poiché la fluoroapatite è relativamente non disponibile per le piante, questo
minerale è di solito trattato con acido fosforico o solforico per produrre perfosfati:

2 C a5 ( P O 4 )3 F ( s ) +14 H 3 P O4 + 10 H 2 O→ 2 HF ( g )+10 Ca ( H 2 P O4 ) 2 ∙ H 2 O

2 C a5 ( P O 4 )3 F ( s ) +7 H 2 S O4 +3 H 2 O→ 2 HF ( g ) +3 Ca ( H 2 P O4 )2 ∙ H 2 O+7 CaS O4

Rifiuto inquinanti nel suolo:


Il suolo riceve grandi quantità di prodotti di scarto; ad esempio il biossido di zolfo emesso nella combustione di
carburanti cade sul suolo sotto forma di solfati. Gli ossidi di azoto vengono convertiti in nitrati nell’atmosfera ed
infine essi sono depositati al suolo. il monossido di carbonio viene convertito in C O 2 ed in biomassa da parte dei
funghi e dei batteri presenti nel suolo. Il piombo sotto forma di particolato oppure proveniente dalle miniere e dalle
fonderie, si ritrova a livelli elevati nel suolo lungo le strade e le autostrade molto trafficate. Il suolo quindi è il
recettore di molti rifiuti pericolosi. Possiamo ritrovare anche composti organici volatili (VOC) come benzene,
toluene, xileni, diclorometano, tricloroetano, e tricloroetilene che provengono da aree industrializzate. Possiamo
ritrovare anche policlorobifenili (PCB). Si ritiene che alcuni di questi composti si leghi all’humus, immobilizzando
tali composti e rendendoli non tossici. Il legame tra composti inquinanti e humus avviene, con composti che hanno
somiglianze strutturali con le sostanze che formano l’humus, come i composti fenolici e anilinici:

Tali composti si legano all’humus attraverso l’azione di enzimi microbici. Una volta legati, essi sono noti come
“bound residues” e sono molto resistenti agli attacchi chimici e biologici. La tossicità di un erbicida può essere
diminuita dall’adsorbimento da parte del suolo. le forze che legano un pesticida alle particelle di suolo possono
essere di diversi tipi. L’adsorbimento fisico coinvolge le forze di Wan Der Waals, generate dalle interazioni dipolo-
dipolo tra le molecole del pesticida e le particelle cariche del suolo. lo scambio ionico è efficace nel legare i composti
organici cationici, come l’erbicida paraquat, sui siti anionici del suolo:

Alcuni pesticidi neutri diventano cationici legando l’ H +¿¿ e vengono legati nella forma positiva protonata. Il legame
idrogeno è un altro meccanismo attraverso il quale alcuni pesticidi sono trattenuti dal suolo. in alcuni casi il
pesticida può agire legando coordinando i metalli nel materiale minerale del suolo. le tre vie attraverso le quali i
pesticidi vengono degradati sono la degradazione chimica, le reazioni fotochimiche, e la biodegradazione. Nella
degradazione di un pesticida possono operare varie combinazioni di questi processi. La degradazione chimica di
un pesticida è stata osservata sperimentalmente in suoli e argille sterilizzate al fine di rimuovere tutta l’attività
microbica. Inoltre si è dimostrato che un certo numero di pesticidi incorrono in reazioni fotochimiche; cioè reazioni
chimiche dovute all’assorbimento della luce.
Biodegradazione e rizosfera:
Nella biodegradazione dei pesticidi e di altre sostanze chimiche inquinanti, sono i microrganismi a svolgere la
parte più importante. Negli ultimi anni è stato messo in evidenza che la rizosfera è una parte importante del suolo
in relazione alla biodegradazione dei rifiuti. Essa è lo strato del suolo in cui le radici delle piante sono attive; è una
zona ad alto consumo di biomassa ed è influenzata dal sistema delle radici delle piante e dai microrganismi. Può
avere un contenuto di biomassa per unità di volume, più di 10 volte maggiore rispetto a quella presente nelle altre
zone del suolo.

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