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La geosfera, o Terra solida, è quella parte della Terra sulla quale gli uomini vivono e dalla quale estraggono i
minerali, i combustibili e la maggior parte del loro cibo. Una delle più grandi influenze dell’uomo sulla geosfera è la
creazione di zone desertiche. Questo processo, chiamato desertificazione, si manifesta con la diminuzione della
superficie freatica, l’aumento della salinità della superficie del suolo e dell’acqua, la diminuzione delle acque di
superficie, l’erosione innaturale della superficie terrestre e la scomparsa della vegetazione originaria. La parte più
importante della geosfera per la vita sulla Terra è il suolo. Esso è il mezzo sul quale crescono le piante e da cui
praticamente tutti gli organismi terrestri dipendono per la loro esistenza. La produttività del suolo è fortemente
influenzata dalle condizioni ambientali e dall’utilizzo dei pesticidi. Si può notare che molti suoli hanno la capacita
di assimilare e neutralizzare gli inquinanti. Molti fenomeni chimici e biochimici nel suolo riescono a ridurre la
natura dannosa degli inquinanti. Questi fenomeni comprendono processi di ossido-riduzione, idrolisi, reazioni
acido-base, precipitazioni, adsorbimento degradazione biochimica.
Le evaporiti:
Le evaporiti sono sali solubili che precipitano da soluzioni in particolari condizioni di aridità. L’evaporite più
comune è il salgemma, NaCl . Altri minerali semplici evaporiti sono la silvite (KCl), la tenardite (N a2 S O 4 ) e
l’anidrite (CaS O 4 ). Molte evaporiti sono idrati: biscofite (MgC l2 ∙ 6 H 2 O), gesso (CaS O 4 ∙2 H 2 O), kieserite
(MgS O 4 ∙ 2 H 2 O) e epsomite (sale amaro), ( MgS O 4 ∙ 7 H 2 O). Tra le evaporiti sono molto comuni i sali doppi come
carnallite (KMgC l 3 ∙6 H 2 O), kainite (KMgClS O 4 ∙ 11/4 H 2 O) , arcanite ( K 3 Na ( S O4 ) 2), polialite
(K 2 MgC a 2 ( S O4 ) 4 ∙2 H 2 O)e loweite(N a12 M g7 ( S O4 )13 ∙ 15 H 2 O). Il sale principale, che viene estratto per il suo
contenuti di nitrati utilizzati in esplosivi e fertilizzanti, è il salnitro del Cile, NaN O 3 . In questi depositi si trovano
anche tracce di CaCr O 4 e Ca ( Cl O 4 )2 altamente ossidati e in alcune zone si trova sufficiente Ca ( I O 3 )2 da essere
utilizzato come fonte commerciale di iodio.
Rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche:
A temperatura elevata, al disotto della superficie della Terra, le rocce e il materiale minerale fondono e formano una
sostanza fusa chiamata magma. Raffreddamento e solidificazione del magma producono le rocce ignee. Le rocce
ignee più comuni sono: il granito, il basalto, il quarzo (Si O 2 ), il pirosseno ( ( Mg , Fe ) Si O 3) , il feldspato
( ( Ca , Na , K ) AlS i 3 O8), l’olivina ( ( Mg , Fe )2 Si O4 ) e la magnetite (F e3 O4 ). Le rocce ignee si formano in condizioni
anidre, chimicamente riducenti, ad alta temperatura ed alta pressione. Quando le rocce ignee vengono in superficie
non si trovano in equilibrio chimico con l’ambiente circostante. Come risultato alcune rocce si sgretolano attraverso
un processo chiamato “weathering”, alterazione superficiale da agenti atmosferici. Tale processo è lento perché e
rocce ignee sono spesso dure, non porose e poco reattive. L’erosione del vento, dell’acqua o del ghiaccio porta via
delle rocce il materiale alterato, depositandolo come sedimento o suolo. Un processo chiamato litificazione
rappresenta la conversione dei sedimenti in rocce sedimentarie. I sedimenti e le rocce sedimentarie sono porosi,
teneri e chimicamente reattivi. Il riscaldamento e l’aumento di pressione trasformano le rocce sedimentarie in rocce
metamorfiche. Rocce sedimentarie possono essere le rocce detritiche costituite da particelle solide erose da rocce
ignee a causa dell’alterazione superficiale dovuta a fattori climatici. Un secondo tipo di rocce sedimentarie è
rappresentato dalle rocce sedimentarie chimiche, formate da precipitazioni o coagulazioni di soluti o da sostanze
colloidali prodotte nel processo di alterazione dovuto ad agenti climatici. Le rocce sedimentarie organiche
contengono residui di piante e resti di animali. I minerali carbonati di calcio e magnesio, calcare o dolomite, sono
particolarmente abbondanti nelle rocce sedimentarie. Esempi importanti di rocce sedimentarie sono:
- Arenaria prodotta da particelle, di dimensioni della sabbia, provenienti da minerali come il quarzo;
- Conglomerati costituiti da particelle relativamente grandi di dimensione variabile;
- Argillite formata da particelle molto piccole di limo o argilla;
- Calcare (CaC O 3) prodotto dalla precipitazione chimica o biochimica del carbonato di calcio:
I sedimenti:
Vaste aree di suolo sono formate da rocce sedimentarie. Le proprietà di queste masse di materiali dipendono
fortemente dalla loro origine e dal loro trasporto. L’acqua è il principale veicolo di trasporto dei sedimenti, sebbene
il vento abbia un ruolo significativo. I sedimenti possono essere trasportati dalla corrente nelle seguenti forme:
Il trasporto di carbonato di calcio come bicarbonato solubile è un chiaro esempio di carico disciolto. L’acqua con un
alto contenuto di biossido di carbonio disciolto in contatto con formazioni di carbonato di calcio contiene ioni
−¿¿
Ca
2+¿¿
e HC O 3 . Acqua fluente, contenente calcio come durezza temporanea, può diventare più basica attraverso
cessione di C O2all’atmosfera, consumo di C O 2 per crescita di alghe, o contatto con sostanze basiche disciolte,
portando alla deposizione di CaC O 3 insolubile:
In genere circa i 2/3 dei sedimenti trasportati da un corso d’acqua sono in sospensione, circa 1/4 in soluzione e la
restante frazione come carico di letto. La capacità di un corso d’acqua di trasportare i sedimenti aumenta sia con la
portata che con la velocità dell’acqua. I corsi d’acqua rimuovono materiali sedimentari mediante erosione,
trasportano i materiali con la corrente e li rilasciano in forma solida durante la deposizione. Depositi di sedimenti
portati dai corsi d’acqua sono chiamati depositi alluvionali. Non appena alcune condizioni, come l’abbassamento
della velocità del corso d’acqua, iniziano a favorire la deposizione, le particelle più grandi e più facilmente
sedimentabili vengono rilasciate prima. Ciò porta alla selezione, cosicché particelle di tipo e dimensione simile si
trovano insieme nei depositi alluvionali.
Le argille:
In mineralogia le argille sono molto comuni ed importanti; in generale esse sono importanti per la ritenzione di
acqua e per lo scambio di cationi nutrienti per le piante. Tutte le argille contengono silicati e la maggior parte
contiene anche alluminio e acqua. Fisicamente, le argille sono formate da granuli molto fini che hanno struttura
laminare. L’argilla viene definita come un gruppo di minerali secondari microcristallini, costituiti da silicati di
alluminio idrati che hanno strutture lamellari. I minerali argillosi si distinguono dagli altri per la formula chimica
generale, per la struttura e per le proprietà chimiche e fisiche. I tre maggiori gruppi di minerali argillosi sono i
seguenti:
- Montmorillonite, A l 2 ( OH ) 2 S i 4 O10
- Illite, K 0−2 A l 4 ( S i 8−6 A l 0−2) O 20 (OH )4
- Caolinite, A l 2 S i 2 O 5 ( OH )4
Molte argille contengono una grande quantità di sodio, potassio, magnesio, calcio e ferro, come pure tracce di altri
+¿¿
metalli; esse legano cationi come C a2+¿¿ , M g 2+¿¿ , N a+¿ ¿, K +¿¿ , N H 4 , impedendone la solubilizzazione di acqua,
cosicché siano disponibili nel suolo come nutrienti delle piante. Olivina, augite, orneblenda e feldspati sono tutti
minerali da cui hanno origine le argille. Un esempio è la formazione di caolinite ( A l 2 S i 2 O 5 ( OH ) 4) dalla roccia
feldspato di potassio (KAlS i 3 O 8 ).
Le strutture laminari delle argille consistono in strati di ossido di silicio alternati a strati di ossido di alluminio. Le
argille, possono essere classificate sia come argille a due strati, in cui gli atomi di ossigeno sono condivisi tra un
piano tetraedrico e un piano ottaedrico adiacente, sia come argille a tre strati, in cui un piano ottaedrico condivide
gli atomi di ossigeno con un piano tetraedrico da entrambi i lati. Queste strutture laminari composte sia da due che
da tre piani sono chiamate strati unità. I minerali delle argille possono avere una carica negativa dovuta a
sostituzione ionica, in cui gli ioni Si (IV) e Al (III) sono sostituiti dagli ioni metallici di dimensione simile ma con
carica minore. La carica negativa risultante viene compensata tramite associazioni di cationi sulle superfici degli
+¿¿
strati d’argilla. Essi possono essere ioni grandi come K +¿¿ , N a+¿ ¿, N H 4 . Essi sono detti cationi scambiabili, in
quanto possono essere scambiati con altri cationi presenti in acqua. L’ammontare di questi cationi per 100g di
argilla secca, è chiamato capacità di scambio cationico, CEC, dell’argilla ed è una caratteristica molto importante
dei colloidi e dei sedimenti che hanno capacità di scambio cationico.
Il suolo:
La parte più importante della crosta terrestre è il suolo. Il suolo è un miscuglio variabile di minerali, materiale
organico e acqua che consente la vita delle piante sulla superficie terrestre. Esso è il prodotto finale dell’azione
erosiva di processi fisici, chimici e biologici sulle rocce, che produce molti minerali argillosi. La parte organica del
suolo è formata dalla biomassa di piante in vari stati di degradazione. Nel suolo si possono trovare grandi
popolazioni di batteri, funghi ed animali, come i vermi. Il suolo contiene aria negli interstizi tra le sue particelle e
solitamente ha una struttura porosa. La frazione solida di un tipico suolo produttivo è costituita dal 5% di materiale
organico e dal 95% di materiale inorganico. Alcuni suoli, come la torba, possono contenere fino al 95% di materiale
organico. Altri suoli ne contengono quantità molto piccole, dell’ordine dell’1%. In genere il suolo all’aumentare
della profondità mostra strati distinti chiamati orizzonti. Gli orizzonti si formano in seguito a complesse interazioni
tra i processi che avvengono durante l’alterazione superficiale dovuta ad agenti atmosferici. L’acqua piovana,
filtrando attraverso il suolo, trasporta soluti e solidi colloidali verso gli orizzonti più profondi dove li deposita.
Processi biologici, come la degradazione batterica di biomassa da residui di piante, producono C O 2, specie
leggermente acida. Il primo strato in superficie del suolo, è conosciuto come orizzonte A o topsoil. Questo è lo
strato di massima attività biologica. Gli ioni metallici sono soggetti ad una consistente lisciviazione. Lo strato
successivo è l’orizzonte B o suboil. Qui si hanno materiali organici, Sali e particelle di argilla del topsoil. L’orizzonte
C è composto da rocce madri erose da agenti atmosferici il cui suolo ha avuto origine. Altre caratteristiche del suolo
comprendono la densità, la lavorabilità, la dimensione delle particelle, la permeabilità e il grado di maturità. Uno
delle classi più importanti di suoli produttivi è il podzol che si forma in condizioni di piovosità elevata nelle zone
temperate della Terra. Questi suoli tendono ad essere acidi (pH 3,5-4,5) cosicché i metalli alcalini ed alcalino terrosi,
e in misura minore ferro e alluminio, vengono sparsi per lisciviazione dell’orizzonte A, lasciando la caolinite come
argilla predominante. Nell’orizzonte B, gli ossidi di ferro idrati e le argille si ridepositano. Il suolo dal punto di vista
meccanico viene suddiviso in quattro categorie in base alle dimensioni delle particelle: ghiaia (2-60 mm) > sabbia
(0,06-2 mm) > limo (0,006-0,06 mm) > argilla (meno di 0,002 mm).
+ ¿+2 e−¿→ M n ¿
¿ +¿+2 e−¿→ 2F e ¿
¿
Mn O2 +4 H F e 2 O 3 +6 H
Sebbene il manganese solubile si trovi nel suolo come M n2+¿ ¿, il ferro (II) si trova spesso come ferro organico nei
chelati carichi negativamente. La forte azione chelante dovuta agli acidi fulvici del suolo rende possibile la
riduzione degli ossidi di ferro (III) a valori di pE più positivi. Alcuni ioni metallici solubili come il F e 2+¿ ¿ e il
2+¿ ¿
Mn , ad alti livelli di concentrazione sono tossici per le piante. La loro ossidazione a ossidi insolubili può causare
la formazione di depositi di F e 2 O 3 e MnO2 . Il contenuto di ossigeno dell’aria nel suolo può raggiungere un valore
minimo del 15% e il contenuto di biossido di carbonio può raggiungere un’alta percentuale. L’ossidazione del
materiale organico fa aumentare il livello di CO 2 disciolta nelle acque sotterranee; ciò causa una riduzione del pH
che contribuisce all’erosione dei minerali carbonati, in particolare del carbonato di calcio.
2+¿ (aq )+ 3H O ¿
2
−¿ ( aq )+ 2C a ¿
+¿+M ( OH ) 3( s ) +2 CaC 2 O4 ( s) → M (C 2 O4 )2 ¿
3H
Nella quale M può essere Fe o Al. Alcuni funghi del suolo producono acido citrico e altri acidi organici chelanti,
che reagiscono con i minerali silicei rilasciando potassio e altri ioni metallici nutrienti. I componenti biologicamente
attivi della frazione organica del suolo comprendono polisaccaridi, ammino-zuccheri, nucleotidi, zolfo organico e
composti del fosforo. L’humus, un materiale insolubile in acqua che si biodegrada molto lentamente, costituisce la
maggior parte del materiale organico del suolo. l’accumulo di materiale organico nel solo è fortemente influenzato
dalla temperatura e dalla disponibilità di ossigeno. Poiché la velocità di biodegradazione diminuisce al diminuire
della temperatura, il materiale organico non si degrada rapidamente nelle zone climatiche più fredde e tende ad
accumularsi. In presenza di idrocarburi policiclici aromatici (PAH) è un’interessante caratteristica del materiale
organico del suolo. Questi composti, alcuni dei quali sono cancerogeni, sono stati trovati nel suolo, come
fluorantene, pirene e crisene, derivano sia dalla combustione di matrici naturali che da altre fonti inquinanti.
−¿ ¿
C O2 + H 2 O → H +¿+ HC O 3 ¿
−¿¿
+¿+S O 3 ¿
S O 2+ H 2 O → H
L’acqua piovana è priva di minerali in soluzione; è di solito leggermente acida a causa della C O2 , ed essa è
chimicamente aggressiva verso alcuni tipi di minerali che vengono frantumati con un processo chiamato alterazione
superficiale chimica. I processi coinvolti nell’alterazione possono essere suddivisi in:
2−¿ ( aq )+ 2 H 2 O ¿
2+¿ ( aq ) +S O 4 ¿
CaS O 4 ∙2 H 2 O ( s ) ( acqua ) →C a
+ ¿ ( aq ) ¿
( aq ) +16 H
4 Fe S 2 ( s ) +15 O2 ( g ) → ( 8+2 x ) H 2 O →2 F e 2 O3 ∙ x H 2 O+8 S O2−¿
4
¿
O nell’esempio in cui la dissoluzione di minerali di ferro (II) è seguita dall’ossidazione di ferro (II) a ferro
(III):
−¿+ H4 Si O 4 ¿
F e 2 Si O 4 ( s )+ 4 C O2 ( aq ) + 4 H 2 O → 2 F e2 +¿+ 4 HC O 3 ¿
−¿+O 2 (g )→ 2F e 2 O3 (s )+ 8C O2 + 4 H 2 O ¿
2+¿+8 HC O3 ¿
4 Fe
- Dissoluzione con idrolisi, come avviene per l’idrolisi dello ione carbonato quando si solubilizzano i
minerali carbonati:
− ¿( aq ) ¿
−¿ ( aq )+ O H ¿
2+¿ ( aq ) + 2 HC O3 ¿
CaC O 3 ( s )+ H 2 O→ C a
−¿+ H 4 SiO4 ¿
2+¿+ 4 HC O3 ¿
M g 2 SiO4 ( s ) +4 C O2+ 4 H 2 O→ 2 M g
- Idrolisi acida, responsabile della dissoluzione di quantità significative di CaC O 3 e CaC O 3 ∙ MgC O 3 in
presenza di acqua ricca di C O2:
−¿( aq)¿
2+¿ ( aq ) +2 HC O3 ¿
CaC O 3 ( s )+ H 2 O+C O 2 ( aq ) →C a
Complessazione, come mostrato dalla reazione con lo ione ossalato con la muscovite:
L’idrolisi acida rilascia elementi come N a+¿ ¿, K +¿¿ e C a2+¿¿ dai silicati.
La chimica del suolo
Il suolo agisce da tampone e resiste alle variazioni di pH. La sua capacità tamponante dipende soprattutto dal tipo
di suolo.
7 +¿+ 2S O4
2−¿ ¿
¿
Fe S 2 + O2+ H 2 O → F e2 +¿+2 H ¿
2
Le “cat clays” possono avere valori di pH bassi fino a 3,0. Questi suoli si sono formati quando sedimenti marini
neutri o basici contenenti Fe S 2 divennero acidi in seguito all’esposizione all’aria, per ossidazione della pirite. I
suoli sono testati per la potenziale formazione di solfato-acidi utilizzando un test al perossido; tale test consiste
nell’ossidazione di Fe S 2 nel suolo con H 2 O 2 al 30%, e successiva misura di acidità e solfato.
15 2−¿ +7H O ¿
+¿+ 2 SO 4
2
¿
Fe S 2 + H 2 O2 → F e3+ ¿+ H ¿
2
Livelli apprezzabili di solfato e un pH minore di 3,0 indicano potenzialità a formare suoli solfato-acidi. Se il pH è
maggiore di 3,0, è presente poco Fe S 2 oppure vi è un sufficiente CaCO3 nel suolo per neutralizzare l’acido
solforico e la specie acida Fe3 +¿¿. La specie chimica maggiormente limitante per la crescita delle piante è l’alluminio.
Lo ione alluminio liberato nei suoli acidi è infatti molto tossico per le piante.
In aree con scarse precipitazione, i suoli possono diventare troppo basici a causa della presenza di sali basici come
N a2 C O3. I suoli alcalini possono essere trattati con solfato di ferro o alluminio, che rilasciano acidi per idrolisi:
2−¿ ¿
+¿ +3S O ¿
2−¿+ 6 H2 O→ 2Fe ( OH )3 ( s) +6 H 4
¿
3+¿+3 S O 4 ¿
2Fe
Lo zolfo aggiunto ai suoli è ossidato ad acido solforico con reazioni mediante batteri:
3 +¿+S O
2−¿ ¿
¿
S+ O2 + H 2 O → 2 H 4
AZOTO
Nella maggior parte dei suoli, oltre il 90% dell’azoto contenuto è organico. Tale azoto è principalmente il prodotto
+¿¿
della degradazione biologica di animali e piante morte. Esso è idrolizzato a N H 4 , che può essere ossidato a
N O−¿¿
3 ad opera di batteri presenti nel suolo. L’azoto legato all’humus è importante per mantenere fertile il suolo.
Non è un prodotto significativo dall’alterazioni superficiale dei minerali. Gli organismi azoto fissatori non sono in
−¿¿
grado di fornire azoto per soddisfare la domanda di picco. Nelle piante esso è presente come ione N O 3 .
FOSFORO
Esso è un componente essenziale delle piante. Il fosforo, come l’azoto, deve essere presente in una forma inorganica
semplice prima che possa essere assorbito dalle piante. Nel caso del fosforo, la specie assimilabile è uno ione
−¿ ¿
ortofosfato predominanti sono H 2 P O 4 e HP O 2−¿¿
4 . L’ortofosfato è quasi tutto disponibile per le piante a valori di
pH vicini alla neutralità. Si ritiene che in suoli acidi, gli ioni ortofosfato precipitino o vengano adsorbiti da Al (III) e
Fe (III). Nei suoli alcalini, l’ortofosfato può reagire col carbonio di calcio per formare una idrossiapatite insolubile:
−¿+O H−¿ ¿ ¿
2−¿+5 CaC O3 ( s ) +2 H2 O → C a5 ( P O4 )3( OH ) ( s ) +5 HCO 3 ¿
3 HP O 4
POTASSIO
Livelli alti di potassio vengono utilizzati da parte delle piante durante la crescita. Il potassio attiva alcuni enzimi,
gioca un ruolo nel bilancio dell’acqua nelle piante ed è anche essenziale per alcune trasformazioni dei carboidrati.
Esso è uno degli elementi più abbondanti della crosta terrestre, della quale costituisce il 2,6%; tuttavia una parte di
esso non è disponibile per le piante. Per esempio alcuni silicati come la leucite, K 2 O∙ A l 2 O 3 ∙ 4 Si O 2, contengono
potassio fortemente legato; è relativamente più disponibile per le piante, invece, il potassio scambiabile contenuto
nei minerali.
I micronutrienti nel suolo:
Il boro, il cloro, il ferro, il manganese, il molibdeno e lo zinco sono considerati micronutrienti essenziali per le
piante. Questi elementi sono necessari per le piante solo a livelli molto bassi e spesso sono tossici a livelli più
elevati. La maggior parte di questi elementi funzionano come componenti di enzimi. Il manganese, il ferro, il cloro e
lo zinco possono essere coinvolti nella fotosintesi. Sebbene non sia stato accertato, il sodio, il silicio e il cobalto
possano essere nutrienti essenziali per le piante. Il ferro e il manganese ricorrono in un certo numero di minerali. Il
sodio e il cloro si trovano nel suolo e vengono trasportati sotto forma di particolato atmosferico o aerosol marini. Il
boro è sostituito isomorfo del silicio in alcune miche ed è presente nella tormalina, un minerale con formula
NaM g3 A l 6 B3 S i 6 O27 ( OH , F )4. Il rame è presente nei feldspati, anfiboli, olivine, pirosseni e miche. Il molibdeno si
rinviene come molibdenite ( Mo S2 ). Il vanadio è sostituito isomorfo di ferro e alluminio negli ossidi, pirosseni,
anfiboli e miche. Lo zinco è presente come risultato di sostituzione isomorfa di Mg , Fe e Mn negli ossidi, anfiboli,
olivine e pirosseni e come tracce di solfuro di zinco nei silicati. Altri elementi in traccia che si ritrovano nei minerali,
come solfuri o per sostituzione isomorfa di altri elementi, sono il cromo, il cobalto, l’arsenico, il selenio, il nichel, il
piombo ed il cadmio. Gli elementi in tracce costituiscono i minerali secondari coinvolti nella formazione del suolo.
vi sono anche ossidi di alluminio, ferro e manganese, carbonati di calcio e magnesio, smettiti, vermiculiti e illiti.
Alcune piante accumulano livelli alti di elementi in tracce; quelle che ne accumulano più di 1,00 mg/g di peso secco
sono chiamate iperaccumulatori. L’iperaccumulazione di nichel e rame è stata oggetto di numerosi studi; per
esempio l’Aeolanthus biformifolius DeWild, che cresce nelle regioni ricche di rame, contiene fino all’1,3% di rame, ed è
conosciuto come il “fiore di rame”.
Fertilizzanti:
I fertilizzanti impiegati per le coltivazioni contengono come principali componenti azoto, fosforo e potassio;
possono anche venire aggiunti magnesio, solfato e micronutrienti. I fertilizzanti sono designati con dei numeri come
ad esempio 6-12-8, che indicano le rispettive percentuali di azoto espresso come N (in questo caso 6%), fosforo
come P2 O5 (12%), e potassio nella forma K 2 O (8%). I fertilizzanti organici come il letame devono subire
−¿¿
biodegradazione per poter rilasciare le specie inorganiche semplici, assimilabili dalle piante ( N O3 , H x P O x−3
4 ,
+¿¿
K ). La maggior parte dei moderni fertilizzanti azotati prodotti attraverso il processo Haber, con il quale N 2 e H 2
sono posti a reagire su di un catalizzatore a temperature di circa 500°C e pressioni fino a 1000 atmosfere:
N 2+ H 2→ 2 N H 3
L’ammoniaca anidra prodotta ha un contenuto molto alto di azoto, pari all’82%. Può essere addizionata al suolo,
per il quale ha una forte affinità a causa della sua solubilità in acqua e della formazione dello ione ammonio:
N H 3 ( g ) ( acqua ) → N H 3 (aq)
−¿¿
N H 3 ( aq ) + H 2 O → N H +¿+O
4
H ¿
L’idrossido di ammonio, una soluzione al 30% di N H 3 in acqua, può invece venire utilizzato con molta più
sicurezza; a volte viene aggiunto direttamente all’acqua per l’irrigazione. Occorre precisare che il vapore di
ammoniaca è tossico e l’ N H 3 è reattiva con alcune sostanze. Il nitrato di ammonio, N H 4 N O 3 , è un comune
fertilizzante azotato solido. Viene prodotto ossidando l’ammoniaca su un catalizzatore di platino, convertendo in
acido nitrico l’ossido nitrico prodotto, e facendo reagire l’acido nitrico con l’ammoniaca. L’urea, è più facile da
produrre e da trattare rispetto al nitrato di ammonio.
La reazione complessiva per la sintesi dell’urea è:
C O2 +2 N H 3 →CO ( N H 2) 2+ H 2 O
2 C a5 ( P O 4 )3 F ( s ) +14 H 3 P O4 + 10 H 2 O→ 2 HF ( g )+10 Ca ( H 2 P O4 ) 2 ∙ H 2 O
2 C a5 ( P O 4 )3 F ( s ) +7 H 2 S O4 +3 H 2 O→ 2 HF ( g ) +3 Ca ( H 2 P O4 )2 ∙ H 2 O+7 CaS O4
Tali composti si legano all’humus attraverso l’azione di enzimi microbici. Una volta legati, essi sono noti come
“bound residues” e sono molto resistenti agli attacchi chimici e biologici. La tossicità di un erbicida può essere
diminuita dall’adsorbimento da parte del suolo. le forze che legano un pesticida alle particelle di suolo possono
essere di diversi tipi. L’adsorbimento fisico coinvolge le forze di Wan Der Waals, generate dalle interazioni dipolo-
dipolo tra le molecole del pesticida e le particelle cariche del suolo. lo scambio ionico è efficace nel legare i composti
organici cationici, come l’erbicida paraquat, sui siti anionici del suolo:
Alcuni pesticidi neutri diventano cationici legando l’ H +¿¿ e vengono legati nella forma positiva protonata. Il legame
idrogeno è un altro meccanismo attraverso il quale alcuni pesticidi sono trattenuti dal suolo. in alcuni casi il
pesticida può agire legando coordinando i metalli nel materiale minerale del suolo. le tre vie attraverso le quali i
pesticidi vengono degradati sono la degradazione chimica, le reazioni fotochimiche, e la biodegradazione. Nella
degradazione di un pesticida possono operare varie combinazioni di questi processi. La degradazione chimica di
un pesticida è stata osservata sperimentalmente in suoli e argille sterilizzate al fine di rimuovere tutta l’attività
microbica. Inoltre si è dimostrato che un certo numero di pesticidi incorrono in reazioni fotochimiche; cioè reazioni
chimiche dovute all’assorbimento della luce.
Biodegradazione e rizosfera:
Nella biodegradazione dei pesticidi e di altre sostanze chimiche inquinanti, sono i microrganismi a svolgere la
parte più importante. Negli ultimi anni è stato messo in evidenza che la rizosfera è una parte importante del suolo
in relazione alla biodegradazione dei rifiuti. Essa è lo strato del suolo in cui le radici delle piante sono attive; è una
zona ad alto consumo di biomassa ed è influenzata dal sistema delle radici delle piante e dai microrganismi. Può
avere un contenuto di biomassa per unità di volume, più di 10 volte maggiore rispetto a quella presente nelle altre
zone del suolo.