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Fatta eccezione per il carbonio che è il solo elemento che, grazie alla
fotosintesi, viene trasformato direttamente in sostanza organica, tutti
gli altri elementi indispensabili alla nutrizione vegetale sono
assimilabili dalle piante attraverso le radici.
Essi, denominati più propriamente elementi minerali, si trovano nel
terreno allo stato ionico o ionizzabile.
Come ioni verrebbero facilmente allontanati dalle acque se il terreno
non disponesse di meccanismi atti a trattenerli. L’insieme di tali
meccanismi costituisce il cosiddetto “potere di ritenzione”.
Il fenomeno di adsorbimento è caratterizzato dalla ritenzione
temporanea, senza reazione/modificazione chimica, di ioni e di
molecole sulle superfici del solido. Il fenomeno inverso, la liberazione,
cioè, delle specie chimiche fissate, è definito desorbimento
L’assorbimento è definito, invece, da combinazione chimica con
alterazione della composizione di una delle fasi
Il suolo è un sistema eterogeneo con fase solida formata da particelle
minerali ed organiche. Le dimensioni delle particelle influiscono
significativamente sulle proprietà dei suoli. Esaminando la
distribuzione delle diverse frazioni in funzione delle dimensioni
(granulometria) è possibile verificare che i suoli costituiti in
maggioranza da particelle di dimensioni molto piccole (inferiori a 2
µm) generalmente sono compatti e poco permeabili, possono
trattenere elevate quantità di acqua (alta ritenzione idrica) e di
cationi.
I suoli costituiti in gran parte da particelle di dimensioni > 50 µm
sono per contro molto permeabili, hanno una bassa riserva idrica e
trattengono poco i cationi.
Normalmente, a causa dell'andamento termico e delle piogge, nel
suolo si alternano cicli di umidità e di essiccamento che consentono
all'acqua e all'aria un certo movimento all'interno dei pori.
L'estensione della zona di contatto o di 'interfaccia' tra la fase liquida
e le fasi solide del suolo è determinata dalla quantità di particelle che
presentano dimensioni minori (< 2 µm) ed è condizionata perciò dalla
composizione granulometrica e dalla natura dei minerali presenti che,
inoltre, influisce sulle cariche presenti sulle superfici solide.
Le interazioni che ne derivano permettono alle fasi solide (organiche
ed inorganiche) del suolo di trattenere cationi come il Ca2+, il Mg2+, il
K+ ed il Na+ ed anioni come H2PO4- , H2PO42- , PO43- presenti nella
soluzione circolante.
I meccanismi fisici e chimici che regolano i processi di adsorbimento
e scambio ed il conseguente comportamento di questi importanti
elementi nutritivi nella fase liquida del suolo condizionano il ruolo
delle riserve nutritive del suolo, favorendo la ritenzone o la
lisciviazione dei diversi elementi.
Gli stessi meccanismi di adsorbimento sono coinvolti anche
nell’interazione con elementi tossici, metalli pesanti ei xenobiotici,
svolgendo quindi un'importante funzione di filtro e barriera, che
permette di mitigare gli effetti delle sostanze inquinanti,
I fenomeni chimico-fisici che hanno luogo nel sistema solido-
soluzione sono regolati dalle proprietà di superficie delle particelle di
dimensioni molto piccole (inferiore al µm, cioè 10 -6 m) che si
comportano da colloidi dando origine a dispersioni colloidali anziché
a soluzioni. Le soluzioni, infatti, sono formate da particelle di
dimensioni < 10nm (e.g. ioni) completamente disciolte; esse possono
filtrare senza lasciare residui neppure su membrane da dialisi,
risultano spesso trasparenti e completamente prive di depositi. Le
dispersioni colloidali, invece, sono formate da particelle di
dimensioni molto più grandi di quelle molecolari disperse in una fase
liquida. Tali dispersioni non sono trasparenti, si possono filtrare e, se
lasciate a riposo, si separano per sedimentazione. Le particelle del
suolo di dimensioni molto piccole sono nella condizione intermedia
tra le soluzioni e le dispersioni colloidali perché sono formate da
particelle di dimensioni comprese tra pochi nm e 1µm.
Le fasi solide del suolo che presentano particelle di dimensioni
colloidali sono essenzialmente i fillosilicati, allumino-silicati amorfi
(allofane), gli ossidi di ferro e di alluminio e le sostanze umiche.
Le superfici di contatto tra le fasi solide e la fase liquida del suolo
aumentano progressivamente con l'alterazione fisica e chimica della
roccia madre. Con la frammentazione dei minerali a seguito dell'azione
degli agenti atmosferici, le particelle si dividono in frammenti di
dimensioni più piccole. Durante questa suddivisione si verifica una
diminuzione della grandezza delle particelle ed un progressivo aumento
della superficie specifica. L'alterazione dei minerali comporta quindi
una maggiore superficie di contatto tra le fasi solide e la fase liquida a
parità di massa. Dato che la maggior parte delle reazioni avvengono
nella zona di contatto tra il solido ed il liquido, la frammentazione dei
minerali comporta un aumento esponenziale delle reazioni di scambio
tra gli ioni in soluzione e le fasi solide del suolo. Nel processo di
formazione del suolo l'alterazione fisica e chimica modificano i minerali
primari, determinandone la diminuzione delle particelle di dimensioni
maggiori (tra 2 e 0,2 mm) e la formazione di minerali secondari di
dimensioni minori (50-2 µm). Questo cambiamento aumenta
notevolmente la superficie delle fasi solide con la formazione di una
fase colloidale molto attiva nelle reazioni di superficie.
Superficie= =0.25
Superficie 0.522 xx 66 xx 64
8 =12
=24dm dm2 2
Volume=0.25
Volume= 0.533 xx 64
8 ==1dm
1dm3 3
L'intensità dell‘ alterazione del substrato pedogenetico influenza
anche l‘ entità della carica elettrica presente sui minerali argillosi e,
quindi, della capacità di scambio ionico
Una debole alterazione è caratteristica di suoli ricchi in fillosilicati
2:1 con sostituzioni isomorfe (sviluppo di cariche negative) ed
espandibili, che presentano elevata capacità di adsorbire cationi e
bassa capacità di adsorbire anioni,
mentre un'intensa alterazione può comportare nel tempo la
formazione di fillosilicati 1:1 (Caolinite) e l'accumulo di ossidi di
ferro e alluminio, (assenza di sostituzione isomorfe e possibile
sviluppo di cariche positive pH dipendenti) cui è associata una
notevole capacità di adsorbimento anionico
Surface
area m2/g
Coarse sand
Fine sand
Silt Humic
Clay 1:1 Kaolinite substances
Illite 400/800 m2/g
Vermiculite
Montmorillonite
Allophane (volcanic soils)
Al Fe hydro-Oxydes
Montmorillonite (expanding clay)
weak interlayer interaction
Variable
Ca>Na>K
Sheets and Layers
1:1 non-expanding 2:1 non-expanding 2:1 expanding
Al sheet
Si sheet + + +
+ + + +
Al sheet
Si sheet
Al sheet
Si sheet + + + + +
Al sheet + +
Si sheet
+2OH-
> pH
OH HO C =O
HO O
OH
OH
O H CH3
O
OC H
3
H
OH O HO H H
H
HO OH
O
+H3N CHC O-
CH2
N
NH
I minerali a carica variabile e gli acidi umici hanno quindi, in
superficie, gruppi funzionali particolarmente reattivi. In presenza di
variazioni del pH questi colloidi possono avere carica negativa (per il
rilascio di H+) o positiva (per l'adsorbimento di H+) cambiando
l'interazione con gli ioni in soluzione. La carica è nulla solo quando il
pH della soluzione è pari al punto di carica zero (Point of Zero Charge
PZC) ovvero al punto isoelettrico (IsoElectricPoint IEP).
Il valore di pH, in relazione al PCZ, influenza l'affinità del minerale
con gli ioni presenti nella soluzione del suolo. La maggior parte degli
ossidi di alluminio e di ferro hanno un PCZ maggiore di 7. Ciò vuol
dire che a pH acidi hanno cariche superficiali positive ed hanno una
forte affinità per gli anioni mentre i fillosilicati hanno PCZ a valori di
pH molto bassi e quindi in condizioni di pH vicino alla neutralità hanno
scarsa affinità per gli anioni.
La carica variabile della goethite e un argilla 2:1 in funzione del pH
argilla 2:1
pH= PZC
La carica netta totale dei fillosilicati a struttura 2:1 o 1:1 è data della
carica negativa delle sost Isomorfe e dalla carica positiva dovuta alla
protonazione degli ossidrili coordinati con gli atomi di silicio del foglio
tetraedrico o di alluminio del foglietto ottaedrico. Generalmente ai
normali pH del suolo la carica negativa permanente domina su quella
positiva ed in definitiva i fillosilicati hanno poca affinità con gli anioni
inorganici. Gli ossidi di ferro, manganese e di alluminio,invece,hanno
carica di superficie esclusivamente pH dipendente e la loro affinità per
gli anioni ed i cationi varia con il variare del pH del suolo. Infatti gli
ossidrili coordinati con gli atomi di ferro,alluminio o manganese di
superficie sono protonati a pH acido ed assumono carica positiva mentre
a pH alcalino tendono a dissociarsi, assumendo carica negativa. Per
questa caratteristica il bilanciamento tra cariche negative e positive
avviene a specifici pH. Questo particolare valore di pH viene definito
punto di carica zero (point of zero charge, PZC). L'affinità degli anioni
inorganici per gli ossidi aumenta quando il pH del suolo è più basso del
pH corrispondente al PCZ , mentre a pH superiori al PCZ glianioni sono
poco ritenuti dagli ossidi ed i cationi sono trattenuti con elevata affinità.
5.0
7.0
7.0
La presenza nel suolo di colloidi con carica principalmente negativa
comporta che gli ioni di segno opposto presenti nella fase liquida
vengano attratti dalle fasi solide e si dispongano nella zona di
interfaccia solido-liquido. Le particelle del suolo a pH prossimi alla
neutralità hanno generalmente carica negativa e trattengono con
forza elevata molecole di acqua e cationi. L'interazione tra ioni in
soluzione e superfici comporta che la concentrazione degli ioni
rispetto alla superficie del colloide vari in dipendenza di due
parametri:
-la densità di carica della superficie (che dipende dal numero di
cariche presenti per unità di superficie del solido);
-la densità di carica dello ione idrato (che dipende dal potenziale
ionico, cioè dal rapporto tra la carica dello ione ed ilsuo raggio
ionico).
Tale carica di superficie causa la formazione di una struttura
denominata "doppio strato elettrico". Le cariche negative superficiali
dei minerali argillosi attraggono gli ioni positivi solvatati e
orientano le molecole costituenti illiquido. Ioni e molecole generano
The presence of negative surface layers on mineral and organic
components produce an orientation of dissolved ions in soil solution
-
- “positive” adsorption
SOM
- -
+ of cations
-
-
Clay
-
-
- “negative” adsorption
- (repulsion) of anions
Si distinguono quindi sulla superficie del solido:
a) uno strato carico negativamente;
b) uno strato adsorbito di ioni solvatati (strato di Stern);
c) uno strato diffuso di ioni e molecole orientate (strato di Gouy-
Chapman) più esterno.
1 mm
Il primo modello impiegato per spiegare il comportamento degli ioni
in soluzione in presenza di colloidi è quello del "doppio strato
elettrico“ (electric double layer). Esso prevede che gli ioni con carica
positiva in prossimità della superficie caricata negativamente di un
solido si dispongano parallelamente alla superficie (strato di
Helmholtz), ed il potenzia le di superficie diminuisca in maniera
lineare in funzione della distanza dalla superficie
A questo modello è seguito quello dello "strato diffuso" o di Gouy che
ipotizza l'esistenza di una zona di maggiore interazione tra superficie
del colloide e catione e tiene conto della normale tendenza degli ioni a
diffondere all'interno dello strato diffuso. In questo modello, il
potenziale di superficie diminuisce in modo esponenziale con
I'aumentare della distanza e gli ioni vengono considerati cariche
puntiformi e pertanto non si tiene conto del diverso ingombro sterico
dei cationi idratati
L'evoluzione di questo modello ha portato al modello del "doppio
strato diffuso" o modello di Stern che risulta formato da due strati:
il primo costituito dallo strato dei controioni "adsorbiti" sulla
superficie del solido (strato di Stern) ed il secondo dallo strato diffuso
della soluzione (strato di Gouy).
Nella zona di Stern, a contatto con la superficie del solido, il potenziale
elettrico della superficie decresce linearmente con l'aumentare della
distanza, mentre nello strato diffuso il potenziale ha valori più bassi e
si riduce in modo esponenziale, fino a coincidere con quello della
soluzione = 0). Quest'ultimo modello tiene in considerazione che gli
ioni possano interagire con le superfici dei collodi con diverso grado di
affinità in relazione al loro grado di idratazione.
In relazione all’intensità della carica superficiale le particelle creano un
campo elettrico responsabile della ridistribuzione degli ioni presenti in
soluzione. Questa distribuzione comporta un aumento della
concentrazione di controioni (ioni di carica opposta a quella del colloide)
in prossimità della superficie. In particolare,lo strato di liquido con gli
ioni che circondano la particelle sono formati da due zone: una interna
(strato stazionario o di Stern) con gli ioni fortemente legati alla particella
carica, ed una esterna (strato diffuso o di Gouy-Chapman), dove le
interazioni sono più deboli.
Le due zone,costituiscono un doppio strato elettrico intorno a ciascuna
particella. All'interno dello strato diffuso gli ioni sono in equilibrio
dinamico: quando la particella del colloide minerale si muove nel
liquido,gli ioni si muovono con essa e possono essere sostituiti dagli ioni
liberi presenti nel liquido in modo che le dimensioni del doppio strato,
determinate dal potenziale zeta, rimangano costanti. Il potenziale zeta
misura la carica di superficie (positiva o negativa) generata dalle
variazioni degli ioni all'interno del doppio strato diffuso e diventa 0 in
corrispondenza di un determinato valore di pH = PCZ
Lo spessore del doppio strato:
Lo spessore del doppio strato non è costante, ma varia in funzione sia
della concentrazione della fase liquida all'equilibrio, sia della carica del
catione considerato.
Al variare della concentrazione della fase liquida all’ equilibrio, infatti,
varia anche la differenza di pressione osmotica in atto fra la stessa fase
liquida e la soluzione interna al doppio strato. Se pertanto la fase
liquida esterna si diluisce, aumenta sia la tendenza dell'acqua a passare
dall'esterno all'interno -in modo del tutto analogo a quello che si
verifica in un sistema costituito da due celle separate fra loro da una
membrana semipermeabile - sia la tendenza di cationi scambiabili a
diffondere dall'interno verso l 'esterno.
Analogamente, se la fase liquida esterna si concentra, diminuisce sia la
tendenza dell'acqua a passare dall'esterno all'interno, sia la tendenza
dei cationi scambiabili a diffondere dall'interno verso l'esterno.
Nel primo caso, pertanto, si avrà una dilatazione del doppio strato; nel
secondo caso, invece, si avrà una contrazione del doppio strato.
Se, d'altro canto, rimanendo costanti sia la concentrazione della fase
liquida, sia la carica dello scambiatore, varia la carica della specie
cationica presente; varierà anche l'intensità delle forze coulombiane in
atto fra scambiatore e cationi scambiabili.
Conseguentemente il doppio strato andrà incontro ad una contrazione o
ad una dilatazione a seconda che la specie cationica presente venga
sostituita da un'altra specie avente carica, rispettivamente, più elevata o
più bassa .
Ca , K flocculating ions
aggregation dispersion
+
- -
- + - +
- -
- - ++ - -
- - - - - -
+ - -
- - +
- - - + -
++ - -
- - - -
- + - - - - -
+
- -
- -
++ - -
attraction repulsion
K, Ca, Mg Na
promote particle flocculation promote particle dispersion
Capacità di scambio cationico (CSC)
L'effetto principale del processo di adsorbimento è di evitare che i
cationi, in particolare quelli di sali molto solubili,siano poco trattenuti
dal suolo e resi scarsamente disponibili alle piante perché persi
attraverso i processi naturali di lisciviazione. Lo scambio dei cationi sui
colloidi del suolo è un fenomeno di grande rilevanza. I cationi
scambiabili condizionano in modo diretto la struttura, la porosità, il
contenuto di acqua e di aria, l'attività biologica ed in generale
influiscono sulla genesi e lo sviluppo del suolo
Con il nome di «cationi scambiabili» vengono comunemente indicati
tutti quei cationi che possono essere sostituiti sottoponendo un
campione di terreno, per tempi piuttosto brevi e comunque dell'ordine
di qualche ora, all'azione di una soluzione salina.
Non fanno parte dei cationi scambiabili, pertanto, i cationi provenienti
dalla dissoluzione di sali presenti nel terreno in forma solubile (nitrati,
cloruri , solfati, carbonati).
La percentuale dei cationi adsorbiti (Na +, K+, H3O+, Mg2+, Ca2+,
Al3+, Fe2+ , Fe3+, NH4+) sul complesso di scambio è molto variabile
e dipende in modo particolare dalla loro concentrazione in
soluzione e dalla capacità delle superfici colloidali di selezionarne
preferibilmente alcuni.
Na Na Na Na Ca Ca
Clay +4CaCl2 Clay +8NaCl
Ca Ca
Na Na Na Na
Neutral hydrolysis
no pH change
H Al 4 NH4 NH4 NH
4 NH NH NH
Al K Mg Ca N 4 4 4
Al
+ 3+
Na++ Na
+ Ca+ 2Ca
+ 2+
+ 2K +
2+ +
5NH
2K+4+++Mg Mg ++HH
2+2+ ++
La differenza fra contenuto totale in cationi del terreno e somma dei
cationi scambiabili e dei cationi provenienti da sali solubili identifica i
cosiddetti «cationi non scambiabili». Appartengono a questa categoria i
cationi presenti fra strato e strato dei fillosilicati non dilatabili (fissati) ed
i cationi facenti parte di un reticolo cristallino.
L'utilizzazione da parte delle piante dei cationi scambiabili e dei cationi
non scambiabili richiede consumi energetici che sono bassi nel primo
caso e molto più elevati nel secondo.
La somma dei cationi scambiabili presenti sulle superfici di uno
scambiatore, espressa in m.e./100 g di materiale, identifica la cosiddetta
«capacità di scambio cationico» (C.S.C.) dello scambiatore.
Il valore della C.S.C. di uno scambiatore è naturalmente funzione diretta
della carica netta, la quale a sua volta -come si ricorderà -è pari alla
somma algebrica della carica permanente e della carica variabile. Poiché
quest'ultima dipende anche dal pH del sistema, si deduce facilmente che
la C.S.C. può assumere valori differenti in corrispondenza dei diversi
valori di pH. Ciò significa che la determinazione sperimentale della
C.S.C. va sempre effettuata a pH noto e tamponato.
Example of cation exchange reaction
K+
Clay
K+
Diffuse
layer Stern layer
Diffuse
layer Diffuse layer
espandibile
CEC
2:1 clays
1:1 clays (isomorphic substitution
(no isomorphic in tetrahedral or
substitution) octahedral sheet)
Alfisols,
Vertisols, ULTISOLS OXISOLS
Kaolinite +Fe Al ox.
Mixed
Smectite
http://www.fao.org/soils-portal/soil-survey/soil-properties/chemical-properties/en/)
Adsorbimento Anionico
L'adsorbimento anionico, così come quello cationico, è riportabile alla
presenza di una carica elettrica sulle superfici del suolo.
La carica positiva può originarsi principalmente sugli idrossidi di
alluminio e ferro e, a pH inferiori a 7,0, sulle superfici laterali, o «di
bordo», dei fillosilicati. Il fenomeno, per quanto non sia
quantitativamente confrontabile con lo scambio cationico, riveste un
grande interesse teorico e applicativo in considerazione dell'importanza
per la produzione agraria di alcuni macronutrienti, micronutrienti e
fitofarmaci che si ritrovano nei suoli sotto forma anionica . A seconda
delle specie interagenti, l'adsorbimento anionico può avvenire con due
meccanismi diversi: uno di tipo fisico, che dà luogo ad interazioni non
specifiche di natura elettrostatica. Alcuni anioni con bassa densità di
carica e poco idratati tendono a disporsi nello strato diffuso di Gouy e
sono adsorbiti con energia relativamente bassa. Tale adsorbimento è
definito "non specifico" e gli anioni (Cl-, NO3-, HCO3-, SO42-, ecc.) sono
trattenuti con forza minore a seguito della scarsa attrazione
elettrostatica esercitata dalle cariche positive dei colloidi del suolo.
Un altro meccanismo, più complesso, di tipo chimico prevede lo
spostamento di gruppi atomici delle sfere di coordinazione dello ione
metallico superficiale e la loro sostituzione con l'anione (meccanismo di
scambio di legante). In quest'ultimo caso si parla di chemio-
adsorbimento: la reazione è di tipo specifico e la specie anionica viene
incorporata stabilmente alla superficie mediante la formazione di un
legame che ha in parte carattere covalente. L'adsorbimento specifico è
«attivato» dalla presenza di una carica positiva ma può avvenire anche su
siti privi di carica o carichi negativamente.
Nelle condizioni più favorevoli, l'anione è attratto alla superficie e, una
volta in contatto, possono o meno attivarsi meccanismi di chemio-
adsorbimento a seconda delle caratteristiche chimiche dell'anione. Gli
anioni H2PO4- , HPO42- vengono adsorbiti con elevata affinità, tendono
a disporsi nello strato di Stern e sono trattenuti dai colloidi del suolo
con forza elevata. L'adsorbimento del fosfato comporta lo spostamento di
un ossidrile o di una molecola di acqua coordinata con lo ione metallico
ed è definito "adsorbimento specifico" o reazione di scambio di ligandi;
tale reazione è indipendente dalla carica della superficie del colloide
Adsorbimento “negativo” (Repulsione)
Nella maggior parte dei suoli la carica negativa prevale nettamente su
quella positiva e condiziona in misura più o meno marcata il
comportamento degli anioni con un effetto repulsivo degli scambiatori
sulle specie anioniche. Il fenomeno, noto sotto il nome di
adsorbimento negativo, interessa in particolare gli ioni Cl-, NO3-, SO42-
ed è associato alla concentrazione dell'elettrolita nella fase liquida, alla
valenza dell'anione, al potenziale superficiale e quindi alla carica
dello scambiatore. All‘ aumentare della concentrazione dell'elettrolita
la repulsione anionica aumenta; ciò malgrado il fatto che il doppio
strato diffuso non accessibile agli anioni, chiamato anche volume di
esclusione, tenda a diminuire. Lo stesso effetto viene determinato dall‘
aumento della valenza dell'anione e della carica negativa dello
scambiatore. Pertanto, tutti quei fattori che in un modo o nell'altro
modificano la carica superficiale influenzano l'adsorbimento negativo.
Tra questi si possono ricordare in particolare il pH, la natura della
frazione colloidale, la natura dei cationi scambiabili e l'adsorbimento
specifico di anioni.
In ambiente acido la carica negativa dei suoli tende a diminuire in
modo più o meno marcato in relazione al contributo alla carica positiva
dei siti a carica variabile. Ne consegue che i fenomeni di repulsione
anionica risultano gradualmente meno attivi al diminuire del pH.
La reazione che lega natura dei colloidi del suolo e repulsione anionica
è da valutare in considerazione della più o meno elevata carica negativa
degli scambiatori argillosi. Per esempio, nei suoli ad argille di tipo
espandibile , il fenomeno è particolarmente attivo.
Anche l'adsorbimento specifico di anioni porta ad una intensificazione
dell'adsorbimento negativo: ciò si spiega tenendo conto che, in seguito
all'interazione specifica, il potenziale elettrico positivo superficiale
diminuisce con conseguente aumento della carica netta negativa.
L'importanza dei fenomeni di repulsione anionica non è solo teorica,
dato che essi condizionano i processi di trasporto di specie chimiche di
grande interesse per la nutrizione delle piante, come per esempio i
nit rati.
Anionic adsorption
The anions in soil solution undergo mainly to “negative”
adsorption i.e. they are pushed away from the negative charge of
soil colloids (clay, humic substances)
- “positive” adsorption
- +
SOM
of cations
--
-
“negative” adsorption
- (repulsion) of anions
-
Clay
-
-
- The NO2- NO3-, Cl- SO42- partition mainly in soil solution
and can be easily leached away from soil, with water
(rain, irrigation). What about P?
Adsorbimento anionico positivo non specifico
La presenza di una carica positiva sulle superfici laterali dei minerali
argillosi e in quelle degli ossidi consente di adsorbire ioni di carica
opposta. Se l'interazione è solo di natura elettrostatica, l'anione viene
considerato adsorbito non specificamente, il processo può essere così
schematizzato:
+1 0 -1
OH- OH-
H+ H+
Il metallo è coordinato ottaedricamente; quattro posizioni di
coordinazione sono condivise con altri ioni metallici del reticolo, le
altre due sono coordinate singolarmente e pertanto risultano
particolarmente reattive. Se un anione generico A- si avvicina ad un
sito superficiale protonato può verificarsi adsorbimento specifico
secondo la seguente reazione
OH-
pH
L'adsorbimento nei siti a carica negativa è stata spiegata anche con un
meccanismo diverso:
-1 -1
specific adsorption
+1 0
M OH2 1/2+
M X1/2-
O + X- O + H2O
M OH21/2+ M OH21/2+
OH2 OH2
+2 0
0 -1
A pH neutro o leggermente acido (pH=6,0) gli anioni fosfato sono
presenti nella fase liquida, prevalentemente nella forma fosfato bi-acido
H2PO4-. La molecola fosfato in soluzione ha quindi un ossidrile dissociato
ed una struttura tetraedrica con i vertici formati da due ossidrili e da due
atomi ossigeno. Le molecole fosfato, con una carica negativa, vengono
attratte dalle particelle di ossido di Fe con parziale carica positiva e, in
prossimità della superficie, interagiscono determinando lo scambio di
ossidrili di superficie coordinati con i cationi Fe. L'adsorbimento
comporta il rilascio degli idrossidi in soluzione e permette la formazione
di legami di coordinazione direttamente tra cationi ferro e anione fosfato
in modo irreversibile. La reazione di adsorbimento specifico può avvenire
con diverse modalità di interazione tra la superficie adsorbente e anione
fosfato adsorbito favorendo la formazione di diversi legami:
mononucleare; l'anione fosfato forma un legame di coordinazione con un
ossigeno condiviso con il Fe; binucleare; l'anione fosfato condivide due
ossigeni coordinati con due cationi Fe contigui; bidentato; il fosfato è
adsorbito con sostituzione di due ossidrili di coordinazione di un solo
catione Fe
Le reazioni di adsorbimento specifico,in forma mononucleare,
dell'anione fosfato su ossidi possono avvenire con qualsiasi ossidrile di
superficie (coordinato con cationi Fe o Al) e di conseguenza sono
quasi istantanee. L'adsorbimento mediante legami coordinati bidentati
o binucleari richiede un tempo maggiore di formazione perché dipende
anche dalla posizione superficiale degli ossidrili coordinati con il
catione e dalla disposizione degli anioni fosfato. L'adsorbimento
specifico con sostituzione di due ossidrili è irreversibile e avviene
quando le molecole fosfato condividono due vertici del tetraedro,
occupati dai due ossigeni, direttamente con il catione ferro. Il legame
bidentato è il più stabile perché comporta la formazione di un doppio
legame di coordinazione tra anione fosfato e il catione ferro.
Per gli idrossidi di alluminio, ed in particolare per la gibbsite, è stato
ipotizzato che, oltre alla struttura binucleare, che sembra essere quella
favorita a bassi livelli di adsorbimento, possano formarsi altri due tipi
di complessi, quali:
With Al and Fe hydroxide the P anions may undergo specific
reaction thus becoming retained and subsequently fixed on
mineral surface
Mono-dentate O Bi-dentate
Proposed reaction of phosphate anions with O O
Fe-hydroxide (goethite)
=
O P OH
=
Al P
Al
OH O OH
OH
OH Bi-nuclear
OH Al
Al O O
O
=
=
O P OH O P
O O
OH OH OH
Al AL
OH OH
Le indagini sulla cinetica dell'adsorbimento dei fosfati hanno messo in
evidenza che il processo è determinato da reazioni a differente velocità.
Se si determinano in tempi differenti i fosfati in una soluzione in
contatto con un suolo, si osserva che la loro concentrazione diminuisce
rapidamente nelle prime ore di reazione (reazione veloce) e lentamente
nel periodo di tempo successivo (reazione lenta).
La reazione veloce è identificata con il processo di adsorbimento
specifico; la reazione lenta, trascurabile inizialmente, acquista
importanza col passare del tempo ed è responsabile di processi diversi:
l)trasformazione dei fosfati fisicamente adsorbiti in fosfati
chimicamente adsorbiti
2) incorporazione dei fosfati nelle strutture minerali
3) precipitazione dei fosfati come fase separata
La precipitazione di fosfati è di difficile dimostrazione a causa della
natura generalmen te amorfa dei precipitati; la reazione può procedere
più velocemente in opportune condizioni di concentrazione come
avviene nell'intorno dei granuli di fertilizzante in cui possono
riscontrarsi valori di concentrazione particolarmente elevati.
Col procedere del tempo di reazione diminuisce la frazione di fosfati
adsorbiti che possono rientrare in soluzione mediante scambio di
legante con altri anioni specificamente adsorbiti (molibdati,
arseniati, bicarbonati, fluoruri).
Tale diminuzione -osservata anche in esperienze di deadsorbimento -
risulta particolarmente intensa ad alte temperature.
In termini pratici, ciò significa che le trasformazioni lente tendono a
ridurre nel suolo il livello di fosforo disponibile per le piante.
Le reazioni di precipitazione sono, qualitativamente e
quantitativamente, dipendenti dal grado di reazione del suolo.
A bassi valori di pH i fosfati danno origine a composti di ferro e di
alluminio scarsamente solubili; ad elevati valori di pH si formano i
fosfati di calcio, mentre intorno alla neutralità le reazioni di
precipitazione risultano meno intense
Le curve di adsorbimento degli idrossidi di alluminio , a differenza
di quelle degli idrossidi di ferro, che tendono a raggiungere dei
valori massimi di adsorbimento, mostrano che i fosfati adsorbiti
aumentano continuamente all'aumentare della concentrazione di
fosfati nella fase liquida. La sostanza adsorbita, cioè, può risultare
in eccesso rispetto alla capacità adsorbente calcolata dai gruppi
superficiali coordinati singolarmente. Ciò è stato interpretato in
relazione alla possibilità che anche gruppi OH superficiali condivisi
da due atomi di alluminio (doppiamente coordinati), possano
risultare attivi quando la concentrazione del fosfato supera una
certa soglia. Un 'altra ipotesi è quella che suggerisce la formazione
di una fase separata di alluminio, come dimostrerebbero esperienze
di adsorbimento condotte a lungo termine, nelle quali i fosfati
sottratti alla fase liquida possono risultare diverse volte più elevati
di quelli determinati dopo qualche giorno
Quantità di fosforo per quantità unitaria di adsorbente (X) in funzione
della concentrazione della soluzione (C) dopo vari periodi di tempo .
A: 1giorno; B: 1 settimana; C: 2 settimane; D: 1 mese.
Nelle argille l'adsorbimento dei fosfati è influenzato, oltre che dal pH,
anche dai cationi di scambio e dalla forza ionica della fase liquida.
I cationi a più elevata valenza e a minore energia di idratazione, così
come una maggiore forza ionica della soluzione, favorirebbero
l'adsorbimento fosfatico in relazione all'effetto che essi determinano sul
potenziale di Stern e sullo spessore dello strato diffuso.
Oltre agli idrossidi e ai minerali argillosi, anche il carbonato di calcio e
la sostanza organica possono interagire. Nel carbonato di calcio gli ioni
Ca2+ superficiali possono presentare posizioni di coordinazione
vacanti, che possono essere occupate da ioni OH-, da molecole di acqua
o da ioni bicarbonato. Questi gruppi funzionali possono essere sostituiti
da ioni fosfato, dando luogo ad adsorbimento chimico. Con alte
concentrazioni può seguire la formazione di una fase separata di
fosfato di calcio, attraverso un meccanismo di cristallizzazione a partire
dai nuclei rappresentati dai siti occupati dai fosfati adsorbiti. Le
calciti poco cristalline e le forme di carbonato di calcio ad elevata
superficie specifica sono particolarmente attive adsorbendo maggiori
quantità di fosfati formando fosfato di calcio in tempi più brevi.
Il ruolo che la frazione organica sembra svolgere è quello di
ostacolare la ritenzione dei fosfati nel suolo. Anioni organici a basso
peso molecolare come citrato, tartrato, ossalato, ecc. e ad elevato peso
molecolare (composti umici e fulvici) possono inattivare le superfici
nei confronti dell'adsorbimento fosfatico ed avere così una forte
influenza ai fini della disponibilità del fosfato per la pianta.
Nel suolo sono presenti quantità, a volte rilevanti , di fosforo
organico; sotto questa dizione sono compresi tutti quei composti
organici , quali acidi nucleidi, fosfolipidi, fitati, ecc. che contengono
fosforo, generalmente sotto forma di gruppo fosforico, nella loro
struttura.
Si ritiene che anche tali specie possono interagire con le frazioni
minerali o siano interessate a reazioni di precipitazione. Infatti questi
composti, di per se stessi solubili in acqua, tendono ad assumere nel
suolo forma che risulterà scarsamente estraibile in acqua.
Phosphate anions in soil solution
H3PO4 H2PO4- + H3O+ (pKa 2.14)
H2PO4- HPO42- + H3O+ (pKa 6.86)