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I MATERIALI DELLA TERRA SOLIDA

I MINERALI:
Sono i costituenti base della terra solida.
La scienza che studia i minerali è la MINERALOGIA.
DEFINIZIONE DI MINERALE: è una sostanza inorganica, solida, con una determinata composizione
chimica e una struttura interna geometricamente ordinata fatta di atomi, ioni o molecole, chiamata
reticolo cristallino. il minerale a sua volta forma i cristalli: porzioni di un infinito reticolo cristallino. (
l’ambra non è un minerale ma una resina fossile). il reticolo cristallino è formato da particelle disposte
in modo diverso a formare aspetti diversi delle facce dello stesso minerale > anisotrope : proprietà
per cui un determinato materiale ha caratteristiche che dipendono dalla direzione lungo la quale
vengono considerate.

Il reticolo cristallino è formato da una cella elementare ripetuta e traslata più volte nello spazio. il
fenomeno della cristallizzazione avviene quando le particelle assumono una posizione ordinata allo
stato solido partendo da una mescolanza casuale in fase liquida. essa avviene attorno ad un piccolo
nucleo di cristallizzazione fatto di materia estranea

CARATTERISTICHE DEI MINERALI:


cristalli grandi= macroscopici
cristalli lavorati= gemme
forma= irregolare, abito cristallino (forma geometrica)
colore e lucentezza= può presentarsi in modo omogeneo ma con facce di colore
diverso.
superficie di rottura= superfici concoidi o sfaldatura
durezza= resistenza alla scalfittura. scala di mohs>
talco-gesso-calcite-fluorite-apatite-ortoclasio-quarzo-topazio-corindone-diamante
amorfe= semi minerali ( opale e ossidiana )

ORIGINE DEI MINERALI:


processo magmatico
processo metamorfico
processo sedimentario ( precipitazione ed evaporazione)

CLASSIFICAZIONE DEI MINERALI:


la crosta terrestre è caratterizzata da: 1 non metallo, l’ossigeno. 1 semi-metallo, il silicio. 6 metalli,
alluminio ferro magnesio calcio potassio sodio.
essi si legano attraverso legami ionici e covalenti.
I minerali composti= ossidi idrossidi e sali
I minerali elementari=
elementi nativi: costituiti da un solo elemento, e possono essere metalli semimetalli o
non metalli. es. oro
silicati: un atomo di silicio + 4 atomi di ossigeno con 4 legami covalenti ( tetraedro) es.
quarzo
1. nesosilicati
2. inosilicati
3. fillosilicati
4. tettosilicati
carbonati: costituiti da acido carbonico. es. calcite
solfuri e solfati: composti da zolfo. es. gesso
alogenuri: composti da cloro e fluoro. es. salgemma
ossidi: ossigeno + altro elemento. es. ematite

LE ROCCE:
La roccia è una sostanza naturale costituita da un aggregato compatto di minerali o da sostanze non
cristalline, come il vetro.
il geologo raggiunge l’affioramento e studia le caratteristiche delle rocce con maggior dettaglio
(stratificazione, tessitura, granulometria, colore) successivamente preleva dei campioni con il
martello. le rocce sono eterogenee, al loro interno i minerali si aggregano in modo compatto e
tridimensionale uniti da interazioni atomiche o dal cemento.
Sono cristalline o afanitiche

CLASSIFICAZIONE:
ignee= consiste nella solidificazione del magma per raffreddamento, la composizione
in silice può dare origine a rocce acide, intermedie, basiche o ultrabasiche. la tessitura
invece divide le rocce in vetrose se non sono composte da cristalli, intrusive se hanno
piccoli cristalli o effusive se composte da grandi cristalli ed infine porfiriche se hanno
fenocristalli.
sedimentarie= derivano da compattamento e cementazione di sedimenti.
1. clastiche:derivano dalla degradazione di altre rocce come la sabbia che forma le
arenarie. possono essere anche ruditi o peliti.
2. chimiche: derivano dalla precipitazione di minerali come il cloruro di sodio che forma il
salgemma. si dividono in evaporiti, calcaree, dolomitiche.
3. biochimiche: derivano dall’attività degli organismi viventi come il gusci calcarei che
formano i calcari organogeni. lo sono anche le barriere coralline
metamorfiche= derivano dalla ricristallizzazione di rocce preesistenti dovuta a
1. metamorfismo di contatto a causa della vicinanza di magmi che provoca aumento di
temperatura come per il marmo
2. metamorfismo regionale a causa dei movimenti della crosta che provocano aumento
della temperatura e della pressione come per gli scisti
le rocce metamorfiche di origini continentali si classificano in
1. filladi
2. micaclasti
3. gneiss
4. magmatiti
rocce metamorfiche di origine oceanica:
1. serpentiniti
2. scisti verdi e blu

IL CICLO DELLE ROCCE:

1. FUSIONE CHE PRODUCE MAGMA


2. MAGMA RISALE SI RAFFREDDA E SI SOLIDIFICA FORMANDO LE IGNEE
INTRUSIVE ED EFFUSIVE
3. IN SUPERFICIE LA DEGRADAZIONE PORTA ALLA FORMAZIONE DI PROCESSI
SEDIMENTARI CHE VENGONO TRASPORTATI ACCUMULATI E COMPATTATI=
ROCCE SEDIMENTARIE
4. I MOVIMENTI DELLE CROSTA PORTANO I SEDIMENTI IN PROFONDITÀ DOVE LA
PRESSIONE E LA TEMPERATURA FORMANO ROCCE METAMORFICHE

STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA


Grazie agli studi sui terremoti e l’osservazione delle onde sismiche si sono ricavate
informazioni sulla terra: le onde P penetrano longitudinalmente in qualsiasi mezzo, le onde S
trasversali non attraversano i mezzi fluidi . grazie a ciò si è scoperta la presenza di involucri
concentrici discontinui:
discontinuità di Mohorovicic che separa la crosta dal mantello
discontinuità di gutemberg che separa il mantello dal nucleo
la discontinuità di Lehmann che separa il nucleo esterno dal nucleo interno

CROSTA:
Strato più superficiale della terra, è solida e sottile e si divide in
1. crosta continentale ( leggere), rocce granitiche o sialiche
2. crosta oceanica ( pesanti), rocce femiche.
le rocce della crosta sono in equilibrio con le rocce del mantello grazie all’isostasia ( principio
gravitazionale: tanto più è pesante tanto più affonda nel mantello, quindi la crosta oceanica è meno
spessa)

IL MANTELLO:
spesso 3 km e composto da rocce ricche di minerali ultrafemiche diviso in 3 strati
1. mantello superiore: litosfera e astenosfera
2. zona di transizione: cambiamenti di fase
3. mantello inferiore: rocce solide e compatte
NUCLEO:
Composto da ferro e nichel diviso in
1. nucleo esterno: fluido
2. nucleo interno solido

TEMPERATURA INTERNA E FLUSSO DI DI CALORE:


si parla di gradiente geotermico quando si parla dell’aumento della temperatura con la profondità . il
processo di raffreddamento ha causa in due processi:
1. perdita di calore dal nucleo
2. perdita di calore per il decadimento radioattivo degli atomi che rilasciano energia.

l’energia termica dispersa è il FLUSSO DI CALORE che viene emesso all’esterno in due modi:
1. conduzione nella litosfera
2. convezione nel mantello e nel nucleo esterno

I VULCANI

MAGMA: il magma si origina nel mantello grazie alla giusta combinazione di elevate temperature e
pressione che permette la fusione delle rocce. per questo motivo la fusione dipende dalla
temperatura di fusione dei diversi materiali = fusione parziale. dopo di essa avviene la
DECOMPRESSIONE, ovvero la risalita del magma, un meccanismo a catena che si autosostiene.
grazie alla spinta di archimede il magma sale e va incontro a pressioni minori che fa fondere altre
rocce e rende il magma più fluido che continua a salire. il processo termina quando il magma è in
equilibrio con le rocce circostanti. il magma è costituito da SILICE e da COMPONENTI VOLATILI.

I VULCANI: I vulcani sono rilievi di diversa forma e struttura che derivano dalla fuoriuscita di magma
dalle spaccature della crosta. sono composti da:
1. camera magmatica: cristallizzazione frazionata
2. camino vulcanico
3. cratere

classificazione:
1. attività effusiva: magmi fluidi e basici con pochi gas originano colate di lava. si
formano così i vulcani a scudo
2. attività esplosiva: magmi viscosi e acidi con gas disciolti escono con una grande
pressione formando prodotti piroclastici e nubi ardenti. formano vulcani a cono e
stratovulcani
3. attività effusiva ed esplosiva alternata: miste.

tipi di eruzioni:
1. eruzione di tipo hawaiiano: effusive centrali che formano vulcani a scudo
2. eruzioni di tipo islandese: effusive fessurali dall’astenosfera che formano piattaforme
basaltiche
3. eruzioni di tipo stromboliano: effusive poco esplosive ma colate di magma viscoso e
lento, vulcano alto e ripido
4. eruzioni di tipo vulcaniano: esplosivo con rottura a tappi a causa delle elevate
pressioni dei gas, origina lo stratovulcano
5. eruzioni di tipo pliniano: elevata esplosività con nubi ardenti
6. eruzioni di tipo peleeano: altamente esplosive e duomi lavici
7. eruzioni freato magmatiche: massima esplosione a causa dell’ingresso dell’acqua
nella camera magmatica e conseguente aumento di pressione

i paesaggi creati dalle attività esplosive sono:


le caldere: crollo del vulcano nella camera magmatica
diatremi: magma risalito e solidificato nel camino

i fenomeni secondari:
emissione di gas velenosi
attività idrotermale ( emissione di acqua calda ricca di sali minerali, e getti di vapore
chiamati geyser, fumarole e soffioni)
colate di ceneri mescolate ad acqua piovana ( lahar)
terremoti e frane oltre che allagamenti e incendi

la distribuzione dei vulcani:


dorsali oceaniche
rift continentali
margini dei continenti
punti caldi

il rischio vulcanico è la probabilità che avvenga il fenomeno moltiplicato per i danni che esso
provocherebbe che dipendono dalla pericolosità e dalla vulnerabilità delle strutture. per stabilire le
classi di rischio si prende in considerazione l’indice di esplosività vulcanica
I VULCANI ITALIANI:
vesuvio: cratere posto nella caldera. ha attività esplosiva
campi flegrei: vecchia caldera ormai spianata. attività esplosiva estrema
monte etna: più grande attivo in europa. stratovulcano. attività effusiva con moderate
esplosioni
isola ferdinandea: uno dei coni di un vasto apparato vulcanico sottomarino nel canale
di sicilia

I TERREMOTI
I terremoti sono violenti scuotimenti della crosta terrestre. lo sforzo genera diverse deformazioni a
seconda della temperatura e della pressione:
1. temp. e press. > : le rocce duttili subiscono una deformazione plastica permanente
2. temp. e press <: rocce fragili subiscono una deformazione elastica fino al punto di
rottura, poi si rompono. generano le faglie e piano di faglie in cui avviene lo
spostamento dei blocchi rocciosi
faglia inversa ( piano inclinato sforzo compressivo: movimento verso l’alto )
diretta o normale ( inclinato e sforzo distensivo: movimento verso il basso)
trascorrente ( verticale sforzi a taglio: movimento orizzontale)
il movimento delle faglie genera il terremoto secondo la teoria del rimbalzo elastico, il terremoto
rappresenta l’istantanea liberazione dell’energia accumulata con la deformazione. dall’ipocentro del
terremoto l’energia si libera sotto forma di onde sismiche che si propagano o all’interno: onde di
volume. o in superficie ( onde superficiali) il punto in superficie è l’epicentro.

le onde sismiche:
1. onde longitudinali o onde P ( onde di compressione) : sono le più veloci
2. onde trasversali o onde S( onde di taglio): più lente
3. onde superficiali ( onde di Love) : lente

la misura dei terremoti :


si usa il sismografo che rivela la velocità l’ampiezza il periodo e la frequenza dell’onda. grazie allo
studio sulla velocità si conosce la distanza dall’epicentro. ma per conoscerne la precisa posizione si
usa il metodo della triangolazione. per misurare la potenza si usano 3 scale:
1. scala mercalli : scala qualitativa. previsione e prevenzione del rischio con lo studio
dell’intensità
2. scala richter: scala quantitativa che usa la magnitudo: esprime l’energia liberata dal
terremoto
3. scala di magnitudo del movimento sismico: si basa sulla misura del momento sismico.

effetti:
si dividono in diretti e indiretti. i primi sono visibili nello spostamento degli edifici e del terreno i
secondi sono:
1. maremoti: onda anomala
2. liquefazione del suolo
3. frane
4. incendi allagamenti e fuoriuscite di gas

la distribuzione dei terremoti:


dorsali o fosse oceaniche : cintura di fuoco del pacifico, superficie di fuoco di Benioff
catene montuose recenti
faglie continentali trascorrenti: faglia di san andreas
crosta continentale in distensione: rift valley africana

LA TETTONICA DELLE PLACCHE


è la teoria che spiega l’origine e il movimento delle placche litosferiche. le placche possono essere
solo di litosfera oceanica, solo di litosfera continentale oppure porzioni di entrambe. il loro movimento
è dovuto ai moti convettivi del mantello sottostante.
la teoria di Wegener della deriva dei continenti si basa su alcune osservazioni:
analisi di carte geografiche e corrispondenza tra i margini dei continenti
corrispondenza tra particolari tipi di rocce molto antiche in regioni oggi separate
scoperta di paleoclima
scoperte di paleomagnetismo
osservazioni paleontologiche di fossili della stessa specie in zone non adatte

l’origine delle placche e l’espansione degli oceani.


l’espansione degli oceani: fuoriuscita di magma dalle dorsali oceaniche dal mantello
che raffreddandosi produce nuova crosta oceanica ai lati della dorsale allontanando
progressivamente i continenti
la subduzione: sprofondamento della litosfera oceanica oceanica nel mantello
i moti convettivi: motore alla base dei movimenti.

caratteristiche morfologiche del fondo marino:


dorsali: lunghissime spaccature lineari i cui margini inarcati formano catene montuose
al centro dei fondali
piane abissali: ampie zone tettonicamente inattive. i fondi oceanici risultano piatti
fosse: zone in cui il fondo oceanico raggiunge profondità massime

caratteristiche chimiche e fisiche dei fondali:


rocce basaltiche: crosta oceanica ricca di ferro e magnesio con maggior densità
rispetto alla crosta continentale.
sedimenti oceanici: sempre in rinnovamento
flusso di calore: è massimo sotto la dorsale e diminuisce allontanandosi da essa dove
diventa densa e spessa

il magnetismo oceanico permisero di scoprire che i fondali si sono formati in tempi successivi
i vulcani sottomarini si trovano nei punti caldi alla base del mantello, qui si producono pennacchi (
magma che risale in superficie)

i limiti di placca: i movimenti creano deformazioni prodotte da uno sforzo di distensione= limiti
divergenti o di compressione= limiti convergenti o di taglio= limiti trascorrenti.
1. limiti divergenti : lungo le dorsali oceaniche per processo di rifting continentale di
litosfera oceanica. sotto la litosfera oceanica produce archi vulcanici insulari, sotto la
litosfera oceanica margine continentale produce archi vulcanici continentali, faglie
inverse e prima di accrescimento
2. orogenesi collisionale o limiti convergenti: tra due placche oceaniche producono falde
di accavallamento, presenza di ofioliti e intensa attività sismica
3. limiti trascorrenti: dovuti a sforzo taglio genera sui continenti faglie di san andreas,
lungo le dorsali le faglie trasformi.

i bacini sedimentari: sono depressioni della crosta occupate da sedimenti:


1. bacini di rift: sedi di laghi o mari
2. bacini di margine continentale passivo: sedimenti all’interno della placca
3. bacini orogenici lungo i limiti convergenti: accumulo di sedimenti continentali e
oceaniche
4. bacini orogenici di catene collisionali: avanfosse ( pianura padana)

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