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LE ROCCE E IL CICLO LITOGENICO

1. Studiare le rocce
Le rocce sono aggregati naturali di minerali: in genere
sono eterogenee, cioè costituite da più minerali, ma
esistono anche rocce omogenee, cioè formate da un
solo minerale (è il caso, per esempio, del calcare, che
non è altro che carbonato di calcio). Per identificare le
rocce eterogenee non si può ricorrere a una semplice
formula chimica (come avviene per i minerali) poiché
non presentano una composizione definita e regolare.
Il gran numero di minerali esistenti e il fatto che
possano aggregarsi in rapporti quantitativi differenti fanno sì che nella litosfera si trovi una
notevole varietà di rocce. Nonostante ciò, le rocce possono essere raggruppate e classificate,
analizzandone:
> la struttura;
> la composizione mineralogica;
> la composizione chimica.
Già nel XVIII e nel XIX secolo i geologi fecero semplici osservazioni superficiali delle
rocce, che fornirono informazioni utili. Innanzitutto, distinsero le rocce a grana grossa, con
cristalli facilmente visibili a occhio nudo, da quelle a grana fine, con cristalli minutissimi,
difficili da identificare anche con l'aiuto di una lente di ingrandimento. Notarono anche che
alcune apparivano più scure e dense, altre più chiare e leggere. Misero così in relazione
questi caratteri con la loro possibile composizione mineralogica.
Oggi lo studio delle rocce, oggetto della scienza chiamata petrografia, può essere condotto a
diversi livelli, con svariati tipi di analisi, tra loro complementari.
Un primo esame comporta l'analisi sul terreno di un affioramento roccioso, cioè una
porzione di crosta terrestre non ricoperta da suolo e coltri detritiche e quindi direttamente
osservabile sul terreno. Si osservano l'aspetto generale dell'affioramento, l'eventuale presenza
di strati e i rapporti tra di essi. Dall'affioramento si prelevano poi campioni di roccia, che
possono essere osservati con una lente di ingrandimento. Questo esame serve per ottenere
informazioni che riguardano sia la struttura sia la composizione mineralogica della roccia:
colore, forma, dimensione, orientamento e distribuzione dei minerali, ma anche presenza di
fossili. In base alle caratteristiche riscontrate sul terreno e all'analisi visiva di un campione è
già possibile suddividere le rocce in vari gruppi.
Per una classificazione più rigorosa, però, è necessario continuare lo studio in laboratorio,
che prevede l'analisi al microscopio. Con particolari tecniche si tagliano i campioni di roccia
in sezioni sottili, con spessore medio di 30-40 µm e trasparenti alla luce. Le sezioni vengono
poi analizzate al microscopio in luce polarizzata, dotato di filtri che lasciano passare solo le
onde luminose che oscillano su un determinato piano. La luce così polarizzata conferisce ai
minerali costituenti la roccia una colorazione particolare che ne permette il riconoscimento.
Per analisi più specialistiche si ricorre all'impiego di raggi X, microscopi elettronici o a
prove sperimentali, cercando di ricreare in laboratorio le condizioni naturali in cui una roccia
può essersi formata.
Composizione e struttura delle rocce che affiorano in superficie forniscono informazioni sui
processi che le hanno generate e sugli ambienti in cui si sono originate. Infatti, in una roccia,
ogni minerale si forma in determinate condizioni di temperatura e pressione.
2. I PROCESSI DI FORMAZIONE DELLE ROCCE
In base ai processi con cui hanno avuto origine e all'ambiente in
cui si sono formate, le rocce possono essere suddivise in tre
grandi gruppi:
› rocce magmatiche o ignee;
› rocce sedimentarie;
> rocce metamorfiche.
Nella crosta terrestre i tre gruppi di rocce si trovano in percentuali molto diverse: prevalgono
di gran lunga le rocce magmatiche (65%), seguite dalle rocce metamorfiche (27%) e infine
da quelle sedimentarie (8%). In superficie, però, le rocce più abbondanti sono quelle
sedimentarie, che costituiscono il 75% delle rocce affioranti.All'interno di ciascun gruppo, le
rocce vengono distinte tra loro in base a composizione chimica, struttura, proprietà dei
minerali e modalità con cui si sono formate.
I processi di formazione delle rocce e le trasformazioni cui vanno incontro nel corso del
tempo geologico sono la dimostrazione della perenne dinamicità del nostro pianeta. Essi
coinvolgono la crosta superficiale, la crosta profonda e la parte più superficiale del mantello.
> Il processo magmatico coinvolge la crosta e il mantello superiore. Nella crosta profonda e
nell'astenosfera le alte temperature favoriscono la fusione delle masse rocciose, fino a
formare il magma. Questo materiale fuso, per progressivo raffreddamento, solidifica
formando aggregati di minerali, che nel loro insieme costituiscono le rocce magmatiche. Le
rocce magmatiche possono essere:
 intrusive, se si sono formate per raffreddamento lento e graduale del magma in
profondità nella crosta terrestre;
 effusive, se si sono formate per raffreddamento rapido del magma in superficie, dopo
che è risalito e fuoriuscito sotto forma di lava durante un'eruzione vulcanica.
> Il processo sedimentario si svolge sulla superficie terrestre o a profondità molto modeste,
più frequentemente nei bacini marini e oceanici che sulle terre emerse. È quindi
caratterizzato da basse temperature e basse pressioni. Questo processo inizia con la
degradazione meteorica delle rocce che affiorano in superficie da parte degli agenti
atmosferici. I detriti prodotti vengono poi erosi e trasportati dagli agenti esogeni come corsi
d'acqua, ghiacciai e vento e infine depositati come sedimenti. Nel tempo i sedimenti si
accumulano e compattano, originando le rocce sedimentarie.
> Il processo metamorfico avviene nella crosta, a varie profondità, ma non in condizioni tali
da portare le rocce alla fusione, come nel processo magmatico. Si svolge quando rocce
preesistenti di qualsiasi tipo vengono a trovarsi in condizioni di temperatura o pressione
elevate e molto diverse da quelle che hanno portato alla loro formazione. In questo modo,
mantenendosi allo stato solido, si trasformano in rocce metamorfiche. Tali trasformazioni
costituiscono nel loro insieme il cosiddetto metamorfismo.
3. IL CICLO LITOGENETICO
I tre processi di formazione delle
rocce non sono chiusi e indipendenti,
ma si susseguono e intersecano
secondo un ciclo continuo definito
ciclo litogenetico.
Questo ciclo avviene a profondità
diverse, coinvolgendo il mantello, la
crosta profonda e la crosta
superficiale, e si collega ai cicli
dell'acqua e della vita. Si svolge in
tempi lunghissimi, per cui la durata
della vita umana non consente di
averne percezione, e agisce da quando si è originata la prima crosta solida della Terra.
Attraverso questo processo la Terra «ricicla» i materiali rocciosi, portando in profondità le
rocce che si trovano in superficie e in superficie quelle che si trovano in profondità. In tal
modo esse si trasformano continuamente passando da un tipo di roccia all'altro e la crosta si
rinnova.
Le rocce che si formano in profondità per azione del processo magmatico e di quello
metamorfico possono essere sollevate fino in superficie dai movimenti della crosta. Qui
subiscono il processo sedimentario accumulandosi come sedimenti, che si trasformano in
rocce sedimentarie. Queste possono essere spinte dai movimenti della crosta in profondità,
dove a causa dell'aumento di temperatura e pressione si trasformano in rocce metamorfiche.
Se le temperature crescono ancora le rocce metamorfiche fondono, originando nuovo magma
che cristallizzerà formando rocce magmatiche. Il ciclo può così ricominciare.
La successione dei fenomeni non è sempre regolare e non necessariamente segue un
«percorso» circolare. Per esempio, una roccia che ha subito il processo sedimentario può
essere direttamente erosa senza venire metamorfosata, oppure una roccia metamorfica può
essere portata in superficie e successivamente erosa senza subire fusione.
I processi che determinano la formazione delle rocce magmatiche e metamorfiche sono
alimentati dal calore proveniente dall'interno della Terra. All'origine delle rocce sedimentarie,
invece, vi sono processi esterni alimentati dall'energia solare.

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