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I MINERALI E LE ROCCE

I MINERALI
I minerali sono sostanze naturali allo stato solido, omogenee e di origine inorganica (si sono
formate senza l’intervento di esseri viventi). Hanno spesso struttura cristallina, composizione
chimica ben definita e particolari proprietà fisiche. La struttura dei cristalli dipende dalla
disposizione geometrica regolare nello spazio dei loro atomi, organizzati in un reticolo
cristallino, formato da tante unità uguali, le celle.

LA STRUTTURA CRISTALLINA DEI MINERALI

Il salgemma, ad esempio, la cui formula chimica è NaCl (cloruro di sodio), ha una cella
elementare a forma cubica formata da atomi di sodio e di cloro alternati. Il ripetersi nello
spazio, in maniera tridimensionale, di questa cella cubica crea il reticolo cristallino del
salgemma.
I cristalli hanno perciò la forma di solidi geometrici regolari, come cubo, ottaedro, prisma, o
anche di una combinazione di più solidi. La crescita di un cristallo è molto lenta, perciò la
maggior parte dei cristalli è piccola, visibile a volte solo con la lente o il microscopio. I cristalli
molto grossi sono abbastanza rari e molto pregiati. In natura i cristalli si possono trovare
isolati, ma spesso si trovano in aggregazioni, ovvero gruppi di cristalli, anche di diverse
dimensioni, cresciuti insieme. Le aggregazioni più frequenti sono quelle parallele, formate da
un certo numero cristalli vicini fra loro, cresciuti su una base formata da altri minerali,
chiamata matrice.

LE PROPRIETA’ FISICHE DEI MINERALI

•Densità: dipende dagli elementi che lo compongono e determina la maggiore o minore


pesantezza di un minerale.
•Durezza: è la capacità di un minerale di resistere alla scalfittura, cioè all’incisione, e dipende
dalla forza dei legami fra gli atomi che lo compongono. La durezza di un minerale si misura
secondo la scala di Mohs, che prende il nome dal geologo e mineralogista tedesco Friedrich
Mohs che la ideò nel 1812. Egli propose di classificare i minerali in una scala di 10 gradi in base
alla loro durezza, prendendo come riferimento dieci minerali, dal meno duro (il talco = 1) al
più duro (il diamante = 10).
•Sfaldatura: è la tendenza, mostrata da alcuni minerali, a rompersi secondo piani regolari e
parallele alle loro facce. Un esempio tipico è quella della grafite. Il motivo per cui viene
utilizzata per realizzare le mine delle matite è proprio legato al fatto che essa si sfalda
facilmente: i vari strati che si staccano dalla mina si depositano sulla carta man mano che
facciamo scorrere la punta della matita.

•Tenacità: indica la maggiore o minore resistenza alle sollecitazioni meccaniche (gli urti, ad
esempio) di un minerale. In genere i materiali duri sono anche fragili, cioè si rompono
facilmente in pezzi più piccoli; i materiali molli invece, sottoposti all’azione di una forza, si
deformano, quindi si rompono meno facilmente: si dicono tenaci.
•Lucentezza: è un’indicazione di come la luce viene riflessa dalla superficie di un minerale.
Alcuni minerali hanno lucentezza metallica (pirite, argento, oro), altri adamantina (tipica del
diamante), altri vitrea (quarzo), altri ancora perlacea (la mica).
LE ROCCE
I sassi e le pietre difficilmente sono costituiti da singoli materiali. Infatti, le rocce sono
costituite da minerali diversi mescolati fra loro. Le rocce si classificano in base ai processi di
formazione, che sono di tre tipi:
•processo magmatico (rocce magmatiche). Consiste nella solidificazione di una massa fusa,
detta magma, che si è formata all’interno della crosta terrestre. La solidificazione avviene a
seguito del raffreddamento rapido del magma, che si può verificare in superficie, in seguito a
un’eruzione, dando luogo alla formazione di rocce ignee effusive (per esempio il basalto e il
porfido); oppure può avvenire in profondità all’ interno della crosta terrestre attraverso un
raffreddamento, durato anche milioni di anni, dando luogo alle rocce ignee intrusive. La roccia
intrusiva più diffusa della crosta terrestre è il granito.

•processo sedimentario (rocce sedimentarie). Consiste nella disgregazione di rocce esposte


sulla superficie terrestre che subiscono l’azione di agenti fisici e modificazioni operate da
animali e vegetali. I frammenti rocciosi trasportati a distanza e depositati lentamente in strati
sovrapposti formano i sedimenti, dando luogo a rocce sedimentarie attraverso tre distinti
meccanismi:
1)il deposito di particelle e detriti trasportati da acqua, vento o ghiaccio formano le rocce
detritiche;
2)il deposito di gusci o scheletri danno luogo alla formazione di rocce organogene. I gusci e gli
scheletri calcarei hanno formato i calcari corallini e i calcari conchigliari. I processi chimici più
complessi, da scogliere coralline si sono formate le dolomie, carbonati di calcio e magnesio,
che costituiscono la catena montuosa delle Dolomiti. I gusci silicei dei protozoi hanno formato
deposito di secce, roccia molto dura e perciò sfruttata dagli uomini primitivi per fabbricare
attrezzi da taglio, punte di lance e di frecce. Le rocce organogene possono inoltre derivare da
depositi di sostanze organiche, vegetali o animali, la cui trasformazione nel corso di milioni
dianni hanno avuto origine i carboni fossili e il petrolio.
3)per evaporazione dell’acqua da laghi o mari che contengono alte concentrazioni di sale, si
sono formate le rocce di origine chimica. La maggior parte di queste rocce è composta da
calcare (carbonato di calcio) come il travertino, le stalattiti e le stalagmiti. Per l’evaporazione
di antichi bacini marini si sono formate il salgemma (cloruro di sodio o sale da cucina) e il
gesso (solfato di calcio).
•rocce metamorfiche. In particolari condizioni, le rocce magmatiche e le rocce sedimentarie
possono modificare la loro struttura, trasformandosi in altri tipi di rocce. Questo fenomeno si
chiama metamorfismo e le rocce che ne derivano sono chiamate rocce metamorfiche. Ad
esempio, dalla trasformazione delle rocce calcare si formano i marmi.

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