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MINERALI E ROCCE

I MINERALI E LA LORO STRUTTURA

ELEMENTI E COMPOSTI NATURALI

Un elemento chimico è una sostanza che non può essere separata in tipi più semplici di materia con normali processi
chimici.

Raramente gli elementi si trovano come elementi nativi, cioè non combinati con altri elementi.

In genere gli elementi sono combinati chimicamente in numero di due o più a formare composti, formati da più ioni o
più molecole.

Ogni composto ha una composizione chimica definita espressa da una specifica formula chimica.

I MINERALI

La crosta terrestre è formata da rocce che sono aggregati di uno o più minerali.

Un minerale è un corpo solido allo stato naturale che può essere un elemento nativo o un composto.

Una sostanza viene definita minerale quando:

֍ allo stato naturale si è formata attraverso un processo generalmente inorganico;


֍ la sua composizione può essere espressa attraverso formula chimica;
֍ la sostanza è un solido cristallino, cioè gli atomi, ioni e molecole che la costituiscono si dispongono secondo
una geometria ben definita e ordinata;
֍ è caratterizzata da specifiche proprietà fisiche (durezza, lucentezza…) che devono avere un valore costante e
finito.

La mineralogia è la disciplina che studia l’origine e la natura dei minerali.

LA STRUTTURA CRISTALLINA DEI MINERALI

Ogni minerale si presenta come un solido dotato di una particolare forma geometrica, detta abito cristallino, che è,
quindi, la forma in cui in cui si accrescono i singoli cristalli o gli aggregati di questi.

La particolare disposizione interna delle specie chimiche è detta struttura del reticolo cristallino.

La forma esterna di un minerale può essere assai variabile, ma la struttura del reticolo cristallino deve essere la stessa
per tutti gli esemplari di una data specie minerale.

La cella elementare è la più piccola unità tridimensionale che conserva sia la composizione chimica che la struttura
cristallina di quel particolare minerale; un cristallo è composto dalla ripetizione di miliardi di celle elementari.

In base al tipo di particelle da cui sono composti e all’intensità delle forze di attrazione esistenti fra queste,
i cristalli si possono classificare in:

֍ ionici, costituiti da cationi e anioni che si alternano nel reticolo. (es. NaCl – salgemma)
֍ covalenti, costituiti da atomi legati covalentemente fra loro a formare una rete che si estende in tutte le
direzioni del cristallo (es. SiO2 – quarzo, C – diamante)
֍ metallici, costituiti da cationi, che occupano le varie posizioni del reticolo, circondati da elettroni di valenza in
movimento e diffusi in tutto il solido (es. Au – oro, Cu – rame)
֍ molecolari, costituiti da atomi o da molecole neutre tenute insieme da forze deboli. (es. S8 – zolfo)

Se tra atomi si possono formare 3 tipi di legami (ionici, covalenti e metallici), tra le molecole, invece, possono
instaurarsi forze di attrazione più deboli come le forze di Van der Waals tra gli atomi di carbonio (grafite), o i legami a
idrogeno (ghiaccio).

FATTORI CHE INFLUENZANO LA STRUTTURA DEI CRISTALLI

In un solido cristallino devono essere rispettati 2 requisiti fondamentali:

1. le dimensioni delle specie chimiche che si combinano devono poter costituire un’impalcatura cristallina
stabile. Intorno a uno ione di piccole dimensioni (positivo) possono trovare posto solo 3 ioni di grandi
dimensioni (negativi). All’aumentare delle dimensioni dello ione positivo centrale, aumenta il numero degli
ioni negativi che possono disporsi intorno a esso.
2. le cariche negative e positive devono bilanciarsi esattamente, affinché la cella elementare sia elettricamente
neutra.

L’abito cristallino dei minerali deriva dalla ripetizione nello spazio delle celle elementari da cui è formato il reticolo.

FORMAZIONE E PROPRIETÀ DEI MINERALI

FORMAZIONE DEI MINERALI

I minerali si formano attraverso processi di cristallizzazione in cui le particelle costituenti si organizzano in un reticolo
tridimensionale ordinato.

Si forma dapprima un microscopico «germe» che, se le condizioni rimangono favorevoli, si accresce verso l’esterno
per deposizione di strati successivi di materia.

La genesi dei minerali dipende dalle condizioni ambientali: presenza di determinati elementi chimici, temperatura,
pressione, pH delle soluzioni.

Durante la genesi e l’accrescimento, il minerale si trova in equilibrio chimico-fisico con l’ambiente circostante.

I minerali si possono formare per:

֍ cristallizzazione da soluzioni magmatiche solidificatesi per raffreddamento (si formano prima i minerali con
più alta temperatura di fusione)
֍ cristallizzazione da soluzioni acquose per evaporazione del solvente, o per raffreddamento della soluzione
֍ cristallizzazione per raffreddamento di vapori o reazioni tra gas, con formazione di cristalli ben formati (es.
all’interno delle bocche vulcaniche)
֍ cristallizzazione da fasi solide (cristalline) o amorfe, con trasformazione allo stato solido di minerali già
presenti, ma non più in equilibrio con l’ambiente
֍ attività degli organismi viventi con produzione di biominerali.

PROPRIETÀ FISICHE DEI MINERALI

I cristalli dei minerali sono solidi geometrici, delimitati e caratterizzati da facce piane, spigoli e vertici; le dimensioni dei
cristalli possono variare enormemente; certi si vedono a malapena al microscopio, altri sono lunghi un metro e più.
Nella maggior parte dei casi, i cristalli non si presentano con facce e spigoli ben sviluppati, perché non hanno avuto
spazio o tempo sufficiente per assumere una forma regolare.

I minerali possono essere identificati studiando le loro proprietà fisiche, ma in certi casi è necessario ricorrere
all’analisi chimica o alla diffrazione ai raggi X.

֍ COLORE, dipende dalla struttura chimica ed è spesso utilizzato per l’identificazione del minerale; talvolta, lo
stesso minerale può presentare colori diversi a causa di impurità presenti nella sua struttura.
֍ COLORE DELLA POLVERE, detta striscio, è abbastanza costante per i minerali della stessa specie, anche se
all’esterno i cristalli possono avere colorazioni differenti. (es. ematite = polvere rossa | rosso, nero, marrone)
֍ DENSITÀ, il rapporto tra massa e volume di una certa quantità, dipende dal tipo di atomi che costituiscono il
minerale e dal loro addensamento nella struttura cristallina.
֍ SFALDATURA, la caratteristica di alcuni minerali di rompersi lungo piani di minor resistenza, detti piani di
sfaldatura. I piani di sfaldatura corrispondono a superfici in cui i legami chimici sono più deboli. La sfaldatura
è indipendente dalla durezza (il diamante si può sfaldare.)
֍ DUREZZA, misura della sua resistenza a essere scalfito o
abraso. È determinata per confronto con i 10 minerali della
scala di Mohs, che sono ordinati in modo che ciascun
minerale scalfisce quello che lo precede e viene scalfito da
quello che segue.
֍ LUCENTEZZA, capacità di un minerale di riflettere (o deviare)
la luce.
֍ TEMPERATURA DI FUSIONE, alla quale i legami che tengono insieme il cristallo sono vinti e il corpo passa allo
stato liquido (è propria per ogni minerale).

Altre proprietà sono:

- suscettibilità magnetica, il grado di magnetizzazione di un minerale quando viene posto in un campo


magnetico
- birifrangenza, la capacità di scomporre un raggio di luce in 2 raggi
- fluorescenza, capacità di emettere onde elettromagnetiche sottoforma di luce
- radioattività, tendenza ad emettere radiazioni α, β, γ

POLIMORFISMO

Il polimorfismo è la caratteristica di due o più minerali che, pur avendo la stessa composizione chimica, presentano
diversa struttura del reticolo cristallino.

Il polimorfismo dipende dal fatto che una stessa sostanza può cristallizzare in ambienti differenti, a condizione di
pressione e temperature diverse.

La grafite e il diamante sono costituiti entrambi da carbonio, ma hanno diversa struttura del reticolo cristallino.

ISOMORFISMO

L’isomorfismo si verifica quando ioni di elementi chimici diversi (con raggio ionico e cariche simili) possono sostituirsi
a vicenda, all’interno dello stesso reticolo cristallino. → stesso reticolo cristallino, composizione chimica differente

Questi elementi si definiscono vicarianti e il fenomeno dell’intercambiabilità è detto vicarianza.

I minerali che presentano isomorfismo danno vere e proprie soluzioni allo stato solido di due minerali distinti, dette
miscele isomorfe.
Es. L’olivina è un silicato costituito da tetraedri di silicato legati a ioni ferro e magnesio; questi due ioni sono presenti
in percentuali variabili a seconda dei cristalli.

SOLIDI AMORFI

Non tutti i minerali sono cristallini, alcuni sono amorfi o vetrosi.

I solidi amorfi hanno struttura disordinata, simile alla disposizione che le particelle di una massa gassosa o liquida
assumono in ogni istante.

Il disordine strutturale dei solidi amorfi si manifesta anche su grande scala.

Alcuni composti, a seconda delle condizioni in cui si formano, possono dare luogo a minerali cristallini o masse amorfe.
(es. opale)

Le sostanze cristalline sono in genere anisotrope: cioè in esse grandezze fisiche, come la dilatazione termica o certe
proprietà ottiche, assumono valori diversi a seconda della direzione considerata.

Le sostanze amorfe sono invece isotrope, cioè presentano le stesse caratteristiche fisiche in tutte le direzioni.

I passaggi di stato solido-liquido consentono di distinguere una sostanza amorfa da una cristallina: la fase cristallizzata
ha un punto di fusione netto, la fase amorfa non ha un punto di fusione ben definito.

Lo stato amorfo è raro in natura perché poco stabile e ha la tendenza, attraverso sollecitazioni, a passare nella fase
stabile cristallina.

SISTEMATICA DEI MINERALI

CLASSIFICAZIONE DEI MINERALI

Le rocce della crosta terrestre sono fondamentalmente costituite da una trentina di minerali, che si possono
raggruppare in un numero limitato di classi.

La classificazione è di tipo chimico e si basa prevalentemente sull’ANIONE che caratterizza il minerale.

Nel caso più semplice l’anione è l’ossigeno, che si combina direttamente con cationi metallici, ma più frequentemente
l’ossigeno si combina con un altro elemento per formare un anione poliatomico, che si lega a sua volta con uno o più
cationi metallici.

CLASSIFICAZIONE DEI SILICATI

Circa il 75% in peso della crosta terrestre è costituito da 2 soli elementi: ossigeno e silicio.

Questi due elementi si trovano combinati con altri cationi metallici nei SILICATI, la classe mineralogica più abbondante
nelle rocce della Terra.

SILICATI

Unità fondamentale: ione silicato (SiO4)4-

Forma fondamentale: tetraedro

Il tetraedro dei silicati non è elettricamente neutro: il silicio ha numero di ossidazione +4, mentre i 4 ossigeni -2; quindi
rimangono 4 cariche negative in eccesso.
Il tetraedro si deve quindi legare con ioni positivi o deve mettere in comune in propri atomi di ossigeno con altri
tetraedri adiacenti.

I silicati si classificano in:

֍ NESOSILICATI tetraedri separati, cariche bilanciate dalla presenza da ioni metallici. (es. granito, topazio)
֍ SOROSILICATI tetraedri che formano coppie che condividono 1 atomo di ossigeno (es. epidoto)
֍ CICLOSILICATI tetraedri che condividono 2 vertici e formano una struttura anulare (es. berillo)
֍ INOSILICATI PIROSSENI: catena singola in cui i tetraedri condividono 2 atomi di ossigeno (es. augite)
֍ INOSILICATI ANFIBOLI: catena doppia in cui i tetraedri condividono 2/3 atomi di ossigeno (es.
orneblenda)
֍ FILLOSILICATI tetraedri condividono 3 atomi --> piani paralleli di tetraedri che condividono ioni positivi
֍ TETTOSILICATI tetraedri che condividono tutti gli atomi di ossigeno --> struttura tridimensionale (es.
quarzo)

Nei silicati è molto importante il rapporto silicio-ossigeno che varia tra ¼ e ½, è minore nei nesosilicati e massimo nei
tettosilicati.

I TETTOSILICATI comprendono anche i FELDSPATI, all’interno delle cui strutture alcuni atomi di silicio vengono
sostituiti da atomi di alluminio, che si dividono in ortoclasio (potassio) e plagioclasio (calcio e sodio).

Fanno parte dei FILLOSILICATI anche una famiglia di minerali che vanno sotto il nome di asbesto, meglio conosciuto
come amianto, che fu largamente usato nella costruzione di case, automobili, treni… perché molto duttile.

Purtroppo, si scoprì in seguito che le fibre rilasciate da questi materiali, se respirate a lungo, provocano una patologia
polmonare (asbestosi) che può portare alla morte.

SLICATI FEMICI E SIALICI

In base alle loro caratteristiche chimiche e fisiche possiamo suddividere i silicati in 2 grandi categorie: femici (o mafici)
e sialici (o felsici).

SILICATI FEMICI o MAFICI SILICATI SIALICI o FELSICI


Rapporto Si/O Basso Elevato
Densità Elevata Minore
Colore Scuro Chiaro
Elementi prevalenti Magnesio, ferro Silicio, ossigeno
Esempi Olivina, pirosseni, anfiboli, biotite Feldspati, quarzo, muscovite, zeoliti

MINERALI NON SILICATI

Classe Anione Esempi


Silicati Ione silicato (SiO4 ) 4–
Olivina, muscovite, biotite, talco
Carbonati Ione carbonato (CO3 ) 2–
Calcite, dolomite
Ioni degli elementi alogeni
Alogenuri Salgemma, fluorite, silvite
(F–, Cl–, Br–, I–)
Solfati Ione solfato (SO42–) Gesso, anidride, barite
Ossidi Ione ossido (O )2–
Magnetite, ematite, quarzo
Idrossidi Ione (OH–)
Solfuri Ione solfuro (S2-) Pirite, galena, cinabro
Borati Ione borato (BO3) 3-
Borace
Elementi nativi Metalli e semimetalli Argento, oro, rame, zolfo, diamante

INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE ROCCE

LE ROCCE DELLA CROSTA TERRESTE

Una roccia è un aggregato solido e compatto di uno o più minerali che si ritrova in natura.

La composizione mineralogica di una roccia dipende dal processo che ha portato alla sua genesi.

Si distinguono 3 differenti processi, uno magmatico, uno sedimentario e uno metamorfico, sulla base dei quali è
possibile dividere le rocce in 3 grandi gruppi:

֍ rocce MAGMATICHE, che derivano dalla fusione di rocce nella crosta profonda o nel mantello superiore. Si
formano per solidificazione e cristallizzazione di magmi o lave.
֍ rocce SEDIMENTARIE, che derivano della demolizione e rideposizione di rocce presenti in superficie. Si
formano per deposizione, seppellimento e litificazione di sedimenti.
֍ rocce METAMORFICHE, che derivano da rocce preesistenti sottoposte a temperature e pressioni elevate
nella costa profonda o nel mantello superiore. Si formano per ricristallizzazione allo stato solido di nuovi
minerali.

Le rocce magmatiche (intrusive ed effusive) costituiscono circa il 65% della crosta terrestre, ma occorre ricordare che
le rocce sedimentarie coprono quasi l’80% della superficie della Terra.

Le rocce non sono immutabili nel tempo, ma si trasformano continuamente.

Il ciclo litogenetico o ciclo delle rocce è l’insieme dei lenti e continui processi attraverso cui le rocce magmatiche,
sedimentarie e metamorfiche si trasformano le une nelle altre.

Un magma è una massa di minerali allo stato fuso, spesso contenente in soluzione anche sostanze gassose.

La formazione di rocce a seguito della solidificazione del magma fluido è chiamata processo magmatico.

Le rocce magmatiche si dividono in:

- rocce magmatiche effusive, se il magma si solidifica in superficie (fuoriesce sottoforma di lava durante
eruzioni vulcaniche). Dato che sono sottoposte ad un improvviso abbassamento della temperatura, non
hanno una grande struttura cristallina, ma formano piccoli cristalli.
- rocce magmatiche intrusive, se il magma si solidifica in profondità della crosta. Si raffreddano con tempi più
lunghi e hanno una struttura cristallina ben definita.

Tutte le rocce superficiali subiscono un lento, ma continuo, processo di disgregazione, il cui risultato finale è la
produzione di frammenti.

I frammenti, una volta depositati, danno origine ai sedimenti; i sedimenti sciolti vanno incontro a un lento processo di
compattazione e cementazione, la diagenesi; la diagenesi conclude il processo sedimentario e trasforma i sedimenti in
rocce sedimentarie.
Le rocce superficiali possono venir trasportate in profondità, dove incontrano temperature e pressioni molto più
elevate
di quelle in cui si sono originate, e diventano quindi instabili.

Le rocce rimangono allo stato solido ma subiscono il processo metamorfico, che determina cambiamenti anche
profondi della struttura e della composizione mineralogica e le trasforma in rocce metamorfiche.

Le rocce metamorfiche costituiscono generalmente la parte più profonda dei continenti e le zone centrali di molte
catene montuose.

Se si raggiungono temperature molto elevate (600 – 1200 ºC), superiori al punto di fusione dei minerali, si verifica il
processo di rifusione delle rocce e si forma di nuovo magma.

Il ciclo delle rocce non ha una sola direzione, ma è possibile un’intera serie di percorsi circolari che consente i diversi
passaggi fra i tre tipi di roccia.

Le rocce sono in continua evoluzione: quelle che osserviamo oggi sono la testimonianza delle fasi più recenti del ciclo
litogenetico e i materiali che le compongono possono averlo attraversato numerosissime volte.

COME RICONOSCERE LE ROCCE

Il riconoscimento di una roccia si basa sulla:

- COMPOSIZIONE chimica o mineralogica, che si determina soprattutto riconoscendo i minerali presenti; i


minerali si possono osservare anche a occhio nudo (o con alcune lenti a 8 – 10 ingrandimenti), ma in alcuni
casi è necessario osservare la roccia al microscopio.
- TESSITURA, comprende la disposizione spaziale dei minerali, la loro forma e le loro dimensioni.
- STRUTTURA, molto importante per il riconoscimento delle rocce sedimentarie, è determinata dalle condizioni
fisiche di sedimentazione: il mezzo di trasporto e l’ambiente di deposizione. La più comune struttura tra le
rocce sedimentarie è la stratificazione.

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