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L’atmosfera e la Chimica Atmosferica

L’atmosfera è un manto protettivo che permette la vita sulla Terra e la protegge dall’ambiente ostile dello spazio
esterno. Essa è la fonte di biossido di carbonio per la fotosintesi delle piante e di ossigeno per la respirazione.
Fornisce l’azoto che i batteri fissatori e gli impianti che producono ammoniaca usano per produrre azoto
chimicamente legato, componente essenziale per le molecole degli esseri viventi. Come parte fondamentale del ciclo
idrologico, l’atmosfera trasporta l’acqua dagli oceani alla terraferma, agendo come il condensatore di un enorme
distillatore ad energia solare. Sfortunatamente, l’atmosfera è stata (ed è tuttora) usata come discarica di molti
inquinanti. L’atmosfera assorbe la maggior parte dei raggi cosmici e della radiazione elettromagnetica del Sole,
permettendo la trasmissione di una quantità rilevante solo nella regione 300-2500 nm (vicino ultravioletto, visibile,
vicino infrarosso) e da 0.01-40 m (onde radio). L’atmosfera stabilizza la temperatura della Terra.

Composizione dell’atmosfera:
La scienza dell’atmosfera tratta i movimenti delle masse d’aria, il bilancio termico, la composizione chimica e le
reazioni nell’atmosfera. L’aria secca, entro diversi chilometri a livelli del suolo, è costituita da due componenti
principali,

- Azoto, 78,08% - Ossigeno, 20,95%

da due componenti minori,

- Argon, 0,934% - Biossido di carbonio, 0,035%

Oltre all’argon, altri quattro gas nobili,

- Neon, 1,1818 ×10−3 % - Elio, 5,24 ×10−4 %


- Kripton, 1,14 ×10−4 % - Xenon, 8,7 ×10−6 %

e gas in traccia. L’aria atmosferica può contenere dallo 0,1 al 5% di acqua in volume, con un normale range dall’ 1 al
3%.

Variazioni di pressione e densità con l’altitudine:

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La densità dell’atmosfera decresce rapidamente con l’aumentare dell’altitudine, come conseguenza della legge di
gas e della gravità. Più del 99% della massa totale atmosferica si trova entro i 30 Km di quota, quantità piccolissima
comparata al diametro terrestre (pellicola protettiva). Approssimativamente la massa dell’atmosfera è pari a
15
5,14 ×10 tonnellate che è solo un milionesimo della massa terrestre. Idealmente, in assenza di mescolamento ad
una T costante, la pressione ad una data altezza Phè data dalla seguente espressione:

− Mgh
RT
Ph=P 0 e

Dove P0 è la pressione ad altitudine zero (livello del mare); M è la massa molare media dell’aria (28,97 g/mole
nella troposfera); g è l’accelerazione di gravità (981 cm sec -2 al livello del mare); h è l’altitudine in cm e R è la
costante dei gas (8, 314107 erg deg-1 mole-1). Per coerenza, queste unità sono date nel sistema cgs (centimetro-
grammo-secondo; l’altitudine può essere convertita in modo appropriato in metri o chilometri. Il fattore RT / Mg è
definito come scala dell’altezza, che rappresenta l’incremento in altitudine in cui la pressione diminuisce di e -1. Ad
una temperatura media a livello del mare di 288K, l’unità della scala nell’altezza è 8 ×10 5cm o 8km.

Stratificazione dell’atmosfera:
L’atmosfera viene suddivisa in strati sulla base delle relazioni temperatura/densità che derivano dalle interazioni
nell’aria, tra i processi fisici e fotochimici. La troposfera è caratterizzata da una composizione costante dei gas
principali dovuta al costante mescolamento derivante dalla circolazione delle masse d’aria. La temperatura molto
bassa della tropopausa impedisce all’acqua di raggiungere gli strati superiori. Nella stratosfera la temperatura
cresce con l’altitudine fino a –2 °C. Il riscaldamento è dovuto alla presenza di ozono (10ppm in volume) che assorbe
la radiazione ultravioletta. L’assenza di gas assorbenti nella mesosfera fa diminuire di nuovo la temperatura. Nella
termosfera la temperatura raggiunge i 1200 °C a causa dell’assorbimento di radiazioni molto energetiche di
lunghezza d’onda inferiori a 200nm.

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Trasferimento di energia nell’atmosfera:
Circa metà della radiazione solare che entra nell’atmosfera raggiunge la superficie delle Terra direttamente o per
diffusione. La rimanente metà viene riflessa nello spazio direttamente o previo assorbimento e trasformazione in
radiazione infrarossa da parte dell’atmosfera. La maggior parte dell’energia che raggiunge la superficie terrestre
viene assorbita, conseguentemente deve tornare nello spazio per mantenere il bilancio termico. I meccanismi
tramite i quali la temperatura media della terra viene mantenuta entro strettissimi limiti sono complessi e ancora
non del tutto chiariti. Il trasporto di energia avviene attraverso tre principali meccanismi: conduzione, convezione e
irraggiamento. La conduzione di energia avviene attraverso l’interazione di atomi o molecole adiacenti senza
movimento di materia (urti). La convezione di energia si ha attraverso il movimento di grandi masse d’aria che
possono essere relativamente calde o fredde (variazioni di densità). La convezione immagazzina il calore latente
sotto forma di vapore acqueo che rilascia calore per condensazione. L’irraggiamento di energia nell’atmosfera
avviene come radiazione infrarossa. Come unico modo attraverso il quale l’energia può essere trasmessa nel vuoto,
l’irraggiamento è il solo mezzo per rinviare energia nello spazio e mantenere il bilancio termico.

Bilancio della radiazione terrestre:


La temperatura media della superficie terrestre è mantenuta a 15°C a causa dell’effetto serra, fenomeno per il quale
il vapore acqueo, e in misura minore il biossido di carbonio, riassorbe gran parte della radiazione uscente e ne
irradia circa la metà verso la superficie. Se non avvenisse questo, la temperatura media della superficie sarebbe di
18°C. La maggior parte dell’assorbimento della radiazione infrarossa nell’atmosfera viene effettuata dalle molecola
d’acqua, che assorbono debolmente nelle regioni 7-8.5 µm e 11-14 µm e non avviene tra 8.5 µm e 11 µm lasciando un
“buco” nello spettro di assorbimento infrarosso attraverso cui la radiazione può sfuggire. Il biossido di carbonio,
sebbene in bassa concentrazione, assorbe fortemente tra 12 µm e 16.3 µm e gioca un ruolo chiave nel mantenimento
del bilancio termico. Altri gas come N 2 O e C H 4 assorbono radiazione infrarossa e possono avere effetti sul bilancio
termico. H 2 O , C O2, N 2 O e C H 4 fanno parte dei cosiddetti gas serra. C’è la preoccupazione che un incremento del
livello di biossido di carbonio possa impedire una sufficiente perdita di energia, che porterebbe ad un impercettibile
e dannoso incremento della temperatura. Percentuale di radiazione riflessa dalla superficie, chiamata albedo
(coefficiente di riflessione diffusa). L’albedo è importante in quanto la radiazione assorbita scalda la superficie,
quella riflessa no.

Trasferimento di massa, meteorologia, condizioni atmosferiche:


La meteorologia è la scienza che studia i fenomeni atmosferici e comprende sia lo studio dei movimenti di masse
d’aria sia le forze fisiche presenti nell’atmosfera. I fenomeni chimici sono influenzati, e a loro volta influenzano, gli
eventi meteorologici (ad esempio la sorte dei gas di scarico è determinata dalle condizioni meteo). Variazione a
breve termine nello stato dell’atmosfera sono descritte come tempo. Esso dipende da sette principali fattori:
temperatura, nuvole, venti, umidità, visibilità orizzontale, tipo e quantità di precipitazioni e pressione atmosferica.
Tutti questi fattori sono strettamente legati. Variazioni a lungo termine e andamenti all’interno di una particolare
regione geografica dei fattori che costituiscono il tempo sono descritti come clima.
Acqua atmosferica nel trasferimento di massa ed energia:

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L’acqua atmosferica può essere presente come vapore, liquido o ghiaccio. Il contenuto d’acqua nell’aria può essere
espresso come umidità. L’umidità relativa, espressa in percentuale, descrive il rapporto tra l’ammontare di vapor
acqueo nell’aria e il massimo quantitativo che l’aria può contenere ad una data temperatura. L’aria può subire
alcuni processi che portano alla saturazione, valore al quale il vapore acqueo condensa sotto forma di pioggia o
neve. Affinché avvenga questa condensazione, l’aria si deve raffreddare al di sotto di una temperatura chiamata
punto di rugiada e devono essere presenti nuclei di condensazione. Le goccioline di nuvola hanno dimensioni
comprese tra 0,04-0,2 mm. Le gocce di pioggia hanno diametri tra 0,5-4 mm. I processi di condensazione non
portano direttamente a gocce di pioggia (perciò ci sono le nuvole). Le gocce di pioggia si formano per coalescenza
di particelle più piccole che collidono e fondono fra loro.

Le masse d’aria:
Le masse d’aria sono una delle maggiori caratteristiche della troposfera. Esse sono uniformi e orizzontalmente
omogenee. La loro temperatura ed il loro contenuto di vapore acqueo è uniforme. Queste caratteristiche sono
determinate dalla natura della superficie sopra la quale si forma la massa d’aria. Masse d’aria continentale polari si
formano su regioni di terre fredde. Masse d’aria marittime polari si formano su oceani polari. Masse d’aria
continentali tropicali si formano su terre calde. Masse d’aria marittime tropicali si formano su oceani tropicali.
L’energia solare ricevuta dalla Terra è ampiamente ridistribuita dal movimento di grandi masse d’aria a differenti
pressioni, temperature e contenuto di umidità separate da barriere chiamate fronti. Il movimento orizzontale
dell’aria è chiamato vento, mentre quello verticale corrente d’aria. L’aria atmosferica si muove costantemente con
comportamenti ed effetti che seguono le leggi dei gas: prima di tutto i gas (le masse d’aria) si muovono
orizzontalmente e/o verticalmente dalle regioni ad alta pressione atmosferica a quelle a bassa pressione atmosferica;
inoltre, l’espansione dai gas (delle masse d’aria) causa raffreddamento, mentre la compressione causa
riscaldamento. Una massa d’aria calda tende a salire verso maggiori altitudini dove la pressione è minore; nel far
ciò si espande adiabaticamente (cioè senza scambiare energia con l’ambiente) e diventa più fredda. In assenza di
umidità, l’effetto di raffreddamento è di circa 10 gradi ogni 1000 m di altitudine (gradiente verticale di temperatura
adiabatico secco). In presenza di sufficiente umidità nell’aria che sale, l’acqua condensa in essa, ostacolando il
raffreddamento dando un gradiente verticale di temperatura adiabatico umido di circa 6 gradi ogni 1000 m. La
direzione predominante del vento è un fattore importante per determinare le aree più colpite da una sorgente di
inquinamento. Il vento è una sorgente di energia rinnovabile. Il vento aiuta la propagazione della vita attraverso la
propagazione di spore, semi e piccoli animali.

Inversione termica e inquinamento dell’aria:


Il movimento dell’aria influenza profondamente la creazione e la dispersione dei fenomeni di inquinamento.
Quando l’aria cessa di muoversi si può avere stagnazione ed aumento di inquinanti atmosferici in regioni
localizzate. Sotto certe condizioni atmosferiche si può avere che la temperatura dell’aria in prossimità della
superficie sia più bassa dell’aria sovrastante. Questo stato, detto di inversione termica, blocca la circolazione
verticale dell’aria e provoca la stagnazione dell’aria e all’intrappolamento degli inquinanti in aree localizzate.
Collisione di una massa di aria calda (fronte caldo) con una fredda: la massa di aria calda passa sopra quella fredda
producendo inversione. Le inversioni da radiazione si verificano di notte in condizioni di aria stagnante quando la
terra non riceve più le radiazioni solari. L’aria più vicina alla terra si raffredda più velocemente rispetto all’aria che
si trova più in alto che rimane più calda e quindi meno densa. Le inversioni da subsidenza possono diventare molto
diffuse. Esse di possono formare nelle vicinanze di un’area superficiale ad alta pressione quando l’aria degli strati
superiori si abbassa per prendere il posto dell’aria superficiale spostandola dalle zone di alta pressione.

Reazioni chimiche e fotochimiche nell’atmosfera:

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La simulazione delle condizioni di elevata altitudine in laboratorio è molto difficile a causa del problema delle
interferenze delle pareti del contenitore sotto condizioni di pressione molto bassa. Le pareti possono servire da
catalizzatori per alcune importanti reazioni, o possono assorbire importanti specie e reagire chimicamente con la
più reattiva. Inoltre sia le particelle liquide che quelle solide giocano un ruolo importante nella chimica atmosferica
come fonti e depositi di specie gassose, come siti per reazioni superficiali (solide) e come corpi per reazioni in fase
acquosa (goccioline). Due costituenti estremamente importanti sono: l’energia radiante del sole (UV) e gli OH∙,
l’energia radiante è responsabile dell’introduzione di alti livelli di energia in una singola molecola di gas per
iniziare una serie di reazioni nell’atmosfera. Gli OH∙ costituiscono il più importante intermedio di reazione dei
fenomeni chimici diurni dell’atmosfera (mentre i radicali N O 3 sono importanti nella chimica atmosferica notturna).
L’assorbimento di luce da parte delle specie chimiche può portare a reazioni dette reazioni fotochimiche, che in
assenza di luce e a parità di condizioni (in particolare di temperatura) non avverrebbero. Ovvero, le reazioni
fotochimiche (anche in assenza di un catalizzatore) avvengono a temperature molto più basse rispetto a quelle che
sarebbero richieste in assenza di luce. Esse sono indotte da intense radiazioni solari e giocano un ruolo importante
nella determinazione della natura e del destino delle specie chimiche nell’atmosfera. Affinché un processo
fotochimico avvenga, la luce deve essere assorbita dalle specie reagenti. Ciò che viene assorbito è il quanto di
energia h ν associato ad ogni singolo fotone della radiazione (h=6.626 ×10−34 J ∙ s , costante di Plank). Il biossido di
azoto è una delle specie fotochimiche attive che si trovano nelle atmosfere inquinate e la sua partecipazione è
essenziale nel processo di formazione dello smog. Una specie come NO 2 può assorbire luce di energia h,
producendo una molecola elettronicamente eccitata, indicata nella reazione con un asterisco * che significa che la
molecola si trova in uno stato elettronico eccitato di singoletto o tripletto.

¿
N O2+ hν ⟶ NO2

Le atre specie sono atomi o frammenti molecolari con elettroni spaiati, chiamati radicali liberi, e ioni che sono atomi
o frammenti molecolari carichi.

Le reazioni che avvengono in seguito all’assorbimento di un fotone dipendono dal modo in cui le specie eccitate
perdono il loro eccesso di energia. Questo può verificarsi mediante uno dei seguenti processi:

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- Cessione di energia a un’altra molecola atomo (M) attraverso quenching fisico, seguito da dissipazione di
energia sotto forma di calore:

¿
O2 + M ⟶ O2+ M (energia traslazionale piu elevata)
- Dissociazione della molecola eccitata (processo responsabile della preponderanza dell’ossigeno atomico
nell’atmosfera superiore):

¿
O2 ⟶ O+O

- Reazione diretta con altre specie:

¿
O2 +O3 ⟶ 2 O2+O

- Luminescenza che consiste nella perdita di energia attraverso emissione di radiazione elettromagnetica:

¿
N O2 ⟶ N O 2+hν

- Se la riemissione di luce è quasi istantanea, la luminescenza è chiamata fluorescenza mentre se è lenta, il


fenomeno è detto fosforescenza. Quando specie eccitate si formano da un processo chimico il fenomeno è
detto chemiluminescenza:

¿
O3 + NO ⟶ N O2 +O2 (energia piu elevata)

- Trasferimento di energia intermolecolare in cui specie eccitata trasferisce energia ad un’altra specie che
diventa eccitata in seguito a tale trasferimento:

¿ ¿
O2 + Na⟶ O2+ N a

Una successiva reazione da parte della seconda specie è chiamata reazione di fotosensibilizzazione.

- Trasferimento intramolecolare in cui l’energia viene trasferita all’interno della molecola (dove ↑ indica un
diverso stato eccitato della stessa molecola):

¿ ↑
XY ⟶X y
- Isomerizzazione spontanea come avviene nella conversione della o-nitrobenzaldeide in acido o-
nitrobenzoico, reazione usata negli attinometri chimici per misurare l’esposizione alla radiazione
elettromagnetica:

- Fotoionizzazione attraverso perdita di un elettrone:

−¿¿
¿ +¿+e ¿
N2 ⟶ N2
La fotoionizzazione richiede molta energia, gli ioni tendono a ricombinarsi e la rarefazione aiuta la loro esistenza.
La radiazione assorbita nell’IR non è sufficientemente energetica per rompere i legami chimici ma fa sì che le
molecole guadagnino energia vibrazionale e rotazionale. L’energia assorbita come radiazione IR viene alla fine
dissipata come calore e innalza la temperatura dell’intera atmosfera.
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Radicali liberi:
Oltre alla formazione di molecole elettronicamente eccitate e ioni, la radiazione elettromagnetica del sole produce
atomi o frammenti di molecole con elettroni spaiati detti radicali liberi. I radicali liberi sono responsabili di un gran
numeri di processi chimici importanti nell’atmosfera. A causa dei loro elettroni spaiati, sono altamente reattivi.
Tuttavia la parte superiore dell’atmosfera è talmente rarefatta che ad elevate altitudini i radicali possono avere vita
media di vari minuti. I radicali possono prendere parte a reazioni a catena in cui uno dei prodotti è di nuovo un
radicale. Reagendo con un altro radicale si ha la chiusura della catena. E’ importante distinguere alta reattività e
instabilità. Tipicamente i radicali sono specie stabili (isolate permangono nel tempo) ma molto reattive. Molecole
elettronicamente eccitate hanno tempi di vita brevi anche se isolate, tipicamente decadono spontaneamente verso
altri stati a più bassa energia. Le reazioni che coinvolgono i radicali liberi nella troposfera sono responsabili della
formazione dello smog.

Radicali idrossilici ed idroperossilici:


Il radicale idrossilico HO·è uno dei più importanti intermedi di reazione. Esso si forma in diversi modi. Ad elevate
altitudini si forma per fotolisi dell’acqua:

·
H 2 O+ hν ⟶ HO + H·

Si forma in grande quantità anche in presenza di materiale organico e dalla fotolisi dell’acido nitroso:

·
HONO+ hν ⟶ H O + NO

Nella troposfera non inquinata il radicale ossidrilico si forma anche nel seguente modo:

¿
O3 +hν (λ< 315 nm)⟶ O +O2

¿ ·
O + H 2 O⟶ 2 H O

Il radicale HO·viene frequentemente rimosso dalla troposfera attraverso le reazioni:

C H 4+ H O · ⟶ H 3 C · + H 2 O

·
CO+ H O ⟶ C O 2 + H

In seguito, il radicale estremamente reattivo H3C· reagisce con ossigeno:

· ·
H 3 C + O2 ⟶ H 3 CO O (radicale metilperossilico )

Responsabile di varie altre reazioni atmosferiche importanti. Gli atomi di H prodotti in vario modo reagiscono con
ossigeno:

H +O2 ⟶ HO O·

Il radicale idrossiperossilico può dare reazioni di chiusura di catena come:

HO O· + H O· ⟶ H 2 O+O2

· ·
HO O + HO O ⟶ H 2 O 2+O2
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O anche reazioni che rigenerano il radicale ossidrilico:

· ·
HO O + NO ⟶ H O + N O 2

· ·
HO O +O3 ⟶ H O + 2O2

La concentrazione media del radicale ossidrilico nella troposfera, mediata giornalmente e stagionalmente, è stata
stimata essere compresa tra 200000 e 1000000 radicali per cm 3. La concentrazione è maggiore nelle zone tropicale a
causa della maggiore umidità e presenza di atomi di ossigeno eccitati. Il radicale idroperossilico viene prodotto
anche in atmosfere inquinate come:

HCHO+ hν ⟶ H·+ H Ċ O

·
H Ċ O+O2 ⟶ HO O +CO

Reazioni acido-base nell’atmosfera:


L’atmosfera è di solito leggermente acida a causa della presenza di CO2 che si dissolve nelle goccioline d’acqua
atmosferica dissociandosi debolmente:
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−¿¿
+¿+ HCO 3 ¿
C O2 ( g)⟶ C O 2 ( aq)+ H 2 O ⟶ H

Il biossido di zolfo atmosferico forma un acido piuttosto forte quando si dissolve ina acqua:

−¿¿

S O 2 (g)+ H 2 O⟶ H +¿+ HS O3 ¿

In termini di inquinamento gli acidi forti HN O 3 e H 2 S O 4 che si formano per ossidazione atmosferica degli ossidi
di azoto, S O 2 e H 2 S , sono molto più importanti perché causa delle piogge acide. La più importante specie basica
dell’atmosferica è l’ammoniaca in fase gas, che si forma principalmente dalla biodegradazione di materiale
biologico contenente azoto e la riduzione del nitrato ad opera dei batteri.

Reazioni dell’azoto atmosferico:


Il 78% in volume dell’azoto contenuto nell’atmosfera costituisce un’inesauribile riserva di questo essenziale
elemento. Il ciclo dell’azoto e la fissazione di esso avviene soprattutto da parte dei microrganismi. Ad altitudini che
superano i 100 km, l’azoto atomico viene prodotto dalle reazioni fotosintetiche:

N 2 +hν ⟶ N + N

Il protossido d’azoto è prodotto dai batteri nel processo di denitrificazione nel ciclo dell’azoto; deriva anche da
fertilizzanti azotati. Nella stratosfera contribuisce alla distruzione dell’O 3:

N 2 O+ hν ⟶ N 2 +O
N 2 O+O+ hν ⟶ 2 NO
O3 + NO+ hν ⟶ NO2 +O2
N O2+O+ hν ⟶ NO+O2

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Particelle nell’atmosfera
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Nell’atmosfera le particelle sono costituite da una varietà di materiali e di oggetti discreti che possono essere sia
particelle solide, che goccioline di liquidi. Il particolato è un termine che è stato conato per indicare particelle
nell’atmosfera. Il materiale particolato costituisce la forma più visibile dell’inquinamento dell’aria. Gli aerosols
atmosferici sono costituiti da particelle solide o liquide che hanno un diametro minore di 100 µm. gli aerosols
dispersi, come le polveri sono le dimensioni superiori ad 1µm. processi tipici per la formazione di aerosol dispersi
comprendono lo sviluppo di polvere dalla frantumazione del carbone, la formazione di spray nelle torri di
raffreddamento e il sollevamento di terriccio dal suolo asciutto. Molti aerosols dispersi sono originati da fonti
naturali, come lo spray marino, la polvere sollevata dal vento e la polvere vulcanica. La foschia comprende
goccioline di pioggia, nebbia e foschia di acido solforico. Alcune particelle sono di origine biologica come virus,
batteri, spore batteriche, spore di funghi e polline. Il materiale particolato può essere organico e inorganico;
entrambi i tipi sono contaminanti atmosferici molto importanti. Il materiale particolato organico viene prodotto da
una grande varietà di fonti e processi, che vanno dal semplice sgretolamento di materiale grossolano fino a
complicate sintesi chimiche o biochimiche. Gli ossidi metallici costituiscono una delle maggiori classi si particelle
inorganiche nell’atmosfera. Una parte significativa di materiale particolato organico è prodotta da motori a
combustione interna attraverso processi complicati che coinvolgono pirosintesi e formazione di composti azotati.
Anche gli oli lubrificanti e i loro additivi possono contribuire al materiale organico particolato. Sul materiale
particolato emessa dai motori di auto a benzina tra le principali classi di composti abbiamo: n-alcani, acidi n-
alcanoici, benzaldeidi, acidi benzoici, aznaftaleni, idrocarburi policlinici aromatici. Le particelle organiche di grande
interesse sono i PAH, che sono molecole formate da anelli aromatici condensati. L’esempio più citato e il
benzo(a)pirene, un composto che il corpo può metabolizzare in una forma cancerogena:

I PAH possono essere sintetizzati da idrocarburi saturi in condizioni di carenza di ossigeno. Gli idrocarburi con
massa molecolare molto piccola possono comportarsi come precursori nella formazione dei composti policiclici
aromatici. Idrocarburi a bassa massa molecolare formano PAH attraverso pirosintesi. La composizione chimica del
materiale particolato atmosferico è alquanto diversa. Tra i costituenti del materiale particolato inorganico nelle
atmosfere vi sono sali, ossidi, composti azotati, composti solforati, metalli vari e radionuclidi. Le probabili fonti di
questi elementi sono: Al , Fe ,Ca , Si , C , Na , Cl , Sb , Se , V , Zn , Pb . Le ceneri volanti sono composte
principalmente da ossidi di alluminio, calcio, ferro e silicio. Altri elementi presenti nelle ceneri volanti sono
magnesio, zolfo, titanio, fosforo, potassio e sodio. Il carbonio elementare è un importante costituente delle ceneri.
Nell’atmosfera sono presenti anche particelle tossiche come il mercurio atmosferico, il piombo atmosferico, il
berillio atmosferico e particelle radioattive come Argon e Krypton. Il controllo delle emissioni del particolato può
essere effettuato tramite rimozione di particelle per sedimentazione e energia, attraverso filtrazione, scrubber e
rimozione elettrostatica.

Inquinanti inorganici gassosi nell’aria


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A causa delle attività umane vengono immessi nell’atmosfera diversi inquinanti inorganici gassosi. Quelli presenti
in maggior quantità sono CO , S O 2 e N O 2 . Altri inquinanti inorganici gassosi sono N H 3 , N 2 O, N 2 O 5 , C l 2 , HCl e
HF . Le emissioni atmosferiche sono dell’ordine di uno fino a diverse centinaia di milioni di tonnellate per anno.

MONOSSIDO DI CARBONIO
Il monossido di carbonio causa problemi di tossicità là dove sono presenti alte concentrazioni. La concentrazione
media del monossido di carbonio nell’atmosfera è di circa 0,1 ppm. La combustione interna dei motori è la
principale fonte delle emissioni localizzate di CO . Il monossido di carbonio viene rimosso dall’atmosfera attraverso
una reazione con il radicale ossidrile, OH ∙:

.
CO+ H O ⟶ C O 2 + H

La seguente reazioni produce come prodotto il radicale idroperossilico:

.
O 2 + H + M ⟶ HO O + M

L’O H . Viene rigenerato dall’ HO O . attraverso le seguenti reazioni:

HO O. + NO ⟶ H O. + N O2 HO O. + HO O . ⟶ H 2 O2+O2

L’ultima reazione viene eseguita dalla dissociazione fotochimica dell’ H 2 O 2 che rigenera H O .:

.
H 2 O 2+hν ⟶ 2 HO

Il metano risulta coinvolto anche nel ciclo atmosferico che correla CO , O H . e C H 4. I microrganismi del suolo
rimuovono CO dall’atmosfera, per cui il suolo di fatto è un punto di scarico del CO .

LE FONTI DEL BIOSSIDO DI ZOLFO E IL CICLO DELLO ZOLFO


I composti solforati vengono immessi nell’atmosfera dalle attività umane. Vengono immesse ogni anno
nell’atmosfera attraverso attività antropiche 100 milioni di tonnellate di zolfo principalmente come S O 2
proveniente dalla combustione del carbonio e del gasolio. Le maggiori incertezze riguardano lo zolfo di origine non
antropica, che viene immesso come H 2 S dai vulcani, dal decadimento biologico del materiale organico e dalla
riduzione dei solfati. Appena l’ H 2 S finisce nell’atmosfera viene rapidamente convertito in S O 2, attraverso un
processo che è il seguente:

1
H 2 S+ O 2 ⟶ S O2 + H 2 O
2

La reazione iniziale è la sottrazione di uno ione idrogeno da parte del radicale idrossilico:

. .
H 2 S+ H O ⟶ H S + H 2 O

Seguita dalle seguenti due reazioni che danno infine SO 2:

. .
H S +O2 ⟶ H O + SO

SO+ O2 ⟶ S O2 +O
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La principale fonte antropogenica di biossido di zolfo è il carbone dal quale lo zolfo può essere rimosso, attraverso
un processo costoso. Metà dello zolfo nel carbone è sotto forma di pirite, mentre l’altra metà e zolfo organico. La
produzione di biossido di zolfo dalla combustione della pirite è data dalle seguente reazione:

4 Fe S 2+11 O 2 ⟶ 2 F e 2 O 3 +8 S O2

Dunque tutto lo zolfo viene convertito in S O 2; solo l’1 o il 2% lascia i camini come S O 3. Anche reazioni eterogenee
su particelle solide possono giocare un ruolo importante nella rimozione del biossido di zolfo dall’atmosfera. Essi
agiscono da catalizzatori e crescono in grandezza accumulando prodotti di reazioni. Anche gli ossidi dei metalli
come alluminio, calcio, cromo, ferro, piombo o vanadio possono fungere da catalizzatori per l’ossidazione
eterogenea del biossido di zolfo. Questi ossidi infatti possono assorbire S O 2. Uno degli effetti più evidenti
dell’inquinamento da S O 2 è la sua tendenza a causare il deterioramento delle costruzioni. Calcare, marmo e
dolomite sono minerali di carbonato di calcio e/o magnesio e vengono attaccati dal biossido di zolfo. La dolomite
reagisce con il biossido di zolfo atmosferico:

CaC O3 ∙ MgC O3 +2 S O2+O2 +9 H 2 O⟶ CaS O4 ∙2 H 2 O+ MgS O4 ∙7 H 2 O+ 2C O2

Per rimuovere lo zolfo dal carbone possono essere utilizzate tecniche di separazione fisica, per rimuovere particelle
discrete di zolfo piritico, e metodi chimici. La combustione del carbone in un letto fluidificato consente di eliminare
le emissioni di S O 2 al momento della combustione. Il processo consiste nella combustione del carbone granulare in
un letto di calcare o dolomite finemente suddiviso, mantenuto in condizioni di fluidità con iniezioni ad aria. Il
calore provoca la calcinazione del calcare:

CaC O3 ⟶ CaO+ C O2

E la calce prodotta assorbe l’ S O 2:

CaO+ S O2 ⟶CaS O3

Sono stati proposti o studiati molti processi per la rimozione del biossido di zolfo dalle ciminiere. Un sistema si
eliminazione per via secca che consente solo in limitato successo è l’iniezione di calcare o dolomite secca nel boiler.
La reazione è la seguente:

1
CaC O3 ∙ MgC O3 + S O2 + O2 ⟶ CaSO 4 + MgO+2 C O 2
2

L’impasto a base di calce o calcare usato per la rimozione dell’ S O 2 coinvolge reazioni acido-base. Quando il
biossido di zolfo si scioglie in acqua, viene stabilito un equilibrio tra S O 2 gassoso e S O 2 in soluzione:

S O 2 (g)⇄ S O2 (aq)

In presenza di base, viene spostata fortemente verso destra attraverso la seguente reazione:

−¿¿
+¿+ HS O3 ¿
H 2 O+ S O2 ( aq ) ⇄ H
2−¿¿
+¿+S O3 ¿
−¿⇄ H ¿
HS O3

In presenza di carbonato di calcio, lo ione idrogeno viene catturato dalla reazione:


13
2+ ¿+HC O−¿¿ ¿
+¿⇄ C a ¿
CaC O3 + H
3

La reazione del carbonato di calcio con biossido di carbonio presente nei gas dalle ciminiere:

1 1
2−¿+ H2 O ⇄CaSO 3 ∙ H 2 O (s) ¿
2 2
2+¿+S O 3 ¿
Ca

Il gesso si forma nel processo di lavaggio dall’ossidazione del solfito:

1 2−¿ ¿
2−¿+ O2 ⟶ S O 4 ¿
2
S O3

Seguita dalla reazione dello ione solfato con lo ione calcio:

2−¿+ 2 H2 O⇄ CaSO 4 ∙2 H 2 O( s) ¿
2+¿+S O 4 ¿
Ca

La formazione del gesso è dannosa perché crea squame nell’impasto. Quando viene usata la calce, Ca (OH )2, viene
fornita una sorgente di ioni ossidrili per reazione diretta con H +¿¿ :

−¿⟶ H 2 O ¿
+¿+O H ¿
H

Il pH di un impasto di calce è più alto di quello di un impasto di calcare, cosicché il primo ha più tendenza a reagire
con la C O 2 e ciò comporta l’assorbimento di questo gas:

−¿¿

C O2 +O H−¿⟶ HCO 3 ¿

Il biossido di zolfo intrappolato nel processo di lavaggio della ciminiera può essere convertito ad acido solfidrico
attraverso la reazione con gas di sintesi ( H 2 ,CO ,C H 4 ):

S O2+ ( H 2 , CO , C H 4 ) ⇄ H 2 S+C O2

Viene poi impiegata la reazione di Claus per produrre zolfo elementare:

2 H 2 S+ S O2 ⇄ 2 H 2 O+3 S

OSSIDI DI AZOTO NELL’ATMOSFERA:


I tre ossidi di azoto che normalmente si trovano nell’atmosfera sono l’ossido nitroso ( N 2 O), l’ossido nitrico ( NO ) e
il biossido di azoto ( N O2). L’ossido nitroso nell’atmosfera ha una concentrazione che decresce rapidamente con
l’altitudine e ciò è dovuto alla reazione fotochimica:

N 2 O+ hν ⟶ N 2 +O

Ed alcune reazione con l’ossigeno atomico singoletto:

N 2 O+O ⟶ N 2+ O2

N 2 O+O ⟶ 2 NO

14
L’ossido di azoto, privo di odore e colore, è il biossido di azoto, rosso-bruno e di odore pungente, sono molto
importanti nell’aria inquinata. Indicati globalmente con N Ox , questi gas entrano nell’atmosfera da sorgenti
naturali, come lampi e processi biologici, e da sorgenti inquinanti. Le ultime sono più signiicative a causa delle
elevate concentrazioni regionali di N O2, che possono provocare un vero e proprio deterioramento della qualità
dell’aria. Vengono immesse ogni anno nell’atmosfera da queste sorgenti poco meno di 100 milioni di tonnellate di
ossidi di azoto. La maggior parte dell’ N O 2 che viene immesso nell’atmosfera dalle sorgenti inquinanti proviene
dall’ NO generato dalla combustione interna dei motori. A temperature molto elevate, avviene la seguente reazione:

N 2 +O2 ⟶ 2 NO

Il meccanismo di formazione degli ossidi di azoto da N 2 e O 2 durante la combustione è un processo complesso. Sia
gli atomi di ossigeno che di azoto vengono formati a temperature di combustione molto elevate attraverso le
seguenti reazioni:

O2 + M ⟶ O+O+ M N 2 + M ⟶ N ∙+ N ∙+ M

Dove M è un terzo corpo altamente energetico che fornisce energia a N 2 e O 2 molecolare per la rottura dei loro
legami chimici. Nella miscela di combustione sono presenti molte altre specie. Gli atomi di ossigeno sono reattivi
nei confronti dei frammenti idrocarburici e danno luogo a reazioni del tipo:

. .
RH + O⟶ R + H O

Dove RH rappresenta un frammento idrocarburico con un atomo di idrogeno estraibile. Lo stesso radicale
idrossilico può partecipare alla formazione dell’ NO :

N + H O. ⟶ NO + H .

Le reazioni chimiche dell’atmosfera convertono gli N OX ad acido nitrico, a sali di nitrato inorganici, a nitrati
organici ed a nitrato perossiacetico. Le principali specie reattive tra gli ossidi di azoto nella troposfera sono NO ,
N O2 e H NO3. Il biossido di azoto è una specie molto reattiva e significativa nell’atmosfera. Essa assorbe
nell’ultravioletto e nel visibile che penetra nella troposfera. A lunghezze d’onda inferiori a 398 nm, avviene la
fotodissociazione:

N O2+ hν ⟶ NO+O

Che porta alla produzione di ossigeno atomico allo stato fondamentale. Sopra i 430 nm, si formano solo molecole
eccitate:

.
N O2+ hν ⟶ NO2

La fotodissociazione del biossido di azoto, oltre ad una serie di reazioni atmosferiche che coinvolgono specie
organiche può dar luogo alle seguenti reazioni inorganiche molto significative:

O+O2 + M ( t erzocorpo ) ⟶O3 + M


NO+O3 ⟶ N O2 +O2
N O2+O3 ⟶ N O3 +O2
O+ N O2 ⟶ NO+O2

15
O+ N O2+ M ⟶ N O3 + M
N O 2+ N O 3 ⟶ N 2 O 5
NO+ N O 3 ⟶2 N O2
O+ NO+ M ⟶ N O2 + M

Il biossido di azoto viene rimosso dall’atmosfera come acido nitrico, nitrati o azoto organico. Il pentossido di azoto
forma con l’acqua acido nitrico:

N 2 O5+ H 2 O⟶ 2 HN O3

Nella stratosfera, il biossido di azoto reagisce con i radicali idrossilici per produrre acido nitrico:

H O. + N O2 ⟶ HN O 3

In questa regione, l’acido nitrico può anche essere rimosso dai radicali ossidrili:

.
H O + HN O3 ⟶ H 2 O+ N O 3

O da una reazione fotochimica:

HN O3 +hν ⟶ HO. + N O 2

Esso nella stratosfera ha la funzione di rimuovere temporaneamente l’ N O 2. L’acido nitrico prodotto viene rimosso
dalle precipitazioni o reagisce con basi per produrre particolato di nitrati. Una tipica reazione catalitica dell’ NO che
avviene nei gas di scarico coinvolge il metano:

C H 4+ 4 NO ⟶ 2 N 2+ C O2+ 2 H 2 O

AMMONIACA NELL’ATMOSFERA
L’ammoniaca è presente anche nell’aia non inquinata a causa di processi biochimici e chimici naturali. Le varie fonti
di ammoniaca atmosferica includono i microrganismi, il decadimento dei rifiuti degli animali, i trattamenti dei
liquami, la lavorazione del carbone, la lavorazione di ammoniaca e le perdite dei sistemi di refrigerazione che
impiegano ammoniaca. Altre concentrazioni di ammoniaca gassosa nell’atmosfera indicano generalmente rilasci
accidentali di tale gas. L’ammoniaca viene rimossa dall’atmosfera grazie alla sua affinità con l’acqua e il suo
comportamento come base. Nelle atmosfere inquinate N H 3 è una specie chiave nella formazione e neutralizzazione
di aerosol di nitrati e solfati. L’ammoniaca reagisce con questi aerosol acidi, per formare i sali di ammonio:

N H 3+ HN O3 ⟶ N H 4 N O3
N H 3+ H 2 S O4 ⟶ N H 4 HS O4

FLUORO, CLORO E LORO COMPOSTI GASSOSI


Fluoro, fluoruro di idrogeno e altri fluoruri vengono prodotti nella lavorazione dell’alluminio; il fluoruro di
idrogeno è anche un sottoprodotto della conversine della fluoroapatite in acido fosforico, in fertilizzanti
superfosfati e in altri prodotti del fosforo. I processi a umido per la produzione dell’acido fosforico si basano sulla
reazione della fluoroapatite, Ca 5 F ( PO 4 )3, con l’acido solforico:

Ca 5 F ( PO 4 )3 +5 H 2 S O 4 +10 H 2 O ⟶ 5CaS O 4 ∙ 2 H 2 O+ HF +3 H 3 P O4

16
Il fluoruro di idrogeno gassoso è una sostanza pericolosa infatti è così corrosiva che reagisce contro il vetro. Il
tetrafloruro di silicio, Si F 4 un altro inquinante, prodotto durante alcune operazioni di fusione dell’acciaio e dei
metalli che impiegano fluorite, Ca F 2. La fluorite reagisce con il biossido di silicio, rilasciando SI F 4 gassoso:

2 Ca F 2+3 SiO 2 ⟶2 CaSi O3 +Si F 4

Un altro composto gassoso del fluoro, l’esafloruro di zolfo, S F6 , si trova nell’atmosfera a livelli di circa 0,3 parti per
trilione. È estremamente stabile ed è usato come tracciante atmosferico. Non assorbe la luce ultravioletta né nella
troposfera né nella stratosfera e viene probabilmente distrutto al di sopra dei 50 km da reazioni che iniziano con la
cattura di elettroni liberi. Il cloro gassoso, C l 2, non si trova come inquinante atmosferico su vasta scala ma può
essere abbastanza dannoso su scala locale. Il cloro è stato il primo gas velenoso impiegato nella I Guerra Mondiale.
È ampiamente utilizzato nella produzione di sostanze chimiche per esempio nell’industria nella plastica così come
per il trattamento dell’acqua e come sbiancante, perciò in molti luoghi esiste la possibilità del suo rilascio. Il cloro è
abbastanza tossico ed è un irritante delle mucose; è molto reattivo ed è un forte agente ossidante. Il cloro si scioglie
nelle gocce di acqua dell’atmosfera, formando acido cloridrico e acido ipocloroso, un agente ossidante:

−¿+ HOCl¿
+¿+Cl ¿
H 2 O+C l 2 ⟶ H

SOLFURO DI IDROGENO, SOLFURO DI CARBONILE E DISOLFURO DI CARBONIO


Il solfuro di idrogeno viene prodotto dal decadimento microbico dei composti solforati e dalla riduzione microbica
dei solfati, dai vapori geotermici, dalla pasta di cellulosa e da un numero di svariate sorgenti naturale e antropiche.
La maggior parte del solfuro di idrogeno atmosferico viene convertito rapidamente a S O 2 e a solfati.
L’inquinamento da solfuro può consistere dal problema globale dell’inquinamento dell’aria. Il solfuro di idrogeno,
a livelli molto al di sopra delle concentrazioni ambientali, distrugge i tessuti giovani delle piante. Questo tipo di
danno si differenzia facilmente da quello provocato da altre fitotossine. Le vernici contenenti pigmenti a base di
piombo, 2 PbCO3 ∙ Pb (OH )2, sono particolarmente suscettibili all’annerimento causato dall’ H 2 S . l’annerimento si
verifica dopo esposizioni di diverse ore a meno di 50 ppb di H 2 S . sia il cos che il C S2 vengono ossidati
nell’atmosfera dalle reazioni dal radicale ossidrile. Le reazioni iniziali sono:

H O. +cos ⟶ C O2 + H S . H O. +C S2 ⟶ cos+ H S .

I prodotti contenenti zolfo sono sottoposti ad ulteriori reazioni che portano a biossido di zolfo ed eventualmente a
solfati.

17
Inquinanti organici nell’atmosfera

Gli inquinanti organici possono avere effetti sulla qualità dell’atmosfera. Tali effetti possono essere divisi in due
categorie principali: la prima consiste negli effetti diretti, come il cancro causato dall’esposizione al cloruro di
vinile; la seconda riguarda la formazione di inquinanti secondari, in particolare lo smog fotochimico.

COMPOSTI ORGANICI PROVENIENTI DA SORGENTI NATURALI


Il contributo più importante alla presenza di sostanze nell’atmosfera fornito dalle sorgenti naturali, mentre gli
idrocarburi generati e rilasciati dalle attività umane costituiscono solo 1/7 circa degli idrocarburi totali presenti
nell’atmosfera. Questo rapporto è principalmente il risultato delle grandi quantità di metano prodotte dai batteri
anaerobici della decomposizione del materiale organico nell’acqua, nei sedimenti e nel suolo:

2 { C H 2 O } ( azionebatterica ) ⟶C O2 ( g ) +C H 4 ( g)

Vengono rilasciate nell’atmosfera circa 100 milioni di tonnellate l’anno. Il metano è un costituente naturale
dell’atmosfera ed è presente nella troposfera ad un livello di circa 1,4 parti per milione (ppm). Gli idrocarburi
atmosferici prodotti da organismi viventi sono detti idrocarburi biogeni e la vegetazione è la principale fonte di
questi composti. Un elenco di composti organici atmosferici riporta un totale di 367 differenti composti rilasciati
nell’atmosfera di fonti vegetali. Alte sorgenti naturali includono i microrganismi, gli incendi delle foreste, gli
escrementi degli animali e i vulcani. Uno dei composti organici più semplici rilasciati dalle piante è l’etilene, C 2 H 4 .
La maggior parte degli idrocarburi emessi dalle piante sono terpeni, che costituiscono una vasta classe di composti
organici che si trovano negli oli essenziali. Gli oli essenziali si ottengono quando parti di alcuni tipi di piante
vengono sottoposte a distillazione in corrente di vapore. L’isoprene, un emiterpene, è stato identificato nelle
emissioni delle piante di cotone, eucalipto, quercia, liquidambar e abete. Come si può notare dalle strutture dell’ α -
pinene, isoprene, e limonene, i terpeni contengono legami alchenilici, in genere uno o più per molecola.

L’acido pinonico è prodotto da un processo fotochimico che agisce sull’ α -pinene. La maggior varietà di composti
emessi dalle piante è rappresentata dagli esteri; essi sono responsabili dei profumi associati alla vegetazione.

18
IDROCARBURI INQUINANTI
Etilene e terpeni, sono idrocarburi, composti organici contenenti solo idrogeno e carbonio. Le più grandi classi di
idrocarburi sono gli alcani, gli alcheni, gli alchini e i composti aromatici. A causa del loro ampio uso nei
carburanti, gli idrocarburi sono gli inquinanti organici atmosferici predominanti. I prodotti del petrolio,
principalmente benzina, sono la fonte della maggior parte degli idrocarburi trovati nell’atmosfera. Essi possono
entrare nell’atmosfera o direttamente o come sotto prodotti della combustione parziale o di altri idrocarburi. Gli
alcani sono tra gli idrocarburi più stabili nell’atmosfera. Nelle atmosfere inquinate sono presenti comunemente sia
quelli a catena lineare, con 1 fino a più di 30 atomi di carbonio, sia quelli ramificati con 6 o meno atomi di carbonio.
A causa dell’elevata tensione di vapore, gli alcani con 6 o meno atomi di carbonio sono presenti in genere come
vapori, mentre quelli con 20 o più atomi di carbonio sono presenti come aerosol o sono adsorbiti su particelle
atmosferiche. Gli alcani con un numero di atomi di carbonio da 6 a 20 possono essere presenti sia come vapori sia
come aerosol. Nell’atmosfera, gli alcani vengono attaccati inizialmente dal radicale ossidrile, O H . , con perdita di
un atomo di idrogeno e formazione di un radicale alchilico:

C x H 2 x+1

La reazione successiva con l’O 2 porta alla formazione di un radicale alchilperossilico:

.
C x H 2 x+1 O2

Questi radicali possono agire come ossidanti, perdendo un ossigeno per produrre radicali alcossilici:

.
C x H 2 x+1 O

Gli alcheni entrano nell’atmosfera attraverso vari processi, incluse le emissioni dei motori a scoppio e dalle turbine,
le operazioni nelle fonderie e la raffinazione del petrolio.

Questi composti sono usati principalmente per produrre polimeri per plastiche, gomme sintetiche, tinture latex ed
altre applicazioni. Gli alchini nell’atmosfera sono meno comuni degli alcheni. A volte si trovano livelli rilevabili di
acetilene, usato come combustibile nel cancelli per saldature, e di 1-butino, usato per la produzione di gomma
sintetica. Gli alcheni nell’atmosfera sono molto reattivi, specialmente in presenza di N Ox e luce solare.
19
IDROCARBURI AROMATICI
Gli idrocarburi aromatici possono essere divisi in due classi principali; quelli che hanno un solo anello benzenico e
quelli con anelli multipli. Quest’ultimi sono gli idrocarburi policlinici aromatici, PAH. Gli idrocarburi aromatici con
due anelli, come il naftalene, sono intermedi come comportamento. I seguenti idrocarburi aromatici sono tra le
prime 50 sostanze chimiche prodotte ogni anno:

I composti aromatici con un singolo anello sono costituenti importanti della benzina senza piombo. I solventi
aromatici sono molto più usati nell’industria. Gli idrocarburi aromatici sono il materiale grezzo usato per la
produzione di monomeri e plastificanti dei polimeri.

ALDEIDI E CHETONI
I composti carbonilici, costituiti da aldeidi e chetoni, sono le prime specie diverse degli intermedi di reazioni
instabili formate nell’ossidazione fotochimica degli idrocarburi atmosferici. I composti carbonilici sono
sottoprodotti nella formazione del radicale ossidrile a partire da radicali organici perossilici. Il composto carbonilico
più semplice e ampiamente prodotto è la formaldeide. Le aldeidi, sono seconde all’ N O2. Questo perché il gruppo
carbonilico è cromoforo, un gruppo cioè che assorbe facilmente la luce; esso ha un buon assorbimento nel vicino
ultravioletto.

20
COMPOSTI CONTENETI OSSIGENO: ALCOLI, FENOLI, ETERI, OSSIDI ACIDI CARBOSSILICI
Nell’atmosfera sono presenti numerosi alcoli alifatici. Gli alcoli più leggeri predominano come inquinanti
atmosferici, in particolare metanolo e l’etanolo. Tra gli altri alcoli rilasciati nell’atmosfera vi sono l’1-propanolo, il 2-
propanolo, il glicol propilenico, l’1-butanolo e persino l’ottadecanolo che viene rilasciato dalle piante. Gli alcoli
possono subire reazioni fotochimiche che iniziano con l’estrazione degli alcoli dall’atmosfera sono efficaci.
Nell’atmosfera sono stati trovati anche alcoli alchenilici come il 2-buten-1-olo, che è stato rilevato negli scarichi delle
automobili. Alcuni alcoli alchenilici vengono emessi dalle piante, uno di questi, il cis-3-esen-1-olo, viene rilasciato
dall’erba, dagli alberi e dalle piante coltivate, tanto che esso è conosciuto come alcol delle foglie. I radicali alchenilici
reagiscono fortemente con l’ozono atmosferico che si lega al doppio legame. I fenoli sono alcoli aromatici che
hanno un gruppo – OH legato ad un anello benzenico e sono più conosciuti come inquinanti delle acque che
dall’atmosfera. Alcuni tipici fenoli trovati come inquinanti nell’atmosfera sono i seguenti: fenolo, o-cresolo, m-
cresolo, p-cresolo, 1-naftolo. Il fenolo è tra le prime 50 sostanze chimiche prodotte ed è comunemente usato nella
produzione di resine e polimeri, come la Bakelite, un copolimero fenolo-formaldeide. I fenoli si trovano per pirolisi
del carbone e sono i principali sottoprodotti del processo di coking. Gli eteri non sono comuni inquinanti
atmosferici; tuttavia è ben noto il pericolo derivante dall’infiammabilità dei vapori di etere dietilico in un ambiente
di lavoro chiuso. A causa della vasta diffusione, l’MTBE è un potenziale inquinante atmosferico, sebbene il rischio
sia limitato dalla sua bassa tensione di vapore. Un altro potenziale inquinante atmosferico è il diisopropil etere
(DIPE). I prodotti di reazione principali sono l’acetato di isopropile e la formaldeide. Gli ossidi di etilene e
propilene rientrano tra le 5° specie chimiche più prodotte e hanno limitate possibilità di entrare nell’atmosfera come
inquinanti. L’ossido di etilene è un gas di odore piacevole, incolore, infiammabile, mediamente tossico, usato come
intermedio chimico, sterilizzante e fumigante. È risultato mutageno e cancerogeno sia per la tossicità che per
l’infiammabilità. La maggior parte degli acidi carbossilici trovati nell’atmosfera sono probabilmente prodotti
dell’ossidazione fotochimica con di altri composti organici attraverso reazioni in fase gassosa o reazioni in aerosol
acquosi. Questi acidi sono spesso i prodotti finali delle ossidazioni fotochimiche e per la loro bassa tensione di
vapore e la solubilità relativamente alta in acqua vengono facilmente portati via dall’atmosfera.

COMPOSTI ORGANICI ALOGENATI: CLOROFLUOROCARBURI, PERFLUOROCARBURI, DIBENZO-P-


DIOSSINE E DIBENZOFURANI CLORURATI
I composti organici alogenati sono molecole di idrocarburi alogeno-sostituite, ognuna delle quali contiene almeno
un atomo di F , Cl , Br o I . possono essere saturi, alogenuri alchilici, insaturi, alogenuri alchenilici o aromatici,
alogenuri arilici. Tra gli alogenuri alchilici che si trovano comunemente nell’atmosfera abbiamo il clorometano, il
diclorometano, il diclorodifluoro-metano, l’1,1,1-tricloroetano. Tra gli alogenuri organici alchenici o olefinici
abbiamo composto alogenati più leggeri come: cloruro di vinile, tricloroetilene, cloruro di allile. I tre
organoclorurati atmosferici più abbondanti sono il metilcloruro, il metil cloroformio e il tetracloruro di carbonio.
Nell’atmosfera si trovano inoltre cloruro di metilene, bromuro di metile, bromoformio, vari clorofluorocarburi e
anche etilene alogeno-sostituito come tricloroetilene, cloruro di vinile, percloroetilene e il dibromo etilene. I
clorofluorocarburi (CFC), come il diclorodifluorometano, chiamati comunemente Freon, sono composti volatili a 1
o 2 atomi di carbonio e che contengono Cl e F legati al carbonio. Questi composti sono stabili e non tossici. I più

21
prodotti tra questi sono CCl3 F , CCl2 F 2 ,C 2 Cl 3 F 3 ,C 2 Cl 2 F 4 e C 2 ClF 5. Gli halons sono gli analoghi composti
contenenti bromo e sono usati nei sistemi di estinzione del fuoco. Tra quelli maggiormente diffusi in commercio vi
sono CBrClF 2 , CBrF 3 e C 2 Br2 F 4. Gli halons sono particolarmente efficaci nell’estinzione del fuoco per il modo in
cui fermano la combustione. Gli halons vengono utilizzati nei sistemi aromatici di estinzione del fuoco, in
particolare in quelli installati in zone di immagazzinamento di solventi infiammabili e in quelli degli aerei. A causa
della loro potenziale capacità di distruggere lo strato di ozono, l’uso degli halons negli estintori sta diminuendo. La
non reattività dei CFC ha fatto si che essi siano diventati dei componenti omogenei dell’atmosfera a livello globale.
I clorofluorocarburi potrebbero catalizzare la distruzione dell’ozono atmosferico che filtra le radiazioni solari che
provocano il cancro. I CFC subiscono nella stratosfera la fotodecomposizione ad opera delle radiazioni ultraviolette
ad alta energia, che sono abbastanza energetiche da rompere i fortissimi legami C−Cl attraverso reazioni quali,

. .
Cl 2 CF 2 +hν ⟶ Cl + ClCF 2
rilasciando così atomi di cloro. Questi atomi reagiscono con l’ozono, distruggendolo e producendo ClO :

Cl+ O 3 ⟶ ClO+O2

Nella stratosfera, vi è un’apprezzabile concentrazione di ossigeno atomico, in virtù della reazione:

O3 +hν ⟶O 2 +O

Ed è presente anche l’ossido nitrico, NO . La specie ClO può reagire sia con O che con NO . Uno dei
clorofluorocarburi più difficile da sostituire è il CFC−12 a causa del suo impiego nei condizionatori delle
automobili. I perfluorocarburi sono composti organici completamente fluorurati, tra i quali i più semplici sono il
tetrafloruro di carbonio e l’esafluoroetano. Ogni anno sono prodotte alcune centinaia di tonnellate di questi
composti come agenti chimici nell’industria elettronica. I perfluorocarburi non reagiscono con il radicale ossidrile,
l’ozono o altre sostanze reattive nell’atmosfera. L’unico meccanismo significativo noto, attraverso il quale essi
vengono distrutti nell’atmosfera, è la fotolisi ad opera di radiazione con lunghezze d’onda inferiori a 130 nm. A
causa della loro elevata stabilità i perfluorocarburi sono molto persistenti nell’atmosfera; la vita media di CF 4 è
stimata intorno ai 50.000 anni. La principale preoccupazione della presenza di tali composti nell’atmosfera è la
possibilità che essi possono causare riscaldamento per effetto serra. Le dibenzo-p-diossine policlorurate (PCDD) e
i dibenzofurani policlorurati (PCDF) sono composti inquinanti che entrano nell’atmosfera da numerose sorgenti
tra cui i motori delle automobili, i rifiuti degli inceneritori e la produzione di acciaio e di altri metalli.

COMPOSTI ORGANO-SOLFORATI
La sostituzione dell’ H nel solfuro di idrogeno con gruppi alchilici o arilici quali il metile o il fenile, dà luogo ad una
varietà di differenti composti organo-solforati quali i tioli e solfuri, detti anche tioeteri. Il metandiolo e altri alchil
tioli più leggeri sono inquinanti atmosferici piuttosto comuni che possiedono un forte odore di aglio.

22
COMPOSTI ORGANICI AZOTATI
I composti organici azotati possibili contaminanti atmosferici possono essere classificati come ammine, ammidi,
nitrili, nitro composti o composti azotati eterociclici. Le ammine aromatiche sono di particolare interesse come
inquinanti atmosferici. Le ammine aromatiche sono molto utilizzate come intermedi chimici, antiossidanti e agenti
conservanti nella produzione di polimeri, farmaci, pesticidi, coloranti, pigmenti e inchiostri. Oltre all’anilina alcune
ammine aromatiche di potenziale interesse sono le seguenti:

Le ammine possono essere attaccate dal radicale ossidrile e danno luogo ad ulteriori reazioni. Le ammine sono basi,
perciò la loro chimica acido-base nell’atmosfera può essere importante, in particolare in presenza di acidi nelle
precipitazioni. L’ammide che è più probabile incontrare come inquinante atmosferico, è la dimetilformaldeide. I
nitrili caratterizzati dal gruppo C=N , sono contaminanti di origine soprattutto industriale. Molti composti
eterociclici azotati si trovano nel fumo di tabacco e si suppone che un certo numero di essi può entrare
nell’atmosfera tramite gli incendi della vegetazione. Oltre ai derivati della piridina, alcuni composti ciclici azotati
sono derivati del pirrolo, si trovano comunemente come aerosol. Le nitrosammine sono contaminanti atmosferici
poiché alcune di esse sono cancerogene.

23
Smog fotochimico

Si manifesta con una foschia di colore giallo-bruno dovuta alla presenza, in sospensione nell’aria, di minuscole
goccioline d’acqua contenenti in soluzione i prodotti delle reazioni chimiche che si verificano tra gli inquinanti
presenti nell’aria. Ho spesso un odore sgradevole a causa di qualcuno dei suoi componenti gassosi. Gli intermedi e i
prodotti finali delle reazioni che avvengono nello smog possono arrecare danni alla salute. Nelle grandi città è
prodotto soprattutto dalle sostanze emesse negli scarichi degli autoveicoli.

.
COV + N O +luce solare ⟶ miscela di O3 + HN O3 e prodotti gassosi

COV =composti organici volatili

I composti organici volatili sono molecole incombuste di idrocarburi; possono essere gassosi, provenienti
dall’evaporazione di solventi, combustibili liquidi e altri composti organici che evaporano con facilità. Affinché in
una città si verifichi un episodio di smog fotochimico il traffico dei veicoli deve essere intenso; deve essere presente
un clima caldo e una intensa radiazione solare. La massa si aria deve rimanere ferma affinché i reagenti non siano
diluiti. Le correnti d’aria possono trasportare per lunghe distanze gli inquinanti primari e secondari.

Reazioni fotochimiche del metano:


Alcune delle reazioni più importanti coinvolte nell’ossidazione degli idrocarburi atmosferici possono essere capite
considerando l’ossidazione del metano, l’idrocarburo atmosferico più comune e largamente disperso. Il metano
reagisce con atomi di ossigeno per generare il sempre importante radicale ossidrile ed un radicale alchilico:

. .
C H 4+ O⟶ H 3 C + H O

Il radicale metilico prodotto reagisce rapidamente con l’ossigeno molecolare per formare perossiradicali molto
reattivi, H 3 C+O 2 + M (terzo corpo che assorbe energia, normalmente una molecola di N 2 o O 2) H 3 CO O. + M nel
caso del metano si forma il radicale metossile H 3 CO O .. Tali radicali precipitano ad una varietà di reazioni a catena

24
in successione. Il radicale ossidrile reagisce rapidamente con gli idrocarburi per formare radicali alchilici reattivi, in
questo caso, il radicale metilico H 3 C. .

. .
C H 4+ H O ⟶ H 3 C + H 2 O

La formazione dello smog fotochimico:


Nelle atmosfere inquinate da NO e da idrocarburi, in presenza di intensa luce solare e di masse di aria stagnanti,
tendono a formarsi specie ossidanti. In termini di inquinamento atmosferico, ossidante fotochimico è una sostanza
in grado di ossidare nell’atmosfera è l’ozono. Altri ossidanti atmosferici sono l’ H 2 O 2, i perossidi organici, gli
idroperossidi organici ed i perossiacilnitrati.

L’INTERA ATMOSFERA IN PERICOLO

Le attività antropogeniche che hanno cambiato l’atmosfera sono:

- Attività industriali che emettono vari inquinanti atmosferici come S O 2, particolato, idrocarburi
fotochimicamente reattivi, CFC e sostanze inorganiche;
- Combustione di grandi quantità di combustibili fossili che immette nell’atmosfera C O 2 ,CO , S O 2 , N O x,
idrocarburi, particelle di nerofumo, ceneri sospese;
- Attività di trasporto: emissione di C O2 ,CO , N O x, idrocarburi fotochimicamente reattivi (che formano
smog) e idrocarburi policiclici aromatici;
- Alterazione della superficie terrestre compresa la deforestazione;
- Combustione biomassa e vegetazione comprende foreste tropicali e subtropicali, savane, che produce
C O2 ,CO , N O x, fuliggine e idrocarburi policiclici aromatici;
−¿¿
- Attività agricole che producono C H 4 e N 2 O dalla denitrificazione batterica dei suoli fertilizzati con N O 3 .

Le conseguenze principali sono:

- Aumento acidità atmosfera;


- Produzione di inquinanti ossidanti nella bassa atmosfera (smog fotochimico);
- Aumento di livelli di gas che assorbono nell’IR (gas serra);
- Alterazione della superficie terrestre (deforestazione);
- Pericolo per lo strato di O 3 stratosferico;
- Incremento della corrosione dei materiali.

Gas serra e riscaldamento del pianeta:


Gas presenti in tracce che assorbono all’infrarosso permettendo all’energia radiante del sole di penetrare fino alla
superficie della terra e riassorbendo la radiazione IR emessa da quest’ultima. Le concentrazione di questi gas serra
sono aumentati negli ultimi anni e continuano ad aumentare. Anche se le concentrazioni dei gas serra sono note,

25
non è certo il loro effetto sulla temperatura e sul clima. La C O2 e altri gas come il metano sono responsabili del
riscaldamento. Il biossido di carbonio è il gas più comunemente considerato gas serra. È prodotto principalmente
dalla combustione dei combustibili fossili e dalla deforestazione. Il biossido di carbonio aumenta di circa 1ppm
l’anno. Il metano invece aumenta di circa 0,02ppm/l’anno. Un parametro denominato “radiative forcing” è stato
usato per descrivere la diminuzione della radiazione IR che penetra attraverso l’atmosfera per aumento unitario del
livello di gas serra nell’atmosfera. Il radiative forcing di metano è circa 25 volte quello del biossido di carbonio.
Incremento di C O 2 atmosferica causa un’assimilazione accelerata di esso da parte delle piante durante la
fotosintesi. Ma l’aumento di velocità di sviluppo di C O 2 previsto è così alto che le foreste potrebbero non essere in
grado di fissarla. Un aumento di C O 2 produrrà anche un aumento del suo assorbimento negli oceani. La C O2
disciolta negli oceani è circa 60 volte quella dell’atmosfera. Inoltre il riscaldamento del pianeta potrebbe aumentare
la velocità con cui la biodegradazione immette questi gas nell’atmosfera. La siccità sarebbe un problema molto serio
che potrebbe derivare dai cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento per effetto serra.

Piogge acide:
Una pioggia resa acida dalla presenza di acidi più forti di C O 2 (aq ) è comunemente chiamata pioggia acida; il
termine si applica a qualsiasi tipo di precipitazione acquosa acida, inclusi nebbia, rugiada, neve e nevischio. In
senso più ampio, la deposizione acida si riferisce alla deposizione sulla superficie terrestre di acqua acida, gas acidi
e sali acidi. La deposizione in forma di soluzione è una precipitazione acida, e la deposizione di gas e composti non
umidi è una deposizione secca. La pioggia acida attacca quotidianamente le strutture edili, dai ponti di acciaio ai
monumenti antichi di migliaia di anni, arrecando danni anche enormi al patrimonio culturale del paese. L’azione
corrosiva si esercita su molti materiali diversi e i suoi effetti si possono facilmente individuare col passare degli
anni.

Le precipitazioni acide svolgono sia un’azione di tipo corrosivo che un’azione prettamente meccanica di
dilavamento del materiale reso friabile e solubile dagli acidi. Una notevole importanza viene assunta anche dal
processo di condensazione del vapor d’acqua sulle varie superfici interessate dall’inquinamento: gli inquinanti
presenti nell’aria si sciolgono nell’acqua e vengono a diretto contatto con i materiali. Inoltre, nel caso in cui un
aumento di quest’acqua si condensa, i contaminanti dell’aria si ritrovano a contatto delle superfici ad una
concentrazione molto più alta, causando così anche maggiori danni. Anche i metalli sono soggetti all’azione
corrosiva dell’acido solforico e dell’acido nitrico. L’inquinamento da questi due acidi corrode il rame: si formano
tipiche patine verdastre costituite da carbonati basici e solfati basici di rame. Questa corrosione risulta evidente
anche sul bronzo, dato che è una lega di rame, stagno e zinco. L’acido solforico è in grado anche di attaccare il ferro.

26
Se la concentrazione del biossido di zolfo permane alta nell’aria, la degradazione delle strutture in ferro risulta
continua. Questo avviene secondo due reazioni fondamentali:

Fe+ H 2 S O 4 +O2 ⟶ FeS O4 + H 2 O FeS O4 +O2 + H 2 O ⟶ FeO ( OH )(goethite)+ H 2 S O4

Il principale bersaglio delle piogge acide risulta essere la pietra calcarea: l’acido solforico, presente nelle piogge,
corrode il carbonato di calcio e lo trasforma in solfato di calcio, cioè in gesso (materiale solubile meno resistente
della pietra). Il tutto secondo la reazione chimica:

H 2 S O4 + CaC O 3 ⟶ CaSO 4+ H 2 O+C O2

Le piogge acide danneggiano l’intero patrimonio vegetale del pianeta: in molte parti dell’Europa e del Nord
America, le piante vengono danneggiate gravemente. Se non interverranno delle inversioni ti tendenza entro 10-20
anni molte foreste del mondo saranno distrutte, e questo provocherà localmente l’espansione del fenomeno carsico
(cioè la penetrazione dell’acqua nel sottosuolo), la siccità, la progressiva aridità dei suoli, l’aumento della possibilità
di inondazioni e il cambiamento del clima. L’aggressione nei confronti delle piante è duplice. Può avvenire
attraverso le foglie oppure attraverso modificazioni nella composizione chimica del terreno. Quando gli inquinanti
acidi (soprattutto anidride solforosa) arrivano al terreno sotto forma di precipitazioni o di deposizioni secche allora
si attua l’acidificazione del suolo. Nel terreno si libera lo ione alluminio che è in grado di sostituire il calcio dai suoi
siti di legame sui peli radicali delle piante; avviene una diminuzione dell’apporto dei nutrienti e la pianta si
indebolisce. Questi fenomeni si evidenziano nelle zone dove il suolo è più sottile e nelle aree nelle quali le piante
sono maggiormente esposte alle intemperie (come l’alta montagna). Le precipitazioni acide non rappresentano un
pericolo per la salute umana. Il passeggiare sotto una pioggia acida o anche il nuotare in un lago acidificato non è
più pericolo di quanto possa essere farlo in acqua normale. Invece possono insorgere dei danni alla salute nel caso
in cui si nutra di alimenti provenienti da acque acide, per esempio i pesci che abbaiano accumulato nel loro corpo
grandi quantità di metalli tossici (alluminio, manganese, zinco, mercurio, cadmio) liberati dai suoli e dilavati nelle
acque per effetto dell’acidificazione. I danni più gravi sono provocati dagli inquinanti che causano le piogge acide.
Questi gas interagiscono nell’atmosfera formando delle particelle di solfati e nitrati che possono essere trasportate
anche a grande distanza dai venti; queste particelle possono poi essere inspirate e così penetrare in profondità nei
polmoni. Le particelle più fini possono anche penetrare all’interno degli edifici e contribuire in questo modo al
peggioramento della qualità dell’aria negli ambienti confinati. Le emissioni di ossidi d’azoto costituiscono un serio
problema per la salute anche perché sono in grado di reagire con i composti organici volatili causando la
formazione dell’ozono e di altri inquinanti secondari. I solfati ed i nitrati si formano nell’atmosfera a partire dalle
emissioni di biossido di zolfo e di ossidi di azoto contribuiscono in modo determinante alla diminuzione della
visibilità. Si ritiene che nelle aree a forte industrializzazione e nelle zone limitrofe le particelle di solfato siano
responsabili per il 50-70% del fenomeno. Il tutto è difficile da quantificare perché molti fattori possono contribuire e
fra questi soprattutto l’umidità ed il particolato carbonioso oppure quello originato dal suolo. Si ritiene che la
causa principale di questi episodi sia l’acido solforico dalle emissioni di S O 2 che, reagendo con i composti
alcalini presenti nell’aria, forma varie particelle fini, per lo più di solfato d’ammonio e di solfato di calcio . Gli
effetti delle piogge acide sono l’acidificazione dei laghi con effetti tossici sulla flora e la fauna lacustre, la corrosione
di strutture esposte, collegamenti elettrici, attrezzature, materiali ornamentali e gli effetti associati alla riduzione
della visibilità a causa degli aerosol di solfato.

Distruzione dello strato dell’ozono:


I clorofluorocarburi sono i principali responsabili della diminuzione dell’ozono. Questi composti volatili sono stati
usati e rilasciati in quantità enormi negli ultimi decenni. Nella stratosfera la fotodissociazione dei CFC tramite le
intense radiazioni ultraviolette, produce atomi di cloro, ognuno dei quali può dar luogo a reazioni a catena:

. .
C F 2 C l 2 +hν ⟶C l +CCl F2
.
C l + O3 ⟶ ClO+O2
27
Cl O. + O⟶ C l . +O2

L’effetto netto di queste reazioni è la catalisi della diminuzione di alcune migliaia di molecole di O 3 per ogni atomo
di Cl prodotto. La manifestazione più evidente della distruzione dello strato di ozono è il cosiddetto “buco
dell’ozono in Antartide”. Le ragioni per cui ciò avviene sono correlate al normale effetto di N O2 nel limitare la
distruzione dell’ozono Cl−¿catalizzata attraverso la combinazione con ClO . Inoltre specie clorurate possono essere
liberate dal ClON O 2 e da altri composti clorurati per reazione all’interno delle nuvole ghiacciate, seguita da
fotodissociazione che produce il cloro atomico responsabile della distruzione dell’ozono:

ClON O2 + H 2 O⟶ HOCl+ HN O3
ClON O2 + HCl ⟶C l 2+ HN O3
.
HOCl+ hν ⟶ HO +Cl
C l 2 +hν ⟶Cl +Cl

Queste specie possono agire come intermedi nella distruzione dell’ozono stratosferico:

C F .3+ O3 ⟶ C F 3 O O. +O2
C F 3 O O. +O3 ⟶C F 3 O. +2 O2

2 O 3 ⟶ 3 O2

Lo reazioni dello smog fotochimico:


L’aerosol urbano contiene inoltre costituenti particolati che hanno origine da processi diversi dalla formazione dello
smog. L’ossidazione del biossido di zolfo, nelle condizioni fortemente ossidanti dello smog fotochimico, produce
acido solforico e particelle di solfato:

1
S O2+ O 2 + H 2 O⟶ H 2 S O 4 (reazione complessiva)
2

L’acido nitrico e i nitrati sono prodotti di notte, ovvero sia in assenza di luce in un processo che coinvolge il radicale
intermedio N O 3.

O 3 + N O 2 ⟶ O 2+ N O 3
N O3+ N O2 + M ( terzo corpo che assorbe energia ) ⟶ N 2 O5+ M
N 2 O5+ H 2 O⟶ 2 HN O3
HN O3 + N H 3 ⟶ N H 4 N O3

Come mostra l’ultima reazione, i sali di ammonio sono costituenti comuni delle particelle di aerosol urbano e sono
particolarmente corrosivi. Nel particolato si trovano anche metalli che possono contribuire alla tossicità delle
particelle di aerosol urbano e che possono catalizzare reazioni sulla loro superficie. Gli idrocarburi policiclici
aromatici, PAH sono i costituenti del particolato urbano di maggiore interesse, soprattutto perché i metaboliti di
alcuni di questi composti sono cancerogeni. La classe di PAH comprende il benzo(i)fluorantene e il 3-Nitroperilene
(mutageno). Questi composti sono emessi con gli scarichi dei motori a scoppio e si trovano sia in fase gassosa che
come particolato. Esistono numerosi meccanismi per la loro distruzione ed alterazioni chimica, soprattutto reazioni

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con ossidanti quali HO ., ozono, biossido di azoto e acido nitrico. È possibile anche la fotolisi diretta. Un altro tipo di
materiale particolato dell’aerosol urbano di considerevole interesse è la nebbia acida che può avere pH inferiore a 2
per la presenza di acido solforico e acido nitrico.

Inverno Nucleare:
È l’effetto atmosferico catastrofico in caso di uso di armi atomiche. Il calore sviluppato dalle esplosioni nucleari e
dai risultanti incendi causerebbe un innalzamento di nubi cariche di ceneri prodotte dalla combustione. Ciò
condurrebbe ad una diminuzione della temperatura per diversi anni e a temperature polari anche durante l’estate.
Il materiale particolato fortemente assorbente e in gran parte nero, assorbirebbe la radiazione solare nell’alta
atmosfera sicché essa non sarebbe in grado di raggiungere la superficie terrestre. Il raffreddamento inibirebbe
l’evaporazione dell’acqua riducendo la quantità di vapore acqueo in grado di assorbire i raggi infrarossi e
rallentando il processo attraverso il quale il materiale particolato è lavato dall’atmosfera con la pioggia. Si
verificherebbero massicce carestie conseguenti all’insufficienza dei raccolti.

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