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dinamica
Qual è la composizione dell’atmosfera?
L’atmosfera è l’involucro gassoso che avvolge il nostro pianeta.
Distinguiamo BASSA ATMOSFERA (fino ai 90 km di quota) e ALTA
ATMOSFERA (dai 90 in su):
BASSA ATMOSFERA: composizione chimica costante:
azoto 78% ; ossigeno 21% ; gas nobili (neon, argon, elio) 0,94% ; diossido di
carbonio 0,033%; tracce di gas inquinanti (come la CO2) idrogeno, metano e
ozono e, ovviamente, vapore acqueo (la cui concentrazione è variabile). Anche il
pulviscolo atmosferico è abbondante.
ALTA ATMOSFERA: composizione chimica omogenea:
(dai 90 ai 200 km) azoto e ossigeno molecolari; (dai 200 ai 1100) gas leggeri e
ossigeno in stato monoatomico; (dai 1100 ai 3500) elio; (dai 3500 in su) idrogeno
atomico.
STRATOSFERA:
E’ costituita da gas più rarefatti ma uguali a quelli della Troposfera, a eccezione di
vapore acqueo e e diossido di carbonio che diminuiscono. La temperatura è di circa
-70°C sino ai 20 km, poi aumenta (fenomeno chiamato INVERSIONE TERMICA)
grazie all’ozono che, formandosi, dissociandosi e assorbendo le radiazioni
ultraviolette, acquista energia (questa zona prende il nome di OZONOSFERA).
MESOSFERA:
Il gas è molto rarefatto e aumenta rispetto ad azoto e ossigeno. Non ci sono più
vapore acqueo e azoto. La temperatura continua a diminuire con l’altezza.
Il fenomeno caratteristico è quello delle NUBI NOTTILUCENTI: sottili nuvole
costituite da pulviscolo e cristalli di ghiaccio visibili al crepuscolo in estate.
TERMOSFERA:
Il gas continua a rarefarsi, non ci sono turbolenze e venti.
Il fenomeno caratteristico è quello della TEMPERATURA CINETICA: la
temperatura ai 300 km è di circa 1000°C, ma a temperatura cinetica, non “sensibile”.
Infatti in questa zona non vi è trasferimento di calore poiché, come sappiamo, questo
è generato dagli urti tra le particelle, che però in questa zona sono pochissimi.
Un altro importante fenomeno è quello della IONIZZAZIONE (avviene al di sopra
dei 70-80 km), cioè la trasformazione delle molecole in ioni. La zona interessata,
detta IONOSFERA, influenza la propagazione delle onde radio; in essa si
distinguono infatti 4 strati detti D, F, F1 ed F2, che riflettono onde radio lunghe,
medie, corte e cortissime.
Ancora un fenomeno, quello delle AURORE POLARI (boreali e australi), effetto
della luminescenza di azoto e ossigeno eccitati dalle collisioni con particelle del
vento solare che, attratte dai poli magnetici, penetrano nell’atmosfera.
ESOSFERA:
E’ il “confine”. Le temperature continuano ad aumentare sino a toccare i 2000°C
(sempre temperatura cinetica). La densità ha valori minimi. Alcune particelle sono
attratte dalla terra, altre invece si disperdono dello spazio.
Anche qui è possibile vedere il fenomeno delle già citate aurore polari, grazie alle
FASCE DI VAN HALLEN, in cui le particelle del vento solare, catturate dal campo
magnetico terrestre, si dispongono in due zone “ad anello”.
Qual è il bilancio radiativo ed energetico della terra?
Al limite superiore dell’atmosfera giungono circa 1366 W per ogni m2 di superficie;
questo fenomeno è detto IRRADIANZA SOLARE.
Ma quanta energia arriva davvero sulla terra? Iniziamo a calcolare.
a) Solo metà della terra è esposta al sole, per cui l’irradianza si dimezza: 1366:2=683.
b) poiché la terra è sferica, solo le aree vicino all’equatore sono perpendicolari ai
raggi in arrivo, per cui si dimezza ancora. 683:2=341,5.
Quindi l’irradianza è circa un quarto di quella iniziale (circa 340 W).
Di questa energia i gas dell’atmosfera ne assorbono il 16%, le nubi il 2%, la
riflessione solare il 23%, il vapore acqueo il 7%.
Arriva in pratica sulla terra il 52% di energia (RADIAZIONE GLOBALE). Ma
poiché anche la superficie terrestre riflette il 4% dell’energia, ne rimane il 48%
(RADIAZIONE EFFETTIVA).
La terra riemette nuovamente questa energia (RADIAZIONE TERRESTRE) sotto
forma di onde elettromagnetiche che tuttavia, grazie all’intercettazione dell’infrarosso
termico, lo rimanda sulla terra (CONTRORADIAZIONE ATMOSFERICA). Il
fenomeno è noto come EFFETTO SERRA, che mantiene il nostro pianeta a
temperatura media (15°C). Grazie ad esso solo il 18% dell’energia è disperso nello
spazio, per cui la terra ha un BILANCIO RADIATIVO GLOBALE DEL 30%. La
terra, aiutata dalle piante e dall’evapotraspirazione (l’evaporazione di tutte le acque
che si trovano sulla terra), riesce a mantenere un equilibrio termico costante:
sommando RADIAZIONE TERRESTRE + CALORE LATENTE + CALORE
SENSIBILE si ottiene un bilancio energetico globale nullo, quindi la terra non si
riscalda e non si raffredda.
N.B.
CALORE LATENTE: energia che si libera nei processi di condensazione (nubi,
nebbia)
CALORE SENSIBILE: energia che si libera dal suolo o dal mare e sale in quota.
Da cosa dipende la Temperatura dell’Aria?
1) INCLINAZIONE DEI RAGGI SOLARI: al crescere della latitudine, l’angolo
che i raggi solari formano con la superficie terrestre diminuisce (inversamente prop.).
In effetti ai poli la temperatura è inferiore rispetto che all’equatore, e in inverno vi è
più freddo che in estate.
2) ALTITUDINE: al crescere della quota la temperatura dell’aria diminuisce
(inversamente prop.).
Questo dipende sia dal fatto che la fonte primaria di calore per l’aria è la terra sia
perché, negli strati più bassi della troposfera l’aria è più densa e quindi assorbe
meglio le radiazioni termiche rispetto a strati più alti.
3) PRESENZA DI BACINI MARINI: una grande massa d’acqua ha un’elevata
capacità termica (direttamente prop.). Questo avviene perché l’acqua ha un calore
specifico (capacità di fare aumentare di 1°C la temperatura di 1kg di una sostanza)
cinque volte più alto di quello delle rocce.
In effetti nelle città marine in inverno il clima è molto più mite.
4) ESPOSIZIONE TOPOGRAFICA): più una città è esposta alla luce, più è calda e
viceversa (direttamente prop.).
5) IL TIPO DI TERRENO E LA VEGETAZIONE: il tipo di terreno influenza la
temperatura.
In effetti le zone ricche di piante, poiché fotosintetiche, sono quelle più umide.
6) NUVOLE E PULVISCOLO: le nubi e il pulviscolo trattengono radiazioni
termiche tanto in entrata quanto in uscita.
In effetti, in inverno, se il cielo è molto nuvoloso la temperatura si abbasserà di meno.
7) URBANIZZAZIONE: l’asfalto e gli edifici trattengono più calore delle
campagne.
La pioggia e la neve
Pioggia e neve si verificano attraverso:
1) LA SUBILMAZIONE: le nubi con temperature inferiori ai -5°C sono costituite
principalmente da aghetti di ghiaccio. Il vapore acqueo presente nella nube sublima
intorno ad esse rendendole sempre più pesanti, così che scendano sottoforma di
pioggia. Se la temperatura nella discesa dovesse essere inferiore a 0, si creerebbe la
neve.
2) LA COALESCENZA: mentre le goccioline cadono, inglobano man mano
goccioline più piccole acquisendo peso e divenendo, quindi, pioggia.
La grandine
La GRANDINE si forma grazie agli aghetti sul lato più alto della nube. Man mano
che la attraversano si legano ad altri aghetti di ghiaccio, divenendo grandine. Grazie
alle correnti ascensionali, inoltre, gli aghetti scendono, ma riescono anche a risalire e
poi a riscendere nuovamente.
Il regime pluviometrico
Il REGIME PLUVIOMETRICO indica l’andamento delle precipitazioni nel corso
di un anno in una regione. Può essere rappresentato per mezzo di diagrammi e carte,
in cui sono tracciate le ISOIETE.
Possiamo distinguere 4 aree terrestri con 4 regimi diversi.
1) REGIME EQUATORIALE: piogge elevate distribuite nel corso dell’anno;
2) REGIME TROPICALE: pioggia quasi esclusivamente nel periodo estivo;
3) REGIME TEMPERATO: piogge uniformemente distribuite, più concentrate
nelle zone marittime che continentali;
4) REGIME POLARE: scarse piogge, abbondanti nevicate.
Le perturbazioni atmosferiche
Le PERTURBAZIONI ATMOSFERICHE hanno meccanismi di formazione
diverso a seconda della zona. In particolare distinguiamo 2 tipi di cicloni:
I CICLONI TROPICALI: insieme alle DEPRESSIONI TROPICALI (piogge
medio forti-venti fino ai 63km/h) e alle TEMPESTE TROPICALI (piogge forti-
venti fino ai 90km/h), sono perturbazioni fortissime caratterizzate da venti che
spirano sino ai 118km/h. Lo sviluppo di un ciclone tropicale avviene in seguito al
riscaldamento delle masse d’aria entrate a contatto con la superficie del mare.
Raggiungendo temperature di 28°C circa, salgono lungo la troposfera con un
movimento prodotto dalla rotazione terrestre, fino a che, raffreddandosi arrivando in
quota, provoca la condensazione del vapore acqueo. Quando questo scende verso il
basso, diminuisce tantissimo la pressione e si forma l’OCCHIO DEL CICLONE.
Un vero e proprio vortice, insomma, che possedendo il moto della traslazione, si
sposta da una zona all’altra tendendo sempre verso le coste. Si formano ovviamente
in estate.
Anche i tornado sono cicloni potentissimi, capaci di far esplodere palazzi (differenza
di pressione dentro-fuori) e di trasformare piccoli oggetti in violentissimi proiettili.
I CICLONI EXTRATROPICALI: avvengono nel momento in cui due masse d’aria
con caratteristiche diverse (FRONTI) si incontrano. I fronti possono essere:
1) FRONTE FREDDO: una massa di aria fredda occupa un territorio
precedentemente occupato da una calda. Si incunea sotto di essa e la costringe a
risalire verso l’alto, dando origine alle nubi che danno origine alle precipitazioni;
2) FRONTE CALDO: una massa di aria calda occupa un territorio precedentemente
occupato da una fredda. Così sale sopra quella fredda e inizia a raffreddarsi
lentamente, dando origine a piogge deboli.
3) FRONTE OCCLUSO: un fronte freddo, più veloce, raggiunge un fronte caldo. E’
dal fronte occluso che nascono i cicloni, poiché le masse d’aria prendono il
movimento rotatorio.
Capitolo 6 – Il clima
Elementi e fattori del clima
IL TEMPO METEOROLOGICO: ogni zona della terra è caratterizzato da
condiioni meteorologiche momentanee: presenza di nubi o ciel sereno, afa o forte
vento;
IL CLIMA: l’insieme delle condizioni meteorologiche registrate nell’arco di lunghi
periodi che si mantengono più o meno costanti.