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Capitolo 6 CONCENTRAZIONE DEI DEFLUSSI

1 INTRODUZIONE
Lo studio della formazione dei deflussi a partire dalle precipitazione costituisce uno dei settori centrali della ricerca in campo idrologico ed ha subito un ulteriore impulso dalla diffusione del calcolo elettronico, con lo sviluppo di una grande variet di modelli. Sono state proposte numerose classificazioni dei modelli di trasformazione afflussi-deflussi, basate su diversi aspetti dei modelli stessi. Come tutte le classificazioni, ciascuna di esse si presta a critiche e trascura aspetti, anche importati, dei modelli considerati. Per fissare le idee, si far in seguito riferimento alla classificazione proposta da Todini (1988), indicando con: - modelli stocastici, i modelli in cui si ipotizza soltanto un legame di dipendenza stocastica tra gli afflussi e i deflussi, senza introdurre elementi descrittivi delle caratteristiche del bacino; - modelli integrali concentrati, i modelli che rappresentano il bacino come un'unit globale, senza articolazione spaziale, mentre la trasformazione degli afflussi in deflussi rappresentata aggregando schematicamente le diverse componenti del ciclo idrologico in pochi algoritmi semplici; - modelli integrali distribuiti, (talvolta indicati anche semplicemente come modelli distribuiti) i modelli che schematizzano il fenomeno idrologico tenendo conto separatamente di un numero maggiore di componenti rispetto ai modelli concentrati, anche se il singolo fenomeno viene rappresentato per mezzo di relazioni matematiche, pi che di leggi fisiche. Alla schematizzazione pi articolata dei fenomeni si accompagna anche una descrizione della variabilit spaziale del sistema. Il bacino, quindi, non pi concepito come un unico operatore, ma come un complesso di relazioni interconnesse, sia verticalmente - afflusso, trattenuta superficiale, invaso, infiltrazione, deflusso - sia orizzontalmente - trasporto in alveo da un sottobacino all'altro. La precipitazione descritta da una molteplicit d'ingressi, ciascuno con una sua area d'influenza. Anche i parametri sono ovviamente pi numerosi perch relativi ai diversi sottobacini; - modelli differenziali distribuiti (talvolta indicati anche come modelli a base fisica), in cui tutte le componenti del ciclo idrologico sono descritte da relazioni fisiche differenziali, che devono essere integrate tenendo conto delle condizioni al contorno, costituite dalle caratteristiche fisiche del terreno e degli alvei.

Questa classificazione ha il merito di tenere conto del grado di conoscenza a priori intesa come conoscenza fisica dei fattori che influenzano il processo di trasformazione richiesta dal modello. Nei modelli stocastici la conoscenza a priori minima, perch i parametri del modello sono soltanto stocastici e a essi non viene attribuito alcun significato fisico. Questi parametri vengono stimati con tecniche puramente statistiche a partire dai dati di afflusso e di deflusso. Nei modelli integrali concentrati la conoscenza a priori riguarda soltanto alcune caratteristiche globali del bacino, come l'area, la lunghezza dell'asta principale, la pendenza media dei versanti. Altri parametri, come il tempo di concentrazione, il coefficiente di deflusso, la costante d'invaso sono in genere determinati per taratura dai dati di afflusso e deflusso. In tal caso il contenuto di conoscenza a priori non molto maggiore di quello dei modelli stocastici. Nei modelli integrali distribuiti la conoscenza a priori ancora pi grande, per il maggior numero di parametri noti, relativi sia alle diverse fasi del processo, sia alla pi complessa articolazione spaziale. Anche i parametri da determinare per taratura sono pi numerosi. Nei modelli differenziali distribuiti, infine, la conoscenza a priori massima, perch necessario conoscere in dettaglio le caratteristiche e le condizioni iniziali del bacino.

2 FORMULA STORICHE
2.1 FORMULA RAZIONALE
La prima relazione formale impiegata per mettere in relazione la portata di piena al colmo con le precipitazioni stata la formula razionale, introdotta da Mulvaney (1850) intorno alla met del secolo scorso. Come noto, questa formula basata sul concetto di tempo di concentrazione: per un'assegnata intensit di pioggia la massima piena si verifica quando la durata della pioggia raggiunge o supera il tempo di concentrazione del bacino. Col metodo razionale la portata di piena al colmo espressa dalla formula: (m3/s) dove il coefficiente 278 tiene conto delle unit di misura e: T il tempo di ritorno (anni) Ab l'area del bacino (km2), Qc (T ) = 278 i( ( b ,T ) Ab (2.1)

il coefficiente di deflusso, b la durata critica, intesa come tempo di concentrazione del bacino (h), i(b) l'intensit di pioggia (m/h) di durata critica
Per valutare l'intensit di pioggia si utilizza una relazione intensit-durata. Si conviene quindi di attribuire alla portata Q il medesimo tempo di ritorno della relazione intensitdurata cui si fa riferimento. Questa assunzione tutt'altro che scontata. Infatti la determinazione della pioggia netta per mezzo di un coefficiente di deflusso costante

rappresenta una grossolana semplificazione. L'assorbimento, non solo varia durante la pioggia man mano che il terreno si satura, ma anche influenzato dalle condizioni di imbibizione del bacino all'inizio dell'evento. La probabilit della portata dipende quindi dalla combinazione delle probabilit della pioggia e del coefficiente di deflusso. La relazione (2.1) ha un carattere empirico e ha come parametri il tempo di concentrazione b e il coefficiente di deflusso . Per la scelta del coefficiente di deflusso , che largamente determinato dalle perdite idrologiche, si rinvia al capitolo 3.

Tempo di concentrazione
Nei bacini rurali, in cui sono note solo le caratteristiche generali del bacino, il tempo di concentrazione ricavato per mezzo di formule globali. Tra le pi usate quella di Kirpich (1940):

b = 0 ,000325 L0 ,77 J 0 ,385 (h)


con:

(2.2)

L lunghezza dell'asta principale (m), J pendenza media del bacino (m/m), ricavata da dati del Soil Conservation Service relativi a bacini rurali, con alveo ben definito e pendenze elevate (3 10%). Per scorrimento su falda con superfici bitumate o di calcestruzzo si moltiplica il tempo per 0,4. Per canali di calcestruzzo si moltiplica il tempo per 0,2. Per piste aeroportuali la Federal Aviation Administration (1970) ha sviluppato la seguente formula:

b = 3,26 (1,1 ) L0 ,5 J 0 ,333 (min)


con: lunghezza dello scorrimento superficiale (m), pendenza della superficie (%), coefficiente di deflusso, usata anche per lo scorrimento superficiale in bacini urbani. L J

(2.3)

Per lo scorrimento superficiale Morgali e Linsley (1965) hanno proposto l'applicazione del modello dell'onda cinematica su superfici piane, ricavando:

b = 0 ,441
con: L J n i ( b )

L0 ,6 n0 ,6 i ( b )0 ,4 J 0 ,3

(min)

(2.4)

lunghezza della falda (m), pendenza della falda, indice di scabrezza di Manning, intensit di pioggia (m/h).

Questa formula ovviamente iterativa, perch i ( b ) dipende appunto da b. Quando sono note le caratteristiche degli alvei possibile determinare il tempo di 3

concentrazione tenendo conto anche della velocit di scorrimento negli alvei stessi. Questo metodo, usato soprattutto nel calcolo dei sistemi di fognatura e di bonifica, sar sviluppato nel paragrafo 4.

2.2 METODO DI GIANDOTTI


In Italia, Giandotti (1933) ha messo a punto una formula di struttura analoga a quella del metodo razionale:

Qc = 278

dove Ab, e i(b) hanno il significato noto e: il coefficiente di punta, il rapporto tra la durata della piena e il tempo di concentrazione. Giandotti (1933) suggeriva di assumere: =6 =4 mentre lespressione del coefficiente di deflusso in funzione dell'area del bacino pu essere ricavato dalla tabella 2.1.
Tabella 2.1 - Valori di ottenuti da Giandotti bacino Trebbia Adda Arno Tevere Po sezione S. Salvatore Lago di Como Pisa Roma Pontelagoscuro Area formula (km2) 0 1.000 1.000 10.000 10.000 70.000 Area bacini (km2) 619 2.600 8.000 16.545 70.000

i ( b ) Ab

(m3/s)

(2.5)

(formula)
0,30 0,25 0,25 0,20 0,20

I valori dei parametri della (2.5), sono stati tarati da Giandotti stesso in base alle registrazioni di onde di piena di diversi bacini italiani e delle relative precipitazioni, avendo assunto per il tempo di concentrazione l'espressione:

b =
con:

4 Ab + 1,5 Lb 0 ,8 y m

(h)

(2.6)

Ab Lb ym

area del bacino (km2), lunghezza dell'asta principale del bacino (km), altitudine media del bacino rispetto alla sezione di chiusura (m).

La taratura eseguita da Giandotti, illustrata nella figura 2.1a per la (2.6) e nella figura 2.1b per la (2.5), mostra un adattamento abbastanza soddisfacente, anche se purtroppo gli eventi considerati non sono molti. 4

Successivamente Visentini (1938), sulla base di elaborazioni non pubblicate, ha proposto i valori dei parametri della (2.5) indicati nella tabella 2.2. Tali valori sono stati recepiti dallo stesso Giandotti (1937 e 1940), nonch da numerosi testi di idrologia e costruzioni idrauliche italiani (Arredi, 1947 e 1962; Marzolo, 1963; Supino, 1965; Tonini, 1966; Calenda e Margaritora, 1979; Maione, 1981; Moisello, 1985).
120 100 80 Tevere 60 Arno 40 20 Sesia 0 100 1000 10000 100000 Taro Dora Baltea
0 100 1000 10000 area del bacino (km2) 100000 10000

osservato calcolato

Po
8000
portata al colmo (m3/s)

osservata calcolata

Po

tempo di concentrazione (ore)

6000

4000 Arno 2000 Trebbia Adda Tevere

a)

area del bacino (km2)

b)

Figura 2.1 Taratura delle formule di Giandotti

Tabella 2.2 Parametri della formula di Giandotti proposti da Visentini Area (km2) 0 500 500 1.000 1.000 8.000 8.000 20.000 20.000 70.000 0 300 300 1.000 > 1.000

0,5 0,4 0,3 0,3 0,2

4,0 4,5 5,0 5,5 6,0

10 8 6

Si osservi che, nonostante si riferiscano allo stesso schema concettuale, il metodo razionale e il metodo di Giandotti sono sostanzialmente differenti, in quanto quest'ultimo inserisce un coefficiente di punta

, che pari 1,5 con i valori suggeriti da Giandotti nel 1933, ma che

arriva fino a 2,5 per bacini di area inferiore a 300 km2 con i valori proposti da Visentini. Il metodo originario di Giandotti fornisce comunque valori paragonabili a quelli della formula razionale, sia perch i tempi di concentrazione dati dalla (2.6) sono generalmente

superiori, ad esempio, a quelli della (2.2), ma soprattutto perch i valori del coefficiente di deflusso della tabella 2.1 sono nettamente inferiori a quelli generalmente impiegati per la formula razionale. Se, invece, si usano i parametri proposti da Visentini, la formula di Giandotti fornisce sistematicamente valori molto pi elevati della formula razionale, soprattutto per bacini di piccole dimensioni. Poich la formula razionale in uso da moltissimi anni in tutto il mondo, e ha subito numerose tarature, mentre la formula di Giandotti impiegata soltanto in Italia e non facile accedere alla taratura di Visentini, si ritiene preferibile attenersi alla prima. Se si vuole comunque impiegare la (2.5), consigliabile attenersi alla formulazione originaria di Giandotti, di cui possibile controllare la taratura.

3 MODELLI LINEARI
3.1 MODELLO CINEMATICO
Il modello cinematico lineare si basa sul concetto di canale lineare, definito come un operatore che trasforma la portata in entrata qe nella portata in uscita qu con una traslazione in un tempo senza modificarne il valore:

qu (t ) = qe (t )
dove il tempo di corrivazione o tempo di trasferimento. Un bacino pu essere schematizzato come un fascio di canali lineari che uniscono ciascun punto della superficie con la sezione di chiusura. Ad ogni punto pu essere allora associato un tempo di trasferimento . Le linee che uniscono i punti con ugual tempo di trasferimento prendono il nome di isocorrive (figura 3.1). Sia dA() lareola elementare compresa tra le isocorrive e + d, questa contribuisce alla portata nella sezione di chiusura al tempo t, Q(t), con una portata elementare
isocorriva

+d

dA()

Figura 3.1 Schematizzazione di un bacino col modello cinematico lineare: isocorrive

dQ(t ) = p (t )dA( )

per cui il contributo, definito come la portata per unit di area totale del bacino Ab, risulta: 6

dA( ) 1 dA( ) = p (t ) d Ab Ab d Il contributo al tempo t dunque: dq(t ) = p (t ) q(t ) = p (t )


t 0

(3.1)

1 dA( ) d Ab d

(3.2)

La (3.2) unequazione di convoluzione che fornisce il contributo nella sezione di chiusura in funzione dello ietogramma p(t) e della funzione di forma del bacino A( ) .

3.2 IDROGRAMMA UNITARIO ISTANTANEO Definizione


Se si sostituisce la variabile con una nuova variabile:

= t
per cui:
d = d

dA( ) dA(t ) = d d la (3.2) diventa:


1 dA(t ) 1 dA(t ) d d = p ( ) q(t ) = p ( ) Ab d Ab d =0 =0
t t

(3.3)

Ponendo:

u (t ) =

1 dA(t ) Ab dt
t

(3.4)

la (3.3) si scrive:

q(t ) = p ( ) u (t ) d
0

(3.5)

La funzione u (t ) prende il nome di idrogramma unitario istantaneo (IUH Instantaneous Unit Hydrograph), ed una caratteristica del bacino. Si definisce pioggia unitaria istantanea una pioggia di durata istantanea e altezza P (0 ) unitaria, ossia tale che:

0 p (t ) = 0

per t = 0 per t 0

(3.6)

lim p (t )dt = P (0 ) = 1
t 0 0

(3.7)

Una pioggia unitaria istantanea , dunque, una pioggia di intensit infinita che ha unaltezza unitaria in un intervallo di tempo nullo. Per la (3.5) e la (0.037):

q(t ) = p (0 ) u(t ) dt = u (t )
0

(3.8)

Per la continuit sempre:

u(t ) dt = 1
0

(3.9)

Lidrogramma unitario istantaneo dunque la risposta del bacino ad una pioggia unitaria istantanea. I modelli lineari si possono tutti esprimere nella forma (3.5) come lintegrale di convoluzione dello ietogramma p (t ) con lidrogramma unitario istantaneo u (t ) del bacino. Si osservi che la risposta del modello lineare gode delle seguenti propriet: - proporzionalit: per cui, se q(t ) la soluzione della (3.5) con ingresso p (t ) , il prodotto c q(t ) la soluzione con lingresso c p (t ) ; -

additivit: per cui, se q1 (t ) e q2 (t ) sono le soluzioni della (3.5) con gli ingressi p1 (t ) e p2 (t ) , la somma q1 (t ) + q1 (t ) una soluzione con lingresso p1 (t ) + p1 (t ) .

frequente luso di idrogrammi unitari rappresentati da funzioni analitiche che godono della propriet (3.9). Alcuni di questi idrogrammi sono riconducibili, come si vedr, a degli schemi concettuali semplici. Lo IUH come distribuzione di probabilit Si noti che a norma della (3.9) u (t ) pu essere inteso come densit di probabilit del tempo di detenzione t dellacqua nel bacino.

Idrogramma unitario istantaneo rettangolare


Lo IUH rettangolare rappresentato dalla relazione:
1 u (t ) = b 0

per 0 t b per t > b

(3.10)

In questo caso la (3.9) diventa:

u(t ) dt = b b = 1
1
0

quindi la (3.10) pu rappresentare effettivamente un idrogramma unitario istantaneo. Lo IUH rettangolare pu essere considerato la risposta di un bacino la cui funzione di forma rettangolare, e b il tempo di concentrazione del bacino.

IUH rettangolare con ietogramma rettangolare Si consideri il caso in cui un bacino caratterizzato da un IUH rettangolare riceve come ingresso uno ietogramma rettangolare netto dintensit p e durata t p uniformemente distribuito sullarea. Lo ietogramma dunque:
p p (t ) = 0 per 0 t t p per t > t p

(3.11)

La (3.5) diventa allora:

p p ( ) u (t ) = b 0

per 0 t p e 0 t - b per t > tp o t - > b

(3.12)

Si esaminano separatamente i tre casi, t p < b , t p = b e t p > b : A) t p < b , ossia il tempo di pioggia inferiore al tempo di concentrazione del bacino. Lidrogramma costituito da tre tratti distinti, a seconda che: 0 t t p . t p t b o

b t b + tp :
A1) per 0 t t p (figura 3.2a) sempre p > 0 e t t p b , per cui a norma della (3.10) u (t ) = 1 b e quindi:
t

q(t ) = p

d = p b b
0

(3.13)

Lidrogramma cresce linearmente con t fino al tempo t p quando raggiunge il valore

p tp b ;
A2) per t p t b (figura 3.2b) p > 0 solo fino a t = t p , dopo di che si annulla, mentre sempre t b , per cui u (t ) = 1 b e quindi:
q (t ) = p 1
tp 0 t

d + 0

b t

d = p
p

tp

(3.14)

Lidrogramma costante; A3) per b < t b + t p (figura 3.2c) u (t ) = 0 quando < t b e quindi:
q (t ) = p 0
t b 0

d + p b d + 0 b d = p
t b tp

tp

t p +b t

(3.15)

Lidrogramma decresce linearmente con t fino ad annullarsi per t = t p + b . Per t p b lidrogramma di piena di un IUH rettangolare prodotto da uno ietogramma rettangolare dunque quello illustrato nella figura 3.2.

t tp t-

b+ tp

tp t-

b+ tp

a)

b)
p

t-b

tp

t- b

b+ tp

c)

Figura 3.2 Idrogramma di piena per tp < b

B) t p = b , ossia il tempo di pioggia uguale al tempo di concentrazione del bacino. il caso limite del precedente. Lidrogramma di piena (figura 3.3) segue la (3.13) fino al tempo t p , dove ha il massimo con
q( b ) = p 1
b
0

b
p

d = p

tp = b

b+ tp

Figura 3.3 Idrogramma di piena per tp = b

10

quindi decresce seguendo la (3.15), che si esprime:

q(t ) = p

2 b t

Per t p b lidrogramma di piena di un IUH rettangolare prodotto da uno ietogramma rettangolare dunque quello illustrato nella figura 3.3. C) t p > b , ossia il tempo di pioggia maggiore del tempo di concentrazione del bacino. Lidrogramma di piena si comporta t p , dopo di che Lidrogramma costituito da tre tratti distinti, a seconda che: 0 t b , b t t p o t p t b + t p : C1) per 0 t b lidrogramma di piena si comporta come nel caso B; C2) per b t t p (figura 3.4a) si ha:
p
p

t-b

t- b

tp

b+ tp

t-b

a)

t- b

tp

b+ tp

b)

Figura 3.4 Idrogramma di piena per tp > b

q(t ) = p 0

t b

d + p
0

b t

d + p
b

d = p

(3.16)

C3) per t p t b + t p (figura 3.4b) si ha:

q(t ) = p 0

t b

d + p b d + p b d + 0 b d = p
0 t b

tp

tp +b t

tp

Per t p > b lidrogramma di piena di un IUH rettangolare prodotto da uno ietogramma rettangolare dunque quello illustrato nella figura 3.4. Per facilitare la comprensione, i tre idrogrammi possono essere spiegati facendo riferimento allo schema del modello cinematico con funzione di forma rettangolare: A) per t p < b (figura 3.5): quando la pioggia inizia arrivano alla sezione di chiusura soltanto i contributi delle zone pi vicine (t1) e la portata bassa; col passare del tempo arrivano anche i contributi di zone pi distanti, ma dato che la pioggia non ha smesso continuano ad arrivare anche i contributi delle zone pi vicine (t2) e la portata sale; 11

t1

t2

tp

t3

t4

t5

Figura 3.5 Aree contribuenti alla piena per tp < b

al tempo tp cessa la pioggia e contribuisce unarea:

A(t p ) = Ab
-

tp

da questo momento in poi arrivano ancora contributi di zone pi distanti, ma cessano quelli di zone pi vicine per cui larea contribuente trasla verso monte ma non si amplia (t3) e la portata rimane contante; al tempo b arrivano i contributi dellestremit di monte del bacino; da questo istante in poi larea contribuente non si espande pi a monte ma, dato che continua a ampliarsi larea non contribuente a valle, larea contribuente si riduce (t4) e la portata cala;

- larea contribuente si riduce sempre di pi (t5) e la portata ormai molto bassa; Come si pu osservare la pioggia troppo breve e non arriva mai a contribuire tutta larea del bacino contemporaneamente. B) per t p = b (figura 3.6): la porta cresce man mano che si amplia larea contribuente (t1 e t2) e, dato che la pioggia dura quanto il tempo di concentrazione del bacino, piove ancora nellistante in cui arrivano i contributi provenienti dallestremit di monte, e per un attimo arriva a contribuire tutto il bacino contemporaneamente (tp = b); poi, cessata la pioggia, si riducono i contributi di valle e la portata cala (t3 e t4);

t1

t2

tp=b

t3

t4

Figura 3.6 Aree contribuenti alla piena per tp = b

12

C) per t p = b (figura 3.7): tutto procede come nel caso B (t1, t2 e b) ma quando inizia a contribuire tutto il bacino, la pioggia continua per cui larea contribuente non si riduce (t3) e la portata rimane costane fino al tempo tp, quando la pioggia cessa e, riducendosi larea contribuente, le portate calano (t4 e t5)

t1

t2

t3

tp

t4

t5

Figura 3.7 Aree contribuenti alla piena per tp > b

Idrogramma unitario istantaneo esponenziale


Lo IUH esponenziale rappresentato da una legge esponenziale negativa (figura 3.8):

u( t ) =

e t k k
1 0.8 k=1 0.6

(3.17)

IUH
0.4 0.2 k=2 0 0 1 2 3 tempo (ore) 4 5

Figura 3.8 IUH esponenziale

In questo caso la (3.9) diventa:

u(t ) dt = [ e

t k 0

=1

quindi la (3.17) pu rappresentare effettivamente un idrogramma unitario istantaneo. Lo IUH esponenziale pu essere considerato la risposta di un bacino la cui funzione di forma 13

esponenziale. Il tempo di concentrazione dei un simile bacino infinito. Modello dellinvaso lineare Lo IUH esponenziale anche la risposta di un modello concettuale, detto modello dellinvaso lineare. Il concetto dellinvaso lineare stato utilizzato in Italia da Paladini (1902) e da Fantoli (1904) nel calcolo delle fognature di Milano come metodo dell'invaso, diffusamente impiegato successivamente in Italia per al calcolo delle fognature e delle reti di drenaggio in genere 1 . Un invaso lineare caratterizzato dalla relazione:

w(t) = kq(t)

(3.18)

dove w(t) il volume per unit di area del bacino invasato al tempo t, q(t) il contributo uscente al tempo t e k la costante d'invaso. Sostituendo la (3.18) nellequazione di continuit:

p(t ) q(t ) =
si ottiene:

dw(t ) dt

(3.19)

dq( t ) + q( t ) = p( t ) dt dq( t ) t k e + q( t )e t k = p( t )e t k dt

(3.20)

Moltiplicando ambo i membri della (3.20) per et/k, si ha:

k
ossia:

d ke t k q( t ) = p( t )e t k dt che integrata tra = 0 e = t

0 d [ke
t

q( ) = p( )e k d
0 t

d:
ke t k q( t ) = p( )e k d
0

e quindi, essendo t costante:

q( t ) = p( )
0 t

e ( t ) k d k

(3.21)

La (3.21) si pu scrivere anche:


q( t ) = p( )u( t )d
0

dove u (t ) appunto espresso dalla (3.17).

Molto dopo Zoch (1934, 1936, 1937) ha diffuso il concetto di invaso lineare nella trasformazione afflussi deflussi, svincolandolo dalla peculiare applicazione fattane da Paladini e da Fantoli.

14

IUH esponenziale con ietogramma rettangolare Se l'ingresso si mantiene costante pari a p per la sua durata tp la (3.21) risulta: - per t tp: -

p q(t ) = p 1 e p e e il colmo dell'uscita si verifica proprio al tempo t = tp.

q(t ) = p 1 e t / k per t > tp:

(3.22)

t / k

t t

)/ k

(3.22')

Il volume invasato in ciascun istante dato sempre dalla (3.18). Lidrogramma riportato nella figura 3.9 corrisponde alla risposta di un IUH esponenziale con k = 1 ora con ingresso p=1 e t p = 1 e 2 ore.
1 tempo di pioggia: 0.8 0.6 1 ora 2 ore

IUH
0.4 0.2 0 0 1 2 3 tempo (ore) 4 5

Figura 3.9 Risposte di un IUH esponenziale a ingressi rettangolari

Idrogramma unitario istantaneo gamma


Lo IUH gamma rappresentato da una distribuzione gamma (figura 3.10):

u( t ) =

t ( )k k 1

e t / k

(3.23)

di parametri e k, in cui () la funzione gamma:

( ) = s 1e s ds
0

La ( ) riportata numericamente per 1 2 nella tabella 3.1 e pu essere calcolata per qualsiasi valore di ricordando che:

( ) = ( 1) ( 1)
Lintegrale della (3.23) tra 0 e pari a 1.

(3.24)

15

1 k=1 0.8 0.6 = 1

1 0.8 0.6
IUH

= 2

IUH

k=2 0.4

0.4 0.2 0

= 2 = 3

0.2 0

k=1 k = 0,5

a)

2 3 tempo (ore)

b)

2 3 tempo (ore)

Figura 3.10 IUH gamma

Tabella 3.1 - Funzione gamma

1,00 1,01 1,02 1,03 1,04 1,05 1,06 1,07 1,08 1,09 1,10 1,11 1,12 1,13 1,14 1,15 1,16 1,17 1,18 1,19 1,20 1,21 1,22 1,23 1,24 2,00

()
1,00000 0,99433 0,98884 0,98355 0,97844 0,97350 0,96874 0,96415 0,95973 0,95546 9095135 0,94740 0,94359 0,93993 0,93642 0,93304 0,92980 0,92670 0,92373 0,92089 0,91818 0,91558 0,91311 0,91075 0,90852 1,00000

1,25 1,26 1,27 1,28 1,29 1,30 1,31 1,32 1,33 1,34 1,35 1,36 1,37 1,38 1,39 1,40 1,41 1,42 1,43 1,44 1,45 1,46 1,47 1,48 1,49

()
0,90640 0,90440 0,90250 0,90072 0,89904 0,89747 0,89600 0,89464 0,89338 0,89222 0,89115 0,89018 0,88931 0,88854 0,88785 0,88726 0,88676 0,88636 0,88604 0,88581 0,88566 0,88560 0,88563 0,88575 0,88595

1,50 1,51 1,52 1,53 1,54 1,55 1,56 1,57 1,58 1,59 1,60 1,61 1,62 1,63 1,64 1,65 1,66 1,67 1,68 1,69 1,70 1,71 1,72 1,73 1,74

()
0,88623 0,88659 0,88704 0,88757 0,88818 0,88887 0,88964 0,89049 0,89142 0,89243 0,89352 0,89468 0,89592 0,89724 0,89864 0,90012 0,90167 0,90330 0,90500 0,90678 0,90864 0,91057 0,91258 0,91466 0,91683

1,75 1,76 1,77 1,78 1,79 1,80 1,81 1,82 1,83 1,84 1,85 1,86 1,87 1,88 1,89 1,90 1,91 1,92 1,93 1,94 1,95 1,96 1,97 1,98 1,99

()
0,91906 0,92137 0,92376 0,92623 0,92877 0,93138 0,93408 0,93969 0,93969 0,94261 0,94561 0,94869 0,95184 0,95507 0,95838 0,96177 0,96523 0,96877 0,97240 0,97610 0,97988 0,98374 0,98768 0,99171 0,99581

16

Modello di Nash Per = n intero lo IUH gamma anche la risposta di un modello concettuale, detto modello dei Nash (Nash, 1957), costituito da n serbatoi lineari con la stessa costante dinvaso k, disposti in serie, in modo che l'uscita dell'uno costituisca l'ingresso nel successivo. Doppio serbatoio lineare con ietogramma rettangolare Se l'ingresso mantiene il valore costante p costante per la durata tp, la risposta di due serbatoi uguali in serie : - per t t p :

t q( t ) = p 1 e t / k 1 k per t > t p : t t /k t p t /k q( t ) = p e t / k e p 1 + e p 1 1 k k

(3.25)

(3.25')

Il colmo si verifica per il tempo:

t = tp
e vale:

e e

tp / k

tp / k

1 t 1 p 1 k

Qc = e

t p et p / k k et p / k 1 t p

(e t /k k e p 1

tp / k

tp / k

1)+ e

tp / k

(3.26)

Il volume invasato per unit di area del bacino risulta: - per t t p :

t w( t ) = pk 2 2 + e t / k k per t > t p : t t /k tp t /k w( t ) = pke t / k e p 1 + e p 2 k k

L'uscita di due serbatoi lineari in serie, ciascuno con k = 1 , confrontata: nella figura 3.11a con luscita di un serbatoio lineare con k = 2 e nella figura 3.11b con quella di un serbatoio lineare con k = 1 .

Stima dei parametri dei modelli concettuali


L'applicazione dei modelli lineari richiede la determinazione dei parametri da cui essi

17

dipendono. Nel caso degli IUH esposti precedentemente il numero dei parametri molto limitato (uno per gli IUH rettangolare e esponenziale, due per lo IUH gamma). I valori di questi parametri possono essere ricavati per taratura, se sono disponibili degli idrogrammi di piena nella sezione di chiusura del bacino, oppure possono essere espressi in funzione delle principali caratteristiche del bacino, tramite relazioni empiriche, a loro volta ottenute per mezzo di regressioni dai risultati delle tarature eseguite su altri bacini (Edson, 1951). Anche in questo caso i parametri possono essere stimati col metodo dei minimi quadrati ordinari (ordinary least squares - OLS). Si supponga di avere a disposizione N eventi y, ciascuno di durata Ty descritto da M y dati di pioggia p* , j e di portata q* , j osservati ad intervalli costanti t , per cui y y

My =

Ty

t
j

j=

In termini discreti lequazione di convoluzione si esprime:

q y , j = p ,iU j i +1 y
i =1

(3.27)

dove:

q y , j la portata dellevento y calcolata al tempo j, Uj


il valore dellidrogramma unitario al tempo j, che comune per tutti gli eventi perch dipende soltanto dal bacino, ed dato da:

U j = u (t ) t
Di seguito sono indicate le espressioni di Uj per i diversi modelli concettuali considerati: a) IUH rettangolare: - per t b:

Uj =
-

per t > b:

(3.28)

U j =0
b) IUH esponenziale:

(3.28)

U j = e t / k e t / k 1
c) modello di Nash:
Uj = 1

)
= P( t + t ) P (t )

(3.29)

t + t 1 / k e d )k t

(3.30)

con P (t ) probabilit cumulata di una distribuzione gamma. Il metodo dei minimi quadrati si basa sulla minimizzazione della somma degli scarti tra portate osservate e portate calcolate rispetto ai parametri degli IUH:

18

N M min S = q , j q y , j y B y =1 j =1

)
2

(3.31)

dove B il vettore dei parametri dellIUH.

3.3 MASSIMA PORTATA AL COLMO


In fase di progettazione delle opere di difesa dalle piene interessa conoscere la massima portata al colmo che pu verificarsi con un tempo di ritorno T. Lingresso pluviometrico allora determinato sulla base della legge di probabilit pluviometrica (IDF) con tempo di ritorno T, espressa nella forma a due parametri:

i (t p ,T ) = a (T ) t n 1 p a (T ) (b + t p )m

(3.32)

oppure a tre parametri:

i (t p ,T ) =

(3.33)

Si esaminer di seguito i casi in cui lo ietogramma rettangolare, le perdite sono calcolate col metodo proporzionale, sicch:

p = i (t p ,T )

(3.34)

e il modello afflussi-deflussi costituito da un modello lineare con IUH rettangolare o esponenziale.

IUH rettangolare
Nel caso in cui lingresso pluviometrico descritto da una legge di probabilit pluviometrica, le onde di piena illustrate nelle figure 3.2, 3.3 e 3.4 hanno landamento illustrato nella figura 3.11, e la portata al colmo vale: a) se t p b , per la (3.14):

Qc (T ) = q(T ) Ab = p (T )
b) se t p b , per la (3.16):

tp

Ab = 278 i (t p ,T )

tp

Ab

(3.35)

Qc (T ) = q(T ) Ab = p (T ) Ab = 278 i (t p ,T ) Ab

(3.35)

dove il fattore 278 tiene conto del fatto che larea sono espresse in km2 e lintensit di pioggia in m/h. Per trovare la condizione di massima portata al colmo QcM si derivano la (3.35) e la (3.35') rispetto a t p . Esprimendo lintensit di pioggia tramite la (3.32), si ottiene: a) per t p b :

19

50 legge IDF netta contributo 40

contributo (m/s)

30

20

10

0 0 0,5

b
1 1,5 durata (ore) 2 2,5

Figura 3.11 Onde di piena per una legge IDF con ietogramma netto e IUH rettangolare

tp Qc (T ) = 278 Ab a (T ) n t b

n 1

(3.36)

b) per t p b :

Qc (T ) = 278 Ab a (T ) (n 1)t n 2 t

(3.36')

Essendo n positiva e minore di uno, la (3.36) sempre positiva e la (3.36') sempre negativa, sicch la (3.35) e la (3.35') hanno entrambe il massimo per t p = b . Si ottiene cos la ben nota condizione di massimo della portata al colmo della formula razionale:

QcM (T ) = 278 Ab a (T ) b n 1

(m3/s)

(3.37)

In base alla (3.36) e (3.36) landamento del contributo al colmo in funzione del tempo pioggia illustrato nella figura 3.12, in cui evidente che il massimo contributo al colmo si verifica per t p = b .

IUH esponenziale
Nel caso in cui lingresso pluviometrico descritto da una legge di probabilit pluviometrica, le onde di piena illustrate nella figura 3.9 hanno landamento illustrato nella figura 3.13, e per la (3.22) la portata al colmo vale:

Qc ( T ) = 278 Ab a (T ) t n 1 1 e p

t p / k

(3.38)

Per trovare la condizione di massima portata al colmo QcM si uguaglia a zero la derivata della (3.38) rispetto a t p , ottenendo:

20

0,20

0,15

contributo al colmo

0,10

p(tp)

0,05

qc(tp)

b
0,00 0,0 0,2 0,4 0,6 tp 0,8 1,0 1,2

Figura 3.12 Andamento del contributo al colmo con ietogramma netto e IUH rettangolari

50 legge IDF netta contributo 40

contributo (m/s)

30

20

10 k 0 0 0,5 1 1,5 durata (ore) 2 2,5

Figura 3.13 Onde di piena per una legge IDF con ietogramma netto rettangolare e IUH esponenziale

t t / k Qc (T ) t / k = 278 Ab a (T ) t n 2 p e p + ( n 1 ) 1 e p p t p k

) =

= 278 Ab a (T ) t n 2 e + ( n 1 ) 1 e = 0 p
dove si posto:

)]

(3.38)

tp k

(3.39)

La (3.38) si annulla per = M tale che:

21

n = 1

1 e M

M e M

(3.40)

La soluzione esatta della (3.40), che implicita in M, approssimata molto bene dalla relazione esplicita:

M = 0 ,043 + 2 ,22n + 0 ,0118 e 5 ,49 n


come mostra la figura 3.14.
4,0 3,5 3,0 2,5 M 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 n 1 esatto (3.40) interpolato (3.41)

(3.41)

Figura 3.14 Confronto tra la (3.40) e la (3.41)

Sostituendo M nella (3.38) si ottiene la ben nota condizione di massimo della portata al colmo del modello dell'invaso:
n QcM (T ) = 278 Ab a (T ) M 1k n 1 1 e M

(3.42)

In base alla (3.42) landamento del contributo al colmo in funzione del tempo pioggia illustrato nella figura 3.15.
0,20

0,15

contributo al colmo

0,10

p(tp)

0,05

qc(tp) k

0,00 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2

tp

Figura 3.15 Andamento del contributo al colmo con ietogramma rettangolare e IUH esponenziale

22

RIFERIMENTI
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25

Tabella 2.1 - Valori di ottenuti da Giandotti bacino Trebbia Adda Arno Tevere Po sezione S. Salvatore Lago di Como Pisa Roma Pontelagoscuro Area formula (km ) 0 1.000 1.000 10.000 10.000 70.000
2

Area bacini (km2) 619 2.600 8.000 16.545 70.000

(formula) 0.3 0.25 0.25 0.2 0.2

Tabella 2.2 - Parametri della formula di Giandotti proposti da Visentini A (km2) 0 500 500 1.000 1.000 8.000 8.000 20.000 20.000 70.000 0 300 300 1.000 > 1.000 0,5 0,4 0,3 0,3 0,2 10 8 6 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0

Tabella 4.1 - Valori esatti e interpolati di n (7.16) 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 0,207 0,431 0,675 0,947 1,256 1,619 2,065 2,660 3,615

(7.16') 0,199 0,436 0,684 0,951 1,251 1,607 2,062 2,686 3,606

26

120 100 80 b 60 (h) 40 Tevere osservati calcolati Po

10000 osservata calcolata 8000 Po

6000 QcM (m /s) 4000 Arno


3

Arno

20 Sesia 0 100

Taro Dora Baltea

2000

Trebbia

Adda Tevere

0
1000 Ab (km )
2

10000

100000

100

1000

Ab (km )

10000

100000

a) Figura 2.1 - Taratura del metodo di Giandotti

b)

p(t) 1 0.8

(a)

p(t) 1 0.8

(b)

p(t) 0.6 q(t)


0.4 q(t) 0.2 0 0 b 1 2

p(t) 0.6 q(t)


0.4 0.2 0 0 1 q(t)

Figura 3.6 - Uscite del modello cinematico con idrogramma unitario istantaneo rettangolare: a) con b < tp e b) con b > tp

27

1.2

(a)
1.5

u rett. u tri.

(b)
1 0.8

p q: u retang. q: u triang.

u 1

p 0.6 q
0.4

0.5 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5

Figura 3.7 - Uscite del modello cinematico con idrogramma unitario istantaneo rettangolare o triangolare e tempo di concentrazione pari alla durata della pioggia

1 0.8 0.6 tp = 1 tp = 2

q
0.4 0.2 0 0 1 2 3 t 4 5 6

Figura 3.8 - Uscite del modello dellinvaso lineare con k = 1 e ietogrammi costanti di durata tp = 1 e tp = 2

1 0.8

(a)
p q 1 serb. q 2 serb.

1 0.8

(b)
p q 1 serb. q 2 serb.

p(t) 0.6 q(t)


0.4 0.2 0 0 1 2 3 4 5

p(t) 0.6 q(t)


0.4 0.2 0 0 1 2 3 4 5

Figura 3.9 - Confronto tra le uscite di due serbatoi lineari con k = 1 e quella di un serbatoio lineare: a) con k = 1 b) con k = 2

28

0.2 p(t) qc(t) 0.15

0.2 p(t) qc(t) 0.15

p, qc (m /s)
3

0.1

p, qc (m /s)
3

0.1

0.05

0.05

0 0 0.2 0.4 0.6 b 0.8 1 t (h) 1.2

0 0 0.2 k 0.4 0.6 0.8 1 t (h) 1.2

a)

b)

Figura 4.1 - Andamento della portata al colmo in funzione del tempo di pioggia a) nel modello cinematico e b) in quello dellinvaso

4.0 3.5 3.0 2.5 esatto interpolato

m 2.0
1.5 1.0 0.5 0.0 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1

n
Figura 4.2 - Funzione M(n) esatta e approssimata

29

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