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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO

Facoltà di Scienze Motorie

Sperimentazione di una batteria di test utili alla definizione della

regola dello “sforzo onesto” , nelle competizioni di calcio

SPECIAL OLYMPICS ITALIA.

Relatore:

Prof. Domenico GUALTIERI

Correlatore:

Prof. Gianpiero ALBERTI

Tesi di Laurea di:

Fabio BACCHIEGA

Matr. 638198

Anno Accademico 2005 - 2006


INDICE

PREMESSA:

1 INTRODUZIONE ……………………………………………………………. 4

2 SCOPO DELLA TESI……………………………………………….…………7

SPORT E DISABILITA’
3 SPORT E DEFICIT MENTALE……………………………………………. ..8

3.1 LA “CARTA DEI PRINCIPI DELLO SPORT PER TUTTI”………………11

3.2 CHI SONO I DISABILI?................................................................................22

3.3 STIMA DEI DISABILI IN ITALIA…………………………………………25

SPECIAL OLYMPICS

4 COS’E’ SPECIAL OLYMPICS……………………………………………….30

4.1 LA STORIA………………………………………………………………….32

4.2 LA MISSIONE……………………………………………………………….34

4.3 L’ORGANIGRAMMA ………………………………………………...........35

4.4 LE AREE IN CUI E’ DIVISO………………………………………………37

4.4.1 TECNICA……………………………………………………….…..38

4.4.2 SCUOLA- SO GET INTO IT …………………………………….. 40

4.4.3 STAMPA……………………………………………….………….. 41

4.4.4 VOLONTARI …………………………………………………….. 44

4.4.5 FAMIGLIE …………………………………………….………….. 45

4.4.6 SALUTE ………………………………………………………….. 47

4.4.7 L’UNITA’ FORMAZIONE STUDI ……………………………… 51

1
SPECIAL OLYMPICS ITALIA ED IL CALCIO

5 IL CALCIO IN ITALIA…………………………………………….……….53

5.1 IL CALCIO AD 11…………………………………………….…………….53

5.2 IL CALCIO A 5 MASCHILE……………………………….………………54

5.3 IL CALCIO A 5 FEMMINILE……………………………………………...54

5.4 IL CALCIO A 7 UNIFICATO……………………………………………… 55

5.5 L’EUROPEAN FOOTBALL WEEK………………………………………..56

5.6 I NUMERI DEL CALCIO IN ITALIA ………………………………..........57

5.7 I NUMERI DEL CALCIO NEL MONDO……….………………..………...59

5.8 REGOLAMENTO TECNICO……………………………………………….61

5.9 LA REGOLA DELLO SFORZO ONESTO…………………………........... 62

PROTOCOLLO DI LAVORO

6 STRUMENTI UTILIZZATI…………………………………….……………..64

6.1 OPTOJUMP …………………………………………….……………65

6.2 LYBRA …………………………..……………………………....…. 67

6.3 TEST DI RAPIDITA’…………………………………………….….69

6.4 PERCORSO TECNICO……………………………..…..…………...70

7.MODALITA’ DI VALUTAZIONE…………………...……………………….72

7.1 OPTOJUMP E COUNTER MOVIMENT JUMP………………..…...72

7.2 LYBRA E TEST DI EQUILIBRIO……………………………......... 74

7.3 TEST DI RAPIDITA’……………….………………………………..75

7.4 PERCORSO TECNICO……………………………….……………..75

2
STUDIO DI FATTIBILITA’ DEL PROTOCOLLO DEI TEST

8. GRUPPO ANFFAS MORTARA……………………………….……………..76

SPERIMENTAZIONE DEL PROTOCOLLO DEI TEST


9. SQUDRE PARTECIPANTI ALL’EUROPEAN FOOTBALL WEEK,
S.O.I., 2006………………………………………………………….………...... 80

RISULTATI TEST E DISCUSSIONE

10. MODALITA’ DI RAGGRUPPAMENTO DATI……………………………81

10.1 RISULTATI TEST CALCIO MASCHILE E DISCUSSIONE…….81

10.2 RISULTATI TEST CALCIO FEMMINILE E DISCUSSIONE…...85

10.3 RISULTATI TEST CALCIO UNIFICATO E DISCUSSIONE……89

11. CORRELAZIONE TRA I TEST EFFETTUATI SU SOGGETTI


DIVERSAMENTE ABILI………………………………………...………….93

11.1 CORRELAZIONE RISULTATI CALCIO MASCHILE………….. 94

11.2 CORRELAZIONE RISULTATI CALCIO FEMMINILE………… 96

11.3 CORRELAZIONE RISULTATI CALCIO UNIFICATO…………. 98

12. CONCLUSIONI……...………......………………………………..……100

13. BIBLIOGRAFIA………………………………………………...……...102

14. SITOGRAFIA…………………………………………………...………106

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1. INTRODUZIONE

Si è iniziato a parlare di sport per disabili nel 1948, in Gran Bretagna, quando il

neurochirurgo, direttore del centro di riabilitazione motoria di Stoke Manderville (vicino

Londra), Sir Ludwing Guttman vide la possibilità per i portatori di handicap di svolgere

attività sportiva (Pancalli, 2000) .Grazie allo sport, i pazienti paraplegici del Dott. Guttman

cominciarono a sviluppare la muscolatura delle braccia e delle gambe, raggiungendo

risultati superiori rispetto a quelli ottenuti con le tradizionali tecniche di riabilitazione

utilizzate.

Nello stesso anno durante il messe di Luglio si svolsero i primi giochi di Stoke

Manderville per atleti disabili, a cui parteciparono ex membri delle forze britanniche,

reduci dalla guerra e che avevano riportato menomazioni fisiche e nel 1952 gli stessi

giochi si diffusero a livello nazionale. Nel 1960 le competizioni per disabili, si svolsero

per la prima volta all’interno delle Olimpiadi di Roma, accedendovi a titolo definitivo, fino

a contare ai giorni nostri, circa 4000 atleti partecipanti.

La pratica sportiva a livello agonistico per disabili intellettivi e relazionali , si sviluppa

qualche anno dopo quella riguardante soggetti con deficit motorio: nasce infatti nel 1968

negli Stati Uniti. Il soggetto promotore fu la Fondazione Kennedy che prese in

considerazione la possibilità di far partecipare ad alcune discipline sportive soggetti affetti

da sindrome di Down con lo scopo di favorire il mantenimento delle funzionalità fisiche e,

soprattutto, offrire la possibilità di migliorare il proprio status psico - fisico attraverso la

relazione e il confronto con altri individui nelle stesse condizioni.

Proprio da quest’esperienza nasce Special Olympics International, al quale l’Italia aderisce

nel 1982.

La cultura dello sport per disabili si sviluppa in Italia negli anni seguenti, come testimonia

4
il ddl 2212 (Ravazzolo , 1997) approvato in via definitiva dal Senato, in cui s’incentiva lo

sviluppo dello sport per disabili, con un’attenzione particolare al perfezionamento della

F.I.S.D. ( Federazione Italiana Sport Disabili) che, come Comitato Paraolimpico Italiano,

conta quasi 2000 società con oltre 15000 atleti iscritti. Si dirige principalmente sulla

pratica agonistica ma tralascia, per mancanza di mezzi, strutture e personale d’assistenza

specializzato, una maggiore diffusione della pratica sportiva a livello dilettantistico, di

grande importanza per i molti giovani.

Uno degli scogli che un disabile incontra principalmente nel fare sport, è proprio

l’inadeguatezza delle strutture: nella maggior parte dei casi non vi sono attrezzature e

luoghi sufficientemente adeguati per la pratica delle discipline.

L’Italia è stato il primo paese europeo ad emanare, nel 1979, una legge che prevedeva

l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e, fra deroghe e circolari

applicative, è stato dato come termine ultimo per le strutture pubbliche il 1996, inserendo

nella categoria anche gli impianti sportivi.

La legge presentava, però, molte incongruenze:

• Non erano previste multe o ammende di carattere economico per i ritardi;

• La legge riguardava solo disabili motori in carrozzina, non prendendo in

considerazione quegli sensoriali e mentali, che necessitano di accortezze sull’accessibilità

differenti;

• Si prevedeva la fruizione ai grandi impianti sportivi di persone con disabilità

mediante l’abbattimento di eventuali barriere architettoniche, la presenza di bagni

attrezzati e l’obbligo di riservare una percentuale (4% in riferimento alla popolazione

presente con disabilità motorie) di posti definiti “protetti” per persone disabili in

carrozzina.

• Non è stato tenuto in considerazione che una persona disabile può anche andare

in campo o negli spogliatoi per praticare sport.

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Nonostante l’aggiornamento della suddetta legge, varato il 24 Luglio del 1996 con il d.p.r.

n° 503 (Corbo, 2001), alcuni aspetti vengono ancora tralasciati.

Oltre alle barriere fisiche, un altro elemento cruciale riguarda l’approccio: l’atleta disabile

va considerato innanzitutto un cittadino che, come gli altri, ha il diritto di avere a

disposizione percorsi adatti alle sue esigenze.

Un ulteriore scoglio da superare, a livello personale, sta nel vincere la paura alimentata dal

luogo comune che lo sport non fa bene, non è terapeutico, non è riabilitativo, ... non si

considera che un atleta disabile o meno rischia comunque di farsi male: è normale

praticando sport (Pellicani, 2004).

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2. SCOPO DELLA TESI

Lo scopo di questa tesi è quella di determinare attraverso uno studio accurato, una batteria

di test, da proporre a Special Olympics Italia , per valutare in maniera scientifica gli atleti

del gioco del calcio , sulla base di una regola supplementare inserita nelle norme ufficiali

Special Olympics Italia, denominata “regola dello sforzo onesto”.

La suddetta si fonda sul presupposto che ogni squadra che partecipa ad una manifestazione

Special Olympics, porti a termine alcuni test, nella maniera più corretta possibile quindi

con il massimo impegno, svolgendo delle prove preliminari; così facendo i gironi

(chiamati nelle manifestazioni Special Olympics, livelli di abilità) nei quali saranno

inserite le squadre, risulteranno il più equilibrati possibile.

Da quando il gioco del calcio è stato inserito nelle discipline ufficiali, la definizione dei

raggruppamenti è sempre stata eseguita attraverso delle mini- partite da dieci minuti,

attraverso le quali la staff tecnico nazionale attuava una valutazione soggettiva,

mantenendo il riserbo, nel caso in cui durante la manifestazione si riscontrasse un errore

valutativo, lo spostamento nel girone di un livello tecnico maggiore o minore; in questa

circostanza tutti i risultati venivano annullati e si richiedeva alla relativa squadra di giocare

tutte le partite del nuovo gruppo, con un minor tempo di recupero tra gli incontri, ed una

stanchezza accumulata maggiore rispetto alle altre squadre.

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3. SPORT E DEFICIT MENTALE

Lo sport ha effetti benefici riconosciuti sulle persone “normodotate” e, a maggior ragione,

li avrà su persone che vivono in una dimensione di disagio e sono ancor più bisognosi di

momenti, occasioni di sfogo che permettano di allontanarsi dalla difficile realtà in cui sono

cresciuti.

A livello fisico, se in un soggetto comune il movimento provoca un miglioramento

dell’apparato cardiocircolatorio, respiratorio, del tono muscolare ecc., in un soggetto con

difficoltà motorie, che tendenzialmente è sedentario, il muoversi avrà delle ricadute sulle

azioni quotidiane, camminare, fare le scale, prendere l’autobus ecc.

A livello neurologico, l’ipoattività, il mancato movimento, produce nel disabile una

condizione più sfavorevole per l’esplicarsi delle connessioni neurotiche che stanno alla

base sia dei possibili apprendimenti motori sia di quelli cognitivi. Per questo motivo,

sarebbe ancora più auspicabile una pratica motoria fin dai primi anni di vita, proprio nel

periodo in cui si struttura lo schema corporeo, l’immagine interiorizzata del nostro corpo e

delle sue possibilità d’azione (Cohen, 1996).

Se, ad esempio, un bambino ha la possibilità di sperimentare una gamma di movimenti

(capovolta in avanti, all'indietro, eccetera) il più ampia possibile, aumenterà

esponenzialmente il numero delle sinapsi neurotiche, cioè di quelle connessioni tra cellule

nervose, che rimarranno nel suo patrimonio neuro- fisiologico e utili per lo sviluppo

armonico del soggetto nel suo complesso, dagli aspetti cognitivi a quelli mnemonici, da

quelli emozionali a quelli intrapsichici.

Per quanto riguarda le persone adulte, l’intervento è volto al mantenimento delle prassi

acquisite o, al più, mirato all’apprendimento di movimenti semplici basati su azioni già

sperimentate.

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Facendo riferimento a una visione globale, dove il corpo e la mente sono in stretta

relazione, la stimolazione permetterà al soggetto di trarne beneficio sia per il corpo sia per

la mente; in una partita di calcio, ad esempio, entrano in gioco fattori non solo fisici, ma

anche emozionali, motivazionali, stati d’animo legati alla sfera psicologica.

La scelta della disciplina ha il suo significato e la sua importanza: tendenzialmente si

privilegiano i giochi di squadra, dove esiste una maggior possibilità di relazionarsi con più

persone, dai compagni di squadra agli avversari. Inoltre, essendo in gruppo, i gap

prestazionali, le carenze del singolo sono suddivise e assorbite dagli altri.

Non è da escludere, ove vi siano le possibilità e le potenzialità, lo sport individuale, dove

gli stimoli possono essere carpiti anche negli animali, come il cavallo, i cani, i delfini etc.

Un’ulteriore distinzione può essere fatta tra sport di contatto e sport di confronto a

distanza.

Negli sport di contatto rientrano quasi tutti gli sport di squadra: calcio, basket, pallamano,

pallanuoto ecc. e discipline individuali come la scherma ecc.

Negli sport di confronto a distanza rientrano: la pallavolo come sport di gruppo, nuoto,

tennis, sci, canottaggio, come sport individuali. In queste attività sportive diventa molto

importante la motivazione del singolo, che deve essere piuttosto elevata anche per

sopportare il peso degli allenamenti e lo stress emotivo delle competizioni, delle eventuali

sconfitte o vittorie.

E’ facilmente intuibile che gli sport di squadra sono più adatti a sostenere la motivazione e

consentono all’individuo di superare i momenti di crisi, come l’interruzione dell’attività

per cause legate alla patologia, fattore molto frequente nei disabili mentali. Dopo questo

periodo di stop forzato, infatti, è sempre possibile reinserirsi in squadra senza che vi siano

ripercussioni sull’attività, proprio grazie alla forza del gruppo.

Caratteristiche fondamentali del gioco di squadra sono: il senso di collaborazione tra i

giocatori, dove ognuno ha il suo ruolo, e il senso di appartenenza (Diamond et al., 2003).

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L’aspetto appena descritto non riguarda tutti i soggetti disabili, ma è più facilmente

riscontrabile nei soggetti con handicap più grave (Ghirlanda, 2003). In ragazzi meno

danneggiati sembra prevalere l’agonismo, quindi la competizione: essi sentono l’influenza

della cultura sportiva che emerge dai mass media dove il messaggio che passa è quello

della vittoria. Il significato della vittoria, per un disabile, ha un valore particolare: lo sport

diventa un’occasione quasi unica di poter provare una sensazione che la vita quotidiana

difficilmente permette.

Da non trascurare nell’attività sportiva è, poi, la riabilitazione psico-sociale dei soggetti a

cui si rivolge; si tratta di una rieducazione che segue canoni nuovi rispetto alla tradizione

medico- riabilitativa o clinica: in sostanza propone una nuova modalità relazionale con la

dimensione psichica. Tale approccio fa sentire i fruitori del servizio, protagonisti del loro

stesso percorso e della vita sociale, coinvolti in prima persona e portatori di una visione

più aperta e accogliente del fare sport, che sottolinea l’importanza dello stare insieme, del

partecipare, del fare gruppo e non necessariamente o obbligatoriamente vincere.

Nelle squadre di disabili, non dovrebbero esserci esclusioni sulla base delle capacità, in

quanto tutti possono partecipare all’attività e dare il proprio contributo, sulla base di un

buon adattamento didattico.

A volte però si presentano dinamiche in cui i genitori degli atleti, contestano le decisioni di

tipo tecnico; queste problematiche aggiunte, devono essere gestite il meglio dal tecnico

attraverso una preparazione di tipo relazionale.

La diversità di vedute può essere determinato da diversi fattori : c’è chi vede nel momento

sportivo un occasione per stare insieme, conoscersi, instaurare relazioni, trovarsi dopo la

partita; chi invece ripone nel momento ludico-sportivo una sottolineatura dell’aspetto

educativo, come conoscenza di sé e crescita personale all’interno del gruppo (Bertami,

2001).

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3.1 LA CARTA DEI PRINCIPI DELLO SPORT PER TUTTI

La Carta dei Principi dello Sport per Tutti (Roma, 2004) è stata elaborata all'interno degli

Enti di Promozione sportiva e dell'associazionismo sportivo di base aderenti al Forum del

Terzo Settore (Il Forum Permanente del Terzo Settore, parte sociale riconosciuta, si è

ufficialmente costituito il 19 giugno 1997. Vi aderiscono le principali realtà del mondo del

Volontariato, dell'Associazionismo, della Cooperazione Sociale, della Solidarietà

Internazionale, della Mutualità Integrativa Volontaria del nostro Paese), con il

coinvolgimento, dal 2002 al 2004, di molte realtà anche distanti fra loro per provenienza

culturale, campi di esperienza e storia. Il tavolo di lavoro che si è costituito ha però voluto

tracciare dei riferimenti condivisi, e la Carta può essere considerata quindi un primo

traguardo che potrà aprire stagioni nuove per lo sport.

Hanno partecipato ad elaborare la Carta dei Principi dello Sport per Tutti (figura 1) :

ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani)

AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport)

ANCESCAO (Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti)

ANSPI (Associazione Nazionale San Paolo Italia)

ASI (Alleanza Sportiva Italiana)

AVIS (Associazione Italiana Volontari Italiani del Sangue)

CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale)

CSI (Centro Sportivo Italiano)

ENDAS (Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale)

FEDER-ITALIA

FIAF (Federazione Italiana Aerobica e Fitness)

FIPEC UPTER

SPORT (Federazione Italiana Per l'Educazione Continua)


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FITeL (Federazione Italiana Tempo Libero)

PGS (Polisportive Giovanili Salesiane)

SPECIAL OLYMPICS ITALIA

UISP (Federazione Italiana Sport per Tutti)

US ACLI (Unione Sportiva ACLI)

Così com’è oggi il sistema sportivo italiano rappresenta un’anomalia rispetto al resto del

mondo: siamo l’unico Paese in cui il Comitato nazionale olimpico, invece di essere

deputato alla selezione e alla preparazione degli atleti da inviare alle Olimpiadi, gestisce

l’intero sport nazionale.

Ciò si deve ad un impianto legislativo vecchio, nato nel 1942, confermato nel primo

dopoguerra e ulteriormente rafforzato dall’avvento del Totocalcio, che ha fatto del CONI il

finanziatore di tutto lo sport italiano, avallandone la rinnovata centralità.

Avere un CONI facente funzioni di “Ministero dello sport” ha indirizzato lo sviluppo dello

sport italiano a vantaggio quasi esclusivo dello sport finalizzato alla selezione e alla

prestazione di eccellenza, a scapito di qualsiasi altra forma di sport, da quello scolastico a

quello di mera fruizione del tempo libero.

L’incongruenza si è fatta ancor più palese allorché, a partire dagli anni Settanta, è maturata

in Italia, come in tutti i Paesi industrialmente avanzati, una crescente domanda di sport per

tutti.

Lo sport per tutti interpreta una filosofia dell’inclusione anziché privilegiare – come nella

prestazione assoluta – la selezione delle attitudini psicofisiche e la loro valorizzazione ai

fini del risultato tecnico. La sua rilevanza sociale ha trovato nel tempo numerosi

riconoscimenti di principio, anche da parte delle istituzioni comunitarie europee.

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Un primo riconoscimento dello sport per tutti fu operato dal Consiglio d’Europa (21-25

marzo 1975), il quale ne riconobbe almeno due principi fondanti: il diritto di ogni cittadino

di praticare lo sport, l’importanza del ruolo che lo sport per tutti riveste nello sviluppo

socio-culturale di un Paese, in quanto strumento avente la funzione fondamentale di

preservare l’equilibrio fisiologico dei cittadini, minacciato dalla carenza di esercizio fisico

dettata dalla società industriale, e di rispondere ad alcune esigenze socio-culturali, quali il

bisogno di esprimersi, di comunicare, di inserirsi meglio nella comunità sociale, di

compiere un tirocinio di responsabilizzazione. Nello sport per tutti, di fatto, il fine sociale

della pratica è prevalente su quello della performance.

In tempi più recenti, un’ulteriore definizione degli scopi dello sport per tutti è scaturita

dall’ VIII Congresso mondiale dello sport per tutti (Québec , Maggio 2000), per il quale lo

sport per tutti deve:

• includere tutti i settori della popolazione, uomini e donne, accompagnandoli dalla

fanciullezza per l’intera esistenza;

• porre particolare attenzione sui crescenti bisogni sportivi della popolazione anziana, delle

minoranze e dei disabili;

• sapersi adattare alle condizioni locali e alle capacità di ogni cittadino;

• essere complementare allo sport di élite.

La promozione dello sport per tutti è espressamente raccomandata nelle Conclusioni del

Consiglio Europeo di Nizza del 7/8 dicembre 2000 (“Dichiarazione di Nizza relativa alle

caratteristiche dello sport e alle sue funzioni sociali in Europa di cui tener conto

nell’attuazione delle politiche comuni”).

Quali siano oggi in Italia le dimensioni dello sport per tutti è dato ricavabile dalle

statistiche ISTAT: i cittadini che praticano attività sportiva in forma continuativa e

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saltuaria rappresentavano nel 2000 il 28.4% della popolazione, pari a circa 16 milioni di

individui. Di questi solo poco più di 3 milioni fanno capo al mondo dello sport finalizzato

alla pura performance, ovvero dello sport promosso dalle Federazioni Sportive Nazionali,

Non ha più dunque modo di essere un sistema tutto incentrato sull’interesse dello sport di

performance, ed in cui solo questo trova riconoscimento e supporto. Nel Consiglio

Nazionale del CONI, organo di indirizzo dello sport nazionale, siedono i rappresentanti di

tutte le Federazioni, ma non quelli delle associazioni di sport per tutti.

La situazione discriminatoria nei confronti dello sport per tutti si rispecchia nel modo in

cui il CONI gestisce le proprie risorse. Il CONI riconosce all’insieme dell’associazionismo

di sport per tutti un contributo globale annuo pari allo 0.90% delle sue entrate. Il restante

99.1% va alle Federazioni.

Nel corso dei decenni sono stati presentati in Parlamento, da forze politiche differenti,

diversi progetti di legge per varare una legge-quadro dello sport, che tra l’altro

riconoscesse e assegnasse risorse sufficienti allo sport sociale. Nessuna di quelle proposte

di legge è mai arrivata alla discussione in aula.

Oggi un discorso di una riforma legislativa del sistema non è più rinviabile, per via delle

trasformazioni che comunque sono intervenute a cambiare il quadro del sistema sportivo.

Negli ultimi anni la crisi del totocalcio e degli altri concorsi sportivi gestiti dal CONI,

sfociata di recente nel passaggio della gestione dei concorsi dal CONI ai Monopoli di Stato

e nel trasferimento di alcune funzioni del CONI ad una società “CONI servizi S.p.A.” di

proprietà dello Stato, ha cancellato i due pilastri su cui si è retto per decenni il modello

sportivo italiano: l’autofinanziamento e l’autonomia.

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Non si può che prendere atto dell’esaurimento del “modello sportivo italiano” fondato

sulla centralità della prestazione e sulla delega al CONI dei compiti di promozione e tutela

di ogni forma di sport.

Il varo di un diverso modello sportivo passa inevitabilmente attraverso una diversa

considerazione per lo sport per tutti e il ruolo sociale che esso svolge e che ancor più

potrebbe svolgere ove fosse adeguatamente incoraggiato.

Più precisamente:

A. un ruolo formativo, nell’ambito di un’educazione concepita come percorso che

accompagna il cittadino attraverso tutto l’arco della sua vita, dall’infanzia all’età anziana.

In particolare bisogna valutare la rilevanza che l’esperienza sportiva può assumere nella

formazione del minore, così come raccomandato anche nel rapporto pubblicato nel 2001

dall’Osservatorio dei Minori, “Bambini e adolescenti nel 2000” , “Rapporto” che

sottolinea anche l’inefficacia, anzi gli effetti negativi, di una pratica sportiva in cui l’enfasi

venga posta più sui risultati sportivi che sull’intero processo di costruzione della

personalità

Lo sport educativo non va visto solo come risorsa nel contrasto alla devianza giovanile, o

al recupero dalla marginalità, piuttosto come uno strumento ordinario da fare entrare nel

curricolo formativo di ogni ragazzo, nel quadro di un percorso di formazione globale della

persona.

B. un ruolo di prevenzione sanitaria, per prevenire e contrastare i danni derivanti dagli

stili di vita correnti. L’O.M.S. ha indicato nella sedentarietà una delle maggiori cause di

malattie cardiovascolari, di diabete e obesità . Circa l’80% delle cardiopatie coronariche

precoci sono dovute all’associazione di una cattiva alimentazione, inattività fisica e

tabagismo. Secondo l’O.M.S. perfino un terzo dei tumori (attesi) potrebbe essere evitato

associando una sana alimentazione con una attività fisica praticata regolarmente nel corso

della vita.

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C. un ruolo di inclusione e coesione sociale. L’inclusione è la grande sfida dei prossimi

decenni. Si pensi al modo in cui si sta verificando il processo dell’immigrazione, in un

contesto di timori e di incertezze cui va posto rimedio. E accanto all’inclusione economica

e sociale degli immigrati va realizzata l’inclusione culturale nella testa e nel cuore di

quegli italiani che si sentono minacciati dall’immigrazione. La pratica sportiva può essere

uno degli strumenti per affrontare e vincere tale sfida. Basti dire che su di essa puntano

anche gli organismi europei per realizzare una migliore inclusione sociale a livello

continentale. Né dobbiamo dimenticare un altro problema sociale cui la pratica sportiva

può offrire risposta: è il problema della frammentazione della nostra società, che produce

mancanza di relazioni, isolamento, distacco dal contesto sociale delle altre minoranze, si

chiamino anziani, portatori di handicap, disoccupati.

D. un ruolo di educazione alla democrazia. Rispetto delle regole, rispetto dell’altro,

assunzione di responsabilità, senso della collettività come primo passo per l’affermarsi

della solidarietà…sono tutti valori il cui apprendimento è connaturato ad un’esperienza di

vita condotta in una Società sportiva.

E. Un ruolo di economia sociale. Come indicato da uno studio di settore realizzato

nell’ottobre 2000 dalla “Commissione Europea 10”, che si occupa di educazione e cultura,

lo sport di massa (non quello professionistico, ma quello non profit o di Terzo Settore), è

un comparto che può assicurare nuovi e interessanti livelli di occupazione. La previsione si

basa su alcuni dati di fatto: la domanda di sport è destinata a salire ulteriormente;

l’associazionismo sportivo è ampiamente al di sotto dei livelli di occupazione assicurati

dal resto dell’associazionismo non profit, e dunque non dovrebbe faticare quantomeno a

raggiungere quei livelli medi; il bisogno di sport reclama sempre più strumenti e servizi

che richiedono un adeguato livello di professionalità. Le possibilità occupazionali offerte

dallo sport saranno tanto maggiori quanto più lo sport per tutti andrà ad intersecarsi con le

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politiche sociali, perché ciò renderà più plausibili investimenti pubblici sulla promozione

sportiva.

Nell’acclusa “Carta dei principi dello sport per tutti” le associazioni di sport per tutti hanno

raccolto, in una enunciazione di sintesi, i criteri che caratterizzano la pratica dello sport per

tutti e la distinguono da altre forme di sport, rendendola strumento di promozione umana e

sociale. Altresì hanno indicato alcuni elementi su cui fondare una politica di sviluppo dello

sport per tutti.

Una convergenza sui contenuti della “Carta” può essere il punto d’avvio per lavorare al

varo di una riforma del sistema sportivo italiano, nel cui ambito si riconosca, inquadri e

sostenga lo sport per tutti, riconoscendo la sua pari dignità nei confronti dello sport di

prestazione.

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LA CARTA DEI PRINCIPI DELLO SPORT PER TUTTI
La pratica dello sport è diventata parte integrante
della vita di milioni di cittadini e rappresenta oggi
una dimensione importante della qualità della vita
1 - Praticare lo sport è un diritto dei cittadini di tutte individuale e collettiva.In quanto diritto, l’attività
le età e categorie sociali sportiva deve essere accessibile a tutti, nel rispetto
delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno e nella
diversità delle pratiche agonistiche o amatoriali,
organizzate o individuali.
Lo sport per tutti è un’attività umana che si fonda su
valori sociali, educativi e culturali essenziali, e
rappresenta quindi un eccellente strumento per
2 - Lo sport per tutti costituisce un fenomeno equilibrare la formazione e lo sviluppo della persona
socialmente rilevante, poiché assolve a primarie in ogni età. Esso è: fattore di partecipazione alla
funzioni nei processi di crescita degli individui e vita sociale, di tolleranza, di accettazione delle
della collettività. In particolare, lo sport costituisce differenze e di rispetto delle regole;- fonte di
un elemento irrinunciabile della dimensione benessere psicofisico e di realizzazione personale
educativa, per il ruolo che esso svolge nella strumento appropriato per promuovere l’inclusione e
formazione del fanciullo e dell’educazione continua la coesione sociale; fattore di conoscenza del
degli adulti.Il diritto allo sport è dunque diritto a territorio e di integrazione con l’ambiente, del quale
compiere un’esperienza di maturazione umana e di promuove il rispetto e la protezione; mezzo
integrazione sociale. privilegiato per garantire ai disabili fisici o mentali il
diritto ad uno sviluppo individuale, di rieducazione,
di integrazione sociale e di solidarietà. Se sostenuto
da scopi e obiettivi pedagogici, lo sport svolge un
importante ruolo nei percorsi formativi dei giovani,
anche per quanto riguarda i giovani svantaggiati e
demotivati. Peraltro lo sviluppo delle dinamiche
sociali e culturali del Paese fa emergere una forte
domanda di educazione continua che non attiene più
alle sole fasce giovanili della popolazione. L’attività
motoria e lo sport vanno considerati parte integrante
dell’educazione continua dei cittadini oltre che del
processo di sviluppo della loro personalità.
3 - Lo sport per tutti svolge una preziosa funzione L’attività motoria e sportiva svolge un ruolo
sanitaria a beneficio di tutti: tutela la salute ed è fondamentale nel migliorare e conservare la salute
fattore di prevenzione contro le malattie.Il diritto dei cittadini, ed è uno strumento efficace per
allo sport è quindi parte integrante del diritto alla contrastare alcune malattie. Contribuisce, inoltre, al
salute. mantenimento di un buono stato di salute e di qualità
della vita in età avanzata.

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La società sportiva è il luogo proprio e privilegiato
in cui l’esperienza sportiva nasce e si configura in
4 - La dimensione associativa dello sport costituisce forme e a misura dei bisogni, delle possibilità e delle
un’importante risorsa di relazione e interazione aspirazioni dei suoi componenti, praticanti e
sociale, una preziosa esperienza di democrazia, operatori, che insieme concorrono a esprimere e
partecipazione e corresponsabilità. realizzare i grandi valori di umanità e socialità di cui
lo sport è portatore.Per questo suo ruolo
fondamentale, la società sportiva deve essere difesa,
valorizzata e sostenuta come condizione integrante
di una soddisfacente diffusione dello sport sul
territorio e della validità tecnica ed etica delle
attività praticate.
Lo sport per tutti comprende le diverse forme di
pratica sportiva che si prefiggono quale scopo
principale il mantenimento della salute,
5 - Lo sport per tutti, in tutte le sue forme e per tutti i l’educazione, la ricreazione, il rapporto con
cittadini, dev’essere affermato, riconosciuto e l’ambiente, la solidarietà, la socializzazione. Esso è
garantito per assicurare i massimi benefici svincolato da fini di selezione, e trova la sua
dell’esperienza sportiva alle singole persone, ai connotazione principale nell’assenza di intenti
gruppi sociali e alla collettività. spettacolari e di superamento di limiti assoluti, in
accordo con quanto sancito dal CIO nel suo
Documento del centenario, lo sport per tutti
“raccoglie tutti i tipi di sport, ad eccezione dello
sport di alto livello”.Lo sport per tutti consiste in
proposte differenziate e qualificate di attività diverse
per le diverse fasce di età, senza che alcuno ne possa
restare escluso a motivo delle sue condizioni
psicofisiche e delle sue possibilità economiche,
nonché delle condizioni socio-ambientali in cui vive.
Il concetto di sport per tutti esprime un richiamo e
un impegno alla massima diffusione della pratica
sportiva, in ogni sua forma, fra tutti i cittadini
6 - Per assolvere le sue funzioni educative, culturali La qualità dell’esperienza sportiva è fondamentale
e sociali lo sport deve essere organizzato e praticato perché questa possa esprimere in pieno i suoi
sulla base di principi e criteri scientificamente valori.Un rigorosa formazione degli operatori, in
fondati, nel rispetto delle regole disciplinari, di tutti i loro ruoli, costituisce la condizione
norme di fair play condivise e liberamente accettate, preliminare per conferire qualità tecnica e
e dei bisogni dei cittadini.Un’adeguata formazione metodologica all’esperienza sportiva.Nel pensare le
degli operatori è indispensabile per sviluppare lo cose da fare perché trovi pieno diritto di cittadinanza
sport sociale e in particolare per concretizzare la ed adeguato sviluppo uno sport sociale che colga le
dimensione educativa dell’attività sportiva. novità e risponda ai bisogni attraverso la

19
sottolineatura della dimensione educativa, è
assolutamente necessario ripensare la formazione
degli operatori, mettendo in rete le agenzie
formative. tradizionali e nuove, che sono andate
progressivamente accreditandosi..
7 - L’associazionismo sportivo è essenziale per la Ne deriva il ruolo fondamentale delle organizzazioni
promozione e l’organizzazione dello sport secondo sportive, che devono essere riconosciute e sostenute
criteri di qualità, eticità e regolarità. nei loro programmi volti a migliorare le attività
promozionali, tecniche, formative, amministrative.

Il volontariato assolve una funzione insostituibile


nella promozione dell’associazionismo sportivo e
nell’organizzazione dello sport. Deve essere
riconosciuta l’autonomia delle associazioni sportive
e il loro diritto a organizzarsi ed operare
liberamente. L’organizzazione delle attività è
compito naturale e irrinunciabile
8 - La specificità che deriva allo sport dalle sue dell’associazionismo sportivo e delle strutture
funzioni sociali si basa sulla salvaguardia sia organizzative da esso espresse, mentre è funzione
dell’autonomia delle associazioni sportive sia del specifica delle istituzioni pubbliche la creazione
volontariato che le sostiene. delle condizioni necessarie per la pratica sportiva di
tutti i cittadini. E’ diritto dell’associazionismo
sportivo e del volontariato vedere riconosciuta la
loro essenziale funzione nello sport per tutti.Lo Stato
deve promuovere e sostenere il volontariato sportivo
con misure che favoriscono la sua protezione e un
riconoscimento del ruolo economico e sociale dei
volontari.
L’associazionismo di sport per tutti, pur
caratterizzandosi come non profit, costituisce nel
9 - L’associazionismo di sport per tutti, nelle sue
suo complesso una realtà economica non
varie forme, rappresenta una dimensione rilevante
trascurabile e una fonte di occupazione.Esso va
dell’economia sociale.
perciò tutelato e incentivato con opportune misure
giuridiche e fiscali.
10 - E’ dovere delle Istituzioni Pubbliche a tutti i Come affermato dal CIO nel Documento del
livelli – nazionale, regionale e locale – garantire le centenario, “lo sport per tutti è responsabilità di
condizioni per la pratica dello sport di tutti i cittadini tutti”.Per il movimento sportivo un intervento più
e per la vita e le attività delle organizzazioni incisivo sul fronte dello sport per tutti, oltre a
sportive. costituire un impegno al quale non ci si può
sottrarre, rappresenta anche un fattore promozionale
e di crescita della cultura sportiva, che è la

20
condizione e la base per lo sviluppo dello sport in
tutte le sue espressioni.Le politiche dello sport per
tutti coincidono con lo sviluppo dello sport sociale, i
cui campi di azione si incrociano con altri servizi
sociali quali la sanità pubblica, l’istruzione, la
formazione professionale e l’ambiente, la cura degli
anziani e dei disabili, la lotta all’esclusione sociale e
la ricerca di forme pacifiche di integrazione.Il
riconoscimento dello sport per tutti e il sostegno alla
sua promozione è dunque interesse, prima ancora
che un dovere, di tutte le Istituzioni, sia centrali che
territoriali.In quanto fenomeno sociale rilevante, la
realtà dello sport per tutti coinvolge anche forme di
associazionismo non sportivo ed altre componenti
sociali ed economiche, sia pubbliche che del privato
sociale. E’ necessario che tutte le forze cointeressate
alla promozione dello sport per tutti adottino una
logica di sistema, ispirata ai principi del federalismo
solidale (art. V della Costituzione), con un ruolo di
programmazione e di sostegno da parte delle
pubbliche istituzioni centrali e territoriali. La logica
di sistema è indispensabile anche al fine di
raggiungere l’opportuna concertazione e sviluppare
le relative sinergie. Nelle politiche pubbliche è più
che mai urgente favorire un riequilibrio delle risorse
finanziarie ed impiantistiche a favore dello sport per
tutti.

Figura 1- La “Carta dei Principi dello Sport per Tutti”, e la descrizione delle 10 regole

fondamentali sulle quali essa si basa.

21
3.2 CHI SONO I DISABILI ?

Nel 1908 l’O.M.S. , pubblicò un primo documento dal titolo “International Classification

of Impairments , Disabilities and Handicap” (ICIDH). In Italia la certificazione di

Handicap prevista dall’articolo n° 3 della Legge 104/92 nasceva proprio dalle definizioni

dell’OMS dell’ICIHD 1980 (Soresi, 1997). Il documento è propriamente un manuale di

classificazione delle conseguenze della malattia e indica una correlazione tra malattia e la

società seconda una progressione dinamica rappresentata dai seguenti passaggi:

 Malattia Condizione soggettiva

 Menomazione Condizione esteriorizzata

 Disabilità Condizione oggettiva

La Menomazione (Impairment) è definita come qualsiasi perturbazione e della struttura

e del funzionamento del corpo, mentale e fisica. L'ICIDH classifica le menomazioni in

nove gruppi:

1. Menomazioni della capacità intellettiva;

2. Altre menomazioni psicologiche;

3. Menomazioni del linguaggio e della parola;

4. Menomazioni auricolari;

5. Menomazioni oculari;

6. Menomazioni viscerali;

7. Menomazioni scheletriche;

8. Menomazioni deturpanti;

9. Menomazioni generalizzate, sensoriali e di altro tipo.

22
La Disabilità (Disability) è definita come la limitazione o perdita (conseguente a

menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati

normali per un essere umano. L’ICIHD indica nove aree ove può evidenziarsi la disabilità:

1. Disabilità nel comportamento;

2. Disabilità nella comunicazione;

3. Disabilità nella cura della propria persona;

4. Disabilità locomotorie;

5. Disabilità dovute all'assetto corporeo;

6. Disabilità nella destrezza;

7. Disabilità circostanziali;

8. Disabilità in particolari attività;

9. Altre restrizioni all' attività.

L'Handicap è definito come la condizione di svantaggio conseguente a una menomazione

o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l'adempimento del ruolo

normale per tale soggetto in relazione all' età, al sesso e ai fattori socioculturali. L'ICIDH

indica sette tipi di handicap:

1. Handicap nell' orientamento;

2. Handicap nell’ 'indipendenza fisica;

3. Handicap nella mobilità;

4. Handicap occupazionali;

5. Handicap nell'integrazione sociale;

6. Handicap nell'autosufficienza economica;

7. Altri handicap.

23
L'ICF (Cieza et al., 2002) non classifica le persone: è una classificazione delle

caratteristiche della salute delle persone all'interno del contesto .delle loro situazioni di vita

e degli impatti ambientali. «Molto spesso si ritiene erroneamente che l'ICF riguardi

soltanto le persone con disabilità, in realtà esso riguarda tutti. L'ICF ha un'applicazione

universale.» (Bickenbach et al. , 2005).

24
3.3 LA DISABILITA’ IN ITALIA: LE CIFRE

In base alle stime ottenute dall’indagine sulla salute e il ricorso ai servizi sanitari emerge

che in Italia le persone con disabilità sono 2 milioni e 615 mila, pari al 5% circa della

popolazione dai 6 anni che vive in famiglia (tabella 1). La stima si basa su un criterio

molto restrittivo di disabilità, quello secondo cui vengono considerate persone con

disabilità unicamente quelle che nel corso dell'intervista hanno riferito una totale

mancanza di autonomia per almeno una funzione essenziale della vita quotidiana. Se

consideriamo in generale le persone che hanno manifestato una apprezzabile difficoltà

nello svolgimento di queste funzioni la stima allora sale a 6milioni 980mila persone, pari

al 13% della popolazione, che vive in famiglia, di età superiore ai 6 anni. Tale dato è in

linea con quello rilevato nei principali paesi industrializzati. Sfuggono tuttavia le persone

che, soffrendo di una qualche forma di disabilità non fisica ma mentale, sono in grado di

svolgere tali attività essenziali.

Nell'indagine sulla salute non sono compresi i bambini fino a 5 anni, in quanto lo

strumento utilizzato non è idoneo a fornire indicazioni utili per questa fascia di

popolazione. E' possibile stimare il numero di bambini con disabilità utilizzando i dati

provenienti dalle certificazioni scolastiche e facendo alcune ipotesi semplificative riguardo

al trend della disabilità nella prima infanzia. Dai dati provenienti dal Sistema Informativo

del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (M.I.U.R.) la prevalenza di

bambini con disabilità che frequentano la prima classe elementare è pari all'1,32%. Inoltre

alcuni studi specifici stimano una prevalenza alla nascita di bambini con disabilità pari

all'1%. Se ipotizziamo un trend lineare nell'aumento della prevalenza di disabilità da 0 a 6

anni, e consideriamo come punto di partenza la prevalenza alla nascita dell'1% e di arrivo

la prevalenza a 6 anni dell'1,32%, possiamo stimare, complessivamente, un numero di

bambini con disabilità fra 0 e 5 anni pari a circa 42.460.

25
Per quanto riguarda la stima delle persone con disabilità che non vivono in famiglia ma

nelle residenze socio-sanitarie, possiamo fare riferimento ai dati provenienti dalla

rilevazione condotta su queste strutture, che indicano la presenza di 169.160 persone con

disabilità o anziani non autosufficienti (tabella 2).

Considerando quindi il numero di persone che vivono in famiglia, la stima del numero di

bambini sotto i 6 anni e le persone residenti nei presidi socio-sanitari si giunge ad una

stima complessiva di poco più di 2 milioni 800mila persone con disabilità. E' bene chiarire

ancora che si tratta di stime, che presumibilmente distorcono verso il basso il reale numero

di persone con disabilità in Italia. Poiché infatti le persone con disabilità in famiglia

vengono rilevati tramite indagine campionaria col metodo dell'intervista (direttamente alla

persona con disabilità o a un suo familiare), non si può escludere che vi sia una sottostima,

dipendente dal tipo di disabilità, dovuta alla mancata dichiarazione della presenza di

persone con disabilità in famiglia.

Passiamo ora ad un'analisi più dettagliata dei risultati dell'indagine sulle condizioni di

salute, quindi con riferimento alle persone con disabilità di 6 anni e più che vivono in

famiglia.

La presenza di disabilità è ovviamente correlata all'età: tra le persone di 65 anni o più la

quota di popolazione con disabilità è del 19,3%, e raggiunge il 47,7% (38,7% per gli

uomini e 52% per le donne) tra le persone di 80 anni e più.

I tassi di disabilità evidenziano una differenza di genere a svantaggio di quello femminile:

le donne rappresentano infatti il 66% delle persone disabili e gli uomini solo il 34%, e in

rapporto al totale della popolazione le donne hanno un tasso di disabilità del 6,2% mentre

gli uomini del 3,4%. Anche la differenza di genere è correlata alle età più anziane, infatti,

più del 79% delle donne con disabilità ha 65 anni o più, mentre tra gli uomini tale

percentuale scende al 66%. Tale fenomeno è determinato in buona parte dall’evoluzione

demografica, che ha causato un forte invecchiamento della popolazione, caratterizzato da

26
una crescita della speranza di vita alla nascita per tutta la popolazione, ma in misura

maggiore per le donne.

Nell’analisi della distribuzione territoriale emerge un differenziale tra l’Italia settentrionale

e quella meridionale ed insulare. In particolare si osserva un tasso di disabilità del 6%

nell’Italia insulare e del 5,2% nell’Italia Meridionale, mentre tale tasso scende al 4,4%

nell’Italia Nord-Orientale e al 4,3% nell’Italia Nord-Occidentale. Nell’Italia Centrale si ha

un tasso di disabilità del 4,8%. La stessa struttura geografica si osserva per gli uomini e per

le donne (tabella 3).

27
Tabella 1

6-14 15-24 25-44 45-64 65-74 75 e più Totale

Maschi 40 27 81 153 204 389 894

Femmine 40 32 82 209 323 1.035 1.721

Maschi e 80 59 163 362 527 1.424 2.615

Femmine

Fonte: ISTAT, indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, 1999-2000.

Tabella 1 - Numero di persone disabili di 6 anni e più che vivono in famiglia, per sesso e

classi d'età. Anno 1999-2000. Dati in migliaia.

Tabella 2

Persone con disabilità con Persone con disabilità con Anziani non Totale

meno di 18 anni 18-64 anni autosufficienti

Maschi 1.050 14.836 30.721 46.607

Femmine 841 13.154 108.558 122.553

Maschi e 1.891 27.990 139.279 169.160

Femmine

Fonte: ISTAT, Indagine sui Presidi residenziali socio-assistenziali. Anno 2000

Tabella 2 - Persone con disabilità e anziani non autosufficienti ospiti dei presidi

residenziali socio-assistenziali per sesso. Valori assoluti. Anno 2000.

28
Tabella 3
Disabili

REGIONI Tassi grezzi Tassi standardizzati * Totale popolazione (migliaia)

Piemonte 48,1 44,5 4.028

Valle d'Aosta 39,4 38,6 112

Lombardia 40,2 41,8 8.487

Trento 38,2 38,0 422

Bolzano 31,7 35,5 437

Veneto 39,8 40,6 4.206

Friuli-Venezia 42,3 35,5 1.118


Giulia

Liguria 47,3 35,5 1.543

Emilia- 50,8 42,1 3.754


Romagna

Toscana 55,0 46,0 3.337

Umbria 51,0 40,9 788

Marche 56,0 47,9 1.374

Lazio 41,6 43,8 4.919

Abruzzo 54,1 49,6 1.203

Molise 55,1 48,9 309

Campania 45,8 56,3 5.345

Puglia 53,9 61,5 3.804

Basilicata 54,8 56,4 568

Calabria 62,8 68,1 1.918

Sicilia 62,8 68,9 4.723

Sardegna 52,0 59,5 1.555

ITALIA 48,5 48,5 53.950

Fonte: ISTAT, indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 1999-2000.

Tabella 3 - Disabili di 6 anni e più per regione. Anno 1999-2000. Tassi grezzi e

standardizzati per mille persone

29
4. COS’E’ SPECIAL OLYMPICS ?

Special Olympics è un programma internazionale d’allenamento sportivo e competizioni

atletiche per più di un milione di ragazzi ed adulti con ritardo mentale.

Il giuramento di Special Olympics descrive precisamente la mentalità con la quale

vengono affrontate le competizioni e cita testualmente:

“Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare

con tutte le mie forze”.

In Italia Special Olympics è stato inserito nell’ambito dell’attività della Federazione

Italiana Sport Disabili (F.I.S.D.) per circa 15 anni.

Dal 1° Ottobre 2003, Special Olympics ha raggiunto una maggiore autonomia approvando

anche un nuovo statuto, con il proposito di dare un maggior risalto a tutto il movimento ed

una maggiore diffusione del suo messaggio di gioia e di speranza,fino al riconoscimento

da parte del C.O.N.I. ,come ASSOCIAZIONE BENEMERITA D’INTERESSE

SPORTIVO.

Ogni anno una rappresentativa italiana è chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi

Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei. Nel mondo, più di 3 milioni di membri di

famiglie ed 1milione di volontari aiutano a realizzare ogni anno circa 16.000 grandi eventi.

Special Olympics Inc. è riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, così come il

Comitato Paraolimpico. Le due sono organizzazioni separate e distinte. Diverse le

premesse, diversa la filosofia che muove le due organizzazioni. Mentre il Comitato

Paraolimpico opera coerentemente con i criteri dei Giochi Olimpici con gare competitive
30
riservate agli atleti con le migliori performance, Special Olympics ovunque nel mondo e

ad ogni livello (locale, nazionale ed internazionale), è un programma educativo, che

propone ed organizza allenamenti ed eventi solo per persone con ritardo mentale e per ogni

livello di abilità.

Le manifestazioni sportive sono aperte a tutti e premiano tutti, sulla base di regolamenti

internazionali continuamente testati e aggiornati.

31
4.1 STORIA

Lo Special Olympics International nasce nel 1968 negli Stati Uniti per volontà di Eunice

Kennedy Shriver, sostenitrice per più di 3 decenni del miglioramenti delle persone con

ritardo mentale, in occasione dei Primi Giochi Internazionali tenutisi a Chicago, Illinois.

Qualche anno prima (1960) Eunice Kennedy, organizzò una giornata di gioco e sport

esclusivamente per disabili e si accorse immediatamente che questi ragazzi erano molto

più capaci nelle attività fisiche di quanto molti esperti ritenessero.

Nei primi anni lo Special Olympics ( S.O.) fu finanziato dalla Fondazione Kennedy e da

vari enti. Attualmente la Fondazione Kennedy non sostiene più economicamente S.O. ma

continua a condividerne i principi e ad estenderli in tutto il mondo.

Nel Dicembre 1971 la Commissione Olimpica degli Stati Uniti conferisce l'approvazione

ufficiale a Special Olympics di usare il nome "Olympics", l'unica organizzazione ad essere

autorizzata ad utilizzare questo nome.

In un protocollo d'intesa firmato il 15/02/1988 la Commissione Olimpica Internazionale

ratifica una convenzione nella quale riconosce ufficialmente Special Olympics Italia, ed

accetta di collaborare con esso come rappresentante degli interessi degli atleti con

disabilità mentale.

Il riconoscimento del C.I.O. comporta che le gare, gli allenamenti si conducano secondo i

più alti ideali del movimento olimpico internazionale, e di proteggere e di vigilare sull'uso

del termine "olimpico", preservandolo da abusi.

Special Olympics è attualmente presente in 165 paesi.

32
Eunice Kennedy Shriver, durante i giochi mondiali del giugno 1999 in North Carolina

disse:

" Trent' anni fa dicevano che non eravate in grado di correre i 100mt.

Oggi, voi correte la maratona.

Trent' anni fa, dicevano che dovevate rimanere chiusi negli istituti.

Oggi siete di fronte alle televisioni di tutto il mondo.

Trent' anni fa, dicevano che non potevate dare un valido contributo

all'umanità.

Oggi, voi riunite sullo stesso terreno dello sport nazioni che sono in

guerra..."

33
4.2 MISSIONE

La missione di questa organizzazione è di promuovere gli allenamenti e la pratica dello

sport olimpico per individui con difficoltà mentali, dando loro continue opportunità di

sviluppo fisico e psichico, facendo loro dimostrare coraggio, capacità, e creando sempre

nuovi motivi per gioire insieme alle proprie famiglie, ai propri amici e a tutta la comunità.

Il fine ultimo di Special Olympics è quello di dare, alle persone con ritardo mentale, la

possibilità di diventare cittadini utili alla società e quindi accettati, apprezzati, e rispettati

dall’intera comunità.

La convinzione dello Special Olympics è che il programma sportivo e le competizioni che

propone aiutino le persone con ritardo mentale a migliorarsi fisicamente e crescere

mentalmente, socialmente e spiritualmente.

Special Olympics crede che la competizione tra persone con uguali abilità è il miglior

modo per testare le proprie capacità atletiche, misurare i propri progressi ed aspirare ad

una crescita.

Lo spirito di Special Olympics trascende, così come fa la disabilità, tutte le razze, le

nazionalità, i confini geografici, le età o le religioni.

34
4.3 L’ORGANIGRAMMA DI SPECIAL OLYMPICS

Special Olympics è organizzato secondo una struttura che mette al centro le esigenze

dell'atleta.

In tutto il mondo il programma Special Olympics segue le stesse direttive per sviluppare in

modo il più possibile omogeneo ed efficace le attività sportive, gli eventi e ogni altra

iniziativa di supporto alla missione.

A livello nazionale, regionale e locale, i referenti si organizzano secondo delle specifiche

aree in base alle loro competenze e mansioni. Il direttore nazionale e il direttore regionale

sono strettamente collegati fra loro sugli interventi territoriali, in modo tale che tutte le

aree dialoghino tra loro sui tre livelli possa comunicare e agire in sinergia con i relativi

referenti

Un sistema di comunicazione orizzontale e verticale, quindi, che prevede un incrocio vivo

e dinamico d’informazioni, metodologie e conoscenze (figura 2).

35
Figura 2 - Grafico dell’organigramma di Special Olympics Italia

36
4.4 LE AREE IN CUI E’ DIVISO

Special Olympics Italia è strutturato in diverse aree, autonome ma collegate tra loro,

ovvero:

• Area tecnica;

• Area scuola – Progetto “SO GET INTO IT” ;

• Area stampa;

• Area volontari;

• Area famiglie;

• Area salute;

• Unità Formazione Studi.

37
4.4.1 AREA TECNICA

L'Area Tecnica è quella più a diretto contatto con gli Atleti e si occupa non solo degli

allenamenti ma di tutto quanto ad essi afferisce: norme, regolamenti, didattica; con

costante attenzione alla missione all'aggiornamento tecnico specifico sulle attività adattate.

I regolamenti dell'attività motoria e sportiva effettuata con il Programma Special Olympics

sono stati adeguatamente adattati alle abilita' speciali differenti, che le persone con ritardo

mentale possono presentare.

L'attività sportiva consente di ottenere benefici a livello fisico, psicologico e cognitivo.

Questo vale per tutti e a maggior ragione per le persone con ritardo mentale.

L'Articolo 1 del Regolamento Internazionale Special Olympics riporta i principi

fondamentali sui quali si basa tutta l'attivita', riportiamo i principali:

gli allenamenti devono essere condotti da personale specializzato di Special Olympics che

metta in evidenza le reali abilita' dell'allievo e dia la giusta importanza alla prestazione.

Allo stesso tempo l'istruttore dovrà lavorare per l'acquisizione di autonomia da parte del

ragazzo, sia per la gestione della propria persona, sia per la gestione dell'attività sportiva

(allenamento e gare); ogni performance e' una vittoria personale a prescindere da come gli

atleti si classificano. Ogni atleta e' premiato con una medaglia; possono partecipare

persone di tutte le età (a partire dagli 8 anni ) e di tutti i livelli di abilita'. I regolamenti

sono stati adattati per permettere la piu' ampia partecipazione;ogni atleta gareggia con altri

con le stesse abilita'.

Si pensa così, che l'attivita' sportiva concepita secondo questi principi sia il mezzo piu'

efficace per sviluppare l'autonomia personale, l'autostima e per creare momenti di

integrazione sociale.

Per ogni disciplina vengono organizzati a livello regionale vari incontri, giochi, meeting,

tornei ed a livello nazionale i Giochi Nazionali. La gestione tecnica dei Giochi Nazionali e'
38
affidata ad uno staff tecnico nazionale che lavora tutto l'anno per la realizzazione di

competizioni eque ed in condizioni di massima sicurezza. L'organizzazione delle

manifestazioni nazionali e' affidata ad un Comitato Organizzatore che cura, nel rigoroso

rispetto delle necessità degli atleti speciali, tutti gli aspetti logistico - organizzativi.

In ogni disciplina sportiva possiamo affidarci ad uno staff tecnico nazionale qualificato,

coordinato a livello centrale, che si occupa di regolamentare ogni manifestazione

nazionale, seguendo le direttive di Special Olympics International, tenendo però sempre

presente gli adattamenti necessari per la realtà italiana. In Italia gli sport praticati sono in

continuo aumento.

39
4.4.2 AREA SCUOLA- “SO GET INTO IT”

Il Progetto Scuola è un programma formativo rivolto alle scuole, che si propone di educare

alla diversità. “So Get Into It” fornisce agli insegnanti strumenti e risorse per valorizzare le

differenze. Il materiale strutturato offre opportunità per insegnare agli studenti come

diventare più attenti e consapevoli verso la disabilità e anche per apprendere che le persone

con disabilità possono raggiungere importanti obiettivi. La guida aiuta a impostare progetti

di volontariato che coinvolgano e sensibilizzino il mondo della scuola e la comunità.

40
4.4.3 AREA STAMPA

L’area stampa di Special Olympics Italia ricopre un ruolo molto importante; infatti svolge

il compito di implementare la conoscenza delle attività sportive svolte da disabili

intellettivo – relazionali, e la filosofia con la quale si affrontano le stesse.

Gli strumenti utilizzati sono di vario tipo e comprendono:

• UFFICIO STAMPA;

• CONFERENZE STAMPA;

• COMUNICATI STAMPA;

• RASSEGNE STAMPA;

• SITO INTERNET;

• NEWSLETTER “NOTIZIE SPECIALI ONLINE”;

• NOTIZIE SPECIALI (CARTACEO);

• MAILING LIST.

Per quanto riguarda il sito internet www.specialolympics.it i contatti sono stati rilevati ed

inseriti nella figura 3.

41
Visitatori sito
www.specialolympics.it

120.000

100.000

80.000

60.000

40.000

20.000

-
2004 2005

Figura 3 - 50.000 VISITATORI UNICI nel 2004 –

105.000 VISITATORI UNICI nel 2005 ;

“Unici” significa che il sistema non conteggia le visite ripetute da una stessa postazione

nello stesso giorno. Periodo di riferimento gennaio 2004 – settembre 2005

Per quanto riguarda la mailing list i contatti dal 2003 al 2005 sono illustrati nella figura 4.

42
6000 contatti
newsletter
5000

4000

3000

2000

1000

0
2003 2004 2005

Figura 4 – CONTATTI IN MAILING LIST NEGLI ANNI 2003 /2004 / 2005

Per quanto riguarda infine, il notiziario informativo in cartaceo, sono stati distribuiti 3

opuscoli durante l’anno sportivo 2004-2005 , in un numero totale di 15000 copie.

43
4.4.4 AREA VOLONTARI

L'Area Volontari si occupa della ricerca, della formazione, della gestione delle persone che

vogliono offrire il loro servizio volontario in varie forme, sia durante gli eventi che in altre

situazioni non direttamente legate ad essi.

Nel SOI il programma volontari nasce dalla considerazione che il volontariato è

fondamentale per il progresso sociale della collettività.

In tutto il mondo i volontari sono circa 1.000.000, per 2.000.000 di atleti speciali.

In Italia ogni anno vengono coinvolti circa 3.000 volontari tra tutti gli eventi locali,

regionali e nazionali.

Il supporto dei volontari è vitale, ogni contributo è prezioso e ci aiuta a realizzare delle

bellissime manifestazioni per i nostri Atleti.

Special Olympics offre la possibilità di conoscere la disabilità in modo gioioso, proprio

perché gli Atleti e i volontari si trovano a condividere momenti emozionanti e divertenti.

Tutti possono avvicinarsi al programma volontari anche coloro che non hanno mai avuto

esperienza e che guardano la disabilità con timore e diffidenza.

Le persone che si dedicano al volontariato hanno bisogno di essere coordinate e di ricevere

una specifica istruzione.

Special Olympics Italia tende a formare i quadri regionali dell'area volontari al fine di

coordinare i volontari nella attività sportive e in tutti gli eventi SOI.

L'impegno può non essere costante durante l'anno, ma è indispensabile in alcuni momenti

come eventi Locali, Giochi Regionali e Giochi Nazionali.

In queste occasioni i volontari potranno collaborare e fornire il loro supporto in molteplici

modi, ma soprattutto si troveranno a condividere una bellissima esperienza con i nostri

Atleti.

44
4.4.5 AREA FAMIGLIE

L'Area Famiglie si occupa di raccordare diverse iniziative e informazioni rivolte ai

famigliari degli Atleti al fine di una partecipazione concreta ed efficace al benessere degli

Atleti, sia per quanto riguarda gli obiettivi che i metodi.

Il Programma Famiglie offre l'opportunità di:

• Condividere esperienze positive con altri familiari;

• Approfondire la conoscenza del movimento Special Olympics;

• Ricevere ed offrire ospitalità in occasione delle gare.

Obiettivi del Programma Famiglie:

• Coinvolgere i familiari in modo attivo;

• Incrementare il numero degli atleti, tecnici, volontari;

• Coordinare iniziative di supporto (raccolta fondi, feste, ecc.);

• Favorire le comunicazioni e l'approfondimento di temi specifici;

• Aumentare la conoscenza del movimento Special Olympics.

Perché i familiari sono importanti ?:

• La loro esperienza è concreta;

• La loro motivazione è trainante;

• La loro sensibilità è fruttuosa feconda.

45
Cosa possono fare i familiari ?:

• Coordinare il gruppo di familiari in occasione di gare e trasferte;

• Fornire trasporti o accompagnamento agli allenamenti;

• Organizzare festa o banchetti;

• Raccogliere fondi;

• Attivare nuovi volontari;

• Coinvolgere nuovi gruppi familiari.

Per entrare a far parte del Programma Famiglie, bisogna rivolgersi ad ogni Team S. O. I. ,

che può dare informazioni relative al Programma; inoltre ogni regione ha un referente che

affianca le società ed i privati interessati.

46
4.4.6 AREA SALUTE

PROGRAMMA SALUTE PER GLI ATLETI SPECIAL OLYMPICS

Il Programma Salute è realizzato grazie al contributo volontario di medici specialisti che

svolgono visite altamente qualificate e gratuite ai nostri Atleti affinché possano sviluppare

tutte le loro potenzialità ed esprimersi al meglio sia nello sport che nella vita quotidiana.

I PRINCIPALI OBIETTIVI :

• Migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità mentale;

• Sensibilizzare atleti, genitori, parenti, insegnanti ed allenatori sull'importanza del

sottoporsi a regolari controlli medici;

• Incoraggiare Medici Specialisti a fornire assistenza alle persone con ritardo mentale

affinché possano finalmente usufruire di un servizio altamente qualificato e rispondente

alle loro esigenze;

• Comprendere meglio i bisogni delle persone diversamente abili al fine di elaborare, sulla

base di dati di ricerca attendibili, test valutativi e diagnostici più specifici ed efficaci;

• Accrescere i Programmi Salute affinché sempre più atleti possano beneficiarne e creare

una rete mondiale di specialisti che vogliano mettere le loro conoscenze al servizio degli

atleti speciali in occasione degli eventi regionali, nazionali e mondiali Special Olympics;

• Formare Medici Professionisti in grado di saper accogliere e rapportarsi con le persone

disabili mentali;

• Fornire assistenza medica specializzata ed altamente qualificata alle persone con ritardo

mentale;

• Migliorare la salute ed il benessere fisico per agevolare la conquista dell'autonomia e

facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro e nella società intera.

47
Le Parole chiave saranno quindi:

• Prevenzione;

• Educazione alla salute;

• Assistenza Medica qualificata;

• Modalità di approccio individuali e personalizzate;

• Informazione alle famiglie.

I Medici Volontari :

• Traggono gratificazione e soddisfazione dal volontariato;

• Accrescono le loro abilità e competenze mediche prendendo confidenza con la disabilità

mentale;

• Si trovano ad esercitare in un ambiente accogliente e in un clima di gioia

e di festa;

• Con lo sviluppo del programma si troverebbero inseriti in una rete internazionale dove

poter condividere e confrontare le differenti esperienze ed informazioni.

Sponsor governativi e filantropici, e Partnerships, contribuiscono tramite

donazioni di prodotti, attrezzature per gli screening, reclutamento di volontari da parte di

Società locali, nazionali e/o internazionali aiutano a supportare il Programma.

48
I PROGRAMMI SALUTE realizzati in Italia sono:

• SPECIAL OLYMPICS LIONS CLUB INTERNATIONAL OPENING EYES: Il primo

Programma Internazionale di screening visivo optometrico studiato per migliorare la

qualità della visione della popolazione con disabilità mentale (figura 4 ).

Figura 4 – visita oculistica atleta Special Olympics

• SPECIAL OLYMPICS SPECIAL SMILES:

Il primo screening odontoiatrico è stato realizzato in Italia da professori e studenti

volontari della Facoltà di Medicina e Chirurgia, C.d.L. in Odontoiatria e Protesi Dentaria,

dell'Università degli Studi di Milano (figura 5 ).

Figura 5 – visita odontoiatrica atleta Special Olympics

• SCREENING PODOLOGICO - "STEP BY STEP": Il primo screening Podologico

realizzato in Italia è stato promosso dall'Associazione Italiana Podologi (AIP) con la

partecipazione di professori e studenti dell'ultimo anno dell'Università La Sapienza di

Roma (figura 6 ).

49
Figura 6 – visita podologica atleta Special Olympics

Questi i PROGRAMMI SALUTE EMERGENTI che vorremmo realizzare e gli specialisti

che vorremmo coinvolgere:

• terapisti della riabilitazione fisica - Programma FUN - fitness

• otorinolaringoiatri

• cardiologi

• ortopedici

• dietologi e nutrizionisti

• dermatologi

50
4.4.7 AREA FORMAZIONE E STUDI

L'Unità Formazione e Studi (UFS) è la struttura di Special Olympics Italia (SOI) preposta

a promuovere lo studio e l'approfondimento delle tematiche relative alle persone in

situazione di ritardo mentale. Si propone, inoltre, di fornire agli operatori ed ai tecnici SOI

le competenze necessarie a sostenere efficacemente la diffusione e la pratica dello Sport.

La filosofia di Special Olympics è avvicinare le persone diversamente abili alla

partecipazione sportiva per il valore formativo che esso rappresenta, nella prospettiva di

una sempre migliore integrazione sociale e lavorativa, anche come proficua utilizzazione

del tempo libero.

Pertanto L'UFS:

• Promuove ricerche finalizzate ad approfondire ogni aspetto inerente il rapporto sport-

disabilità mentale;

• Progetta ed organizza l'attività didattica riferita alla disabilità mentale;

• Studia nuove metodologie per la promozione di Special Olympics Italia;

• Promuove la produzione di dispense, di guide tecniche e di testi ufficiali di Special

Olympics Italia;

• Elabora protocolli e convenzioni con Enti ed Istituzioni finalizzati al perseguimento degli

scopi di Special Olympics Italia;

• Organizza giornate di studio, convegni, seminari, stages nazionali ed internazionali ed altre

forme di incontro organizzate su tematiche riguardanti disabilità mentale/ritardo mentale;

fornisce altresì consulenza nel settore;

• Organizza Corsi di preparazione ed aggiornamento tecnico finalizzati allo sviluppo del

rapporto sport- disabilità mentale, secondo le direttive di Special Olympics Inc.;

51
• Studia e promuove, con particolare interesse, gli "Sport Unificati" come approccio

privilegiato per favorire l'inclusione;

• Promuove l'abbattimento di ogni barriera fisica, sociale e culturale e partecipa alle

iniziative intraprese in questa direzione;

• Elabora progetti finalizzati alla partecipazione a iniziative promosse a livello locale,


nazionale, europeo ed internazionale inerenti gli scopi di Special Olympics Italia.

52
5. IL CALCIO IN ITALIA

Il gioco del calcio ha sempre ottenuto all’interno delle manifestazioni di Special Olympics,

sia a livello nazionale, sia a livello internazionale, un grande successo in relazione al

numero delle partecipazioni.

Le discipline calcistiche sono variate negli anni, passando dal calcio ad 11, al calcio a 5;

negli ultimi due anni, visto la crescente necessità di integrazione è stato inserito il calcio a

7 unificato, che verrà descritto successivamente.

Negli ultimi anni inoltre in Italia, il gioco del calcio si è sviluppato anche a livello

femminile; ovviamente è ancora poco il riscontro, ma in netto aumento.

5.1 IL CALCIO AD 11

Nei primi anni ’90, il calcio è stato inserito nelle manifestazioni nazionali Special

Olympics , la disciplina contemplata era quella del calcio a 11, ma con il passare degli anni

si è pensato che l’esigenze dei team nazionali potessero sposarsi meglio con altre soluzioni

di gioco.

Infatti dopo alcuni anni di pratica, cominciarono a presentarsi alcune perplessità, relative

all’attività, sottolineando le difficoltà fisiche nel sostenere uno sforzo così importante,

come quello richiesto nel calcio ad 11.

L’area tecnica del calcio, dopo un’attenta analisi ed un confronto con i tecnici dei vari

team, decisero di variare i loro piani di lavoro per finalizzarli al calcio a 5.

53
5.2 IL CALCIO A 5 MASCHILE

Dal 2000, si svolsero a Salerno, i primi giochi nazionali di calcio a 5, constatando a fine

manifestazione un risultato molto soddisfacente, sia dal punto di vista della partecipazione,

sia dal punto di vista tecnico / atletico.

Infatti oltre ad una maggiore tenuta fisica, date ovviamente le dimensioni minori del

campo ed il ridotto tempo di gioco rispetto al calcio ad 11, si sono potute formare diverse

squadre della stessa società, partecipando ad un torneo adeguato alle reali capacità tecnico

–tattico –fisiche .

5.3 IL CALCIO A 5 FEMMINILE

Un’altra disciplina inserita durante la manifestazione nazionale a Roma 2003, come

disciplina promozionale, è stato il calcio a 5 femminile.

L’intenzione è stata quella di cercare attraverso alcune partite dimostrative, di dimostrare

come il calcio a 5 non fosse un’attività sportiva per soli uomini, ma aperta a tutti.

In quella occasione, l’evento provocò un enorme interesse, tanto che alcuni team

pianificarono un percorso mirato all’inserimento di questa nuova disciplina del calcio

all’interno delle proprie società d’appartenenza.

54
5.4 IL CALCIO A 7 UNIFICATO

Dal 2005 SOI , ha inserito una nuova disciplina del calcio ovvero il calcio a 7 unificato.

Questa iniziativa è stata fortemente caldeggiata dai vertici di Special Olympics

Europe / Eurasia , con l’intento di ampliare il concetto di integrazione sociale, non solo

fuori dal campo, ma soprattutto all’interno del settore, in vista dei Giochi Europei

Giovanili, che si svolgeranno a Roma nel mese di Ottobre 2006.

La suddetta consiste nell’inserimento nella squadra di disabili, alcuni atleti normodotati

(partner); questi potranno essere presenti in campo contemporaneamente, con un numero

massimo di tre. Potranno ricoprire qualsiasi ruolo, tranne il portiere, con l’intento di

facilitare lo svolgimento della partita e diminuire l’eventuale gap tecnico, ma senza

alterare il risultato finale; i partner inoltre non avranno la possibilità di segnare gol.

Questa disciplina potrebbe segnare un cambiamento radicale, rispetto a come è stato inteso

fino ad oggi lo sport per disabili intellettivi e relazionali, ottenendo una vera integrazione

attraverso un’attenta gestione ed un’adeguata valutazione.

55
5.5 EUROPEAN FOOTBALL WEEK

Un’altra manifestazione calcistica di notevole importanza, è l’European Football Week

(E. F. W.) , ovvero la settimana europea del calcio.

Special Olympics Italia organizza questo torneo in contemporanea con tutti i paesi europei

aderenti a Special Olympics Europe / Eurasia , dal 2001 , dando la possibilità di

confrontarsi in un’ulteriore torneo oltre i Giochi Nazionali.

La risposta da parte delle società è sempre stata ottima, sottolineando come sia importante

il senso di giocare in contemporanea con altri paesi europei, cercando così di diffondere il

più possibile la conoscenza di Special Olympics, ed ancor di più la mentalità e la sempre

crescente professionalità (tabella 4).

EUROPEAN FOOTBALL WEEK

Anno 2001 2002 2003 2004 2005

Team
12 18 24 13 9
Partecipanti

Tabella 4 - Presenze European Football Week dal 2001 al 2005

56
5.6 I NUMERI DEL CALCIO IN ITALIA

Nei grafici allegati si esplicitano:

• il numero dei team partecipanti ai giochi nazionali di calcio, dal 1993 al 2005

(tabella 5);

• il numero di atleti partecipanti ai giochi nazionali di calcio a 5, dal 2000 al 2005

( tabella 6).

TEAM PARTECIPANTI AI
GIOCHI NAZIONALI CALCIO
ANNO ‘93 ‘94 ‘95 ‘96 ‘97 ‘98 ‘99 ‘00 ‘01 ‘02 ‘03 ‘04 ‘05

TEAM 10 6 6 / 8 10 3 11 12 18 24 13 9

Tabella 5 – Team partecipanti ai Giochi Nazionali Calcio dal 1993 al 2005

ATLETI PARTECIPANTI AI
GIOCHI NAZIONALI CALCIO A 5
ANNO 2000 2001 2002 2003 2004 2005

ATLETI 80 90 167 205 113 100

Tabella 6 – Atleti partecipanti ai Giochi Nazionali Calcio dal 2000 al 2005

57
Il calo di presenze che si può notare durante l’anno 2004 è dovuto dal termine della

convenzione stipulata tra Special Olympics Italia e il Comitato Italiano Paraolimpico ( ex-

F.I.S.D. Federazione Italiana Sport Disabili), riguardante l’affido dell’organizzazione delle

attività agonistiche per disabili intellettivi e relazionali.

Dall’anno 2004 quindi in Italia esistono due organismi che organizzano manifestazioni sia

regionali, sia nazionali per disabilità intellettive.

58
5.7 I NUMERI DEL CALCIO NEL MONDO

Per capire quanto la disciplina del calcio si diffusa in tutto il mondo (Beckerman, 1997) ,

basta vedere nelle tabelle n° 7 e 8, i dati relativi ai Giochi Mondiali Estivi Special

Olympics 1999 (North Carolina) e 2003 ( Dublino), forniti da Special Olympics

International (Birrer, 2004).

World Summer Games 1999 – North Carolina


Football/Soccer 11-a-side Team Competition 233

Football/Soccer 5-a-side Team Competition 571


Football/Soccer Unified 11-A-Side Team
55
Competition
Football/Soccer Unified 5-A-Side Team 84
Competition

TOTALE TEAM 943

Tabella 7 - Squadre partecipanti ai World Summer Games 1999 – North Carolina

59
Squadre partecipanti ai
World Summer Games 2003 – Dublino
Football/Soccer 11-a-side Team Competition 246

Football/Soccer 5-a-side Team Competition 564


Football/Soccer Unified 11-A-Side Team
84
Competition
Football/Soccer Unified 5-A-Side Team
65
Competition

TOTALE TEAM 959

Tabella 8 - Squadre partecipanti ai World Summer Games 2003 – Dublino

60
5.8 REGOLAMENTO TECNICO

Per quanto riguarda il regolamento tecnico del calcio a 5 ed il precedente del calcio ad 11,

Special Olympics ha deciso di seguire le tracce del regolamento ufficiale della F.I.G.C.;

infatti nel regolamento viene riportato quanto segue: “Regole ufficiali che controlleranno

tutte le competizioni di calcio per i giochi Special Olympics . Come i programmi sportivi

internazionali, i giochi Special Olympics, hanno creato queste regole basate sulle regole

della Federazione Internazionale dell'Associazione Calcistica (F.I.F.A.) edizione 2002 per

il calcio a cinque.

Le regole ufficiali del Calcio Special Olympics sostituiranno le regole del calcio applicate

dalla F.I.F.A. quando queste dovessero risultare in conflitto con le regole del calcio dello

Special Olympics .

Per quanto non previsto dal seguente regolamento si rimanda al “Regolamento di gioco del

calcio a cinque o a undici” edito a cura della F.I.G.C. - edizione 2005.

Possono partecipare alle competizioni di calcio Special Olympics Italia gli atleti che

abbiano compiuto gli 8 anni alla data del primo giorno della manifestazione e che abbiano

provveduto a regolare adesione a Special Olympics Italia per l’anno corrente.

Sono ammessi a partecipare anche atleti con disabilità multipla (deficit motori o

sensoriali), a patto che sia riconosciuto anche un ritardo mentale”.

61
5.9 LA REGOLA DELLO SFORZO ONESTO

Una parte particolare dei regolamenti di tutte le discipline del calcio, riguarda la regola

dello sforzo onesto.

Questa indicazione particolare è stata aggiunta da Special Olympics International, in

quanto prima dell’inizio delle partite, ad ogni livello (regionale, nazionale o

internazionale), i responsabili tecnici effettuano test preliminari per determinare i gironi .

Infatti, una delle caratteristiche di S.O. è quella di organizzare gironi assestanti, dove tutte

la squadre possano esprimere il proprio valore tecnico contro dei pari livello; a questo

proposito i test, consistenti in mini – partite di dieci minuti, forniscono dati tecnici per la

determinazione dei tali , senza difformità di abilità.

Lo sforzo onesto è quindi la richiesta da parte dei valutatori, di far giocare durante i

preliminari, la formazione con le più alte competenze tecniche, in modo da non falsare i

risultati.

Inoltre il comitato organizzatore dei giochi, mantiene la facoltà di variare, anche durante lo

svolgimento della manifestazione, il livello d’appartenenza predeterminato.

Di seguito, l’estratto della regola citata dal Regolamento Ufficiale di Special Olympics:

• “Nelle competizioni Special Olympics i giocatori delle squadre devono partecipare

onestamente e con il massimo dell’impegno, sia nei test e minipartite di qualificazione, sia

nelle partite finali”;

• “Se le squadre sono ritenute come non partecipanti secondo le loro potenzialità, con

l’intento di essere inseriti in gironi di minori abilità, potranno essere spostati nel girone più

appropriato”;

• “Gli allenatori devono assicurare che i risultati ottenuti nei test o minipartite di

valutazione, riflettano le reali abilità delle loro squadra. Se per qualsiasi ragione

l’allenatore non considerasse corretto il risultato ottenuto nei test o minipartite di

62
valutazione, potrà segnalare ciò allo staff Tecnico Nazionale o Regionale, entro 1 ora dalla

comunicazione delle suddivisioni in gironi. In questi casi sarà fatta una nuova verifica ed

una nuova valutazione. Diversamente, se una squadra migliora la sua prestazione

visibilmente, potranno essere effettuati ulteriori spostamenti di girone durante lo

svolgimento delle partite di qualificazione e se fosse ritenuto che una squadra

ulteriormente non partecipa con il massimo dell’impegno potrà essere declassata all’ultimo

posto o squalificata”.

63
6. STRUMENTI UTILIZZATI

Gli strumenti utilizzati per il raggiungimento dei nostri obiettivi sono stati:

• OPTOJUMP;

• PEDANA LYBRA;

• TEST DI VELOCITA’;

• PERCORSO TECNICO.

Le relative descrizioni saranno approfondite nei seguenti paragrafi.

64
6.1 L’OPTOJUMP

L’Optojump (figura 7) è uno strumento di lavoro ed analisi, che consente la rilevazione

delle prestazioni atletiche di un soggetto; in pratica è un sistema di rilevamento ottico che

permette la misurazione dei tempi di contatto e di volo, con una precisione di 1/1000s.,

durante l’esecuzione di una serie di salti. E’ costituito da due barre strumentate

(dimensioni 100x4x3 cm), una contenente la parte di controllo e ricezione, l’altra la parte

di trasmissione.

Figura 7 - L’optojump

la tipologia di configurazione utilizzata ovvero il metro singolo, consente di acquisire in

modo estremamente semplice ed accurato i tempi di volo e di contatto con il terreno

durante l’effettuazione di sequenze di balzi.

Per mezzo di un software versatile e semplice nell’uso, Optojump consente il rilevamento

dei dati relativi alla misurazione della forza esplosiva ed elastica.

Senza ricorrere ad analisi più complicate ed intrusive, è così possibile ricavare numerosi

parametri che caratterizzano l’atleta, quali: n.° dei balzi, tempo di contatto, tempo di volo,

altezza in cm, ritmo, energia specifica (J/kg), potenza specifica (W/Kg), energia totale (J),

potenza totale (W) ecc.

Per installare il sistema è sufficiente posizionare a terra le due barre, ponendole una di

fronte all’altra, a non più di 3 m (un led verde segnala l’esatto posizionamento) e collegare

l’apposito cavo alla porta seriale del PC .

65
Durante il test i dati sono presentati graficamente in tempo reale, e vengono memorizzati

per successive rielaborazioni o visualizzazioni, sia in forma numerica che grafica (figure 8

e 9)

Figura 8 - parte numerica dei tre salti

Figura 9 - Parte grafica dei tre salti

66
6.2 LYBRA

Per quanto riguarda la valutazione delle capacità di equilibrio, è stata utilizzata una pedana

basculante elettronica (Lybra; figura 10).

Caratteristiche principali:

- ampia superficie di appoggio antiscivolo;

- tre diversi raggi di basculamento;

- videogiochi;

- la gestione di un archivio anagrafico e il salvataggio dei dati rilevati durante le

sedute di valutazione e allenamento.

- peso 2.7 kg;

- nessun collegamento con la rete elettrica.

- Feedback modalità programmabili a più livelli.

- Semplici operazioni consentono di effettuare esercizi con difficoltà crescente

garantendo la progressione di lavoro.

Figura 10. Parte posteriore della lybra.

67
Le prove che possono essere effettuate con questo tipo di strumento si basano

sostanzialmente sul controllo dell’equilibrio per un tempo prestabilito e seguendo un

percorso personalizzabile a seconda del livello di difficoltà (figura 11).

Figura 11. Schermata principale.

La tavoletta è dotata di un encoder per la rilevazione della posizione, azionato da una leva

a contatto con il pavimento e collegato a una scheda elettronica che provvede alla

rilevazione dell’angolo del piano della tavoletta rispetto al pavimento su cui è appoggiata,

inviando così i dati ad un personal computer tramite una porta seriale.

68
6.3 TEST DI VELOCITA’

Per quanto riguarda il test di velocità, si è pensato di servirsi di un semplice esercizio

basato su di uno scatto, con partenza da fermo, fino alla percorrenza di 20 metri, come

descritto nella figura 12.

FINISH START

20 metri

Figura 12 – descrizione grafica test sprint sui 20 metri

69
6.4 PERCORSO TECNICO

Il percorso tecnico è stato inserito nella nostra batteria di test, per cercare di valutare un

aspetto molto importante relativo alla determinazione dei gironi, ovvero l’aspetto della

tecnica individuale.

Come si può intuire dalla figura 13, il materiale utilizzato risulta essere:

• n° 2 coni per la partenza;

• n° 5 birilli per lo slalom;

• n° 2 nastri colorati per indicare il corridoio, per la conduzione;

• n° 1 porta da calcio a 5 , per il tiro in porta finale.

70
20 m

start
1m

10 m

Istruttore

3m 3m

2m 5m

Figura 13 – descrizione grafica test percorso tecnico, e relative misure.

71
7.MODALITA’ DI VALUTAZIONE

Le modalità di valutazione riguardanti i quattro test descritti in precedenza, sono stati

studiati sulla base delle possibili difficoltà, che un disabile intellettivo o relazionale

potrebbe incontrare durante l’esecuzione degli stessi. Questo a portato a degli adattamenti,

che verranno descritti e motivati durante i seguenti paragrafi.

7.1 L’OPTOJUMP E COUNTER MOVIMENT JUMP

Per valutare il lavoro svolto, il protocollo prevede l’esecuzione di tre salti verticali

effettuati con la modalità counter moviment jump, ad gli arti superiori liberi.

I test di salto verticali sono stati considerati utili poi al fine di valutare le capacità

prestative nei calciatori sostanzialmente per due ragioni principali:

In primo luogo perché questa tipologia di test effettuati attraverso le pedane di salto a

contatti o con fotocellule sono oggi il sistema più diffuso di valutazione, insieme agli

sprint sui 10/20/30 metri, per valutare le qualità di forza nei calciatori. Avendo questo

studio principalmente finalità applicative ci è pertanto sembrato utile utilizzare il metodo

di valutazione della prestazione più diffuso in ambito pratico ed applicativo.

Ed in secondo luogo poiché nei calciatori, e’ stata verificata una stretta correlazione fra il

salto verticale, la velocità di sprint e la massima forza in ½ squat (Wisloff et al., 2004) e

conseguentemente con la potenza muscolare (Bührle et al., 1977) (Schmidtbleicher ,

1994).

Il CMJ è una prova in cui l'azione di salto verso l'alto viene realizzata grazie al ciclo

stiramento/accorciamento. Infatti partendo dalla posizione eretta si effettua un salto

verticale (fase concentrica) preceduto da un dinamico piegamento delle gambe fino a 90°

(fase eccentrica), con i talloni che rimangono fino all’ultimo aderenti al suolo. La caduta

72
deve essere effettuata con le ginocchia distese, sulla punta dei piedi e ammortizzata per

evitare traumi. In questo balzo (lavoro positivo) l’attivazione nervosa è massimale sia in

soggetti lenti che in soggetti veloci. Durante l'azione di piegamento il busto deve rimanere

il più eretto possibile per evitare ogni possibile influenza, sulla prestazione degli arti

inferiori. Poiché il contro-movimento verso il basso viene compiuto con un'accelerazione

molto modesta e gli estensori vengono attivati solo al momento dell'inversione del

movimento, si può affermare che lo stiramento degli elementi elastici e il successivo

riutilizzo di energia elastica sia contenuto e che l'incremento della prestazione rispetto allo

Squat Jump (salto con partenza dalla posizione di 1/2 squat e ginocchia piegate a 90°) sia

dovuto in qualche caso anche allo sfruttamento del riflesso miotattico (quando il muscolo

viene stirato si contrae per reazione di difesa). Il test può essere effettuato sia con le mani

ai fianchi sia con le braccia libere. Nel secondo tipo da noi scelto, le capacità coordinative

intervengono nel determinare il risultato del test che risulterà così più utile per valutare

atleti di discipline sportive nelle quali l’intervento delle braccia favorisce l’elevazione del

corpo (per esempio il colpo di testa nel calcio).

E’ stato adottato questo test perchè molto diffuso in letteratura, specialmente nelle

valutazioni dei calciatori, per la misura della forza degli arti inferiori delle componenti

elastiche e coordinative. Le mani libere rendono il test più simile alle reali situazioni di

gioco ed aumentano l’equilibrio, capacità che potrebbe essere poco sviluppata in un

disabile con deficit intellettivo. Il contro-movimento permette inoltre di sollecitare

maggiormente le componenti elastiche e coordinative rispetto ad uno squat jump

73
7.2 LYBRA E TEST DI EQUILIBRIO

Per quanto riguarda la modalità di valutazione sono stati impostati dei valori mantenuti

standard per ogni atleta, così determinati:

• Livello di difficoltà 2;

• Calibrazione 40 cm;

• Durata 30 secondi a prova;

• Bipodalica;

• Stazione eretta in appoggio centrale con gli arti superiori, a livello dell’addome;

• n° 3 prove con percorso simmetrico.

Per la stessa motivazione che ha portato a scegliere il counter movement jump a braccia

libere, è stato aggiunto un appoggio tramite gli arti superiori all’altezza delle spalle, in

modo da migliorare la stabilità.

74
7.3 TEST DI VELOCITA’

I tempi sono stati rilevati attraverso un numero di 3 prove, con un cronometraggio

manuale, che partiva nel momento in cui l’atleta staccava dal terreno l’arto inferiore posto

posteriormente, e terminava nel momento in cui l’atleta varcava la linea immaginaria

tracciata da due paletti, come descritto nella figura 14.

E’ stato adottato questo test in quanto risulta di facile comprensione, ed a basso impegno

fisico.

7.4 PERCORSO TECNICO

L’atleta dovrà nel minor tempo possibile, nelle 3 prove:

1. Guidare il pallone ed eseguire uno slalom attraverso 5 birilli;

2. Guidare il pallone attraverso un corridoio lungo 10 m, largo 2 m;

3. Scambiare attraverso un passaggio rasoterra, con un istruttore, posto ad una distanza di 3

metri;

4. Controllare il passaggio di ritorno;

5. Guidare il pallone e calciare in una porta da calcio a cinque, ad una distanza non inferiore

a 5 metri.

75
STUDIO DI FATTIBILITA’ DEL PROTOCOLLO

DEI TEST

8.1 GRUPPO A.N.F.F.A.S. MORTARA

Per verificare la fattibilità dei test che si andranno a proporre, è stata effettuata un

accertamento preliminare su una squadra di calcio di disabili intellettivi e relazionali

dell’A.N.F.F.A.S. di Mortara (Pv) e Lomellina, formata da 7 giocatori con diverse

patologie, ovvero:

• 1 atleta con Sindrome di Down;

• 1 atleta affetto da oligofrenia derivante da trauma prenatale da forcipe;

• 1 atleta con Sindrome di Asperger;

• 3 atleti con Paralisi Celebrale Infantile e ritardo mentale lieve;

• 1 atleta con Paralisi Celebrale Infantile e ritardo mentale medio.

Nelle tabelle n° 9, 10, 11 e 12, vengono illustrati i risultati emersi dai quattro test enunciati

nei paragrafi precedenti.

Per avere un’ulteriore verifica sull’attendibilità dei test proposti, i dati raccolti sono stati

confrontati verificando la CORRELAZIONE test - retest.

76
Questa funzione è un calcolo che mette a confronto due serie per evidenziare se esse hanno

uno stesso andamento o se, viceversa, non esiste alcuna relazione tra esse. Quindi il

coefficiente di correlazione risulterà di valore compreso :

• Tra 0 e 1 un rapporto direttamente proporzionale, ovvero ad valore crescente di un

dato, corrisponde una crescita del correlato;

• Tra 0 e - 1 un rapporto inversamente proporzionale, ovvero ad valore crescente di

un dato, corrisponde una diminuzione del correlato.

Perché nella nostra casistica sia ritenuta valida una correlazione, il risultato del relativo

COEFICIENTE dovrà avere un valore compreso tra 1 e 0,8.

TEST DI RAPIDITA’ – 20 metri


A -1° B - 2° C - 3°
COEFFICIENTE
Tempo(secondi) Tempo(secondi) Tempo(secondi) DI
B.R. 3,50 3,55 3,50 CORRELAZIONE

C.M. 5,11 4,72 5,11


0,950382
A–B
F.L. 4,53 4,12 4,53
G.T. 4,26 3,73 4,26
A–C 1
P.M. 5,46 5,55 5,46
R.D. 6,15 5,90 6,15
0,950382
B–C
Z.E. 4,80 4,96 4,80

Tabella 9 – Dati test rapidità sui 20 metri e relativi coefficienti di correlazione.

77
PERCORSO TECNICO

A -1° B - 2° C - 3°
COEFFICIENTE
Tempo(secondi) Tempo(secondi) Tempo(secondi) DI
B.R. 22,3 22,2 23,0 CORRELAZIONE

C.M. 46,2 28,9 32,3


0,897196
A–B
F.L. 39,7 29,6 28,9
G.T. 35,5 28,1 36,1
0,899968
A–C
P.M. 63,7 59,3 60,5
R.D. 58,1 64 64,1
0,984073
B–C
Z.E. 48,5 46,2 46,1

Tabella 10 – Dati test percorso tecnico e relativi coefficienti di correlazione.

PEDANA LYBRA

Indice di Indice di Indice di


COEFFICIENTE
performance A performance B performance C DI
B.R. 1,8 1,9 2,0 CORRELAZIONE

C.M. 1,1 1,7 1,0


0,997072
A–B
F.L. 7,5 8,3 8,3
G.T. 6,1 5,8 7,3
0,992718
A–C
P.M. 2,9 2,9 3,1
R.D. 14,2 15,0 13,8
0,985255
B–C
Z.E. 9,5 10,0 9,3

Tabella 11 – Dati test della pedana lybra e relativi coefficienti di correlazione.

78
OPTOJUMP
A B C
Altezza salto Altezza salto Altezza salto COEFFICIENTE
DI
(cm) (cm) (cm)
CORRELAZIONE
B.R. 31,8 34,8 32,2
C.M. 23,8 21,8 21,9
0,924964
A–B
F.L. 11,9 10,1 9,9
G.T. 7,4 7,7 7,5
0,950767
A–C
P.M. 16,5 18,3 18,5
R.D. 17,1 21,3 21,0
0,990408
B–C
Z.E. 19,4 13,4 15,9

Tabella 12 – Dati test optojump e relativi coefficienti di correlazione.

Come si può notare nelle tabelle precedenti, i coefficienti di correlazione di tutti i quattro

test proposti, rispecchia un valore superiore a 0,8; questo indica che tutte e quattro prove

risultano attendibili e ripetibili, e quindi funzionali circa la sperimentazione che ci si pone

di effettuare durante una manifestazione Special Olympics Italia.

79
SPERIMENTAZIONE DEL PROTOCOLLO DEI TEST

9 SQUADRE PARTECIPANTI AI GIOCHI NAZIONALI

SPECIAL OLYMPICS ITALIA 2006

I test descritti e verificati in precedenza sono stati eseguiti durante una manifestazione

ufficiale Special Olympics Italia, denominata European Football Week, svoltasi a

Castellarano (Re), nell’ultima settimana di Aprile 2006.

Il torneo era costituito da 3 raggruppamenti:

• 4 squadre di calcio a 5 maschile;

• 4 squadre di calcio a 5 femminile;

• 4 squadre di calcio a 5 unificato.

Tutti i risultati raccolti, potranno permetterci quindi valutare se le performance migliori, in

media, delle squadre, rispecchiano o meno la posizione occupata dai team nella classifica

finale del torneo.

80
RISULTATI TEST E DISCUSSIONE

10. MODALITA’ DI RAGGRUPPAMENTO DATI

I dati raccolti per ogni raggruppamento, verranno discussi sulla base delle seguenti

elaborazioni:

• i singoli risultati dei team, e l’attinente media aritmetica per ogni prova;

• la media aritmetica messa in relazione, alla classifica finale.

Questo permetterà così di verificare, o meno, il rapporto tra la qualità prestativa nei test, e

l’effettivo rendimento nel torneo.

10.1 RISULTATI TEST CALCIO MASCHILE E

DISCUSSIONE

Le squadre partecipanti al torneo maschile sono state:

1. GS CASTELLI

2. SPORTING 4E

3. TEAM LOMBARDIA

4. TEAM EMILIA ROMAGNA

La successiva tabella n° 13 illustra i risultati ottenuti per ognuno dei quattro test, e le

relative medie aritmetiche.

81
CASTELLI
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 5,36 32,74 0,8 27,09
B 3,94 21,02 0,8 17,07
C 3,92 19,2 1 20,01
D 4,01 25,66 1,2 16,05
E 4,39 22,39 0,8 18,03
media 4,32 24,202 0,92 19,65
SPORTING
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 4,41 26,82 1 21,02
B 3,92 26,9 1,8 32,05
C 4,67 26,64 0,6 19,04
D 4,06 20,49 1 23,08
E 4,59 23,89 2,2 -
F 4,82 26,1 0,2 -
G 5,13 30,1 1,3 21,02
H 4,41 26,82 - 30,02
media 4,5 25,97 1,16 24,37

TEAM LOMBARDIA
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 3,62 27,19 1 -
B 4,06 20 2,3 33,03
C 4,72 22,43 6 18,03
D 4,52 - 4,6 18,08
E 4,02 - 6 14,05
media 4,19 23,21 3,98 20,8

82
TEAM EMILIA ROMAGNA
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 5,21 27,15 0,4 21,02
B 4,94 34,49 1,6 19,04
C 4,23 - 1,3 -
D 5,85 35,25 - 14,04
E 4,56 32,05 0,5 11,09
F 4,5 - 3,8 -
G 6,03 30,84 0,6 5,07
media 5,05 31,96 1,37 14,05
Tabella 13 - dati singoli test e relative medie

Dopo aver quindi estrapolato il valore medio di ogni test, per squadra partecipante, si

possono mettere in relazione con la classifica finale ( tabelle 14 e 15 ).

CLASSIFICA FINALE

1° GS CASTELLI

2° SPORTING 4E

3° TEAM LOMBARDIA

4° TEAM EMILIA ROMAGNA

Tabella 14 - classifica finale girone maschile

83
Test Sprint Test percorso Pedana Optojump(cm)
20m(sec) tecnico Lybra
(sec) (indice di
performance)
1° CASTELLI
media 4,32 24,2 0,92 19,65
2° SPORTING
media 4,5 25,97 1,16 24,37
3° TEAM LOMBARDIA
media 4,19 23,21 3,98 20,8
4° TEAM EMILIA ROMAGNA
media 5,05 31,96 1,37 14,05

Tabella 15 - rapporto medie test – classifica finale

Possiamo quindi descrivere se esiste una corrispondenza tra i dati , e la graduatoria finale,

notando che :

• nel test Sprint sui 20 metri, percorso tecnico e pedana Lybra, l’unico valore che si

discosta dalla classifica risulta essere quello del Team Lombardia, in maniera poco

marcata nelle prime due prove, ed in maniera abbastanza marcata nella terza prova;

• nel test dell’Optojump invece non si è verificato un legame tra dati ricavati e

classificazione finale.

84
10.2 RISULTATI TEST CALCIO FEMMINILE E

DISCUSSIONE

Le squadre partecipanti al torneo femminile sono state:

1. CASTELLI 1

2. CASTELLI 2

3. NO LIMITS

4. SVEZIA

La successiva tabella n° 16 illustra i risultati ottenuti per ognuno dei quattro test, e le

relative medie aritmetiche.

SVEZIA
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 4,45 20,67 0,6 20
B 3,17 20,51 1 18,03
C 5,75 28,71 1,2 13,04
D 4,56 31,14 0,8 22,05
E 4,47 - 3,8 -
F 4,61 23 2,1 18,08
G 4,23 28,43 3,4 20,01
media 4,46 25,41 1,84 18,54

85
CASTELLI 1
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 4,81 20,02 7 14,09
B 4,24 21,39 3,8 25,08
C 4,74 22,08 4,8 13,05
D 5,21 52,97 1,5 12,05
E 5,6 31,75 - 24,06
media 4,92 29,64 4,28 17,67

CASTELLI 2
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 4,31 42,12 1,7 18,08
B 5,38 - 0,2 -
C 7,04 53,88 1,3 12,04
D 6,03 38,18 0,3 17,01
E 4,42 43,33 4,2 15,04
F 5,9 - 0,4 7,04
G 5,42 - 5,9 -
media 5,5 44,38 2 13,84

NO LIMITS
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 5,89 22,90 3,1 16,06
B 5,61 26,21 3,9 16
C 10,89 39,42 1,1 4,07
D 6,84 36,81 1,1 14,04
E 5,89 37,35 0,6 23,01
media 7,02 32,54 1,96 14,64

Tabella 16 - dati singoli test e relative medie

86
Dopo aver quindi estrapolato il valore medio di ogni test, per squadra partecipante, si

possono mettere in relazione con la classifica finale ( tabelle 17 e 18 )

CLASSIFICA FINALE

1° SVEZIA

2° CASTELLI 1

3° CASTELLI 2

4° NO LIMITS

Tabella 17 - classifica finale girone femminile

Test Test Pedana Optojump(cm)


Sprint percorso Lybra
20m tecnico (indice di
(sec) (sec) performance)

1° SVEZIA
Media 4,46 25,41 1,84 18,54
2° CASTELLI 1
Media 4,92 29,64 4,28 17,67
3° CASTELLI 2
Media 5,5 44,38 2 13,84
4° NO LIMITS
Media 7,02 32,54 1,96 14,64

Tabella 18 - rapporto medie test – classifica finale

87
Possiamo quindi descrivere se esiste una corrispondenza tra i dati , e la graduatoria finale,

notando che :

• nel test Sprint sui 20 metri tutti i risultati sono corrispondenti alla classifica finale;

• nel test del percorso tecnico solo il risultato del Team No Limits, non ha un

riscontro con la classifica finale;

• sia nel test della pedana Lybra, l’unico dato fedele alla graduatoria è quello della

Svezia;

• nell’ultimo test dell’Optojump, non esiste un’interdipendenza tra il dato relativo

alla squadra Castelli 2 e la graduatoria finale.

88
10.3 RISULTATI TEST CALCIO UNIFICATO E

DISCUSSIONE

Le squadre partecipanti al torneo femminile sono state:

1. ORIZZONTE GELA

2. GS DEI CASTELLI

3. ANFFAS LIGURIA

4. S.O. SAN MARINO

La successiva tabella n° 19 illustra i risultati ottenuti per ognuno dei quattro test, e le

relative medie aritmetiche.

CASTELLI
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 3,29 21,38 0,7 12,09
B 3,2 - - -
C 3,6 14,3 0,4 19,09
D 3,85 33,42 0,4 31,06
E 3,76 21,3 0,4 20
F 3,53 23,31 2,8 30,02
G 3,29 29,99 1 37,02
media 3,5 20,53 0,95 24,88

89
GELA
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 3,49 20,38 0,7 37,04
B 3,74 21,42 1 23,09
C 3,6 26,14 1,7 27,03
media 3,61 22,65 1,13 29,05

ANFFAS LIGURIA
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 4,11 20,46 4,1 30,09
B 3,35 15,77 3,1 -
C 4,5 22,56 4,1 -
D 4,27 22,42 - -
E 3,42 22,11 1,3 24,05
F 4,12 17 - 16,05
G 4,92 22,12 0,3 14,04
media 4,1 20,35 2,58 21,06

SAN MARINO
Test Test
Sprint percorso Pedana Lybra Optojump
20 m tecnico
(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)
A 4,42 24,12 1,6 17,06
B 3,8 18,91 2,2 31,01
C 4,81 21,99 2 18,08
media 4,34 21,67 1,93 22,06

Tabella 19 - dati singoli test e relative medie

90
Dopo aver quindi estrapolato il valore medio di ogni test, per squadra partecipante, si

possono mettere in relazione con la classifica finale ( tabelle 20 e 21 ).

CLASSIFICA FINALE

1° ORIZZONTE GELA

2° GS DEI CASTELLI

3° ANFFAS LIGURIA

4° SAN MARINO

Tabella 20- classifica finale girone maschile

Test Test percorso Pedana Optojump(cm)


Sprint tecnico Lybra
20m (sec) (sec) (indice di
performance)
1° GELA
Media 3,61 22,65 1,13 29,05
2° CASTELLI
Media 3,5 20,53 0,95 24,88
3° ANFFAS LIGURIA
Media 4,1 20,35 2,58 21,06
4° SAN MARINO
Media 4,34 21,67 1,93 22,06

Tabella 21- rapporto medie test – classifica finale

91
Possiamo quindi descrivere se esiste una corrispondenza tra i dati , e la graduatoria finale,

notando che :

• nel test Sprint sui 20 metri, i valori della prima e della seconda classificata non sono

attinenti alla classifica, ma solo di un valore di 0,11 secondi;

• nel test del percorso tecnico, come nel test della pedana Lybra, non si riscontra una

relazione tra risultato a classifica finale;

• nel test dell’Optojump, l’unico dato che si discosta dalla graduatoria finale è quello

relativo all’Anffas Liguria.

92
10. CORRELAZIONE DEI TEST EFFETTUATI SU

SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Dopo aver discusso le medie dei dati relativi ai test, comparate con la classifica finale di

ogni torneo, ora ci appresteremo a verificare se esiste una rapporto tra i risultati dei

differenti test, come spesso riscontrato in letteratura su soggetti normalmente abili, anche

su soggetti diversamente abili con handicap di tipo mentale.

Per questo si verificherà se esiste un correlazione, tra i dati raccolti nelle quattro prove, in

questo ordine:

1. test Sprint 20 metri – test percorso tecnico

2. test Sprint 20 metri – pedana Lybra

3. test Sprint 20 metri – Optojump

4. test percorso tecnico – pedana Lybra

5. test percorso tecnico – Optojump

6. test pedana Lybra – Optojump

Da sottolineare che sono stati estromessi dal calcolo del coefficiente di correlazione tutti i

gli atleti che non hanno, per diverse motivazioni come infortuni o indisposizione, portato a

termine tutte e quattro le prove proposte.

93
11.1 CORRELAZIONE RISULTATI CALCIO MASCHILE

Dopo aver sottoposto i dati dei test (tabella 22) alla funzione sopradescritta, sono stati

estrapolati i valori numerici presenti nella tabella 23 .

Test Test
Pedana
Sprint percorso Optojump
Lybra
20 m tecnico

(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)

A 5,36 32,74 0,8 27,09


B 3,94 21,02 0,8 17,07
C 3,92 19,2 1 20,01
D 4,01 25,66 1,2 16,05
E 4,39 22,39 0,8 18,03
A 4,41 26,82 1 21,02
B 3,92 26,9 1,8 32,05
C 4,67 26,64 0,6 19,04
D 4,06 20,49 1 23,08
G 5,13 30,1 1,3 21,02
B 4,06 20 2,3 33,03
C 4,72 22,43 6 18,03
A 5,21 27,15 0,4 21,02
B 4,94 34,49 1,6 19,04
E 4,56 32,05 0,5 11,09
G 6,03 30,84 0,6 15,07

Tabella 22 - migliori risultati dei test calcio maschile

94
Correlations

Sprint Percorso
20m tecnico Libra CMJ bl
Sprint Pearson Correlation 1,000 ,691** -,099 -,240
20m Sig. (2-tailed) , ,003 ,716 ,371
N 16 16 16 16
Percorso Pearson Correlation ,691** 1,000 -,257 -,208
tecnico Sig. (2-tailed) ,003 , ,337 ,439
N 16 16 16 16
Libra Pearson Correlation -,099 -,257 1,000 ,148
Sig. (2-tailed) ,716 ,337 , ,585
N 16 16 16 16
CMJ bl Pearson Correlation -,240 -,208 ,148 1,000
Sig. (2-tailed) ,371 ,439 ,585 ,
N 16 16 16 16
**. Correlation is significant at the 0.01 level (2-tailed).

Tabella 23 - coefficiente di correlazione, tra i quattro test.

Come possiamo notare, l’unico risultato che si avvicina al valore di 0,7, è tra il test Sprint

sui 20 m ed il test percorso tecnico, e questo dato ha anche significatività statistica P <

0,01).

Tutti gli altri risultati indicano l’assenza di una correlazione e di significatività statistica tra

i risultati dei test proposti.

95
11.2 CORRELAZIONE RISULTATI CALCIO FEMMINILE

Dopo aver sottoposto i dati dei test (tabella 24) alla funzione sopradescritta, sono stati

estrapolati i valori numerici presenti nella tabella 25 .

Test Test
Pedana
Sprint percorso Optojump
Lybra
20 m tecnico

(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)

A 4,45 20,67 0,6 20


B 3,17 20,51 1 18,03
C 5,75 28,71 1,2 13,04
D 4,56 31,14 0,8 22,05
F 4,61 23 2,1 18,08
G 4,23 28,43 3,4 20,01
A 4,81 20,02 7 14,09
B 4,24 21,39 3,8 25,08
C 4,74 22,08 4,8 13,05
D 5,21 52,97 1,5 12,05
A 4,31 42,12 1,7 18,08
C 7,04 53,88 1,3 12,04
D 6,03 38,18 0,3 17,01
E 4,42 43,33 4,2 15,04
A 5,89 22,9 3,1 16,06
B 5,61 26,21 3,9 16
C 10,89 39,42 1,1 14,07
D 6,84 36,81 1,1 14,04
E 5,89 37,35 0,6 23,01

Tabella 24 - migliori risultati dei test calcio femminile

96
Correlations

Sprint Percorso
20m tecnico Libra CMJ bl
Sprint Pearson Correlation 1,000 ,407 -,269 -,368
20m Sig. (2-tailed) , ,083 ,265 ,121
N 19 19 19 19
Percorso Pearson Correlation ,407 1,000 -,386 -,375
tecnico Sig. (2-tailed) ,083 , ,103 ,113
N 19 19 19 19
Libra Pearson Correlation -,269 -,386 1,000 -,158
Sig. (2-tailed) ,265 ,103 , ,518
N 19 19 19 19
CMJ bl Pearson Correlation -,368 -,375 -,158 1,000
Sig. (2-tailed) ,121 ,113 ,518 ,
N 19 19 19 19

Tabella 25 - coefficiente di correlazione, tra i quattro test

Tutti i risultati presenti, indicano che non esiste una correlazione tra i risultati dei test

proposti.

97
11.3 CORRELAZIONE RISULTATI CALCIO UNIFICATO

Dopo aver sottoposto i dati dei test (tabella 26) alla funzione sopradescritta, sono stati

estrapolati i valori numerici presenti nella tabella 27 .

Test Test
Pedana
Sprint percorso Optojump
Lybra
20 m tecnico

(indice di
(sec) ( sec) (cm)
performance)

A 3,29 21,38 0,7 12,09


C 3,6 14,3 0,4 19,09
D 3,85 33,42 0,4 31,06
E 3,76 21,3 0,4 20
F 3,53 23,31 2,8 30,02
G 3,29 29,99 1 37,02
A 3,49 20,38 0,7 37,04
B 3,74 21,42 1 23,09
C 3,6 26,14 1,7 27,03
A 4,11 20,46 4,1 30,09
E 3,42 22,11 1,3 24,05
G 4,92 22,12 0,3 14,04
A 4,42 24,12 1,6 17,06
B 3,8 18,91 2,2 31,01
C 4,81 21,99 2 18,08

Tabella 26 - migliori risultati dei test calcio unificato

98
Correlations

Percorso
sprint 20m tecnico Libra CMJ bl
Sprint Pearson Correlation 1,000 -,057 ,124 -,447
20m Sig. (2-tailed) , ,841 ,660 ,095
N 15 15 15 15
Percorso Pearson Correlation -,057 1,000 -,110 ,355
tecnico Sig. (2-tailed) ,841 , ,696 ,194
N 15 15 15 15
Libra Pearson Correlation ,124 -,110 1,000 ,287
Sig. (2-tailed) ,660 ,696 , ,300
N 15 15 15 15
CMJbl Pearson Correlation -,447 ,355 ,287 1,000
Sig. (2-tailed) ,095 ,194 ,300 ,
N 15 15 15 15

Tabella 27 - coefficiente di correlazione, tra i quattro test

Tutti i risultati presenti, indicano che non esiste una correlazione tra i risultati dei test

proposti.

99
12. CONCLUSIONI

Special Olympics Italia, l’ ASSOCIAZIONE BENEMERITA D’ INTERESSE

SPORTIVO che si occupa di programmare le attività motorio – sportive ed organizzare le

manifestazioni per atleti disabili intellettivi e relazionali, attua la valutazione preliminare

per la determinazione dei livelli di abilità nel calcio a 5; eseguita attraverso la valutazione

soggettiva da parte dei tecnici nazionali, per mezzo di una serie di due o più mini partite

della durata di circa 10 minuti l’una.

Il protocollo di questa sperimentazione ha avuto come obiettivo: di determinare attraverso

uno studio accurato, una batteria di test, da proporre a Special Olympics Italia , per

valutare in maniera scientifica gli atleti del gioco del calcio , sulla base di una regola

supplementare inserita nelle norme ufficiali Special Olympics Italia, denominata “regola

dello sforzo onesto”.

Durante l’elaborazione dei dati, post – manifestazione, sono state ricavate le seguenti

valutazioni:

1. nell’accostamento tra le medie aritmetiche dei test di ognuno dei tre

raggruppamenti, rispetto alla classifica finale esiste questa tipologia di legame:

• MASCHILE: discreta attinenza dei i dati rispetto la graduatoria finale, tranne

per il test dell’optojump;

• FEMMINILE: un risultato equivalente alla classifica finale per il test dello

sprint sui 20 metri; una discreta attinenza per i test pedana Lybra e percorso

tecnico; nessuna relazione della graduatoria con il test optojump;

• UNIFICATO: discreta attinenza dei test sprint sui 20 metri e optojump;

nessuna relazione con il test percorso tecnico e pedana lybra.

100
2. nel coefficiente di correlazione tra i quattro test proposti non esiste un legame in

quanto nessuno dei risultati rientra nella forbice 0,8 – 1 , indicante appunto una

correlazione numerica e quindi un rapporto tra le prove.

I dati ottenuti danno modo di pensare che alcune problematiche presenti negli atleti

Special Olympics, rendano i risultati dei test poco significativi ai fini del risultato

complessivo della prestazione, e quindi non possano essere adottati dallo staff tecnico

nazionale per lo scopo prefissato.

In particolare le variabili che possono interferire potrebbero a nostro avviso essere quelle

legate a :

• Difficoltà cognitive, quindi l’incapacità di comprensione di un compito anche

semplice.

• Difficoltà d’apprendimento, quindi la mancanza di mezzi per interiorizzare gesti

tecnici e motori.

• Difficoltà nell’attenzione, in relazione ai tempi di esecuzione dei test.

• Difficoltà motorie, anche nell’esecuzione di alcuni schemi motori di base come

correre, lanciare, etc.;

• Difficoltà motivazionali che impediscono all’atleta di compiere il gesto utile

all’esecuzione del test, eseguendolo al massimo delle sue capacità ( ricerca della

migliore performance).

101
• Difficoltà legate al deficit intellettivo , quindi la possibilità che un mandato anche

semplice, interiorizzato e quindi rielaborato mentalmente, non provochi una

risposta adeguata. Questo in quanto anche se c’è una comprensione del

commissione, l’atto motorio non risponde adeguatamente al comando intellettivo.

Ciò pare ulteriormente confermato dalla mancanza di correlazione riscontrata nei differenti

test (come ad esempio fra il test di sprint ed il test CMJ braccia libere) al contrario di

quanto accade normalmente in soggetti normodotati dove esiste una stretta correlazione fra

il salto verticale, la velocità di sprint e la massima forza in ½ squat (Wisloff et al., 2004)

102
12. BIBLIOGRAFIA

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