Sistemi di paranchi
E’ il più semplice e veloce paranco realizzabile nel caso di recupero del 2° di cordata tramite piastrina Gi-Gi;
per contro è anche poco efficace, perchè in teoria, trascurando gli attriti, trasmette al compagno da
recuperare uno sforzo pari a circa il doppio di quello applicato al capo libero della corda (è quindi detto
anche paranco in seconda).
Questo paranco, quindi, trova una un’ottima utilizzazione solo nel caso si voglia dare un “aiutino” al 2° di
cordata, diversamente occorre utilizzare il paranco ½ Poldo di seguito descritto.
La sua realizzazione è semplice:
1. Costruire sul ramo di corda in tensione (ramo che scende al secondo di cordata) un nodo machard
bidirezionale molto corto (molte spire). Inserire nel machard bidirezionale un moschettone (M1).
2. Far passare la corda di cordata che esce dal Gi-Gi nel moschettone (M1).
3. Applicare lo sforzo di trazione al capo libero della corda; automaticamente la corda di cordata rimane
sempre in trazione e sempre bloccata quando non si agisce sul recupero.
4. A mano a mano che si recupera corda, ogni tanto bisogna riportare in basso il nodo machard per
consentire il corretto funzionamento del paranco.
1. Inserire un moschettone a base larga (possibilmente a ghiera) (C) nel foro della piastrina Gi-Gi(B).
2. Costruire sul ramo di corda in tensione (ramo che scende al secondo di cordata) un nodo machard
bidirezionale molto corto (molte spire). Inserire nel machard bidirezionale un moschettone (M1).
3. Prendere lo spezzone di cordino ausiliario da 3,5 m (diametro 7 mm) e costruire un nodo barcaiolo
(con nodino di sicurezza) nel quale inserire un moschettone (M2).
4. Prendere il capo libero del cordino di sicurezza e infilarlo nel moschettone M1, quindi nel
moschettone (C) precedentemente inserito nel foro libero della piastrina Gi-Gi, infine ripassarlo nel
moschettone (M2) collegato all’altro estremo del cordino ausiliario.
5. Il capo libero del cordino ausiliario si trova quindi rivolto verso l’alto, in posizione ottimale per essere
trazionato del 1° di cordata che sta recuperando il 2° di cordata.
6. Effettuando l’azione di recupero (tirando il capo libero del cordino ausiliario), a poco a poco si crea
un lasco sul ramo di corda che va dal machard alla piastrina Gi-Gi; recuperare quindi la corda di
cordata tirando il capo di corda scarico che esce dalla piastrina Gi-Gi.
7. Quando la corda di cordata è ben tesa si può riportare in basso il machard per continuare il
recupero.
Come si vede dalla figura, trascurando gli attriti, applicando una forza di trazione di 25 kg sul cordino
ausiliario, si trasmette alla corda di cordata uno sforzo di 100 kg (paranco in quarta – cioè la forza applicata
viene moltiplicata per 4)
Ciò in realtà non avviene, a causa proprio dell’esistenza dell’attrito fra cordino ausiliario e moschettoni e fra
la corda di cordata e la roccia su cui inevitabilmente scorre. Con buona approssimazione si può dire che la
forza trasmessa al secondo di cordata è solo il doppio della forza applicata al cordino ausiliario.
► Disponendo di una carrucola, può essere vantaggiosamente utilizzata inserendola nel moschettone (M1).
Questo sistema è più lento del precedente ma meno faticoso. Si basa su un’ulteriore demoltiplicazione delle
forze rispetto alla manovra precedente.
Questo sistema di recupero costituisce un’evoluzione della manovra precedente e comporta una minore
velocità di recupero oltre ad una riduzione dello sforzo richiesto: risulta molto utile nel caso in cui l’infortunato
sia molto pesante oppure nel caso in cui gli attriti siano elevati.
La costruzione è identica al caso precedente (1/2 Poldo), con l’aggiunta di un ulteriore spezzone di cordino
(spezzone ausiliario).
Il paranco, considerando l’attrito su un bordo di roccia e non utilizzando pulegge, necessita, nel recupero, di
una forza circa pari ad un terzo del peso del caduto, mentre la quantità di corda da recuperare è otto
volte maggiore di quanto deve essere sollevato il compagno.
In teoria, invece, trascurando gli attriti, potrebbe bastare uno sforzo pari ad 1/6 del peso da sollevare, ecco
perchè è chiamato anche paranco “in sesta”.
1. Collegare con nodo barcaiolo e nodino di sicurezza un moschettone (M2) ad una estremità dello
spezzone di cordino ausiliario.
2. Far passare il capo libero dello spezzone ausiliario nel moschettone del Machard bidirezionale (M1)
e bloccare il capo libero al moschettone (C) mediante un barcaiolo infilato e nodino di sicurezza.
Valutare opportunamente la lunghezza dello spezzone ausiliario.
3. Spostare il ½ Poldo dal moschettone (M1) al moschettone (M2).
4. Il ½ Poldo ora lavora con i moschettoni (M2) – (M3) – (C).
► Disponendo di una carrucola, può essere vantaggiosamente utilizzata inserendola nel moschettone (M1).
Questa evenienza può presentarsi durante il recupero del 2° di cordata che per qualche motivo non può
continuare la salita ma è perfettamente in grado di collaborare e quindi può essere calato alla sosta
precedente. Operare come segue:
1. Attrezzare il ½ Poldo come riportato in Figura 2.
2. Recuperare un pò il 2° di cordata (quanto basta per rendere un pò lasca la corda di cordata che va
al 2°).
3. Bloccare il ½ Poldo con asola e controasola (vedi Figura 4).
4. Mettere un altro moschettone al vertice della sosta o comunque ad altro ancoraggio equivalente.
5. Con la corda di cordata lasca (che esce dalla piastrina Gi-Gi) effettuare un ½ barcaiolo sul nuovo
moschettone inserito in sosta.
6. Togliere la corda di cordata dalla piastrina Gi-Gi (sfilando il moschettone che realizza il freno
autobloccante.
7. Mettere bene in tiro la corda di cordata attraverso il ½ barcaiolo effettuato sul moschettone
aggiunto in sosta e bloccare con asola e controasola.
8. Sciogliere l’asola e controasola che bloccava il ½ Poldo e mollare dolcemente il ½ Poldo per
trasferire il peso del 2° di cordata dal ½ Poldo al ½ barcaiolo bloccato con asola e controasola.
9. Smontare quindi il ½ Poldo.
10. Togliere l’asola e controasola che bloccava il ½ barcaiolo e calare il 2° di cordata.
Nell’attività alpinistica su terreno misto può capitare che durante la fase di progressione a tiri di corda il primo
di cordata cada in assenza di rinvii intermedi e venga trattenuto dal compagno in sosta. Se il caduto non è
in grado di collaborare al recupero è necessario che il compagno realizzi un paranco Mezzo Poldo, a partire
dal mezzo barcaiolo con cui ha trattenuto il volo.
Vengono descritte per completezza tutte le fasi del recupero:
17. Iniziare il recupero vero e proprio dopo aver eventualmente riposizionato lo spezzone del Mezzo
Poldo (riportare il moschettone (M2) infilato nel barcaiolo verso il basso, a ridosso del moschettone
(M1) posto nel Machard).
18. Quando necessario riposizionare lo spezzone del Mezzo Poldo, bloccandolo con una mano e
facendolo scorrere sui due moschettoni in cui risulta infilato.
19. Di tanto in tanto il lasco che si formerà durante la fase di recupero sul ramo di corda al quale è
appeso l’infortunato verrà recuperato mediante la piastrina (B).
Nota: nel caso si rendesse necessario il recupero dell’infortunato fino all’ancoraggio, è possibile, quando
questi giunge in prossimità del terrazzino, staccare il Machard presente sulla corda in tensione ed
agganciare il moschettone M1, ora libero, all’imbracatura dell’infortunato. A questo punto continuare le fasi di
recupero normalmente.