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Maurizio Lutzenberger
Edizione 2002
Corde.
Moschettoni.
Cordini.
Sforzi negli ancoraggi.
Uso dei cordini nelle ferrate.
Conclusioni.
3. Asole.
3.1.
3.2.
3.3.
3.4.
3.5.
3.6.
3.7.
3.8.
3.9.
Asola
Asola
Asola
Asola
Asola
Asola
Asola
Asola
Asola
guida.
guida inseguito.
a otto.
a otto inseguito.
a contrasto.
guida infilata a rovescio.
con bulino semplice.
con bulino doppio infilato.
a contrasto su punto intermedio.
4. Nodi di giunzione.
4.1.
4.2.
4.3.
4.4.
4.5.
4.6.
4.7.
Giunzione
Giunzione
Giunzione
Giunzione
Giunzione
Giunzione
Giunzione
con
con
con
con
con
con
con
nodo
nodo
nodo
nodo
nodo
nodo
nodo
guida.
guida inseguito.
a otto.
delle fettucce.
piano.
inglese semplice.
inglese doppio.
5. Metodi di legatura.
5.1.
5.2.
5.3.
5.4.
5.5.
Legatura
Legatura
Legatura
Legatura
Legatura
6. Nodi auto-bloccanti.
6.1.
6.2.
6.3.
6.4.
6.5.
Nodo
Nodo
Nodo
Nodo
Nodo
auto-bloccante
auto-bloccante
auto-bloccante
auto-bloccante
auto-bloccante
Prusik.
Prusik infilato.
Marschand.
Marschand con fettuccia.
Marschand bi-direzionale.
6.6.
6.7.
6.8.
7. Moschettoni.
7.1.
7.2.
7.3.
7.4.
7.5.
Moschettone
Moschettone
Moschettone
Moschettone
Moschettone
semplice.
semplice con chiusura a ghiera.
tipo HMS.
da ferrata.
tipo SOS.
Stopper.
Roks.
Hexcentrics.
Turner e Pentanuts.
Clog Clog.
Camaloks.
Tricam.
Friend.
Camalot.
Slider.
Nodo da incastro sassone.
Spuntoni di roccia.
Clessidre e blocchi incastrati.
Alberi e piante.
11.Ancoraggi.
11.1.
11.2.
11.3.
11.4.
11.5.
11.6.
11.7.
11.8.
11.9.
11.10.
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
Ancoraggio
su un punto singolo.
su due chiodi.
su chiodo e spuntone.
su chiodo e dado.
su tre dadi.
per calata in corda doppia.
con chiodi da ghiaccio.
con gli sci.
su piccozza.
in serie.
11.11.
12.Nodi di assicurazione.
12.1.
12.2.
12.3.
12.4.
12.5.
12.6.
12.7.
Nodo Barcaiolo.
Mezzo barcaiolo in posizione di calata.
Mezzo barcaiolo in posizione di recupero.
Mezzo barcaiolo "doppio".
Asola di bloccaggio su rinvio semplice.
Asola di bloccaggio su mezzo barcaiolo.
Contro-asola di sicurezza.
Bloccante
Bloccante
Bloccante
Bloccante
16.Manovre di autosoccorso.
16.1.
16.2.
16.3.
16.4.
16.5.
Paranco rapido.
Paranco diretto (Metodo Vanzo).
Paranco "svizzero" con spezzone ausiliario.
Paranco di "Poldo" con spezzone ausiliario.
Calata di autosoccorso.
Premessa
Erano ormai anni che nellambito del corpo istruttori delle guide alpine dellAlto Adige si
parlava di raccogliere in uno scritto tutte le tecniche di corda, realmente adottate
nellesercizio della professione di guida alpina. Nelle librerie gli scaffali sono pieni di
manuali, che spiegano le pi svariate tecniche, ma a noi interessava raccogliere solo ed
esclusivamente quello che veramente viene utilizzato. Per questo motivo mi scuso fin da
ora se ho tralasciato alcune tecniche alternative, ma dato che questo manuale dedicato
agli allievi dei corsi professionali delle guide alpine, la chiarezza e la sinteticit si sono
rivelate indispensabili.
Nellambito della formazione, questo non vuole essere un tentativo di standardizzare le
tecniche che, come sappiamo, sono in continua evoluzione, ma un valido supporto per gli
allievi a completamento del grande e continuo impegno degli istruttori.
Non appena questi disegni cadranno nelle mani dei nostri colleghi certamente molti
avranno critiche e correzioni da proporre, rimane con questo aperto un invito a coloro
che esercitano la professione di guida alpina ad offrire ai giovani allievi quel potenziale di
esperienza raccolto negli anni; per contribuire attivamente ad una continua evoluzione di
questa raccolta. Ad opera conclusa rivolgo i pi sentiti ringraziamenti a tutti i colleghi che
nel corso degli anni mi hanno saputo regalare le loro conoscenze ed esperienze. Un
grazie particolare ad Adam Holzknecht e Hubert Niederwolfsgruber per il loro grande
lavoro critico di correzione, a Diego Zanesco, Kurt Walde, Enrico Baccanti ed Othmar
Prinoth per i loro preziosi suggermenti e non ultimo ad Othmar Zingerle ha promosso e
sempre sostenuto lidea di questo manuale.
Maurizio Lutzenberger
Resistenze residue
Espresse in % della resistenza della
sezione del cordino o della fettuccia
Fig.1.1
Esempio 1: avendo disposto un rinvio di dieci metri sopra la sosta, se si prosegue altri
dieci metri e quindi si cade, risulter un volo di venti metri arrestato con venti metri di
corda, ovvero con un fattore di caduta 1.
Lo strappo risulter pari a 1025kg, anzich ai 1200 kg che si hanno in caso di volo
massimo.
Esempio 2: Avendo disposto un rinvio 34 m sopra la sosta, si sale altri 6 m e quindi si
cade; il volo risulter di 12 m e sar arrestato da 40 m di corda, ovvero con un fattore di
caduta pari a 0,3 cui corrisponde uno strappo di 706 kg. Va osservato che anche con
fattori di caduta cos favorevoli l'entit dello strappo rimane sempre rilevante, perci
appare quanto mai raccomandabile l'impiego di metodi di assicurazione dinamica; tra
questi il pi diffuso l'impiego del nodo "mezzo barcaiolo" che pu assorbire "voli
massimi" con strappi dell'ordine dei 300 - 350 kg (anzich 1200 kg).
Va inoltre considerato che rinvii male allineati limitano la lunghezza di corda che
effettivamente si deforma, perci il valore dello strappo calcolato pu in realt risultare
maggiore. In senso favorevole va invece considerata l'elasticit del corpo dell'alpinista
caduto.
1.2 Moschettoni:
La massima forza che si esercita su di un moschettone, in caso di caduta, non supera i
2000 kg.
Infatti, si dimostra che sul rinvio direttamente sollecitato dallo strappo agisce una forza
pari 5/3 lo strappo perci nel peggiore dei casi si ha:
F= 1,66 x 1200 = 2000 kg.
Le norme UIAA prescrivono un carico minimo di rottura a trazione, con leva chiusa, di
2200 kg, pertanto qualsiasi moschettone UIAA, o comunque con resistenze garantite
superiori ai 2000 kg, soddisfacente.
1.3 Fettucce:
Per poter realizzare rinvii che abbiano la stessa resistenza dei moschettoni (2200 kg),
devono essere impiegate fettucce con una resistenza a rottura di 1700 kg.
Rispondono a questo requisito le fettucce che hanno larghezza 25mm e spessore 2 mm.
Usando la fettuccia annodata con il nodo delle fettucce con due moschettoni si ottiene un
sistema che ha il suo punto debole nel nodo e che resiste a 2200 kg, come i moschettoni,
ed quindi soddisfacente per qualsiasi volo.
E importante usare il nodo a cravatta poich provato che altri nodi ed in particolare il
nodo delle guide, riducono di molto la resistenza .
Se si usa la fettuccia intorno a una clessidra ben arrotondata, il punto debole e ancora il
nodo e il carico di rottura di 4300 kg e quindi largamente sufficiente.
Se la clessidra ha angoli vivi, o la fettuccia e passata in un chiodo, il punto debole il
contatto con lo spigolo della clessidra, o con il chiodo e la resistenza scende a 1600 kg.
Questo ancoraggio pu sopportare voli con fattore di caduta di 0,8 (per esempio un volo
di 30 m con un rinvio disposto 8-9 m sopra il terrazzino).
Se si dispone la fettuccia "a strozzo" intorno al chiodo, come si costretti a fare quando
il chiodo parzialmente infisso, il punto debole la strozzatura e la resistenza del rinvio
inferiore ai 1000 kg. Questo rinvio sopporta voli con fattore di caduta di 0,3, (un volo di
12 m con ancoraggio posto 34 m sopra il terrazzino, oppure un volo di 4 m con
ancoraggio posto 5m sopra il terrazzino.
un rinvio molto debole e va usato il meno possibile.
1.4 Cordini:
I cordini normalmente impiegati hanno diametro di 7 mm e resistenza di 1000 kg. Non
andrebbero giuntati con il nodo delle guide perch questo ne riduce la resistenza pi di
quanto faccia il nodo a "cravatta". Per ottenere rinvii con la stessa resistenza dei
moschettoni il cordino va usato doppio. Esso conserva la stessa resistenza di 2200 kg se
passato in una clessidra arrotondata. In una clessidra ad angoli vivi o in un chiodo la
resistenza scende a meno di 1800 e il fattore di caduta accettabile e 1,3; cio sopporta,
per esempio, un volo di 30 m che avviene con un ancoraggio posto 7-8 m sopra il
terrazzino.
Se usiamo il cordino non raddoppiato, come si fa quando si vogliono limitare la creazione
di troppi angoli alla corda, la resistenza del rinvio e di 1000 kg e ammette un fattore di
caduta di 0,3 (un volo di 4m con un rinvio disposto 11 m sopra il terrazzino). In caso di
cordino disposto "a strozzo", la resistenza del rinvio inferiore a 1000 kg e il massimo
fattore di caduta ammesso inferiore a 0,3.
60
50% ca.
ottimo
58%
buono
90
120
71%
accettabile
100%
da evitare !
Fig.1.5
L'angolo limite inferiore ai 60, perch in queste condizioni uno strappo di 1200 kg
scarica solo 700 kg su ogni chiodo. Per 90 abbiamo gia 850 kg e al di sopra di questo
valore entriamo nel campo in cui non pi opportuno usare questo sistema. Infatti, a
110 si raggiungono i 1100 Kg che determinano la rottura di un ancoraggio eseguito con
cordino. A 120 la reazione sui chiodi di 1200 kg, pari allo strappo massimo e oltre si
raggiungono valori che determinano la rottura di una fettuccia annodata.
1.6 Uso dei cordini nelle ferrate:
Si sono verificati alcuni incidenti causati dalla rottura del cordino di assicurazione usato in
ferrata senza dissipatore.
Ci perfettamente spiegabile: La resistenza del sistema di ancoraggio adottato
dell'ordine dei 1100 kg ed sufficiente una caduta di due metri (!) per determinare
strappi di quest'ordine di grandezza. Questo metodo di assicurazione pertanto
inefficace e devono essere usate altre tecniche, quali l'applicazione di un dissipatore
meccanico, o adottare lusuale progressione in cordata.
1.7 Conclusioni:
Le corde non devono avere resistenza inferiore ai 2600 kg e devono garantire una forza
di arresto inferiore ai 1200 kg. Anche in caso di voli modesti, che avvengono con rinvii
ben disposti, lo strappo che si esercita in caso di caduta ha comunque valori elevati (pi
di 600 kg) ed pertanto necessario adottare assicurazioni dinamiche.
I moschettoni che hanno resistenze superiori ai 2000 kg vanno sempre bene.
Le fettucce con carico di rottura superiore ai 1700 kg possono essere usate in modo
sicuro per tutti i tipi di rinvio illustrati. Solo in caso di disposizione a "strozzo" su un
chiodo, la resistenza del sistema cala di molto e consente larresto solo voli modesti.
Ec =
1 mv2 ;
2
(01)
v=
2gh
(02)
(massa * 9.81)
Ec = P ( h + dl ) ;
(03)
Ed =
2
F L
2 E Ac
(04)
Ec = Ed ;
(05)
Ph + P
2
F Lc
F Lc
;
=
E Ac
2E Ac
(06)
Nel caso limite in cui la caduta avvenga senza protezioni intermedie il rapporto tra l'altezza di caduta e la corda
tesa raggiunge il suo massimo valore (h/L=2). In questo caso la formula diventa:
Fmax = P +
h
2
P + 2PEA
L
(07)
2
P + 4PEA
Fmax = P +
(08)
Volendo ridurre l'altezza di caduta il primo di cordata pone abitualmente delle protezioni intermedie. In questi
punti, in caso di caduta, gli attriti che si creano tra corda e moschettone fanno s che la forza di impatto si
distribuisca come nella figura:
5/3 F
2/3 F
Fig.2.1.a
Nel punto di rinvio si verifica un effetto paranco. In questo modo il carico ad esso applicato raggiunge il 170%
della forza massima di impatto ma riduce il carico che va a sollecitare il punto di sosta fino al 70% (2/3) della
forza di impatto.
Il calcolo della forza massima di impatto diventa, a questo punto un po' pi complesso. L'energia di
deformazione si sviluppa ora su due tratti di corda: Quello che dal corpo che cade va al punto di rinvio Lc
(sollecitato da F) e quello che dal punto di rinvio va al punto di sosta Ls (sollecitato da 2/3 F).
h
2
Lc =
Ph ;
Ls = L - h
2
(09)
(10)
P Fmax h
E Ac 2
Energia cinetica di caduta lungo l'allungamento rinvio - corpo
2
3
Fmax
EAc
Ac
L- h
2
(12)
(13)
2
4 Fmax
9 2 E Ac
L- h
2
(14)
Ec = Ed ;
h + P Fmax
E Ac
2
h
+P
3
2
Fmax
E Ac
L- h
2
(15)
2
2
Fmax h + 9 Fmax
2 E Ac 2
4 2E Ac
L- h
2
(16)
Fmax =
P (3y+12) +
(5y+8)
(17)
Seguendo la progressione di una cordata ora possibile fare unanalisi continua delle sollecitazioni dei punti
fissi in caso di caduta.
h/L = 0,80
240 kg
25.00 m
195 kg
h/L = 0,50
240 kg
20.00 m
h/L = 1
Pendolo
1461
kg
1270
kg
15.00 m
h/L = 2
760 kg
1550
kg
10.00 m
h/L = 2
195 kg
876 kg
930 kg
5.00 m
Da secondo
1087 kg
1087 kg
584 kg
508 kg
620 kg
0.00 m
= 80 kg
1087 kg
Fig.2.1.b
Nel caso particolare del recupero del secondo di cordata va preso come altezza di caduta il valore 0, ma il corpo
acquista energia cinetica cadendo per un'altezza pari all'allungamento della corda sotto il carico. Inserendo tale
valore nella formula (07) si nota che all'ancoraggio viene applicato un carico pari a due volte il peso di chi cade.
Fmax = P +
h
2
P + 2PEA
L
Fmax = P +
2
P
(18)
(19)
Nel caso del pendolo da una posizione orizzontale la forza massima applicata all'ancoraggio corrisponde alla
forza centrifuga che si crea nella caduta a cui si va ad aggiungere la forza peso del corpo che cade.
2
Fcentr = mv
r
(20)
v=
2gh
(21)
Considerando che r = h :
Fmax = 2mg ; (22)
Alla forza centrifuga si aggiunge ovviamente anche la forza peso P=mg;
Fmax = 3mg = 3P ; (23)
In definitiva la caduta in pendolo produce una sollecitazione alla sosta pari a circa 3 volte il peso di chi cade.
Fino a questo punto abbiamo considerato che la corda, con le sue caratteristiche elastiche contribuisce da sola
all'assorbimento dell'energia di caduta. Questa situazione, detta assicurazione statica, non immaginaria ma si
pu verificare in certi casi. Dagli esempi e dal grafico si pu comunque notare che il rinvio e la sosta, in certe
situazioni, vengono duramente sollecitati, fino ai limiti di rottura degli apparecchi di assicurazione come i cavi
dei dadi o le camme dei Friend.
2000
IO
RINV
1500
Fmax
CORPO
1000
SOSTA
500
0,1
0,5
1,5
2,0
h/L
Fig.2.1.c
A) L'ancoraggio di sosta deve assorbire al massimo circa 1000 Kg verso il basso. (h/L = 2; caduta senza
rinvii intermedi);
B) L'ancoraggio di sosta deve assorbire al massimo circa 700 Kg verso l'alto. (h/L = 1,8; caduta 20 m
sopra la sosta e rinvio 18 m sotto i piedi);
C) Il punto di rinvio deve assorbire al massimo verso il basso 1750 Kg nella situazione descritta al punto B;
D) All'imbracatura, la forza massima applicata non superer i 1000 kg.
Queste forze sono strettamente legate alle caratteristiche meccaniche della corda e che sono indicate nel
cartello di acquisto della stessa in unica entit detta Forza di impatto.
Pi bassa la forza di impatto indicata tanto pi elastica sar la corda e quindi tanto pi morbidi (e lunghi !?)
saranno i voli. Per i nostri calcoli abbiamo considerato una corda singola con caratteristiche medie e con una
forza di impatto pari a 1000Kg.
2.2 Analisi meccanica dei sistemi di assicurazione dinamici:
Abitualmente, al punto di sosta, si utilizza un sistema frenante che, oltre a permettere di "dare corda" a colui
che sale in testa alla cordata, costituisce un sistema frenante capace di assorbire energia alleviando di molto il
carico agente, sia su chi cade che sui punti di sosta e di rinvio che come vedremo in montagna non sono
sempre a prova di bomba.
Contrariamente ai paesi anglosassoni, sulle alpi ed in un terreno di avventura, il sistema frenante per elezione
senza dubbio il "mezzo barcaiolo".
Esso, viene generalmente eseguito sull'ancoraggio di sosta e presenta una capacit di frenare (di amplificare la
capacit di trattenere la caduta) differente a seconda che la trazione avvenga verso il basso (assenza di
protezioni intermedie h/L = 2) oppure verso l'alto (h/L < 2).
250-270 kg
350-370 kg
30-40 kg
Fig.2.2.a
Meccanismo di assicurazione dinamica:
L'assorbimento dell'energia nell'assicurazione dinamica avviene con una sequenza di fenomeni meccanici:
a) La corda inizialmente si allunga assorbendo energia fino a che la sua tensione supera la forza frenante del
mezzo-.barcaiolo.
b) A questo punto la corda scorre nel mezzo-barcaiolo e nelle mani di chi assicura assorbendo energia senza
provocare ulteriori allungamenti della corda e quindi senza provocare ulteriori sforzi sugli ancoraggi di sosta e di
rinvio.
c) Assorbita energia a sufficienza da ridurre la tensione nella corda ad un valore inferiore a quella della forza
frenante del mezzo-barcaiolo lo scorrimento si arresta e con esso anche la caduta.
Questo processo abbastanza facile da descrivere in termini matematici. A questo proposito mettiamo in atto
ancora un bilancio energetico:
Ec =
Ed + Efreno ;
(24)
L'energia cinetica provocata dalla caduta viene trasformata in parte in energia di deformazione della corda ed in
gran parte dallo scorrimento della stessa attraverso il freno.
La corda, raggiunta una tensione sufficiente a far scorrere il mezzo-barcaiolo smette di tendersi e quindi di
dissipare l'energia cinetica. La dissipazione di energia dovuta alla dilatazione della corda assume quindi un
valore molto basso e lascia al mezzo-barcaiolo il compito di dissipare circa il 95% dell'energia di caduta.
In prima approssimazione, la formula del bilancio energetico diventa:
Ph + Ps = Fs ;
;
s = Ph
(F - P)
(25)
(26)
Ph + Ps = 3/2 Fs ; (27)
s=
Ph
(3/2 F - P)
(28)
In un'analisi pi rigorosa, considerando gli allungamenti della corda e quindi anche il fattore di caduta, lo
scorrimento di corda nel mezzo-barcaiolo diventa:
Eah - kPh
3
9k
16
4
1
f
1
2
k
-1
2
;
s=
EA
(29)
3k
-1
2
I risultati, riassunti nel diagramma, dimostrano che il fattore di caduta ha influenza solo quando lo stesso ha
valori bassi e che lo scorrimento dipende solo dalla lunghezza di caduta e pu essere al massimo 1/4 della
stessa.
Scorrimento (m)
12.00
10.00
fc = 1,5
8.00
fc = 1,0
6.00
fc = 0,5
4.00
2.00
0.00
fc = 0,2
fc = 0,1
4
12
16
20
24
28
32
36
Fig.2.2.b
Lo scorrimento della corda nel mezzo - barcaiolo una realt fin troppo trascurata. La lunghezza di corda che
scorre attraverso le mani di chi assicura, in completa assenza di ulteriori attriti, molto maggiore di ci che
possiamo credere e pu raggiungere facilmente anche gli 8 m. Ci che risulta interessante che tale
scorrimento non dipende in modo rilevante dal fattore di caduta h/L ma dalla lunghezza della caduta
stessa.
Certamente il calcolo fa riferimento ad un modello teorico che raramente si verifica in realt. Non va comunque
dimenticato che chi si appresta a trattenere voli lunghi pensi bene alle proprie mani ed alle conseguenze che
pu portare uno scorrimento di 5 o 6 metri di corda. ( consigliabile munirsi di un guanto!)
In relazione alle considerazioni fatte, si pu ben capire che, chi utilizza in alpinismo sistemi di assicurazione
ancora pi dinamici, (Piastrina, Tuber, Reverso, Otto ecc.) lo potr fare alla condizione di imporre protezioni
molto frequenti ed una perfetta auto-assicurazione.
Fortunatamente molti altri attriti intervengono nell'assorbimento dell'energia e permettono nella maggior parte
dei casi di trattenere la caduta senza esercitare ulteriori notevoli sforzi sugli elementi di fissaggio.
L'adozione di un freno alla sosta consente comunque di ridurre le forze agenti sia sui rinvii che sulla sosta:
a) Il punto di sosta viene sollecitato con circa 450 kg verso il basso (h/L=2); e con circa 270 Kg verso
l'alto.
b) L'ultimo rinvio sopporta al massimo un carico di 650 Kg;
c) Colui che cade riceve nell'imbracatura uno strappo pari a 450 Kg;
Ammesso che eccessivi attriti non ne impediscano il corretto funzionamento !
v=
2gh ( 1 - u cotg a ) ;
(30)
Dove:
v= velocit in m/sec
g= accelerazione di gravit (9.81 m/sec2
h= altezza di caduta (Il dislivello in m)
a= angolo di inclinazione del pendio
u= coefficiente di attrito
Per ci che riguarda una persona che scivola sulla neve o sul ghiaccio sono noti i seguenti valori del coefficiente
di attrito:
u= 0.03 Alpinista che scivola su ghiaccio o firn (Indipendentemente dallabbigliamento)
u= 0,20 Alpinista che scivola sulla neve molle con abbigliamento di Perlon
u= 0.30 Alpinista che scivola sulla neve molle con abbigliamento normale.
Rapportando la velocit che si raggiunge scivolando lungo un pendio con la velocit che si raggiungerebbe nel
vuoto cadendo dalla stessa altezza otteniamo valori estremamente alti e che si riassumono nella tabella
seguente.
Velocit di scivolamento in % sulla caduta libera
u=0,03
u=0,10
u=0,20
u=0,30
20
96%
85%
67%
42%
30
97%
91%
81%
69%
40
98%
94%
87%
80%
50
99%
96%
91%
87%
60
99%
97%
94%
91%
70
99%
98%
96%
94%
Dai valori riportati nella tabella si capisce che nello scivolare si raggiungono velocit prossime alla caduta libera
gi con angoli di 30 o 40 e quindi oltre tali valori sono valide tutte le considerazioni fatte per la caduta libera.
3. Asole
3. Asole :
Le asole sono nodi che consentono di creare dei punti attacco all'estremit della corda ed
eventualmente anche in un suo punto intermedio.
3.1 Asola guida:
l'asola pi semplice e veloce da confezionare. Essa ancora molto usata in alpinismo e
soccorso. Dopo forti carichi non facile da sciogliere.
Fig.3.1
3.2. Asola guida inseguito:
Volendo collegare una corda ad un anello chiuso qualsiasi necessario costruire un nodo su
corda semplice ed inseguirlo successivamente dopo aver infilato l'anello chiuso.
Fig.3.2
3.3 Asola a otto:
Per ovviare alla difficolt di scioglimento dell'asola guida, possibile con un giro aggiuntivo
creare un'asola che assorba dinamicamente i carichi. Questa asola definita anche "Nodo
guida con frizione".
Fig.3.3
3. Asole
Fig.3.4
3.5 Asola a contrasto:
Spesso, dovendo collegare attrezzature da soccorso con anelli chiusi, si preferisce preparare
la prima met del nodo guida semplice e successivamente, anzich inseguirlo, si preferisce
crearne uno a contrasto rendendo il collegamento pi facile da sciogliere.
Fig.3.5
3. Asole
Fig.3.6.a
N.B.: Nel caso di lunghi recuperi di un saccone in parete, per ovviare al continuo incastro dei
nodi, possibile usare un asola guida semplice protetta da una bottiglia di plastica con il
fondo tagliato.
Fig.3.6.b
3.7 Asola con nodo bulino semplice:
Senza dubbio il modo pi veloce per attaccare una corda ad un anello chiuso il nodo bulino
semplice. Esso, anche dopo strappi e forti carichi, risulta facile da sciogliere.
N.B.: L'anello di corda che si viene a creare non va caricato internamente perch ci tende
a sciogliere il nodo ed gi stato causa di incidenti.
No!
Fig.3.7
3. Asole
Fig.3.8
3.9 Asola a contrasto su punto intermedio:
Questo nodo costituisce una possibilit di collegare anelli chiusi con un punto intermedio
della corda senza fare uso di moschettoni.
Fig.3.9
4. Nodi di giunzione
4. Nodi di giunzione:
I nodi di giunzione consentono il collegamento di corde e fettucce, chiudere anelli di
corda ed hanno diverse caratteristiche di galleggiamento, dimensione e velocit
desecuzione.
4.1 Giunzione con nodo guida:
senza dubbio il nodo di giunzione pi semplice e veloce da eseguire. Il nodo galleggia
ottimamente sopra gli spigoli senza incastrarsi ma sottoposto a forti trazioni non facile
da sciogliere.
Fig.4.1
4.2 Giunzione con nodo guida inseguito:
Questo nodo pi propriamente detto nodo delle fettucce. Una volta predisposto su un
capo un nodo guida semplice lo sinsegue con l'altro capo in senso inverso. un nodo
compatto non galleggiante sugli spigoli generalmente usato per chiudere anelli di cordino
o di fettuccia definitivamente.
Fig.4.2
4.3 Giunzione con nodo a otto:
possibile collegare due capi di corda o cordino anche con un nodo a otto con il solo
vantaggio di creare un collegamento frizionato pi facile da sciogliere se sottoposto a
forti carichi.
Fig.4.3
4. Nodi di giunzione
Fig.4.4
4.5 Giunzione con nodo piano:
Questo tipo di giunzione non viene quasi mai usato per scopi portanti ma pu risultare
utile per stringere velocemente attrezzi vari da soccorso come sci, barelle ecc. Risulta
facile da sciogliere.
Fig.4.5
Fig.4.6
4.7 Giunzione con nodo inglese doppio:
Tempo addietro questo nodo era il nodo di giunzione per eccellenza ma la scarsa velocit
di esecuzione, e la tendenza ad incastrarsi lo hanno mandato quasi completamente in
disuso. Rimane comunque un nodo indicato per collegare corde di diverso spessore.
Fig.4.7
5. Metodi di legatura
5. Metodi di legatura :
Diversi sono i metodi abitualmente adottati per legarsi all'imbracatura. Sostanzialmente,
sia con imbracatura bassa che con quella completa, l'asola adottata dovr essere facile e
veloce da eseguire, consentire un immediato controllo reciproco ed essere facile da
sciogliere dopo forti strappi.
In montagna, o dove comunque uneventuale caduta non sarebbe controllabile con il
corpo, buona abitudine utilizzare unimbracatura completa. Molte sono state le
discussioni in materia ed anche vero che moltissimi professionisti si accontentano di
utilizzare solo la parte bassa. Molti sono i pro ed i contro ma appare indiscutibile il fatto
che con gravi traumi certamente pi difficile sopravvivere appesi alla sola imbracatura
bassa. Ogni uno di noi dovr attuare nel momento giusto la scelta giusta.
Qui a fianco si propone un metodo semplice e validissimo per collegare le due parti
dellimbracatura. Allo scopo si utilizza uno spezzone di corda di almeno 9 mm di diametro
o una fettuccia tubolare della larghezza di 25 mm.
Fig.5.0
5.1 Legatura con nodo a otto infilato (3.4):
Questo il metodo certamente pi usato, abbastanza facile da eseguire, controllare e
sciogliere.
Fig.5.1
5. Metodi di legatura
Fig.5.2
5.3 Legatura con nodo a contrasto (3.5):
Alcuni alpinisti adottano ancora come metodo di legatura questo nodo anche se non
risulta pi facile da eseguire e non nemmeno da sciogliere dopo forti sollecitazioni.
Fig.5.3
5. Metodi di legatura
Fig.5.4
N.B. Ancora molti arrampicatori sportivi infilano l'asola di corda sia nella cintura che nei
cosciali, cos come molte ditte produttrici di imbracature consigliano. Negli ultimi anni si
sono verificati diversi incidenti per aver dimenticato di inseguire il nodo e la corda, stretta
dietro la cintura, non caduta a terra dando l'illusione di essere legati correttamente.
L'anello di fettuccia posto sull'imbracatura di per se dimensionato correttamente e di
conseguenza i metodi proposti sono sicuramente da preferire.
Fig.5.4.a
5. Metodi di legatura
70 cm max
2 cliente
2-3m
Fig.5.6
6. Nodi auto-bloccanti
6. Nodi auto-bloccanti :
Volendo esercitare una trazione su una corda gi tesa senza fare uso delle sole mani
possibile impiegare un nodo auto-bloccante eseguito con un'altra corda o fettuccia alla
quale trasferire il carico. I nodi auto-bloccanti non sottoposti a carico possono scorrere
lungo la corda consentendo di spostare il punto di trazione esattamente come una mano
meccanica.
6.1 Nodo auto-bloccante "Prusik":
il pi semplice degli auto-bloccanti ed in grado di stringere in entrambe le direzioni.
Generalmente la corda con cui viene confezionato il nodo deve avere diametro minore di
quella su cui si esercita la trazione. La tenuta e la capacit di scorrere dipendono dal
numero delle spire, dalla qualit delle corde e dal rapporto tra i loro diametri. Il numero
degli avvolgimenti varia cos da 2 a 5.
Fig.6.1
6.2 Nodo auto-bloccante "Prusik" infilato: Non disponendo di un anello chiuso di
cordino ma solo un capo possibile realizzare lo stesso nodo precedente (6.1) nella
versione infilata. Per bloccare il capo uscente si possono usare diversi nodi (nodo guida
inseguito o nodo a contrasto) ma consigliabile utilizzare un bulino semplice (3.8), facile
da eseguire ed ideale per distribuire al meglio la trazione sulle spire.
Fig.6.2
6. Nodi auto-bloccanti
Fig.6.3
6.4 Nodo auto-bloccante "Marschand" con fettuccia.
Il nodo auto-bloccante Marschand funziona ottimamente con le fettucce anche se il suo
scorrimento lungo la corda non sempre facilissimo.
Fig.6.4
6.5 Nodo auto-bloccante "Marschand" bi-direzionale:
Questa variante dell'auto-bloccante Marschand pu bloccare in entrambi le direzioni, pu
scorrere molto facilmente anche se non offre le stesse caratteristiche di presa degli altri
auto-bloccanti. Esso trova ottimo utilizzo come sicurezza passiva nella discesa a corda
doppia. N.B. La distanza del moschettone dallasse della corda non deve essere eccessiva
(Max 3-4 cm) altrimenti il nodo non blocca pi bene.
3-4 cm Max
Fig.6.5
6. Nodi auto-bloccanti
Fig.6.6
6.7 Nodo auto-bloccante "Bachmann":
Questo tipo di auto-bloccante costituisce una variante del Marschand in cui si interpone
tra la corda da mettere in trazione e le spirali del nodo stesse un moschettone semplice.
Il moschettone consente uno spostamento rapido ed agevole del nodo. Viene usato quasi
esclusivamente in operazioni di soccorso.
Fig.6.7
6.8 Nodo auto-bloccante su corda doppia :
Pu accadere che sia necessario, scendere o risalire auto-assicurati lungo una corda
doppia. A questo scopo pu essere utile infilare le due corde con un anello di cordino
come nel disegno. In gi blocca ottimamente mentre verso lalto scorre ottimamente.
N.B. : bene che le corde siano appesantite allestremit.
Fig.6.8
7.Moschettoni
7.Moschettoni :
I moschettoni sono un elementi di collegamento tra gli ancoraggi e la cordata.
Inizialmente prodotti in acciaio, oggi vengono prodotti in lega di alluminio e presentano
resistenze alla trazione lungo il loro asse che superano i 2000 Kg.
7.1 Moschettone semplice:
Questo tipo di moschettone, con resistenze >20kn (2000kg) pu essere utilizzato
ovunque la direzione della trazione sia certa e non possa subire deviazioni accidentali.
Fig.7.1
7.2 Moschettone semplice con chiusura a ghiera:
Quando le condizioni di trazione si alternano frequentemente con condizioni di scarico
consigliabile utilizzare moschettoni con chiusura ghiera.
Fig.7.2
7.3 Moschettone tipo HMS:
Questo tipo di moschettone stato concepito per il suo utilizzo nelle
assicurazione con il mezzo-barcaiolo. La sua base larga consente un agevole
del nodo dalla posizione di calata a quella di recupero e viceversa. Data
dell'inversione del carico esso dotato di ghiera di sicurezza. Nelle versioni
la ghiera a scatto tipi "Twist-look".
manovre di
ribaltamento
la possibilit
pi moderne
Fig.7.3
7.Moschettoni
Fig.7.4
7.5 Moschettone tipo "SOS":
Questo tipo di moschettone presenta una forma ovale ed stato creato per il suo utilizzo
nei freni di calata per il soccorso organizzato. Esso dotato di ghiera di sicurezza per
ovviare ad aperture accidentali in fase di calata.
Fig.7.5
Fig.8.1
8.2 Chiodi a lama con asola a 45 (universali):
In questo tipo di chiodi, simili ai precedenti (8.1) l'asola ruotata di 45 allo scopo di
creare un effetto di torsione a contatto con i lembi di fessure sia verticali che orizzontali.
Fig.8.2
8.3 Chiodi a lama con asola ad anello : Anche se ormai in disuso, vengono ancora
prodotti chiodi con asola ad anello. Questo tipo di asola pu dare migliore mobilit del
rinvio su tratti in artificiale dove i molti chiodi richiedono un certo risparmio di materiali
(un solo moschettone per rinvio). Va comunque detto che gli anelli sono generalmente
prodotti in acciaio di qualit scadente e speso vengono danneggiati dal martello, in
particolar modo nel punto di saldatura.
Fig.8.3
Fig.8.4
8.5 Bong :
In fessure ancora pi larghe (< 3.0cm) si possono utilizzare chiodi profilati speciali che
data la loro dimensione vengono prodotti in lega di alluminio. Oggi questo tipo di chiodo
caduto in disuso perch sostituito da attrezzi da incastro pi agevoli e polivalenti.
Fig.8.5
8.6 Rurp :
Sulle pareti di granito si incontrano spesso pareti solcate da fessure finissime che non
lasciano penetrare chiodi a lama normale. Per la progressione in arrampicata artificiale si
possono utilizzare piccoli chiodi a lama di rasoio che penetrano solo per pochi mm.
consentendo di sopportare il peso dello scalatore.
Fig.8.6
8.7 Riduzione del braccio di leva :
Spesso i chiodi da roccia non penetrano nelle fessure per tutta la loro lunghezza. In
questi casi bene evitare di caricare direttamente la loro asola in quanto essa
determinerebbe un braccio di leva eccessivo rispetto alla parete. Con l'aiuto del martello
o di un cordino, detto braccio di leva facilmente eliminabile.
Fig.8.7
8.8 Viti e chiodi da ghiaccio : Sul ghiaccio, le viti tubolari offrono una possibilit di
ancoraggio applicabile ovunque il ghiaccio sia sufficiente in spessore e di buona qualit.
L'angolo con cui viene generalmente innestata la vite rispetto al piano superficiale del
ghiaccio di circa 90. Con ghiaccio di buona qualit, inclinazioni di circa 10 verso il
basso hanno dato risultati ottimi di tenuta. Fino a pochi anni fa venivano utilizzati tubi
con filettatura fine (SNARG) . Questi vengono piantati con martello ed estratti "svitando"
semplicemente. Il loro effetto dirompente li ha fatti praticamente sparire dal mercato.
90-100
Fig.8.8
8.9 Corpo morto dinamico "Dead Man":
Questo tipo di corpo morto viene posto nella neve con un angolo di 40 con la superficie.
Sollecitato a forte carico esso tende a sprofondare ulteriormente assorbendo gli strappi in
modo dinamico.
Fig.8.9
8.10 Corpo morto statico : Nella neve trasformata e profonda possibile realizzare
ottimi punti di ancoraggio seppellendo letteralmente una piccozza, un paio di bastoncini,
un paio di sci o semplicemente uno zaino. N.B. Nello scavare bene non distruggere la
struttura del manto nevoso a valle del corpo morto. Pressare bene la neve con cui si
ricopre. Con neve fradicia di pioggia non possibile ottenere ancoraggi sufficientemente
resistenti.
Fig.8.10
Fig.8.11
Fig.9.1
9.2 Roks:
Essi costituiscono un'evoluzione degli Stopper. Hanno una doppia conicit sui due assi ma
anche, sull'asse pi stretto una forma anche ricurva che consente un miglio
posizionamento nelle fessure e soprattutto una migliore stabilit alle oscillazioni della
corda. (Pi difficile la fuoriuscita accidentale).
Fig.9.2
9.3 Hexcentrics:
Sono ricavati da un profilo esagonale irregolare e presentano una conicit anche sull'altro
asse. Montati sia su cavo che su cordino si adattano bene in fessure di media dimensione
(2 - 5 cm). L'irregolarit del profilo impone una torsione nella fessura quando vengono
sollecitati.
Fig.9.3
Fig.9.4
9.5 Clog Clog:
Simili agli Excentrics, sono ricavati ance loro da un profilo esagonale dove per gli spigoli
risultano ben arrotondati per adattarsi meglio alle fessure calcaree. Nella loro costruzione
risultano anche pi resistenti e pesanti.
Fig.9.5
9.6 Camaloks:
Il principio di incastro di questo attrezzo basato sulla sua forma a camma e alla
tendenza a ruotare in seguito alla sollecitazione. Vanno posti in fessure e leggermente
incastrati (se necessario anche col martello). Si sono rivelati ottimi anche nei singoli
buchi di calcare.
Fig.9.6
9.7 Tricam:
Simile come funzionamento al Camalok, deve la sua presa alla rotazione della camma.
Nelle misure pi piccole hanno trovato ottimo impiego nei piccoli fori calcarei. Per il
posizionamento e soprattutto l'estrazione consigliabile disporre di un estrattore da dadi.
Fig.9.7
9.8 Friend:
Questo attrezzo ha in qualche maniera rivoluzionato i sistemi di assicurazione della
cordata. Il suo utilizzo offre grandi possibilit di sfruttamento delle fessure e dei buchi.
Posizionare correttamente un Friend non comunque cos semplice come sembra. Esso
va infilato nella fessura nella direzione di una possibile trazione. Le sue camme devono
appoggiare bene sui lati della cavit e non devono risultare ne troppo aperte (rischio di
forzatura come un ombrello al vento) ne troppo chiuse (rischio di non riuscire pi ad
estrarlo).
Fig.9.8
9.9 Camalot:
Si tratta di una riuscita evoluzione del Friend. Le camme del Camalot ruotano su due assi
distinti e paralleli che fungono da blocco della rotazione impedendo il ribaltamento (come
un ombrello nel vento) quando le camme sono troppo aperte. Grazie a questo
accorgimento il Camalot anche utilizzabile in fori di calcare che al loro interno risultano
troppo grandi.
Fig.9.9
9.10 Slider:
Due piccoli cunei contrapposti e comandati da un sistema di molle permettono un buon
incastro in piccole fessure dove il Friend non entra. Le superfici esterne dei cunei sono
generalmente ricoperte di stagno per migliorare la presa in attrito. Sollecitati da una
caduta sono poi generalmente difficili da togliere.
Fig.9.10
9.11 Nodo da incastro sassone:
Nelle torri di arenaria dell'alta Sassonia, la fragilit della roccia nonch l'etica rigidissima
degli arrampicatori locali hanno precluso l'uso degli attrezzi da incastro metallici. Ormai
da quasi cento anni nell'Elbsandstein si arrampica proteggendosi con nodi incastrati nelle
fessure per mezzo di una specie di coltello di legno.
Fig.9.11
Fig.10.1
10.2 Clessidre e blocchi incastrati:
Nel Calcare e nella Dolomia si incontrano spesso fori comunicanti all'interno della roccia che
possono essere infilati con un anello di corda o cordino costituendo un ottimo punto di
ancoraggio con tenuta in tutte le direzioni. Allo stesso modo, in alcune grosse fessure, i
blocchi di roccia ben incastrati possono essere infilati con anelli di corda ma offrono garanzie
di tenuta solo verso il basso.
Fig.10.2
10.3 Alberi e piante:
Nelle pareti di bassa quota, le piante e gli alberi possono offrire ancoraggi di buona tenuta.
Utilizzando un nodo a "bocca di lupo", sul fusto delle piante possibile, in certi casi, ottenere
una tenuta sia verso il basso che verso l'alto.
Fig.10.3
11. Ancoraggi
11. Ancoraggi:
Per ancoraggio sintende la composizione ed il collegamento di pi punti fissi da utilizzare
ai punti di sosta tra una lunghezza di corda e l'altra. Indipendentemente dalla tenuta
stimata dei singoli punti fissi bene ricordare che, salvo poche eccezioni, un ancoraggio
al punto di sosta deve essere costituito da almeno due punti fissi, di cui uno sia
certamente "bi-direzionale" ovvero tenga lo strappo anche verso l'alto.
Allo scopo di definire una regola fondamentale per la costruzione degli ancoraggi diamo
dei valori ai punti fissi.
Punti fissi "bi-direzionali" di sicura tenuta > 1500 kg = valore 3.
- Grosse clessidre . min. 10cm
- Grosse piante . min. 20cm
- Anelli cementati o resinati
Punti fissi "bi-direzionali" = valore 2: (Tengono sia verso l'alto che verso il basso)
-
Chiodi
Spit
Viti da ghiaccio
2 Dadi contrapposti
Dadi e Friend posti in fessure orizzontali
Spuntoni
Dadi
Friend, Camalot ecc.
Blocchi incastrati
Corpi morti, posti nella neve
11. Ancoraggi
Fig.11.1
11.2 Ancoraggio su due chiodi:
Disponendo di almeno due chiodi questi vanno collegati tra loro con uno spezzone di
corda in modo tale da soddisfare due esigenze fondamentali :
-
Fig.11.2.a
N.B.: In caso di trazione verso lalto (Caduta con protezione intermedia) tutto
lancoraggio tender a ribaltarsi verso lalto sollevando anche colui che assicura. Per
ridurre questo effetto possibile porre un nodo guida sul lato pi lungo dello spezzone di
collegamento. In questo modo, verso lalto non vengono sollecitati tutti due i punti ma
11. Ancoraggi
ci giustificato dal fatto che in questo caso il carico sul punto di sosta risulta essere
inferiore (ca. )
N.B.: Langolo tra i collegamenti ai due punti fissi, bene che non superi i 90, allo scopo di evitare inutili
sovraccarichi dei singoli punti.
Oggi esistono in commercio fettucce cucite in un anello chiuso che non possono essere
infilate direttamente nei chiodi. A tale scopo si possono utilizzare moschettoni nei punti
fissi. Volendo risparmiare materiale in uno dei punti possibile anche infilare l'anello di
fettuccia con una "bocca di lupo" ricordando in ogni modo che questo nodo autotranciante se utilizzato con fettuccia.
Fig.11.2.b
11.3 Ancoraggio su chiodo e spuntone:
Come gi detto lo spuntone un punto fisso mono - direzionale, ovvero esso pu essere
caricato solamente verso il basso. A tale scopo molto conveniente nel suo collegamento
porre il nodo guida in modo che, in caso di trazione verso l'alto, non sia caricato e che il
cordino di collegamento non si sfili dallo spuntone stesso.
N.B. Lo spuntone dovr trovarsi necessariamente pi in alto del chiodo.
Fig.11.3
11. Ancoraggi
Fig.11.4
11.5 Ancoraggio su tre dadi:
Allo scopo di realizzare un ancoraggio su tre dadi necessario collegarne due in
contrapposizione in modo che costituiscano un punto fisso sollecitabile in tutte le
direzioni. Successivamente questo lo si potr collegare con un terzo dado. Per collegare
in contrapposizione due dadi possibile usare il nodo a "pacchetto" che consente di
mettere in tensione i due dadi in modo ottimale.
Fig.11.5.a
11. Ancoraggi
Fig.11.5.b
11.6 Ancoraggio per calata in corda doppia:
Nelle calate in corda doppia, il collegamento deve consentire alla corda di sfilarsi
agevolmente ed in caso di tranciamento del cordino (per caduta sassi) il collegamento
non si deve sciogliere.Conoscendo approssimativamente la direzione di calata non
importante che il collegamento sia di tipo mobile. Non volendo rinunciare alla mobili
dell'ancoraggio e dando maggiore importanza alla mancanza dattriti nel momento di
sfilare la corda possibile fare una sola asola. In questo caso, se il cordino viene
tranciato da un sasso, tutto l'ancoraggio cede!
Fig.11.6
N.B. La met di corda da tirare ovviamente sempre quello a contatto con la parete.
Diversamente, sfilando la corda, si creano attriti tra corda e parete che rendono difficile,
se non impossibile recuperare la corda stessa.
11. Ancoraggi
50-70 cm
Fig.11.7
Il collegamento delle singole viti pu essere fatto sia per mezzo di moschettone che
infilando direttamente l'asola metallica. (Attenzione agli spigoli taglienti).
Eventualmente, se non fosse possibile avvitare fino in fondo la vite, il braccio di leva va
ridotto con una "bocca di lupo".
11. Ancoraggi
Fig.11.8
11.9 Ancoraggio su piccozza:
In presenza di neve ben compatta e trasformata, possibile recuperare un secondo di
cordata su pendii di media pendenza (35-45) utilizzando la piccozza piantata con il
manico nella neve.
Fig.11.9
11. Ancoraggi
3 Chiodo
Fig.11.10
11. Ancoraggi
Fig.11.11
auto-assicurarsi,
assicurare e bloccare il compagno di cordata,
calare su corda uno o eventualmente pi compagni.
Negli ultimi anni, sono stati sviluppati molti attrezzi speciali per lassicurazione del
compagno; noi intendiamo per utilizzare ancora la tecnica fondamentale sia perch non
legata ad attrezzi particolari, sia perch il vecchio mezzo-barcaiolo si dimostrato
ancora, nella pratica e fuori dalle falesie, il metodo per eccellenza. Tutti i nodi che
seguono sono da eseguire utilizzando moschettoni da mezzo-barcaiolo. La forma
arrotondata della sua base larga consente il ribaltamento del nodo ed uno scorrimento
ottimale dello stesso. Spesso questo moschettone viene confuso con quelli da ferrata, ma
langolo acuto della sua base tende a bloccare il nodo frenante, facendo venir mento
leffetto dinamico dellassicurazione.
12.1 Nodo Barcaiolo:
Questo nodo viene principalmente utilizzato per auto-assicurarsi all'ancoraggio. Esso
consente unagevole regolazione senza l'impiego di attrezzature speciali.
Fig.12.1.a
Lo stesso nodo, disponendo di un capo libero di corda, pu essere utilizzato per collegare
anelli di acciaio chiusi.
Fig.12.1.b
Fig.12.2
12.3 Mezzo barcaiolo in posizione di recupero:
Il nodo "mezzo barcaiolo" un nodo frenante utilizzato sia per l'assicurazione del primo
di cordata che del secondo. Esso si pu ribaltare agevolmente nelle sue due posizioni
(calata e recupero) ma lo si pu costruire per essere gi pronto per recuperare il
secondo di cordata.
Fig.12.3
Fig.12.4
12.5 Asola di bloccaggio su rinvio semplice:
Spesso, su pendii di neve poco inclinati, dove il secondo di cordata non pu cadere nel
vuoto, si pu fare sicura passando la corda semplicemente attraverso un moschettone
nell'ancoraggio. Trattenuta la caduta pu essere necessario bloccare la corda. A questo
scopo, l'asola di bloccaggio la soluzione ideale per bloccare la corda sotto carico e
liberarla successivamente sempre sotto carico. Nel momento in cui si riapre lasola
bene fare attenzione che la corda non si arricci !
!!
Fig.12.5
12.6 Asola di bloccaggio su mezzo barcaiolo: Dopo aver trattenuto una caduta con il
mezzo barcaiolo assolutamente necessario saper bloccare definitivamente la corda
sotto il carico del compagno. Anche in questo caso l'asola di bloccaggio risulta una
soluzione veloce ed ideale per intraprendere qualsiasi manovra di autosoccorso. Il mezzo
barcaiolo si dovr trovare in posizione di calata e anche qui, quando si riapre lasola, la
corda non si deve arricciare!
Fig.12.6
12.7 Contro-asola di sicurezza:
Dopo aver bloccato il mezzo barcaiolo con l'asola di bloccaggio, per evitare aperture
accidentali e per disporre del resto della corda (La parte non sotto trazione) per
l'autosoccorso o altre manovre necessarie indispensabile bloccare il tutto con un
ulteriore asola detta "contro-asola di sicurezza".
Fig.12.7
Fig.13.1
13.2 Bloccante "Garda" o nodo a "Cuore":
Questo metodo di recupero trova raramente impiego nelle manovre di soccorso e di
autosoccorso. Gli attriti che in esso si creano sono notevoli e posto sotto trazione non
praticamente possibile passare alla posizione di calata.
Fig.13.2
Fig.13.3
13.4 Bloccante "Francese":
Questo bloccante, apparentemente complicato da realizzare, consente di unire i vantaggi
dell' "Edi" e del mezzo barcaiolo. L'inversione in fase di calata abbastanza agevole
Fig.12.4.b (si trasforma in mezzo barcaiolo Fig.12.4.c) e l'eventuale ritorno a quella di
recupero bloccato automatica Fig.12.4.a.
a)
b)
c)
Fig.13.4
a)
b)
Fig.14.1
14.2 Agganciamento corretto della corda nei rinvii:
Spesso, utilizzando rinvii gi preparati, capitato che in seguito ad una caduta la corda
uscita dal moschettone prolungando di molto l'altezza di caduta Fig.14.02.a.
Questo accade generalmente quando si utilizzano nei chiodi dei rinvii preparati molto corti e
rigidi che di conseguenza non possono girare abbastanza sul proprio asse. La causa
principale di questo inconveniente dovuta ad un agganciamento scorretto della corda nel
moschettone. La Fig.14.02.b mostra chiaramente come la corda vada agganciata
correttamente.
Attenzione ! : Utilizzando in passaggi chiave un solo moschettone nel chiodo, questo
inconveniente si pu verificare comunque.
N.B. Le frecce indicano l'estremit della corda alla quale legato chi arrampica.
Destra
Sinistra
Fig.14.2
14.3 Traversata con corda fissa:
A volte, lungo traversi particolarmente difficili, la caduta del secondo di cordata potrebbe
portare a situazioni difficili da risolvere. A questo scopo possibile attrezzare il breve
traverso con una corda fissa che ha la funzione di un corrimano e che impedisce al secondo
di cordata (cliente) di effettuare pendoli. Tra i diversi metodi conosciuti, alcuni risultano
essere complicati e poco efficaci, l'unico che trova applicazione concreta quello descritto di
seguito.
Fig.14.3.a : Giunti all'inizio del traverso si costruisce un ancoraggio di sosta che viene
raggiunto da tutti due i componenti della cordata. La guida si lega alla met della corda e
libera il proprio capo.
Sosta
Rinvio
CL
G
Fig.14.3.a
Fig.14.3.b : Dopo aver fissato il capo libero alla sosta si inizia il traverso assicurati dal
cliente sulla sua met di corda e portando con se l'altra met.
CL
capo fissato
Sosta
Rinvio
Met corda
Fig.14.3.b
Fig.14.3.c : Assicurati su una met di corda, si completa il traverso fissando l'altra met a
formare una sorta di corrimano.
Corda fissa
Rinvio
Sosta
CL
Corda di sicurezza
Fig.14.3.c
Fig.14.3.d : Giunti alla fine del traverso possibile recuperare il cliente che seguir
mantenendo la propria auto-assicurazione costituita da una longe agganciata alla corda
fissa. Egli lascer in posto tutti i moschettoni che verranno recuperati successivamente.
Corda fissa
Sosta
Rinvio
Corda di sicurezza
CL
Fig.14.3.d
Fig.14.3.e : Non appena il cliente completa il traverso lo si pu assicurare alla nuova sosta,
ci si scioglie dalla corda ed assicurati con una "longe" che scorre sulla corda fissa installata,
si torna alla sosta precedente. Lungo questo tragitto si sciolgono i nodi nei punti di rinvio
facendo passare la corda semplicemente nei moschettoni. Prima di partire bene preparare
per il cliente il mezzo barcaiolo con il quale ci potr recuperare.
Nodi sciolti
Sosta
Rinvio
mezzobacaiolo gi pronto.
CL
Longe di sicurezza
Fig.14.3.e
Fig.14.3.f : Giunti alla sosta precedente ci rileghiamo al capo che vi era fissato e
percorriamo per la terza volta il traverso assicurati dal cliente e recuperando tutto il
materiale.
Nodi sciolti
Sosta
Rinvio
CL
G
Fig.14.3.f
14.4 Metodo di fissaggio della corda di conserva : Molti sono i metodi di fissaggio che
la guida utilizza per fissare il resto di corda avvolto intorno al busto nella progressione in
"conserva" ma al di l dei pregi e dei difetti dei vari metodi comunque importante che lo
strappo eventuale vada sempre a scaricarsi sull'anello dell'imbracatura.
A) Chiusura col nodo guida : Dopo aver avvolto la corda in modo corretto e utilizzando
spire non troppo strette si infila un'asola di corda nell'anello dell'imbracatura e con l'asola
stessa si fa un nodo guida sulla tratto che va al cliente strozzando le spire contro il corpo.
Questo fissaggio pu essere sciolto con una sola mano, le spire non stringono troppo e
rimangono attaccate al corpo anche quando ci si china lasciando visibilit nella zona dei
piedi.
Fig.14.4.a
Fig.14.4.b
C) Chiusura con il bulino semplice:
Gli anelli della corda vengono avvolti al di sopra dello zaino e quando questo deve essere
tolto preferibile sollevare tutte le spire contemporaneamente lasciandole appese davanti a
se. Utilizzando il nodo bulino semplice, queste rimangono ben ordinate e pronte per essere
riposte sulla spalla senza perdite di tempo. N.B. Il bulino semplice va sempre controllato
perch tende ad allentarsi da solo.
Fig.14.4.c
CL
Fig.14.5.a
CL
1,5 m
Fig.15.5.b
Fig.14.5.c : Su creste affilate di misto, quando siamo certi di poter progredire sul filo, la
progressione in conserva avviene tenendo in mano una quantit di corda sufficiente a dare il
tempo alla guida di "saltare dalla parete opposta" alla quale caduto il cliente.
Generalmente si tengono in mano 7 10 m di corda. Dato che spesso non possibile
percorrere rigorosamente il filo della cresta, a circa 1,5 2 m dal cliente possibile fare
un'asola guida da tenere in mano quando ci si trova per un tratto su un pendio. un
compromesso valido solo per brevissimi tratti. Diversamente necessario adottare la
distanza in Fig.14.5.b.
CL
Fig.14.5.c
10
Nodo a palla.
15 - 18 m
CL
4m
2m
Fig.14.6.a
Il nodo a palla di grande aiuto nelle cordate di 2 o 3 persone. Nel momento in cui uno dei
componenti della cordata cade nel crepaccio la corda taglia il bordo innevato creando una
sorta di fessura in cui il nodo si va ad incastrare. Questo potrebbe comportare difficolt in
fase di recupero ma ci importa poco le la caduta stata trattenuta.
11
15 - 18 m
10 - 12 m
8 - 10 m
10 - 12 m
8 - 10 m
8 - 10 m
Fig.14.6.b
14.7 Metodo di legatura per la progressione in ferrata :
Anche su via ferrata possibile progredire in conserva con i principianti risparmiando loro
l'impegno di auto-assicurarsi. Si procede ad una distanza che varia in funzione della difficolt
della ferrata (3 - 4 m), utilizzando un moschettone posto con un barcaiolo sulla corda ed una
longe di auto-assicurazione. In questo modo possibile superare in continua sicurezza i
punti di fissaggio sui quali occasionalmente si potr far sicura passando la corda dietro il
fittone di acciaio o utilizzando un mezzo barcaiolo.
Nei traversi il cliente, o comunque l'ultimo del gruppo, utilizzer una "longe" creata con un
capo lungo uscente dal suo nodo di legatura.
3-5 m
CL
Fig.14.7
N.B. Nei tratti impegnativi ed esposti, dove la progressione in conserva non pi possibile, evidente che il cliente
va assicurato utilizzando un punto fisso.
12
Preparazione dell'ancoraggio.
Preparazione di una "longe" di auto-assicurazione.
Disposizione della corda nell'ancoraggio.
Preparazione di un'auto-bloccante di sicurezza a valle del freno.
Disposizione del freno di calata.
Distacco della "longe" di auto-assicurazione e discesa.
Fig.15.1.a
Come gi detto nel capitolo 11, la corda viene disposta nell'ancoraggio in modo che la
met da tirare sia quella a contatto con la parete altrimenti essa, in fase di recupero, si
schiaccerebbe contro la roccia ostacolando il recupero stesso.
Ai capi della corda consigliabile fare dei nodi guida semplici in modo da evitare lo
sfilarsi della corda dal freno anche se si giunge inavvertitamente a fine corda.
Fig.15.1.b
Nelle calate esposte o pericolose, bene disporre a valle del freno un auto-bloccante che
garantisca la sicurezza anche lasciando le mani dalla corda. A questo scopo un
Marschand bi-direzionale senza dubbio l'ideale. Fissando il cordino al moschettone con
un barcaiolo si pu montare e smontare l'auto-bloccante ad ogni calata senza incorrere
nel rischio di perdere il cordino.
Disponendo l'auto-bloccante fin dall'inizio risulta pi facile infilare la corda nel freno dato
che il peso della stessa viene da lui sostenuto.
Fig.15.1.c
Fig.15.1.d Dopo aver disposto il freno di calata e aver staccato la "longe" di autoassicurazione si pronti per scendere in sicurezza tenendo tutte due le mani sulle corde
al di sotto del freno: una per frenare ed una per mantenere aperto l'auto-bloccante.
Il freno e l'auto-bloccante non dovranno interferire e per questo si deve osservare di
disporli a distanza idonea.
Fig.15.1.d
Fig.15.1.f Utilizzando un imbracatura bassa la procedura e l'allestimento non cambiano.
comunque necessario prestare attenzione allo sfalsamento tra freno e auto-bloccante.
Attenzione ! : Con l'imbracatura bassa, nel vuoto e con zaino pesante facile ribaltarsi
a testa in gi !
Fig.15.1.f
1 Autoassicurazione
cliente
2 Longe
G
CL
Corda di
sicurezza
Corda di calata
Fig.15.2.a
5 Guida assicura
sull'altra met.
4 Cliente scende su met
corda
G
CL
Corda di
sicurezza
Corda di calata
Fig.15.2.b
Il cliente in questo modo pu imparare in piena sicurezza la discesa in corda doppia con i
seguenti vantaggi:
!
!
!
!
CL
Fig.15.2.c
Tecnica con 2 Clienti:
Con due clienti le procedure cambiano di poco.
G
1CL
Corda di
sicurezza
Corda di calata
Fig.15.2.d
Il secondo cliente viene assicurato senza il mezzo barcaiolo, sfruttando la sola aderenza
tra la corda e lanello di acciaio. Se lanello di acciaio non esiste, dopo aver infilato la
corda, si assicura il secondo cliente utilizzando un moschettone e, se lo si ritiene
necessario, con il mezzo barcaiolo.
G
2CL
Fig.15.2.e
Cliente
Guida
Guida
Fig.15.3.a
Fig.15.3.b
Peso
Trazione
Fig.16.1.a
N.B. Se nel recupero si utilizzata un piastrina tipo "GI-GI" o un'altro tipo di attrezzo per il
recupero con ritorno bloccato (Cap.13), lo stesso paranco pu essere impiegato per
recuperi pi lunghi.
Peso
Peso
Fig.16.1.b
Ancoraggio su viti,
corpo morto o sci
Autoassicurazione
Trazione
Compagno da recuperare
Fig.16.2
Fig.16.3.a
Trazione
4.) Si scioglie la
contro-asola e l'asola
di bloccaggio e si
pronti per tirare.
1. ) Si fissa con un
barcaiolo un'asola guida
uno spezzone di corda
sufficientemente lungo
all'ancoraggio ponendo il
moschettone tra il prusik
e l'asola di bloccaggio. (A
questo scopo si pu
utilizzare anche il capo
libero della corda stessa).
Peso
2.) Si applica un
secondo prusik sulla
corda in trazione e nel
moschettone e vi si fa
passare l'altra estemit
dello spezzone sulla
quale si pone un'altro
moschettone.
Fig.16.3.b
Mezzobarcaiolo, asola di
bloccaggio e controasola di
sicurezza.
Trazione
La corda,
originariamente in
trazione, si allenta.
3a Riduzione
2a Riduzione
1a Riduzione
Compagno
Fig.16.4.a
Mezzobarcaiolo, asola di
bloccaggio e controasola di
sicurezza.
Corda lasca
Compagno
Fig.16.4.b
Dopo aver inserito, in posizione di recupero, la corda lasca nella piastrina GIGI possibile
sciogliere l'asola di bloccaggio sulla 3a riduzione e proseguire con il sollevamento del
compagno recuperando di volta in volta la corda allentata attraverso la piastrina GIGI.
Mezzobarcaiolo, asola di
bloccaggio e controasola di
sicurezza.
1) Trazione
2) La corda si allenta
Compagno
Fig.16.4.c
A)
Fig.16.5.a
Fig.16.5.b A questo punto, necessario scaricare il mezzo barcaiolo e la propria autoassicurazione per mezzo di uno spezzone di corda con il quale si esegue un nodo autobloccante sulla corda tesa e lo si fissa allancoraggio sempre con mezzo barcaiolo, asola
di bloccaggio e contro-asola di sicurezza. A questo punto bene ricordare che il
moschettone utilizzato ed il cordino che collega i punti dellancoraggio verranno
abbandonati. In queste manovre la gestione del materiale molto importante.
B)
Fig.16.5.b
Fig.16.5.c Non appena il peso del cliente ferito si scaricato sul nodo auto-bloccante, la
guida si auto-assicura con una longe e si slega dal suo capo di corda. Subito al di sotto
dellasola di bloccaggio eseguita sulla corda egli si prepara il discensore (Infilato su una
sola corda) completo di auto-bloccante Marschand di sicurezza.
C)
Fig.16.5.c
10
Fig.16.5.d La guida, a questo punto, scioglie lasola di bloccaggio che ha eseguito sulla
corda, estrae la stessa dal moschettone e la infila i quello in cui fissato lo spezzone
dellauto-bloccante. Dopo essersi messo di peso sul discensore, egli pu sciogliere anche
lasola di bloccaggio dellauto-bloccante sfilando poi lo spezzone di corda. In questo
modo, pu scendere portando con se lauto-bloccante che fa scorrere lungo la parte di
corda del ferito. (In questo modo ha potuto abbandonare solo un cordino ed un
moschettone)
D)
Fig.16.5.d
11
E)
Fig.16.5.e
12
Fig.16.5.f Giunto quasi alla fine della corda, la guida prepara un nuovo ancoraggio. A
questultimo egli fissa lo spezzone dellauto-bloccante con mezzo barcaiolo, asola di
bloccaggio e contro-asola di sicurezza. Lasciando scorrere ancora un po il discensore, il
ferito andr in trazione sul nuovo ancoraggio cosicch, dopo essersi auto-assicurato,
potr recuperare la corda per la successiva calata.
F)
Fig.16.5.f
13
G)
Fig.16.5.g
14
!
!
!
!
!
Questa una sequenza di manovre fondamentali a cui si vanno ad aggiungere una serie di
trucchi ed accorgimenti indispensabili per adattare lo standard alle esigenze specifiche
delloperazione di soccorso.
Al giorno doggi la possibilit di far intervenire un elicottero a fatto s che queste manovre
vengano utilizzate sempre meno con grande vantaggio per linfortunato. Non va comunque
dimenticato che lelisoccorso non pu intervenire con il buio e con il cattivo tempo e che
queste manovre di corda si possono ancora rivelare indispensabili per risolvere una missione
di soccorso.
a)
b)
c)
d)
e)
f)
1 Squadra
Frazionamento
2 Squadra
Fig.17.1
Fig.17.2.a
Fig.17.2.b
Fig.17.3
Per eseguire il collegamento di pi punti fissi si utilizza generalmente una corda intera da 11
mm. Dopo aver determinato sia la direzione della calata che la posizione del freno si procede
a collegare i vari punti fissi lasciando tra loro dei tratti di corda lasca sufficienti ad effettuare
eventuali regolazioni. Dopo aver completato il collegamento, il tratto di corda rimanente va
fermato con un'asola lasca al centro dell'ancoraggio allo scopo di garantire che in nessun
caso qualsiasi punto fisso possa essere sollecitato da solo.
Corda rimanente
Fig.17.4
Come per gli altri ancoraggi di soccorso per il collegamento si utilizzer, se possibile, una
corda intera da 11 mm.
Il modo pi semplice per creare tre anelli indipendenti di corda quello di avvolgere lo
spuntone in direzioni alterne (senso orario e antiorario) chiudendo, alla fine, ogni
avvolgimento con un'asola guida. Va posta attenzione particolare alla lunghezza degli anelli
dato che non sono poi pi regolabili. Le asole guida, se fatte di lunghezze diverse diverse
sfalsano i nodi tra loro ottenendo cos un collegamento pi ordinato. Anche in questo caso
bene fissare il resto della corda con un ulteriore asola al centro dell'ancoraggio.
1
2
Corde di tenuta
Corde di calata
Fig.17.05.a
Fig.17.05.b :
Dopo aver spinto fino ad incrociarsi i due moschettoni SOS (quello trasversale con l'apertura
nella parte inferiore) si realizza automaticamente il primo frano moschettone; ancora
insufficiente alla calata di due o pi persone.
Tenuta
Corde di calata
Fig.17.05.b
Fig.17.5.c :
Dopo aver aggiunto, come per gli elementi di una catena, altri due moschettoni SOS (3 e
4), si infilano nell'ultimo nuovamente le corde di calata dal basso verso l'alto fino a formare
una nuova asola che, a sua volta viene agganciata da un ultimo moschettone SOS (5)
assieme alle corde di calata stesse formando il secondo freno-moschettone (4 corde in
tutto). Anche in questo caso, ovviamente, il moschettone trasversale avr l'apertura verso il
basso.
2
3
Tenuta
4
5
Corde di calata
Fig.17.5.c
Fig.17.5.d :
Dopo aver posto in posizione incrociata gli ultimi due moschettoni SOS si ottiene il doppio
freno moschettone voluto. Con questo freno possibile calare in parete agevolmente e con
buona continuit da 2 a 4 persone.
Tenuta
Calata
Fig.17.5.d
Fig.17.5.e :
Dopo aver completato il doppio freno moschettone, utilizzando uno spezzone di corda o il
resto della corda impiegata per fare l'ancoraggio, si andr a creare un sistema di bloccaggio
costituito da un nodo auto-bloccante fissato allancoraggio con un mezzo barcaiolo con asola
di bloccaggio e contro-asola di sicurezza. Il nodo auto-bloccante che si addice meglio allo
scopo senza dubbio il "Bellunese".
2 Moschettoni HMS
Tenuta
Autobloccante "Bellunese"
Fig.17.5.e
17.6 : Giunzione delle corde di calata sul freno-moschettone
Nell'area dolomitica, il soccorso organizzato terrestre si indirizzato negli ultimi anni
all'utilizzo di corde statiche della lunghezza di 100 m o 200 m. Con simili lunghezze di corda
si riescono a realizzare calate ideali dove la ripresa dell'ancoraggio pu quasi sempre
avvenire su terrazzi ampi e comodi. Questo sistema riduce notevolmente i tempi di
intervento, richiede un impiego ridotto di soccorritori specializzati e, non da ultimo, una
drastica riduzione delle possibilit di incidente. Nonostante ci, si osservato che possibile
effettuare calate continue di lunghezza superiore, fino anche a 400m. Questo richiede
evidentemente la giunzione di corde durante la calata, ovvero con il carico sempre applicato
sul freno.
Fig.17.6.a
Utilizzando il freno moschettone classico si inizia la manovra di giunzione della corda quando
la fine di una delle corde giunta a circa 1m dal freno stesso. In quel momento chi opera
all'auto-bloccante "bellunese" lascer che esso "morda" le corde bloccando la calata. A tale
scopo, chi cala, si prender cura di trattenere un po' di pi la corda che non verr giuntata.
Per sicurezza, a monte dell'auto-bloccante "bellunese", si far una piccola asola, in modo da
impedire che la corda che sta finendo scorra attraverso l'auto-bloccante.
Fine corda
1,5m
Asola di sicurezza
Fig.17.6.a
Fig.17.6.b
Successivamente possibile sfilare la corda da giuntare dal freno-moschettone. Questa
operazione viene generalmente compiuta da chi sta all'auto-bloccante "bellunese", mentre
chi cala continua a tenere le corde in mano.
Corda da giuntare
Fig.17.6.b
Fig.17.6.c
Dopo aver infilato la nuova corda attraverso i freni la si collega alla precedente per mezzo di
un nodo guida di giunzione prendendosi cura di tirare bene e singolarmente tutti quattro i
capi del dal nodo.
Fig.17.6.c
Fig.17.06.d
Dopo aver effettuato la giunzione possibile aprire l'asola di bloccaggio del nodo autobloccante e far scorrere corda attraverso il mezzo barcaiolo fino a restituire il carico al freno
moschettone. La piccola asola di sicurezza, a monte dell'auto-bloccante si aprir
automaticamente.
Fig.17.06.d
10
In ultimo sar necessario sciogliere l'auto-bloccante "bellunese" per rifarlo a monte del nodo
di giunzione.
17.7 Freno di calata con piastrine GIGI :
Negli ultimi anni, le piastrine GIGI, si sono imposte positivamente sia come attrezzo di
recupero che come freno di calata. Nelle operazioni di soccorso organizzato esse hanno
apportato alcuni vantaggi nella costruzione dei freni di calata ed in modo particolare nella
giunzione delle corde.
Fig.17.7.a :
Fin dall'inizio si pongono nell'ancoraggio due piastrine collegate tra loro da un moschettone a
ghiera come gli anelli di una catena.
Fig.17.7.a
Fig.17.7.b :
Infilando le corde di calata nella piastrina pi a valle si crea un'asola che a sua vota va
agganciata da un moschettone (non necessariamente a ghiera) facendo attenzione che
l'apertura sia rivolta verso l'alto. In questo modo si creato un primo freno-piastrina
sufficiente a calare un soccorritore con la barella al seguito.
Calata
Tenuta
Fig.17.7.b
11
Fig.17.7.c :
Infilando le corde di calata a monte del primo freno nella piastrina superiore si ottiene un
secondo freno-piastrina adatto a calare anche quattro persone.
Calata
Tenuta
Fig.17.7.c
Fig.17.7.d :
Come per il doppio freno moschettone, anche il doppio freno piastrina necessita di un
sistema di bloccaggio costituito da un auto-bloccante "Bellunese" associato da un mezzobarcaiolo, asola di bloccaggio e contro-asola di sicurezza. Questi vanno posti al di sotto del
freno stesso in modo che non aggiungano attriti indesiderati al sistema.
2 Freno
mezzobarcaiolo, asola di bloccaggio,
controasola di sicurezza.
1 Freno
Bellunese
Fig.17.7.d
12
Fig.17.7.e :
Fase di bloccaggio della calata. Sia che si tratti di doppio freno moschettone che di doppio
freno piastrina, chi cala non lascer mai, e in nessun caso libere le corde di calata. Egli le
terr rigorosamente in mano. Nell'ipotesi che le debba abbandonare, si prender cura di
bloccare la calata con un'asola di bloccaggio ed un'asola di sicurezza costruiti
immediatamente a valle del freno stesso.
2 Freno
1 Freno
Bellunese
Fig.17.7.e
13
Fig.17.8.a
14
Fig.17.8.b
Non appena l'auto-bloccante prende il carico bene fare poco pi a monte una piccola asola,
sebbene in questo caso la corda non possa pi scappare, il nodo di giunzione andrebbe a
schiacciarsi contro la piatrina compromettendo loperazione. Successivamente sar possibile
estrarre la corda giuntata dal freno aprendo i moschettoni posti ortogonalmente alle
piastrine.
Asola di sicurezza
Fig.17.8.b
15
Fig.17.8.c
Dopo aver portato il nodo di giunzione a valle del freno possibile reinstallare la corda nelle
piastrine ricostruendo il freno.
Fig.17.8.c
16
Fig.17.8.d
Dopo aver portato il nodo a valle possibile restituire il carico al freno calando l'autobloccante. Le corde riprendono il loro stato di tensione e l'asola di sicurezza a monte
dell'auto-bloccante si scioglie automaticamente.
Fig.17.8.d
17
Fig.17.8.e
Prima di riprendere la calata necessario rifare l'auto-bloccante a monte del nodo di
giunzione.
Fig.17.8.e
18
Fig.17.9
19
1 Collegamento soccorritore
(regolabile)
3 Collegamento basso
(regolabile)
4 Collegamento ferito
5 Spezzone di servizio
(15m - 20m)
Fig.17.10
20
Collegamenti necessari :
Tutti i collegamenti devono essere effettuati per mezzo di spezzoni di corda singola da 10 o
11 mm. Volendo calare un minimo di due persone (ferito e soccorritore) i collegamenti da
allestire sono :
1 - Un collegamento del soccorritore viene fissato direttamente ai moschettoni della testa
di calata, fatto passare sotto la barella e collegato direttamente alla parte bassa
dell'imbracatura. Il soccorritore, con un nodo auto-bloccante regola la lunghezza esatta del
suo collegamento allo scopo di guidare al meglio i movimenti della barella.
2 - Un collegamento fisso nella parte alta della barella costituito da uno spezzone fissato
alla barella con due nodi guida inseguiti e con un'asola ad otto in centro, da agganciare ai
due moschettoni della testa di calata.
3 - Un collegamento mobile nella parte bassa della barella. Lo spezzone viene fissato negli
appositi fori della barella (all'attacco delle maniglie) con due nodi guida inseguiti e dopo
essere stato fatto passare semplicemente nei moschettoni di collegamento della calata viene
fissato all'altro capo nel foro corrispondente. Nello stesso viene fissato un auto-bloccante
realizzato con un cordino fissato al foro vicino alla maniglia, per regolare la lunghezza del
collegamento e di conseguenza l'inclinazione della barella durante la calata.
4 - Il ferito, oltre ad essere fissato con le cinghie dentro la barella viene anche legato
direttamente alla testa della calata per mezzo di uno spezzone di corda e due asole ad otto.
5 - Nel caso che la calata venisse frazionata in pi tratte, per effettuare la ripresa da parte
degli ancoraggi successivi necessario che la barella disponga di uno spezzone di servizio di
15 o 20 metri agganciato alla testa di calata per mezzo di un nodo a otto allo scopo di
scaricare le corde di calata e consentire il confezionamento del nuovo freno.
6 - Prima di partire per la calata il soccorritore si assicura ulteriormente con la propria
Longe ad una delle asole che costituiscono il collegamento basso della barella.
21
Fig.17.11
N.B. : Gli spezzoni di corda regolabili devono essere disposti (regolati) in modo tale da
lasciare le rispettive Longe scariche. Questo affinch ogni soccorritore risulti appeso
direttamente alle corde di calata e non nell'anello dell'imbracatura del compagno.
22