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Facolt di Ingegneria
Corso di Topografia I
Prof. Fabio Radicioni
Ing. Aurelio Stoppini
Dispensa:
1
COMPLEMENTI DI CARTOGRAFIA - I Parte
x = x ( , )
y = y ( , ) (1)
2
E evidente che il passaggio da coordinate geografiche a piane cartografiche riguarda solo la
planimetria. Da due coordinate si passa a due coordinate; da uno spazio a due dimensioni (ellissoi-
de) a un altro spazio a due dimensioni (piano della carta). La quota dei punti non entra in gioco, da-
to che si parte dalle loro proiezioni sullellissoide.
Le equazioni della carta devono essere tali che la corrispondenza tra punti dell'ellissoide e
punti della carta sia biunivoca, cio ad ogni punto dell'ellissoide corrisponda uno ed un sol punto
della carta, e viceversa.
Note che siano le formule di corrispondenza e le inverse, quindi del tutto equivalente, ai
fini della individuazione planimetrica di un punto, fornire le sue coordinate geografiche o le coordi-
nate cartografiche. Si ribadisce che in entrambi i casi si tratta di due numeri: la posizione planime-
trica riferita infatti a uno spazio a due dimensioni (superficie dell'ellissoide o piano della carta); la
posizione nello spazio definita aggiungendo la terza dimensione cio la quota.
Nel passaggio dall'ellissoide alla carta linee e figure si deformano in vari modi. Data una li-
nea tracciata sull'ellissoide, la corrispondente linea, deformata, sul piano della carta, viene detta
trasformata piana della linea stessa.
Le deformazioni indotte nel passaggio dall'ellissoide al piano vengono distinte come segue:
a) Deformazioni lineari, ovvero variazioni della lunghezza di linee congiungenti punti sul piano,
rispetto alle corrispondenti sull'ellissoide. Sono espresse quantitativamente dal cosiddetto modu-
lo di deformazione lineare, definito come il rapporto tra la lunghezza ds' di un elemento infini-
tesimo di linea sul piano della carta e quella ds del corrispondente elemento sull'ellissoide:
3
d s'
m= (3)
ds
Il modulo di deformazione lineare pu essere unitario o costante solo lungo determinate li-
nee. In generale, esso varia da punto a punto e, dato un punto, pu variare anche con la direzione
(nel caso in cui la rappresentazione non sia conforme).
l12 '
m12 =
l12 (4)
b) Deformazioni superficiali, ovvero variazioni dell'area delle figure sul piano rispetto a quella
delle corrispondenti figure sull'ellissoide. Sono espresse quantitativamente dal modulo di de-
formazione superficiale, definito come rapporto tra l'area dS' di un elemento infinitesimo di
piano e quella dS' del corrispondente elemento di superficie ellissoidica:
d S'
M= (5)
dS
c) Deformazioni angolari, ovvero variazioni degli angoli tra linee sul piano della carta rispetto a-
gli angoli tra le linee corrispondenti sull'ellissoide. Anzich da un rapporto come nei casi prece-
denti, sono espresse mediante la differenza tra l'angolo sulla carta ed il corrispondente angolo
sull'ellissoide:
d = ' (6)
4
Rappresentazioni conformi: le rappresentazioni cartografiche che non comportano deforma-
zioni angolari. In qualsiasi punto della carta si ha d = 0.
Sono le rappresentazioni pi utilizzate nella pratica perch hanno il notevole vantaggio di poter
trasferire sulla carta senza variazioni gli angoli misurati con un teodolite sul terreno (e viceversa
dalla carta al terreno, nel caso dei tracciamenti)1. A titolo di esempio, sono conformi la rappre-
sentazione di GAUSS (adottata in Italia e in numerosi altri paesi) e quella di LAMBERT (adottata in
Francia, parte degli U.S.A., ecc.).
Rappresentazioni afilattiche: sono concepite in modo da ridurre nel complesso tutte le defor-
mazioni senza per annullarne completamente alcun tipo. Un esempio di rappresentazione afilat-
tica (quasi equivalente) quella di CASSINI-SOLDNER adottata nella cartografia catastale (tutto-
ra in uso in molte province).
In generale, comunque, vale il seguente concetto: tutti i tipi di deformazione possono es-
sere contenuti se si limita opportunamente l'ampiezza della zona rappresentata dalla carta.
Nella pratica, si opera in modo che le deformazioni lineari siano inferiori all'errore di grafi-
cismo (convenzionalmente assunto pari a 0,2 mm) nell'ambito di un singolo "elemento" (foglio
stampato) della carta. E' un concetto che fa riferimento alla tradizionale versione grafica-cartacea
delle carte, ma viene mantenuto anche nella cartografia numerica, in quanto da essa vengono poi
stampate copie alla scala nominale.
Questo importante concetto, presentato anche nel testo, pu essere chiarito come segue. Se la scala della carta
1/n , la distanza corrispondente alla massima lunghezza misurabile sull'elemento di carta (la diagonale d) dn . Sia
m* il modulo di deformazione lineare medio nell'elemento di carta. La massima deformazione lineare, valutata per la
diagonale, deve risultare inferiore all'errore di graficismo:
1
In Geodesia si visto che, per il primo dei "teoremi della geodesia operativa" e per la trascurabilit della deviazione
della verticale, gli angoli tra piani verticali misurati in campagna con un teodolite possono essere assimilati agli angoli
tra sezioni normali e questi ultimi agli angoli tra le geodetiche.
2
Non esistono rappresentazioni che siano contemporaneamente conformi ed equivalenti.
5
In questa relazione pu essere eliminato il fattore di scala n :
1) Una "tavoletta" IGM 1:25.000 vecchia produzione ha dimensioni di circa 40 x 40 cm, quindi una diagonale
di circa 56 cm. Il massimo e il minimo valore del modulo di deformazione lineare tollerabili secondo il criterio fornito
dalla (9) sono quindi:
La rappresentazione di Gauss "a cilindro secante" con fusi di 6 di ampiezza, adottata in Italia e in molti altri
paesi ha valori del modulo compresi tra 0,9996 e 1,0004 circa, quindi rispetta sostanzialmente il criterio della (9) con
riferimento alle dimensioni di taglio di una tavoletta.
2) Un elemento della Carta Tecnica Regionale 1:5.000 ha dimensioni medie di circa 56 x 70 cm (diagonale di
circa 90 cm). La (9) fornisce:
Anche per la C.T.R. viene adottata la rappresentazione di Gauss con fusi di 6 (m compreso tra 0,9996 e
1,0004). Per rientrare nella tolleranza fissata dalla (9) occorrerebbe in questo caso ridurre le dimensioni degli elementi,
oppure limitare l'ampiezza dei fusi. Per motivi di praticit e per uniformare la cartografia regionale a quella nazionale,
si comunque deciso di accettare la presenza di queste deformazioni lievemente superiori alle tradizionali tolleranze3.
RAPPRESENTAZIONE DI GAUSS
3
Si tenga conto comunque che l'errore di graficismo convenzionale di 0,2 mm difficilmente raggiungibile nella prati-
ca, a causa delle deformazioni del supporto della carta.
6
no centrale. Il meridiano centrale e l'equatore si trasformano, sul piano della rappresentazione, in
due rette perpendicolari. Le "trasformate piane" dei meridiani restano perpendicolari a quelle dei
paralleli nei punti di intersezione, come accadeva sull'ellissoide; la rappresentazione di Gauss
conforme e risulta quindi isogonica, cio mantiene invariati gli angoli.
Nel mondo anglosassone, la rappresentazione di Gauss viene talvolta denominata Transverse Mercator Projec-
tion, riferendosi ad una proiezione a cilindro trasverso ideata dal Mercatore; si intende per la versione "moderna" della
stessa, cio quella analiticamente definita da Gauss. Nei paesi germanici viene detta rappresentazione di Gauss-Kruger
(dal nome del geodeta che perfezion gli sviluppi analitici della rappresentazione). In Italia, la rappresentazione di
Gauss adottata dallIGM viene detta rappresentazione Gauss-Boaga (il geodeta Boaga fu dirigente dellIGM e del Ca-
tasto e ne cur lintroduzione in Italia). In ogni caso, gli sviluppi analitici e le formule di base (equazioni della carta,
moduli di deformazione, ecc.) restano quelle della r. di Gauss, anche se alcuni parametri (longitudine del meridiano
centrale, ampiezza del fuso, coefficiente di contrazione, eventuale falsa origine per rendere positive le coordinate Est)
variano secondo le convenzioni adottate.
Sul piano della rappresentazione di Gauss si adotta un sistema di riferimento cartesiano co-
stituito da un asse y coincidente con la trasformata piana del meridiano centrale, e un asse x coin-
cidente con la trasformata dell'equatore4. L'origine del riferimento si trova quindi all'intersezione
degli assi.
x = B ( ) + a2 2 + a4 4 + a66 +...
(10)
y = a1 + a3 + a5 +...
3 5
nelle quali:
4
Nella cartografia l'asse delle x , diretto verso Nord, rappresenta in genere l'asse delle ordinate mentre l'asse y , diretto
verso Est, l'asse delle ascisse, contrariamente alla convenzione adottata di solito nell'analisi matematica.
7
= 0 (11)
la longitudine rispetto al meridiano centrale del fuso, avente longitudine 0 rispetto al meridiano
fondamentale del datum geodetico adottato.
B () = 0
d (12)
a1 = N cos
N
a2 = sen cos
2
N
a3 = cos3 (1 t 2 + 2 )
6
N sen cos3 (13)
a4 = (5 t 2 + 9 2 + 4 4 )
24
N cos5
a5 = (5 18t 2 + t 4 + 14 2 58 2 t 2 )
120
N sen cos5
a6 = ( 61 58t 2 + t 4 + 270 2 330 2 t 2 )
720
t = tg (14)
e2
= cos = e' cos (15)
1 e2
(16)
In questa espressione, come anche nelle equazioni della carta, le coordinate geografiche
vanno ovviamente inserite in radianti.
Le (10) sono utilizzabili praticamente per fusi di ampiezza fino a 6 circa, con un'approssi-
mazione dell'ordine del centimetro. Per fusi di maggiore ampiezza e/o precisioni superiori, occorre
8
considerare ulteriori termini degli sviluppi in serie.
Esistono diverse espressioni equivalenti alle (10), tra le quali si possono citare le formule di
HIRVONEN (v. ad es. in Bencini, 1976), o le espressioni di BALLARIN (1948 e 1949) valide anche per
fusi di grande ampiezza.
y
v senh c
= 0 + = 0 + arctg
cos ' (17)
= arctg[ tg ' cos( v )]
che richiedono la conoscenza della funzione inversa della funzione B definita precedentemente:
x 2x 4x 6x
' = ' ( x) = + B sen + C sen + D sen (18)
A A A A
con:
A = 6.367.654,50006 m
a
c= = 6.399.936,608 m (raggio di curvatura polare) (20)
1 e2
9
2
m = 1+ cos2 (1 + 2 ) (21)
2
y2
m = 1+ (22)
2 N
M = 1 + 2 cos2 (1 + 2 ) (23)
y2
M = 1+ (24)
N
Di grande utilit pratica il modulo di deformazione lineare per elementi finiti, calcola-
bile con la seguente espressione:
y12 + y1 y2 + y22
m12 = 1 + (25)
6 m N m
nella quale y1 e y2 sono le ordinate degli estremi della linea, mentre m ed Nm sono i raggi
di curvatura principali calcolati per la latitudine media (punto medio della linea).
Si appena visto che la rappresentazione di Gauss a cilindro tangente comporta sempre dila-
tazioni. Per un fuso di 6 di ampiezza, ad esempio, il modulo di deformazione lineare varia tra 1
(lungo il meridiano centrale) ed un massimo di circa 1,0008 (ai margini del fuso).
Per ridurre le deformazioni, si adotta spesso l'artifizio della rappresentazione a cilindro se-
cante. La proiezione viene effettuata su un cilindro di diametro leggermente pi piccolo, che risulta
secante all'ellissoide. Si hanno cos deformazioni lineari negative (contrazioni) nella zona centrale
del fuso, e positive (dilatazioni) ai margini, mentre in due fasce intermedie si hanno deformazioni
lineari pressoch nulle.
Nella pratica, per ottenere questo risultato sufficiente moltiplicare i valori delle coordinate
forniti dalle (10) per un coefficiente di contrazione che, nello standard adottato internazionalmente
dei fusi di 6, viene assunto pari a:
m0 = 0,9996 (26)
Cos facendo, il modulo di deformazione lineare vale 0,9996 lungo il meridiano centrale,
mentre il valore massimo ai margini si riduce a circa 1,0004.
10
Utilizzo della rappresentazione di Gauss per calcoli geodetici
Le figure geometriche (ad es. triangoli) tracciate sulla superficie ellissoidica mediante archi
di geodetica, corrispondono, sul piano della carta, a figure deformate aventi per lati le trasformate
piane delle geodetiche. Occorre trovare il modo di risolvere tali figure.
Le lunghezze delle trasformate piane delle geodetiche, cio i lati delle figure formate dalle
trasformate stesse, si ottengono dalle lunghezze delle geodetiche (corrispondenti alle distanze ridot-
te alla superficie di riferimento) moltiplicandole per il modulo di deformazione lineare per elementi
finiti, fornito dalla (25).
Gli angoli fra le trasformate, essendo la rappresentazione conforme, sono uguali agli angoli
tra le geodetiche, che a loro volta, per i "teoremi della geodesia operativa", corrispondono agli an-
goli misurati in campagna con gli strumenti topografici. Ma le trasformate piane delle geodetiche
possono essere assimilate a rette solo per distanze molto brevi (fino a qualche km); per distanze
maggiori, necessario tener conto della loro curvatura.
La tecnica normalmente adottata consiste nel passare dalle trasformate piane alle "corde",
cio ai segmenti di retta che nel piano uniscono gli estremi delle trasformate. Lo scostamento ango-
lare fra la (tangente alla) trasformata e la corda viene detto "riduzione alla corda" ed calcolabile
da:
( xA xB )( 2 yA + yB )
AB = (27)
6 m N m
Per risolvere una figura, ad esempio un triangolo, formato da archi di geodetica si passa al
"triangolo delle corde" calcolando le riduzioni alle corde e quindi gli angoli tra le corde. Si ha:
Per valutare i segni con cui vanno messe in conto le riduzioni alle corde, conviene tener pre-
sente la cosiddetta "regola del vento" valida per la rappresentazione di Gauss: le trasformate piane
delle geodetiche sono disposte, rispetto alle corde, come "vele" gonfiate da un "vento" spirante dal
meridiano centrale del fuso.
11
Altra espressione indispensabile per l'impiego geodetico della rappresentazione di Gauss
quella della convergenza del meridiano, definita come l'angolo formato dalla trasformata pia-
na del meridiano con la direzione dell'asse delle ordinate x della carta. Tale angolo varia da punto
a punto ed calcolabile ad esempio con la:
2
tg = sen 1 cos2 (1 t 2 + 2 ) (29)
2
Mediante la convergenza del meridiano e la riduzione alla corda possibile passare dall'a-
zimut geodetico alla "anomalia piana" di una data direzione e viceversa:
AB = AB AB (30)
Per i segni, sempre bene far riferimento alla "regola del vento".
Sul piano della rappresentazione di Gauss possibile anche risolvere il primo e il secondo
"problema fondamentale della Geodesia", mediante le riduzioni e moduli sopra accennati, oppure
anche direttamente con espressioni dovute a HRISTOW (v. Jordan, 1958) valide per archi lunghi.
RAPPRESENTAZIONE DI CASSINI-SOLDNER
Si tratta, come gi accennato, di una rappresentazione afilattica, tale cio da non annullare
alcun tipo di deformazione ma da ridurle tutte nel loro complesso.
x = X
(31)
y = Y
12
3 2 02
sen 2 0 ( ' 0 )
2
X = 0 ( ' 0 ) + e'
4 N0
(32)
N'
Y = N ' cos ' ( 0 ) + 3 sen ' cos ' ( 0 )
2 3
dove N0 , N' e 0 sono rispettivamente gran normale e raggio di curvatura del meridiano calcolati
per la latitudine 0 dell'origine o per la latitudine ' del "piede della perpendicolare" (intersezione
del meridiano con la geodetica ortogonale), data da:
N sen cos
( 0 )
2
'= + (33)
2
nella quale N e sono rispettivamente la gran normale e il raggio di curvatura del meridiano cal-
colati per la latitudine .
Il modulo di deformazione lineare varia con la direzione della geodetica, dato che la rap-
presentazione non conforme; esso dato da:
x 2 cos 2
m = 1+ (34)
2 0 N 0
x12 + x1 x 2 + x 22
m = 1+ cos2 12 (35)
6 0 N 0
Come detto pi volte, la rappresentazione non conforme, per cui su lunghe distanze va te-
nuto conto delle deformazioni angolari, delle quali per si omette qui l'espressione dato che risul-
tano trascurabili alle normali distanze di misura (fino a qualche km).
x2
M = 1+ (36)
2 0 N 0
13
3. LA CARTOGRAFIA DI BASE IN ITALIA
Si fa riferimento alla Tabella 1 ed alla figura 7 della dispensa sulle trasformazioni di datum,
che interessano anche le applicazioni cartografiche.
Datum geodetico
Le carte IGM sono georeferenziate (parametrate) anche con riferimento al datum europeo
ED 50 (ellissoide internazionale orientato nell'Europa centrale con dati del 1950), che viene utiliz-
zato prevalentemente in ambito militare NATO.
Rete di inquadramento
La rete trigonometrica IGM, che materializza il datum sul territorio, deriva dalla rete di
triangolazione originaria con otto basi misurate, il cui calcolo venne ultimato tra il 1908 e il 1919.
Questa rete, calcolata in origine sull'ellissoide di Bessel con due diversi orientamenti per l'Italia set-
tentrionale e meridionale, venne poi trasformata nel datum attuale negli anni immediatamente suc-
cessivi al 1940.
Questa rete stata poi soggetta ad un costante "lavoro di manutenzione" in occasione dei
14
successivi aggiornamenti e rifacimenti, per lotti, della cartografia IGM. In pratica, interi blocchi
della rete sono stati ricalcolati tenendo conto anche delle nuove misure, per cui le coordinate di al-
cuni vertici sono variate nel tempo, e per alcuni variata anche l'ubicazione. Uno degli aggiorna-
menti pi importanti ha riguardato la rideterminazione della base di Piombino (nella quale era stato
scoperto un errore), con conseguente ricalcolo di tutto il blocco di rete ad essa collegato.
Nel 1983 stato eseguito un ricalcolo in unico blocco di tutta la rete del I ordine, mettendo
in conto anche le molte basi geodimetriche misurate negli anni '70-'80. Sono stati rideterminati an-
che i vertici del II e III ordine. Questa nuova rete, denominata IGM 83, disponibile solo per appli-
cazioni particolari o di ricerca, mentre le coordinate di catalogo cedute agli utenti restano quelle
della rete originaria, salvo gli aggiustamenti "di manutenzione" di cui si detto.
La nuova rete GPS IGM 95, al momento, non viene ancora applicata sistematicamente come
supporto per la cartografia. E' previsto comunque di integrarla, a breve termine, con la rete trigo-
nometrica preesistente, mediante la determinazione dei parametri della trasformazione di Helmert
validi per zone, e con la disponibilit di un geoide "ufficiale".
E' stata anche avanzata la proposta di passare dal datum Roma 40 al WGS 84, inquadrando
in esso tutta la cartografia di nuova produzione (e riparametrando quella esistente), ma si tratta evi-
dentemente di una scelta che non potr esser presa "a cuor leggero", per tutte le conseguenze che
comporta.
Rappresentazione cartografica
Nel 1948 venne definitivamente adottata la rappresentazione di GAUSS, nella versione a ci-
lindro secante con fattore di contrazione 0,9996. L'Italia rappresentata mediante due fusi cartogra-
fici di 6 di ampiezza, detti fuso ovest e fuso est, aventi meridiano centrale rispettivamente a 9 e
15 Est Greenwich (corrispondenti, nell'ordine, a -3 27' 08,400" e 2 32' 51,600" rispetto a
M.Mario). La figura A2-15 rappresenta schematicamente i due fusi. Nella figura si nota la zona di
sovrapposizione, fascia intermedia corrispondente all'ampiezza in longitudine di un foglio
1:100.000, nella quale la cartografia parametrata in entrambi i fusi (e per i vertici trigonometrici i
cataloghi forniscono le coordinate in ambedue i fusi) per semplificare i problemi di passaggio da un
fuso all'altro.
La rappresentazione di Gauss cos impostata viene detta rappresentazione GAUSS-BOAGA in
onore del Prof. Boaga che ne cur l'introduzione in Italia. Alle coordinate Est, per evitare valori ne-
15
gativi, viene aggiunta una costante detta falsa origine che vale 1.500.000 metri per il fuso ovest e
2.520.000 metri per quello est. In definitiva, le coordinate Gauss-Boaga (N, E) si ottengono dalle
gaussiane (x, y) come segue:
N = x 0,9996 (38)
E = y 0,9996 + E0 (39)
dove la falsa origine E0 ha i valori sopradetti. Per effetto della falsa origine, le coordinate Est ini-
ziano sempre con il numero 1 nel fuso ovest e con il numero 2 nel fuso est, che quindi vengono an-
che detti "fuso 1" e "fuso 2".
All'inverso, si ha:
N
x= (40)
0,9996
E E0
y= (41)
0,9996
Produzione cartografica
L'Istituto Geografico Militare, nei suoi oltre 100 anni di attivit, ha prodotto vari tipi di car-
ta, con un'evoluzione storica progressiva. Senza entrare nel dettaglio delle diverse varianti della
produzione I.G.M., si descrivono di seguito i tipi principali delle carte attualmente in uso.
La carta IGM di "nuova produzione" viene realizzata alle scale 1:50.000 e 1:25.000. Il
taglio sempre geografico, ma basato sul sistema ED 50, quindi non coincide con quello della car-
tografia precedente.
L'elemento fondamentale (v. fig. A2-17) ora il foglio 1:50.000, suddiviso in quattro sezioni
1:25.000, che hanno dimensioni maggiori rispetto alle precedenti tavolette. Questa nuova carta di
tipo numerico e viene stampata a colori.
Sempre nell'ambito del sistema di taglio ED 50, l'IGM produce anche cartografia di base a
piccola scala (1:1.000.000, 1:500.000 e 1:250.000).
CARTOGRAFIA REGIONALE
Datum geodetico
Anche le Regioni adottano, per la propria cartografia di base, il sistema di riferimento geo-
detico "ROMA 40". Gli elementi delle carte regionali, generalmente, sono georeferenziati anche ri-
spetto al datum ED 50, per mezzo delle coordinate dei vertici riportate a margine.
Rete di inquadramento
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Rappresentazione cartografica
Produzione cartografica
Le carte regionali adottano generalmente il taglio geografico ED 50, che quindi corrisponde
e si integra con quello della cartografia IGM 1:50.000 di recente produzione. Si veda in proposito la
figura A2-18: ad ogni foglio 1:50.000 corrispondono sedici sezioni 1:10.000, ognuna delle quali
divisa a sua volta in quattro elementi 1:5.000.
Solo alcune tra le regioni hanno completato la copertura cartografica del proprio territorio.
E' stata comunque prodotta una notevole mole di cartografia, tenuto anche conto che gli uffici car-
tografici regionali hanno iniziato ad operare solo verso la fine degli anni '70.
Quasi tutta la cartografia regionale attualmente prodotta di tipo numerico. In diversi casi
sono stati realizzati anche ortofotopiani e ortofotocarte, pi economici e di pi rapida realizzazione
rispetto a una carta convenzionale.
CARTOGRAFIA CATASTALE
Datum geodetico
Come si visto nei richiami di geodesia, nella cartografia catastale italiana non viene utiliz-
zato un unico sistema di riferimento geodetico. I due datum principali sono basati sull'ellissoide di
Bessel, orientato a Genova (datum per l'Italia centro-settentrionale), o a Castanea delle Furie (Italia
meridionale). Esistono per altre definizioni valide per zone pi ristrette.
Rete di inquadramento
La rete di inquadramento della cartografia catastale venne realizzata tra la fine del secolo
scorso e l'inizio del '900, raffittendo la rete trigonometrica IGM di I, II e III ordine. I nuovi vertici
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catastali vennero denominati di rete, di sottorete e di dettaglio.
La rete catastale, a parte la differenza di datum, non corrisponde per perfettamente a quella
IGM attuale, che come si detto deriva da una serie di operazioni di "manutenzione" e ridetermi-
nazione progressiva di blocchi, succedutesi nel tempo. Anche il Catasto ha rideterminato alcuni
blocchi della rete, ma in genere con operazioni indipendenti da quelle dell'IGM, per cui allo stato
attuale le due reti presentano differenze spesso non trascurabili.
Rappresentazione cartografica
Produzione cartografica
Pur con i suoi limiti, la cartografia catastale rappresenta un patrimonio vastissimo e prezio-
so, di enorme valore anche dal punto di vista economico, tenendo conto degli enormi costi che
comporterebbe un suo rifacimento, anche ricorrendo alle tecniche pi moderne.
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