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UNIVERSITA DI LAQUILA

FACOLTA DI INGEGNERIA
Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, delle Acque e del Terreno

COSTRUZIONI IDRAULICHE
Corsi di Laurea : Ingegneria Civile N.O.
Ingegneria per lAmbiente e Territorio N.O.

Impianti Idraulici : Acquedotti e Fognature


Maurizio Leopardi

A.A. 2004 - 2005

PREMESSA
Nella dizione Costruzioni

Idrauliche

si intende

generalmente comprendere tutte quelle o-

pere che vanno a costituire i complessi, spesso indicati genericamente con la denominazione di
impianti, attraverso i quali si conseguono

varie possibili utilizzazioni

delle acque naturali; tali

sono gli acquedotti e le fognature urbani, rurali ed industriali, gli impianti

idroelettrici,

gli

impianti di irrigazione. A questi si aggiungono anche gli impianti intesi a difendere l'ambiente ed
il territorio da danni che possono essere provocati dalle acque naturali, quali le bonifiche e opere di difesa delle piene.
Pertanto nelle Costruzioni Idrauliche possono essere ricomprese tutte quelle opere, dellIngegneria
Civile, in stretta connessione con lacqua. Volendo sintetizzare e schematizzare per settori di intervento possibile suddividere tali opere in insiemi di impianti realizzati in funzione delle finalit per
cui sono stati progettati:
Smaltimento e regolazione delle acque

Allontanamento e depurazione delle ac-

meteoriche

que di rifiuto civili e industriali

Drenaggio urbano

Fognature ed Impianti di depurazione

Bonifiche

Produzione di energia elettrica

Sistemazioni di bacini montani

trasformazione di energia potenziale

Approvvigionamento e trasporto di ac-

Serbatoi artificiali

qua per usi civili, industriali ed agricoli

Impianti idroelettrici

Acquedotti e reti di distribuzione urbane

Navigazione

Acquedotti e reti di distribuzione industriali

Canali e fiumi navigabili

Reti di irrigazione

Opere portuali

Serbatoi di regolazione e compenso

Difesa delle coste e delle spiagge

dalla

Premessa

Malgrado la variet delle utilizzazioni e le conseguenti


differenti metodologie progettuali tra le suddette opere esistono elementi comuni dette Opere Elementari :
di captazione:
Sorgenti
Opere di presa da fiumi e laghi
Traverse fluviali
Pozzi
Impianti di sollevamento
di trasporto:
Canali
Tubazioni
Spechi
di stoccaggio:
Serbatoi
Invasi
Elevatore di acqua da un pozzo azionato
da ruota calcatoria

Premessa

L'Acqua
un liquido incolore ed insapore, la cui molecola composta
da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno; indispensabile
per molti processi chimici sia nel mondo organico e sia in quello
minerale

PROPRIET FISICHE
Peso specifico [ kg/m3]

Densit

Viscosit

rapporto tra il peso di una sostanza


e quello di uguale volume di acqua
distillata a 4C

[ kg s2 /m4] massa dellunit di volume = rapporto tra peso ed accelerazione di gravit


g

[kg s/m2]

Sforzo tangenziale tra due lastre piane parallele di area unitaria poste a distanza unitaria equivalente alla velocit relativa della lastra pi veloce rispetto alla pi lenta

Viscosit cinematica

[m2/s]

NellIdraulica pratica necessario considerare alcune caratteristiche fisiche dell'acqua, ipotizzata


dolce e priva di particelle solide, tutte variabili con la temperatura. Nella Tabella sono riportati i
valori assunti dalle varie grandezza nel campo di temperature

0 20 C.

kg/m3

kg s2 /m4

kg s/m2

m2/s

999,87

101,96

0,000183

1,79*10-6

1000,00

101,97

0,000155

1,52*10-6

10

999,73

101,94

0,000133

1,30*10-6

20

998,23

101,79

0,000102

1,18*10-6

CICLO TERRESTRE DELLACQUA


La sede naturale dellacqua allo stato di vapore latmosfera mentre per lo stato liquido la superficie ed il sottosuolo della Terra ; lo stato solido (neve e ghiaccio) presente anchesso sulla superficie terrestre.
I passaggi di stato provocano scambi di acqua tra le varie condizioni secondo due fasi:

Ascendente [ Terra Atmosfera ] si sviluppa ininterrottamente nel cambiamento di stato


dellacqua naturale nel passaggio dalla Terra allAtmosfera per
Evaporazione : trasformazione dallo stato liquido in vapore .
Sublimazione : trasformazione dallo stato solido, neve e ghiaccio, in vapore .

Discendente (Atmosfera Terra) si svolge in maniera saltuaria sotto forma di


Condensazione
Precipitazione.

Si viene a realizzare un ciclo naturale e perenne di passaggio dellacqua dallatmosfera alla terra
ed un suo ritorno allatmosfera secondo lo schema semplificato riprodotto nella Figura1.

Premessa

Figura 1. Ciclo terrestre dellacqua.


Le percentuali danno unindicazione significativa di come i processi di trasformazione siano fortemente localizzati sulle grandi superfici oceaniche mentre, sulle terre emerse, del 21% rappresentato dalle precipitazioni (pari a
circa 119.000.000.000.000 m3 119.000 km3) solo il 7,8% , ruscellando sul terreno , chiude il ciclo sversando a mare.

Lo schema di Figura 2 evidenzia gli scambi diretti caratterizzati da cambiamenti di stato reversibili
tra atmosfera e ghiacciai, nevai, laghi, corsi dacqua, terreno e vegetazione; mostra infine la circolazione dellacqua sulla terra alimentata direttamente dalle precipitazioni, dalla fusione delle nevi
e dallablazione glaciale.

Premessa

Figura 2. Circolazione dellacqua naturale

In Italia piove, mediamente, 300 miliardi di m3 corrispondente ad un valore normale1 delle altezze
di precipitazioni annue di circa 1000 mm
Milano 1010 mm
Genova 1300 mm
Roma 830 mm
LAquila 700 mm
Napoli 850 mm
Palermo 660 mm

Figura 3 . Carta delle piogge

1 Un valore normale pari al valore medio di un numero di osservazioni abbastanza elevato da soddisfare alla
condizione che questo non vari sensibilmente includendo o escludendo dal conteggio un numero limitato di anni.
Premessa

Capitolo 1
UTILIZZO IDROPOTABILE
Prima di esaminare in dettaglio le problematiche connesse alla progettazione e realizzazione di un
acquedotto norma eseguire uno studio preliminare teso alla valutazione della fattibilit dellopera
sotto il punto di vista tecnico ed economico.
1.

Stabilire la Durata tecnico-economica dellacquedotto intesa quale periodo di


Efficienza

che risponde pienamente alle sue funzioni

Sufficienza che vale a soddisfare il fabbisogno


2.

Valutazione dei consumi e delle relative portate necessarie per soddisfare le utenze
Stima della popolazione per la durata tecnico-economica dellopera
Attribuzione di una dotazione idrica pro-capite
Valutazione della portata dellacquedotto

3.

Verifica della sufficienza della risorsa idrica disponibile

ed eventuale reperimento di ulteriori

fonti di alimentazione
Risorse idriche naturali
4.

Dimensionamento delle opere di prelievo, trasporto, distribuzione ed accumulo sotto il punto di


vista della
Efficienza
Durata tecnico-economica
Sufficienza

Nella seguente Tabella I vengono indicate le durate tecnico-economiche di alcune opere di trasporto

Tabella I
TIPOLOGIA
Canali e gallerie

Costruzioni Idrauliche

ANNI
80 100

Tubazioni metalliche

30 50

Tubazioni lapidee

20 30

Tubazioni plastiche

15 25

Gruppi elettropompe

15 25

Utilizzo idropotabile

1.1. RISORSE IDRICHE NATURALI


Le fonti di approvvigionamento sono costituite dallacque sotterranee o falde e dallacque superficiali, corsi d'acqua e laghi. Le prime due fonti di approvvigionamento, in genere, forniscono acqua
che allo stato naturale risulta idonea alle utilizzazioni. Le acque superficiali necessitano a volte,
prima di essere ammesse all'uso, di trattamenti correttivi dei caratteri naturali, in ogni caso necessari per l'uso potabile della risorsa.
La circolazione dellacqua

nel sottosuolo pu essere limitata nel moto orizzontale da alterazioni

della permeabilit mentre, in senso verticale, condizionata dalla presenza di una superficie di
fondo impermeabile o dalla progressiva riduzione della permeabilit.
Tra la superficie del terreno e la superficie di fondo lacqua meteorica attraversa, per percolazione,
vari strati suddivisibili in due Regioni:

di dispersione , generalmente terreno agricolo, soggetta ad evaporazione ed assorbimento da

parte dellapparato radicale dei vegetali (traspirazione);

di acqua fissa , non soggetta ad azioni disperdenti .

Con riferimento alla Figura

1 possibile

descrivere in maniera sintetica alcune situazioni particolari del sottosuolo (ubicazione della strato impermeabile di sostegno
della falda, sovrapposizioni di strati impermeabili a strati

permeabili, affioramenti,

ecc.) dalle quali vengono generate scaturigini e risalienze dellacqua . Quando la falda scorre attraverso uno strato poroso non
saturo sostenuto da uno strato impermeabile si ha una falda libera superficiale o
freatica ; quando lo strato permeabile
contenuto tra due strati impermeabili possono verificarsi due casi : se la zona permeabile non satura la falda libera e profonda mentre, se la zona permeabile satura e soggetta a pressione tale che i livelli
piezometrici siano al disopra della superficie di fondo della falda superiore, si ha
falda in pressione o falda artesiana.
Figura 1. Schemi di falde libere ed artesiane

Quando le acque di falda raggiungono la superficie del suolo danno luogo a scaturigini naturali
dette sorgenti che, rispetto a situazioni topografiche e geologiche possono essere classificate in :
sorgenti di fondo (Figura 2) : originate dallaffioramento dello strato impermeabile che costituisce
la superficie di fondo :
da detrito : la superfice di fondo, impermeabile, ricoperta da un ammasso detritico

(cono di

deiezione, morena, materiali di frana) che sede della falda la quale affiora, a valle, al piede del
detrito;
monoclinale o fluviale : la superficie di fondo che presenta una direzione costante e pendenza

Ridisegnate dal Volume : Corso di Costruzioni Idrauliche 1 . Prof.Ing. Filippo Arredi .

1966 La Goliardica _Roma

Costruzioni Idrauliche

uniforme (monoclinale), affiora su un pendio ;


Sinclinale o lacuale : lo strato impermeabile presenta una concavit verso lalto (sinclinale)
affiorante su un pendio;

Figura 2. Sorgenti di fondo

sorgenti di affioramento o emersione (Figura 3) : il terreno taglia localmente, per incisione, la


superficie della falda generando le sorgenti di pendio ovvero per depressione; in questo caso possono presentarsi due scaturigini sui versanti opposti con laffioramento di sorgenti di valle ;

Figura 3. Sorgenti di affioramento

sorgenti di drenaggio (Figura 4) :

sono conseguenti

allesistenza, allinterno di un ammasso permeabile, di fessurazioni che costituiscono un sistema di circolazione dellacqua
di tipo vascolare. Sono tipiche di mezzi fratturati e nelle zone
carsiche .
Figura 4. Sorgenti di drenaggio

sorgenti di sfioramento :
(Figura

5)

sono

generate

dallaffioramento di uno strato


impermeabile

sub-verticale,

generalmente non di sostegno


della falda

Figura 5. Sorgenti di sfioramento

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

sorgenti artesiane (Figura 6) :sono alimentate da falde in pressione in presenza di fratture dello
strato impermeabile o di faglia con rigetto dello stato superficiale.

Figura 6. Sorgenti artesiane

1.2. OPERE DI PRESA DA SORGENTI


Le acque di sorgente hanno costituito e costituiscono

tuttora, specialmente in Italia, la fon-

te preferita di alimentazione degli acquedotti destinati all'uso potabile. Le opere di presa delle
acque sotterranee sgorganti naturalmente alla superficie del suolo rispondono, pertanto, prevalentemente a criteri di progettazione e di realizzazione intesi, oltre che a realizzare senza dispersioni

la totale captazione della

che e batteriologice

portata della sorgente, a conservare le qualit proprie chimi-

delle acque, nonch i loro caratteri organolettici favorevoli alla utilizzazione

potabile ed a preservare le acque stesse da ogni contatto con l'ambiente esterno.


Le forme costruttive delle opere di presa dipendono dalla morfometria del terreno e dalla situazione geologica che determina lo sbocco in superficie. Le acque devono essere captate nel punto
o nei punti nei quali la condizione geologica ne determina lo sgorgo, e non nei detriti ove le
acque stesse si infiltrano dopo lo sgorgo in sede geologica. Pertanto questa sede deve essere
raggiunta rimuovendo, con scavi a cielo aperto, le formazioni di ricoprimento ovvero traversandole con scavi in trincea o in galleria realizzando cunicoli murari (Figura 7).

Figura 7

Costruzioni Idrauliche

Inoltre devono essere predisposti provvedimenti intesi ad evitare che l'opera di captazione possa, nel tempo, essere aggirata con conseguente perdita parziale o totale dell'acqua da utilizzare ed eventualmente con rischio di compromettere la stabilit delle opere murarie della presa.
Lopera di presa per l'uso potabile viene preclusa, con pareti vetrate, al contatto del
addetto a

personale

sorveglianza e manovra, cos da impedire l'inquinamento dell'acqua.

Le opere di captazione sono realizzate secondo schemi abbastanza semplici. La molteplicit


delle possibili condizioni, sia morfologiche che geologiche, danno luogo a tipologie costruttive
alquanto diverse. Tuttavia possono individuarsi alcune condizioni fondamentali nel rispetto delle quali le opere sono state tradizionalmente concepite e realizzate.
Queste condizioni vengono fissate da una soglia muraria, fondata nelle
spinta a profondit sufficiente per evitare sifonamento dell'opera;

strato

dinnanzi

luppa l'edificio contenente tutti i dispositivi occorrenti per la raccolta delle


tazione,

sfioro

dei

impermeabile e
ad essa si

acque,

svi-

sedimen-

superi, intercettazione, misura, ecc. (Figure 8 e 9).

Figura 8. Opera di presa da sorgente

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

Figura 9. Particolari costruttivi

Pi complesse sono le opere di

captazione di sorgenti di drenaggio e di

affioramento.

In entrambi i casi usuale risalire, con trincee o gallerie, le direttrici con maggiori deflussi
penetrando, pi o meno profondamente secondo i casi, nella formazione alimentante la sorgente.
I cunicoli di maggiori dimensioni possono avere un canale di raccolta e convogliamento delle
acque, con livello al di sotto degli sgorghi. Il canale confluisce in una vasca di raccolta e da
questa nella vasca di presa. L'edificio di presa assume configurazioni dettate da situazioni specifiche e, pertanto, sono possibili numerose soluzioni pratiche .

Figura 10

Costruzioni Idrauliche

1.3. OPERE DI EMUNGIMENTO DA FALDE


Il prelievo diretto

da falde,

entro un campo di profondit dal piano di campagna molto va-

rio, avviene a mezzo di pozzi. Questi, generalmente, possono essere di due tipi :
praticabili : scavati
tubolari: trivellati.
I primi, generalmente di forma circolare, hanno diametro superiore al metro e possono essere scavati a mano o con mezzi meccanici forniti di utensili di rottura del terreno e recupero del marino
(draghe o escavatrici elicoidali); salvo realizzazioni eccezionali, si spingono fino a profondit limitate, cosicch attingono prevalentemente alla prima falda freatica (Figura 11 a); gli altri possono spingersi

fino a

profondit anche

dell'ordine della centinaia di metri, fino a falde artesia-

ne profonde (Figura 11 b).

Figura 11. Pozzi in falda freatica ed in falda artesiana

I pozzi comuni hanno tradizione antichissima ed hanno rappresentato

l'unico sistema affidabile di approvvigionamento idrico.

In genere hanno

sezione

circolare rivestita in

muratura

di

mattoni e malta cementizia; il diametro della sezione libera


viene fissato da ragioni esecutive e in base alle istallazioni da
fare nel pozzo: varia da un minimo di

1,20

m a 5-6

m.

Lo scavo, eseguito originariamente

esclusivamente a mano,

in tempi pi recenti si effettua con mezzi meccanici di rottura ed


estrazione (benne mordenti, ecc.) e, a seconda dei terreni attraversati, deve essere seguito immediatamente, tratto per tratto, dal rivestimento, ovvero pu essere rivestito dopo raggiunta

la totale

profondit.

Eccezionale fu la realizzazione del pozzo


di San Patrizio in Orvieto2. In origine
pozzo della Rocca
Clemente VII

fu fatto costruire da

nel 1528

su progetto di

Antonio da Sangallo il Giovane. La costruzione profonda 60 m e larga 13 m .


Esternamente alla canna centrale girano
sovrapposte due cordonate a chiocciola
di 248 scalini, una per la discesa e laltra
per la salita, utilizzate per gli animali da
soma.
2

Pozzo di San Patrizio deriva dalla tradizione popolare che indica una caverna sita sullisolotto del lago Derg
(Irlanda) che immetteva agli Inferi e che Ges Cristo mostr a San Patrizio. Chiunque vi avesse soggiornato
unintera giornata, notte compresa, avrebbe ottenuto il perdono dei peccati.

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

Pozzi di pari profondit sono stati realizzati negli anni 50-60 nel Salento, in uno di essi si
raggiunta la profondit di 56 m emungendo fino 150 l/s con elettropompa istallata in una vasta
camera alla base del pozzo.
Il rivestimento del pozzo viene proseguito al di sotto del livello di falda prosciugando lo scavo con
opportune elettropompe (aggottamento) . Il lavoro pu presentare difficolt se le pareti dello
scavo non

si mantengono stabili

sotto

l'azione dell'acqua richiamata nel pozzo, come accade

in terreni fini sciolti.


Il problema viene risolto con la posa in opera di un rivestimento auto-affondante o

procedi-

mento indiano" .
Quando lo scavo raggiunge il livello di falda, si colloca sul fondo un primo anello di rivestimento,
di diametro esterno leggermente inferiore a quello dello
scavo superiore, o dell'eventuale rivestimento gi eseguito, e munito inferiormente di un tagliente di ferro, o,
pi recentemente di calcestruzzo armato (Figura 12). Su
questo primo anello si esegue, o con continuit, o
successivi

anelli

di

calcestruzzo

leggermente

per

armato

sigillati fra loro, la colonna del rivestimento, il cui affondamento,

facilitato

dalla

estrazione

meccanica

di

materiale dal fondo del pozzo, avviene per effetto del peso proprio. La discesa pu essere facilitata dalla iniezione
di acqua o di miscele lubrificanti (acqua e bentonite) fra
scavo e rivestimento autoaffondante.
Figura 12

L'estrazione dell'acqua dai pozzi praticabili comporta varie modalit di

istallazione dei rela-

tivi macchinari. Generalmente i gruppi elettropompe vengono posti su un solaio o in una nicchia
realizzati nella canna del pozzo a conveniente altezza (Figura 13). Nel caso in cui vengono adottati gruppi con pompa sommersa e motore in superficie questo viene posizionalo alla quota del
piano di campagna con i necessari accorgimenti qualora la linea d'asse risultasse piuttosto lunga
(Figura 14) . Attualmente trovano sempre maggior impiego gruppi elettropompe sommersi (Figura
15).

Figura 13

Figura 14

Figura 15

Costruzioni Idrauliche

Un particolare dispositivo

di

emungimento

al

quale si

prestano i pozzi a scavo interamente rivestiti stato


adottato negli impianti di prelievo dalla
Vengono infissi un

falda a Milano.

certo numero di tubazioni metalliche

orizzontali, a parete forata, disposti a raggiera e addentrantesi per qualche decina di metri nella formazione acquifera. Le acque fluenti al pozzo centrale, che diviene
camera di raccolta, vengono sollevate con macchine
sommerse (Figura 16).
Ne

risulta un'opera

di presa che interessa una grande

estensione della falda, col vantaggio, a parit di portata


emunta,

di piccole velocit ed abbassamenti pi limitati

dei livelli.
La realizzazione dei pozzi comuni oggigiorno limitata a
particolari situazioni (ad es. lo schema a raggiera) mentre
sono sempre pi

diffusioni i pozzi tubolari realizzati con

trivellazione. Comunemente, con diametri 300350 mm


per arrivare fino a diametri > 600 mm.
Figura 16 Schema di pozzo a raggiera

I pozzi tubolari vengono realizzati per percussione, utilizzando una


sonda a percussione costituita da un pesante cilindro cavo di acciaio
; questo viene lasciato cadere dall'alto di un treppiede e , dopo la
caduta ed il relativo recupero, si realizza lo scavo di alcuni centimetri.
Con il sistema a rotazione, indicato soprattutto per terreni rocciosi,
la perforazione viene effettuata con un carotiere fornito , in punta, di
una corona dentata costituita da punte metalliche ad alta resistenza,
generalmente al Vanadio. Le profondit raggiungibili con tale sistema sono elevate, 200300 m (Figura 17).

Carotiere

Scalpello a percussione

Anche nella perforazione a rotazione vengono utilizzate miscele lubrificanti acqua-bentonite pompate, attraverso le aste di perforazione, fino alla testa rotante; i detriti prodotti dallo scalpello misti

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

alla miscela vengono spinti verso lalto attraverso lo spazio anulare tra la parete dello scavo e le
aste. La spinta idrostatica della colonna di fango e la coesione sostiene la parete dello scavo fino
allintroduzione della tubazione di rivestimento (camicia del pozzo).
A questo metodo, detto diretto, si contrappone quello inverso (Figura 18). I questo la circolazione
del fango alimenta direttamente lo spazio anulare. Il fango con i detriti viene aspirato, con una
pompa, attraverso le aste di perforazione.
La differenza di utilizzo dei due metodi conseguente alle dimensioni del pozzo: il metodo diretto
maggiormente utilizzato per pozzi di diametro <600 mm; per diametri maggiori il metodo inverso consente velocit sufficienti per assicurare il trasporto del cutting scavato. Infatti le velocit ascensionali allinterno delle aste possono raggiungere valori di circa 1 m/s sufficiente per trasportare detriti anche grossolani.

Figura 18 . Schemi di perforazione diretta ed inversa

Dopo lo scavo il foro viene rivestito con tubazioni di acciaio saldate o trafilate e forate3, nel tratto
pi basso , per consentire il drenaggio dell'acqua ed il conseguente sollevamento.
Nei pozzi per acqua potabile, oltre la chiusura superiore del pozzo, dopo la posa in opera del rivestimento esterno, generalmente in acciaio, si cala nel pozzo una camicia costituita da tubi di PVC,
successivamente si satura lintercapedine con malta cementizia. (Part.A Figura 19).
Nei pozzi trivellati vengono, ormai, sistematicamente istallati gruppi elettropompe di costruzione particolarmente compatta aventi ingombro esterno di poco inferiore al diametro interno
della colonna di rivestimento .
Tali gruppi,

nei quali spesso il motore elettrico, perfettamente stagno, situato immedia-

tamente sotto la girante, o la successione di giranti in serie costituenti la pompa, restano sospesi alla tubazione premente e sono alimentati attraverso un cavo elettrico adatto a servizio
subacqueo,

mentre

i dispositivi di

avviamento e controllo elettrico

sono

situati

all'esterno

presso la bocca del pozzo.

Le aperture hanno forme ed accorgimenti diversi per evitare il trascinamento di particelle solide asportate
dal terreno per azione dell'acqua emunta, che potrebbero intasare il pozzo accumulandosi al suo interno e
determinare usura delle pompe se aspirate insieme all'acqua.

10

Costruzioni Idrauliche

Infine da prevedere sia una bonifica dellarea circostante il pozzo e sia una recinzione di protezione dallaccesso di persone ed animali .

Figura 19 . Pozzo trivellato

La portata di emungimento del pozzo viene determinate con successive prove a regime a diverse
portate dette Test Well (Figura 20). La correlazione tra valori di portata e abbassamenti della falda
consente di definire la Curva di rendimento del pozzo e determinare il livello dinamico al quale corrisponde il valore della portata normale di utilizzazione, valori indispensabili per il dimensionamento
dellimpianto di sollevamento.

Il Tes Well stato messo in


emungimento continuo per 2
mesi alla portata di circa 6 l/s,
con pompa a quota -250 dal
p,c,
Il
livello
dinamico,
dopo
labbassamento iniziale, si
stabilizzato e mantenuto costante intorno a -219 m .s.m.
Durante il pompaggio sono sati
monitorati i parametri chimici e
microbiologici e nonch le caratteristiche organolettiche delle
acque.
Figura 20

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

11

1.4. DERIVAZIONI
Le traverse

sono

DA

CORSI DACQUA SUPERFICIALI

opere di derivazione da corsi

dacqua che fissano lalveo e le sponde,

con lo

scopo prevalente di rialzare i livelli a monte per un'altezza limitata,

senza,

peraltro, proporsi la

creazione di un invaso utile alla

regolazione dei

deflussi. Le traverse hanno in generale asse rettilineo, disposto normalmente

a quello

del corso

d'acqua in una zona nella quale questo presenti


moderata o nulla curvatura planimetrica.
Come detto lo scopo prevalente quello di rialzare
i livelli idrici a monte per alimentare bocche di presa, con esercizio continuo o periodico a copertura
di fabbisogni, conseguenti a diverse utilizzazioni
(irrigazioni, acquedotti, forza motrice , produzione di energia), e rilasciare in alveo la risorsa non
utilizzata. La presa P, costituita da una o pi luci, realizzata in fregio alla sponda fluviale, protetta da griglie e controllata da paratoie, seguita dalle opere di sghiaiamento S , dissabbiamento D,
di sfioro delle portate eccedenti, accidentalmente o casualmente immesse nel sistema ed infine dal
complesso delle opere concernenti lutilizzazione U (Figura 21).

Figura 21 .Opere di derivazione e di presa da un corso dacqua

Linnalzamento della superficie libera pu essere conseguito sia con strutture fisse o mobili . Queste ultime sono realizzata da una o pi luci provviste di organi di chiusura , paratoie, che vengono
sollevate in concomitanza della piena.

A. Traverse Fisse
Sono strutture semplici e meno costose delle traverse mobili ma, per contro, non consentono una
regolazione del livello di monte. Inoltre tendono ad accumulare detriti a monte della soglia di sfioro; per questo motivo si realizzano nei pressi dellopera di presa uno o pi sghiaiatori, o calloni,
muniti di paratoie al fine di pulire dai depositi larea antistante le luci di presa. Planimetricamente le
traverse fisse vengono ubicate con asse rettilineo e perpendicolare al corso dacqua in punti dove
questo consente uno sviluppo dellopera pi corto ed economico.
Anticamente (Figura 22) la struttura era realizzata con una paratia di pali (a) per la tenuta ed altri
pali (b), distanziati, con funzioni di ancoraggio della casseratura in legno (c) riempita di pietrame
e rivestita, superiormente con pietra squadrata. Il paramento di monte e la parte terminale di valle
era realizzata con pietrame di riempimento giustapposto.

12

Costruzioni Idrauliche

Figura 22

Simile, per forma, la traversa di tipo Indiano (Figura 23), realizzata con misto di sabbia e ghiaia
contenuto tra muri di pietrame attestati

profondamente nellalveo , caratterizzato da materiale

molto fine. Sia il paramento di monte che di valle venivano realizzati con pietra da taglio squadrata. Lampiezza della struttura ed i materiali adottai consentivano una notevole deformabilit ed adattabilit dellopera, nonch un presidio per pericoli di sifonamento.

Figura 23. Traversa di Tipo Indiano

Di forma tozza la traversa di tipo


Italiano (Figura 24) caratterizzata
da paramento di monte verticale,
a volte lavorato con pietra a faccia vista; generalmente a valle seguiva una piccola platea in pietrame contenuta tra due palancolati
in legname.
Figura 24. Traversa di Tipo Italiano

Questultimo tipo di struttura, nel tempo, ha modificato la forma in modo da accompagnare e sostenere la vena tracimante o farla cadere in un bacino di smorzamento. (Figura 25)

Figura 25

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

13

Oggi le traverse vengono realizzate con soluzioni strutturali che privilegiano lutilizzo del calcestruzzo, pur conservando la forma, simile a quelle illustrate precedentemente, ma adottando dei criteri
di dimensionamento generalizzabili. Nota la portata di piena Q e la larghezza L della traversa,
dalla Formula di Poleni, o degli stramazzi, possibile determinare laltezza di sfioro h0 sulla soglia

Q = L h0

Il

coefficiente di efflusso

2g h0

, per soglie sagomate come appresso specificato, pu assumersi ugua-

le a 0,450,48. La cresta ed il paramento di valle sono derivati dal profilo inferiore di una lama
dacqua fluente da uno stramazzo Bazin in parete sottile (Figura 26 a).
Assegnata una coppia di assi coordinati X ed Y, questultimo con verso positivo verso il basso, con
origine sul vertice della vena libera inferiore, questa descrive una curva di equazione:

Y = 0,5 X1,85 .

Figura 26
a. profilo inferiore di una lama dacqua defluente da uno stramazzo in parete sottile
b. profilo Creager di una traversa tracimante in funzione del carico fondamentale h0

A seguito di questa considerazione Creager propose, con successo, come profilo della cresta e del
paramento di valle una curva di equazione Y = 0,47 X1,8 , coincidente per un primo tratto alla
curva della vena libera e gradualmente pi esterna; pertanto sostituita a questultima curva il profilo superiore del paramento di valle risulta schiacciato dalla vena effluente che aderir alla superficie
senza problemi di distacco della vena, causa di depressioni locali. (Figura 26b)
Assunto come unit il carico fondamentale h0 le coordinate X ed Y sono date dallequazione:
y
= 0,47
h0

1,8

x

h0

La realizzazione di una traversa altera la condizione di moto ed il profilo della superficie libera causando, verso monte, un profilo di rigurgito tipico della condizione primitiva della corrente (lenta o
veloce). A valle della traversa la condizione idraulica di passaggio della corrente da veloce a lenta
creer il presupposto per linsorgere di un risalto idraulico con conseguente erosione dellalveo. Pertanto necessario determinare la lunghezza L della platea del dissipatore (con eventuali dispositivi
di dissipazione) per prevenire lo scalzamento dellopera e ripristinare le condizioni energetiche della corrente a valle (Figura27).

14

Costruzioni Idrauliche

Infine in funzione del carico h0 e dellaltezza A del petto della traversa viene dimensionato il raccordo circolare tra il profilo del paramento di valle e la platea :
R =

A h0

Figura 28 . Profilo schematico di una traversa fissa

B. TRAVERSE MOBILI
Derivano dalla doppia esigenza sia di contenere i livelli a monte in corrispondenza della portata di
massima piena, sia di evitare interrimenti . Come evidenziato nella Figura 29 le traverse mobili
hanno soglia e platea pressoch a livello del fondo dellalveo, una o pi luci separate da pile e regolate da paratoie di diverso tipo e, di seguito, illustrate brevemente.

Figura 29. Schema di traversa mobile, chiusa ed aperta, regolata con paratoia a segmento

B1. Paratoie piane


Di larghissimo impiego e con campi di dimensioni molto
variabili queste paratoie hanno scudo piano irrigidito da
una struttura longitudinale che trasmette le spinte sugli
appoggi alloggiati entro scanalature delle pile detti gargami. Lapertura della paratoia

avviene per solleva-

mento e conseguente strisciamento di questa lungo i


gargami (Figura 30). Quando lo scudo assume dimensioni medio-grandi per vincere lattrito sui gargami si
adottano dispositivi di appoggio a rulli ed a ruota (Figura 31).
Figura 30. Paratoia piane in legno

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

15

Figura 31 . Paratoie piane Dispositivi di appoggio

16

Costruzioni Idrauliche

B2. Paratoie a segmento


Sono realizzate con manto conformato a tegolo cilindrico

rinforzato e sostenuto da travature o

bracci di estremit generalmente reticolari. I bracci ruotano su perni bloccati sulle pile ed hanno
asse coincidente con il centro di curvatura del manto, in questo modo la risultante delle pressioni
passa per lasse di rotazione e, pertanto, lo sforzo di sollevamento sar somma di parte del peso
proprio, dellattrito nei perni e dei dispositivi di tenuta. Il sollevamento demandato a funi o catene
, trainate da motori elettrici posti sulla sommit delle pile; per diminuire gli sforzi di trazione e favorire il sollevamento, sul prolungamento dei bracci vengono collocati dei contrappesi (Figura 32).

Figura 32. Paratoie a segmento

B3. Paratoie cilindriche


Come illustrato dai vari esempi riportati nella Figura 33, questi dispositivi sono costituiti essenzialmente da cilindri metallici liberi di rotolare su guide metalliche, o binari, poste sulle pile .
Data lelevata rigidit della struttura sia alla flessione che alla torsione queste paratoie sono utilizzate per la regolazione di grandi luci con tiro solo da unestremit. Inoltre, in alcuni tipi, dispositivi
mobili detti scudi consentono sia la tracimazione che il deflusso al di sotto. Per resistere alle sollecitazioni ed alle vibrazioni gli scudi sono opportunamente armati con strutture di rinforzo.

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

17

Figura 33. Paratoie cilindriche

B4. Paratoie a ventola


Sono realizzate con strutture metalliche piane, dette ventole, incernierate lungo il bordo inferiore.
Le ventole sono mantenute nella posizione di ritenuta, paramento inclinato verso valle, o
dallazione di bilancieri muniti da un lato di contrappesi e dallaltro di aste solidali alla paratoie (Figura 34) o da pistoni idraulici che, in posizione di riposo, sono alloggiati in una camera sottostante

18

Costruzioni Idrauliche

la ventola (Figura 35) .


Le prime consentono un automatismo di funzionamento legato al superamento di un prestabilito
livello idrico a monte .

Figura 34. Paratoie a ventola con contrappeso

Figura 35. Paratoie a ventola con pistoni idraulici

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

19

C. TRAVERSE SENZA PILE A PICCOLI ELEMENTI ABBATTIBILI


Per piccole derivazioni di corsi dacqua non soggetti a piene repentine e nellintento di realizzare
opere di ingombri trascurabili, soprattutto in passato hanno trovato applicazione due tipologie di
traverse ad elementi abbattibili : la traversa Poire (Figura 36) e la traversa Chanoine-Aubert (Figura 37).
La prima caratterizzata da cavalletti metallici, paralleli alla corrente, ruotati di 90 rispetto alla
soglia, incernierati alla base di questa e resi solidali, in sommit, da una barra metallica.
Lelemento di tenuta costituito da aste di legno affiancate, panconcelli, poggiate alla base in un
incavo della soglia e superiormente alla barra metallica. Con questo tipo sono realizzabili altezze di
ritenuta comprese tra 1,5 3m

Figura 36. Traversa Poire o a panconcelli

Il secondo tipo costituito da una serie di pannelli metallici, opportunamente rinforzati, incernierati sulla soglia muraria ed a un puntone metallico libero di scorrere lungo una guida munita di
denti di arresto . Ad ogni dente corrisponde una diversa inclinazione dello scudo e, conseguentemente, un differente valore dellaltezza di ritenuta , generalmente compreso tra 5 7 m.

Figura 37. Traversa Chanoine-Aubert

20

Costruzioni Idrauliche

D. TRAVERSE SENZA PILE A GRANDI ELEMENTI ABBATTIBILI SUL FONDO


Vengono realizzate in varie tipologie pur mantenendo la caratteristica comune del totale abbattimento e scomparsa dellelemento di ritenuta . Nei tipi a trappola dorso (Figura 38) e a tetto (Figura 39) le cerniere dicollegamento alla soglia, la linea di contatto tra le due ventole e le estremit
lungo le spalle sono realizzate a tenuta. Collegando opportunamente il bacino a monte e la camera
sottostante le ventole si facilit sia linnalzamento dei due elementi e sia il mantenimento in posizione elevata per lazione della spinta idrostatica . Vuotando tale spazio si ha labbattimento della
paratoia.

Figura 38 Traversa a Trappola dorso

Nelle paratoie a tetto la fase di sollevamento e mantenimento , a volte, facilitata con un galleggiante cilindrico ; inoltre, per la particolare configurazione delle ventole, non hanno bisogno di tenuta lungo la linea di contatto tra i due elementi in quanto questa risulta sempre annegata.

Figura 39. Traversa con Paratoia a tetto

Le traverse mobili realizzate con paratoie a settore sono caratterizzate dalla parte mobile configurata con manto cilindrico a monte (contro acqua a paratoia aperta) e superficie piana a valle (a
paratoia chiusa) Figura 40.

Figura 40. Traversa con paratoia a settore

Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

21

Il funzionamento, anche in questo caso, fa ricorso allazione della spinata idraulica esercitata
dallinterno della camera.

Figura 41

Come evidenziato nella Figura 41 gli elementi mobili possono essere realizzati tanto in acciaio che
in calcestruzzo armato.

1.5. PRESA DA UN LAGO ARTIFICIALE


Una tipologia ricorrente riprodotta nella Figura 42. Una galleria, funzionante in pressione, ha lo
scopo di prelevare lacqua da una bocca, o luce, presidiata da una griglia del tipo a sacco.
Lintercettazione e la regolazione della portata di derivazione realizzata con paratoie piane, installate alla base del pozzo e comandate, con dispositivi oleodinamici, nella cabina di manovra e di
accesso.

Figura 42. Opere di derivazione da lago - Griglie e galleria di presa

Nel caso di diga a gravit lopera di presa pu essere


realizzata predisponendo le griglie sul paramento di
monte e collocando la camera di manovra allinterno
del corpo della diga stessa (Figura 43)
Infine la galleria di derivazione preceduta da una torre di presa realizzata entro l'invaso, torre dotata di
bocche di presa dislocate a differente altezza per consentire la derivazione di acqua da differente quota sia
in funzione della quota di invaso e sia dalle caratteristiche fisiche, chimiche, e batteriologiche

presenti

(Figure 44).
Figura 43

22

Costruzioni Idrauliche

Figura 44. Opere di derivazione da lago artificiale con torre di presa


Costruzioni Idrauliche

Utilizzo idropotabile

23

24

Costruzioni Idrauliche

Capitolo 2
IL TRASPORTO IN PRESSIONE
Anticamente il problema di addurre acque potabili a notevoli distanze veniva risolto, secondo
una consuetudine Romana, con lutilizzo di canalizzazioni a superficie libera, in canali coperti,
anche quando le caratteristiche topografiche del
terreno vincolavano, nel rispetto delle quote piezometriche, la realizzazione di canalizzazioni sopraelevate o in galleria.
Il trasporto in pressione, svincolando il tracciato
dallandamento della cadente piezometrica, trova applicazione in un campo amplissimo di portate, da frazioni di l/s fino a svariati m3/s.

Acquedotto romano

Pu essere attuato con tubazioni costruite con differenti materiali che, nellarco di centinai danni,
hanno subito notevoli modificazioni seguendo il naturale processo tecnologico dei materiale e delle
tecniche di costruzione.

Fabbricazione di una condotta di bamb in Cina

Costruzioni Idrauliche

Elementi di tubi in pietra

Progetto Acquedotto

25

2.1. PORTATA DELLACQUEDOTTO


La portata di un acquedotto esprimibile dalla semplice relazione
Q =

Pn dm
+
86400

q
i

[l/s]

[a]

con
- Pn : popolazione al termine del periodo di sufficienza
- dm : dotazione pro capite, espressa in [l/(ab giorno)]
- qi : la portata richiesta per lo svolgimento di attivit specifiche
La determinazione della popolazione al termine del periodo di sufficienza viene effettuata tenuto
conto sia della dinamica demografica (incremento, stazionariet, decremento della popolazione)
funzione del tasso di crescita e sia della dinamica sociale (immigrazione-emigrazione).
Ambedue sono di difficile modellizzazione, poich condizionate da unelevata molteplicit di fattori.
In via del tutto generale, si rileva che mentre il tasso demografico evolve, in assenza di eventi eccezionali, con gradualit e regolarit, la dinamica sociale irregolare e di difficile valutazione.
A.Sviluppo demografico
In Italia, per la valutazione delle tendenze evolutive della popolazione si fa, generalmente, riferimento alle risultanze dei censimenti, condotti, salvo eccezioni, con cadenza decennale, a partire dal
1861. Riportati su un diagramma cartesiano i dati rilevati della popolazione nei vari censimenti, Figura 1, nellipotesi di crescita costante, possibile tracciare una linea di tendenza che consente di
fare una previsione sulla popolazione al termine di un determinato periodo.
popolazione
15.732

1931

16.607

1941

17.643

1951

21.188

1961

24.184

1971

27.551

1981

28.287

1991

31.545

2030

..
41.000

45
40
3

1921

popolazione *10

anno

41.000

35
30
25
20
15
10
5
0
1900

1920

1940

1960

1980

2000

2020

Censimenti

Figura 1. Previsione della popolazione futura

Quando i dati si discostano da un andamento lineare possibile, con unanalogia alla matematica
finanziaria, fare riferimento alla legge dellinteresse composto, oppure ricorrere a metodi basati
sullanalisi regressiva.
Legge di crescita dellinteresse composto: si basa su un criterio analitico usualmente seguito
per le previsioni demografiche quando i dati della popolazione si dispongono secondo una curva con
concavit rivolta verso lalto, indice di crescita accelerata.
Le variazioni riscontrate nei successivi censimenti consentono la stima degli incrementi della popo-

26

Costruzioni Idrauliche

lazione e del tasso annuale di accrescimento.

Considerato un intervallo di tempo della durata di n anni, indicando con il valore del tasso medio
annuale di accrescimento naturale (eccedenza dei nati sui morti) stimato per un periodo pi ampio
possibile, possibile scrivere una relazione tra Pn e Po , rispettivamente la popolazione alla fine ed
allinizio di detto periodo:
P n = P 0 (1 + ) n

[b]

Per la determinazione di si fa generalmente riferimento alla serie dei valori di i desunti dai dati
storici della popolazione, rilevati dai censimenti nei vari periodi di durata ni ,
Pi
i =
Pi 1

lespressione:

secondo

[c]

dove P i e Pi 1 rappresentano la popolazione ai valori estremi dellintervallo ni (Tabella II)


Per

viene generalmente assunto il valore medio degli i .


Tabella II
anno

popolazione

1921

15.732

1931

16.607

1941

17.643

1951

21.188

1961

24.184

1971

27.551

1981

28.287

1991

2030

i
1,055619

10

0,0054

1,062383

20

0,0061

1,20093

30

0,0185

1,141401

40

0,0133

1,139224

50

0,0131

1,026714

60

0,0026

1,115177

70

0,0110

31.545

46.504 Pn

0,0100 = tasso medio

La (3), con le dovute sostituzioni, fornisce la popolazione cercata :


Pn = P 0 (1 + )n = 31.545 ( 1 + 0 , 01 ) 39 = 46.504

Analisi di regressione: sono basate sulla estrapolazione della curva interpolare dei dati di popolazione ottenuti dai censimenti, dati riportati, in funzione della variabile tempo, su diagramma cartesiano ( x=n[anni] ; y=p [popolazione]). La presenza di singolarit e discontinuit nella curva interpolare richiede approfondimenti di indagine mirati alla determinazione delle cause generatrici.
La funzione interpolatrice assume la forma esponenziale p = a e b n

L'Istituto Centrale di Statistica elabora e pubblica, per le regioni italiane ed i capoluoghi di provincia, dati sulla
popolazione ed i valori dei tassi medi di incremento .

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

27

anno

popolazione

1921

15.732

1931

10

16.607

1941

20

17.643

1951

30

21.188

1961

40

24.184

1971

50

27.551

1981

60

28.287

1991

70

31.545

2030

109

48.877

50
45
0,0107n

p = 15226 e
R = 0,988

popolazione p*10

40
35
30
25
20
15
10
5
0
0

20

40

60

80

100

anni n

2.2. FABBISOGNO E DOTAZIONE IDRICA


Intorno agli anni 50 la Cassa per il Mezzogiorno dette avvio al Piano di Normalizzazione Idrica alla
cui base fu posta unindagine sulleffettiva conoscenza del patrimonio idrico sorgentizio.
In Abruzzo si distribuivano mediamente circa 800 l/s.2
Determinato il fabbisogno pro-capite allanno 2000, con dotazioni comprese tra gli 80 250
l/ab*giorno , la portata da erogare sal a circa 3200 l/s; la differenza era da reperire con nuove
captazioni e distribuire con nuovi acquedotti.
Nel 1963 il Ministero dei LL.PP. ha redatto il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti per la previsione e programmazione organica di nuovi interventi acquedottistici con riferimento temporale al
2015 e basato su criteri tecnico economici riassunti in modo pi generale :

La disponibilit idrica per usi potabili deriva direttamente dai volumi idrici derivanti dalle precipitazioni. In
Italia piove, mediamente, 300 miliardi di m3 di cui solo 100 miliardi di m3 sono utilizzabili ai fini idropotabili a
fronte di una domanda di circa 50 miliardi di m3

28

Costruzioni Idrauliche

Lapprovvigionamento idrico deve soddisfare tutte le esigenze della moderna vita civile per
una popolazione prevedibile in un cinquantennio;

Realizzazione di acquedotti a servizio di un vasto territorio con criteri tecnico-economici


senza alcuna preclusione riguardante limiti di territorialit tra Regioni, Province e Comuni;

Nasce il concetto di :
Popolazione residente e popolazione fluttuante giornaliera e stagionale
Dotazione di orientamento pro-capite (Tabella I) quale misura ritenuta sufficiente
per le normali necessit delluso civile sobriamente soddisfatto, senza porre limiti assoluti alluso dellacqua, che nellaspetto economico del bene di consumo tende di per s a
dilatarsi nel tempo, sopratutto dove il predetto elemento sia disponibile a basso costo.
Tabella I
Popolazione e centri da servire

Dotazioni l/ab*giorno

- (classe 7) case sparse

80

- (classe 6) popolazione inferiore


- (classe 5) popolazione da 5000

5000 abitanti

120

10000 abitanti

150

- (classe 4) popolazione da 10000 a

50000 abitanti

200

- (classe 3) popolazione da 50000 a 100000 abitanti

250

- (classe 2) popolazione maggiore di 100000 abitanti

300

- (classe 1) grandi citt

500 700

- popolazione fluttuante stagionale

200

- popolazione fluttuante giornaliera

100

Le previsione del PRGA risultarono ben presto superate dallevolversi delle situazioni locali derivanti da incremento di presenze turistiche, maggiori consumi unitari, dinamiche sociali accanto
allevoluzione demografica.
Nella Tabella II sono riportati i valori massimi e minimi dei fabbisogni medi annui per usi igienici e
civili stimati in occasione della Conferenza Nazionale delle Acque.
Per la determinazione del fabbisogno totale concorrono, attraverso specifiche indagini, varie tipologie di utenza:

usi domestici : alimentazione, pulizia personale, lavaggi e pulizie, annaffiatura


servizi pubblici :lavaggio strade, annaffiatura parchi e giardini, impianti sportivi, piscine pubbliche, fontane, servizi igienici, ecc.

edifici pubblici, privati e per la collettivit : ospedali e cliniche, caserme e prigioni, scuole ed universit, ecc.

attivit artigianali ed industriali .


attivit commerciali e turistiche : centri commerciali, alberghi e pensioni, ristoranti, trattorie,
self-service , campeggi, ecc.

secondo le indicazioni dei Provveditorati Regionali alle OO.PP.

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

29

Tabella II
USI

FABBISOGNI MEDI ANNUI

l/ab.g

Minimi

Massimi

111

160

- servizi pubblici

22

- edifici pubblici, privati e per la collettivit

38

- artigianali e piccole industrie

55

- commerciali

70

- perdite, sprechi ed usi non specificati

16

105

FABBISOGNO TOTALE PER USI CIVILI

150

450

- domestici

e turistiche

Nel 1975 la Cassa per il Mezzogiorno modifica le modalit di intervento con listituzione dei Progetti
Speciali.
Il PS29 Sistemi idrici dellAppennino centro meridionale prevedeva :

Adeguamento delle strutture acquedottistiche presenti

a fronte delle nuove situazioni e-

mergenti

Adeguamento delle presenze stagionali e aumento delle dotazioni idriche l/ab*giorno


(Tabella III)
n.abitanti

Tabella III
Usi domestici

servizi

totale

<5000

250

10%

25

275

500010000

300

30%

90

390

1000050000

300

60%

180

480

>50000

300

100%

300

600

Per i centri turistici la dotazione per i fluttuanti pari a quella dei residenti con il 100% della dotazione per i servizi.
Per lAbruzzo le previsioni del fabbisogno sono passate dagli 800 l/s (per gli anni <1950) ai 9572
l/s previsti dal PS29 (elaborato nel 1975 con previsione fino al 2016) a fronte dei 4841 l/s previsti PRGA ( elaborato nel 1963 con previsione 2015).
Il fabbisogno medio annuo subisce sensibili oscillazioni, nello arco dellanno, causate da molteplici
fattori quali:
1.

la variabilit delle condizioni climatiche che determinano forti variazioni del fabbisogno nelle
stagioni (maggiori consumi in corrispondenza dei mesi estivi);

2.

la fluttuazione

della popolazione (incrementi stagionali di popolazione per flussi turistici estivi

ed invernali);
3.

il ciclo settimanale dei giorni lavorativi e festivi (calo dei consumi nei giorni festivi, tranne nei
centri turistici);

4.

il ciclo delle attivit giornaliere ;in generale si riscontra un maggior consumo tra le 10 e le 12 e
consumi minimi durante le ore notturne. Nelle aree metropolitane i picchi tendono a smorzarsi
su valori medi abbastanza costanti.

Pertanto stimata la Portata media annua Q a , dedotta dalla [a] con dm dotazione totale desunta
dalla Tabella III, Q assume analoghe determinazioni per la dotazione media del mese dei maggiori
30

Costruzioni Idrauliche

consumi, o la dotazione media del giorno dei maggiori consumi, o la dotazione dellora dei maggiori
consumi:
Portata media del mese di maggior consumo:

Qm = k m Qa

Portata media del giorno di maggior consumo:

Qg = kg Qa

Portata media dellora di massimo consumo:

Qh = k h Q a

Nella seguente Tabella IV sono riportati i valori dei coefficienti ki


Tabella IV
Popolazione

km

Kg

kh

>1.000.000

1,1

1,2

1,3

200.000500.000

1,2

1,5

2,5

1,3

23

46

50.000200.000

Nello stabilire la portata di un acquedotto tradizione in Italia fare riferimento ai fabbisogni del giorno dei maggiori consumi indicati come dotazioni pro capite espresse in litri
per abitante per giorno.

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

31

2.3. MOTO PERMANENTE NELLE CONDOTTE IN PRESSIONE


Il moto permanente entro condotte circolari riconducibile al moto uniforme; la perdita di carico
totale per unit di lunghezza J = E/L uguale alla perdita di carico piezometrico J = H/L detta pendenza motrice ed correlata alle grandezze caratteristiche del moto, della condotta e del
fluido dalla formula di Darcy-Weisbach
J =

V2
D 2g

(1)

V = velocit media
D = diametro della tubazione

coefficiente di attrito o di resistenza, funzione del Numero di Reynolds Re =


brezza

VD

e della sca-

della parete.

Figura 1. Sistema semplice di adduttore unicursale

non dipende da ma funzione solo della viscosit


e dal Numero Re secondo l'espressione di Poiseuille :

Per valori di Re 2000 il moto laminare;


cinematica

64

(2)

Re

Per valori di Re > 2500 il moto turbolento ; oltre alle forze viscose, dovute al movimento longitudinale, agisce l'attrito causato dalla scabrezza delle pareti della condotta che, ostacolando il
flusso, causa di perdita di energia. Quando la scabrezza assoluta

delle pareti, pari allo spesso-

re medio delle asperit presenti sulla parete del tubo, inferiore allo spessore dello strato laminare
il moto non influenzato dalla scabrezza ed in regime di parete liscia. Al contrario quando le
asperit, superando lo strato anzidetto, accentuano la turbolenza, con conseguente aumento delle
perdite per attrito lungo la condotta, si in regime di parete scabra. Tra il regime laminare e
turbolento esiste una zona di transizione per la quale le caratteristiche della corrente dipendono
sia dalla viscosit che dalla scabrezza delle pareti (Figura 2).

2.4 PERDITE DI CARICO RIPARTITE


a. Regime di parete liscia :

funzione solo di Re ed il suo valore espresso in forma implicita dall'espressione di Prandtl


Re

= 2 log

2
,
51

32

(3)

Costruzioni Idrauliche

= 0 , 3164 Re 0 , 25

o dalle espressioni esplicite di Blasius

= 0 , 0032 + 0 , 221 Re 0 , 237

e di Nikuradse

(per Re 105 )

(4)

(per Re>105 )

(5)

b. Regime di transizione :
il moto laminare presente solo nello strato limite :

dipende sia da che da Re ed il suo valore

pu essere ricavato dalla formula implicita di Colebrook


2 , 51

= 2 log
+

3 , 71D

Re

(6)

conveniente far uso del diagramma di Moody dove noto Re,


/D , si risale al valore cercato.

In pratica per la determinazione di


seguendo una curva

c. Regime di parete scabra o moto assolutamente turbolento :

funzione solo della scabrezza secondo l'espressione di Prandtl-Nikuradse


1

3,71D
= 2log

Nella Tabella I sono riportati i valori della scabrezza assoluta

(7)

Figura 2 - Diagramma di Moody

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

33

ESEMPIO n.1

Stabilita la portata in 30 l/min e limitata la velocit a circa 0,3 m/s resta determinato il diametro
commerciale di una condotta in PEAD DN 50 mm (di =diametro interno = 40,8 mm) per il convogliamento di acqua potabile a circa 15 C .

La cadente piezometrica J =

H
, pari al rapporto tra la perdita di carico
L

H e la lunghezza L della

condotta, correlata alle grandezze caratteristiche del moto, della condotta e del fluido dalla formula di Darcy-Weisbach :

J =

V 2
2 gD

V velocit media
D diametro tubazione
coefficiente di attrito o di resistenza, funzione del numero di Reynolds e della scabrezza
della parete del condotto.

Le tubazioni in PEAD si comportamento idraulicamente come un tubo estremamente liscio, anche


dopo anni di esercizio. Il coefficiente dipende sia dalla scabrezza e sia dal Numero di Reynolds
Re secondo l'espressione implicita di Colebrook
2 , 51

= 2 log
+

3
,
71
D

Re

Nella seguente Tabella sono riportati i valori delle perdite di carico determinate sia con la formula
di Colebrook che con quella semplificata di Blasius : 0 = 0,3164 Re0,25
valida per numeri di Reynold Re 105 .
Per

stato assunto il valore di 0,007 mm, adottato della DVGW (Deutscher Verein von Gas un

Wasserfachmannern).
I valori di J e H , nelluno e nellaltro caso, risultano pressoch coincidenti.
Tabella
Portata
L (m)
Q (l/s)
PEAD
d i (mm)
V (m/s)

30
590
0,50

J
H (m)

34

t=15C

DN50

40,8
0,38

Colebrook

Re

litri/min

Blasius
1,14E-06
13687

Re

13687

0,0292

0,007
0,0288
0,00526
3,10

J
H (m)

0,00534
3,15

Costruzioni Idrauliche

Oltre alle formule riportate, il moto uniforme in regime turbolento altres interpretato correttamente con formule pratiche di origine empirico-sperimentale. La prima e pi nota quella dovuta
a Chzy (1776)
(8)

V = RJ

la funzione

, coefficiente di resistenza [m0,5/s], dipendente sia dalle caratteristiche fisiche e ge-

ometriche della parete a contatto del fluido, rese attraverso il parametro "coefficiente di scabrezza", sia dal raggio idraulico R.

Nelle applicazioni, per

Bazin (1897):

Kutter (1869) : =

Manning (1890): =

viene di regola fatto riferimento alle seguenti espressioni:

87

1+
R
100
m
1+
R
1 1/6
R
n

Strickler (1923)

= k R1 / 6

Le prime due relazioni forniscono risultati inattendibili in presenza di tubazioni caratterizzate da


scabrezza molto bassa. La relazione di Manning, analoga per struttura a quella di Gauckler-Strickler
(k = 1/n), non ha limitazioni ed incontra il favore nelle applicazioni sia per la semplicit della formulazione (funzione di potenza) sia per la vasta massa di dati sperimentali che hanno portato alla
determinazione dei valori numerici del coefficiente di scabrezza n.
Nella Tabella V sono riportati i valori consigliati da vari Autori per i vari coefficienti di scabrezza per
tubazioni realizzate con differenti materiali.

Nel caso di tubazioni circolari ha un largo impiego la formula di Manning-Strickler, dedotta dalla
formula di Chzy:

Q = k R 2 / 3 J1 / 2

(9)

con le dovute sostituzione, ricordando che nelle sezioni circolari il raggio idraulico R =

D
la (9) si
4

riconduce alla nota espressione della cadente piezometrica per condotte circolari :
J = 10,2936 Q2 k 2 D 5,33

Costruzioni Idrauliche

(10)

Progetto Acquedotto

35

Tabella V Valori dei coefficienti di scabrezza per condotte

In un sistema semplice di adduttore unicursale, raffigurato nella Figura 1, risultano noti, generalmente: la portata Q, la lunghezza L, le quote di sfioro dei serbatoi S ed A e, pertanto, il dislivello
piezometrico H ed il valore del coefficiente di scabrezza K del materiale della condotta in uso corrente o condizione di tubo usato; resta incognito il diametro D che , esplicitando la [9] in fun-

zione del diametro D si scrive:


1

10,2936 k 2 Q2L
5,33
D=

(10)

il quale risulter , di norma, teorico, ovvero non riscontrabile negli abachi o tabelle commerciali (ad
esempio la Tabella VI riporta le dimensioni standardizzate di tubazioni in acciaio ) .
Per la soluzione completa del problema dovranno determinarsi i valori di due diametri DX e DY, rispettivamente immediatamente maggiore ed immediatamente minore del diametro teorico, di lun36

Costruzioni Idrauliche

Tabella II

ghezze LX e LY tali che LX+LY=L

e perdite di carico

relazioni :
L=LX+LY

HX e

HY (Figura 3), tali da soddisfare le

H = HX + HY

Figura 3. Sistema semplice di adduttore unicursale

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

37

ESEMPIO n.2

Determinare la serie di diametri commerciali di una condotta di acciaio che deve trasferire una
portata di 55 l/s da un serbatoio a quota 275 m s.m. ad un altro con quota sfioro 225 m s.m. diH
275 225
stanti tra loro 5,750 km . La cadente piezometrica teorica risulta J =
=
= 0,0087
L
5750
H = 50,00
k= 80
J=

0,00870

L= 5750,00

Dt=

Q= 0,055

m /s

[cm ] V [m/s]

DN[250]

0,262

[X]

538

1,0223

DN[200]

0,209

[Y]

343

1,6035

0,245

J[X]=

0,00613

X=

4720,43 m

28,94 m

J[Y ]=

0,02045

Y=

1029,57 m

21,06 m

L=

5750,00 m

H=

50,00 m

Stabiliti i diametri commerciali e le relative lunghezze,


nella condizione di Tubi usati, si determinano le perdite

di carico nella condizione di


Tubi nuovi

H =
k= 95

50,00 m

L=

5750,00 m

Q=

0,055 m /s

[cm ] V [m/s]

DN[250]

0,262

538

1,0223

DN[200]

0,209

343

1,6035

h=

14,54

J[2 5 0 ]=

0,00435

X=

4720,43 m

20,52 m

J[2 0 0 ]=

0,01450

Y=

1029,57 m

14,93 m

L=

5750,00 m

H'=

35,46 m

Pertanto dovr essere utilizzata una valvola regolatrice di carichi per dissipare il carico di 14,54 m.

38

Costruzioni Idrauliche

ESEMPIO n.3

Determinare la distribuzione delle portate nel sistema di condotte, in servizio corrente (coefficiente
di scabrezza di Strickler k=80) riportato in figura

Dati :

H = 17 m

L1 = 1140 m
L2 = 750 m

D0= 312 mm
D1 =209 mm

L3 = 680 m
L4 = 930 m

D2 =160 mm

Q0 = Q1 + Q2

H= H1+H2+H3 = 17 m dovr essere uguale percorrendo il

La perdita di carico complessiva

tratto 1-2 sia monte che di valle pertanto :


10,2936Q

10,2936Q

(
(

)
)

2
2 5,33
D
k 2 L1 + L 4 + 10,2936 Q1
D15,33 k 2 L2 = H
0 0
5,33
2 5,33
D
k 2 L1 + L 4 + 10,2936 Q2
D2
k 2 L3 = H
0 0
2

[a]

Con le dovute sostituzioni


10,2936 Q2 0,3125,33 802 2070 + 10,2936 Q2 0,2095,33 802 750 = 17

1
0

5
,
33

2
10,2936 Q 0,312
80 2070 + 10,2936 Q2
0,160 5,33 80 2 680 = 17
0
2

1.653,92 Q2 + 5.070,71 Q2 = 17

1
0

2
1.653,92 Q + 19.095,75 Q2 = 17
0
2

19.095,75
Q1 =

5.070,71

[b]

Eguagliando 5.070,71 Q12 =19.095 Q22

0,5

Q2 = 1,94 Q2

Q0 = Q1 + Q2 = 2,94 Q2

sostituendo nella 2^ equazione del sistema [b]


10,2936 * 2,942 Q2
* 0,3125,33 * 802 * 2070 + 10,2936 Q2
* 0,1605,33 * 802 * 680 = 17
2
2
14.295,79 Q2
+ 19.095,75 Q2
= 17
2
2
inf ine
Q2 = 0,023 m3 / s

Costruzioni Idrauliche

Q1 = 0,045 m3 / s

Q0 = 0,068 m3 / s

Progetto Acquedotto

39

ESEMPIO n.4

Determinare la portata addotta da un sistema di condotte in acciaio in servizio corrente (k=90) costituito da una tubazione DN 300 [Di = 312 mm] lunga 3.200 m seguita da due tubazioni, poste in
parallelo, DN 150 [Di = 160 mm] e lunghe 37.600 m .
Al temine delle condotte si dovr avere un controcarico di 5 m di colonna dacqua.

Dallespressione generale della cadente piezometrica

Q1 = Q 2 + Q 3

L2 = L3

D2=D3

i=

V2
D 2g

Q2
D5

essendo ovviamente:

2=3 Q2=Q3 .

risulta

La perdita di carico complessiva H = 46,50-5,00 =41,50 m dovr essere uguale sia al termine
della condotta 2 e sia della condotta 3 . Pertanto possibile scrivere:
Q2
Q2
2
1 L +

1 5
1
2 5 L 2 = h
D
D2
1

Q1 = 2Q2

Q2 =

h
4

5
D1

L1 +

D5
2

ricordato che
L2

ed operate le opportune sostituzioni

4Q2
2

Q2
L 1 + 2 2 L 2 = h
5
D1
D5
2

i =

si ottiene

10,2936
2 0,33
k1
Di

Q2 = Q3 = 7 l / s

Q1 = 14 l / s

2.5 IL PROGETTO
Il progetto, la costruzione ed il collaudo delle tubazioni per acquedotto sono regolamentati dal Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 12/12/1985, riportato integralmente in Appendice e di
cui nel seguito si evidenziano alcuni tratti.

0.1 Definizione
Ai fini della presente normativa definito con il termine "tubazioni" il complesso dei tubi, dei giunti e dei pezzi
speciali costituenti l'opera di adduzione e/o di distribuzione di acqua ad uso potabile, agricolo, industriale e ad
usi multipli, ovvero I'opera di fognatura per la raccolta delle acque reflue ed il convogliamento all'impianto di
trattamento e al recapito finale.
40

Costruzioni Idrauliche

0.2 Oggetto della normativa


Con le presenti norme si stabiliscono i criteri da osservare nel progetto, nella costruzione e nel collaudo delle
tubazioni, come definito nel precedente punto 0.1. e degli elementi che le costituiscono (tubi, giunti, pezzi speciali). Sono esclusi dall'oggetto della presente normativa i procedimenti di progettazione, costruzione e controllo di
produzione dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali in quanto singoli manufatti, prodotti in serie, con processi industriali ovvero, su ordinazione, fuori o in cantiere, con sistemi di prefabbricazione.
1.1 Progetto
Il progetto deve comprendere i seguenti elementi essenziali:
a) la caratterizzazione fisica, chimica, sanitaria dei fluidi da trasportare, documentata mediante rilievi e
prove;
b) la caratterizzazione geologica e geotecnica dei terreni interessati dal tracciato delle tubazioni, documentata
dai risultati di indagini da condursi nel rispetto della vigente normativa riguardante le indagini sui terreni e
sulle rocce ed i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione l'esecuzione ed il collaudo delle opere di
sostegno delle terre e delle opere di fondazione.
c) I'esame dei diversi possibili schemi idraulici di funzionamento delle opere e loro modificazioni prevedibili
nel tempo, documentati ai fini della scelta del proporzionamento idraulico e statico delle tubazioni.
d) I'analisi delle situazioni ambientali, in quanto elementi vincolanti nello studio del tracciato e del profilo
delle tubazioni.
Sulla base dei suindicati elementi deve essere espressa in forma circostanziata la scelta dei tipi di tubazioni e
delle corrispondenti caratteristiche concernenti diametri interni, spessori, classi di impiego, giunti pezzi speciali
ed appoggi.
Il progetto deve comprendere, inoltre, lo studio dei seguenti aspetti: funzionalit e razionalit di costruzione e
di esercizio delle nuove opere nel contesto esistenti e/o in quello previsto in tempi di prossimo futuro; compatibilit con la presenza attuale e/o prevista e/o prevedibile di altre infrastrutture di servizio, con particolare riferimento alla esigenza di sicurezza e di esercizio; rispetto delle esigenze urbanistiche, ambientali e/o archeologiche, in rapporto anche a fondata previsione di modificazioni future e, per le reti fognanti, rapporto agli obiettivi di qualit da conseguire e da tutelare del corpo ricettore. Il progetto deve dimostrare l'affidabilit di comportamento delle tubazioni nelle diverse fasi della costruzione dell'opera e nel previsto periodo dell'esercizio.
L'affidabilit dell'opera progettata, che riguarda il grado di sicurezza statica, di resistenza alla corrosione, di
conservazione delle caratteristiche idrauliche, di integrit nella tenuta e di continuit nel servizio, deve risultare nella forma documentata adeguata, in particolare esplicitando le debite considerazioni a riguardo dei controlli sui materiali e sui tubi che vengono effettuati nello stabilimento e nel cantiere di prefabbricazione, secondo metodologie note e/o specifiche tecniche e dei controlli in sito lungo i tracciati prescelti.
In realt la progettazione di qualsiasi opera pubblica si articola in tre livelli

Preliminare

Definitivo

Esecutivo

La Legge Quadro sui Lavori Pubblici vigente, la cosiddetta MERLONI Ter, regola lattivit di progettazione all'Art.16:

Articolo 16 : Attivit di progettazione


1. La progettazione si articola, nel rispetto dei vincoli esistenti, preventivamente accertati, e dei limiti di spesa
prestabiliti, secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed esecutiva, in
modo da assicurare:
a) la qualit dellopera e la rispondenza alle finalit relative;
b) la conformit alle norme ambientali e urbanistiche;
c) il soddisfacimento dei requisiti essenziali, definiti dal quadro normativo nazionale e comunitario.
2. Le prescrizioni relative agli elaborati descrittivi e grafici contenute nei commi 3, 4 e 5 sono di norma necessarie per ritenere i progetti adeguatamente sviluppati. Il responsabile del procedimento nella fase di progettazione qualora, in rapporto alla specifica tipologia ed alla dimensione dei lavori da progettare, ritenga le prescrizioni di cui ai commi 3, 4 e 5 insufficienti o eccessive, provvede a integrarle ovvero a modificarle.
3. II progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze
da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della
Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

41

scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle eventuali soluzioni possibili, anche con riferimento ai profili ambientali e allutilizzo dei materiali provenienti dalle attivit di riuso e riciclaggio, della sua
fattibilit amministrativa e tecnica, accertata attraverso le indispensabili indagini di prima approssimazione, dei
costi, da determinare in relazione ai benefici previsti, nonch in schemi grafici per lindividuazione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare; il progetto
preliminare dovr inoltre consentire lavvio della procedura espropriativa.
4. Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri,
dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni ed approvazioni. Esso consiste in una relazione descrittiva
dei criteri utilizzati per le scelte progettuali, nonch delle caratteristiche dei materiali prescelti e
dellinserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale ove previsto; in disegni generali
nelle opportune scale descrittivi delle principali caratteristiche delle opere, delle superfici e dei volumi da realizzare, compresi quelli per lindividuazione del tipo di fondazione; negli studi ed indagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura ed alle caratteristiche dellopera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli impianti; in un disciplinare descrittivo degli elementi prestazioni, tecnici ed economici previsti in progetto nonch
in un computo metrico estimativo. Gli studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico,
sismico, agronomico, biologico, chimico, i rilievi e i sondaggi, sono condotti fino ad un livello tale da consentire
i calcoli preliminari delle strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo, metrico estimativo.
5. Il progetto esecutivo, redatto in conformit al progetto definitivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare ed il relativo costo previsto e deve essere sviluppato ad un livello di definizione tale da consentire che
ogni elemento sia identificabile in forma, tipologia, qualit, dimensione e prezzo. In particolare il progetto costituito dallinsieme delle relazioni, dei calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti e degli elaborati grafici
nelle scale adeguate, compresi gli eventuali particolari costruttivi, dal capitolato speciale di appalto, prestazionale o descrittivo, dal computo metrico estimativo e dallelenco dei prezzi unitari. Esso redatto sulla base degli
studi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali ulteriori studi ed indagini, di dettaglio o di
verifica delle ipotesi progettuali, che risultino necessaire e sulla base di rilievi planoaltimetrici, di misurazioni e
picchettazioni, di rilievi della rete dei servizi del sottosuolo. Il progetto esecutivo deve essere altres corredato
da apposito piano di manutenzione dellopera e delle sue parti da redigersi nei termini, con le modalit, i contenuti, i tempi e la gradualit stabiliti dal regolamento di cui allarticolo 3.
2.5.A. Progetto Preliminare e Definitivo
Lo studio del tracciato molto complesso non essendo codificati criteri di validit oggettivi per operare una scelta, tra le varie possibili, che realizzi nel contempo funzionalit, efficienza, economicit, gestione e la durata dell'opera.
Sono generalmente noti la posizione e la quota della presa e la posizione e le quote dei punti di
consegna dell'acqua, coincidenti questi ultimi con i serbatoi di compenso o con le torri piezometriche di disconnessione. Ulteriori elementi a supporto della scelta sono la minimizzazione dello sviluppo del tracciato e contemporaneamente del numero degli attraversamenti di strade, ferrovie e
corsi d'acqua. Altro elemento, costituente vincolo per assicurare la durata dell'acquedotto, la ricerca di tracciati su terreni sicuramente stabili o, nella necessit di dover attraversare zone soggette a movimenti franosi, la individuazione di sedi di maggiore affidabilit, quali linee di cresta e di
massima pendenza dei versanti. Nella scelta del tracciato notevole importanza riveste la vicinanza
di vie di comunicazione. Questa situazione, oltre a facilitare le fasi di realizzazione dell'opera agevolando il trasporto dei materiali, facilita le operazioni di manutenzione e controllo durante l'esercizio dello acquedotto.
Utilizzando quale supporto progettuale le tavolette IGMI 1:25.000 (Figura 3) verranno riportate,
sulla carta, dal punto di partenza e di arrivo,

pi tracciati e realizzati i corrispondenti profili resi in

scala 1:2500 per le ordinate ed 1:25000 per le ascisse (Figura 4).

42

Costruzioni Idrauliche

Figura 3. Planimetria su cartografia IGMI 1:25.000 (riduzione 50%)

Sulla base dei valori delle portate da addurre, noti i tracciati, si proceder ad un dimensionamento
speditivo dei diametri delle condotte ed al successivo tracciamento delle linee piezometriche, nella
doppia condizione di tubazioni nuove od usate 4. La collocazione di queste rispetto al profilo del terreno consentir di verificare che in nessun punto del tracciato la pressione in condotta scenda al di
sotto di 10 15 m di colonna d'acqua.

Figura 4. Profilo longitudinale L=1:25.000 h= 1:2500 (riduzione 50%)


4

Questo qualora il materiale o il rivestimento delle tubazioni si deteriori con il passare del tempo

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

43

Contemporaneamente si verificher che la pressione massima in condotta risulti compatibile con il


tipo di tubazione e di giunto prescelti per la realizzazione dell'acquedotto. Poich con l'aumentare
del valore della pressione aumentano i pericoli di perdite, aumentano i costi delle apparecchiature e
delle saracinesche .
Di seguito verranno posizionati:

sfiati e scarichi rispettivamente in corrispondenza dei punti di massimo e minimo relativi;

valvole di riduzione e/o regolazione dei carichi

Infine concorrono alla stesura del Progetto Definitivo:


1.
2.
3.
4.
5.
5.1

Relazione e calcoli
Corografia in scala 1:25.000
Disegni dei profili resi in scala 1:2500 per le ordinate ed 1:25000 per le ascisse.
Disegni delle opere darte
Preventivo sommario di costo delle opere comprensivo di :
Fornitura e posa in opera delle tubazioni, compreso scavo, riporto ed eventuali rifacimenti delle
pavimentazioni:
5.2. Costo delle opere darte
5.3 Costo di eventuali apparecchiature
5.4 Costo di eventuali impianti di sollevamento
5.5 Indennizzi per espropri ed eventuali servit
5.6 Preventivo dei costi di gestione di eventuali impianti di sollevamento.
B. Progetto Esecutivo

Una volta approvato il progetto definitivo, su una cartografia a scala ampia (quali gli aereofotogrammetrici

in scala 1:2000 1:5000) viene verificato e precisato il tracciato con opportuni ri-

lievi topografici, estesi su unampia fascia a cavallo di questo (Figura 5), associati ad annotazioni
fotografiche (Figura 6). Rilevate ed apportate tutte le varianti del caso consigliabile, prima della
stesura del profilo, verificare, sulla cartografia catastale (Figura 7), che il tracciato segua, quanto
pi possibile, i confini delle particelle in modo da limitare la frammentazione della propriet fondiaria con conseguenti incrementi di costo per le operazioni di esproprio.

Figura 5. Aereofotogrammetrico: scala 1:4000 (riduzione 75%)

44

Costruzioni Idrauliche

Figura 6. Annotazioni fotografiche su punti caratteristici del tracciato

Figura 7. Stralcio Planimetria Catastale : scala 1:4000 (riduzione 75%)

Infine verr eseguito il profilo longitudinale (con tutte le indicazioni contenute nella Figura 8) reso
in scala uguale alla planimetria per le ascisse mentre per le ordinate , generalmente , dieci volte
maggiore.

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

45

Figura 8. Profilo Longitudinale scala L=1:4000 h=1:400

Generalmente lacquedotto non segue rigidamente il profilo del terreno ma, se ne discosta ogni
qual volta che, per particolari condizioni, risulti conveniente approfondire lo scavo in modo da mantenere una livelletta costante o per ridurre al minimo punti di minimo e massimo relativi, con conseguente risparmio per la realizzazione di scarichi e sfiati. Andranno definiti con precisione le posizioni planimetriche ed altimetriche delle opere darte, attraversamenti (fiumi, strade, ferrovie, ecc.)
serbatoi e torrini piezometrici, lubicazione ed il dimensionamento di eventuali blocchi di ancoraggio.
Anche nella stesura del Progetto Esecutivo occorrer redigere
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.

46

Relazione e calcoli
Corografia in scala 1:25.00010.000
Planimetria quotata in scala 1:2.0005.000
Disegni dei profili resi in scala 1:2000 5000 per le ascisse e 10x per le ordinate
Disegni delle opere darte
Computo metrico estimativo e preventivo delle spese di gestione
Capitolato Speciale dAppalto e relativo Elenco Prezzi Unitari
Disciplinari per la richiesta di offerte per eventuali macchinari ed apparecchiature
Piano Particellare di Esproprio

Costruzioni Idrauliche

2.6. LA POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI


Dal Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 12/12/1985 si rileva:

3.2 Il carico, il trasporto e lo scarico dei tubi


Il carico, il trasporto, lo scarico e tutte le manovre in genere, dovranno essere eseguiti con la maggiore cura
possibile adoperando mezzi idonei a seconda del tipo e del diametro dei tubi ed adottando tutti gli accorgimenti
necessari al fine di evitare rotture, crinature, lesioni o danneggiamenti in genere ai materiali costituenti le tubazioni stesse ed al loro eventuale rivestimento. Pertanto si dovranno evitare urti, inflessioni e sporgenze eccessive, strisciamenti, contatti con corpi che possano comunque provocare deterioramento o deformazione dei tubi.
Nei cantieri dovr predisporsi quanto occorra (mezzi idonei e piani di appoggio) per ricevere i tubi, i pezzi speciali e gli accessori da installare.
3.3 L'accatastamento dei tubi
L'accatastamento dovr essere effettuato disponendo i tubi su un'area piana e stabile, protetta al fine di evitare
pericoli di incendio, riparata dai raggi solari nel caso di tubi soggetti a deformazioni o deterioramenti determinati da sensibili variazioni termiche. La base delle cataste dovr poggiare su tavole opportunamente distanziate
o su predisposto letto in appoggio. L'altezza sar contenuta entro i limiti adeguati ai materiali ed ai diametri,
per evitare deformazioni nelle tubazioni di base e per consentire un agevole prelievo. I tubi accatastali dovranno
essere bloccati con cunei onde evitare improvvisi rotolamenti; provvedimenti di protezione dovranno, in ogni
caso, essere adottati per evitare che le testate dei tubi possano subire danneggiamenti di sorta.
Per tubi deformabili le estremit saranno rinforzate con crociere provvisionali.
3.4 Il deposito dei giunti, delle guarnizioni e degli accessori
I giunti, le guarnizioni, le bullonerie ed i materiali in genere, se deteriorabili, dovranno essere
depositati, fino al momento del loro impiego, in spazi chiusi, entro contenitori protetti dai raggi solari o da sorgenti di calore, dal contatto con olii o grassi e non sottoposti a carichi.
3.5 Lo sfilamento dei tubi
I tubi dovranno essere sfilati lungo il tracciato seguendo i criteri analoghi a quelli indicati per lo scarico ed il
trasporto evitando pertanto qualsiasi manovra di strisciamento . Nel depositare i tubi sul ciglio dello scavo
necessario curare che gli stessi siano in equilibrio stabile per tutto il periodo di permanenza costruttiva.
3.6 La posa in opera
Prima della posa in opera i tubi, i giunti ed i pezzi speciali dovranno essere accuratamente controllati; quelli
che dovessero risultare danneggiati in modo tale da compromettere la qualit o la funzionalit dell'opera dovranno essere scartati e sostituiti. Nel caso in cui il danneggiamento abbia interessato soltanto l'eventuale rivestimento si dovr procedere al suo rispristino.
Per il sollevamento e la posa dei tubi in scavo, in rilevato o su appoggi, si dovranno adottare gli stessi criteri
usati per le operazioni precedenti, con l'impiego di mezzi adatti a seconda del tipo e del diametro, onde evitare il
deterioramento dei tubi ed in particolare delle testate e degli eventuali rivestimenti protettivi.
Nell'operazione di posa dovr evitarsi che nell'interno delle condotte penetrino detriti o corpi estranei di qualunque natura e che venga comunque danneggiata la loro superficie interna. La posa in opera dei tubi sar effettuata sul fondo del cavo spianato e livellato, eliminando ogni asperit che possa danneggiare tubi e rivestimenti.
Ove si renda necessario costituire il letto di posa o impiegare per il primo rinterro materiali diversi da quelli
provenienti dallo scavo, dovr accertarsi la possibile insorgenza di fenomeni corrosivi adottando appropriate
contromisure. In nessun caso si dovr regolarizzare la posizione dei tubi nella trincea utilizzando pietre o mattoni od altri appoggi discontinui.
Il piano di posa dovr garantire una assoluta continuit di appoggio e, nei tratti in cui si temano assestamenti,
si dovranno adottare particolari provvedimenti quali: I'impiego di giunti adeguati, trattamenti speciali del fondo
della trincea o, se occorre, appoggi discontinui stabili, quali selle o mensole. In quest'ultimo caso la continuit
di contatto tra tubo e selle sar assicurata dalI'interposizione di materiale idoneo.
Nel caso specifico di tubazioni metalliche dovranno essere inserite, ai fini della protezione catodica, in corrispondenza dei punti d'appoggio, membrane isolanti.
Per i tubi costituiti da materiali plastici dovr prestarsi particolare cura ed attenzione quando le manovre di cui
ai punti 3.2, 3.3, 3.4, 3.5, dovessero effettuarsi a temperature inferiori a 0C, per evitare danneggiamenti.
I tubi che nell'operazione di posa avessero subito danneggiamenti dovranno essere riparati cos da ripristinarne
la completa integrit, ovvero saranno definitivamente scartati e sostituiti, secondo quanto precisato nel primo
capoverso.

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

47

Dunque le tubazioni vengono di norma posate allinterno di trincee, appositamente scavate, con
una larghezza alla base B pari la diametro nominale DN della condotta con un margine, per ciascun
lato di 2030 cm. Nel caso di due tubazioni affiancate la somma delle larghezze B1 e B2 delle singole tubazioni viene generalmente ridotto mantenendo una distanza minima tra le due tubazioni di
2030 cm (Figura 9).

Figura 9. Sezioni di scavo in terreno naturale

Linclinazione delle pareti dipende, ovviamente, dalle caratteristiche geotecniche del terreno, dalla
profondit dello scavo ed il tempo in cui lo scavo resta aperto. Tutti questi fattori incidono sulla sicurezza e pertanto quando necessario assicurare la stabilit delle pareti si proceder o ampliando
lo scavo, inclinando le pareti, o sostenendo le pareti con armature provvisorie in legno o metallo
(sbadacchi- Figura 10).

48

Costruzioni Idrauliche

Figura 10. scavo sostenuto da sbadacchi metallici

Per quanto attiene laltezza dello scavo , qualora non sussistano motivi particolari, non deve essere, generalmente, inferiore ad un metro in modo da mantenere termicamente isolata, dallambiente
esterno, la condotta. La massima altezza condizionata, oltre che da motivi di sostegno delle pareti e di quanto circonda lo scavo, dal peso del materiale di rinterro che potrebbe determinare uno
stato tensionale tale da superare le tensioni ammissibili del materiale della tubazione. I calcoli
statici delle tubazioni dovranno essere effettuati seguendo le indicazioni contenute nelle Norme
tecniche per le tubazioni oggetto del Decreto del Ministero dei LL.PP. del 12/12/1985 .

2.7. LE APPARECCHIATURE SPECIALI DELLE CONDOTTE IN PRESSIONE


Scarichi
Gli scarichi consentono, in caso di interruzione del flusso, la vuotatura delle condotte e, nel caso di
avvio o ripristino della funzionalit dell'adduttore, gli interventi di lavaggio. Quando per elevati dislivelli altimetrici si in presenza di scarichi profondi (carico idraulico sullo scarico di notevole entit) si realizzano scarichi di alleggerimento o a mezza costa, da azionare prima dell'apertura dello
scarico di fondo, procedendo, in tal modo, alla vuotatura del sifone per fasi successive.
Gli scarichi sono realizzati con un pezzo speciale a T con derivazione tangenziale a flangia. Sull'elemento derivato installata la saracinesca di intercettazione. Caratteristica saliente degli scarichi
di fondo la dimensione della saracinesca e del diametro della derivazione. Questo deve essere tale da ingenerare, durante lo scarico, velocit dell'acqua nei due rami di condotta convergenti nel
punto di scarico sufficiente all'asportazione di eventuali depositi non incrostanti e tale da non ingenerare fenomeni di instabilit alle condotte.
Il dispositivo di scarico deve essere installato entro apposito pozzetto realizzato, generalmente, in
muratura con sovrastante soletta di copertura, in cls armato, forata in corrispondenza della botola
di ingresso protetta da chiusino di ghisa. A seconda della posizione del pozzetto il chiusino sar a
filo strada ovvero sopraelevato dal piano di campagna; negli acquedotti di montagna il raccordo tra
chiusino e soletta pu arrivare anche da elevate altezze per rilevare il pozzetto in presenza di manto nevoso. Un opportuno sistema di evacuazione della portata scaricata garantisce lisolamento tra
linterno del pozzetto e lambiente esterno. La tubazione viene sorretta da blocchi reggispinta localizzati in corrispondenza della saracinesca (Figura 11).

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

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Figura 11. Pozzetto di scarico

Sfiati
Gli sfiati sono caratterizzati da un doppio funzionamento:
1. durante le fasi transitorie di riempimento o vuotatura del sistema assolvono il compito dell'evacuazione o all'ingresso dell'aria in condotta;
2. durante lesercizio dellacquedotto devono consentire lo smaltimento di aria, in quantit sensibilmente minore che nel primo caso, liberata naturalmente dall'acqua nel moto di avanzamento in condotta a seguito di aumento di temperatura e di variazione della pressione.
In presenza di adduttori caratterizzati da profili molto piatti, per assicurare il degasaggio delle tubazioni durante lesercizio,

si installano sfiati di linea, posti ad interasse di qualche centinaio di

metri, indipendentemente dalla presenza di punti di massimo relativo (Figura 12).

Figura 12. Profilo a denti di sega

In caso di valico quando la quota piezometrica risulta di poco superiore alla quota del terreno
(810 m), possibile realizzare lo sfiato di tipo libero; questo realizzato inserendo nella condotta
un pezzo speciale a T flangiato, con tronco di diramazione ortogonale allasse della condotta e diametro inferiore a quello delladduttore diretto verso l'alto ed elevato fino a superare la quota piezometrica. Il dispositivo, contenuto entro una struttura muraria con funzione di sostegno e di protezione, preserva la condotta da impreviste sopraelevazioni di pressione dovute ad ostruzioni

50

Costruzioni Idrauliche

delladduttore o a chiusure accidentali di saracinesche di linea 5; in tal caso si avr uscita di acqua
dallo sfiato libero , recuperata dalla canna discendente collegata allo scarico. (Figura 13).

Figura 13. Sfiato libero

Quando , nei punti di valico o a massime quote relative, la quota piezometrica risulta superiore di
10 m rispetto alla quota del terreno, necessario realizzare sfiati in pressione. Levacuazione o
lingresso di aria assicurata da apparecchi a funzionamento automatico collegati, tramite interposizione di saracinesca di intercettazione azionata nel caso di smontaggio o manutenzione dell'apparecchio, alla condotta con un pezzo speciale a T flangiato, con tronco di diramazione ortogonale
allasse della condotta e diametro inferiore a quello delladduttore principale (Figura 14).

Figura 14. Pozzetto di sfiato.

Questi sono costituiti da una cassa metallica al cui interno alloggiato un galleggiante sferico realizzato in acciaio rivestito di elastomero o in acciaio Inox (Figura 15) .

generalmente da evitare.

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

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Figura 15. Sfiato in pressione semplice

Il funzionamento del dispositivo legato all'equilibrio di tre forze :


1. la forza peso G del galleggiante, invariante, verticale ed orientata verso il basso;
1. la spinta sul galleggiante, invariante, correlata alla pressione p agente entro la cassa, con
risultante, nella direzione verticale, orientata verso l'alto, di intensit pari a

p A

con A area

della luce del foro di uscita dell'aria dalla cassa;


3. la spinta di galleggiamento, in quanto corpo parzialmente immerso in acqua,

con risultante

nella direzione verticale, orientata verso l'alto, di intensit pari a V con , peso specifico
dell'acqua e V volume immerso.
Nella condizione di sfiato chiuso si ha

pA+ V>G

Al progressivo accumulo di aria nella cassa corrisponde progressivo abbassamento del livello idrico
nella stessa e correlata riduzione del valore del volume immerso V.
Raggiunta la condizione

pA + V = G si in incipiente apertura dello sfiato.

L'arrivo di ulteriori quantitativi di aria causa il disequilibrio del sistema con conseguente abbassamento del galleggiante, apertura della luce di comunicazione con lesterno ed immediata fuoriuscita
di aria. Il galleggiante, soggetto a nuova incrementata spinta di galleggiamento, si porta ad occludere la luce, evitando la fuoriuscita di acqua e dando inizio ad una successiva fase di accumulo di
aria.
Nel funzionamento in esercizio, per assicurare sensibilit al galleggiante, specie in presenza di elevate pressioni, richiesta una dimensione molto piccola alla luce di comunicazione con lesterno.
Detta condizione contrasta con la necessit di assicurare una ampia luce per il passaggio di aria
nelle fasi di riempimento e vuotatura della condotta. La combinata funzione richiesta allo sfiato viene conseguita ricorrendo all'adozione di apparecchiature con doppia luce, una ampia ed una piccola, e doppio galleggiante.
La luce ampia, unitamente alla luce piccola, attiva unicamente nelle fasi 1 e 3 rispettivamente di
riempimento e vuotatura delle condotte

mentre, durante lesercizio ordinario,

allo smaltimento

dellaria unitamente a quantit limitatissime di acqua provvede lo spillo collocato nella parte superiore della cassa (Figura 16).

52

Costruzioni Idrauliche

Figura 16 . Sfiato in pressione a doppio galleggiante.

Valvole regolatrici dei carichi


Il valore massimo delle perdite di carico si ha in corrispondenza del vettoriamento della portata di
progetto o a tubi usati. Per stati di transizione, Q < Qprogetto o nella condizione di tubazioni nuove, la riduzione delle perdite genera tratti di moto "a canaletta" con risalto idraulico intubato, depressioni in condotta, trascinamento di aria, insorgere di moti pulsanti

Figura 17 . Posizionamento delle valvole regolatrici di carico

Nella Figura 18 sono riportati alcuni tipi di valvole riduttrici di pressione:


Tipo a stella: ampiamente impiegata nel campo acquedottistico. Il dispositivo di dissipazione

realizzato con due dischi sovrapposti ed ortogonali al flusso, entrambi forati, luno fisso e laltro
mobile, rotante intorno allasse comune. Al variare della posizione relativa del disco mobile rispetto
a quello fisso, varia larea delle luci libera al flusso, con aumento o diminuzione delle perdite localizzate. La valvola a stella dissipa al massimo 40 m di carico.

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

53

Tipi ad auto-azione: il dispositivo di regolazione pu essere realizzato con un sistema di leve e

contrappeso o con sistemi di molle esterne che agiscono su un otturatore a doppia sede o con otturatori a forma di fuso il cui movimento controllato da guide e regolato con molle tarate.

I valori

dei carichi dissipabili sono rilevati dalle caratteristiche tecniche di ciascun tipo.

Figura 18. Valvole regolatrici dei carichi

La tradizione acquedottistica indica le seguenti regole per la corretta localizzazione, lungo il profilo
di un acquedotto, delle valvole di regolazione dei carichi:
la linea piezometrica a tubi nuovi, o corrispondente alla portata minima, condizionata dalla
presenza delle valvole regolatrici, deve incontrare la linea piezometrica a tubi usati, o di regime
per la massima portata
a) nei punti estremi della condotta
b) sulle verticali passanti per i punti di sfiato libero
c) sulle verticali passanti per i nodi di diramazione

In tutte queste sezioni la quota piezometrica deve essere mantenuta invariata durante tutta la vita
tecnica dell'acquedotto;
verso monte dei punti e delle sezioni predetti, la linea piezometrica di minima pendenza deve
proseguire senza discontinuit fino ad incontrare l'asse della condotta o, meglio, la linea parallela all'asse e distante da questo almeno 5 m. In corrispondenza dell'intersezione va istallata la
valvola regolatrice dei carichi;
verso valle dei punti e delle sezioni predetti, la linea piezometrica di minima pendenza deve
proseguire senza discontinuit fino ad incontrare la verticale passante per una valvola regolatrice posizionata secondo il criterio indicato.
In presenza di tubazioni che denunciano progressivo incremento della scabrezza, quindi, necessario provvedere, di tempo in tempo, attraverso osservazioni manometriche, all'aumento del grado
di apertura delle valvole regolatrici in modo da compensare l'aumento delle perdite di carico ripartite. In presenza di tubazioni non soggette ad invecchiamento, la manovra sulle valvole regolatrici
va effettuata solo a seguito di variazione della portata vettoriata.
Per la regolazione dei carichi non devono essere utilizzate saracinesche del tipo a ghigliottina funzionanti parzialmente aperte. Tale tipo di funzionamento d luogo ad inconvenienti quali cavitazione, perdita di tenuta dei giunti, che portano come conseguenza una rapida usura delle saracinesche stesse.

Partitori a superficie libera ed in pressione


Nei nodi di diramazione si realizza la ripartizione della portata in pi parti. Quando, in corrispondenza della diramazione, la quota piezometrica prossima alla quota del piano campagna, sussistono le condizioni per realizzare partitori del tipo a superficie libera (Figura 19).
La misura delle portate ripartite effettuata con stramazzi a superficie libera. Le vasche di carico
poste a valle degli stramazzi sono dotate di dispositivi di scarico, di sfioro e di presa analoghi a

54

Costruzioni Idrauliche

quelli descritti per i manufatti di captazione da sorgenti. Il dispositivo assicura la regolarit della
ripartizione della portata ed poco sensibile a manomissioni.

Figura 19. Partitore a superficie libera

Nei nodi di diramazione in presenza di carico piezometrico pi o meno elevato i valvolismi necessari per la realizzazione della ripartizione delle portate vengono raccolti in un unico pozzetto interrato; in luogo degli sfiati liberi vengono posti in opera sfiati in pressione, se i rami derivati procedono con tracciato declive, o scarichi, se i rami derivati procedono con tracciato acclive.
Nella Figura 20 le tipologie riprodotte danno unindicazione di come possa essere variabile la composizione dei vari elementi a seconda sia della posizione delle diramazione rispetto alladduttore
principale e sia se necessario introdurre valvole regolatrici dei carichi.

Figura 20 . Partitori in pressione

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

55

Nella seguente Figure 21

sono illustrate larea picchettata, lo scavo ed il magrone di fondazione,

le armature ed i casseri, le asole di passaggio delle tubazioni mentre nella Figura 22 sono riprodotti i disegni esecutivi delle armature del partitore N1 ( vedi planimetria Figura 5) .

Figura 21. Partitore in pressione in fase di realizzazione

Figura 22. Armature di pareti e soletta di copertura di un partitore in pressione

56

Costruzioni Idrauliche

Saracinesche e valvolismi di intercettazione


Nei pozzetti di scarico e sfiato e nei nodi di diramazione sono presenti apparecchiature, dette saracinesche, che consentono di intercettare le portate. I dispositivi di pi frequente impiego in acquedottistica sono ad apertura totale , lotturatore viene richiamato nella parte superiore del corpo
della saracinesca liberando totalmente la luce corrispondente alla sezione della condotta corrente.
Una saracinesca composta da un corpo cavo, realizzato con tre elementi amovibili, entro il quale
trova sede l'elemento di tenuta o otturatore, a forma di cuneo o ghigliottina , movimentato da accoppiamento boccola-vite senza fine. L'ingombro delle saracinesche sempre notevole. Risultano
alte, infatti, mediamente tre volte il diametro della tubazione sulla quale vanno inserite.
Tutti i valvolismi con giunzione a flangia vanno assemblati alle tubazioni con interposto giunto di
smontaggio che pu correggere sia il non perfetto allineamento tra tubo e la saracinesca e sia la
tolleranza tra le flange di accoppiamento. La posa in opera deve essere realizzata entro appositi
pozzetti o camere di ispezione in quanto la posa interrata non garantisce efficienza nel tempo al
giunto realizzato con bulloni serrati.
Il corpo delle saracinesche viene realizzato in ghisa o acciaio con getto entro forme fisse. Le caratteristiche di forma del corpo (piatto, ovale, cilindrico), gli spessori ed il peso delle saracinesche dipendono dalle pressioni di esercizio caratteristiche della condotta nella quale previsto l'inserimento. Nella Figura 23 sono raffigurate le sezioni di saracinesche di intercettazione del tipo a lente o
ghigliottina.

Figura 23. Saracinesche a corpo piatto, ovale, cilindrico

La protezione alla corrosione del corpo della saracinesca, affidata ad emulsioni bituminose e vernici al minio, spesso si rileva insufficiente per lambiente particolarmente aggressivo che viene ad
instaurarsi allinterno dei pozzetti causa le inevitabili perdite (Figura 24).

Figura 24. Particolari saracinesche di regolazione e tubazioni allinterno di pozzetti

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

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Una protezione ottimale contro la corrosione realizzato


con rivestimento sia interno che esterno con vernici a base
di polveri epossidiche con spessore minimo di 150 micron
mentre la lente interna realizzata in ghisa sferoidale rivestita con elastomero (Figura 25).

Figura 25 . Saracinesca tipo EURO 20

Nelle Figure 26 e 27 sono riportate la vista e la sezione di


valvole di intercettazione a farfalla rispettivamente del tipo flangiato e del tipo a wafer, utilizzate
su condotte di medio e grande diametro. Queste valvole, caratterizzate da limitato ingombro, sono
realizzate da un elemento di intercettazione, diaframma, la cui rotazione determina l'apertura e la
chiusura della valvola. L'asse di rotazione pu essere posizionato ortogonale-verticale od ortogonale-orizzontale rispetto all'asse del tubo.

Figura 26. Valvola a farfalla del tipo flangiata

Figura 27. Valvola a farfalla tipo Wafer

Le manovre di apertura e di chiusura sono semplici e richiedono un limitato impegno di potenza.


L'azione di trascinamento sul diaframma da parte della corrente nelle fasi di manovra va energicamente contrastata al fine di escludere variazioni brusche del grado di apertura, con conseguenti
sensibili aumenti della portata e sollecitazioni dinamiche nelle condotte correlate a transitori di mo-

58

Costruzioni Idrauliche

to vario elastico. Il diaframma della valvola, nella posizione di completa apertura, viene ad ostruire
la sezione libera della tubazione, ingenerando perdite di carico concentrate, peraltro di intensit
molto contenuta, nel caso di profilatura idraulica (lente piatta).
2.8. ATTRAVERSAMENTI
Il tracciato di un acquedotto nel suo sviluppo interferisce con organismi idrologici naturali, costituiti
dai corsi dacqua (canali artificiali, torrenti, fiumi), strade, metanodotti e linee ferroviarie. Per l'attraversamento di corsi d'acqua minori sufficiente incassare la tubazione in briglie di muratura o
cls (Figura 29).

Figura 29. Attraversamento di piccoli corsi dacqua

Per corsi dacqua o luci maggiori si ricorre, quando possibile, all'uso dei ponti viari esistenti, modificando a tal fine il tracciato degli acquedotti. In tale economica soluzione i tubi vengono posti in opera o sotto i marciapiedi o all'esterno della struttura viaria su appositi sostegni a sbalzo (Figura
30).

Figura 30

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

59

Nellimpossibilit di usufruire di strutture esistenti vengono realizzate strutture portanti in calcestruzzo armato (Figura 31) o strutture metalliche reticolari (Figura 32) o utilizzando il tubo come
trave continua

appoggiata (Figura 33 e 34) o come arco auto-portante (Figura 35) realizzando

strutture tubo-ponte ed infine attraversamenti del tipo a ponte strallato (Figura 36) e sospeso (Figura 37)

Figura 31. Attraversamento di un corso dacqua con trave cava in c.a., con allinterno due condotte.

Figura32. Attraversamento di un corso dacqua con struttura metallica reticolare

Figura 33 . Tubo ponte del tipo trave continua appoggiata


60

Costruzioni Idrauliche

Figura 34. Tubo ponte appoggiato su puntoni inclinati

Figura 35. Tubi-ponte ad arco

Figura 36 . Passerella strallata

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

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Figura 37 . Ponte sospeso

Gli attraversamenti stradali assumono importanza in relazione alla tipologia della strada e conseguentemente del traffico che essa sostiene. Pertanto lo scavo in trincea utilizzato quando possibile interrompere il traffico per tutto il tempo necessario per eseguire loperazione di taglio della
pavimentazione stradale, che dovr essere realizzato con adeguati macchinari in modo da garantire
luniformit del taglio ed evitare il danneggiamento della restante pavimentazione, scavare la trincea, disporre il letto di posa, effettuare la posa in opera della condotta, effettuare le prove di tenuta idraulica, rinterrare lo scavo e ripristinare la massicciata stradale (Figura 38) .

Figura 38. Successione delle varie lavorazione per un attraversamento in trincea

Alcune Amministrazioni prescrivono la posa in opera di controtubi, generalmente di PVC rinforzati


con rinfianco di calcestruzzo a 2,5 q. li di cemento, al cui interno verr infilata la condotta opportunamente isolata con collari, in materiale plastico, posti ad interasse non inferiore ad 1,5 m.
Lo scavo generalmente riempito con magrone di calcestruzzo cementizio a q.li 0.70 di cemento
per mc di inerte tranne gli ultimi 10 cm di pavimentazione che saranno ripristinati con conglomerato bituminoso. (7 cm di bynder + 3 cm di tappetino di usura).

Figura 35. Particolare costruttivo di attraversamento stradale in trincea

62

Costruzioni Idrauliche

Figura 36. Montaggio dei collari distanziatori

Prima del rinterro verr sigillata la condotta al controtubo con una guaina termorestringente.
Nel caso di particolari pavimentazioni, ad esempio selciati in porfido o in pietra, queste verranno
ripristinate secondo la primitiva configurazione .
Quando la interruzione del traffico improponibile, ad esempio superstrade ed autostrade, si ricorre a sistemi Trenchless (letteralmente senza scavo).
Per posare tubazioni flessibili per diametri fino a 500 mm e per tratte variabili fino ad 1000 m si
pu ricorrere al Directional Drilling (Figura 37), altrimenti conosciuto con il nome di Trivellazione
Orizzontale Teleguidata (T.O.T.). Questo metodo ha la caratteristica di offrire la possibilit di guidare ed eventualmente correggere landamento della trivellazione permettendo cos di oltrepassare
la strada.

Figura 37. Tecnica del Directional Drilling: Le fasi operative dal foro pilota allalesatura.

Il Sistema composto da:


Uno strumento di misura (sonda).
Uno strumento di ricezione ed elaborazione dei dati.
Una batteria di perforazione (aste di perforazione).
Un utensile fondo foro.
Un alesatore.
La sonda, alloggiata in un involucro di protezione in
grado di fornire, istante dopo istante, tramite la trasmissione di segnali radio (o elettromagnetici), lesatta posizione dellutensile fondo foro durante le fasi della perforazione.
Tali segnali vengono raccolti in superficie dallo strumento
di ricezione formato a sua volta da due sezioni, una mobile per poter seguire lesatta posizione della sonda sulla
sua verticale, laltra solidale alla consolle della perforatrice.
Figura 38. Strumento mobile di ricezione

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

63

Nella Fase Preliminare viene individuato, con sopralluogo,il tracciato di perforazione attraverso
lindagine cartografica e landamento plano-altimetrico della posa da eseguire. Quindi si posiziona
lunit di perforazione (Figura 39) spingendo nel terreno la sonda di localizzazione combinata
allutensile fondo foro ed alle aste di perforazione (Figura 40).

Figura39 . Unit di perforazione

Figura 40. Sonda di localizzazione

Queste ultime realizzano un foro pilota di diametro sensibilmente inferiore a quello finale.
Lavanzamento nel terreno secondo una traiettoria rettilinea garantito dallazione combinata della
spinta con la rotazione delle aste mentre per effettuare curve o deviazioni sufficiente la sola spinta, data lasimmetria dellutensile di perforazione (fondo foro).
Durante la trivellazione, viene iniettato nellarea di scavo un fluido di perforazione che ha, tra le
sue principali funzioni, quelle di ridurre lattrito causato dalladesione aste-terreno, di stabilizzare
questultimo, nonch di raffreddare la testa di perforazione. La perforazione pilota termina quando
la testa di perforazione giunge nella buca di uscita.

Figura 41. Fase di ritorno

Infine la fase di ritorno (Back Reaming) sostituendo la testa di perforazione con un alesatore (Figura 41) si provvede allallargamento del foro pilota con recupero delle aste di perforazione e conseguente posa della tubazione agganciata sul retro dellalesatore
Per sensibili dimensioni della condotta o per limportanza della sede viaria da attraversare possono
essere realizzati attraversamenti con spingitubo-guaina o con cunicoli praticabili. Il primo metodo
consiste nello spingere, sotto il piano stradale e perpendicolare allasse, con martinetti idraulici
tronchi di tubo di acciaio svuotati, con una trivella, della terra di scavo (Figura 42).

64

Costruzioni Idrauliche

Figura 42. Attraversamento con spingitubo

Una volta realizzato il cunicolo viene infilata la


condotta (di diametro inferiore) con laccortezza
di non farla aderire al tubo guaina utilizzano dei
collari in plastica (Figura 43).

Figura 43

Costruzioni Idrauliche

Progetto Acquedotto

65

Gli attraversamenti in cunicoli praticabili

vengono generalmente costruiti contestualmente alla

strada; infatti al disotto del rilevato stradale viene realizzata una struttura scatolare in cls. armato
al cui interno viene posta, su un lato, la condotta appoggiata su selle lasciando libero un passaggio
per ispezioni e manutenzioni (Figura 44). Dato lelevato costo di questa tipologia di attraversamento, spesso, nel cunicolo, vengono raccolte pi reti tecnologiche ( fognature, gasdotto, linee telefoniche e telematiche).

Figura 44. Attraversamento con cunicolo

Nel caso di attraversamenti ferroviari (Figura 42) sono previste norme di realizzazione contenute
nel Decreto Ministeriale 23 febbraio 1971 Norme tecniche per gli attraversamenti e per i
parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto

(G.U. 26-5-1971, n.132, supplemento).


Anche nel caso in cui la condotta interessi una linea di gasdotto (Figura 45) sono da osservare disposizioni tecniche emanate dallEnte Gestore che in maniera restrittiva obbliga anche lo scavo a
mano in prossimit della condotta del gas.

Figura 45. Attraversamento ferroviario

66

Costruzioni Idrauliche

CAPITOLO 3
DIMENSIONAMENTO IDRAULICO DELLE CONDOTTE
I sistemi di condotte di adduzione caratterizzati dalla presenza di una unica fonte di alimentazione
e da vari punti di arrivo sono del tipo ramificato aperto. Esistono, ma sono sempre pi rari nelle
nuove realizzazioni, anche adduttori unicursali nei quali presente un solo punto di presa ed un solo punto di consegna. I sistemi ramificati sono costituiti dallinsieme di pi tronchi ognuno dei quali
caratterizzato dalla lunghezza, dalla portata di esercizio, dal diametro e dal tipo di materiale delle tubazioni, dalle pressioni di esercizio, dal costo per unit di sviluppo.
In un sistema ramificato costituito da un solo punto di immissione della portata complessiva addotta, n tronchi ed m estremi di erogazione il numero dei nodi del sistema risulta pari a n-m .
La perdita di carico i nel generico tronco i-esimo della rete funzione di:
i = (Qi2, Li ,Di ,ki )
Qi
Li

portata del tronco i-esimo


lunghezza del tronco i-esimo

ki

coefficiente di scabrezza della tubazione del tronco i-esimo

Di

diametro del tronco i-esimo

PROBLEMI DI VERIFICA :
Sono noti per ogni tronco Qi, Li, Di ed ki che consentono di determinare il correlato valore della
perdita di carico i.

PROBLEMI DI PROGETTO:
Sono noti per ogni tronco Qi, Li ed ki ; inoltre sono prestabilite le quote piezometriche del punto S
e degli m estremi di erogazione rappresentate dalle quote di sfioro e, pertanto, risultano noti i dislivelli piezometrici y tra il punto S e gli estremi del sistema di adduzione. Detti dislivelli sono il
carico motore disponibile per addurre l'acqua da S agli m punti estremi. Restano incogniti i diametri
Di .
Vale la relazione

i = 10,2936 Qi2 k i 2 Di 5,33 L i

[1]

con i perdite di carico delle singole condotte realizzanti il percorso che porta da S ad un estremo
di erogazione. Le uniche equazioni idrauliche indipendenti che possono essere scritte sono
y = i di numero pari al numero degli estremi m, cui l'insieme dei diametri Di, di numero pari a
Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

67

n, deve soddisfare. Pertanto, n sono le incognite (i diametri degli n tronchi), m sono le equazione
ed n - m sono le incognite sovrabbondanti. Le sole equazioni dell'idraulica non sono sufficienti per
la determinazione univoca dei diametri del sistema adduttore.

ADDUTTORE RAMIFICATO CON DUE PUNTI DI CONSEGNA


Nella Figura 1 sono riportati il profilo e la planimetria di un sistema ramificato elementare, con unico punto di presa, S, e due distinti punti di consegna, A e B.
La rete risulta costituita da soli tre tronchi, SC, CA,CB e da un unico nodo di diramazione C.

Figura 1. Schema adduttore ramificato con due tronchi

Indicando con

la perdita di carico caratteristica di tronco, si possono scrivere per il sistema solo

due equazioni idrauliche indipendenti

SA = SC + CA

[a]

SB = SC + CB
L'equazione della continuit idraulica nodale, essendo la rete aperta, risulta a priori soddisfatta:
Qi = 0
Noti pertanto:
le portate transitanti nei tre tronchi
le lunghezze dei tre tronchi
i materiali delle tubazioni adottate
i dislivelli SA , SB

le due equazioni idrauliche indipendenti non risultano sufficienti per la determinazione univoca dei
diametri dei tre tronchi della rete di adduzione. Un primo metodo di risoluzione, detto euristico 1,
consente la determinazione dei tre diametri fissando, arbitrariamente, il valore dellincognita sovrabbondante.
Questa pu essere individuata :
assegnando , per uno dei tre tronchi, un diametro commerciale ;
assumendo, nel nodo di diramazione, un valore arbitrario Y della quota piezometrica, compreso
nell'intervallo tra la quota del serbatoio che alimenta e quello alimentato pi alto ;

procedimento atto alla ricerca di nuovi risultati

68

Costruzioni Idrauliche

Nelluno o nellaltro caso si perviene alla determinazione di un valore Y della quota piezometrica nel
nodo C in modo tale che risulti inferiore al valore della quota piezometrica in S e superiore al valore della quota piezometrica sia in A che in B,
Definita la cadente J=Y/L, per ognuno dei tre tronchi, a mezzo della J = 10 , 2936 Q 2 k 2 D 5 , 33 si
perviene alla determinazione dei diametri teorici Di (D1 SC, D2 CA e D3 CB), a ciascuno
dei quali verranno sostituiti, come detto precedentemente, due diametri commerciali DN1 e DN2
immediatamente inferiori e superiori a Di.
1

10,2936 k 2 Q2 L

1
1 1 5,33
D1 =

SC

10,2936 k 2 Q2 L

2
2 2 5,33
D2 =

CA

[b]

10,2936 k 2 Q2 L

3
3 3 5,33
D3 =

CB

ESEMPIO n.5
Determinare, per il sistema riportato in figura, la distribuzione di diametri commerciali che soddisfino la condizione di adduzione a gravit .

Le soluzioni idraulicamente possibili sono tutte quelle ricomprese tra il minimo e massimo valore
della perdita di carico SC che soddisfino la condizione di adduzione a gravit.

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

69

a.Definizione dei diametri ammissibili per ciascun tronco


Preliminarmente vengono determinati diametri commerciali, idraulicamente compatibili, fissando a
priori le velocit minime e massime ammissibili : 0,5 m/s e 3,5 m/s.
Tabella I

Tronco

Portata

Vmin

Dmax

l/s

m/s

0,5
0,5
0,5

0,618
0,357
0,505

SC
CA
CB

150
50
100

DN max
600
350
500

Vmax

Dmin

m/s

DN min

3,5
3,5
3,5

0,234
0,135
0,191

250
125
200

b. Costo delle tubazioni


Poich il costo dell'intervento dipendente in massima parte dalla fornitura delle tubazioni si rilevano, da listini aggiornati, i prezzi a metro lineare dei tubi di acciaio saldati :
Tabella II

DN

/m

DN

/m

DN

/m

125

26,80

300

92,60

500

155,80

150

32,40

350

108,60

600

187,60

200

52,80

400

124,40

250

73,80

450

140,00

c. Determinazione dei diametri


Nelle seguenti tabelle III - IV e V sono riportati i risultati di tre elaborazioni relative a tre esempi,
nei quali, pur variando le condizioni iniziali, stata controllata la condizione che sul nodo di diramazione deve sussistere :
qS > qC > qA .
Il coefficiente di scabrezza assunto k=70 riferito alla condizione di tubazione usata .
c.1. Viene fissata la quota piezometrica in C, pari a 915,00 m s.m. .Resta definito sia il valore della perdita di carico SC=15 m (tra il serbatoio S ed il nodo C) e sia CA=20 m (dal nodo C
al serbatoio A), sia CB= 46 m (dal nodo C al nodo B)

I prezzi riportati nella Tabella II sono di esempio per lo svolgimento dell'esercizio, pertanto, nella realt pro-

gettuale dovranno essere acquisiti prima di ogni elaborazione.

70

Costruzioni Idrauliche

Tabella III
SC=
k= 75
J=

15,00 m

0,00268

LSC=

Di=

5.607,00 m

QT=

3
0,150 m /s

Costo unitario

DN[500]

0,495 [X]

155,80

DN[450]

0,444 [Y]

140,00

Costo Totale

0,457

J[X]=

0,00175

X=

1815,42 m

3,17 m

282.841,89

J[Y]=

0,00312

Y=

3791,58 m

11,83 m

530.821,69

L=

5607,00 m

15,00 m

CA=

J=

20,00 m

0,00480

LCA=

Di=

4.168,00 m

QA=

3
0,050 m /s

DN[300]

0,312 [X]

92,60

DN[250]

0,262 [Y]

73,80

0,271

J[X]=

0,00227

X=

1154,08 m

2,62 m

106.867,63

J[Y]=

0,00577

Y=

3013,92 m

17,38 m

222.427,44

L=

4168,00 m

20,00 m

915,00
46,00 m LCB=

Quota nodo C

CB=

J=

0,00698

Di=

6.590,00 m

QB=

3
0,100 m /s

DN[350]

0,343 [X]

108,60

DN[300]

0,312 [Y]

92,60

0,328

J[X]=

0,00549

X=

3859,42 m

21,18 m

419.133,17

J[Y]=

0,00909

Y=

2730,58 m

24,82 m

252.851,57

L=

6590,00 m

46,00 m

1.814.943,39

c.2. Viene assegnato il diametro DN 250 , unico per la tratta CA. Calcolata la perdita di carico CA , restano definite sia la quota piezometrica sul Nodo C , la perdita CB e la perdita SC . Infine si determinano i diametri commerciali e le rispettive lunghezze tali da realizzare le perdite di
carico precedentemente ricavate.

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

71

Tabella IV
DN[250]
J=

CA=

0,00577
L=
919,03
10,97 m LSC=

4168,00 m

0,262

73,80

24,03 m
24,03 m

307.598,40

Quota Nodo C

SC=

J=

0,00196

Di=

5.607,00 m

QT=

3
0,150 m /s

DN[500]

0,495 [X]

155,80

DN[450]

0,444 [Y]

140,00

0,485

J[X]=

0,00175

X=

4753,29 m

8,31 m

740.563,31

J[Y]=

0,00312

Y=

853,71 m

2,66 m

119.518,75

L=

5607,00 m

10,97 m

CB=

J=

50,03 m

0,00759

LCB=

Di=

6590,00 m

QB=

3
0,100 m /s

DN[350]

0,343 [X]

108,60

DN[300]

0,312 [Y]

92,60

0,323

J[X]=

0,00549

X=

2740,90 m

15,04 m

297.661,94

J[Y]=

0,00909

Y=

3849,10 m

34,99 m

356.426,49

L=

6590,00 m

50,03 m

1.821.768,88

c.3. Si dimensiona la tratta CB con una condotta ad unico diametro DN 350. In modo analogo a
quanto descritto al precedente punto c.2. si risale alla distribuzione di diametri commerciali ed agli
sviluppi delle condotte che realizzano le perdita di carico conseguenti.

72

Costruzioni Idrauliche

Tabella V
LCB=

6590,00 m

QB=
DN[350]

J=

CB=

0,00549

L=
Quota Nodo C
905,16
10,16 m LCA=
CA=

J=

0,00244

Di=

6590,00 m
4.168,00 m

0,100 m3/s
0,343

Costo Unitario

Costo Totale

108,60

36,16 m
36,16 m

QA=

715.674,00

0,050 m3/s

DN[300]

0,312 [X]

92,60

DN[250]

0,262 [Y]

73,80

0,308

J[X]=

0,00227

X=

3971,46 m

9,03 m

367.757,50

J[Y]=

0,00577

Y=

196,54 m

1,13 m

14.504,41

L=

4168,00 m

10,16 m

SC=

J=

24,84 m LSC=

0,00443

Di=

5607,00 m

QT=

0,150 m3/s

DN[450]

0,444 [X]

140,00

DN[400]

0,394 [Y]

124,40

0,416

J[X]=

0,00312

X=

2960,90 m

9,24 m

414.526,00

J[Y]=

0,00590

Y=

2646,10 m

15,60 m

329.174,84

L=

5607,00 m

24,84 m

1.841.636,75

Dalla comparazione dei costi delle tre soluzioni proposte, tutte idraulicamente soddisfatte, si evince
che la soluzione di minore costo tra quelle esaminate la prima ma non lo in assoluto .

SOLUZIONE DI MINIMO COSTO


In presenza di sistemi ramificati, lapplicazione a tutti i nodi del criterio indicato nel paragrafo precedente, ben difficilmente, anche in presenza di progettisti esperti, pu portare a soluzioni che rivestono carattere di economicit massima.
Il dimensionamento idraulico di una rete ad incognite sovrabbondanti pu essere conseguito considerando, unitamente alle equazioni di carattere idraulico y = i , equazioni di carattere economico, idonee al conseguimento della soluzione di minimo costo.
Va comunque tenuto presente che nel caso di sistemi ramificati limitatamente complessi le soluzione alle quali si perviene adottando i criteri di massima economia comportano risparmi che raramente superano il 5%10% rispetto a soluzioni conseguite con metodi meramente euristici. Con
riferimento alla Figura 2 si fissi lattenzione sul nodo di diramazione C inteso come punto di ingresso e di uscita non pi di portate ma di flussi economici dipendenti dai costi di costruzione Ci di ciascun tronco . Lulteriore equazione da associare alle due equazioni idrauliche indipendenti

SA = SC + CA
SB = SC + CB

[a]

deriver da un bilanciamento dei costi minimi C, entrante ed uscenti dai nodi di diramazione, in
modo tale che sia soddisfatta la relazione :

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

73

C'SC = C'CA + C'CB

[b]

Figura 2. Bilanciamento dei costi minimi

Nel costo unitario di ciascun tronco concorrono vari elementi quali la fornitura delle tubazioni, gli
scavi per la realizzazione della posa, il montaggio e la posa in opera delle condotte, il costo di opere complementari (ancoraggi, attraversamenti, pozzetti, ecc.) Alcuni di questi elementi sono indipendenti dalle dimensioni della tubazione altri, invece, dipendono in modo proporzionale al peso,
funzione dello spessore e del diametro della condotta . Pertanto la funzione costo totale C della rete
esprimibile dalla somma dei costi di ciascun tronco Ci realizzato con una condotta di diametro DNi
C = Ci (DNi )
[c]
Ricordato che per unassegnata portata Q ad un diametro DNi corrisponde, a parit di coefficiente
di scabrezza k e lunghezza della condotta Li, un unico valore della perdita di carico i

i = Ji Li = 10,2936 Q2 DNi5,33 k 2 Li

[d]

il legame univoco espresso dalla [d] porta a riscrivere la [c] come :

C = Ci (DNi ) = Ci (i )

[e]

con sostituzione della variabile DNi (diametro della generica condotta i-esima) con la variabile
(corrispondente perdita di carico ).
Qualora si procedesse alla ricerca della massima economia al sistema costituita dalle tre relazioni:

C1 (1 )
=0
1

C2 (2 )
=0
2

conseguirebbero la soluzione 1=2=3=0 , ossia, D1=D2=D3=0

C3 (3 )
=0
3

La soluzione viene conseguita ricorrendo alla procedura detta del minimo condizionato o di Lagrange, che fa riferimento allequazione di costo

in cui compaiono moltiplicatori indetermina-

ti A e B di somme tutte pari a zero.

= C SC ( SC ) + C CA ( CA ) + C CB ( CB ) + A ( SC + CA SA ) + B ( SC + CB SB )

[f]

Il costo assumer il minimo valore in corrispondenza dellannullamento della derivata prima della
funzione rispetto alle 3 variabili i

74

Costruzioni Idrauliche


SC

CA

CB

Eliminando le variabili

= C 'SC ( SC ) + A + B = 0
= C 'IA ( CA ) + A = 0

[g]

= C 'CB ( CB ) + B = 0

si ottiene in definitiva:
C 'SC ( SC ) = C 'CA ( CA ) + C 'CB ( CB )

[h]

Per la determinazione della funzione Ci (i) dovranno essere svolte, tronco per tronco, analisi di
costo relative ad un gruppo di diametri distribuiti nel presumibile campo di utilizzazione .
Un criterio da seguire quello di definire, per unassegnata portata Qi, i valori minimi e massimi di
velocit; restano pertanto definiti gli estremi del campo di variazione delle probabili tubazioni
A queste corrisponderanno, oltre il costo per metro, perdite di carico i
per assegnati valori della portata, della scabrezza ki e lunghezza Li di ogni tronco.

commerciali da utilizzare.

A titolo di esempio nella seguente Tabella I per la portata di 250 l/s, ammessa una velocit in
condotta compresa tra 13,5 m/s, sono riportati, rispettivamente, i diametri commerciali DN , i
diametri interni, le sezioni bagnate, i valori delle velocit, le perdite di carico di un tronco unitario
di condotta( in uso corrente - scabrezza k=90) ed infine il costo per metro
Tabella I

Di

DN
300
350
400
450
500
600

mm

312
343
394
444
495
597

0,0764
0,0924
0,1219
0,1548
0,1923
0,2798

Perdite

m/s

m
0,158
0,095
0,046
0,024
0,013
0,005

3,3
2,7
2,1
1,6
1,3
0,9

Costo
/m
92,60
108,60
124,40
140,00
155,80
187,60

Riportando in un sistema di assi coordinati costi perdite i valori determinati e riassunti nella
precedente Tabella I,

risultano interpolabili con unequazione polinomiale intera del secondo ordi[i]


ci = ri i2 + si i + t i

ne :

Classe DN300- DN600

Ci = 5072,8 - 1331,7 + 179,4


2
R = 0,9146

150

100

Ci

Costo tubazioni []

200

50
0,00

0,05

0,10

0,15

0,20

Perdite di carico [m H2O]


Figura 3.

Costruzioni Idrauliche

Andamento della funzione ci (i) costo/metro perdite

Dimensionamento idraulico delle condotte

75

La derivata prima della [i], che ne esprime il minimo, risulta:


ci' = 2rii + si = 2 5072,8 1331,7

[l]

questa sostituita nella precedente [i] fornisce una nuova forma della equazione economica:
2rSC SC +sSC = 2rCA CA +sCA + 2r CB

CB + s CB

[m]

Pertanto associando alle due equazioni idrauliche [a] lequazione economica [m] si realizza un sistema di tre equazioni nelle tre incognite i .

SA = SC + CA

[n]

SB = SC + CB
2rSC

SC

+sSC = 2rCA

CA +sCA + 2r CB CB + s CB

Non resta che ricercare il modo per esplicitare la funzione 2ri i+ si .

CASO DELLE CONDOTTE METALLICHE


In presenza di condotte metalliche (acciaio e ghisa) la dipendenza del peso per unit di sviluppo del
tronco i-esimo wi [kg/m] con il diametro Di viene espresso con la relazione interpolare :
wi = ai Di

[o]

con ai e i, parametri facilmente determinabili una volta note le caratteristiche di peso delle tubazioni, desumibili dai bollettini commerciali dei produttori. (Figura 4)
Riportati i valori del peso wi (kg/m) in funzione dei correlati diametri commerciali D(m), riconosciuta per lespressione [o] la funzione interpolatrice di potenza, per la determinazione dei coefficienti ai e i, possibile o seguire il procedimento analitico o grafico riconducendo la [o] su un
piano bilogaritmico. Per ogni retta interpolatrice di una serie di valori possibile definire una relazione del tipo:
log wi = log ai + i log Di
il valore del coefficiente a verr letto in corrispondenza del prolungamento della retta interpolatrice sulla verticale per DN=1 m.
Il coefficiente , pari alla pendenza della retta, ricavabile o graficamente dalla figura o scrivendo per gli estremi di questa

log w 1 = log a + log D 1


log w 2 = log a + log D 2
D
w1
= log 1
log
D

2
w2
Fissato il costo per unit di peso del materiale i [/kg] ,

ed eseguendone la differenza:

il costo per unit di lunghezza del tronco

i-esimo risulta :

ci = i wi = i aiDi i
Il costo del tronco i-esimo lungo Li risulta:
La perdita di carico i data da:

76

C i = i L i = i w i L i = i a i D i i L i

i = J L = Di Qi2 Li

[p]
[q]
[r]

Costruzioni Idrauliche

dalla quale si esplicita il diametro Di


con

Q2 L
i
i
Di =

= 10,2936 k-2
k , coefficiente di scabrezza di Strickler

=5,33
i=Ji Li
Pertanto il costo della tubazione del tronco i-esimo risulta
i
Q2 L 5,33

i i

Ci = i ai Li

Qi2 i
Li
= i ai Li
i

Li

i
i
5,33

Q2 5,33

i
= i ai Li

Ji

[s]

Figura 4. Dimensioni e peso per unit di lunghezza di tubi di acciaio

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

77

La derivata della funzione costo rispetto alla perdita di carico

risulta

i
Q2 5,33
1
Ci Li ci

i i
=
= i i ai

Li Ji
5,33
Ji
i
Ji

ricavato J dallespressione [r] e sostituendo nella precedente

i Qi2
Ci
i

=
i ai
i
5,33
i Q2 D 5,33
i i

con le dovute sostituzioni e vista la [l]:

C i' =

5,33
1

i Qi Di 5,33

i i ai
5,33

Qi2

+ 5,33

Di i

= 2ri i + si

[t]

Operativamente, fissata una serie di diametri Di possibili per il tronco i-esimo, con la relazione [t]

C i' =

i i ai
5,33

Qi2

+ 5,33

Di i

si calcolano i corrispondenti valori della funzione derivata C i' e con la

relazione [r] i = Ji Li = i Di Qi2 Li si calcolano le correlate perdite di carico i.

Associando valori, in tal modo determinati, vengono interpolati con legge lineare pervenendo alla
definizione della costante si e del coefficiente angolare 2ri caratteristici di ciascun tronco. A questo
punto risolvibile il sistema [n] nelle tre incognite Di
Per la soluzione completa del problema dovranno determinarsi le distribuzioni dei diametri commerciali tali da soddisfare, per ogni tronco, le relazioni :

L=L1+L2

Y= 1+ 2

ESEMPIO n.6

Determinare, per il sistema riprodotto in figura, la distribuzione di diametri commerciali che soddisfino la condizione di minimo costo .

78

Costruzioni Idrauliche

Per la serie dei diametri precedentemente individuati (Esempio 4) e con lausilio della Tabella riprodotta nella Figura A possibile determinare graficamente i coefficienti ai e i della funzione :

w i = ai D i .
i

Riportati su un cartogramma bilogaritmico, Figura A, i valori del peso wi (kg/m) in funzione dei
correlati diametri commerciali D(m) si evidenziano tre rette interpolatrici per classi di diametri variabili tra DN 125 250

DN 300 600

DN 700 900 .

Per ogni retta interpolatrice possibile definire una relazione del tipo: log w i = log a i + i log D i
il valore del coefficiente a verr letto in corrispondenza del prolungamento della retta interpolatrice sulla verticale per DN=1 m.
Il coefficiente pari alla pendenza della retta ricavabile o graficamente dalla figura o scrivendo per gli estremi di questa
log w 1 = log a + log D 1
log w 2 = log a + log D 2

w1
D
= log 1
log

D
w2
2

ed eseguendone la differenza

1000
Log
W
500
400
300

200

196
141
123
93,8
77,9
70
62,2
54,3

100

50

46,3

40

36,9

30

26,4

20
16,2
13,4
10
0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

Log
DN

1,0

Figura A. w(DN) . Peso w [kg] per unit di lunghezza delle condotte di acciaio
in funzione del diametro nominale DN [m]

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

79

Nella Figura B sono riportati, per classi di diametri nominali DN, i valori dei suddetti parametri ,
determinati analiticamente.

1000

1000

500

500

400

400

300

300

200

200

1,0531

1,5243

y = 163,34 x
2
R = 0,992

y = 282,23 x
2
R = 0,9941

100

100

50

50

40

40

30

30

20

20

10
0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

1,0

10
1,0

0,1
0,2

1000

500
400

0,3

0,4

0,5

ai

DN

125-250

282,23

1,5243

300-600

163,34

1,0168

700-900

229,45

1,8238

300

200

1,8238

y = 229,45 x
2
R = 0,9218

100

50
40

30

20

10
0,1
0,2

80

0,3

0,4

1,0
0,5

Figura B. Determinazione analitica


dei coefficienti a e

Costruzioni Idrauliche

Determinazione delle leggi Ci'=2ri i + si

Ricordato che

i = i Di Qi2 Li

le perdite di carico i sono espresse dalla :

la condizione di minimo costo rappresentato dalla espressione


Ci' =

i i ai

5,33 Qi2

+ 5,33

Di i

= 2ri i + si

per ciascun tronco:


1.
2.

noti i valori di Qi, ki


assunta una successione di diametri compatibili DNi (almeno tre)

3.

rilevati graficamente (Figura B) o analiticamente (Tabella I) i corrispondenti valori di ai e i

4.

si determinano coppie di valori correlati i C i (nel caso di condotte omogenee i [/kg] risulta costante al pari di = 10,2936 k-2) .

5.

La costante si ed il coefficiente 2ri possono essere determinati analiticamente utilizzando un


qualsiasi programma di regressione lineare (nel caso in oggetto stato utilizzato Excel x

'

Windows).

CSC= 2rSC SC +sSC


-2

=
= 10,2936*K
Lunghezza L=5607

Tronco
S-C
Portata Q=150
=
DN
[600]
[500]
[450]

l/s
2,00 /kg
Di
ai
0,597
163,34
0,495
163,34
0,444
163,34

i
1,0531
1,0531
1,0531

Output della regressione:


Costante

0,00183
m

i
3,61
9,80
17,49

C'i
sSC
-58.244,26
-17.614,32 -63.911,29
-8.799,17

2*rSC
3.465,49

-63.911,29 sSC

Errore standard della stima di


18113,296
R al quadrato
0,84
Coefficiente/i X
3.465,49 2rSC

R= 0,91

6. Oppure seguendo un procedimento grafico; riportati in un diagramma X (i ) Y ( C i ), i valori


'

determinati si interpolano i punti con una retta di equazione del tipo


X= A + BY ovvero
Ci'=2ri i+si essendo A = si il valore dell'intercetta sull'asse delle Ci' [Y] e B=2ri valore della pendenza della retta ottenuto dal rapporto Ci/i .

i
3,61
9,8
17,49

C'i
-58.244
-17.614
-8.799

C'

10

15

20

-5.000
-15.000
-25.000
-35.000
-45.000
-55.000

C'i=

3466 i - 63911

-65.000

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

81

CCA=2rCA
Tronco
C-A
Portata Q=50
=
DN

= 10,2936*K- = 0,00183
Lunghezza L 4168

l/s
2,00 /kg
Di

[350]
[300]
[250]

CA+sCA

ai

0,343
0,312
0,262

163,34
163,34
282,23

Output della regressione:


Costante

1,0531
1,0531
1,5243

sCA

C'i

5,72
9,47
24,03

546,83

R= 0,91

Ci'

5,72 -15247,9
9,47 -8329,37
24,03 -3634,53

2*rCA

-15.247,89
-8.329,37 -16.219,77
-3.634,53

-16.219,77 sCA

Errore standard della stima di


3915,428396
R al quadrato
0,82
Coefficiente/i X
546,83 2rCA

C'

10

0
-2000
-4000
-6000
-8000
-10000
-12000
-14000
-16000
-18000

20

30

Ci = 546 i -16219

CCB= +2rCB CB+sCB


Tronco
C-B
Portata Q=100
=
DN
[500]
[400]
[350]

l/s
2,00 /kg
Di
ai
0,495
163,34
0,394
163,34
0,343
163,34

Output della regressione:


Costante

-2

b= 10,2936*K = 0,00183
Lunghezza L= 6950
i
1,0531
1,0531
1,0531

5,40
18,22
38,13

C'i
sCB
2*rCB
-39632,21
-9234,76 -38.615,08 1.022,98
-3811,97

-38.615,08 sCB

Errore standard della stima di


13985,49715
R al quadrato
0,76
Coefficiente/i X
1.022,98 2rCB

82

R= 0,87

Costruzioni Idrauliche

C'i

5,4 -39632,2
18,22 -9234,76
38,13 -3811,97

C'

10

20

30

40

i 50

0
-5000
-10000
-15000
-20000
-25000
-30000
-35000

Ci = 1023 i -38615

-40000

Quindi, noti tutti gli elementi, possibile risolvere il sistema costituito dalle due equazioni idrauliche e dallequazione di minimo costo:
SC + CA = SA

SC + CB = SB
2rSC SC +sSC = 2rCA CA +sCA + 2r CB CB + s CB
SC + CA = 35
SC + CB = 61
3.465,49 SC 63911,29 = 546,83 CA - 16219,77 + 1022,98 CB 38615,08
SC + CA = 35
SC + CB = 61
3.465,49 SC - 546,83 CA - 1022,98 CB = 9076,44

Operando per sostituzione si ottengono i valori finali delle perdite di carico per ciascun tronco

SC = 18 m
CA = 17 m
CB = 43 m
Infine si determinano i diametri commerciali ed i loro relativi sviluppi (Tabella VIII).

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

83

Tabella VIII

SC=

18,00

J= 0,00321

LSC=

5.607,00 m

0,150 m3 /s

DN[450]

0,444 [X]

DN[400]

0,394 [Y]

Costo tubo /m

Costo Tratta

Di= 0,442

J[X]= 0,00312

X= 5423,72

J[Y]= 0,00590

Y= 183,28
L= 5607,00

CA = 17,00

QSC=

J= 0,00408

LCA =

16,92 m

140,00

759.321,50

1,08 m

124,40

22.799,41

18,00 m

4.168,00 m

QCA =

0,050 m3 /s

DN[300]

0,312 [X]

DN[250]

0,262 [Y]

Di= 0,280

J[X]= 0,00227

X= 2012,97

4,57 m

92,60

186.400,78

J[Y]= 0,00577

Y= 2155,03

12,43 m

73,80

159.041,41

L= 4168,00

17,00 m

509.534,64

CB=

43,00

J= 0,00653

LCB=

6.590,00 m

QCB=

0,100 m3 /s

DN[350]

0,343 [X]

DN[300]

0,312 [Y]

Di= 0,332

J[X]= 0,00549

X= 4691,85

25,74 m

108,60

J[Y]= 0,00909

Y= 1898,15

17,26 m

92,60

175.768,92

L= 6590,00

43,00 m

1.812.866,66

In sintesi:
Soluzione A

. 1.814.943,39

Soluzione B

. 1.821.129,88

Soluzione C

. 1.841.636,75

Soluzione Max.Economia

. 1.812.866,66

84

Costruzioni Idrauliche

C. ADDUTTORE RAMIFICATO CON PIU' PUNTI DI CONSEGNA

Anche nel caso di reti complesse, costituite da un numero elevato di tronchi, con lestensione a tutti
i nodi del criterio indicato al punto precedente si perviene alla soluzione della determinazione dei
diametri Di considerando, unitamente alle equazioni a carattere idraulico, equazioni economiche idonee alla individuazione della soluzione ottima. Nella Figura 5 riportato lo schema di un adduttore con un unico punto di presa S e tre distinti punti di consegna : A, B e C.

Figura 5. Adduttore con pi diramazioni

La rete caratterizzata da due nodi di diramazione (I e II) , tre punti di consegna (SA, SB ed SC) e
cinque tratte (S I, I II, I A, II B e II C). Risultano noti: la differenze di carico tra i serbatoi estremi,
le portata, le lunghezze e le scabrezze delle condotte , restano da determinare i diametri ed i carichi piezometrici corrispondenti ai nodi I e II. Per ciascun percorso che collega S ai serbatoi possibile scrivere lequazioni delle perdite di carico i come differenza tra i carichi estremi (quote note
dei serbatoi) :

SA = S I + I A
SB = S I + I II + II B

[a]

SC = S I + I II + IIC
Le tre precedenti equazioni idrauliche non sono sufficienti per la determinazione univoca dei diametri dei cinque tratti costituenti la rete di adduzione .
Per conseguire la determinazione del sistema possibile seguire

Metodi euristici fissando i valori delle incognite sovrabbondanti (le quote piezometriche sui nodi
di diramazione o i diametri o le velocit in un numero di tratti pari al numero delle incognite
sovrabbondanti)

Soluzioni di tipo economico che conducano ad un bilanciamento dei costi minimi C entranti ed
uscenti dai nodi di diramazione

Al crescere del numero dei nodi le soluzioni conseguenti tendono a discostarsi sempre pi dalla soluzione di
minimo costo.

Costruzioni Idrauliche

Dimensionamento idraulico delle condotte

85

C'SI = C'IA + C'I II

[b]

C'I II = C'IIB + C'IIC

Per quanto detto nel precedente paragrafo le [b] sono riconducibili ad equazioni del tipo
2rSI SI +sSI= 2rIA IA+sIA +2r I-II I-II +s I-II
2r I-II I-II +s I-II =-2r II B II B +s II B +2r II C II C +s II C

[C]

queste associate alle [a] consentono di risolvere il sistema .


D. PERDITE DI CARICO SINGOLARI O LOCALIZZATE
L'introduzione lungo una condotta di pezzi speciali, dispositivi di controllo e misura, apparecchiature di regolazione ecc. producono delle perturbazioni locali della corrente con diminuzione o aumento della velocit (correlata all'aumento o diminuzione di pressione ).
L'espressione generale delle perdite di carico dovute a punti singolari si scrive: H = k

V2
con V
2g

velocit media e k un coefficiente tabellato, funzione del tipo di discontinuit inserito nella condotta
(Figura 6).

Figura 6. Alcuni tipi di dispositivi con i relativi valori del coefficiente k

86

Costruzioni Idrauliche

ESEMPIO N.6

Due serbatoi sono collegati da una condotta di acciaio, costituita da due tronchi DN 100 e DN 200
lunghi rispettivamente 110 m e 35 m.
Causa lintersezione con un grosso collettore fognario la condotta subisce un approfondimento realizzato con quattro gomiti con deviazione angolare di 45 ; il passaggio dal DN 100 al DN 200
realizzato con un divergente con angolo di apertura =20.
Determinare la quota del serbatoio di monte tenuto conto che il livello

del serbatoio di valle

mantenuto a quota fissa +10 m sul fondo e la portata transitante pari a 24 l/s.

Oltre le perdite di carico

ripartita lungo la condotta, sono presenti apparecchiature e valvolismi

causa di perdite concentrate


di

Hi per le quali valida lespressione H = k

V2
con i seguenti valori
2g

k:
1. Valvola di fondo (Sugheruola) k=1,5
2. Saracinesca

k=0,25

3. 4.6.7. Gomito a 45

k=0,35

5. Giunzione a T di uguale DN

k=0,50

8. Divergente per =20

k=0,40

9. Valvola unidirezionale

k=0,30

10. Sbocco nel serbatoio

k=1,00

Perdite di carico distribuite : k = 80

tronco 2-8

28 = 10 , 2936 0 , 024 2 0 , 107 5 , 33 80 2 110 = 15 , 16 m

tronco 8-9

89 = 10 , 2936 0 , 024 2 0 , 209 5 , 33 80 2 35 = 0 , 14 m

Perdite di carico concentrate :

Determinazione delle velocit nei tronchi 2-8 e 8-9


V 2 8 =

0 , 024
0 , 107
4

Costruzioni Idrauliche

= 2 , 67 m / s

V 89 =

0 , 024
0 , 209 2

= 0 , 70 m / s

Dimensionamento idraulico delle condotte

87

1. Cipolla di presa (Sugheruola)

k=1,5

H 1 = k 1
2. Saracinesca

k=0,25

3. 4.6.7. Gomito a 45

5. Giunzione a T di uguale DN

8. Divergente per

2 , 67
V2
= 1,5
= 0 , 55m
2g
19 , 62

=20

2 , 67
V2
= 0 , 25
= 0 , 09 m
2g
19 , 62

H 3 = k 3

2 , 67
V2
= 0 , 35
= 0 , 13m
2g
19 , 62

H 5 = k 5

2 , 67
V2
= 0 , 50
= 0 , 18m
2g
19 , 62

k=0,35

k=0,40
( V1 V 2 ) 2
( 2 , 67 0 , 7 ) 2
= 0 , 40
= 0 ,08 m
2g
19 , 62

k=0,30

H 9 = k 9
10. Sbocco nel serbatoio

k=0,50

H 8 = k 8

9. Valvola unidirezionale

H 2 = k 2

0,72
V2
= 0 , 30
= 0 , 007 m
2g
19 , 62

k=1,00

H 10 = k 10

0,7 2
V2
= 1
= 0 , 025 m
2g
19 , 62

H i = 0 , 55 + 0 , 09 + 4 * 0 , 13 + 0 , 18 + 0 , 08 + 0 , 007 + 0 , 025 = 1 , 45 m

H = 28 + 810 + Hi = 15,16 + 0,14 + 1,45 = 16,75 m


Pertanto la quota del serbatoio di monte dovr essere +16,75 m rispetto la quota di superficie libera del serbatoio di valle.

88

Costruzioni Idrauliche

CAPITOLO 4
ACQUEDOTTO CON SOLLEVAMENTO MECCANICO
Anticamente le macchine destinate al sollevamento dellacqua erano classificate come macchine di
trasporto; la prima macchina di trasporto fu luomo il quale riesce a sollevare, per altezze non superiori ad un metro, circa 6 m3/ora. In seguito, sostituito luomo con animali lavoro, le macchine
hanno assunto dimensioni maggiori con conseguente aumento delle portate sollevate.

4.1. MACCHINE IDRAULICHE


Dispositivi per sollevare le acque assumono particolare rilievo nel quattrocento su ispirazione di
modelli classici (Archimede 287 a.c. - Vitruvio 500 d.c.). Furono realizzate macchine necessarie per
creare artificialmente salti dacqua indispensabili per alimentare le ruote idrauliche (Figura 1).

Figura 1 . Le ruote:
a.
b.

Costruzioni Idrauliche

a cassetti
a secchielli

c.

timpani

d.

a schiaffo

Acquedotto con sollevamento meccanico

89

La portata di queste macchine pu essere espressa dalla espressione

Q=

qk n
60

[l/s]

avendo indicato con :


= rendimento volumetrico , rapporto tra la portata versata e la capacit teorica q di un singolo
elemento, pari al 65-70 %
q = capacit teorica [l]
k = numero degli elementi
n = numero di giri di ruota in un minuto
Generalmente il massimo dislivello superabile di circa 4-5 m
Levoluzione della ruota a tazze, descritta da Vitruvio nel de Achitectura stata la noria (Figura 2)
: i recipienti sono fissati ad una catena sostenuta da due pulegge di cui la superiore la motrice.
Nel caso in cui gli assi delle pulegge sono contenuti nello stesso piano verticale si ha la noria verticale. La formula che fornisce il valore della portata identica al caso precedente, salvo il valore
del rendimento volumetrico che sensibilmente maggiore = 75-85 %. Dal punto di vista costruttivo la limitazione alle dimensioni delle norie dipendente dallo sviluppo della catena , pertanto
possono arrivare fino a circa 12 metri . Oggi le norie sono ancora usate soprattutto nelle draghe
scavatrici o nel trasporto di materiali sciolti all'interno di porti, officine, silos , ecc.

Figura 2 . Norie

Infine le pompe a catena (Figura 3) rappresentano un'evoluzione delle norie dove, al posto dei recipienti, sono inseriti dei dischi
che scorrono a tenuta all'interno di un cilindro verticale pescante
sul fondo del canale. L'acqua viene trascinata dal basso verso l'alto all'interno dello spazio compreso tra due dischi e la parete del
condotto ed infine versato nel recipiente superiore.

Q =

La portata espressa da

d2
v
4

[m3/s]

con
= rendimento pari al 60-70%

d = diametro del disco

[m]

v = velocit di traslazione dei dischi [m/s] .


Questo tipo di pompa trova applicazione per l'estrazione di liquidi
molto torbidi

o viscosi

e possono spingersi fino a profondit di

circa 120-150 m.
Figura 3. Pompa a catena

90

Costruzioni Idrauliche

La Coclea o vite d'Archimede (Figura 4) rappresenta un tipo di macchina essenzialmente costituita da un cilindro rotante ad asse inclinato nel cui interno, solidale ad esso, un'elica cilindrica
coassiale detta verme. Secondo la descrizione di Vitruvio l'asse della coclea aveva un'inclinazione di circa 37 mentre quella del verme di 45 rispetto all'asse di rotazione .

Figura 4. Coclea e vite di Archiemede

La portata pu essere espressa dalla formula:

Q=

qzn
60

[l/s]

con
q volume di liquido compreso all'interno dell'involucro tra due filetti in litri
z numero di filetti
n numero di giri al minuto
Anche questa macchina

viene attualmente utilizzata per l'estrazione e trasporto di liquidi molto

torbidi quali acque reflue e fanghi residuali da impianti di depurazione trattamento (Figura 5).

Figura 5

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

91

4.2. POMPE ED IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO


Il vapore prima e lenergia elettrica dopo hanno reso possibile la realizzazione di macchine idrauliche operatrici ; queste ricevono energia meccanica che trasferiscono in parte (rendimento ) al
liquido che le attraversa.
Nella Figura 6 sono illustrate tre tipologie classiche di impianto:
A. Impianto di sollevamento diretto tra due serbatoi ;
B. Impianto inserito lungo un tratto unicursale dove la quota piezometrica relativa tende ad annullarsi;
C. Impianto costituito da una pompa sommersa inserita in un pozzo; la pompa solleva la portata
Q dalla quota del livello dinamico ( pari allabbassamento del livello statico di falda a seguito
dellemungimento del pozzo) al serbatoio in quota.

Figura 6. Sistemi di condotte soggette a sollevamento meccanico

In ognuno dei casi gli elementi caratteristici di un impianto e della condotta soggetta a sollevamento meccanico sono:

La portata Q , espressa in [l/s] o [m3/ora], generalmente nota;

La prevalenza o altezza monometrica Hm , espressa in metri di colonna dacqua [m] , rappresenta laumento di carico tra lingresso e luscita della pompa, pari alla somma della prevalenza
geodetica Hg (dislivello topografico tra la quota del bacino di presa e quello di scarico e pertanto indipendente dalla portata) e delle perdite di carico ripartite h (funzione della portata Q
del diametro DN, della scabrezza k e dello sviluppo L della condotta) e delle perdite concentrate hi lungo la condotta di mandata:
Hm = Hg+h(Q,DN,k,L)+

92

hi
Costruzioni Idrauliche

Per ciascun tipo di pompa, la funzione Hm = Hm (Q) pu essere rappresentata graficamente dando
luogo ad una curva detta curva caratteristica della pompa.

La potenza teorica Pt per sollevare la portata Q alla quota Hm sar pari a


Pt = Q Hm = 1000 QHm [kgm/s]

ricordando che
, peso specifico dell'acqua = 1000 kg/m3
QH
1kW=102 kgm/s
= 9,81 QH [kW]
Pt =
102
QH
=13,33 QH [CV]
1CV = 75 kgm/s
Pt =
75

La potenza effettiva Pe sar dunque Pe=

Pt con rendimento proprio della pompa definito

precedentemente.

P - Potenza da installare :

P =

9,81 Q Hm

[kW]

E = P * t ore [kWh]

Lenergia nel periodo di funzionamento t [ore]:

[1]
[2]

Nel campo acquedottistico, nei casi A e B, trovano largo impiego le elettropompe centrifughe ad
asse orizzontale (Figura 7) mentre in situazioni analoghe al caso C si ricorre alluso di elettropompe
sommergibili (Figura 8).

Figura 7. elettropompa centrifuga ad asse orizzontale

Figura 8. elettropompa sommergibile

Nella progettazione di un impianto di sollevamento risultano generalmente noti:


la portata Q
lo sviluppo L della condotta
laltezza geodetica Hg tra il punto di prelievo e di restituzione

restano da definire le perdite di carico per attrito lungo la condotta elevatoria h=(Q,DN,k,L) e le
eventuali perdite concentrate hi dellimpianto, ambedue funzioni del diametro DN della condotta,
incognito.
Ricordato che:
le perdite di carico lungo la condotta vengono determinate con lespressione di Manning
h = 10,2936 Q2 k 2 DN5,33 L ;

la potenza da installare P =

Costruzioni Idrauliche

9,81 Q Hg + h + hi

funzione delle perdite di carico;

Acquedotto con sollevamento meccanico

93

per una serie di diametri idraulicamente compatibili, desumibili dalle condizioni di massima e minima velocit, si avr un aumento del costo di costruzione Ci dellimpianto via via crescente con
laumentare del diametro mentre, a parit di portata, diminuendo la velocit in condotta e conseguentemente le perdite di carico

h, diminuir la potenza, e lenergia, necessaria per il sollevamen-

to e quindi i costi di esercizio Ce.

4.3. DIMENSIONAMENTO ECONOMICO DEL DIAMETRO DELLA CONDOTTA ELEVATORIA


Il problema dellottimo economico si risolve nel ricercare il valore del diametro commerciale DN che
renda minima la somma del costo Ci di impianto rappresentato, generalmente, dal solo costo delle
tubazioni in quanto sia i lavori per la posa in opera della condotta (scavi, letto di posa e rinterro)
sono poco variabili con il diametro, cos come le opere civili connesse con la realizzazione della
stazione di sollevamento,e del costo capitalizzato dellenergia CeC spesa per il funzionamento
dellimpianto per tutto il periodo di efficienza (25 anni). Nella seguente Figura 9 sono raffigurati
rispettivamente landamento qualitativo della funzione costo Ci(DN) e Ce(DN).
Una volta capitalizzati i costi di esercizio con la formula dellinteresse composto bancario
CeC = Ce

(1 + r ) n 1
r (1 + r ) n

con r =tasso di interesse ed n = durata economica dellimpianto

sar possibile sovrapporre le due funzioni e ricavare dalla loro somma il valore minimo al quale corrisponde il DN di massima economia

Figura 9. Andamento qualitativo della funzione costo di impianto Ci costo di esercizio capitalizzato CeC

Lesempio seguente oltre a chiarire il concetto espresso dimostrer, inoltre, che il calcolo economico indipendente dalla prevalenza geodetica e pu essere riferito ad un metro di condotta.

94

Costruzioni Idrauliche

ESEMPIO N.7

Un impianto di sollevamento deve approvvigionare un serbatoio con una portata costante di 35 l/s
per una durata di 8 ore al giorno (pari a 8*365=2.920 ore /anno).
La condotta , in acciaio con coefficiente di scabrezza Strickler 90, ha uno sviluppo di 14.500 m ed
un salto geodetico di Hg=375 m.
Determinare il diametro commerciale che ottimizza limpianto.
Definiti:
9 , 81 Q H m

P=

[kW] la potenza da installare

E = t ore P

[kWh] energia spesa nel periodo di funzionamento

ck= 0,125

/kWh

v = 0,5

[m/s] velocit minima in condotta

V = 3,0

[m/s] velocit massima in condotta

r=5%

tasso di interesse

n = 25

durata economica dellimpianto

= 0,75

rendimento

prezzo dellenergia

Nel campo compreso tra le suddette velocit risultano compatibili diametri commerciali dal DN 100
al DN 300 .
Q

0,035
0,035
0,035
0,035
0,035
0,035

0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0

0,070
0,035
0,023
0,018
0,014
0,012

Di
0,299
0,211
0,172
0,149
0,134
0,122

DN
300-250
200
200-150
150-125
125
125-100

Si rilevano sul mercato i costi , per m, delle tubazioni , comprensivi di trasporto ed IVA, riportati
nella seguente tabella
DN

Di

Costo

mm

DN

/m

Di

Costo

mm

/m

100

114

19,66

200

219

52,80

125

140

26,80

250

273

73,80

150

168

32,40

300

324

92,60

Per ogni singolo diametro si determina :

h = 10,2936Q2 k 2 D 5,33 L

Hm = Hg + h altezza manometrica

Ci = * L costo dellimpianto

P potenza installata

E energia spesa

Ce = ck * E

CeC = Ce

perdite di carico lungo la condotta

(1 + r ) n 1 = 14,0954 Ce
r (1 + r ) n

valore capitalizzato del costo di esercizio al tasso di interesse r= 5% per n=25 anni

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

95

Tutti i valori definiti in precedenza sono riportati nella seguente Tabella I.


Tabella I
DN

Di
mm
114
140
168
219
273
324

100
125
150
200
250
300
DN

Ks
90
90
90
90
90
90

Hg

Hm

m
14500
14500
14500
14500
14500
14500

m
2400,40
803,02
303,87
73,96
22,85
9,17

m
375,00
375,00
375,00
375,00
375,00
375,00

m
2775,40
1178,02
678,87
448,96
397,85
384,17

CE

463.761
196.843
113.437
75.021
66.479
64.194

CeC

6.536.895
2.774.579
1.598.942
1.057.444
937.050
904.836

m /s
0,035
0,035
0,035
0,035
0,035
0,035

Ci
P
E

/m

kW
kW/h
19,66
285.070,00 1270,6 4E+06
26,80
388.600,00
539,3 2E+06
32,40
469.800,00
310,8 907497
52,80
765.600,00
205,5 600164
73,80 1.070.100,00
182,1 531833
92,60 1.342.700,00
175,9 513550

100
125
150
200
250
300

ck
/kw
0,125
0,125
0,125
0,125
0,125
0,125

Costi capitalizzati (*10

7
6
Ci

CEc

Ci+CeC

3
2
1
0
100

150

200

250

300

350

Diametri commerciali DN

Il grafico mostra come allaumentare del diametro DN aumentino i costi dimpianto Ci mentre il Costo capitalizzato dellenergia CEC ha andamento opposto.
La somma delle due curve consente di tracciarne una terza, Ci + CEc , che presenta un minimo in
corrispondenza del quale si individua il diametro commerciale DN 200 che ottimizza limpianto.
Ad analogo risultato si perviene svolgendo i calcoli senza tener conto della prevalenza geodetica e
riferendo i costi di impianto e di esercizio ad un metro di condotta, come riportato nella Tabella II e
relativo grafico.

96

Costruzioni Idrauliche

Tabella II
DN

Di

100
125
150
200
250
300
DN
100
125
150
200
250
300

Ks

Q
3

mm
114
140
168
219
273
324

90
90
90
90
90
90

m /s
0,035
0,035
0,035
0,035
0,035
0,035

m
0,1655
0,0554
0,0210
0,0051
0,0016
0,0006

G
/m
19,66
26,80
32,40
52,80
73,80
92,60

Ci

19,66
26,80
32,40
52,80
73,80
92,60

P
kW
0,0758
0,0254
0,0096
0,0023
0,0007
0,0003

E
kW/h
221,296
74,0312
28,0142
6,81883
2,10635
0,84542

ck
/kw
0,125
0,125
0,125
0,125
0,125
0,125

CE

27,66
9,25
3,50
0,85
0,26
0,11

CeC

389,91
130,44
49,36
12,01
3,71
1,49

350

Costi capitalizzati

300
250
Ci
CEc

200

Ci+CeC
150
100
50
0
100

150

200

250

300

350

Diametri commerciali DN

Per il diametro DN 200 e per la portata assegnata di 0,035 m3/s corrisponde una velocit in condotta di 1 m/s; questo rappresenta il valore assunto comunemente per la determinazione, speditiva, del diametro da assegnare alla condotta elevatoria, prescindendo dal calcolo economico.

4.4 . CRITERI DI SCELTA DELLE POMPE CENTRIFUCHE


I dati necessari per la scelta della pompa, cio la portata Q e la prevalenza Hm del punto di funzionamento desiderato, sono noti e con questi dati possibile ricavare dal campo caratteristico di impiego il tipo di elettropompa necessario.1
Ad esempio per una coppia di valori Q=45 l/s ed Hm = 16 m di colonna dacqua dal Campo caratteristico di impiego di elettropompe centrifughe ad asse orizzontale tratto dal catalogo della KSB ,
si individua il tipo 100-251k (Figura 10).

Questi diagrammi a mosaico sono forniti dalle case costruttrici

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

97

Figura 10. Campo caratteristico di elettropompe centrifughe ad asse orizzontale KSB serie k

Le altre grandezze caratteristiche della pompa cos scelta vengono evidenziate dalle curve caratteristiche tipiche del modello 100-251 (Figura 11).
In primo luogo si verifica che al punto di funzionamento corrisponda un rendimento soddisfacente ;
in questo caso risulta circa il 75% valore accettabile per questo tipo di macchine. Nel caso in cui il
rendimento si discosti da valori accettabili si dovr scegliere unaltra pompa.

Per verificare la soglia oltre la quale inizia il fenomeno della cavitazione

si utilizza la curva NPSH

Net Positive Suction Head (carico assoluto netto allaspirazione). Per il corretto funzionamento

dellimpianto dovr essere che :


NPSHdisponibile NPSHrichiesto
Sollevando acqua fredda in condizioni di pressione atmosferica normali
NPSHdisponibile=10 +Z+Y [m]
Z= dislivello tra superficie libera nella vasca di aspirazione ed il baricentro della girante ; per Z>0 il
dislivello positivo e si chiama battente; per Z<0 il dislivello negativo ed il suo valore assoluto si
chiama altezza di aspirazione (Figura 12).
Y= perdite di carico , continue e localizzate, nella condotta di aspirazione.

aspirazione daria e creazione di vuoto nel tubo di aspirazione e nel collettore con conseguente caduta del
rendimento, rumore e portata irregolare
98

Costruzioni Idrauliche

Figura 11. curve caratteristiche tipiche della pompa KSB modello 100-251/k

Infine, sempre dalla Figura 11, pu essere stabilita, con sufficiente precisione, la potenza assorbita
P [kW] mentre, nella Figura 12 sono illustrate le dimensioni di ingombro del gruppo pompa-motore,
il posizionamento della valvola di regolazione Vrg e della valvola di ritegno Vrt .

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

99

Figura 12. Elettropompa centrifuga mono-stadio

La

girante G, munita di pale generalmente fisse racchiusa da un involucro C, detto collettore.

La girante, collegata con un albero A ad un motore elettrico, aspira acqua dal tubo di aspirazione
Ta e, tramite il collettore C, spinge il fluido nella tubazione premente Tp.
Qualora una singola pompa non sia in grado di erogare tutta la portata necessaria , oppure si desidera per esigenze di servizio frazionare la portata complessiva, si ricorre allinstallazione di due o
pi pompe in parallelo, in questo caso le singole portate si sommano e la curva caratteristica si costruisce sommando le curve delle singole pompe

in corrispondenza di punti alla stessa prevalen-

za (Figura 13).

Figura 13. Schema di elettropompe in parallelo

Qualora una singola pompa non sia in grado di fornire tutta la prevalenza necessaria, oppure si desideri per esigenze di servizio frazionare tale prevalenza, si pu ricorrere a vari sistemi.
Il primo consiste nel realizzare stazioni intermedie di sollevamento provviste di serbatoi di disconnessione e di prelievo per il rilancio successivo (Figura 14).
3

se le pompe sono uguali la portata totale data dalla moltiplicazione delle portate della singola pompa per il
numero delle macchine in parallelo.

100

Costruzioni Idrauliche

Figura 14 . Impianto di sollevamento con rilanci parziali

Ogni singolo tratto viene considerato autonomamente come visto precedentemente.


Una seconda soluzione prevede di disporre le pompe in serie: tutta la portata delle prima pompa
viene inviata in sequenza nello stadio della seconda e ad eventuali stadi successivi. La curva caratteristica di pi pompe in serie si costruisce sommando per il valore della portata Q la prevalenza
di ciascuna pompa (Figura 15).

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

101

Figura 15. Schema di elettropompe in serie

Infine riunendo in successione gli stadi di ogni singola pompa posta in serie in un unico albero ed
unico motore si realizza una pompa centrifuga multi-stadio ad asse orizzontale (Figura 16).

Figura 16. Elettropompa centrifuga multi-stadio

La scelta di questo particolare tipo di macchina, note la portata Q e la prevalenza Hm del punto di
funzionamento desiderato, viene effettuata preliminarmente esaminando diagrammi del campo caratteristico di impiego di elettropompe multi-stadio . Ad esempio per una coppia di valori Q=45 l/s
( 2.700 l/min 162 m3/h) ed Hm = 260 m di colonna dacqua dal Campo caratteristico di impiego di elettropompe centrifughe multi stadio ad asse orizzontale tratto dal catalogo della Ercole Marelli si individua il tipo PGM 150/8 giranti (Figura 17).

Figura 17. Campo caratteristico di elettropompe centrifughe multistadio ad asse orizzontale MARELLI

102

Costruzioni Idrauliche

In primo luogo si verifica dalla curva caratteristica Q=Q(H) tipica del modello PGM 150 (Figura
18) che il punto di funzionamento abbia un rendimento soddisfacente; in questo caso risulta circa il
70% valore al limite della convenienza; si potrebbe migliorare cercando su cataloghi di altre Ditte.

Figura 18. curve caratteristiche tipiche della pompa MARELLI modello PGM 150

4.5. CURVA CARATTERISTICA DELLIMPIANTO E PUNTO DI FUNZIONAMENTO


Scelta la pompa resta definita, come detto, la curva caratterista rappresentativa della condizione
espressa dalla Q=Q(Hm) determinando condizioni di funzionamento variabili: aumentando progressivamente la portata diminuisce laltezza monometrica o viceversa.
Per contro la prevalenza Hm altres funzione delle perdite
pianto elevatorio;

h caratteristiche di un solo tipo di im-

questa condizione rappresenta da una parabola con vertice in H sulla retta

delle ordinate e viene definita Curva caratteristica dellimpianto. Questa deriva dalla somma della
componente statica rappresentata dalla altezza geodetica Hg, indipendente dalla portata, e dalla
Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

103

componente dinamica pari allaltezza piezometrica nella sezione di inizio della premente (Figura
19). La sovrapposizione della curva caratteristica dellimpianto sulla curva caratteristica della pompa determina il Punto di Funzionamento ottimale di quellimpianto con quella pompa di caratteristica Q=Q(Hm) Figura 19.

Figura 19. Punto di funzionamento ottimale

Eventuali modifiche apportate allimpianto determineranno nuove condizioni di funzionamento( Figura 20) che potranno essere soddisfatte cambiando macchina (P1<> P2) , variando, se possibile,
la velocit di rotazione del motore (n1<> n2) o cambiando la girante (D1<> D2)

Figura 20. spostamento del punto di funzionamento sulla curva caratteristica dellimpianto

Nel caso in cui si abbia a disposizione una pompa di assegnata caratteristica Q=Q(Hm) si potr determinare il diametro della condotta costituente limpianto in modo da avvicinarsi al Punto di Fun-

104

Costruzioni Idrauliche

zionanto ottimale (Figura 21 Esempio n.8))

Figura 21. Spostamento del punto di funzionamento sulla curva caratteristica della pompa

ESEMPIO N.8

Determinare il diametro di una condotta di acciaio necessaria per riempire, in circa 12 ore, una vasca di 3500 m3 posta a quota 160 m s.m. Il serbatoio di alimentazione, ubicato a quota di 35 m
s.m., distante 2.850 m. Determinare il Punto di Funzionamento ottimale dovendo utilizzare una
elettropompa, della quale nota la curva - Figura A.
2

H m [m]

H = -0,0176Q + 0,4352Q + 314,11


R = 0,988

400

300

200

Q
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110

H150
25,04
56,35
100,17
156,52
225,39
306,78
400,69
507,13
626,08
757,56

100

H200
6,07
13,67
24,30
37,96
54,67
74,41
97,19
123,01
151,86
183,75

H250
1,83
4,12
7,33
11,46
16,50
22,46
29,33
37,12
45,83
55,45

Hg
Hm150 Hm200 Hm250
125 150,04 131,07 126,83
125 181,35 138,67 129,12
125 225,17 149,30 132,33
125 281,52 162,96 136,46
125 350,39 179,67 141,50
125 431,78 199,41 147,46
125 525,69 222,19 154,33
125 632,13 248,01 162,12
125 751,08 276,86 170,83
125 882,56 308,75 180,45

350

DN150
0
0

40

80

300

Q [l/s] 120

DN200

250

Figura A

rico per attrito lungo la parete della con-

Hm [m]

Poich la curva caratteristica dellimpianto funzione della sola perdita di ca-

DN250

200
150

dotta (per esercizio corrente k=90):


100

H = 10,2936 Q2 Di - 5,33 k -2 L
facendo variare la portata Q da 20 110
m3/s si determinano valori correlati di
H per tre diametri compatibili :

50
0
0

DN 150, DN 200, DN 250 .

20

40

60

Portate

80

100

120

[l/s]

Figura B

Sul diagramma (Figura B) le coppie di valori Qi e

Hi definiscono tre curve caratteristiche

dimpianto; il punto di funzionamento ottimale dato dalla condotta con DN 200 con una portata
di circa 80 l/s pari a 3.456 m3 in 12 ore di funzionamento della pompa.

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

105

4.6. CRITERI PER LA REALIZZAZIONE DI STAZIONI DI POMPAGGIO


Una volta definito il numero di macchine necessarie per soddisfare la condizione Q=Q(Hm) sar necessario progettare la stazione di pompaggio. In linea di massima ledificio sar costituita da una o
pi vasche di accumulo ed alimentazione dellimpianto e da una camera di manovra in cui verranno
posizionati i gruppi elettropompe, i quadri elettrici ed eventuali casse daria come attenuatori di
moto vario (Figura 22).

Figura 22 . Pianta di una stazione di pompaggio

Per quanto riguarda il volume da assegnare alla vasca di accumulo questo funzione delle ore di funzionamento dellimpianto (generalmente le 8-10 ore notturne); infatti, nelle
ore di fermo dellimpianto, la portata del giorno dei massimi consumi Qgm [l/s] dovr essere invasata per poter essere sollevata nel periodo di funzionamento.
Con riferimento alla Figura 23 fissato un tempo di pompaggio Tp=8 ore resta definito un
tempo di fermo dellimpianto Tf =24 Tp =16 ore . Pertanto il volume Vs della vasca di alimen3600
[m3] mentre la portata di dimensionamento
1000
24
della condotta elevatoria Qs , essendo Qgm 24 = Qs 8 sar Qs = Qgm
= 3 Qgm
8

tazione S sar pari

Vs = Qgm Tf = Qgm 16

Figura 23

106

Costruzioni Idrauliche

Il gruppo pompa-motore deve essere ubicato in modo tale da risultare sotto battente rispetto al
minimo livello nella vasca o serbatoio di alimentazione. In questo modo tubazione aspirante e cassa sono piene dacqua ed il funzionamento automatico ed inoltre si evitano, nella fase di avviamento, fenomeni di cavitazione (Figura 24).

Figura 24. Installazione gruppo pompa motore

La fondazione dovr essere sufficientemente robusta da assorbire le vibrazioni e rigida in modo da


garantire lallineamento orizzontale e verticale tra asse pompa ed asse motore.
Lallineamento dovr essere verificato periodicamente poich possono sempre aversi:

assestamenti o cedimenti della fondazione;

sollecitazioni meccaniche causate dal montaggio delle condotte;

usura dei cuscinetti.

La condotta aspirante, che parte dallinterno della vasca di carico con una valvola di fondo o succheruola, dovr essere preferibilmente corta, a perfetta tenuta daria e con collegamento flangiato.

La saracinesca su questa condotta ha solo funzione di intercettazione della portata e pertanto dovr
essere, di regola, tutta aperta. Sulla condotta di mandata o premente, per ridurre le perdite di carico, occorre limitare raccordi e curve o, possibilmente, avere ampi raggi. Inoltre dovranno essere
installate una valvola di ritegno ed una valvola, o saracinesca, di regolazione. La valvola di ritegno
(Figura 25), posta tra la pompa e la saracinesca, in caso di improvviso arresto del motore, per
mancanza di energia elettrica, impedisce il ritorno dellacqua attraverso la pompa che , in caso di
riavvio, girando contro senso, brucerebbe il motore elettrico.

Figura 25. Valvola di ritegno a ciabatta

La valvola di regolazione, chiusa allavviamento della pompa, ha il compito di mettere a punto la


portata, o la prevalenza, desiderata e dovr essere richiusa lentamente prima dellarresto.
Per motivi legati allutilizzazione dellacqua da parte delle utenze potrebbe accadere che il serbatoio
ricevente si riempia prima del tempo fissato pertanto, per contenere i consumi di energia ed evitare
sprechi di acqua persa dagli sfiori , necessario provvedere a apparecchiature per la regolazione
delle portate sollevate. Tali dispositivi possono essere di tipo meccanico o elettronico: i primi ven-

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

107

gono generalmente realizzati associando un misuratore di portata tipo Venturi 4ed una valvola a
galleggiante. Man mano che il livello aumenta allinterno del serbatoio, per effetto del galleggiante,
la valvola tende a chiudersi riducendo la portata sollevata; questa riduzione di portata viene letta
dal misuratore Venturi, posto nella stazione di pompaggio, che in prossimit di portata nulla (corrispondente al massimo livello nel serbatoio di monte) stacca la corrente di alimentazione delle
pompe. Un timer programmato provveder a riaccendere limpianto allorario stabilito.
Un dispositivo di tipo elettronico realizzato con un misuratore di livello ad ultrasuoni: alla variazione dellintensit del segnale correlato un preciso valore del livello in vasca. Quando questo
raggiunge il massimo il dispositivo invia un segnale5 dal serbatoio alla stazione di pompaggio dove
vengono spente le pompe; al contrario quando il livello scende al valore minimo il segnale riaccender lo macchine (Figura 26).

Figura 26. Sistemi di valvole a galleggiante associate ad un venturimetro

Infine circa il numero di pompe da installare si pu considerare che, a parit di portata sollevata ,
tra due impianti possibili quello con pi pompe sar sicuramente pi costoso ma con il vantaggio di
avere una maggiore flessibilit di esercizio. Poich in qualsiasi impianto si dovr provvedere anche
ad unit di riserva, partendo dal caso pi semplice di installare una sola pompa capace di sollevare

Venturimetro : rientra nella famiglia delle apparecchiature di misura a pressione differenziale : diaframmi,
boccagli , tubi Venturi. Sono particolarmente adatti per la misura delle portate di correnti in pressione; le caratteristiche dei singoli dispositivi e le modalit di installazione e misura sono riportate nelle Norme UNI 1559 e
1597 ( diaframmi e boccagli) e dalla UNI 2323 e 2330 (venturimetri). Il principio di funzionamento si basa sulla
caduta di pressione statica h tra monte e valle dell'apparecchio inserito nella condotta (Figura 26), la quale
permette di dedurre la portata Q = k p , una volta noto il coefficiente strumentale k funzione, principalmente,

della geometria dello strumento. La misura di pressione differenziale viene eseguita sia con apparecchi a lettura
diretta quali manometri differenziali, sia con apparecchi a lettura indiretta tramite un segnale meccanico,
pneumatico , elettrico ed elettronico. A seconda del tipo di apparecchio possibile la trasformazione del h letto
in valori di portata Q.
5

generalmente su cavetto bipolare posto in opera allinterno di una guaina di protezione affiancata alla condotta
elevatoria.

108

Costruzioni Idrauliche

tutta la porta Q alla prevalenza Hm , sar necessario provvedere allinstallazione di un identico


gruppo pompa-motore di riserva. Se invece si ipotizzasse di suddividere la portata Q in due elettropompe uguali, la pompa di riserva potrebbe essere una terza di uguale potenza. Anche
sullutilizzo della riserva possono essere seguite due ipotesi : la prima che, distribuendo su tutte e
tre le macchine un identico carico di lavoro, prefissando una turnazione, porti tutte le pompe alla
fine della durata tecnico-economica

e pertanto alla loro contemporanea sostituzione; ovvero la-

sciarne la riserva per il solo utilizzo in caso di rottura di una delle due in esercizio. Si tende alla
prima soluzione in quando a distanza anche di pochi anni risulta difficile trovare eventuali pezzi di
ricambio la qual cosa costringerebbe
comunque a ricomprare tutta lelettropompa. Analogo ragionamento viene
seguito quando i gruppi sono maggiori
di due; se limpianto riveste una certa
importanza da prevedere un gruppo
di riserva alimentato da un motore
Diesel (Figura 27) per garantire un minimo di esercizio anche in caso di prolungata mancanza di energia elettrica.
Figura 27. Pompa centrifuga multistadio alimentata da un motore Diesel

4.6. FENOMENI DI MOTO VARIO NELLE CONDOTTE ELEVATORIE


In un impianto con sollevamento meccanico nel caso in cui si abbia un arresto brusco del funzionamento del motore della pompa, causato ad esempio per interruzione di energia elettrica, la colonna dacqua, in moto ascendente, si arresta provocando allinizio della condotta, nei pressi della
pompa, unonda elastica di depressione (1^ Fase) che pu scendere al disotto di quella atmosferica
con conseguenti sforzi di compressione sulla tubazione. Successivamente inizia a staccasi dal serbatoio verso la pompa unonda elastica di pressione che produce sullotturatore della valvola di ritegno un colpo diretto o dariete (2^ Fase) che genera sovra-pressione estremamente pericolose
per la resistenza del materiale. Per contraccolpo si genera una seconda onda che si propaga dalla
pompa verso il serbatoio. Quando questa arriva al serbatoio unaltra onda

si propaga verso la

pompa generando un secondo colpo dariete, smorzato rispetto alla fase precedente e fino
allesaurimento del fenomeno dovuto alle perdite di carico per attrito lungo la condotta.

Figura 28. Schema di impianto di sollevamento con cassa daria per attenuazione del colpo dariete

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

109

Ognuna di queste fasi ha una durata : =

2L
c

essendo L la lunghezza della condotta e c la cele-

rit dellonda elastica . Questultima grandezza funzione del modulo di compressibilit cubica e
della densit dellacqua del diametro D, dello spessore s e del modulo elastico E della condotta :

1
2

c
per acqua a circa 10C

D
1
= +

s
E

= 2,09*108 kg/m2

Nellipotesi di condotta estremamente rigida (E=

= 102 kg s2/m4

) la celerit c =

=1.425 m/s.

In realt, per effetto della deformabilit della tubazione, la celerit assume valori variabili anche in
funzione del modulo di elasticit E del materiale. (Tabella I)
Tabella I
Materiale tubazione

Modulo E [N/m2]

Celerit c [m/s]

Acciaio

2,06*1011

1000 1250

Ghisa

1,05*1011

1000 1200

PVC

3,10*109

250 450

PEAD

8,8*108

200 300

PRFV

1,2*1010

450 600

Il fenomeno, sommariamente descritto, estremamente complesso ed esula dai contenuti del corso

e pertanto si forniscono nozioni di carattere pratico sufficienti per valutare le massime sovrap-

pressione e depressioni e per verificare la necessit o meno di dispositivi di attenuazione.


Si consideri una pompa che sollevi una portata Q0 con una velocit media in condotta V0 supposto
che la velocit diminuisca bruscamente ad un valore V< V0 si genera una depressione
h =

c
(V0 V) [m]
g

Per arresto brusco del motore si avr V=0 per cui la massima depressione sar : h =
Nel caso di tubazione metallica c = 1000 m/s

g = 9,81 m/s2

h - 100 V0

Nel caso di tubazione di PEAD

g = 9,81 m/s2

h - 20 V0

c = 200 m/s

c
V0 [m]
g

La massima depressione, in metri di colonna dacqua, risulta nel primo caso circa 100 volte la velocit media mentre nel secondo caso scende a circa 20 volte. La massima sovrappresione generata
nella seconda fase, circa uguale, in valore assoluto, alla massima depressione.
Nel caso di impianti elevatori la determinazione della legge di chiusura V = V(t) estremamente
complessa tenuto conto sia del numero di giri della macchina e sia dalla curva caratteristica portata-prevalenza Q= Q(H).

Le situazioni particolari che possono verificarsi e la complessit del problema fanno si che tali dispositivi vengono, di regola, dimensionati da specialisti del settore.

110

Costruzioni Idrauliche

Numerosi studi effettuati su impianti sperimentali hanno evidenziato che la manovra di chiusura
non istantanea

in quanto la girante della pompa continua, per un breve tempo, a sollevare

lacqua e che la pompa cessa di erogare portata quando il numero di giri scende a circa il 50 % di
quello di regime; pertanto stata definita unespressione analitica (Mendiluce) per la determinazione del tempo che intercorre tra lo stacco di energia ed il termine di erogazione della portata (V=0)

Tc = C + k

V0 L
g Hm

[secondi]

V0 = velocit media nel funzionamento a regime


Hm=prevalenza in m nel funzionamento a regime
L = lunghezza della condotta
C e k sono due costanti:
C dato in funzione del rapporto Hm/L (Tabella II)
Tabella II
Hm/L

00,20

0,210,28

0,290,32

0,75

0,330,37

0,50

0,25

0,380,40
0

Per Hm/L>0,4 larresto della pompa si considera istantaneo.


k dipende dalla lunghezza della condotta L : K=1 per L > 2000 m ; K= 2- 0,0005 L per L 2000 m
Per la determinazione della massima oscillazione di carico si utilizza la formula di Micheaud

Ymax =

2 L V0
g Tc

Le Norme Tecniche sulle tubazioni di cui al DM del 12 dicembre 1985 pongono limiti alla massima
sovrappressione da colpo dariete ammissibile in funzione della pressione idrostatica (Tabella III).
In caso di sovrappresioni maggiori occorrer prevedere dispositivi di attenuazione .

Tabella III
Pressione idrostatica fino a

60

60100

Massima Sovrappressione

30

3040

100200

200300

4050

5060

Valori in m di colonna dacqua

Costruzioni Idrauliche

Acquedotto con sollevamento meccanico

111

ESEMPIO N.9

Riprendendo i dati dellEsempio 7 verificare limpianto per la sovrappressione da colpo dariete


ammissibile:

portata Q0= 35 l/s

condotta in acciaio [DN 200 Di =219 mm ] L= 14500 m ; salto geodetico di Hg=375 m

altezza manometrica

Velocit a regime V0 =

Per

Hm
448,96
=
= 0,031 C=0.5
L
14500

Hm = Hg+h= 448,96 m

Q0
0,035
=
= 0,92 m/s

0,2192
4

pertanto il tempo di chiusura

mentre per L> 2000 m

Tc = C + k

K=1

V0 L
0,92 14500
= 0,5 + 1
3,52 secondi
g Hm
9,81 448,96

mentre la massima sovrappressione Ymax =

2 L V0
2 14500 0,92
=
= 772,63 (*) m
g Tc
9,81 3,52

(*) valore superiore a quanto riportato nella Tabella III delle Norme Tecniche sulle tubazioni di cui
al DM del 12 dicembre 1985 e pertanto da prevedere una cassa daria per lattenuazione del colpo
dariete. Allinterno della cassa lacqua raggiunge un livello al disopra del quale c aria in pressione
che, in condizione di regime, ha un valore pari alla piezometrica nella sezione iniziale della condotta. Nelleventualit di stacco dellenergia e conseguente blocco della pompa diminuisce la portata
e conseguentemente la pressione in condotta ; laria contenuta nel serbatoio si espande inviando
acqua nella tubazione prolungando, di fatto, il tempo di chiusura Tc.Questo tempo ovviamente
funzione del volume dacqua immesso nella condotta, ovvero della dimensione e del numero della
casse.
Per il dimensionamento possono essere seguite teorie elastiche le quali tengono conto delle caratteristiche del liquido e della tubazione o teorie semplificate , o anelastiche, che considerano il
fluido incomprimibile e la condotta indeformabile (teoria di Evangelisti).

112

Costruzioni Idrauliche

Capitolo 6
RETI DI DISTRIBUZIONE (cenni)
GENERALITA
Le reti di distribuzione urbana rappresentano linsieme dei manufatti, delle apparecchiature e delle
tubazioni che si sviluppano nei centri abitati al fine di portare la risorsa idrica alle singole utenze
private ed ai servizi pubblici con condotte che percorrono il sottosuolo. Sulle tubazioni sono inseriti
differenti tipi di prese, per utenze private, per utenze pubbliche, per idranti d'incendio, per
fontanelle stradali. Sono, inoltre, presenti i dispositivi per lavaggio delle fogne e le derivazioni
per idranti da innaffiamento. Completano la rete i dispositivi di intercettazione, di sfiato e di scarico e, in casi non molto rari, i valvolismi per la riduzione della pressione.
Nei grandi centri abitati coesistono reti di distribuzione che erogano acque di differenti caratteristiche destinate al soddisfacimento di richieste di differente natura.
Nella citt di Roma, ad esempio, alcuni quartieri sono serviti oltre che dalla rete potabile anche
dalla rete per servizi dalla quale si deriva per l'innaffiamento ed il lavaggio delle strade e per
l'irrigazione dei giardini pubblici. Nella citt di Genova l'acqua della rete antincendio e per il lavaggio delle strade viene attinta dal mare e portata agli idranti con apposita rete di distribuzione.
Nella citt di Pescara la rete dei servizi del mercato ittico deriva e distribuisce acqua di mare. Nella Zona Tecnica Alitalia dell'Aeroporto Intercontinentale

Leonardo da Vinci di Fiumicino (Roma)

sono presenti tre reti di distribuzione, la rete potabile, la rete industriale e la rete antincendio.
La prima rete deriva dagli acquedotti a servizio della citt di Roma, la seconda e la terza rete utilizzano le acque prelevate con sollevamento dal fiume Tevere.

Costruzioni Idrauliche

Reti di distribuzione

133

6.1 . CARATTERISTICHE TIPOLOGICHE DELLE RETI


Con riferimento alla posizione del serbatoio di compenso e riserva rispetto allacquedotto ed alla
rete di distribuzione, tradizione distinguere tra:

reti con serbatoio in testata: ladduttrice alimenta direttamente il serbatoio dal quale si

dipartono le condotte della rete. Lalimentazione del serbatoio, pertanto, caratterizzata da portata costante mentre lerogazione dal serbatoio caratterizzata da portata variabile.

Figura 1. Rete con serbatoio in testata

Realizzandosi lo sbocco dell'adduttrice in vasca a livello superiore a quello di massimo invaso, nessuna interferenza sussister tra i due sistemi. Durante tutto l'arco della giornata le portate derivate dalla rete verranno erogate esclusivamente dal serbatoio.

reti con serbatoio terminale: le condotte della rete si sviluppano tra adduzione e serbatoio.

La condotta di adduzione termina, con sbocco libero, in corrispondenza di una torre piezometrica
che assolve la funzione di disconnessione delle pressioni. Dalla torre piezometrica deriva il sistema di condotte della distribuzione. Allestremo opposto della rete ubicato il serbatoio.

Figura 2. Rete con serbatoio terminale

Nel considerare il funzionamento idraulico delle reti a serbatoio terminale vanno distinti i periodi
della giornata durante i quali le portate erogate Qu(t) risultano superiori alla portata costante
Qa dell'acquedotto, dai periodi della giornata durante i quali le portate erogate Qu(t) risultano inferiori alla portata dellacquedotto.
Nelle prime condizioni di esercizio (Qu > Qa) la rete viene alimentata parte con la portata dell'acquedotto e parte con la portata erogata dal serbatoio terminale.
Nelle seconde condizioni di esercizio (Qu < Qa) tutta la rete viene alimentata da quota parte
della portata addotta dallacquedotto. Il supero rispetto alle richieste viene accumulato nel serbatoio terminale.

Costruzioni Idrauliche

134

I criteri informatori della scelta tra le due differenti tipologie di rete sono strettamente correlati
alla morfometria urbana ed alle possibilit altimetriche nellintorno del centro da servire.

6. 2. TIPOLOGIA DELLE RETI


Una rete di distribuzione costituita da un sistema di condotte le quali collegano un certo numero
di punti, detti nodi, solo nei quali possono avvenire immissioni o erogazioni di portata. Con riferimento alla Figura 3, le reti possono essere :

Figura 3.Tipologia delle reti di distribuzione

1. ramificate aperte o a connessione semplice; in questo caso il percorso possibile dal serbatoio a qualsiasi nodo unico;

2. chiuse o a connessione multipla; il percorso possibile da un nodo a qualsiasi altro non


unico;

3. miste; costituite da un insieme chiuso e da rami aperti


6. 3. CLASSIFICAZIONE DELLE CONDOTTE
Le condotte costituenti una rete di distribuzione di un centro abitato vengono classificate in cinque
distinte categorie
1) Condotta Alimentatrice Principale: collega la torre piezometrica al serbatoio terminale e con percorso
baricentrico attraversa il centro da servire. Nel caso di serbatoio di testata la condotta alimentatrice principale, con tracciato ad anello, percorre il centro da servire con inizio e termine nel serbatoio di testata. Le
condotte di questa categoria, nel caso di centri abitati ed aree industriali di media e piccola dimensione, di
regola sono monodiametro. Non hanno derivazioni per utenze se la tubazione di grande diametro.
2) Condotte Alimentatrici Secondarie : servono aree estese circa 1 km2 dipartendosi direttamente dalla
Condotta Alimentatrice Principale. Sono anch'esse di regola realizzate con tubazioni monodiametro e vi si ammettono diramazioni d'utenza solo in presenza di piccoli diametri.
3) Condotte Distributrici Con Servizio Antincendio : vengono a formare maglie chiuse di lato non superiore
a 200 m con ubicati ai nodi gli idranti da incendio. Hanno diametro fisso pari a 125-150 mm. Sulle stesse sono
presenti derivazioni per utenze private.
4) Condotte Distributrici Senza Servizio Antincendio : hanno diametro non inferiore ad 80 mm e percorrono tutte le strade del centro da servire eccettuate quelle interessate dalle Distributrici con Servizio di Antincendio.
5) Condotte Equilibratrici : realizzano i collegamenti tra le estremit delle Condotte Alimentatrici Secondarie
al fine di equilibrare il funzionamento idraulico della rete e consentire un accettabile esercizio anche in condizioni di emergenza dovute ad incendi in atto o rotture di condotte della rete.

Costruzioni Idrauliche

Reti di distribuzione

135

Sono oggetto di dimensionamento idraulico esclusivamente le condotte alimentatrici principali e le


condotte alimentatrici secondarie mentre, come detto, i diametri delle distributrici, con e senza
servizio di incendio, vengono assegnati a priori.
Caratteristica propria delle reti di distribuzione urbane ed industriali la presenza di un elevatissimo numero di pezzi speciali (curve, cambiamento di diametri, diramazioni semplici e doppie,
ecc.) e di saracinesche, il tutto richiesto dalla natura a maglie del sistema e dalla necessit di percorrere con le condotte tutte le strade del centro da servire. Elevata la frequenza delle derivazioni per utenze private e per servizi pubblici (idranti da incendio, idranti per innaffiamento, alimentazione di fontanelle stradali ecc.). Per soddisfare le esigenze sopra descritte, necessita un
elevatissimo numero di giunzioni, che, associato al particolare ambiente di posa (vibrazioni e cedimenti a seguito dellintenso traffico urbano, corrosione ed aggressione chimica), d luogo a perdite idriche che fisiologicamente si attestano sullordine del 10- 15% del volume dacqua immesso
nella rete.

6.4 . CONDIZIONI DI ESERCIZIO DELLE RETI


Le reti di distribuzione urbana funzionano in condizioni di moto vario. La variabilit del sistema, peraltro, risulta estremamente graduata e, nella pratica, viene fatto riferimento a due condizioni estreme corrispondenti al moto permanente dellora dei maggiori consumi ed al moto permanente
dellora dei minori consumi. La prima condizione viene ipotizzata contestuale alla configurazione di
serbatoio vuoto, la seconda condizione viene considerata sotto l'ipotesi di serbatoio contemporaneamente pieno. Nelle Figure 4 e 5 sono riportate le piezometriche dellora dei maggiori consumi
e dellora dei minori consumi rispettivamente per la rete con serbatoio di testata e per rete con
serbatoio terminale.

Figura 4. Piezometriche dellora dei maggiori consumi e dellora dei minori consumi
per la rete con serbatoio di testata.

Costruzioni Idrauliche

136

Per contenere l'entit delle perdite entro i limiti di accettabilit ammessi (15-20%) si impone che
la pressione massima sul piano stradale risulti inferiore a 70 m di colonna d'acqua. Contemporaneamente, per assicurare il corretto servizio, nei periodi di massima richiesta la pressione minima sul tetto delle abitazioni, o degli edifici industriali, non deve scendere al di sotto di 10 m di
colonna dacqua. Anche le oscillazioni del carico in rete, causate della variazione della domanda
dacqua nellarco della giornata, debbono essere contenute entro i 15- 20 m di colonna dacqua, e
questo sia per la regolarit del servizio di distribuzione idrica, sia per evitare la rapida perdita di
elasticit delle guarnizioni di gomma dei giunti delle tubazioni della rete, con conseguente forte
incremento delle perdite dacqua.

Figura 5 Piezometriche dellora dei maggiori consumi e dellora dei minori consumi
per la rete con serbatoio terminale

6.5. VERIFICHE IDRAULICHE NELL ESERCIZIO DELLE RETI


La soluzione con serbatoio terminale risulta economicamente vantaggiosa in quanto la rete, essendo alimentata da ambo le estremit, viene interessata da portate inferiori rispetto a quelle che si
avrebbero nel caso di serbatoio di testata, malgrado lutilizzo delle torri piezometriche che per la
minima capacit, non dovendo assolvere a funzioni di compenso e riserva, non comportano eccessivi aggravi di costi. Ovviamente la scelta condizionata sia da condizioni orografiche e sia da
scelte urbanistiche operate sul territorio.
Le problematiche connesse con la tutela dellambiente e del territorio tendono oggi a far escludere
lutilizzo delle torri piezometriche oppure, sopportando costi maggiori, queste vengono adagiate a
terra

per un migliore inserimento nel paesaggio.

Nelle citt che presentano elevate variazioni di quota al fine di ottemperare alle condizioni di esercizio di cui al paragrafo 6.4. occorre realizzare pi reti indipendenti ognuna delle quali domina
Costruzioni Idrauliche

Reti di distribuzione

137

unarea urbana soggetta a variazioni di carico contenute (Figura 6).

Figura 6. Suddivisione in reti indipendenti ognuna delle quali domina unarea urbana

Caso tipico della Citt di LAquila (Figura 7) che servita da tre distinte reti di distribuzione ognuna
delle quali rifornita da una coppia di serbatoi:
Zona alta serbatoi di san Giacomo;
Zona media serbatoi del Torrione
Zona bassa serbatoi di san Giuliano.
Questo pu essere realizzato

rifornendo indipen-

dentemente i serbatoi a servizio delle varie zone


ovvero riempiendo a cascata il serbatoio della rete pi bassa o direttamente dal serbatoio o dalla
rete della zona pi alta.
Ovviamente la somma delle capacit di compenso
di ogni singolo serbatoio sar uguale a quella che
si avrebbe nel caso di unica rete servita da un unico serbatoio (Figura 8).
Figura 7 . Schema delle reti di distribuzione del centro
storico di LAquila

Figura 8

Costruzioni Idrauliche

138

Capitolo 7
LE RETI FOGNANTI
PREMESSA
Lazione antropica sul territorio si manifestata nei secoli in maniera sempre crescente ma, negli
ultimi decenni, si intensificata in modo esponenziale, in relazione alle accresciute potenzialit offerte dalla tecnologia.
Si sono cos verificati intensi fenomeni di trasformazione delluso del suolo, dovuti a processi di urbanizzazione, di industrializzazione e di coltivazione di vaste aree, che hanno comportato macroscopici interventi sul territorio. Pertanto la difesa idraulica del territorio non investe solamente le
problematiche della difesa dalle inondazioni ma anche il drenaggio delle aree urbane al fine di regolare le acque meteoriche in eccesso ed incanalarle in un sistema di canalizzazioni, di manufatti,
apparecchiature e macchinari atti a raccogliere ed allontanare dagli abitati le acque meteoriche e
le acque reflue prodotte dagli usi domestici, pubblici, artigianali ed industriali.
Un sistema siffatto prende il nome di fognatura dinamica.
La progettazione di una rete di fognatura

strettamente correlata alla conoscenza dellafflusso

meteorologico, pertanto, origina dallo studio delle precipitazioni che, attraverso la mediazione del
bacino, vengono trasformate in portate secondo vari modelli di trasformazione afflussi-deflussi.

7.1. LINGEGNERIA DELLE FOGNATURE


Aspetti normativi sulle fognature
NORMATIVA STATALE:

Circolare Ministeriale LLPP n. 11633/74 "Istruzioni per la progettazione delle fognature e degli impianti di
trattamento delle acque di rifiuto"

Legge 10/5/1976 n.319 "Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento"

Delibera C.I. 4.2.1977 - Allegato 4 " Norme tecniche generali per la regolamentazione dell'installazione e
dell'esercizio degli impianti di fognatura e depurazione"

Decreto Ministeriale LL.PP. 12/12/1985 "Norme tecniche relative alle tubazioni"

COMPETENZE REGIONALI
Piano Regionale di risanamento delle acque (art.8 Legge 319/76)

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

139

IMPIANTI DI FOGNATURA DEFINIZIONI


LAllegato 4 alla Delibera del Comitato Interministeriale relativo alle Norme tecniche generali per
la regolamentazione dellinstallazione e dellesercizio degli impianti di fognatura e depurazione riporta le definizioni di unusuale e ricorrente terminologia che verr spesso richiamata nei paragrafi
seguenti.
Per impianto di fognatura si intende il complesso di canalizzazioni, generalmente sotterranee, atte a raccogliere ed allontanare da insediamenti civili e/o produttivi le acque superficiali (meteoriche, di lavaggio, ecc.) e
quelle reflue provenienti dalle attivit umane in generale. Le canalizzazioni funzionano a pelo libero; in tratti
particolari il loro funzionamento pu essere in pressione (condotte di mandata da stazioni di sollevamento, attraversamenti in sifoni, ecc.).
Una rete di fognatura pu essere a sistema misto quando raccoglie nella stessa canalizzazione sia le acque di
tempo asciutto, che quelle di pioggia, ed a sistema separato se le acque reflue vengono raccolte in una apposita rete distinta da quella che raccoglie le acque superficiali.
Le canalizzazioni, in funzione del ruolo che svolgono nella rete fognaria, sono distinte secondo la seguente terminologia:
fogne: canalizzazioni elementari che raccolgono le acque provenienti da fognoli di allacciamento e/o da
caditoie, convogliandole ai collettori;
collettori: canalizzazioni costituenti l'ossatura principale delle rete che raccolgono le acque provenienti
dalle fogne e, allorch conveniente, quelle ad essi direttamente addotte da fognoli e/o caditoie. I collettori a loro volta confluiscono in un emissario;
emissario: canale che, partendo dal termine della rete, adduce le acque raccolte al recapito finale.
1) Le canalizzazioni fognarie e le opere d'arte connesse devono essere impermeabili alla penetrazione di acque
dall'esterno e alla fuoriuscita di liquami dal loro interno nelle previste condizioni di esercizio. Le sezioni prefabbricate devono assicurare l'impermeabilit dei giunti di collegamento e la linearit del piano di scorrimento. La
impermeabilit del sistema fognario deve essere attestata da appositi certificati di collaudo.
2) Le canalizzazioni e le opere d'arte connesse devono resistere alle azioni di tipo fisico, chimico e biologico eventualmente provocate dalle acque reflue e/o superficiali correnti in esse. Tale resistenza potr essere assicurata sia dal materiale costituente le canalizzazioni, che da idonei rivestimenti. L'impiego del materiale di rivestimento e delle sezioni prefabbricate ammesso solo su presentazione di apposita dichiarazione di garanzia,
debitamente documentata, della ditta di fabbricazione. Le canalizzazioni costituite da materiali metallici devono,
inoltre, risultare idoneamente protette da eventuali azioni aggressive provenienti sia dall'esterno, che dall'interno delle canalizzazioni stesse. Il regime delle velocit delle acque nelle canalizzazioni deve essere tale da evitare sia la formazione di depositi di materiali, che l'abrasione delle superfici interne. I tempi di permanenza delle
acque nelle canalizzazioni non devono dare luogo a fenomeni di settizzazioniI delle acque stesse.
3) Manufatti di ispezione devono di norma essere previsti ad ogni confluenza di canalizzazione in un altra, ad
ogni variazione planimetrica tra due tronchi rettilinei, ad ogni variazione di livelletta ed in corrispondenza di ogni opera d'arte particolare. II piano di scorrimento nei manufatti deve rispettare la linearit della livelletta della
canalizzazione in uscita dai manufatti stessi. I manufatti di cui sopra devono avere dimensioni tali da consentire
l'agevole accesso al personale addetto alle operazioni di manutenzione e controllo. Lungo le canalizzazioni, al
fine di assicurare la possibilit di ispezione e manutenzione, devono disporsi manufatti a distanza mutua tale da
permettere l'agevole intervento del personale addetto.
4) Le caditoie devono essere munite di dispositivi idonei ad impedire l'uscita dalle canalizzazioni di animali vettori e/o di esalazioni moleste. Esse devono essere disposte a distanza mutua, tale da consentire la veloce evacuazione nella rete di fognatura delle acque di pioggia e comunque in maniera da evitare ristagni di acque sulle
sedi stradali o sul piano di campagna.

IRistagno e putrefazione con conseguenti infezioni


140

Costruzioni Idrauliche

5) Tutti gli allacciamenti previsti alle reti pubbliche devono essere muniti di idonei manufatti, le cui dimensioni
ed ubicazione devono permettere una agevole ispezionabilit al personale addetto alle operazioni di manutenzione e controllo
6) Gli scaricatori di piena da reti di tipo misto devono essere dimensionati in modo tale da assicurare che le acque scaricate presentino una diluizione compatibile con le caratteristiche e con l'uso del ricettore. I rapporti di
diluizione e le modalit di scarico verranno stabiliti dagli Enti competenti alla autorizzazione allo scarico.
7) Le stazioni di sollevamento devono essere sempre munite di un numero di macchine tale da assicurare una
adeguata riserva. I tempi di attacco e stacco delle macchine devono consentire la loro utilizzazione al meglio
delle curve di rendimento ed al minimo di usura, tenendo conto che i periodi di permanenza delle acque nelle
vasche di adescamento non determinino fenomeni di setticizzazione delle acque stesse. Le stazioni di sollevamento devono essere munite o collegate ad idonei scaricatori di emergenza, tali da entrare autonomamente in
funzione in caso di interruzione di fomitura di energia. Qualora per ragioni planoaltimetriche non risulti possibile
la installazione di scaricatori di emergenza, le stazioni di sollevamento devono, in aggiunta alla normale alimentazione di energia, essere munite di autonomi gruppi energetici, il cui stato di manutenzione deve essere attestato dalle annotazioni riportate su apposito registro. Autonomi gruppi energetici devono, inoltre, essere previsti
in tutti quei casi in cui il ricettore - dove potrebbe sversare lo scarico di emergenza - sottoposto a particolari
vincoli.
8) La giacitura nel sottosuolo delle reti fognarie deve essere realizzata in modo tale da evitare interferenze con
quella di altri sottoservizi. In particolare le canalizzazioni fognarie devono sempre essere tenute debitamente
distanti ed al di sotto delle condotte di acqua potabile. Quando per ragioni planoaltimetriche ci non fosse possibile, devono essere adottati particolari accorgimenti al fine di evitare la possibilit di interferenze reciproche.
9) Lo studio di una rete di fognatura deve sempre riferirsi per gli elementi di base (previsioni demografiche ed
urbanistiche, dotazioni idriche, dati pluviometrici, tipologia portata e qualit dei liquami, etc.) a dati ufficiali o
comunque resi tali da apposita dichiarazione delle competenti Autorit.
10) La scelta del tipo di materiale delle canalizzazioni deve essere effettuata sulla base delle caratteristiche idrauliche, della resistenza statica delle sezioni, nonch in relazione alla tipologia ed alla qualit dei liquami da
convogliare. Le canalizzazioni devono essere sempre staticamente verificate ai carichi esterni permanenti ed
accidentali, tenendo conto anche della profondit di posa e delle principali caratteristiche geotecniche dei terreni
di posa e di ricoprimento.
11) L'ente gestore della fognatura deve predisporre un idoneo programma di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete di fognatura gestita. Tale programma deve, in particolare, definire gli intervalli di
tempo entro i quali effettuare le normali operazioni di spurgo della rete nonch le verifiche concernenti sia le
condizioni statiche dei manufatti e lo stato di usura dei rivestimenti. L'attuazione di detto programma deve risultare da specifiche annotazioni da riportarsi su apposito registro. L'ente gestore deve, inoltre, disporre di una
planimetria quotata sviluppata in una scala adeguata per permettere la chiara individuazione della rete fognante
gestita. La stessa planimetria deve riportare lo schema della rete di distribuzione dell'acqua potabile. La planimetria di cui sopra deve risultare costantemente aggiornata.

Gerarchicamente, procedendo dagli allacci dei privati e dalle caditoie stradali fino a giungere, dopo
opportuni trattamenti, al recapito finale di restituzione delle acque reflue in un recettore naturale,
si distinguono:

fognoli di allacciamento : di dimensione non inferiore a 200 mm, consentono la immissione in


rete degli scarichi domestici, dei servizi pubblici e delle acque meteoriche raccolte dalle caditoie stradali.

canali di fogna : costituiscono la rete ramificata aperta che percorre tutte le strade del centro
abitato, eccettuate quelle servite dai collettori principali .

collettori principali : grandi canalizzazioni a servizio di vaste aree.

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

141

collettori emissari : canali che provvedono all'allontanamento delle acque raccolte dai centri
abitati fino all'impianto di depurazione e/o al recapito finale.

Le reti di fognatura sono, in genere, del tipo ramificato aperto. Il funzionamento idraulico a superficie libera, pur non mancando esempi di reti progettate anche per il funzionamento in pressione. Con specifico riferimento all'origine delle acque raccolte e trasportate, le reti di fognatura vengono classificate in:

reti di fognatura a sistema unitario o misto:


raccolgono e convogliano le acque pluviali e le acque reflue con un unico sistema di canalizzazioni.
In questi sistemi i collettori sono dimensionati in funzione delle portate meteoriche conseguenti allevento di pioggia in progetto. Questa portata nettamente maggiore (centinaia di volte) della portata delle acque reflue e poich limpianto di depurazione dimensionato con valore di poco superiore alla portata nera (portata nera diluita con rapporto di diluizione 1-4) , il supero dovr essere
scaricato direttamente nel mezzo recettore , con opportuni manufatti detti scaricatori di piena.
Lubicazione di questi dispositivi

consigliabile ogni qual volta sia possibile lo scarico diretto nel

recettore (scarichi di alleggerimento) e comunque allingresso del depuratore . In questi sistemi il


lavaggio della fognatura legato al regime pluviometrico, pertanto, nei periodi di secca , lesigua
portata nera defluisce con velocit molto bassa con conseguente

sedimentazione

dei solidi

linnesco di fenomeni putrefattivi . In seguito si chiarir meglio questo aspetto e si descriveranno le


soluzioni possibili per la risoluzione del problema.

Figura 1. Schema di fognatura con sistema unitario

reti di fognatura a sistema separato :

le acque reflue vengono raccolte e convogliate con un sistema di canalizzazioni distinto dal sistema
di raccolta e convogliamento delle acque pluviali. La dimensione dei collettori delle acque pluviali
praticamente identico a quello della corrispondente rete unitaria mentre la rete nera caratterizzata da spechi di modeste dimensioni. Generalmente la rete pluviale scarica direttamente nel mezze
recettore ; oggi, dal punto di vista ambientale, si tende a separare le portata di prima pioggia che,
soprattutto dopo un lungo periodo di siccit, presenta elevati

contenuti inquinanti a seguito del

lavaggio delle superfici stradali . Il sistema separato garantisce una portata nera pressoch costante allimpianto di depurazione per, data la limitata quantit, pu creare problemi di smaltimento
della parte solida, soprattutto nei tratti pianeggianti, per mancanza del lavaggio operato della portata pluviale.

142

Costruzioni Idrauliche

Figura 2. Schema di fognatura con sistema separato

Non esistono ragioni di validit di un sistema rispetto allaltro. Dalla scelta del sistema pu dipendere:
1. dal costo
2. dal funzionamento efficiente
3. dalla realizzabilit
Dal punto di vista igienico sanitario entrambi i sistemi presentano il limite di non consentire il completo conferimento del carico inquinante, raccolto dalla fognatura, allimpianto di trattamento
finale. Nel sistema separato, privo di separatori di prima pioggia, le acque di lavaggio delle strade
sono scaricate dai collettori pluviali, senza trattamento, nei recettori. Nel sistema misto , durante
eventi tenui di pioggia, che attivano gli scaricatori di piena con gradi di diluizione poco superiori alla
norma, una parte del carico inquinante connesso alle portate nere sversato direttamente nel recettore senza trattamento.
Infine costatato che linquinamento delle acque di prima pioggia causato principalmente dal dilavamento delle superficie pavimentate (strade e piazze), nella realizzazione di nuove reti di fognatura, in entrambi i sistemi, si tende a isolare, a monte dellimmissione nella rete, le acque di pioggia intercettate e raccolte dai tetti e convogliarle verso il recettore pi vicino, su terreni permeabili
o, attraverso pozzi perdenti, direttamente nella falda.
Le esigenza della raccolta ed allontanamento delle acque nere e delle bianche sono diverse e possono portare a situazioni fra loro inconciliabili che rendono obbligata la scelta del sistema separato:
Le acque nere :
impongono : profondit di posa al disotto della rete idrica;
pendenza sufficiente per un continuo deflusso
ammettono : sollevamento meccanico caratterizzato da portate esigue e basse prevalenze.
Le acque bianche :
impongono : funzionamento a gravit (fatta lunica eccezione del recettore a quota maggiore della
sezione terminale dellemissario)
ammettono : posa superficiale (al limite pendenze naturali del reticolo idrografico)
basse pendenze

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

143

7.2. TIPOLOGIA DELLE RETI DI FOGNATURA


Le reti di fognatura, come gi detto, sono costituite da canali chiusi funzionanti a superficie libera.
L'andamento plano-altimetrico delle reti, pertanto, risulta strettamente connesso alla morfometria
dei luoghi ed alla natura ed ubicazione del mezzo ricettore finale; in funzione delle differenti realt,
originano due schemi elementari o di base, perpendicolare ed a ventaglio, che potendo coesistere
tra loro realizzano schemi multipli: longitudinale, a terrazze e radiale .
a - Schema perpendicolare: i collettori principali, disposti sulle linee di massima pendenza, confluiscono nellemissario che scorre parallelamente al mezzo recettore fino allimpianto di depurazione.
con

sistema

misto,

con scaricatori di piena


al termine dei collettori
principali;
con sistema separato, con i collettori pluviali che sversano direttamente nel recettore ;
con sistema separato
e separatori di prima
pioggia ubicati al termine dei collettori pluviali
ed in prossimit dellemissario.
Figura 3

b - Schema a ventaglio : i collettori principali, che raccolgono le reti dei bacini secondari, confluiscono in un unico punto dal quale inizia lemissario verso limpianto di trattamento. Se il sistema
misto in questo punto verr posizionato lo scaricatore di piena (Figura 4).

Figura 4.

144

Costruzioni Idrauliche

- Schema a terrazze: lorografia del territorio impone la realizzazione di sottobacini indipendenti

tra di loro. Ognuno di essi a servizio della propria zona posta a quota diversa e dotata di una propria ed autonoma configurazione (Figura 5).

Figura 5

d - Schema radiale :Il centro da servire risulta suddiviso in pi settori ognuno con rete di fognatura
propria e con distinto recapito finale. Lo schema tipico di citt collinari con impluvi che convogliano verso bacini distinti (Figura 6).

Figura 6

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

145

7.2. LA GEOMETRIA DELLE SEZIONI DEGLI SPECHI DI FOGNATURA


Gli spechi di fognatura, tutti, per ragioni igieniche, realizzati a sezione chiusa, hanno forme geometriche caratteristiche e differenziate in funzione del tipo di rete.
Nel caso di reti separate:
le acque bianche vengono incanalate in spechi a sezione circolare. In caso di collettori o emissari
a servizio di vasti bacini e per i quali previsto il vettoriamento di portate elevate, si ricorre all'adozione di pi spechi a sezione circolare funzionanti in parallelo. Non sono infrequenti casi di
adozione di sezioni rettangolari di grandi dimensioni. In queste per contenere lo spaiamento delle acque in concomitanza di piccole portate si ricorre allaccortezza di sagomare il fondo con
doppia falda convergente verso il centro;
le acque reflue vengono evacuate in spechi a sezione circolare di dimensione compresa da un

minimo di 250 mm ad un massimo di 800 mm (Tubi di Grs e P.V.C.). Nel caso di necessit di
adozione di spechi di dimensione superiore, si ricorre all'impiego di spechi di sezione semiovoidale fino alla dimensione 70x70 cm e, successivamente, per dimensioni maggiori si adottano
spechi ovoidali fino alla dimensione 160x240 cm (Figura 7).

Figura 7 . Sezioni correnti per spechi di fognatura

Nel caso di reti unitarie le acque, sia reflue che di pioggia, vengono trasportate, come gi detto, in
unica canalizzazione realizzata, per le piccole e medie portate, con spechi a sezione circolare. Per
dimensioni maggiori a diametri commerciali, si adottano spechi ovoidali senza banchina. I grandi
collettori ed i canali emissari vengono realizzati con spechi con sezioni banchinate di notevoli dimensioni (fino a 3200x3200 ed oltre)

Figura 8. Sezioni storiche per grandi spechi di fognatura

Il ricorso all'adozione di sezioni policentriche ovoidali sia per la rete nera di sistemi separati sia per
le reti miste dettato da necessit idrauliche. Le portate nere, di limitata entit se raffrontate alle
portate bianche prodotte dalla stessa area servita (rapporti nero/bianco compresi tra 1/100 e
1/600), debbono essere vettoriate con velocit sostenuta sia per ridurre i tempi di permanenza del
liquame in fognatura, sia per ostacolare fenomeni di sedimentazione delle sostanze organiche ed
146

Costruzioni Idrauliche

inorganiche presenti nei reflui. Lo scopo viene conseguito ricorrendo all'impiego di spechi a sezione
circolare per piccole canalizzazioni ed a sezione ovoidale per dimensioni medie e grandi. In questi
ultimi le portate delle acque reflue vengono ad interessare la zona caratterizzata da forte curvatura
ed elevato valore del raggio idraulico, fattore determinatore di elevata velocit di flusso.

7.3. LE PORTATE DELLE RETI DI FOGNATURA


A. Portata nera o Fecale
La valutazione della portata fecale riveste ampio margine di incertezza data la impossibilit intrinseca di conoscere attendibilmente:

la quantit della portata addotta dall'acquedotto che raggiunge la rete di fognatura;


l'entit delle eventuali perdite dalle canalizzazioni;
la possibile immissione di acque parassite;
la distribuzione dei flussi nell'arco della giornata.

Si perviene ad attendibili stime della portata fecale considerando le dotazioni idriche assentite e
la numerosit della popolazione da servire. Peraltro non tutta l'acqua immessa nella rete di distribuzione idrica perviene alla rete di fognatura. Parte, a causa delle perdite fisiologiche proprie
della rete di distribuzione, non perviene agli utenti. Inoltre parte della portata effettivamente
utilizzata viene dispersa per evaporazione, evapotraspirazione e dispersione nel suolo (innaffiamento piante e giardini, lavaggio di biancheria e pavimenti, ecc.).
I dati relativi a rilevamenti mirati alla valutazione della percentuale dell'acqua immessa nella rete
di distribuzione che raggiunge la fognatura risultano molto dispersi. L'ordine di grandezza delle
perdite del 30-40%. Nel caso di fognatura separata, facendo riferimento per il dimensionamento
idraulico degli spechi alle portate fecali, prudenzialmente si assume che l80% della dotazione idrica
verr vettoriata dal sistema fognante.
Noti pertanto la dotazione idrica del giorno dei maggiori consumi dII [l/ab x giorno] ed il numero N di abitanti da servire con la rete di fognatura, risulta agevole determinare il valore della
portata media fecale con la relazione:
qmed =

0,8 N d
86400

[l/s]

Per acquisire il valore della portata di picco fecale necessita definire il valore del coefficiente di
punta Cp, rapporto tra la portata fecale massima e la portata fecale media giornaliera. Non corretto fare riferimento all'analogo coefficiente di punta adottato nel dimensionamento della rete in
pressione idropotabile, dato il potere regolatore delle reti di fognatura correlato al funzionamento
di queste in condizioni di moto vario a superficie libera. La letteratura tecnica in argomento
indica valori sperimentali di Cp compresi tra 1,3 ed 1,5 (valori sperimentalmente rilevati nelle reti
fognarie di Foggia Cp 1,5 e di Napoli Cp = 1,26).
Per la determinazione di Cp III in fase di progettazione la Water Pollution Control Federation consiglia il ricorso alla relazione : Cp = 20 N-0,2 [N in migliaia].
Per la determinazione della popolazione, nel caso di nuovo progetto, si fa riferimento alle indicazioni delle Norme di Attuazione del Piano Regolatore Generale vigente per le zone oggetto delle opere
di urbanizzazione ed in particolare ai seguenti parametri urbanistici:
St - Superficie territoriale [m2]: area complessiva dei lotti ricompresi un una determinata Zona con specifica

destinazione urbanistica ; somma della Superficie fondiaria Sf e delle superfici da destinare ad opere di urbaII Rilevabile dallEnte gestore dellacquedotto
III Maggiore la popolazione tanto pi Cp tende ad 1
Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

147

nizzazione interne allarea di intervento (strade, parcheggi, aree di manovra, spazi verdi, ecc.)
Sf Superficie fondiaria [m2]: area netta edificatoria pari alla St depurata delle superfici da destinare ad o-

pere di urbanizzazione
Uf Indice di utilizzazione fondiaria [m2/m2] esprime in m2 la massima Superficie utile Su costruibile per
ogni m2 di Superficie fondiaria Sf
V Volume residenziale costruibile [m3] :prodotto della Su*h con h = altezza del piano da pavimento a

soffitto;
IVC Indice volumetrico capitarlo o Standard residenziale per abitante:
per zone non residenziali [abitante / ha] , con ha= ettari di superficie edificabile
per zone residenziali

[abitante / m3]

N Popolazione ricadente in una Zona :


per zone non residenziali : prodotto dell IVC*Sf
per zone residenziali

prodotto dell IVC*V

Con gli elementi acquisiti risulta estremamente agevole determinare il valore della portata massima fecale necessario per il dimensionamento idraulico degli spechi di fognatura. Infatti, determinato il numero N degli abitanti che gravitano sul tratto di fognatura in esame, il valore della
portata nera di progetto dato alla relazione:
qmax =

0,8 Cp N d
86400

[l/s]

Nel caso di reti separate la qmax sar la portata di dimensionamento dello speco per un assegnato
valore del Grado di Riempimento, 50%60 % della sezione totale dello speco, generalmente di
forma circolare. Nel caso di reti unitarie, ricordato che la portata bianca centinaia di volte la portata nera, non necessario, per il dimensionamento dello speco, tener conto della nera qmax . Occorrer comunque verificare, per lo speco dimensionato per la massima portata pluviale Qmax , il
valore della velocit corrispondente ad una portata nera 0,5 qmax
B. PORTATA PLUVIALE
Il valore della portata massima di pioggia pu essere determinato adottando differenti procedure.
Con formule empiriche, valide in ambiti territoriali limitati, si correla l'intensit di pioggia alla portata di picco attraverso espressioni matematiche ottenute da analisi di tipo regressivo. Il metodo,
molto diffuso fino agli anni cinquanta, risulta superato.
Attualmente, a volte, si fa ancora ricorso, nelle fasi di progettazione di larga massima, a metodi
semiempirici, basati su formulazioni caratterizzate dalla presenza di coefficienti dedotti da elaborazioni condotte con i metodi correntemente adottati. Tra questi i pi diffusi sono:

il metodo cinematico, fondato sul concetto della corrivazione;


il metodo del volume dinvaso, basato sul concetto della laminazione.

In tutti i metodi si ricerca la pioggia di progetto assumendo, per un assegnato tempo di ritorno
T, il legame funzionale tra altezza di pioggia h e durata t della stessa (curva di possibilit pluviometrica o curva di caso critico).

B.1. PRECIPITAZIONI
Le precipitazioni sono causate, principalmente, dal raffreddamento e condensazione di masse daria
a causa di moti ascensionali. Questi sono provocati da differenti temperature stagionali tra oceani e
continenti, dalla successione delle aree cicloniche, dallintensit e direzione dei venti, ecc.
La condensazione pu essere causata da differenti situazioni che concorrono nella classificazione
delle piogge:

148

Orografiche o di rilievo : generate da moti ascendenti di masse daria per effetto di rilievi;
Costruzioni Idrauliche

Convezione: causate dal riscaldamento di masse daria al suolo che attivano correnti ascendenti con conseguente raffreddamento nel passaggio a zone fredde;

Piogge cicloniche: generate da perturbazioni bariche che creano correnti ascendenti

e da

mescolamenti di masse daria a differenti temperature:

Precipitazioni di contatto con oggetti e piante

collocati a terra a temperatura inferiore :

rappresentano un ulteriore passaggio dellacqua dallAtmosfera alla Terra .

Nebbie (vapore gi condensato, ma trattenuto nellaria). Le goccioline contenute nelle nebbie


basse vengono captate dal terreno e dalla vegetazione, leccesso di acqua non trattenuto gocciola e scorre sul terreno; a temperature inferiori a 0C le goccioline a contatto con le superfici
fredde solidificano in un strato di cristalli di ghiaccio detti Brina.

Rugiada : condensazione del vapore, contenuto negli strati bassi dellatmosfera raffreddati per
contatto con il terreno e la vegetazione, danno luogo alla formazione di goccioline che, per temperature inferiori a 0C, si condensano allo stato solido sotto forma di cristalli di ghiaccio dando
luogo alle Gelate bianche.

Lentit delle precipitazioni di contatto di difficile valutazione ed misurabile con difficolt mentre
ci agevole per le precipitazioni atmosferiche sotto forma di pioggia o neve.
La misura delle precipitazioni viene effettuata con i pluviometri in stazioni diffuse sul territorio
nazionale (una stazione circa ogni 80 km2).
A seconda delle grandezze rilevabili si hanno pluviometri:
Ordinari : (Figura 9) lo strumento si compone di un recipiente cilindrico con fondo ad imbuto e
bocca intercettatrice del diametro di 35,7 cm (area della bocca 1/10 di m2) ; la precipitazione raccolta viene misurata, volumetricamente, giornalmente (convenzionalmente alle ore 9). Il rapporto
tra volume ed area della bocca fornisce il valore dellaltezza di precipitazione nelle 24 ore precedenti. Nelle zone montane ove le precipitazione sono nevose, al pluviometro ordinario viene sostituito il
Nivopluviometro . Questo, privo imbuto di protezione, ha il fondo piatto che pu essere rimosso per
la fusione della neve e la corrispondente altezza di precipitazione allo stato liquido nellintervallo di
tempo considerato.

Figura 9. Pluviometro ordinario e nivopluviometro

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

149

Registratori o pluviografi : hanno dispositivo di intercettazione identico allordinario , ma lacqua


raccolta e condotta con continuit ad apparecchi registratori, di cui si dir in seguito. Assolvono alla
necessit di conoscere la distribuzione e le durate delle precipitazioni nellarco delle 24 ore.
Essenzialmente sono di due tipi : a sifone ed a bilanciere. Nel primo, raffigurato nella Figura 10,
la pioggia intercettata dalla bocca viene raccolta in un recipiente R munito di un galleggiate G al
quale associata una punta scrivente P che registra su un rullo, ruotante a velocit nota e costante
laumento del livello nel recipiente. Quando lacqua raggiunge un prefissato livello libera di uscire
solo attraverso il sifone S; il recipiente si vuota bruscamente, e la punta scrivente traccia una linea
verticale sul tamburo. Per risalire allaltezza di precipitazione ed alla correlata durata sufficiente
sommare i tratti salienti.

Figura 10. Schema di un pluviografo a sifone e relativo tracciato di registrazione

Nel tipo a bilanciare (Figura 11) lacqua raccolta dalla bocca riempie alternativamente due vaschette triangolari B che costituiscono il bilanciere il cui funzionamento legato al peso dellacqua ed alla
quantit di precipitazione raccolta.

Figura 11. schema di un pluviografo a bilanciere e relativo tracciato di registrazione

Al moto del bilanciere associata un'ancora che, agendo su una ruota dentata, mette in rotazione
l'eccentrico E, al quale solidarizzata una punta scrivente su tamburo rotante, anche in questo ca150

Costruzioni Idrauliche

so a velocit nota e costante. Poich il movimento del bilanciere a scatti il diagramma risultante
a gradini. Laltezza di precipitazione e la durata relativa si ricavano dal diagramma ribaltando i tratti discendenti .
Totalizzatori : vengono usati in stazioni dove, per particolari condizioni ambientali, non possibile
effettuare rilevazioni a breve periodo. La bocca di intercettazione pi piccola del tipo Ordinario,
1/40 di m2, ma il recipiente di raccolta, privo dellimbuto, ha capacit maggiore e nel suo interno
vengono poste quantit misurate di cloruro di calce per sciogliere la neve e di olio di vaselina per
contenere levaporazione. Nella Figura 12

sono raffigurati

pluviometri totalizzatori dotati dello

schermo di Nipher, utilizzato per ridurre gli errori di misura causati, generalmente dal vento. Poich
le gocce di pioggia crescono nellattraversare strati di atmosfera, vicini al suolo e prossimi alla saturazione, laltezza minima della bocca dal suolo fissata in 1,5 m per i pluviometri ordinari e 3,00 m
per i pluviometri totalizzatori ( secondo il Servizio Idrografico Italiano).

Figura 12. Pluviometri totalizzatori

Per zone di alta montagna, soggette a notevole innevamento, pu essere necessario valutare il quantitativo di acqua equivalente del manto nevoso. Pertanto si tende a risalire alla valutazione dello spessore del manto nevoso o con misure dirette, tramite
sondaggi o letture ad aste graduate, o con rilevazioni satellitari , con sovrapposizione di immagini
opportunamente elaborate (Figura 13).

Figura 13

Parametri caratteristici delle piogge e loro presentazione


Altezza di precipitazione h [espressa generalmente in mm] pari al rapporto tra il volume
V
V di acqua precipitato su una superficie nota A e larea stessa
h =
A
h
Intensit di precipitazione i [espressa generalmente in mm/ora] pari al rapporto i =
t

con t pari allintervallo di tempo nel quale affluito il volume V


Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

151

La raccolta delle osservazioni di piogge ed una loro prima elaborazione viene effettuata dagli Uffici
Idrografici e pubblicati negli Annali Idrologici IV suddivisi, attualmente, in tre parti:
La prima suddivisa in due Sezioni:

IV Presidenza del Consiglio dei Ministri - Servizi Tecnici Nazionali


152

Costruzioni Idrauliche

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

153

Figura 14 .Ubicazione delle stazioni idrometriche

154

Costruzioni Idrauliche

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

155

156

Costruzioni Idrauliche

Tabella VI : Solo per alcune stazioni e per i periodi compresi tra gennaio e maggio ed ottobre dicembre sono riassunti i valori
- delle altezze , in cm del manto nevoso, rilevate a fine mese;
- delle quantit di neve cadute nel mese;
- il numero dei giorni nevosi;
- il numero complessivo dei giorni di permanenza del manto nevoso .
La seconda parte suddivisa in quattro sezioni:

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

157

158

Costruzioni Idrauliche

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

159

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Costruzioni Idrauliche

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

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Costruzioni Idrauliche

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

163

164

Costruzioni Idrauliche

La terza ed ultima parte attiene alla Mareografia.

7.4. DISTRIBUZIONE DELLE PRECIPITAZIONI NEL TEMPO


Dalle osservazione raccolte negli annali si rileva che per una data durata temporale unaltezza di
precipitazione, misurata in una certa stazione, sensibilmente variabile da anno ad anno .
Poich il fenomeno ipotizzato non evolutivo, si ritiene di poter individuare, per ogni stazione, il
valore medio da una serie elevata di anni di osservazione N che soddisfi alla condizione che tale valore non vari sensibilmente

includendo o escludendo dal conteggio un numero limitato di anni.

Questa media, detta Valore Normale, stimata per un periodo di circa 40 50 anni. Anche se
gli eventi di pioggia non si riproducono identici in tale periodo, si ha effettivamente a grandi linee
la percezione del fenomeno. Nella progettazione idraulica ricorre, sovente, la necessit di conoscere la correlazione, per unassegnata stazione, tra altezza di precipitazione e durata dellevento .
Generalmente per ricercare una relazione matematica, tra due variabili x ed y, del tipo yi = (xi)
in modo tale che sia possibile prevedere un valore della y in funzione di un assegnato valore della
x, si fa ricorso allinterpolazione dei dati con idonee funzioni .
I dati relativi alle altezze di pioggia correlate a durate prescelte possono essere rappresentati graficamente su un piano cartesiano con le durate, asse delle ascisse, e le correlate altezze di precipitazione in ordinate (Figura 16).

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

165

Figura 16. Costruzione della curva di possibilit pluviometrica

La spezzata che unisce i singoli punti pu essere interpretata analiticamente ed in modo soddisfan
[a]
cente, mediante lequazione di potenza: h = a t
con h (mm) altezza di precipitazione, t la sua durata (ore o frazioni decimali di ora) a ed n due
parametri dipendenti dalle caratteristiche pluviometriche della zona:

n < 1, poich l'intensit di pioggia i = h/t diminuisce con l'aumentare della durata; assume generalmente valori compresi tra 0,3 e 0,7;

a rappresenta l'altezza di pioggia caduta nell'unit di tempo (a seconda dei casi un'ora o un
giorno) V.

La relazione [a] pu essere esplicitata determinando i valori di a ed n in modo analitico utilizzando il Metodo dei minimi quadrati con :
a=

r=

y x2 x xy

b=

N x (x)
2

a y + bx Y
(y)2

N xy xy
N x2 (x)2

1
(y)2
N

1
(y)2
N

N = numero della serie di dati x,y


r = coefficiente di correlazione, indica la qualit che stata ottenuta con la regressione; valori
prossimi ad 1 indicano unottima interpolazione, essendo ridotti al minimo gli scarti dei punti.

166

h=a tn

h [mm]

h=a*24n tn

h [mm]

a [mm giorno-1]

h=a/1000*24n tn

h [m]

a [m giorno-1]

[mm ora-1]

Costruzioni Idrauliche

Per determinare i valori di a ed n possibile utilizzare un metodo grafico; scrivendo la [a] nella
forma log h = log a + nlog t
questa rappresenta in un piano bilogaritmico una retta. (Figura 17)
la costante a definita dal valore dellordinata per t=1
la costante n il relativo coefficiente angolare.

Figura 17.

Raccolti, per un numero sufficiente di anni, i dati relativi alle altezze di pioggia correlate alle durate
prescelte, si ordinano, per ogni durata, in senso decrescente. Vengono cos determinati i valori del
Primo caso critico (altezze di precipitazione raggiunte una volta e superate mai, nel periodo di
osservazione); i valori che seguono in ordine di grandezza i massimi individuati in precedenza determinando il Secondo caso critico (altezze di precipitazione raggiunte una volta e superata una,
nel periodo di osservazione) e cosi via fino all'ordine N. I dati dei vari ordini (I, II, III, ecc.) possono essere interpolati ottenendo le curve di I, II,III, ecc. caso critico. L'ordine di una curva di caso
critico indica dunque le volte in cui i valori che essa regolarizza sono stati raggiunti negli N anni di
osservazione e superati n-1 volte.
Avendo a disposizione numerosi anni di osservazione, considerati tutti i valori massimi riscontrati
alle varie durate, si perverrebbe ad una legge che, a meno di eventi eccezionali, garantirebbe la
non superabilit dei dati osservati; il conseguente dimensionamento della rete sarebbe in grado di
contenere la portata derivante da qualsiasi pioggia. Questo per non sempre necessario n fattibile dal punto di vista economico.
Le curve di caso critico non permettono di conoscere il ritorno periodico di un evento pluviometrico
caratterizzato da una particolare intensit n, tanto meno, consentono di estendere il campo delle
previsioni oltre il periodo reale di osservazione, se non ricorrendo a metodi statistici che consentano di definire un intervallo medio di tempo Tr(anni), detto Tempo di Ritorno, per eventi pluviometrici di intensit nota o mai registrata. Bench ovvio, bene sottolineare che il tempo di ritorno
non rappresenta una scadenza fissa ma un valore medio temporale nel quale probabilmente
levento preso in considerazione ricorrer e lattendibilit del risultato si riduce allaumentare della
proiezione temporale soprattutto in rapporto al numero degli anni N di osservazioni disponibili.
Tra i vari metodi statistico-probabilistici per lanalisi di campioni di altezze di pioggia massime annuali il pi noto quello di Gumbel (1958). Per le precipitazioni massime di assegnata durata, si fa

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

167

riferimento alla seguente espressione statistica :

h (Tr) = h + F S(h)

[a]

essendo :
h(Tr)

altezza di pioggia eguagliata o non superata ogni Tr (anni)

il valore medio delle altezze di precipitazione, di unassegnata durata, negli N anni osservati

Fattore di frequenza

S(h)

scarto quadratico medio campionario della variabile h

Secondo Gumbel, adottando per il fattore di frequenza lespressione


h (Tr ) = h

F =

Y(Tr ) YN
si ha:
SN

S(h)
S(h)
YN +
Y(Tr )
SN
SN

Y(Tr)

T 1
variabile ridotta Y(Tr ) = ln ln r

Tr

YN

media della variabile ridotta

SN

scarto quadratico medio della variabile ridotta

[b]

YN e SN sono funzioni del numero N degli anni di osservazione; i valori, riportati nella Tabella I in

funzione degli N anni di osservazione, possono essere anche determinati analiticamente con le seguenti espressioni:
YN =

1
N

i=1

Yi

1
SN =
N 1

2
i =1 (Yi Y N )
N

0,5

essendo Yi una serie di variabili ridotte dipendenti solo dal numero N dei dati di osservazione, ordinati in senso decrescente.
Tabella I

168

Costruzioni Idrauliche

Secondo Wiebul, il Tempo di Ritorno campionario dato da Ti =


data da

1
1
=1
N+1
T
i

In definitiva si ha

i
N+1i
i = N+1 N+1

h(Tr ) = h

N+1
i

per cui la variabile ridotta


N + 1 i

Yi = ln ln
N + 1

infine

YN
S(h)
1
S(h)
ln1

SN
SN
Tr

[c]

La [c] consente di determinare il massimo valore di altezza di precipitazione per una prefissata durata e per un assegnato tempo di ritorno.
Pertanto fissato un tempo di ritorno Tr sar possibile trarre, per ogni durata, i corrispondenti valori
di altezze di precipitazione h e definire la pioggia di progetto h = a t n che ricorre, mediamente,
ogni

Tr anni. Pi elevato il tempo di ritorno e maggiore la portata derivante dallevento sti-

mato e maggiore limpegno economico per la realizzazione delle opere preposte al controllo ed
alla regolarizzazione delle portate esitate.
Ovviamente la scelta del tempo di ritorno condizionata del grado di rischio che il progettista deve
assumere in funzione dellimportanza dellopera, pertanto, si suole far riferimento a piogge caratterizzate da tempi di ritorno funzione della tipologia dellopera da realizzare o verificare (Tabella II)
Definito il limite di superamento ( o probabilit di non superamento) dellevento: P = 1

1
resta
Tr

stabilita la durata tecnico economica dellopera, in cui la probabilit di non superamento dellevento
m

di progetto in m anni dato dalla relazione P* = 1 1

T
r

Tabella II
Tipologie

Tempi di
Ritorno
anni

Smaltimento acqua di pioggia da corpi stradali secondari

25

Smaltimento acqua di pioggia da corpi stradali principali

10 15

Fognature

1015

Bonifiche

1525

Tombini e ponticelli per piccoli corsi dacqua


Corsi dacqua di bacini minori a 10 km2

3050

Corsi dacqua di bacini maggiori a 10 km2


Ponti e difese fluviali
Opere ad alto rischio (argini, dighe, ecc.)

Costruzioni Idrauliche

75
100
200
10002000

Le reti fognanti

169

ESEMPIO n.11
Tracciare, per Tempi di ritorno assegnati di 5,10 e 20 anni, le curve di caso critico delle piogge
della stazione di L'Aquila e confrontarle con la curva di primo caso critico
STAZIONE PLUVIOGRAFICA DI LAQUILA :

735 m s.m.

Nella Tabella I sono raccolti i dati rilevati dagli annali idrologici dallanno 1933 allanno 1997. I dati
mancanti denotano il mancato funzionamento dello strumento.
Nella Tabella II sono riportati i dati di altezza di precipitazione, per ogni durata, ordinati in senso
decrescente e tutti i dati necessari per la determinazione di tutti i parametri necessari per la deS(h)
S(h)
terminazione delle h (Tr) = h
YN +
Y(Tr ) , riportate nella Tabella III
SN
SN
TABELLA I

anno
1933
1934
1935
1936
1937
1938
1939
1940
1941
1942
1943
1944
1945
1946
1948
1949
1950
1951
1952
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1961
1962
1963
1964
1965

170

1
14,6
14,2
23,8
17,6
15,2

3
21,0
18,2
38,0
27,8
17,4

6
23,2
23,0
45,4
30,2
29,0

12
27,8
24,0
60,6
44,4
40,2

24
40,6
27,8
61,0
65,4
49,8

23,0

26,4

26,8

43,8

50,2

8,8
20,0
26,0
31,2
6,0
43,2
27,2

23,6
24,0
37,8
41,2
10,8
45,2
27,2

29,2
25,4
44,6
41,2
17,0
45,2
27,2

38,8
27,0
44,6
41,2
30,2
49,4
27,2

45,2
27,0
47,0
41,4
40,6
49,6
27,4

26,2
10,0
11,8
10,0
29,0
12,6
10,6
17,6
9,8
13,0
23,4

32,2
20,0
19,8
13,0
37,2
21,2
19,6
19,6
14,0
12,6
23,4

32,4
21,0
21,6
21,0
47,4
29,8
25,4
23,4
18,4
21,8
23,4

32,4
24,0
24,0
32,4
37,4
39,0
42,0
29,6
25,4
31,4
34,2

40,8
41,0
33,2
34,6
37,4
47,0
56,8
44,8
39,4
37,2
37,6

anno
1966
1967
1968
1969
1970
1971
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997

1
42,6
13,6
22,0
25,4
13,0
23,4
10,0
32,6

3
52,8
14,0
33,0
27,0
20,6
44,6
22,4
39,0

6
57,8
15,2
33,0
34,8
23,8
45,0
29,4
40,0

12
65,2
23,8
35,2
43,0
30,0
45,2
44,4
40,0

24
70,2
28,6
41,0
57,0
37,4
67,6
48,8
47,2

18,4

19,2

27,8

34,8

42,2

15,4

21,4

27,4

40,2

41,4

14,0
11,0
10,4
11,0
9,2

17,2
25,0
13,8
18,0
13,0

28,0
38,0
25,0
26,4
15,8

34,8
47,6
26,0
50,8
24,2

48,4
48,6
35,0
69,6
29,8

25,6
17,0
14,2
14,2
34,2
15,8
48,4
26,8
9,0
19,6
27,0
22,0
25,8

25,6
21,8
17,8
27,4
35,4
16,6
49,0
28,4
16,4
21,2
27,6
23,8
28,6

34,2
23,0
21,8
37,0
35,6
27,2
50,8
28,6
28,8
25,4
27,6
23,8
29,0

53,2
39,6
29,0
43,4
39,2
41,6
63,4
29,6
36,8
39,6
30,0
28,0
31,8

69,2
61,6
42,0
45,0
48,2
57,8
68,0
36,8
38,0
39,8
40,0
29,2
39,8

Costruzioni Idrauliche

TABELLA II
1

12

24

43,2

47,8

48,2

60,6

69,6

3,9607829 3,4114442 11,637952

43,2

45,2

45,4

53,2

69,2

3,2579732 2,7086346 7,3367011

34,2

44,6

45,2

50,8

67,6

2,8426866 2,2933479 5,2594448

32,6

41,2

45,0

49,4

65,4

2,5450183 1,9956796 3,9827371

31,2

39,0

44,6

48,2

61,6

2,3117176 1,7623789 3,1059796

29,0

38,0

41,2

47,6

61,0

2,1190617

27,2

37,8

40,0

45,2

57,8

1,9543924 1,4050537 1,9741759

27,0

37,2

38,0

44,6

57,0

1,810151 1,2608123 1,5896477

26,8

35,4

37,4

44,4

56,8

1,6814589 1,1321202 1,2816961

10

26,2

33,0

37,0

44,4

50,2

1,5649819 1,0156432 1,0315311

11

26,0

32,2

35,6

43,8

49,8

1,4583392 0,9090005 0,8262819

12

25,8

28,6

34,8

43,4

49,6

1,3597699 0,8104312 0,6567987

13

25,6

28,4

34,2

43,0

48,8

1,2679339 0,7185952

14

25,4

27,8

33,0

42,0

48,6

1,1817865 0,6324478 0,3999903

15

23,8

27,6

32,4

41,6

48,4

1,1004968 0,5511581 0,3037753

16

23,4

27,4

30,2

41,2

48,4

1,0233916

17

23,4

27,2

29,8

40,2

48,2

0,9499174 0,4005787 0,1604633

18

23,0

27,0

29,4

40,2

47,2

0,8796121 0,3302734 0,1090805

19

22,0

26,4

29,2

40,0

47,0

0,8120853 0,2627466 0,0690358

20

22,0

25,6

29,0

39,6

47,0

0,747003 0,1976643 0,0390712

21

20,0

25,0

29,0

39,6

45,2

0,6840764 0,1347377 0,0181543

22

19,6

24,0

28,8

39,2

45,0

0,6230528 0,0737141 0,0054338

23

18,4

23,8

28,6

39,0

44,8

0,5637087

24

17,6

23,6

28,4

38,8

42,2

0,5058446 -0,043494 0,0018917

25

17,6

23,4

28,0

37,4

42,0

0,44928 -0,100059 0,0100117

26

17,0

23,0

27,8

36,8

41,4

0,3938503 -0,155488 0,0241767

27

15,8

22,4

27,6

35,2

41,4

28

15,4

21,8

27,4

34,8

41,0

0,2857957 -0,263543 0,0694549

29

15,2

21,6

27,2

34,8

41,0

0,2328933 -0,316445 0,1001377

30

14,6

21,4

27,2

34,4

40,8

0,1805659 -0,368773 0,1359934

31

14,2

21,2

26,8

34,2

40,6

0,1286866 -0,420652 0,1769482

32

14,2

21,2

26,4

33,8

40,6

33

14,2

21,0

25,4

32,4

40,0

0,0257696 -0,523569 0,2741246

34

14,0

20,6

25,4

31,8

39,8

-0,025524 -0,574863 0,3304676

35

13,6

20,0

25,4

31,4

39,8

-0,076887 -0,626226 0,3921588

36

13,0

19,8

25,0

30,2

39,4

-0,128462 -0,677801 0,4594142

37

13,0

19,6

23,8

30,0

38,0

-0,180406 -0,729744 0,5325269

38

13,0

19,6

23,8

30,0

37,6

-0,232889 -0,782228 0,6118806

39

12,6

19,2

23,8

29,6

37,4

-0,286107 -0,835445 0,6979691

40

11,8

18,2

23,4

29,0

37,4

-0,340281

41

11,0

18,0

23,4

28,6

37,2

-0,395674 -0,945013 0,8930493

42

11,0

17,8

23,2

28,0

37,2

-0,452601

43

10,6

17,4

23,0

27,8

36,8

44

10,4

17,2

23,0

27,2

35,0

-0,572711

45

10,0

16,6

21,8

27,0

34,6

-0,637027 -1,186365 1,4074627

46

10,0

16,4

21,8

26,0

33,2

-0,705264 -1,254603 1,5740288

47

10,0

14,0

21,6

25,4

29,8

-0,778651

48

9,8

14,0

21,0

24,2

29,2

-0,859023 -1,408362 1,9834838

49

9,2

13,8

21,0

24,0

28,6

-0,949338 -1,498676 2,2460307

50

9,0

13,0

17,0

24,0

27,8

-1,054897 -1,604236 2,5735725

51

8,8

13,0

15,8

24,0

27,4

-1,186973 -1,736311 3,0147767

52

6,0

10,8

15,2

23,8

27,0

media
varianza

S(h)
cv

18,9

24,8

29,2

36,5

44,2

Var.ridY(i)

Y(i)-YN

[Y(i)-YN]

1,569723 2,4640302

0,516379

0,474053 0,2247262

0,01437 0,0002065

0,339403 -0,209936

0,07713 -0,472209

0,044073

0,222981

-0,88962 0,7914233
-1,00194 1,0038831

-0,51145 -1,060788 1,1252716


-1,12205 1,2589955

-1,32799 1,7635578

-1,37884 -1,928178 3,7178716

28,565612
YN 0,5493387

SN

70,43091
1,1751588

74,798673 79,572534 61,618386 74,041312 115,38039


8,6486226 8,9203438

7,849738 8,6047262 10,741527

45,815849 35,963551

26,91457

Costruzioni Idrauliche

23,60195 24,302096

Le reti fognanti

171

Tabella III

tp

hm edia

ore

mm

S (h)

SN

YN

Tr
anni

1
ln 1

Tr

Y(TR )

h
mm

18,877

8,649

1,17516

0,5493

-0,22314

1,49994

25,9

24,804

8,920

1,17516

0,5493

-0,22314

1,49994

32,0

29,165

7,850

1,17516

0,5493

-0,22314

1,49994

35,5

12

36,458

8,605

1,17516

0,5493

-0,22314

1,49994

43,4

24

44,200

10,742

1,17516

0,5493

-0,22314

1,49994

52,9

SN

YN

tp

hm edia

ore

mm

S (h)

Tr
anni

1
ln 1

Tr

Y(TR )

h
mm

18,877

8,649

1,17516

0,5493

10

-0,10536

2,250367

31,4

24,804

8,920

1,17516

0,5493

10

-0,10536

2,250367

37,7

29,165

7,850

1,17516

0,5493

10

-0,10536

2,250367

40,5

12

36,458

8,605

1,17516

0,5493

10

-0,10536

2,250367

48,9

24

44,200

10,742

1,17516

0,5493

10

-0,10536

2,250367

59,7

SN

YN

Tr

1
ln 1

Tr

Y(TR )

tp

hm edia

ore

mm

S (h)

anni

mm

18,877

8,649

1,17516

0,5493

20

-0,05129

2,970195

36,7

24,804

8,920

1,17516

0,5493

20

-0,05129

2,970195

43,2

29,165

7,850

1,17516

0,5493

20

-0,05129

2,970195

45,3

12

36,458

8,605

1,17516

0,5493

20

-0,05129

2,970195

54,2

24

44,200

10,742

1,17516

0,5493

20

-0,05129

2,970195

66,3

70,0
60,0

h [mm]

50,0
Tr5
Tr10
Tr20

40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
0

12

15

18

21

24

dura te [ore ]

Infine per ogni tempo di ritorno vengono determinate le espressioni caratteristiche delle correlate
piogge di progetto:
Tr20

h = 35,4 t0,19

r=0,97

Tr10

h = 30,4 t0,20

r=0,98

0,22

r=0,99

Tr5

172

h = 25,2 t

Costruzioni Idrauliche

Volendo estendere il campo delle previsioni oltre il periodo reale di osservazione per tempi di ritorno di 100 e 200 anni, riprendendo i dati di tabella II si determinano le h(Tr) e le correlate espressioni delle piogge di progetto.(Tabella IV)
Tabella IV

tp

hm edia

ore

mm

S (h)

SN

YN

Tr
anni

1
ln 1

Tr

Y(TR )

h
48,7

mm

18,877

8,649

1,17516

0,5683

100

-0,01005

4,600149

24,804

8,920

1,17516

0,5683

100

-0,01005

4,600149

55,6

29,165

7,850

1,17516

0,5683

100

-0,01005

4,600149

56,2

12

36,458

8,605

1,17516

0,5683

100

-0,01005

4,600149

66,1

24

44,200

10,742

1,17516

0,5683

100

-0,01005

4,600149

81,2

SN

YN

Tr

1
ln 1

Tr

Y(TR )

h
53,8

tp

hm edia

ore

mm

S (h)

anni

mm

18,877

8,649

1,17516

0,5683

200

-0,00501

5,295812

24,804

8,920

1,17516

0,5683

200

-0,00501

5,295812

60,8

29,165

7,850

1,17516

0,5683

200

-0,00501

5,295812

60,9

12

36,458

8,605

1,17516

0,5683

200

-0,00501

5,295812

71,2

24

44,200

10,742

1,17516

0,5683

200

-0,00501

5,295812

87,6

100,0
90,0
80,0

h [mm]

70,0
60,0

Tr100
Tr200

50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
0

12

15

18

21

24

durate [ore]

Tr100

h = 46,7 t0,152

r=0,95

Tr200

h = 51,6 t0,143

r=0,94

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

173

7.5. DISTRIBUZIONE DELLE PRECIPITAZIONI SULLAREA


La valutazione degli afflussi pluviometrici, nel caso di una porzione di territorio di estensione limitata, pu essere condotta utilizzando valori osservati in un'unica stazione. Per la determinazione
dellaltezza media di precipitazione interessante una superficie di territorio rilevante, al cui interno sono ricomprese pi stazioni, si pu assumere semplicemente come altezza di precipitazione su
tutto il bacino la media delle altezze rilevate ai pluviometri; il risultato sar tanto pi attendibile
quanto maggiore lomogeneit del territorio e luniformit della distribuzione delle stazioni.
In caso contrario la media sarebbe falsata dalle aree dove maggiore il numero delle stazioni. In
questo caso, potendo ritenere lineare la variazione delle precipitazioni tra due stazioni adiacenti,
possibile definire l'area Ai d'influenza di ogni pluviometro con il metodo dei Topoieti o dei poligoni di Thiessen.

Con riferimento alla Figura 18 rilevato che allinterno del bacino sono presenti due stazioni pluviometrografiche, si collegano i pluviometro 1 e 2 con le stazioni adiacenti 3 9; dalla mezzeria dei
segmenti di unione si tracciano le perpendicolari le cui intersezioni racchiudono dei poligoni (topoieti) di superficie pari all'area A1 di influenza del pluviometro 1 , A2 di influenza del pluviometro
2 e le aree di pertinenza delle restanti stazioni.

Figura 18. Costruzione dei Topoieti

Le serie dei valori


delle precipitazioni medie h sul comprensorio di superficie totale
A= A1+A2+A3+A4+A5+A6+A7+A8+A9 , a partire dalle altezze contemporanee di precipitazione

174

Costruzioni Idrauliche

h1 h2 ...... h9 registrate nelle singole stazioni sono valutabili con la relazione:


A 1h1+ A 2 h 2 + + A 9 h 9
h=
A

Figura 18 a. Applicazione del Metodo dei Topoieti sul bacino del F.i Vidourle (630 km2) a Sommiers
LHydrologie de lIngnieur G. Rmniras EYROLLES

Quando il territorio risulta orograficamente vario il Metodo dei Topoieti risulta impreciso in quanto
l'altezza di precipitazione ottenuta non tiene debitamente in conto l'esposizione e la quota delle
singole stazioni. In questo caso si ricorre ad una rappresentazione sul territorio di linee di uguale
altezza di precipitazione o Isoiete. Anche in questo caso si congiungono le varie stazioni con delle
rette sulle quali vengono riportati, per interpolazione pesata, i valori compresi tra gli estremi delle
altezze di precipitazione misurate sulle stazioni. Valori uguali verranno uniti con curve dette, appunto, isoiete (Figura 19).

Figura 19. Tracciamento delle isoiete

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

175

Figura 20. Tracciamento delle Isoiete sul bacino del F.i Vidourle (630 km2) a Sommiers
LHydrologie de lIngnieur G. Rmniras EYROLLES

7.3 DETERMINAZIONE DELLA MASSIMA PORTATA PLUVIALE


A - IL METODO CINEMATICO

Il Metodo cinematico basato su un modello concettuale lineare e stazionario secondo il quale il


bacino viene schematizzato come un insieme di canali lineari (elementi che producono soltanto un
ritardo delluscita rispetto allingresso). Tra le piogge rappresentate da una data curva di piovosit

h = a t n , la pioggia pi temibile per la rete posta a monte della sezione considerata , nei riguardi
della quale il tempo di corrivazione abbia valore tc , la pioggia la cui durata tp= tc .
Pertanto la massima portata esprimibile con la formula:

Qmax =

superficie bacino [ha]

altezza di precipitazione [mm]

valore del coefficiente di afflusso caratteristico dellarea A

tc tempo di corrivazione [ore]

h
10
A
tc
3600

[m3/s]

Non tutto l'afflusso pluviometrico viene trasformato dall'operatore bacino in deflusso nella rete di
fognatura. Sono cause della perdita gli invasi nelle depressioni della superficie del suolo, il velo
idrico trattenuto dalla tensione superficiale, l'infiltrazione nel sottosuolo, l'evaporazione. Nelle aree
urbanizzate linfiltrazione risulta la causa principale di perdita. Si tiene conto del fenomeno attraverso il coefficiente di afflusso definito quale rapporto tra il volume netto o efficace Vn della pioggia ed il volume totale Vtot della precipitazione.

176

Vn
Vtot

Costruzioni Idrauliche

Nello studio delle portate di piena di bacini urbani il valore di

, funzione dei caratteri fisici, mor-

fometrici e clivometrici del bacino (tipo di pavimentazione, di copertura degli edifici, la presenza
di aree a verde, pendenze, ecc.), viene assunto costante, facendo riferimento a condizioni particolarmente gravose riguardo lumidit del suolo, ipotizzato saturo, e lintensit di infiltrazione, considerata a regime.
Valori del coefficiente di afflusso

secondo Kuichling.

Tetti impermeabili
Pavimentazione di asfalto in buono stato
Pavimenti di pietra o laterizio con connessure cementate
Pavimentazione a macadam
Strade e viali con ghiaietto
Superfici non pavimentate, piazzali ferroviari
Parchi, giardini, prati
Aree boscose e foreste

Valori di

0,70-0,95
0,85-0,90
0,75-0,85
0,25-0,60
0,15-0,30
0,10-0,30
0,05-0,25
0,01-0,20

sono stati stimati in funzione delle tipologie edificatorie e della destinazione duso dei

suoli.
Valori del coefficiente in funzione del tipo di urbanizzazione
Costruzioni ad alta densit
Costruzioni rade
Costruzioni con ampie corti e giardini
Villini
Prati, giardini, aree non edificate
Parchi e boschi

0.80
0,60
0,50
0,30-0,40
0,20
0,05-0,10

Per aree scolanti caratterizzate dalla presenza di insediamenti o superfici alle quali vanno attribuiti
differenti valori del coefficiente di afflusso, il valore del coefficiente di afflusso dellintera area viene
stimato con il metodo della media pesata
=

i Ai
Ai

con i valore del coefficiente di afflusso caratteristico dellarea Ai.


Analiticamente la determinazione del tempo di corrivazione tcVI viene conseguita, nei tronchi
iniziali con la relazione:
tc = to + L/V

to tempo di ruscellamento o di raggiungimento delle gocce di pioggia dal punto di caduta


alla canalizzazione idraulicamente pi vicina ; viene assunto pari a 5-10 minuti, in funzione del
grado di urbanizzazione del centro abitato e della pendenza delle

superfici.

L/V tempo di vettoriamento o di percorrenza entro il tratto di canalizzazione lungo L

per-

corso in condizioni di moto uniforme dalla portata Q con velocit media V.


Per i tratti successivi, il tempo di corrivazione si calcola con la relazione:
tc = m + L/V

VI di notevole importanza la buona determinazione del tempo di corrivazione perch da questo dipende l'altezza di precipitazione h della pioggia che, tra tutte quelle rappresentate dalla prescelta curva di possibilit pluviometrica, la pi temibile per la rete .
Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

177

con m valore massimo dei tempi di corrivazione dei percorsi canalizzati a monte.
Impostato , per ogni tronco, il tempo di corrivazione tc vengono di seguito determinati:
l'altezza di precipitazione h = a tcn ;
h
l'intensit di precipitazione i =
tc
la portata di pioggia Qmax = '

h VII
A
alla quale viene sommata la portata nera Qn (peraltro itc

ninfluente) per la verifica della massima portata fluente Qt, nella sezione di calcolo.
Nota la Qt , attraverso le scale di deflusso note Q=Q(h) e V=V(h) dello speco in esame calcolate
sotto lipotesi di flusso in moto uniforme, si risale, al valore del grado di riempimento ed alla velocit reale di scorrimento Vr . Si pone a confronto la Vr con la Vf , di primo tentativo, se :
Vr ><Vf

occorrer riverificare lo speco ;

Vr = Vf questo il

caso in cui ovviamente

le dimensioni dello speco selezionato sono tali da

rispettare sia il grado di riempimento che la velocit media di scorrimento.


Nel caso in cui, fatto salvo il grado di riempimento, il valore massimo della velocit ecceda il limite
consentito per il tipo di materiale utilizzato per la costruzione dello speco si provveder a ridurre la
pendenza della canalizzazione, con l'inserimento di salti di fondo. Solo dopo il dimensionamento
dello speco per la massima portata di pioggia occorrer verificare il valore delle velocit minima, in
regime di tempo secco, che si verifica quando la fogna convoglia solo parte della portata nera di

punta.
Si potrebbe verificare anche il caso che le piccole portate fecali non abbiano una velocit sufficiente
per evitare fenomeni di sedimentazione. Nel caso di fogne unitarie, in cui non possibile modificare n la forma dello speco e n tanto meno variare la pendenza, sar opportuno inserire dei pozzetti di lavaggio.
Nel caso di sistema separato si proceder, ovviamente, alle verifiche sopradette separatamente per
i due spechi fognari .

B - IL METODO DEL VOLUME DINVASO O DEL COEFFICIENTE UDOMETRICO


Il metodo tiene presente, nella trasformazione afflussi-deflussi, del principio della conservazione
della massa. Correntemente viene utilizzato il Metodo diretto o del Coefficiente Udometrico basato

sulla ricerca di una portata massima Q tra tutte quelle per le quali possibile un'eguaglianza tra
durate ammissibili e durate possibili, in relazione alla curva di possibilit pluviometrica adottata.

La formulazione classica espressa dalla relazione:

u = Q/A, coefficiente udometrico

a espresso in [m/ora]VIII

w = V/A, invaso specifico [m]

VII

VIII

w n

[l/s ha]

A superficie bacino [m2]


h altezza di precipitazione [m]
tc tempo di corrivazione [secondi]

h=a tn

h=a/1000* tn
178

u = 2168 n ( a)

1
n

h [mm] a [mm ora-1]


h [m]

a [m ora-1]
Costruzioni Idrauliche

V , in questa formula, rappresenta il volume idrico totale invasato dal bacino scolante di area A. E'
costituito, pertanto, dalla somma:

del volume v1 invasato dalle canalizzazioni della rete di fognatura;

del volume v2 invasato nelle grondaie, nelle caditoie, nelle cunette stradali, nei pozzetti, nei
fognoli di allacciamento privati, ecc.;

del volume v3 costituente il velo idrico superficiale.

Il calcolo del primo dei volumi indicati procede contemporaneamente al dimensionamento idraulico
degli spechi della rete di fognatura. Per i tronchi estremi si ha:
v1 = 1 x L1
con L1, lunghezza del tronco ed 1 , massimo valore dellarea bagnata in funzione della forma e
del correlato grado di riempimento. Per gli altri tronchi della rete vi si calcola, nel rispetto
dellipotesi del funzionamento sincrono , con la relazione
vi= i (i Li )
Per il calcolo di v2 necessita conoscere nel dettaglio il sistema elementare di raccolta e convogliamento delle acque di pioggia, unitamente alla tipologia e numero delle grondaie, dei pozzetti,
delle caditoie, e di tutti gli altri elementi costituenti la rete non tenuti in conto nel calcolo di v1.
Per v2 pu darsi un valore approssimativoIX di 510 m3/ha
Per il calcolo di v3 prassi fare riferimento, per aree urbanizzate pianeggianti, a veli idrici di
spessore compreso tra 5 mm e 6 mm, equivalenti a 50 m3/ha e 60 m3/ha, e per aree urbanizzate
caratterizzate da clivometria accentuata, a veli idrici di spessore compreso tra 3 mm e 4 mm, equivalenti a 30 m3/ha e 40 m3/ha.
Procedimento analitico
1. Si inizia con il calcolo degli elementi secondari per passare agli ordini superiori (collettori principali).
2. Nel calcolo si considera la sezione terminale dell'elemento per il quale concorre per la valutazione del volume d'invaso
Termini noti :

L [m] lunghezza dell'elemento


A [ha] area zona scolante
h=a tpn equazione della curva caratteristica della pioggia di progetto
Termine incognito : w [m] Invaso unitario

w =

v1 + v2 + v3
A

nella determinazione di w, i volumi v2 v3 , pur se di incerta valutazione, sono noti; restano invece
incognite tutte le sezioni i che concorrono nella valutazione di vi= i (i Li )
Pertanto occorrer predimensionare la rete assumendo spechi con area bagnata i , funzione della
forma e del grado di riempimento assegnato.

IX funzione della densit di pozzetti di ispezione nella rete


Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

179

Applicando lequazione

1
1 1
n
si determina un primo valore del coefficiente

u = 2168 n a n w

( )

udometrico u con il quale possibile stimare la correlata portata Q= uA ; nota questa si porcede
alla verifica della sezione dello speco i nei confronti sia della forma e sia del grado di riempimento assunto nel predimensionamento iniziale.
Nellipotesi che la sezione i non sia verificata, occorrer definire una nuova sezione i che variando solo il valore di v1, ridefinir un w ed infine un nuovo valore del coefficiente udometrico u.
Il problema risolto quando i valori dei coefficienti udometrici di due successive iterazioni risultano
pressoch coincidenti (scarto <2%) .

7.4. PROGETTO DI UNA NUOVA RETE


Le principali attivit di progettazione in materia di Lavori Pubblici sono state illustrate al Capitolo 9;
la progettazione di qualsiasi opera pubblica, con particolare riferimento all'Art.16 della Legge Quadro sui Lavori Pubblici, articolata in tre livelli:

Preliminare

Definitivo

Esecutivo

Dalla Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 gennaio 1974 n. 11633 vengono riportate le
Istruzioni per la progettazione delle fognature e degli impianti di trattamento delle acque reflue
che forniscono istruzioni dettagliate circa il contenuto del progetto di massimaX e del progetto
esecutivo.

Progetto di Massima (Definitivo )


Il progetto di massima deve essere corredato dai seguenti allegati considerati strettamente indispensabili:
A. RELAZIONE E CALCOLI
I Considerazioni generali sulle caratteristiche del centro da servire (ad es. posizione geografica, condizioni geologiche, situazione socio-economiche, se trattasi di centri turistici, alberghieri ecc.).
II Delimitazione orografica ed amministrativa del bacino gravitante sul centro da servire.
III Studio idrologico riferito a adeguati elementi desunti dai dati del Servizio Idrografico Italiano, atto a definire
le leggi di pluviometria dominanti nel bacino stesso.
IV Studio indicativo delle eventuali opere di difesa dalle acque meteoriche provenienti da monte del centro da
servire, al fine di determinare l'effettivo bacino interessato dalle opere di sistemazione di eventuali corsi d'acqua
che possano avere interesse sulle opere di fognatura.
V Dati anagrafici e distribuzione della popolazione nel centro da servire all'epoca della redazione del progetto;
previsione della futura popolazione e sua distribuzione dedotta dagli studi sopra prescritti in merito alla redazione dello studio preliminare e che potranno anche essere effettuati direttamente a corredo del progetto di
massima. In modo particolare per i centri turistici e balneari si terr conto della popolazione fluttuante e dei
suoi possibili futuri incrementi nella considerazione delle particolari esigenze cui devono soddisfare tali centri
residenziali.
VI Valutazione e localizzazione di eventuali scarichi liquidi provenienti da particolari complessi (attivit industriali, macelli, ospedali, ecc.).
VII Delimitazione delle aree costituenti i singoli bacini colanti serviti dalla rete di progetto, con la indicazione
dei relativi coefficienti di assorbimento da parte delle superfici interessate.
VIII Elementi desunti dal Piano Regolatore generale degli acquedotti e del corretto smaltimento delle acque
di rifiuto ; sia in ordine alle portate distribuite o previste da parte della rete idrica, sia in ordine allo scarico
delle acque raccolte dalla rete fognante.

X Oggi detto Progetto Definitivo


180

Costruzioni Idrauliche

IX Verifica della capacit funzionale delle opere della fognatura esistente in relazione agli interventi da progettare.
X Criteri di scelta del sistema di fognatura adottata (misto o separato). In particolare la scelta dovr essere giustificata da considerazioni, sia tecniche che economiche (ivi comprese le spese di esercizio), che tengano conto
delle condizioni igieniche, orografiche, urbanistiche e sociali del centro da servire con la rete in progetto, e del
livello di qualit che le acque dovranno avere al punto di scarico finale.
Nella giustificazione del sistema adottato dovr risultare che stato tenuto conto della posizione del recapito o
dei recapiti finali delle acque reflue, in considerazione delle eventuali possibilit di autodepurazione, di esistenza
e di persistenza di portate di diluizione, di eventuali utilizzazioni del recapito a valle degli scarichi. Nel caso di
piccoli agglomerati, opportuno considerare le difficolt di funzionamento che per reti miste si presentano in
pratica per gli scaricatori di piena, in relazione alle esigue portate di tempo asciutto rispetto a quelle di pioggia.
XI Notizie sul recipiente e dimostrazione della possibilit di scaricare dal punto di vista idraulico e dell'equilibrio
dell'ambiente, anche in relazione ai possibili interrimenti ed alle subsidenze ove queste siano da temersi.
XII Scelta dei tipi costruttivi delle sezioni fognarie da realizzarsi con indicazione dei materiali prescelti e delle
formule di resistenza idraulica adoperate.
Nella scelta dei materiali dovr tenersi anche conto delle velocit di deflusso. Nello stabilire la giacitura delle
varie canalizzazioni dovr tenersi conto della presenza di altri sottoservizi cittadini ed in particolare della giacitura delle tubazioni della distribuzione idrica, quando esistente, ovvero da prevedersi.
XIII Calcolo, limitato ai collettori ed all'emissario, delle portate nere, medie e di punta, da presentare sotto
forma di tabelle con la indicazione delle pendenze, delle velocit e delle altezze d'acqua sia per le portate medie
che per quelle di punta.
La velocit relativa alle portate medie non dovr di norma essere inferiore ai 50 cm/s. Quando ci non si potesse realizzare dovranno essere interposti in rete adeguati sistemi di lavaggio. La velocit relativa alle portate di
punta non dovr di norma essere superiore ai 4 m/s.
XIV Calcolo, limitato ai collettori ed all'emissario, delle portate pluviali e di scorrimento superficiale, esponendo
il metodo di calcolo adoperato, eseguito sulla base sulla base dello studio idrologico e dei coefficienti di assorbimento dei terreni; i risultati saranno presentati sotto forma tabellare, con l'indicazione dei coefficienti udometrici calcolati, delle pendenze, delle sezioni, delle portate, delle velocit, delle altezze dell'acqua. La velocit
massima non dovr di norma superare i 5 m/s.
XV Per il calcolo delle fognature a sistema separato valgono le indicazioni sopra esposte; per quelle a sistema
misto il calcolo anzidetto dovr essere eseguito sia per le condizioni di tempo asciutto (portate nere) che per
quelle di tempo di pioggia (portate nere + portate pluviali), rimanendo valevoli le indicazioni gi date.
XVI Calcolo, per le eventuali stazioni di sollevamento, delle prevalenze manometriche da vincere e del diametro
delle tubazioni di mandata con indicazione del materiale che le costituisce. Dovranno essere inoltre indicati numero e tipo di dispositivi elevatori da adoperare, nonch le potenze da impegnare.
XVII Per ciascuno degli eventuali scaricatori di piena dovranno essere indicati tipo e dimensioni nonch le portate in gioco, motivando la ubicazione anche in relazione alle caratteristiche del recipiente finale.
XVIII Dovr infine indicarsi il presunto importo globale delle opere progettate, come risulter dallo specifico
allegato Preventivo sommario di costo delle opere , nonch il presumibile costo annuo delle spese di gestione (esercizio e manutenzione).

B. COROGRAFIA
Essa dovr rappresentare, in scala almeno 1:25.000 su tavolette dell'Istituto Geografico Militare, la delimitazione del bacino imbrifero gravitante sul centro da servire, proponendo eventuali opere di difesa dalle acque esterne al centro; le delimitazioni del bacino proprio della rete fognante; la posizione di eventuali scaricatori di piena;
la posizione del recapito e dei recapiti finali delle acque reflue; la posizione dell'eventuale impianto di trattamento dei liquami ed il tracciato dell'emissario fino al punto di recapito finale. Ove lo scarico avvenga in un impluvio
o corso d'acqua occorrer indicare per quest'ultimo il percorso e le zone attraversate per un adeguato tratto a
valle. Se lo scarico si effettua in mare o in lago la corografia dovr comprendere le zone litoranee adiacente per
una adeguata estensione riportando gli eventuali centri balneari ed altri insediamenti di particolare interesse.
Dovranno inoltre essere forniti elementi relativi ai venti dominanti, alle correnti marine ed ai fondali antistanti
mediante carta batimetrica.

C. PLANIMETRIA

QUOTATA DEL CENTRO DA SERVIRE CON INDICAZIONE DELLA NUOVA RETE DI FOGNATURA CON INCLUSE

LE PARTI DELLA RETE ESISTENTE EVENTUALMENTE UTILIZZATE; SULLA PLANIMETRIA SAR INDICATA ALTRES L'INDICAZIONE DELLE EVENTUALI STAZIONI DI SOLLEVAMENTO E DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE

Questa dovr essere rappresentata in scala almeno 1:10.000 e dovr riportare le quote del terreno, assolute o
relative, dei punti salienti del centro da servire con eventuale indicazione delle curve di livello; lo schema della
rete di distribuzione dell'acqua potabile; le zone con diversa densit di popolazione, quelle destinate a industrie
con le relative tipologie e le superfici con diverso coefficiente di assorbimento; il tracciato della rete di progetto
con distinta indicazione delle nuove fogne e di quelle esistenti eventualmente utilizzate, con indicato il verso di
movimento delle acque; la indicazione, con lettere ovvero con numeri, di ciascuno collettore, in maniera tale

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

181

che risulti facilitato il riferimento ai profili longitudinali e alle tabelle di calcolo; la posizione di eventuali opere
d'arte particolari (come attraversamenti ferroviari, opere di alleggerimento o scarico, stazione di sollevamento,
ecc.); la posizione dell'eventuale impianto di trattamento dei liquami. Dovranno inoltre essere indicate le eventuali aree da espropriare per la realizzazione di opere particolari. La planimetria dovr anche riportare le quote
del prevedibile massimo livello di pelo d'acqua del/dei corpi idrici recipienti nel/nei punti di scarico. Per maggior
chiarezza, quanto detto potr riportarsi in pi tavole (ad es.: planimetria quotata con rete; planimetria delle zone urbanizzate e di quelle di espansione, con i relativi pesi insediativi sia demografici sia industriali e corrispondenti indici di consumo, con particolare riguardo alle risultanze degli accertamenti di cui al punto VI della relazione; planimetria con suddivisione delle aree nei riguardi del coefficiente di assorbimento, ecc.).

D. DISEGNI DEI PROFILI DEI COLLETTORI E DELL'EMISSARIO


Dovranno essere allegati al progetto, in scala almeno 1:2000 per le lunghezze ed 1:200 per le altezze, i disegni
dei profili di tutti i collettori e dell'emissario; essi dovranno essere rappresentati nelle scale innanzi indicate ovvero, qualora se ne ravvisi l'opportunit ed al fine di rendere pi evidenti i dislivelli, anche in altre scale di differente rapporto, specie per quella delle altezze. Dovranno essere dati anche i profili delle eventuali condotte di
mandata. Gli elaborati dovranno indicare la linea del terreno e quelle del cielo e del fondo delle sezioni progettate; dovranno inoltre essere indicate le quote di fondo e di cielo dei collettori confluenti, dei quali dovranno essere specificati i numeri o le lettere di identificazione; sui profili sar poi indicata la posizione e le eventuali opere
d'arte particolari. Gli elaborati dovranno essere completati da due fincature orizzontali, l'una superiore al profilo,
l'altra inferiore. Quella superiore dovr indicare la sezione progettata, identificata in maniera che essa trovi riscontro nei disegni delle sezioni tipo, le portate e le velocit previste, le pendenze delle livellette, i nomi delle
strade interessate. Quella inferiore dovr indicare le quote del terreno, quelle di cielo e di fondo delle sezioni, la
misura delle distanze parziali e progressive; per i pozzetti di salto dovranno essere indicate le quote a monte ed
a valle del salto.

182

Costruzioni Idrauliche

E. DISEGNI DELLE SEZIONI DEI COLLETTORI E DELL'EMISSARIO


I disegni dovranno indicare in scala idonea per una chiara interpretazione, e comunque almeno 1:100, i tipi costruttivi delle sezioni fognarie adoperate. Dovranno essere specificati i materiali adottati e le sezioni stesse dovranno essere accompagnate dalle relative scale di velocit e portate in funzione delle altezze di riempimento.
Per fognature miste il minimo condotto da adoperare sar quello circolare del diametro di 300 mm; per reti separate il minimo condotto da adoperare sar per la rete nera quello circolare del diametro di 200 mm e per
quella bianca del diametro di 300 mm.

F. DISEGNI DELLE OPERE D'ARTE TIPO E DI QUELLE PARTICOLARI PI IMPORTANTI


I Disegni saranno redatti in scala idonea per una chiara interpretazione, in relazione alle dimensioni dei manufatti e comunque non inferiore a 1:100 e dovranno essere specificati i materiali adottati.
Le opere d'arte ricorrenti, costituite essenzialmente da pozzetti di ispezione, confluenza e deviazione, pozzetti di
salto, pozzetti di alloggio dei sifoni di cacciata, caditoie, ecc., rappresentate almeno con una sezione trasversale
ed una pianta. I pozzetti dovranno avere dimensioni tali da consentire agevolmente al personale addetto l'accesso e le operazioni di manutenzione della rete, e la canna di discesa dovr essere tangente ad uno dei
lati del pozzetto stesso. I disegni delle opere d'arte particolari come quelle di scaricatori di piena, stazioni di
sollevamento, attraversamenti ferroviari, ecc. dovranno essere redatti in scala idonea per una chiara interpretazione
in
relazione
alle
dimensioni
dei
manufatti
e
comunque
non
inferiore
ad
1:100.
Dovranno inoltre essere forniti nelle scale suddette i disegni delle opere terminali della rete indicando i livelli di
massimo pelo di acqua da considerare nei recipienti stessi, le eventuali protezioni delle opere finali della fognatura (ad es. per gli scarichi a mare, scogliere, moli, pennelli, ecc.), i manufatti di scarico, ecc.

G. DISEGNI

INDICATIVI DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE E DEI SERVIZI ACCESSORI, CON INDIVIDUAZIONE DELLE AREE

DA IMPEGNARE

La progettazione comprender un disegno che indichi il ciclo di trattamento previsto e lo schema planimetrico
delle opere con indicazione delle dimensioni e dell'andamento altimetrico dell'area da impegnare, nonch lo
schema altimetrico con il profilo idraulico dei percorsi che i liquami seguiranno nelle varie fasi del trattamento.

H. PREVENTIVO SOMMARIO DI COSTO DELLE OPERE E DELLE SPESE DI GESTIONE (ESERCIZIO E MANUTENZIONE)
Il preventivo dovr indicare l'importo delle opere progettate, suddividendo l'importo stesso in cifre riassuntive
che comprendano globalmente:
costo delle canalizzazioni, compresi i movimenti di terra e le pavimentazioni;
costo delle opere di trasformazione ed allaccio delle fognature esistenti eventualmente utilizzate;
costo delle opere d'arte ricorrenti;
costo delle eventuali opere d'arte particolari;
costo di eventuali apparecchiature;
costo dell'eventuale impianto di trattamento;
costi ed oneri per eventuali demolizioni e ricostruzioni di opere di pubblici servizi esistenti nel sottosuolo ed
interferenti con la fognatura progettata;
indennizzi per espropri ed eventuali servit;
preventivo dei costi di gestione delle eventuali stazioni di sollevamento ed impianti di depurazione.
Il preventivo sommario dovr anche evidenziare l'importo delle opere urgenti.

Il Progetto EsecutivoXI
Il progetto esecutivo dovr essere corredato dai seguenti allegati considerati strettamente indispensabili, oltre ovviamente da tutti quegli altri elaborati che i progettisti dovessero reputare utili
alla migliore illustrazione delle opere:
a - relazione e calcoli
IPossibilit di utilizzazione di opere di fognatura gi preesistenti o di inserimento delle opere proposte nel
complesso di quelle realizzate con precedenti lotti.
II Dati anagrafici e distribuzione della popolazione nel centro da servire o della parte interessata all'epoca della
redazione del progetto esecutivo; previsione della futura popolazione e sua distribuzione, dedotta dalle risultanze degli accertamenti di carattere urbanistico effettuati in sede di redazione del progetto di massima, risultanze
opportunamente aggiornate in relazione alle previsioni dei vigenti strumenti urbanistici locali e territoriali al
momento della redazione del progetto esecutivo.

XI Come si vedr dagli elaborati, molti di questi rappresentano laggiornamento ed lestensione del progetto
definitivo.
Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

183

III Valutazione e localizzazione di eventuali scarichi liquidi provenienti da particolari complessi (attivit industriali, macelli, ospedali ecc.).
IV Delimitazione delle aree costituenti i singoli bacini colanti serviti dalla rete di progetto, con la indicazione dei
relativi coefficienti di assorbimento da parte delle superfici interessate.
V Eventuale aggiornamento degli elementi desunti dal Piano Regolatore generale degli acquedotti e del corretto smaltimento delle acque di rifiuto , sia in ordine alle portate distribuite o previste da parte della rete idrica,
sia in ordine allo scarico delle acque raccolte dalla rete fognante.
VI Scelta particolareggiata dei tipi costruttivi e delle modalit di costruzione delle sezioni fognature da realizzare con indicazione dei materiali prescelti e delle formule di resistenza idraulica adoperate. Nella scelta di materiali dovr tenersi conto anche delle velocit di deflusso. Nello stabilire la giacitura delle varie canalizzazioni dovr tenersi conto delle possibilit di intralcio e di incrocio con altri sottoservizi cittadini.
Dovr inoltre indicarsi la giacitura delle tubazioni della distribuzione idrica, quando esistente ovvero da prevedersi, e collocare le canalizzazioni fognarie sempre al di sotto garantendo che tra l'estradosso della loro copertura e le generatrice inferiore delle tubazioni per l'approvvigionamento idrico vi sia un opportuno dislivello e
comunque non inferiore ai 30 cm. In casi particolari, fermo restando la norma di porre le canalizzazioni di fognatura al di sotto di quelle di approvvigionamento idrico, qualora non potesse essere osservata la distanza minima di 30 cm anzidetta, dovranno disporsi adeguate opere di protezione della condotta idrica.
VII Calcolo delle portate nere, medie e di punta delle canalizzazioni della rete facente parte del progetto esecutivo, da presentare sotto forma di tabelle con l'indicazione per i singoli tratti delle pendenze, delle velocit e delle relative altezze d'acqua sia per le portate medie che per quelle di punta.
La velocit relativa alle portate medie non dovr di norma essere inferiore ai 50 cm/s. Quando ci non si potesse realizzare dovranno essere interposti in rete adeguati sistemi di lavaggio. La velocit relativa alle portate di
punta non dovr di norma essere superiore ai 4 m/s.
VIII Calcolo delle portate pluviali di tutte le canalizzazioni della rete facente parte del progetto esecutivo, esponendo il metodo di calcolo adoperato, eseguito sulla base dello studio idrologico delle durate degli eventi meteorici, dell'estensione, delle aree dei bacini colanti e dei coefficienti di assorbimento dei terreni; dovr tenersi conto anche della frequenza con cui potranno verificarsi gli eventi pi gravosi; i risultati saranno presentati sotto
forma tabellare, con l'indicazione dei coefficienti udometrici calcolati, delle pendenze, delle sezioni, delle portate, delle velocit, delle altezze d'acqua. La velocit massima eccezionale non dovr superare di norma i 5 m/s.
La velocit di esercizio, a prescindere dai detti limiti che hanno valore indicativo dovranno comunque essere
correlate alla resistenza all'usura dei materiali di cui le fogne sono rivestite.
IX Per il calcolo delle fognature a sistema separato valgono le indicazioni sopra esposte; per quelle a sistema
misto il calcolo anzidetto dovr essere eseguito sia per le condizioni di tempo asciutto (portate nere) che per
quelle di tempo di pioggia (portate nere + portate pluviali), rimanendo valevoli le indicazioni gi date.
X Calcolo delle eventuali stazioni di sollevamento, con l'indicazione delle prevalenze geodetiche e manometriche
da vincere, del diametro e del materiale delle tubazioni di mandata, del tipo e del numero di pompe o altro dispositivo elevatorio (coclee ad es.) da adoperare, dei relativi rendimenti, della riserva predisposta, della potenza impegnata, dei tempi di funzionamento tra attacco e stacco delle macchine; dovranno essere illustrati i provvedimenti predisposti per l'idonea protezione delle macchine e delle condotte di mandata con particolare riguardo sia ai fenomeni di colpo d'ariete, che a quelli di corrosione o di isolamento. Dovranno inoltre essere illustrate
le modalit adottate per assicurare lo scarico di emergenza in caso di interruzione di funzionamento delle macchine, in maniera da non rigurgitare la fogna d'arrivo o almeno contenere il rigurgito entro i limiti accettabili;
qualora, per ragioni di quota ci non fosse possibile, dovr provvedersi all'installazione di gruppi elettrogeni di
riserva, tali quindi da assicurare il funzionamento delle macchine in caso di emergenza. Laddove per notevoli
variazioni nelle portate da elevare (come in genere avviene quando si tratta di fognature miste) e al fine di realizzare velocit accettabili, possono richiedersi pi condotte di mandata, occorre evidenziare che con le minori
portate il liquame non ristagni nelle condotte temporaneamente escluse dal funzionamento.
XI Calcolo idraulico degli eventuali scaricatori di piena, ammissibili solo quando le caratteristiche delle acque da
scaricare lo consentano, per ciascuno dei quali dovr essere indicato il tipo e le portate in gioco, cos come dovranno riportarsi i criteri di dimensionamento sia di essi che dei relativi canali fugatori.
XII Dovr essere indicato secondo quale criterio vengono disposte le caditoie atte a raccogliere le portate pluviali, dovr altres indicarsi il criterio secondo il quale sono intervallati i pozzetti di ispezione. Questi ultimi, comunque, non potranno distare tra loro pi di 20-25 metri quando le sezioni non siano praticabili (altezza inferiore a 1,05 m); potranno disporsi a maggiore distanza, e comunque non superiore a m 50 per le fogne praticabili.
Qualora l'altezza dei collettori o dell'emissario sia superiore a 2,00 m potr accettarsi che i pozzetti siano disposti tra loro sino alla distanza massima di 150 m; per tratti in galleria la distanza sar stabilita caso per caso.
XIII Dovr indicarsi l'importo delle opere progettate sulla base del computo metrico estimativo e dell'elenco dei
prezzi allegato al Capitolato Speciale di Appalto.
XIV Per le eventuali stazioni di sollevamento ed impianti di depurazione indicarsi dettagliati preventivi dei costi
di gestione per anno, suddivisi secondo le voci principali (personale, energia elettrica, ecc.).

184

Costruzioni Idrauliche

b - corografia
La corografia sar conforme a quella del progetto di massima. Dovr per indicare quali parti delle opere siano
state eventualmente gi eseguite, quali parti si intendono realizzare successivamente, dando evidenza alle nuove situazioni ed ai nuovi elementi che comportino adattamenti del progetto di massima, ma tali per da non costituirne modifica sostanziale per cui si ponga la necessit di una variante del progetto di massima.
Per accertare la rispondenza dei tracciati della rete progettata alle previsioni dei piani urbanistici, la corografia
sar redatta e riprodotta su copia dei piani regolatori vigenti e adottati per le zone da servire con la fognatura.
Qualora il Comune non sia dotato di piani urbanistici, la planimetria di cui al successivo punto D dovr essere
redatta su un accurato rilievo delle strade da servire nonch degli edifici circostanti, in modo che risultino i rapporti tra la rete ed il centro abitato.

c - planimetria quotata dell'intero centro da servire con indicazione della rete di fognatura e degli
eventuali impianti di sollevamento e depurazione
Dovr essere conforme a quella del progetto di massima ma aggiornata e completa di tutti gli elementi gi indicati per la corografia di cui al punto precedente.

d - planimetria quotata del lotto delle opere progettate con indicazione della rete di fognatura e
degli eventuali impianti di sollevamento e depurazione
Con indicazione della rete di fognatura e degli eventuali impianti di sollevamento e di depurazione.
Questa dovr essere rappresentata in scala almeno 1:2000 e dovr riportare:
le quote del terreno, assolute o relative, dei punti salienti e almeno di tutti i capofogna e di tutti gli incroci
stradali; dovranno altres riportarsi le monografie dei caposaldi di riferimento;
le zone con diversa densit di popolazione e le superfici con diverso coefficiente di assorbimento;
il tracciato della rete con indicato chiaramente sia il verso del movimento delle acque, sia l'identificazione con
lettere ovvero con numeri, di ciascuna fogna e di ciascun collettore, in maniera tale che risulti facile il riferimento ai profili longitudinali ed alle tabelle di calcolo;
la posizione dei pozzetti d'ispezione, di confluenza, di deviazione, di salto, di alloggio dei sifoni di cacciata e
comunque di tutte le opere d'arte ricorrenti; dovr altres riportarsi in un'apposita leggenda la simbologia adoperata per ciascuna delle opere anzidette;
la posizione di eventuali opere d'arte particolari (come attraversamenti ferroviari, opere di alleggerimento e
scarico, stazioni di sollevamento, ecc.) e dovr riportarsi in una apposita leggenda la simbologia adoperata
per ciascuna delle opere anzidette;
la posizione dell'eventuale impianto di trattamento dei liquami.
Dovranno inoltre essere indicate le eventuali aree da espropriare o da asservire per il passaggio di fogne, di collettori o dell'emissario, per la realizzazione delle opere d'arte particolari e dell'intero impianto di trattamento. La
planimetria dovr anche riportare le quote del prevedibile massimo livello di pelo d'acqua del/dei corpi idrici recipienti nel/nei punti di scarico. Qualora il/i recipienti siano costituiti da impluvi, torrenti o comunque corsi d'acqua, dovr riportarsi inoltre la/le sezioni degli alvei. Nel caso di scaricatori a mare o in lago dovranno essere
forniti gli elementi gi richiesti per il progetto ma a livello esecutivo. Per maggiore chiarezza, quanto potr riportarsi in pi tavole (ad esempio planimetria quotata con rete; planimetria con suddivisione delle aree nei riguardi del coefficiente di assorbimento ecc.).

e - disegni dei profili delle fogne, dei collettori dell'emissario


Dovranno essere allegati al progetto, in scala almeno 1:2000 per le lunghezze e 1:200 per le altezze, i disegni
dei profili di tutte le fogne, dei collettori e dell'emissario inclusi nel lotto esecutivo, attenendosi a quanto prescritto
al
punto
D
relativo
al
progetto
di
massima
per
i
corrispondenti
documenti.
Sui profili esecutivi dovranno essere indicati anche il tipo di pavimentazione delle strade interessate e la natura
dei terreni da scavare e di sedime. Al termine di ogni profilo dovr essere indicato in quale fogna, o collettore o
emissario, o opera d'arte particolare o impianto di trattamento o recapito la canalizzazione riportata nel profilo
stesso confluisce.

f - disegni delle sezioni delle fogne, dei collettori, dell'emissario, delle opere d'arte tipo e di quelle
particolari
I disegni delle sezioni delle fogne, dei collettori e dell'emissario dovranno indicare, in scala idonea per una chiara interpretazione, e comunque non inferiore a 1:50, i tipi costruttivi di tutte le canalizzazioni progettate.
Dovranno contenere tutti gli elementi gi prescritti ai punti E ed F del progetto di massima con dettagli ed estensioni a livello esecutivo. Gli stessi criteri saranno seguiti per i disegni delle opere d'arte tipo, quali pozzetti
di ispezione, confluenza e deviazione, pozzetti di salto, pozzetti di alloggio dei sifoni di cacciata, caditoie, ecc.
che saranno redatti in scala idonea e comunque non inferiore ad 1:50 e dovranno specificare i materiali adottati
specie per i rivestimenti. Sempre gi stessi criteri saranno seguiti per i disegni delle opere d'arte particolari, come quelle di alleggerimento e scarico, stazioni di sollevamento, attraversamenti ferroviari, ecc. che dovranno
essere redatti in scala idonea e comunque non inferiore ad 1:100 e comprenderanno sezioni e piante quotate di
ogni singola opera in un numero adeguato ad una chiara identificazione delle spese stesse. I disegni specificheranno altres i materiali adottati. I disegni delle opere terminali della rete indicheranno in particolare, nel caso di

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

185

scarico in alvei o comunque in corpi idrici fluviali, lacuali o marini, i livelli di massimo pelo d'acqua da considerare nei recipienti stessi, le eventuali protezioni delle opere finali della fognatura (ad es. per gli scarichi a mare,
scogliere, moli, pennelli, ecc.), i manufatti di scarico ecc. Al fine di assicurare il buon funzionamento della rete,
il progettista dovr indicare il tipo di allacciamento da parte dei privati, facendo s che gli allacciamenti stessi
non richiedano la manomissione gli spechi fognari.

g - disegni delle eventuali stazioni di sollevamento e profili delle condotte di mandata relative
I disegni dei profili delle eventuali condotte di mandata dovranno essere rappresentati in scala almeno 1:2000
per le lunghezze ed 1:200 per le altezze. Qualora se ne ravvisi la necessit, e al fine di rendere pi evidenti i
dislivelli, i disegni potranno essere rappresentati anche in scale differenti da quelle indicate, specie per quanto
riguarda le altezze. Gli elaborati dovranno rappresentare la linea del terreno, quella di posa delle condotte e la
linea piezometrica e saranno muniti di due fincature, l'una superiore al profilo l'altra inferiore. Quella superiore
indicher il diametro ed il materiale costituente le condotte specificando il tipo di giunto adottato, la portata sollevata, il valore della perdita di carico unitaria e di quella totale, la velocit del moto dei liquami nella condotta,
il nome e il tipo di pavimentazione delle strade lungo cui corrono le condotte e la presumibile natura dei terreni
da scavare e di sedime. Quella inferiore indicher le quote del terreno, quelle di posa delle condotte, la misura
delle distanze parziali e di quelle progressive. Al termine dei profili dovr indicarsi il recapito delle condotte rappresentate. I disegni delle sezioni delle condotte saranno in scala almeno 1:50 ed indicheranno i materiali costituenti le condotte, il tipo di giunto adottato, e le particolarit di posa in opera (selle, corsetti, ecc.).

h - documenti relativi all'eventuale impianto di depurazione e servizi accessori


L'impianto di depurazione pu venire realizzato sia con progetto dell'Amministrazione che mediante Appalto
Concorso da indire da parte dell'Amministrazione tra ditte specializzate. Nel primo caso il numero ed il tipo di
elaborati che dovranno essere forniti saranno precisati nelle norme che riguardano specificamente gli impianti di
trattamento.
Nel secondo caso dovr essere invece fornito un particolareggiato Disciplinare di Bando di Appalto Concorso,
corredato da disegni schematici, come specificato al successivo punto n.

i - computo metrico estimativo e preventivo delle spese di gestione (esercizio e manutenzione)


Il metrico estimativo dovr indicare per ogni fogna, collettore o per l'emissario, per le opere d'arte tipo e per
quelle particolari il dettaglio del costo, con riferimento all'elenco dei prezzi unitari allegato al Capitolato Speciale
d'Appalto. In particolare, per quanto riguarda i movimenti di terra e la scomposizione e il rifacimento delle pavimentazioni
stradali,
dovr
farsi
riferimento
a
quanto
risultante
dai
profili
di
progetto.
Oltre le opere in Appalto ed i compensi a corpo il computo metrico estimativo comprender anche le somme a
disposizione dell'Amministrazione Appaltante per espropriazioni e servit, per forniture dirette, per l'eventuale
Appalta Concorso dell'impianto di depurazione, nonch le somme per imprevisti e revisione prezzi nonch quelle
per le spese di progettazione, direzione dei lavori, collaudi e simili.

l - capitolato speciale di appalto con allegato elenco prezzi


Il Capitolato Speciale d'appalto dovr essere redatto secondo le norme vigenti e conterr tutte le norme che
andranno a regolare i rapporti tra l'Amministrazione Appaltante e l'Impresa assuntrice dei lavori.
Al Capitolato dovr accompagnarsi l'elenco dei prezzi unitari dei materiali, delle mercedi orarie, dei noli e dei
lavori a misura. Il progettista potr adottare i prezzi fissati dall'Amministrazione Appaltante ove da quest'ultima
sia stata redatta apposita tariffa. Negli altri casi, o per alcuni tipi di lavori i cui prezzi non fossero fissati dalle
tariffe, il progettista dovr formulare i prezzi stessi; in tal evenienza, egli dovr giustificarli, fornendo le analisi
dei prezzi, dalle quali dovranno risultare tutti gli elementi che concorrono a formare i valori finali.

m - disciplinare per la richiesta di offerte per eventuali macchinari ed apparecchiature


Qualora per la compiutezza dell'opera si richiedano macchinari e particolari apparecchiature (macchine elevatorie, apparecchiature meccaniche ed elettriche, attrezzature per gli impianti di depurazione ecc.) che non possono rientrare nei lavori d'appalto, ma siano da acquistarsi direttamente dall'Amministrazione Appaltante, si dovr
redigere un apposito Disciplinare per la richiesta di offerte dei macchinari e delle apparecchiature suddette. Detto Disciplinare dovr specificare l'oggetto dell'offerta e dare precise indicazioni sulle caratteristiche che dovr
presentare
il
materiale
richiesto
e
le
condizioni
di
inserimento
nelle
opere
progettate.
Saranno quindi indicate le modalit dell'offerta, quella di fornitura e quelle di pagamento e di collaudo.

n - disciplinare di bando di appalto concorso per eventuale impianto di depurazione


Il disciplinare dovr contenere le condizioni per la partecipazione all'Appalto Concorso ed i seguenti elementi
articolati come appresso:
1. Oggetto dell'Appalto
Dovranno essere forniti i dati relativi alle portate ed al tipo di liquami da trattare ed al numero di abitanti da
servire; grafici illustranti la zona destinata all'impianto con le quote del terreno; i dati caratteristici (sezioni,
quote, ecc.) dell'emissario in arrivo e del corpo idrico che dovr ricevere l'affluente. Dovr essere specificato il
grado di efficienza depurativa che si richiede all'impianto, in termini di riduzione dei principali elementi inquinanti. Saranno indicate le fasi secondo cui dovr svolgersi il trattamento nell'ambito del ciclo gi previsto dal

186

Costruzioni Idrauliche

progetto di massima. Le Ditte concorrenti dovranno presentare offerta per la soluzione indicata dal disciplinare,
da considerarsi offerta base indispensabile, rimanendo per libere di presentare soluzioni di varianti che esse
giudichino pi convenienti, sempre che sia stata garantita l'efficienza depurativa richiesta. Sar precisato se il
progetto deve riguardare l'intero impianto, ovvero la realizzazione delle opere debba limitarsi ad un primo lotto.
In tal caso occorrer anche indicare i dati relativi alle portate ed al tipo di liquame da trattare e gli abitanti da
servire con il primo lotto e dovr essere richiesta la presentazione del progetto almeno di massima dell'intero
impianto. L'appalto dovr comprendere opere murarie, macchinario e apparecchiature e quant'altro occorre per
consegnare funzionante l'impianto all'Amministrazione Appaltante.
2. Modalit di presentazione del Progetto - Offerta da parte delle Ditte concorrenti.
Il progetto-offerta dovr comprendere almeno un grafico indicante il ciclo di trattamento che la Ditta concorrente intende realizzare; uno schema dello stesso ciclo dal quale risultino il numero di unit operative a mezzo delle quali il ciclo sar svolto nonch tutti i collegamenti sia idraulici, che elettrici, termici o chimici che si intendono eseguire; una planimetria generale dell'impianto in scala almeno 1:500 dalla quale risultino le quote alle
quali si trovano le singole opere; un profilo altimetrico del percorso che liquami avranno durante le singole fasi
del trattamento ed uno del percorso dei fanghi in scale adeguate per una chiara interpretazione del funzionamento dell'impianto; disegni costruttivi quotati di ciascuna delle opere previste, o almeno di ciascuno dei tipi di
opera se queste fossero pi di una, in scala almeno 1:100 comprendendo piante sezioni quotate tali da indicare
chiaramente sia le apparecchiature offerte che le opere murarie. Il progetto dovr inoltre essere corredato da
una relazione illustrante i criteri generali ispiratori delle opere previste e dalla quale risultino sia i calcoli di proporzionamento che i rendimenti depurativi che in ciascuna delle fasi di trattamento saranno raggiunti. Dovranno
altres indicarsi, nell'offerta per le macchine e le apparecchiature, i tipi proposti nonch i pesi, i consumi elettrici
previsti, le potenze da impegnare per ciascuno di essi ed i nominativi delle Ditte costruttrici. Il progetto dovr
poi essere corredato da un computo metrico estimativo che consideri separatamente le opere murarie dalle apparecchiature, dando per queste ultime anche i prezzi unitari, in maniera da permettere all'Amministrazione
Appaltante un agevole confronto tra le offerte presentate. Infine le Ditte Concorrenti dovranno presentare uno
schema di Capitolato Speciale di Appalto, in armonia con le norme del disciplinare dal quale risultino tutti i rapporti che la Ditta intende istituire con l'Amministrazione. Il costo delle opere dovr risultare in un'offerta che
distinguer le opere murarie dalle apparecchiature; all'offerta dovr anche essere accompagnato un preventivo
per la gestione e manutenzione dell'impianto specificando le voci principali (personale, materiali, energia elettrica). La Ditta dovr provvedere all'avviamento dell'impianto stesso e consegnarlo funzionante, nonch provvedere alla sua conduzione con proprio personale specializzato per un periodo di effettivo funzionamento a regime
da precisare nel disciplinare e di norma non inferiore ad 1 anno. La Ditta dovr altres provvedere all'istruzione
del personale della Amministrazione Appaltante destinato alla conduzione dell'impianto. Le Ditte concorrenti rilasceranno esplicita dichiarazione di sollevare l'Amministrazione Appaltante da qualsiasi onere per diritti di brevetti o privative. Il progetto dovr essere firmato da un ingegnere abilitato allo esercizio della professione.
3. Modalit di aggiudicazione dell'opera.
Il disciplinare dovr comprendere le modalit secondo cui saranno aggiudicate le opere e dovr altres indicare
le qualifiche dei membri della commissione cui tale compito sar devoluto.
4. Modalit di esecuzione, pagamenti e collaudo delle opere.
Nel disciplinare saranno indicati i termini di esecuzione e consegna delle opere ed i termini e le modalit di pagamento e di collaudo.

o - piano parcellare dei terreni da asservire ovvero da espropriare


Qualora si renda necessario asservire o espropriare dei terreni al progetto dovr essere allegato il piano parcellare, che indicher il foglio di mappa catastale ed il numero delle particelle interessate alla procedura; esso piano dovr ovviamente essere concordante con quanto indicato nella planimetria della rete e dovr fissare inoltre
il prezzo delle indennit da corrispondere ai proprietari. A tale proposito appare opportuno chiedere il parere
dell'Ufficio Tecnico Erariale sulla congruit dei prezzi fissati, allegando il detto parere al suddetto piano parcellare. Di norma il primo lotto esecutivo dovr comprendere l'espropriazione di tutte le aree comunque occorrenti
per la realizzazione delle opere ed in particolare per l'impianto di depurazione.

Infine, per una valida progettazione della rete di fognatura occorrono :


Cartografia :
Corografia 1:25.000 1:10.000
- delimitazione dei confini amministrativi,
- delimitazione del bacino idrografico gravante sul
centro da servire
- idrografia superficiale
Planimetria quotata 1:2000 o, meglio, 1:1000
- piano quotato con curve di livello ad intervallo di 0,50 m
- spartiacque ed impluvi naturali

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

187

Piani Urbanistici e Previsioni di sviluppo


Dati demografici
Popolazione residente (serie storica)
Popolazione stabile non residente (collegi,caserme,ospedali)
Popolazione fluttuante con pernottamento (alberghi, 2 case, ecc.)
Popolazione fluttuante senza pernottamento (addetti unit lavorative)
Dati relativi alle unit produttive
Tipologia dellattivit
Numero addetti
Dati sullidrografia superficiale
Dati freatimetrici
Dati pluviometrici

In una prima fase, per un corretto tracciamento della rete, supponendo inesistenti i fabbricati, le
canalizzazioni dovranno posizionarsi in corrispondenza dei compluvi, replicando quella che sarebbe
la rete idrografica naturale del bacino in studio. I vincoli creati dalle costruzioni e dalla viabilit esistenti portano a scostamenti dalla soluzione ottimale. Risulta opportuno che le canalizzazioni principali seguano la viabilit maggiore e che i canali a servizio di sottobacini vengono portati verso un
unico emissario. E' necessario inoltre conoscere le quote del piano di posa della rete idrica e degli
altri servizi. La rete di fognatura, per ovvie ragioni igieniche, verr posizionata sempre al di sotto
della rete idrica, sottostandovi di almeno 0,50 m. Per rispettare tale vincolo si debbono realizzare,
specie per le canalizzazioni principali, per i collettori e per i canali emissari, scavi molto profondi.

7.4.1. Verifica di una rete esistente


La continua espansione dei centri abitati determina la costruzione di nuovi tratti fognari che si vanno ad attestare a collettori esistenti. Lurbanizzazione di aree precedentemente verdi comporta un
notevole aumento di superfici impermeabili che drenano maggiori volumi di pioggia con conseguenti maggiori portate di afflusso nelle rete di fognatura esistente. Pertanto indispensabile verificare i tronchi pi critici ed adottare, in conseguenza, il necessari rimedi.

7.4.2. Riabilitazione
Riscontrato un decadimento delle caratteristiche idrauliche e strutturali delle condotte, prossime allo scadere della durata tecnico-economica, possibile intervenire ripristinando le condizioni di progetto delle stesse tramite operazioni riabilitative che vanno dalla semplice pulizia interna ad altre
pi complesse che possono prevedere la totale sostituzione del pezzo. Pertanto per riabilitazione,
si intende, in termini generali, diversi tipi di intervento quali:

manutenzione

(es. pulitura interna)

riparazione

(es. sigillatura dei giunti)

rinnovo

(es. rivestimento interno)

sostituzione

7.4.3. Controllo in tempo reale di una rete con obiettivi:

riduzione delle portate al colmo

riduzione della quantit di inquinante con gli scaricatori di piena

7.5. CARATTERI DI QUALITA DELLE ACQUE DI FOGNA


7.5.1 - Acque reflue domestiche

I caratteri di qualit delle acque reflue domestiche sono connessi fondamentalmente con la differente tipologia degli insediamenti, con le dotazioni idriche, con la natura ed il livello di dotazione
dei servizi. Sussistono inoltre numerosi altri fattori che condizionano i caratteri delle acque di rifiuto

188

Costruzioni Idrauliche

domestiche, quali la successione delle stagioni, la presenza di acque di falda infiltrate, l'accidentale
immissione di sostanze inusitate, ecc.. I caratteri di qualit delle acque reflue, pertanto, in quanto
dipendenti da un limitato numero di fattori determinatori sono, in linea di massima determinabili a
priori. Le indagini di campo, anche se di tipo speditivo, sono peraltro sempre auspicabili e necessarie per avere valida conferma degli assunti progettuali.
I principali indicatori ai quali viene fatto riferimento per quantizzare il livello di inquinamento delle
acque reflue sono costituiti da parametri chimico fisici, dal contenuto di materiale organico, di materie solide, di nutrienti e di metalli pesanti. Le misure che vengono normalmente eseguite riguardano:
il BOD ( Biochemical Oxygen Demand ), quantit di ossigeno richiesta dai microrganismi presenti in un liquame abilitati alla stabilizzazione aerobica delle sostanze organiche biodegradabili. La determinazione si effettua con riferimento a 5 giorni risultando il consumo di ossigeno in
detto intervallo di tempo (BOD5) pari al 68% dell'ossigeno richiesto per la stabilizzazione totale.

il COD ( Chemical Oxygen Demand ), quantit di ossigeno richiesta da un liquame per conse-

guire la ossidazione chimica della quasi totalit delle sostanze organiche, sia biodegradabili che
non biodegradabili. Il valore del COD di un liquame sempre superiore al valore del BOD e
non risente della presenza di inibitori tossici.
il TOC ( Total Organic Carbon ) una determinazione che attraverso la titolazione dl carbonio
presente nel liquame individua la totalit di sostanze organiche presenti nel liquame.
i solidi sospesi
l'azoto ammoniacale e nitroso
il fosforo, totale e come ortofosfati
i tensioattivi
gli olii ed i grassi
i metalli pesanti, specie il piombo e lo zinco.

Facendo riferimento alla situazione italiana, un liquame bruto domestico caratterizzato da un


BOD5 pari a 200-300 ppm, con valori di picco, rilevabili nelle prime ore della giornata, pari a 400500 ppm. Nei collettori nei quali forte la presenza di acque di falda infiltrate, il

BOD5 pu scen-

dere fino a valori di 100 ppm.


7.5.2 - Acque di drenaggio di origine meteorica

I caratteri di qualit delle acque di drenaggio urbano sono connessi fondamentalmente con le condizioni meteorologiche di tempo di pioggia, con la intensit della precipitazione, con la differente
tipologia degli insediamenti, con l'inquinamento atmosferico, con il materiale sedimentato nelle fogne con la natura e la quantit dei sedimenti sulla superficie dilavata. Sussistono inoltre numerosi
altri fattori che condizionano i caratteri delle acque di pioggia, quali la successione delle stagioni, il
numero di giorni non piovosi che precedono l'evento pluviometrico, la presenza di acque di falda
infiltrate, la natura ed il livello di dotazione dei servizi, le dotazioni idriche, l'accidentale immissione
di sostanze non usuali, ecc..
I caratteri di qualit delle acque di drenaggio, pertanto, in quanto dipendenti da un elevato numero
di fattori determinatori e da un elevatissimo numero di fattori accessori, non sono determinabili a
priori, ma richiedono lunghe ed onerose indagini di campo volte alla loro acquisizione in termini
statisticamente significativi.

I principali indicatori ai quali viene fatto riferimento per quantizzare il

livello di inquinamento delle acque di drenaggio sono costituiti da parametri chimico fisici, dal contenuto di materiale organico, di materie solide, di nutrienti e di metalli pesanti. Le misure che vengono normalmente eseguite riguardano:

per
per
per
per
per

i parametri chimico fisici


il materiale organico
le materie solide
i nutrienti
i metalli pesanti

Costruzioni Idrauliche

pH, Temperatura, Conducibilit, Torbidit


BOD, COD e TOC
Solidi sospesi
Fosforo (totale e come ortofosfato)
Piombo, Zinco, Mercurio, Cadmio, Rame

Le reti fognanti

189

Durante le precipitazioni i caratteri di qualit delle acque di pioggia risultano molto variabili in funzione sia del tasso e della natura dell'inquinamento atmosferico al momento presente, sia del ruscellamento e della contaminazione superficiale (presenza di vegetazione, erosione delle pavimentazioni e del suolo, materia organica presente sulla superficie, traffico veicolare, rifiuti dell'attivit
umana, ecc.), sia della capacit di mobilitazione di materiale sedimentato nelle canalizzazioni della
rete di fognatura.

ESEMPIO 12
Progettare la rete di fognatura, del tipo unitario, per la localit riportata nello schema di Figura1.
Sono date le espressioni della curva di possibilit pluviometrica, per precipitazioni rilevate in un periodo di osservazione di 50 anni, con tempo di ritorno T=10 anni (cfr. Esempio n.1):
h = 31 t 0,46 per durate t < 1 e h = 31 t 0,22 per 1 < t < 24 ore .
La dotazione idropotabile del giorno dei massimi consumi di 250 l/ab*giorno

Figura. 1 Planimetria

Tabella I
Parametri urbanistici
Zona

190

St

Destinazione

Sf

Uf

Su

IVC

TN

38550

Tecnologica

27000

70 ab/ha

CM

42480

Commerciale

30000

50 ab/ha

PEEP

68610

PEEP

42000

0,7 m2/m2

29400

1ab/ 80 m3

VPA

29400

Verde attrezzato

45115

Residenziale

22500

0,4 m2/m2

9000

1ab/100 m3

93760

Completamento

58000

0,7 m2/m2

40600

1ab/ 80 m3

Costruzioni Idrauliche

1. LE PORTATE NERE O FECALI


Nota la dotazione idrica del giorno dei maggiori consumi d [l/ab * giorno] e determinato il numero N di abitanti da servire con la rete di fognatura, il valore massimo della portata fecale risulta

0,8 Cp N d

Qn =
86400

[l/s]

1,3 < Cp 1,5 .

Utilizzando i dati di Tabella I vengono definiti gli abitanti afferenti ad ogni zona e le relative portate
nere
Tabella II

Zona

Sf

Uf

m2

Su

volumi

m2

m3

IVC

abitanti

Cp

portata

l/s

TN

27000

70 ab/ha

189

1,4

0,6

CM

30000

50 ab/ha

150

1,4

0,5

42000

0,7

29400

88200

1ab/ 80 m3

1103

1,4

3,6

22500

0,4

9000

27000

1ab/100 m3

270

1,4

0,9

121800

1ab/ 80 m3

1523

1,4

4,9

PEEP
VPA
A
B

58000

0,7

40600

2. PORTATE BIANCHE O DI PIOGGIA


A - Metodo cinematico
La valutazione della portata massima, o di picco, viene effettuata con riferimento alla formula

Qmax =
con

h
10
A
tc
3600

( m3/s) [1]

h
, intensit della pioggia di durata (mm/ora) pari al tempo di corrivazione tc (ore) del bacino
tc

e coefficiente di afflusso ( Tabella III) , A superficie del bacino in ha


Tabella III
Valori del coefficiente in funzione del tipo di urbanizzazione

Strade , piazze, lastricati


Costruzioni ad alta densit
Costruzioni rade
Villini
Prati, giardini, aree non edificate

0,90
0.80
0,60
0,30 0,40
0,20

I valori della precedente tabella vengono applicati alle singole superfici scolanti omogenee ; nel caso in cui nell'ambito di uno stesso bacino siano presenti due o pi zone si determina il valore medio

' , ragguagliato all'area At dell'intero bacino, come media ponderata dei singoli valori di i delle
rispettive superfici Ai

' =

Costruzioni Idrauliche

i Ai
At

Le reti fognanti

191

Nella Figura 2 riprodotto lo schema della rete di fognatura ; nella Tabella IV sono riportati i dati
relativi dei singoli collettori e dei sottobacini afferenti.

Figura 2 - Sottobacini

Tabella IV
Collettore

Lunghezza

Sottobacini
TN

365

CM
185

PEEP
400

VPA

315

B- Completamento
5

345

270

4570

0,9

42480

0,6

8622

0,9

68610

0,8

Strada e Piazza

S totale

'

0,6

Piazza

38550

Strade e Piazzali

Superfici

8751

0,9

29400

0,2

93760

0,8

Strada e Piazza

7033

0,9

A - Residenziale

45115

0,4

VPA

2460

0,2

Strada e Piazza

2230

0,9

43120

0,63

51102

0,65

77361

0,81

29400

0,20

100793

0,81

49805

0,41

Ricordato che Il tempo di corrivazione tc


per i tronchi iniziali
tc = to + L/V

to, tempo di ruscellamento, assunto 5 minuti

tempo di vettoriamento entro il tratto di canalizzazione lungo L

percorso in condizioni di

moto uniforme dalla portata Q con velocit media V.


per i tronchi seguenti
tc = m + L/V
192

Costruzioni Idrauliche

m valore massimo dei tempi di corrivazione dei tronchi a monte.

Dimensionamento degli spechi

Nella seguente Tabella V sono riportati i dati relativi alla determinazione della portata di pioggia Qp,
di primo tentativo, afferente ad ogni collettore nella sezione di chiusura del sottobacino tributario.
Tabella V
Determinazione delle portate di pioggia di primo tentativo
C oll.
1
2
3
4
5
6
3-4-5
5-6-7

Superficie
m2
43120
51102
77361
29400
100763
49805
200983
351551

0,63
0,65
0,81
0,20
0,81
0,41
0,64
0,68

L
m
365,0
185,0
400,0
315,0
345,0
270,0
120,0
130,0

i
0,02
0,01
0,04
0,05
0,04
0,05
0,01
0,01

Vf
m/s
1,40
1,00
3,00
1,30
3,00
2,00
2,80
3,00

t
ore
0,156
0,135
0,120
0,151
0,115
0,121
0,168
0,180

31
31
31
31
31
31
31
31

0,46
0,46
0,46
0,46
0,46
0,46
0,46
0,46

h
i
mm mm/ora
13,19
84,54
12,34
91,41
11,69
97,41
12,99
86,04
11,46
99,67
11,73
96,97
13,64
81,25
14,09
78,25

Qp
m 3/s
0,638
0,843
1,696
0,141
2,260
0,550
2,903
5,196

u
l/s ha
147,9
165,0
219,2
47,8
224,3
110,4
144,4
147,8

Nella Tabella VI sono riassunti i dati caratteristici di ogni collettore e le dimensioni geometriche
delle tubazioni usate

Figura 3 Schema della rete

Tabella VI
Caratteristiche dei collettori e portate di verifica

Coll.

Materiale

Pendenza

Speco

Qp

Qn

Qt

m3/s

m3/s

m3/s

PVC

0,020

circolare

0,638

0,0006

0,6386

PVC

0,008

circolare

0,843

0,0005

0,8435

Cls

0,035

ovoidale

1,696

0,0036

1,6996

PVC

0,040

circolare

0,141

Cls

0,035

ovoidale

2,260

0,0049

2,2649

Gres

0,045

circolare

0,550

0,0009

0,5509

3-4-5

Cls

0,008

ovoidale

2,903

0,0047

2,9077

5-6-7

Cls

0,010

ovoidale

5,393

0,0105

5,4035

Costruzioni Idrauliche

0,1410

Le reti fognanti

193

Di seguito sono riportate le dimensioni commerciali degli spechi utilizzati


Tubi in PVC UNI 7447-75 Tipo "303/1"

DN mm

200

250

315

400

500

630

710

800

Di

191

237,8

299,6

380,4

475,6

599,2

675,2

760,8

Tubi in Gres -

mm

UNI 9180

DN mm

200

250

300

350

400

500

600

700

800

Di

200

250

300

350

400

500

600

700

800

mm

Tubi Ovoidali - DIN 403

cm

cm

cm

60

90

30

70

105

35

80

120

40

90

135

45

100

150

50

120

180

60

140

210

70

160

240

80

fondello
in gres
b

Escludendo il funzionamento in pressione i condotti di fognatura si calcolano come canali a superficie libera in regime di moto uniforme. La determinazione dei parametri idraulici viene effettuata
utilizzando la formula di Chezy, assumendo per

la formula di Manning-Strickler, introducendo va-

lori del coefficiente di scabrezza tipici per il materiale usato :


Q = k R 2 / 3 i1 / 2

[m2]

Sezione bagnata

k Coefficiente di scabrezza [m1/3 s-1]


k = 90 per tubazioni di PVC
k = 85 per tubazioni di Gres
k = 75 per tubazioni in Calcestruzzo

R Raggio idraulico [m]

Pendenza del collettore

Di seguito sono riportati, in modo tabellare, i dati elaborati per la verifica idraulica degli spechi, con
lausilio delle tabelle dei parametri geometrici delle sezioni circolare e ovoidale inglese, tratte dal
manuale Colombo. Il grado di riempimento massimo stato fissato in :

GR 60 % per spechi cir-

colari e GR 70 % per spechi ovoidali. In considerazione dei materiali utilizzati per le tubazioni
possono essere accettati valori massimi di velocit 5 m/s per tubazioni in Gres e PVC e 4 m/s
per tubi ovoidali.
Nelle seguenti Figure 4 e 5 sono raffigurate le scale di deflusso di spechi circolari e semiovoidali
con evidenziato in rosso la condizione di grado riempimento massimo .

194

Costruzioni Idrauliche

Figura 4 Parametri geometri della sezione circolare

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

195

Figura 5 Parametri geometri della sezione ovoidale inglese

196

Costruzioni Idrauliche

COLLETTORE 1
COLLETTORE 1
Bacino
43120 m^2
tc=
0,155 ore
Qp=
0,639 m^3/s
SEZ.CIRCOLARE
h/r
0,90
1,00
1,10
1,20

A/r^2
1,3711
1,5708
1,7705
1,9681

lunghezza
365 m
i= 0,02
Vf= 1,4
a= 31
n= 0,46
= 0,63
hmax=
13,17 mm
imax=
84,71 mm/ora
Qn=
0,0006 m^3/s
Qt= 0,6398

DN= 630
R/r

Q/(*)

0,4662
0,5000
0,5298
0,5553

0,8243
0,9895
1,1592
1,3296

r= 0,3

h
m
0,270
0,300
0,330
0,360

m/s

m^3/s

k= 90
A
m^2
0,123
0,141
0,159
0,177

R
m
0,140
0,150
0,159
0,167

Q
m^3/s
0,423
0,508
0,595
0,683

V
m/s
3,43
3,59
3,73
3,85

GR
%
45
50
55
60

Il collettore in esame smaltisce una portata di 0,6398 m3/s con un grado di riempimento prossimo
al 60% con una velocit di 3,85 m/s, valore molto diverso dalla velocit fittizia di scorrimento
Vf = 1,4 m/s di primo tentativo . Posto pertanto Vf = 4,0 m/s, valore accettabile per il tipo di materiale adottato, si determinano i nuovi valori di tc , hmax, imax, Qp ed infine Qt
COLLETTORE 1
Bacino
43120 m^2
tc=
0,108 ore
Qp=
0,777 m^3/s
SEZ.CIRCOLARE
h/r
0,90
1,00
1,05
1,10

A/r^2
1,3711
1,5708
1,6707
1,7705

lunghezza
365 m
i= 0,02
Vf= 4
a= 31
n= 0,46
= 0,63
hmax=
11,15 mm
imax=
102,93 mm/ora
Qn=
0,0006 m^3/s
Qt= 0,7773

DN= 710
R/r

Q/(*)

0,4662
0,5000
0,5149
0,5298

0,8243
0,9895
1,0744
1,1592

r= 0,34

h
m
0,306
0,340
0,357
0,374

m/s

m^3/s

k= 90
A
m^2
0,158
0,182
0,193
0,205

R
m
0,159
0,170
0,175
0,180

Q
m^3/s
0,591
0,709
0,770
0,831

V
m/s
3,73
3,91
3,99
4,06

GR
%
45
50
53
55

Il Collettore 1 risulta verificato da uno speco circolare DN 710 mm, con grado di riempimento GR
53% e velocit V 4,0 m/s
COLLETTORE 2
COLLETTORE 2
Bacino
51102 m^2
tc=
0,134 ore
Qp=
0,845 m^3/s
SEZ.CIRCOLARE
h/r
1,00
1,10
1,20
1,30
1,40

A/r^2
1,5708
1,7705
1,9681
2,1617
2,3489

lunghezza
185 m
i= 0,008
Vf= 1,00
a= 31
n= 0,46
= 0,65
hmax=
12,31 mm
imax= 91,63164 mm/ora
Qn=
0,0005 m^3/s
Qt= 0,8445

DN= 800
R/r
0,5000
0,5298
0,5553
0,5763
0,5925

Q/(*)
0,9895
1,1592
1,3296
1,4970
1,6570

r= 0,36
h
m
0,360
0,396
0,432
0,468
0,504

m/s

m^3/s

k= 90
A
m^2
0,204
0,229
0,255
0,280
0,304

R
m
0,180
0,191
0,200
0,207
0,213

Q
m^3/s
0,522
0,612
0,702
0,790
0,875

V
m/s
2,57
2,67
2,75
2,82
2,87

GR
%
50
55
60
65
70

In questo caso lo speco considerato in grado di smaltire la portata di progetto ma, sia con un
grado di riempimento maggiore del 60% e sia con un valore di velocit maggiore di quella ipotizza-

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

197

ta . Pertanto nelle seconda iterazione, oltre a correggere il valore della Vf iniziale, si dovr prevedere una sezione maggiore, ad esempio una sezione ovoidale 70*105 cm.
Collettore 2
Bacino
tc=
Qp=

= 70*105

SEZ.OVOIDALE
h/r
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
2,10
2,20

lunghezza
185 m
i= 0,008
Vf= 2,5
a= 31
n= 0,46
= 0,65
hmax=
10,92 mm
imax=
105,48 mm/ora
Qn=
0,0005 m^3/s
Qt= 0,9737

51102 m^2
0,104 ore
0,973 m^3/s

A/r^2
1,1364
1,4808
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233
3,2220
3,4207

R/r

Q/(*)

0,4133
0,4673
0,5160
0,5596
0,5980
0,6314
0,6452
0,6590

0,6306
0,8918
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251
2,4077
2,5903

r= 0,35

h
m
0,350
0,420
0,490
0,560
0,630
0,700
0,735
0,770

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
0,139
0,181
0,226
0,273
0,321
0,370
0,395
0,419

R
m
0,145
0,164
0,181
0,196
0,209
0,221
0,226
0,231

Q
m^3/s
0,257
0,364
0,485
0,618
0,760
0,908
0,983
1,057

V
m/s
1,85
2,01
2,14
2,26
2,36
2,45
2,49
2,52

GR
%
33
40
47
53
60
67
70
73

Il Collettore 2 risulta verificato da uno speco ovoidale delle dimensioni 70*105 cm, con grado di
riempimento GR 70% e velocit V 2,5 m/s
COLLETTORE 3
Collettore 3
Bacino
tc=
Qp=

= 60*90

SEZ.OVOIDALE
h/r
2,00
2,20
2,30
2,40
2,50

lunghezza
400 m
i= 0,035
Vf= 3
a= 31
n= 0,46
= 0,81
hmax=
11,69 mm
imax=
97,39 mm/ora
Qn=
0,0036 m^3/s
Qt= 1,6989

77361 m^2
0,120 ore
1,695 m^3/s

A/r^2
3,0233
3,4207
3,6142
3,8015
3,9800

R/r

Q/kr^8/3i^1/2

0,6314
0,6590
0,6696
0,6775
0,6820

2,2251
2,5903
2,7662
2,9323
3,0837

r= 0,3

h
m
0,600
0,660
0,690
0,720
0,750

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
0,272
0,308
0,325
0,342
0,358

R
m
0,189
0,198
0,201
0,203
0,205

Q
m^3/s
1,259
1,466
1,565
1,659
1,745

V
m/s
4,63
4,76
4,81
4,85
4,87

GR
%
67
73
77
80
83

La sezione ipotizzata piccola; per la portata di progetto il GR > 70% ed il valore della velocit risulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza di fondo dallo 0,035 allo
0,01 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo, mentre il valore della Vf di secondo tentativo elevato a 3,2 m/s .
Collettore 3
Bacino
tc=
Qp=

= 90*135

SEZ.OVOIDALE
h/r
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
1,90
2,00
2,10

198

lunghezza
400 m
i= 0,01
Vf= 3,2
a= 31
n= 0,46
= 0,81
hmax=
11,59 mm
imax=
98,42 mm/ora
Qn=
0,0036 m^3/s
Qt= 1,7168

77361 m^2
0,118 ore
1,713 m^3/s

A/r^2
1,1364
1,4808
1,8475
2,2305
2,6242
2,8238
3,0233
3,222

R/r
0,4133
0,4673
0,5160
0,5596
0,5980
0,6147
0,6314
0,6452

Q/kr^8/3i^1/2
0,6306
0,8918
1,1886
1,5146
1,8628
2,0440
2,2251
2,4077

r= 0,45
h
m
0,450
0,540
0,630
0,720
0,810
0,855
0,900
0,945

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
0,230
0,300
0,374
0,452
0,531
0,572
0,612
0,652

R
m
0,186
0,210
0,232
0,252
0,269
0,277
0,284
0,290

Q
m^3/s
0,562
0,795
1,060
1,351
1,661
1,823
1,984
2,147

V
m/s
2,44
2,65
2,83
2,99
3,13
3,19
3,24
3,29

GR
%
33
40
47
53
60
63
67
70

Costruzioni Idrauliche

COLLETTORE 4
lunghezza
315 m
= 0,2
hmax=
12,97 mm
Qn=

COLLETTORE 4
Bacino
29400 m^2
tc=
0,150 ore
Qp=
0,141 m^3/s
SEZ.CIRCOLARE
h/r
0,90
1,00
1,10
1,20

A/r^2
1,3711
1,5708
1,7705
1,9681

DN= 250
R/r

r= 0,12

Q/kr^8/3i^1/2

0,4662
0,5000
0,5298
0,5553

i= 0,045
Vf= 1,3
a= 31
n= 0,46
imax=
86,26 mm/ora
0 m^3/s
Qt= 0,141

0,8243
0,9895
1,1592
1,3296

h
m
0,108
0,120
0,132
0,144

m/s

m^3/s

k= 90
A
m^2
0,020
0,023
0,025
0,028

R
m
0,056
0,060
0,064
0,067

Q
m^3/s
0,055
0,066
0,078
0,089

V
m/s
2,79
2,93
3,04
3,14

GR
%
45
50
55
60

Occorre aumentare la dimensione dello speco e correggere il valore della Vf


lunghezza
315 m
= 0,2
hmax=
11,14 mm
Qn=

COLLETTORE 4
Bacino
29400 m^2
tc=
0,108 ore
Qp=
0,168 m^3/s
SEZ.CIRCOLARE
h/r
0,80
0,85
0,90
1,00

A/r^2
1,1735
1,2723
1,3711
1,5708

DN= 400
R/r

r= 0,19

Q/kr^8/3i^1/2

0,4285
0,4474
0,4662
0,5000

i= 0,045
Vf= 3,5
a= 31
n= 0,46
imax=
103,11 mm/ora
0 m^3/s
Qt= 0,168

0,6669
0,7456
0,8243
0,9895

h
m
0,152
0,162
0,171
0,190

m/s

m^3/s

k= 90
A
m^2
0,042
0,046
0,049
0,057

R
m
0,081
0,085
0,089
0,095

Q
m^3/s
0,152
0,170
0,188
0,225

V
m/s
3,59
3,70
3,79
3,97

GR
%
40
43
45
50

COLLETTORE 5
lunghezza
345 m
i= 0,035
Vf= 3
a= 31
n= 0,46
= 0,81
hmax=
11,46 mm
imax=
99,70 mm/ora
Qn=
0,0049 m^3/s
Qt= 2,2653

Collettore 5
Bacino
100763 m^2
tc=
0,115 ore
Qp=
2,260 m^3/s

= 80*120

SEZ.OVOIDALE
h/r
1,60
1,80
2,00

A/r^2
2,2305
2,6242
3,0233

R/r

Q/(*)

0,5596
0,5980
0,6314

1,5146
1,8628
2,2251

r= 0,4

h
m
0,640
0,720
0,800

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
0,357
0,420
0,484

R
m
0,224
0,239
0,253

Q
m^3/s
1,846
2,270
2,712

V
m/s
5,17
5,41
5,61

GR
%
53
60
67

Come per il Collettore 3, pur risultando verificato il GR < 70%, il valore della velocit risulta troppo
elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza di fondo dallo 0,035 allo 0,012 , da
recuperare con l'introduzione di salti di fondo. Il valore delle Vf di secondo tentativo fissato a 3,6
m/s .
lunghezza
345 m
i= 0,012
Vf= 3,6
a= 31
n= 0,46
= 0,81
hmax=
11,21 mm
imax=
102,29 mm/ora
Qn=
0,0049 m^3/s
Qt= 2,3239

Collettore 5
Bacino
100763 m^2
tc=
0,110 ore
Qp=
2,319 m^3/s

= 90*135

SEZ.OVOIDALE
h/r
1,60
1,65
1,70
1,80
2,00
2,1

A/r^2
2,2305
2,3289
2,4274
2,6242
3,0233
3,222

Costruzioni Idrauliche

R/r
0,5596
0,5692
0,5788
0,5980
0,6314
0,6452

Q/(*)
1,5146
1,6017
1,6887
1,8628
2,2251
2,4077

r= 0,45
h
m
0,720
0,743
0,765
0,810
0,900
0,945

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
0,452
0,472
0,492
0,531
0,612
0,652

R
m
0,252
0,256
0,260
0,269
0,284
0,290

Q
m^3/s
1,480
1,565
1,650
1,820
2,174
2,352

V
m/s
3,28
3,32
3,36
3,42
3,55
3,61

GR
%
53
55
57
60
67
70

Le reti fognanti

199

COLLETTORE 6
lunghezza
270 m
i= 0,045
Vf= 2
a= 31
n= 0,46
= 0,41
hmax=
11,71 mm
imax=
97,19 mm/ora
Qn=
0,0009 m^3/s
Qt= 0,5522

COLLETTORE 6
Bacino
49805 m^2
tc=
0,121 ore
Qp=
0,551 m^3/s
SEZ.CIRCOLARE
h/r
0,90
1,00
1,10
1,05
1,20

A/r^2
1,3711
1,5708
1,7705
1,8693
1,9681

DN= 500
R/r

r= 0,25

Q/(*)

0,4662
0,5000
0,5298
0,5425
0,5553

h
m
0,225
0,250
0,275
0,263
0,300

0,8243
0,9895
1,1592
1,2444
1,3296

m/s

m^3/s

k= 85
A
m^2
0,086
0,098
0,111
0,117
0,123

R
m
0,117
0,125
0,132
0,136
0,139

Q
m^3/s
0,369
0,443
0,518
0,557
0,595

V
m/s
4,30
4,51
4,68
4,76
4,83

GR
%
45
50
55
53
60

Il valore della velocit risulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza
di fondo dallo 0,045 allo 0,012 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo. Il valore delle Vf
di secondo tentativo fissato a 3,6 m/s .
lunghezza
270 m
i= 0,02
Vf= 3,6
a= 31
n= 0,46
= 0,41
hmax=
10,94 mm
imax=
105,33 mm/ora
Qn=
0,0009 m^3/s
Qt= 0,5983

COLLETTORE 6
Bacino
49805 m^2
tc=
0,104 ore
Qp=
0,597 m^3/s
SEZ.CIRCOLARE
h/r
0,90
1,00
1,10
1,05
1,20

A/r^2
1,3711
1,5708
1,7705
1,8693
1,9681

DN= 600
R/r

Q/(*)

0,4662
0,5000
0,5298
0,5425
0,5553

0,8243
0,9895
1,1592
1,2444
1,3296

r= 0,3

h
m
0,270
0,300
0,330
0,315
0,360

m/s

m^3/s

k= 85
A
m^2
0,123
0,141
0,159
0,168
0,177

R
m
0,140
0,150
0,159
0,163
0,167

Q
m^3/s
0,400
0,480
0,562
0,603
0,645

V
m/s
3,24
3,39
3,53
3,59
3,64

GR
%
45
50
55
53
60

COLLETTORE 3.4.5
lunghezza
120 m
i= 0,008
Vf= 2,8
a= 31
n= 0,46
= 0,64
hmax=
13,64 mm
imax=
81,25 mm/ora
Qn=
0,0049 m^3/s
Qt= 2,9080

Collettore 345
Bacino
200983 m^2
tc=
0,168 ore
Qp=
2,903 m^3/s

= 100*150

SEZ.OVOIDALE
h/r
1,60
1,80
2,00
2,10

A/r^2
2,2305
2,6242
3,0233
3,2220

R/r

Q/(*)

0,5596
0,5980
0,6314
0,6452

1,5146
1,8628
2,2251
2,4077

r= 0,5

h
m
0,800
0,900
1,000
1,050

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
0,558
0,656
0,756
0,806

R
m
0,280
0,299
0,316
0,323

Q
m^3/s
1,600
1,968
2,351
2,544

V
m/s
2,87
3,00
3,11
3,16

GR
%
53
60
67
70

Occorre aumentare la dimensione dello speco e correggere il valore della Vf


lunghezza
120 m
i= 0,008
Vf= 3,3
a= 31
n= 0,46
= 0,64
hmax=
13,57 mm
imax=
81,73 mm/ora
Qn=
0,0049 m^3/s
Qt= 2,9250

Collettore 345
Bacino
200983 m^2
tc=
0,166 ore
Qp=
2,920 m^3/s

= 120*180

SEZ.OVOIDALE
h/r
1,60
1,65
1,70
1,80
2,00
2,10

200

A/r^2
2,2305
2,3289
2,4274
2,6242
3,0233
3,222

R/r
0,5596
0,5692
0,5788
0,5980
0,6314
0,6452

Q/(*)
1,5146
1,6017
1,6887
1,8628
2,2251
2,4077

r= 0,6
h
m
0,960
0,990
1,020
1,080
1,200
1,260

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
0,803
0,838
0,874
0,945
1,088
1,160

R
m
0,336
0,342
0,347
0,359
0,379
0,387

Q
m^3/s
2,602
2,752
2,901
3,200
3,823
4,136

V
m/s
3,24
3,28
3,32
3,39
3,51
3,57

GR
%
53
55
57
60
67
70

Costruzioni Idrauliche

COLLETTORE 5.6.7
lunghezza
130 m
i= 0,01
Vf= 3
a= 31
n= 0,46
= 0,68
hmax=
14,09 mm
imax=
78,25 mm/ora
Qn=
0,0049 m^3/s
Qt= 5,2008

Collettore 567
Bacino
351551 m^2
tc=
0,180 ore
Qp=
5,196 m^3/s

= 140*210

SEZ.OVOIDALE
h/r

A/r^2

1,60
1,80
2,00
2,10

R/r

2,2305
2,6242
3,0233
3,2220

r= 0,7

Q/(*)

0,5596
0,5980
0,6314
0,6452

h
m
1,120
1,260
1,400
1,470

1,5146
1,8628
2,2251
2,4077

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
1,093
1,286
1,481
1,579

R
m
0,392
0,419
0,442
0,452

Q
m^3/s
4,388
5,397
6,447
6,976

V
m/s
4,01
4,20
4,35
4,42

GR
%
53
60
67
70

Pur risultando verificato il GR < 70% il valore della velocit risulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento delle pendenza di fondo dallo 0,01 allo 0,008 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo. Il valore delle Vf di secondo tentativo fissato a 3,5 m/s .
lunghezza
130 m
i= 0,006
Vf= 3,5
a= 31
n= 0,46
= 0,68
hmax=
14,03 mm
imax=
78,65 mm/ora
Qn=
0,0049 m^3/s
Qt= 5,2278

Collettore 567
Bacino
351551 m^2
tc=
0,178 ore
Qp=
5,223 m^3/s

= 140*210

SEZ.OVOIDALE
h/r

A/r^2

1,60
1,65
1,70
1,80
2,00
2,10

R/r

2,2305
2,3289
2,4274
2,6242
3,0233
3,222

0,5596
0,5692
0,5788
0,5980
0,6314
0,6452

r= 0,7

Q/(*)

h
m
1,120
1,155
1,190
1,260
1,400
1,470

1,5146
1,6017
1,6887
1,8628
2,2251
2,4077

m/s

m^3/s

k= 75
A
m^2
1,093
1,141
1,189
1,286
1,481
1,579

R
m
0,392
0,398
0,405
0,419
0,442
0,452

Q
m^3/s
3,399
3,594
3,790
4,180
4,994
5,403

V
m/s
3,11
3,15
3,19
3,25
3,37
3,42

GR
%
53
55
57
60
67
70

Terminato il dimensionamento si riassumono nella seguente tabella VII le tipologie e le dimensioni


degli spechi
Tabella VII
Caratteristiche dei collettori
Coll.

Materiale

Pendenza

Pendenza

strada

collettore

sezione

Qt

Vr

dimensione

m3/s

m/s

Speco

PVC

0,020

0,020

circolare

DN 710

0,7773

4,0

PVC

0,008

0,008

ovoidale

70*105

0,9737

2,5

Cls

0,035

0,010

ovoidale

90*135

1,7168

3,2

PVC

0,045

0,045

circolare

DN 400

0,1680

3,5

Cls

0,035

0,012

ovoidale

90*135

2,3239

3,6

Gres

0,045

0,020

circolare

DN 600

0,5983

3,6

3-4-5

Cls

0,008

0,008

ovoidale

120*180

2,9250

3,3

5-6-7

Cls

0,010

0,006

ovoidale

140*210

5,2278

3,5

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

201

A - Metodo del Volume dinvaso


Preliminarmente si adottano per il calcolo del volume invasato gli spechi determinati con il Metodo
Cinematico
u = 2168 n ( a)

Riscritta la relazione:
Z = 2168 n ( a)

1
n

, dove

1
n

n 1

w n = Z w

a espresso in [m/ora],

n 1

riuniti i termini

n 1

u = Z w n [l/s ha]

costanti

con

[a]

Nella seguente tabella sono riportati tutti gli elementi necessari per la determinazione del coeffiv + v2 + v3
[m]
ciente udometrico u' , secondo l'espressione [a] con w = 1
10000 A
assumendo per

v2 = 5 m3/ha

e per v3 = 30 m3/ha per le aree pavimentate e v3 = 150 m3/ha

per le aree a verde.


Noti i valori di u', dei singoli sottobacini tributari, si determinano i valori delle portate Q con le quali
verificare le dimensioni degli spechi, che nel primo tentativo assumeremo uguali a quelle dimensionate con il precedente metodo, mentre le pendenze dei collettori saranno quelle iniziali
C oll.
1
2
3
4
5
6
C oll.
1
2
3
4
5
6
C oll.
1
2
3
4
5
6

C oll.
1
2
3
4
5
6

202

L
m
365
185
400
315
345
270

Superficie
m2
43120
51102
77361
29400
100763
49805

Sezione

0,020
0,008
0,035
0,045
0,035
0,045

DN 710
70*105
90*135
DN400
90*135
DN600

0,63
0,65
0,81
0,20
0,81
0,41
r
m
0,34
0,35
0,45
0,19
0,45
0,30

v1
Bacini Superficie
m3
m2
m 3/ha
83,04
1
43120
5
73,02
2
51102
5
260,98
3
77361
5
22,38
4
29400
0
225,10
5
100793
5
47,82
6
49805
5
t=n-1/n

-1,174

0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754

0,0054
0,0049
0,0069
0,0158
0,0057
0,0045

u'

456,60 87,60
511,11 104,95
345,91 114,60
130,58
2,07
428,00 141,80
574,71 43,34

a
m/ora
0,031
0,031
0,031
0,031
0,031
0,031

0,46
0,46
0,46
0,46
0,46
0,46

0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754

GR

A/r

90
75
75
90
75
85

60
70
70
60
70
60

v2
m3
m 3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
150
50,40
30
24,90
30

1,9681
3,2220
3,2220
1,9681
3,2220
1,9681
v3
m3
129,36
153,31
232,08
441,00
302,38
149,42

A
m2
0,2275
0,3947
0,6525
0,0710
0,6525
0,1771

Q/(*)
1,3296
2,4077
2,4077
1,3296
2,4077
1,3296

Qmax
m3/s
0,953
0,983
4,017
0,303
4,017
0,967

v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
441,00
352,78
174,32

v1+v2+v3
m3
233,96
251,88
531,75
463,38
577,87
222,14

w
m
0,0054
0,0049
0,0069
0,0158
0,0057
0,0045

Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805

Qpiena
m3/s
0,378
0,536
0,887
0,006
1,429
0,216

Costruzioni Idrauliche

Collettore 1
C1
DN710
h/r
1,00
1,10

i= 0,02
r= 0,34
2

A/r
1,5708
1,7705

Q/(*)
0,9895
1,1592

k= 90
Q= 0,378
h
0,34
0,37

A
0,1816
0,2047

Q
0,709
0,831

V
3,90
4,06

GR
50
55

Q
0,280
0,328
0,376
0,424
0,469

V
3,09
3,22
3,32
3,40
3,47

GR
50
55
60
65
70

Q
0,257
0,364
0,485
0,618
0,760

V
1,85
2,01
2,14
2,26
2,36

Il collettore 1 sovradimensionato e pertanto va ridotto


C1
DN500
h/r
1,00
1,10
1,20
1,30
1,40

i= 0,02
r= 0,24
2

A/r
1,5708
1,7705
1,9681
2,1617
2,3489

Q/(*)
0,9895
1,1592
1,3296
1,4970
1,6570

k= 90
Q= 0,378
h
0,24
0,26
0,29
0,31
0,34

A
0,0905
0,1020
0,1134
0,1245
0,1353

Collettore 2
C2
70*105
h/r
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80

i= 0,008
r= 0,35
2

A/r
1,1364
1,4808
1,8475
2,2305
2,6242

Q/(*)
0,6306
0,8918
1,1886
1,5146
1,8628

k= 75
Q= 0,536
h
0,35
0,42
0,49
0,56
0,63

A
0,1392
0,1814
0,2263
0,2732
0,3215

GR
33
40
47
53
60

per la portata di progetto si ha un grado di riempimento < 70% e pertanto, anche in questo caso ,
il collettore va ridimensionato
C2
60*90
h/r
1,60
1,80
1,90
2,00

i= 0,008
r= 0,3
2

Q/(*)
1,5146
1,8628
2,0440
2,2251

A/r
2,2305
2,6242
2,8238
3,0233

k= 75
Q= 0,536
h
0,48
0,54
0,57
0,60

A
0,2007
0,2362
0,2541
0,2721

Q
0,410
0,504
0,553
0,602

V
2,04
2,13
2,18
2,21

GR
53
60
63
67

Collettore 3
C3
90*135
h/r
1,20
1,40
1,60
1,70
1,80

i= 0,035
r= 0,45
2

A/r
1,4808
1,8475
2,2305
2,4274
2,6242

Q/(*)
0,8918
1,1886
1,5146
1,6887
1,8628

k= 75
Q= 0,887
h
0,54
0,63
0,72
0,77
0,81

A
0,2999
0,3741
0,4517
0,4915
0,5314

Q
1,488
1,983
2,526
2,817
3,107

V
4,96
5,30
5,59
5,73
5,85

GR
40
47
53
57
60

per la portata di progetto si ha un grado di riempimento < 70% e pertanto, anche in questo caso ,
il collettore va ridimensionato
C3
DN710
h/r
1,00
1,10

i= 0,035
r= 0,34
2

A/r
1,5708
1,7705

Costruzioni Idrauliche

Q/(*)
0,9895
1,1592

k= 90
Q= 0,887
h
0,34
0,37

A
0,1816
0,2047

Q
0,938
1,099

V
5,16
5,37

GR
50
55

Le reti fognanti

203

Collettore 4
C4
DN250
h/r
0,50
0,60
0,90

i= 0,045
r= 0,12
2

A/r
0,6142
0,7927
1,3711

Q/(*)
0,2711
0,3876
0,8243

k= 90
Q= 0,006
h
0,06
0,07
0,11

A
0,0088
0,0114
0,0197

Q
0,018
0,026
0,055

V
2,05
2,27
2,79

GR
25
30
45

Lo speco sovradimensionato ma, non conveniente scendere al disotto del DN 250

Collettore 5
C5
90*135
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00

i= 0,035
r= 0,45
2

A/r
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233

Q/(*)
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251

k= 75
Q= 1,429
h
0,63
0,72
0,81
0,90

A
0,3741
0,4517
0,5314
0,6122

Q
1,983
2,526
3,107
3,712

V
5,30
5,59
5,85
6,06

GR
47
53
60
67

Il valore della velocit troppo elevato pertanto si riduce la pendenza


C5
90*135
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00

i= 0,012
r= 0,45
2

A/r
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233

Q/(*)
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251

k= 75
Q= 1,429
h
0,63
0,72
0,81
0,90

A
0,3741
0,4517
0,5314
0,6122

Q
1,161
1,479
1,819
2,173

V
3,10
3,28
3,42
3,55

GR
47
53
60
67

Collettore 6
C6
DN600
h/r
0,80
1,00

i= 0,045
r= 0,30
2

A/r
1,1735
1,5708

Q/(*)
0,6669
0,9895

k= 85
Q= 0,216
h
0,24
0,30

A
0,1056
0,1414

Q
0,485
0,719

V
4,59
5,09

GR
40
50

Q
0,164
0,203
0,244

V
3,50
3,71
3,88

GR
40
45
50

Collettore sovradimensionato
C6
DN400
h/r
0,80
0,90
1,00

i= 0,045
r= 0,2
2

A/r
1,1735
1,3711
1,5708

Q/(*)
0,6669
0,8243
0,9895

k= 85
Q= 0,216
h
0,16
0,18
0,20

A
0,0469
0,0548
0,0628

Definita la nuova geometria degli elementi componenti la parte iniziale della rete si rideterminano
tutti i fattori che contribuiscono alla definizione del nuovo valore del coefficiente udometrico u".

204

Costruzioni Idrauliche

C oll.

L
m
365
185
400
315
345
270

1
2
3
4
5
6
C oll.

Sezione

0,020
0,008
0,035
0,045
0,012
0,045

DN 500
60*90
DN710
DN250
90*135
DN400

r
m
0,24
0,30
0,34
0,12
0,45
0,20

v1
Bacini Superficie
m2
m 3/ha
m3
41,38
1
43120
5
53,65
2
51102
5
91,00
3
77361
5
8,93
4
29400
0
225,10
5
100793
5
21,26
6
49805
5

1
2
3
4
5
6

t=n-1/n

-1,174

C oll.
1
2
3
4
5
6

0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754

0,0045
0,0045
0,0047
0,0153
0,0057
0,0039

u"

574,81
561,45
543,66
135,17
428,00
667,41

110,27
115,29
180,11
2,14
141,80
50,33

GR

90
75
90
90
75
85

60
70
60
60
70
60

A/r

A
m2
0,1134
0,2900
0,2275
0,0283
0,6525
0,0787

1,3296
2,4077
1,3296
1,3296
2,4077
1,3296

Qmax
m3/s
0,376
0,651
1,261
0,089
2,352
0,328

v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
441,00
352,78
174,32

v1+v2+v3
m3
192,30
232,50
361,77
449,93
577,87
195,57

w
m
0,0045
0,0045
0,0047
0,0153
0,0057
0,0039

Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805

Qpiena
m3/s
0,476
0,589
1,393
0,006
1,429
0,251

1,9681
3,2220
1,9681
1,9681
3,2220
1,9681

v2
m3
m 3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
150
50,40
30
24,90
30

v3
m3
129,36
153,31
232,08
441,00
302,38
149,42

u'
87,6
104,95
114,6
2,07
141,8
43,34

Q/(*)

Si verificano di nuovo le sezioni dei collettori con i valori delle portate Q piena relative ai valori di
u'' .

Collettore 1
C1
DN630
h/r
0,9
1,00
1,10

i= 0,02
r= 0,3
2

A/r
1,3711
1,5708
1,7705

Q/(*)
0,8243
0,9895
1,1592

k= 90
Q= 0,476
h
0,27
0,30
0,33

A
0,1234
0,1414
0,1593

Q
0,423
0,508
0,595

V
3,43
3,59
3,73

GR
45
50
55

Q
0,321
0,410
0,504
0,602

V
1,93
2,04
2,13
2,21

GR
47
53
60
67

Q
0,781
0,938
1,099
1,260

V
4,93
5,16
5,37
5,54

GR
45
50
55
60

Collettore 2
C2
60*90
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00

i= 0,008
r= 0,3
2

A/r
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233

Q/(*)
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251

k= 75
Q= 0,589
h
0,42
0,48
0,54
0,60

A
0,1663
0,2007
0,2362
0,2721

Collettore 3
C3
DN710
h/r
0,9
1,00
1,10
1,20

i= 0,035
r= 0,34
2

A/r
1,3711
1,5708
1,7705
1,9681

Q/(*)
0,8243
0,9895
1,1592
1,3296

k= 90
Q= 1,393
h
0,31
0,34
0,37
0,41

A
0,1585
0,1816
0,2047
0,2275

collettore insufficiente

Costruzioni Idrauliche

Le reti fognanti

205

C3
60*90
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00

i= 0,035
r= 0,3
2

Q/(*)
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251

A/r
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233

k= 75
Q= 1,393
h
0,42
0,48
0,54
0,60

A
0,1663
0,2007
0,2362
0,2721

Q
0,672
0,857
1,054
1,259

V
4,04
4,27
4,46
4,63

GR
47
53
60
67

velocit elevata occorre ridurre la pendenza


C3
70*105
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00
2,10

i= 0,016
r= 0,35
2

A/r
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233
3,2220

Q/(*)
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251
2,4077

k= 75
Q= 1,393
h
0,49
0,56
0,63
0,70
0,735

A
0,2263
0,2732
0,3215
0,3704
0,3947

Q
0,686
0,874
1,075
1,284
1,389

V
3,03
3,20
3,34
3,47
3,52

GR
47
53
60
67
70

Q
0,018
0,026
0,055

V
2,05
2,27
2,79

GR
25
30
45

Collettore 4
C4
DN250
h/r
0,50
0,60
0,90

i= 0,045
r= 0,12
2

A/r
0,6142
0,7927
1,3711

Q/(*)
0,2711
0,3876
0,8243

k= 90
Q= 0,006
h
0,06
0,07
0,11

A
0,0088
0,0114
0,0197

Collettore 5
C5

i= 0,012

k= 75

90*135

r= 0,45

Q= 1,429

h/r
2,10

A/r

3,2220

Q/(*)

GR

2,4077

0,95

0,6525

2,352

3,60

70

Q
1,329
1,458
1,587

V
3,17
3,23
3,28

GR
60
63
67

collettore sovradimensionato
C5
80*120
h/r
1,80
1,90
2,00

i= 0,012
r= 0,40
2

A/r
2,6242
2,8238
3,0233

Q/(*)
1,8628
2,0440
2,2251

k= 75
Q= 1,429
h
0,72
0,76
0,80

A
0,4199
0,4518
0,4837

Collettore 6
C6
DN400
h/r
0,90
1,00
1,10

i= 0,045
r= 0,20
A/r^2
Q/(*)
1,3711
0,8243
1,5708
0,9895
1,7705
1,1592

k= 85
Q= 0,251
h
A
0,18
0,0548
0,20
0,0628
0,22
0,0708

Q
0,203
0,244
0,286

V
3,71
3,88
4,04

GR
45
50
55

Con i dati acquisiti si aggiorna la tabella per la valutazione di u'''

206

Costruzioni Idrauliche

C oll.

L
m
365
185
400
315
345
270

1
2
3
4
5
6
C oll.

Sezione

0,020
0,008
0,016
0,045
0,012
0,045

DN 630
60*90
70*105
DN250
80*120
DN400

r
m
0,30
0,30
0,35
0,12
0,40
0,20

v1
Bacini Superficie
m2
m 3/ha
m3
64,65
1
43120
5
53,65
2
51102
5
157,88
3
77361
5
8,93
4
29400
0
177,85
5
100793
5
21,26
6
49805
5

1
2
3
4
5
6

t=n-1/n

-1,174

C oll.
1
2
3
4
5
6

0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754

0,0050
0,0045
0,0055
0,0153
0,0053
0,0039

u"'

502,66 96,43
561,45 115,29
445,50 147,60
135,17
2,14
473,07 156,73
667,41 50,33

GR

90
75
75
90
75
85

60
70
70
60
70
60

A/r

1,9681
3,2220
3,2220
1,9681
3,2220
1,9681

v2
m3
m 3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
150
50,40
30
24,90
30

v3
m3
129,36
153,31
232,08
441,00
302,38
149,42

A
m2
0,1771
0,2900
0,3947
0,0283
0,5155
0,0787

Q/(*)
1,3296
2,4077
2,4077
1,3296
2,4077
1,3296

Qmax
m3/s
0,683
0,651
1,390
0,089
1,718
0,328

v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
441,00
352,78
174,32

v1+v2+v3
m3
215,57
232,50
428,64
449,93
530,63
195,57

w
m
0,0050
0,0045
0,0055
0,0153
0,0053
0,0039

Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805

Qpiena
m3/s
0,416
0,589
1,142
0,006
1,580
0,251

u"
110,27
115,29
180,11
2,14
141,80
43,34

Dal confronto tra u''' ed u'' restano da verificare gli spechi C1 , C3, C5 e C6

Collettore 1
C1
DN630
h/r
0,9
1,00
1,10

i= 0,02
r= 0,3
2

A/r
1,3711
1,5708
1,7705

Q/(*)
0,8243
0,9895
1,1592

k= 90
Q= 0,416
h
0,27
0,30
0,33

A
0,1234
0,1414
0,1593

Q
0,423
0,508
0,595

V
3,43
3,59
3,73

GR
45
50
55

V
2,95
3,09
3,22
3,32

GR
45
50
55
60

V
3,20
3,34
3,47

GR
53
60
67

il diametro inferiore non garantisce il grado di riempimento


C1
DN500
h/r
0,9
1,00
1,10
1,20

i= 0,02
r= 0,24
2

A/r
1,3711
1,5708
1,7705
1,96810

Q/(*)
0,8243
0,9895
1,1592
1,32960

k= 90
Q= 0,416
h
0,22
0,24
0,26
0,29

A
0,0790
0,0905
0,1020
0,1134

Q
0,233
0,280
0,328
0,376

pertanto resta, per questo tronco, definito il DN 630

Collettore 3
C3
70*105
h/r
1,60
1,80
2,00

i= 0,016
r= 0,35
2

A/r
2,2305
2,6242
3,0233

Costruzioni Idrauliche

Q/(*)
1,5146
1,8628
2,2251

k= 75
Q= 1,142
h
0,56
0,63
0,70

A
0,2732
0,3215
0,3704

Q
0,874
1,075
1,284

Le reti fognanti

207

Collettore 5
C5
80*120
h/r
1,80
1,90
2,00

i= 0,012
r= 0,40
2

A/r
2,6242
2,8238
3,0233

Q/(*)
1,8628
2,0440
2,2251

k= 75
Q= 1,58
h
0,72
0,76
0,80

A
0,4199
0,4518
0,4837

Q
1,329
1,458
1,587

V
3,17
3,23
3,28

GR
60
63
67

Collettore 6
C6
DN400
h/r
0,90
1,00
1,10

i= 0,045
r= 0,20
2

A/r
1,3711
1,5708
1,7705

Q/(*)
0,8243
0,9895
1,1592

k= 85
Q= 0,251
h
0,18
0,20
0,22

A
0,0548
0,0628
0,0708

Q
0,203
0,244
0,286

V
3,71
3,88
4,04

GR
45
50
55

Non essendo variate le sezioni degli spechi risulta in definitiva:


Tabella VIII

Coll.

Materiale

Pendenza

Pendenza

Speco

Portata

strada

collettore

sezione

dimensione

PVC

0,020

0,020

circolare

DN 630

0,416

PVC

0,008

0,008

ovoidale

60*90

0,589

Cls

0,035

0,016

ovoidale

70*105

1,142

PVC

0,045

0,045

circolare

DN 250

0,006

Cls

0,035

0,012

ovoidale

80*120

1,580

Gres

0,045

0,002

circolare

DN 400

0,251

Pertanto restano da verificare la sezione 5 e la sezione 7 dellallacciante.

Sezione 6
S6
100*150
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00

i= 0,008
r= 0,5
2

A/r
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233

Q/(*)
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251

k= 75
Q1+Q2+Q3+Q4= 2,153

h
0,70
0,80
0,90
1,00

A
0,4619
0,5576
0,6561
0,7558

Q
1,255
1,600
1,968
2,350

V
2,72
2,87
3,00
3,11

GR
47
53
60
67

Sezione 7
S7
120*180
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00

208

i= 0,01
r= 0,6
2

A/r
1,8475
2,2305
2,6242
3,0233

Q/(*)
1,1886
1,5146
1,8628
2,2251

k= 75
QT= 3,984

h
0,84
0,96
1,08
1,20

A
0,6651
0,8030
0,9447
1,0884

Q
2,283
2,909
3,577
4,273

V
3,43
3,62
3,79
3,93

GR
47
53
60
67

Costruzioni Idrauliche

Capitolo 8
CONDIZIONI DI FUNZIONAMENTO
8.1. AFFLUSSO IN RETE
Le acque di pioggia sono generalmente raccolte con grondaie, che corrono lungo i bordi dei tetti,
raccordate a tubazioni verticali, pluviali, che sversano nella rete di drenaggio.
Le acque di uso domestico vengono raccolte dai collettori di piano ed inviate alle colonne di scarico a servizio dell'intero edificio.
Nella Figura 1 riprodotto lo schema completo di fognatura domestica.

Figura 1. Schema completo


di fognatura domestica

Costruzioni Idrauliche

Condizioni di funzionamento

209

Tutti gli apparecchi domestici scaricano attraverso sifoni per evitare il ritorno, nelle abitazioni,
delle esalazioni delle fogne. Nell'impianto anche presente la rete interna di ventilazione connessa alla colonna di areazione; tale sistema evita il disinnesco dei sifoni. Le colonne di scarico
sono realizzate con tubi di ghisa o di gres del diametro pari a 100-150 mm. Per le condotte di scarico della rete interna si usano sempre pi frequente materiali plastici. I fognoli privati (corsetti)
provvedono a recapitare le acque raccolte nella rete di fognatura pubblica. Nella Figura 2 sono riprodotti esempi di allacciamento di scarichi privati alla rete pubblica di fognatura.

Figura 2 .Allacciamento di scarichi privati alla rete pubblica di fognatura.


8.2. VELOCIT LIMITE
Il dimensionamento idraulico di una rete di fognatura si completa con le verifiche delle velocit limite ammesse. Queste infatti, per fognature unitarie e per fognature nere, non debbono scendere
al di sotto di valori minimi, per evitare l'instaurarsi di condizioni favorevoli alla sedimentazione
delle sostanze trasportate.
Fenomeni di aggressione possono manifestarsi anche in presenza degli ordinari liquami domestici.
Ne causa l'idrogeno solforato sviluppato nei processi metabolici di microrganismi anaerobici il cui
habitat negli spechi localizzato in prossimit della superficie libera per flusso di acque reflue, microrganismi che attaccano i solfati e le sostanze organiche contenenti zolfo presenti nei liquami.
Nelle canalizzazioni di fognatura il gas, idrogeno solforato, raggiunge le zone superiori aerate ove,
attraverso processi metabolici sviluppati da specifici microrganismi aerobi, il thiobacillus concretivorus, viene trasformato in acido solforico, particolarmente aggressivo nei confronti dei calcestruzzi. Il rischio potenziale di sviluppo dell'idrogeno solforato legato al valore del BOD del liquame. Nella Tabella I sono riportati i risultati conseguiti, a seguito di rilievi sperimentali, da Pomeroy e Bowlus. In funzione del valore del BOD efficace, espresso con la relazione:

BOD = B 0 1,07(T 20)


210

Costruzioni Idrauliche

con T, temperatura del liquame, espressa in oC e Bo valore del BOD5 del liquame valutato con riferimento alla temperatura di 20oC, nella tabella sono riportati i valori della velocit minima del flusso del liquame che inibisce lo sviluppo di idrogeno solforato.
Tabella I
Valori delle velocit di flusso critiche per lo sviluppo in fogna di acido solforico

BOD efficace

Velocit minima

(mg/l)

(m/s)

55

0,30

125

0,45

225

0,60

350

0,75

500

0,90

690

1,05

900

1,20

Per indagare il rischio di sviluppo dell'idrogeno solforato nei canali di fognatura che convogliano liquami domestici viene fatto riferimento alla formula "Z"

3B o
Z=
i0,5 q0,333

nella quale:
Bo il valore del BOD5 a 20 oC, espresso in [g/m3]
i la pendenza della canalizzazione
q la portata della canalizzazione, espressa in [l/s]
P il perimetro bagnato
L la larghezza della superficie libera
Per valori di:
"Z" 5000 non si sviluppa idrogeno solforato.
"Z" 7000 sono da attendersi attacchi di acido solforico sulle pareti delle canalizzazioni.
"Z" 10000 si in presenza di attacco marcato.
"Z" > 25000 si ha la completa distruzione degli spechi entro pochi anni dall'entrata in funzione.
Nella Tabella II sono riportati i valori di "Z", con riferimento a pendenze degli spechi pari a
i = 0,5% , pari al valore minimo da assegnare alle livellette dei canali di fognatura, e con riferimento ad un grado di riempimento degli spechi circolari pari al 50%,
Tabella II
Diametro

"Z"

"Z"

(mm)

per BOD = 250 g/m3

per BOD = 350 g/m3

250

6349

8888

300

5360

7503

400

4113

5758

1000

1782

2495

2000

958

1341

Costruzioni Idrauliche

Condizioni di funzionamento

211

Velocit minime di autolavaggio:

Germania:

Metcalf ed Eddy :

vmin = 0,5 0,6 m/s

vmin = 0,60 m/s


vmin = 0,75 m/s

per sistemi di fognatura separata


per sistemi di fognatura unitaria.

La citata Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 11633 indica la velocit minima, riferita
alla portata nera media giornaliera: vmin = 0,50 m/s

Per fognature sia separate che unitarie, inoltre, le velocit non debbono superare prefissati valori
massimi per evitare l'innesco e lo sviluppo di fenomeni erosivi dei materiali costituenti le canalizzazioni e gli spechi.
Velocit massima ammissibile:

per spechi privi di rivestimento della cunetta con materiali lapidei o cotti :

per portate massime fecali:

per portate pluviali:

vmax = 2,40 m/s

vmax = 4,0 m/s

vmax = 5,0 m/s

8.3. IL LAVAGGIO DELLE FOGNE


Nei casi in cui le velocit minime non possono essere garantite, o per la bassa pendenza delle canalizzazioni o a seguito della necessit di contenere la velocit massima entro i limiti consentiti,
necessario prevedere, nel sistema di drenaggio, apparecchi per le cacciate d'acqua al fine di
spurgare la fogna dai depositi e dai sedimenti di sostanze solide organiche ed inorganiche.
Le cacciate d'acqua sono richieste in tutti i rami estremi terminali della rete nei quali le portate
sono minime e vengono smaltite con basse velocit anche in presenza di livellette con pendenza
notevole.
Dato il potere di laminazione, correlato al funzionamento in moto vario a superficie libera delle
canalizzazioni di fognatura, l'efficacia delle cacciate risulta limitata a tratti di breve sviluppo. In
presenza di canali caratterizzati da limitata pendenza necessario provvedere, oltre che alle cacciate di testata, anche a cacciate di linea.
Per fogne di diametro D = 200 mm, con volumi di cacciata pari a 1200 litri e portate di cacciata
pari a 25 30 l/s, l'efficacia del sistema di pulizia si esaurisce in 180 240 m. Nel caso di pendenze delle canalizzazioni superiori all' 1% il volume di cacciata pu scendere a 500 litri.
Per la determinazione del volume di cacciata [m3] necessario per lo spurgo di un tratto di fogna lungo L pu farsi riferimento alla relazione

Q0 L g hm
V0 V0 + ghm

) [m ]

nella quale:
Q0, il valore della portata di cacciata [m3/s]

V0, il valore della velocit in moto uniforme, correlata alla portata Q0 , velocit tale da

consentire lo spurgo della fogna


hm, l'altezza media [m] del flusso per portata Q0 .

212

Costruzioni Idrauliche

Per garantire un efficiente spurgo della fognatura si devono assicurare dalle due alle tre cacciate
giornaliere. Il lavaggio automatico ottenuto con l'innesco di dispositivi a sifone (tipo Contarino,
tipo Milano, ecc.). Nelle Figure
3 5

sono riprodotti

un

pozzetto di cacciata di testata e di linea con istallato il dispositivo Contarino.

Figura 3 . Pozzetto di lavaggio o di


cacciata di testata

Figura 4 . Pozzetto di lavaggio o di cacciata


di linea prefabbricato

Costruzioni Idrauliche

Condizioni di funzionamento

213

Figura 5 . Pozzetto di lavaggio o


di cacciata di linea

Nel caso di fogne di grande dimensione le cacciate con i dispositivi indicati non sono realizzabili,
data la connessa necessit di elevati volumi d'acqua per assicurare l'efficacia dell'intervento. Il
lavaggio in questi casi si effettua arrestando il flusso in fogna, sezionandola temporaneamente con
l'ausilio di paratoie a funzionamento manuale ubicate in corrispondenza di pozzetti di ispezione.
L'interruzione del flusso causa l'invaso a monte della paratoia di volumi d'acqua che, nei tempi e
nei modi opportuni, vengono istantaneamente liberati causando il lavaggio della fogna. Se la sezione degli spechi circolare lo spurgo pu essere effettuato inserendo una sfera, pig, di diametro
di poco inferiore al diametro della sezione della fogna. Il dislivello causato dal rigurgito del
flusso, all'interno del collettore, fa avanzare il pig assicurando lo spurgo.
8.4. LA VENTILAZIONE DELLE FOGNE
All'interno dei canali di fognatura, anche in assenza di fenomeni putrefattivi, si sviluppano gas contenenti elevate concentrazioni di anidride carbonica. Nei casi di processi putrefattivi in atto, i gas
sviluppati hanno anche cattivo odore e possono contenere metano, gas infiammabile ed in grado di
formare, in presenza di aria ed in assenza di ventilazione, miscele detonanti.
La ventilazione delle fognature non viene realizzata con bocchette stradali, dati i fastidi che le
esalazioni dei gas arrecherebbero alla popolazione. Alla ventilazione si provvede di regola attraverso le canne private, sia pluviali che fecali (Figura 6), prolungate fino alla copertura degli edifici, le
quali disperdono nell'atmosfera i gas prodotti, mentre il rientro d'aria negli spechi assicurato dalle
bocchette stradali, escludendosi in tal modo la fuoriuscita da queste di cattivi odori.

214

Costruzioni Idrauliche

Figura 5. Schemi di ventilazione per fogne miste e separate.

8.5. LE OPERE D' ARTE


Per un corretto funzionamento di una rete di fognatura ai manufatti sopra esposti si associano altre
opere d' arte costituite da:
caditoie stradali
pozzetti di ispezione
pozzetti a salto o di caduta
pozzetti di confluenza
scaricatori di piena
separatori di prima pioggia

Di seguito sono brevemente descritte le caratteristiche essenziali delle differenti opere:


Caditoie stradali

Attraverso le caditoie stradali, le acque di pioggia e, nella stagione estiva, le acque di lavaggio
delle strade vengono raccolte e collettate nella rete di fognatura. La Figura 6 illustra caditoie posizionate in linea con la fognatura.
Figura 6 Caditoie in linea

Mentre, nella Figura 7, sono riprodotte sia tipi di caditoie a griglia, da istallarsi nella sede stradale
in corrispondenza della cunetta formata dal gradino del marciapiede, sia tipi di caditoie a bocca di
lupo, da ubicarsi sotto il marciapiede con la bocca di presa realizzata in corrispondenza del gradino. Per tutti i tipi presente il pozzetto di sedimentazione delle materie solide. Il collegamento con
i fognoli di raccordo alla rete fognaria bene che sia del tipo a sifone.

Costruzioni Idrauliche

Condizioni di funzionamento

215

Figura 6. Caditoie stradali in opera e prefrabbricate

Le caditoie si dispongono ad interasse di 20-25 m, con aree servite pari a 250-300 m2.

216

Costruzioni Idrauliche

Pozzetti di ispezione

La natura delle acque trasportate, ricche di sostanze solide, il funzionamento idraulico a superficie
libera, le forte variabilit delle portate, sono tutti elementi che richiedono operazioni di spurgo e
manutenzione. In presenza di spechi non praticabili (altezza inferiore a 1,20 m) al fine di consentire agevoli operazioni di controllo risulta indispensabile l'inserimento di pozzetti di ispezione, posti
ad interasse di 2025 m. Per spechi praticabili l'interasse dei pozzetti pu essere esteso a distanza non superiore a 50 m.
Oggi possibile ispezionare tratti di fogna, tra pozzetto e pozzetto, inserendo un piccolo veicolo radio comandato, Figura 7, con a bordo una mini telecamera che consente di rilevare la presenza di
rotture , Figura 8, o di mal funzionamenti del tratto in esame , Figura 9, o, pi in generale, di acquisire immagini sullo stato di conservazione dello speco

Figura 7

Figura 8

Figura 9

La dimensione minima della camera interna del pozzetto di ispezione 1,20 m x 1,20 m. L'altezza della camera pari a 1,80-2,00 m. L'accesso al pozzetto si realizza attraverso la bocca protetta
da chiusino di ghisa. La discesa si effettua tramite scala del tipo alla marinara.

Costruzioni Idrauliche

Condizioni di funzionamento

217

Figura 10 Pozzetti di ispezione in linea su spechi circolari ed ovoidali

218

Costruzioni Idrauliche

Figura 11- Pozzetto di ispezione in linea prefabbricato

Costruzioni Idrauliche

Condizioni di funzionamento

219

Pozzetti di ispezione debbono inoltre essere previsti in corrispondenza sia delle deviazioni planimetriche

Figura 12 Pozzetti di ispezione in curva

che in corrispondenza delle confluenze tra rami della rete di fognatura

Figura 13 Pozzetti di ispezione e di confluenza

220

Costruzioni Idrauliche

Nei casi in cui le pendenze naturali danno luogo a velocit eccessive del flusso nelle canalizzazioni, si realizzano profili con pendenza ridotta, interrotti dalla presenza di salti di fondo. Per evitare eccessivi approfondimenti degli scavi, l'altezza dei salti limitata a 2,0-2,50 m. (Figura 1415). Nel caso di fognatura mista previsto il dispositivo per trasporto delle acque luride realizzato a protezione degli operatori.

Figura 14. Stralcio profilo longitudinale

Figura 15 Pozzetti di ispezione e di salto per spechi circolari e semi-ovoidali

Costruzioni Idrauliche

Condizioni di funzionamento

221

Figura 16 - Pozzetti di salto pre-fabbricati

222

Costruzioni Idrauliche

Capitolo 9
MANUFATTI SPECIALI DI SCARICO E DI INVASO
9.1. SCARICATORI DI PIENA
In concomitanza di eventi di pioggia, nelle reti di fognatura mista, raggiunto un prestabilito grado di diluizione delle acque fecali (rapporto acque nere/acque bianche pari a 1/3-1/5), si provvede
all'evacuazione immediata delle acque di supero tramite scaricatori di piena ed al recapito delle
stesse direttamente nel mezzo ricettore naturale.
Le acque nere, opportunamente diluite, vengono recapitate all'impianto di trattamento a servizio
del sistema di fognatura. I vantaggi della soluzione sono evidenti, riducendosi sensibilmente la lunghezza delle canalizzazioni di grande dimensione costituite dai collettori principali e dai collettori
emissari. Nelle Figure 1 e 2 sono riportati esempi di scaricatori di piena sia del tipo a funzionamento controllato da sfioratore laterale e sia del tipo a luce di fondo.

Figura 1 Scaricatore di piena con sfioratore laterale

Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

223

Figura 2 . Scaricatore di piena con luce di fondo

224

Costruzioni Idrauliche

9.2. SEPARATORI DI PRIMA PIOGGIA


Nelle reti separate nasce la necessit di convogliare nella fogna nera le portate fluenti nella fogna
bianca nella fase iniziale di un evento meteorico in quanto la prima pioggia, eseguendo un lavaggio
delle strade , accumula un notevole carico inquinante derivante da tutto ci che pu depositarsi
sulla sede stradale ( rifiuti , polveri di gas di scarico e di ferodi , residui derivanti dallusura dei
pneumatici, oli e grassi ecc.). Tale inconveniente cresce in rapporto allintervallo tra due eventi meteorici consecutivi. Pertanto possibile trasferire alla fogna nere queste acque realizzando una piccola luce, sul fondo del canale bianco, opportunamente dimensionata. Trascorso un po di tempo
dallinizio della pioggia, se questa persiste ed aumenta di intensit, la portata meteorica aumenta
tanto da superare la luce di fondo e raggiungere, priva dei contenuti inquinanti, il collettore e da
questo al mezzo recettore. (Figura 3)

Figura 3 Separatore di acque di prima pioggia


Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

225

9.3. IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO DI ACQUE NERE


Le reti di fognatura sono progettate per funzionare a gravit con flusso a superficie libera. Situazioni topografiche locali impongono, a volte, la realizzazione di impianti di sollevamento.
La natura delle acque trasportate e la forte variabilit delle portate pongono particolari problemi
alla progettazione di un impianto di sollevamento sia nei riguardi del macchinario (tipo e numero
di pompe), sia relativamente al volume ed alla geometria ottimale della vasca di aspirazione.
L' impianto va dimensionato in funzione della portata massima da sollevare, ma, data la forte variabilit delle portate, la portata totale va ripartita su pi pompe funzionanti in parallelo. (Figura
4). Le pompe debbono essere istallate con la girante sommersa, sempre sotto battente, condizione
che garantisce l'immediato avvio del sollevamento.
La condotta di mandata, in corrispondenza del funzionamento di una sola pompa deve essere
percorsa dal flusso con velocit non inferiore ad 1 m/s per evitare la sedimentazione e l'accumulo delle sostanze solide presenti nei liquami.

Figura 4. Impianto di sollevamento realizzato con pompe centrifughe di tipo sommerso.

226

Costruzioni Idrauliche

Le pompe centrifughe per acque nere sono speciali, caratterizzate dalla particolare geometria della girante che di tipo aperto e che consente il passaggio di corpi di notevoli dimensioni. Inoltre
possono essere provviste di valvola a forte getto per la pulizia del pozzo. Allavvio della pompa la
valvola aperta ; la contropressione nella tubazione provoca un getto che genera un moto rotatorio che porta in sospensione fanghi e materiali sedimentati . Dopo qualche secondo la valvola si
chiude (Figura 5).

Figura 5 Sistema di autolavaggio del pozzo

Linstallazione della macchina generalmente fissa allinterno del pozzo (Figura 6 a); possono anche realizzarsi installazioni portatili (b) o fisse, ma in camera a secco (c).

Figura 6 Metodi di installazione

La dimensione del pozzo dovrebbe essere la minore possibile sia per ridurre i costi e sia per mantenere meno possibile il liquame stagnate; ovvio che il volume minimo funzione del numero di
avviamenti/ora consentiti dalla macchina. Il livello nel pozzo regolato da un interruttore a bulbo
di mercurio rinchiuso in un involucro impermeabile galleggiante , sospeso allaltezza voluta tramite
il cavo elettrico che lo collega al quadro di avviamento dellelettropompa. La variazione di livello
del liquido varia la posizione del regolatore e di conseguenza linterruttore a mercurio apre o chiude il circuito di controllo (Figura 7).

Costruzioni Idrauliche

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227

Figura 7 Regolatori di livello

I principi da adottare nella progettazione di un pozzo sono illustrati in manualiI contenenti regole
pratiche frutto di una estesa serie di dati acquisiti con test su modelli in scala. Nel seguito si far
riferimento al pozzo standard Flygt riprodotto nella Figura 8.

Figura 8

I American Hydraulic Institute e British Hydromechanics Research Association


228

Costruzioni Idrauliche

Le dimensioni del pozzo dipendono dalla portata della pompa e sono illustrate nella Figura 9

Quando vengono realizzati progetti fuori dello standard necessario eseguire prove di funzionalit
su modello idraulico in scala ridotta, al fine di ottimizzare il flusso verso le pompe , leliminazione di
vortici e di aria in prossimit dellaspirazione.

Figura 10 - Pozzo toroidale con 14 elettropompe

Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

229

Il volume utile delle vasca, compreso tra il livello massimo di avviamento ed il livello minimo di arresto, funzione del massimo numero di avviamenti orari delle elettropompe.
Il volume utile richiesto per unelettropompa, dipende dalla sua portata nominale Qp1 e dal numero
massimo z di avviamenti orari.
Nel caso di una sola macchina per Qi (portata in ingresso) si avr:

un tempo di riempimento Tr =
V
= Qp1 Qi
t

Qi

per t = Tv, tempo di vuota-

V
Qp1 Qi

tura Tv =

Tv =

V
Qp1 Qi

La durata di un ciclo Tk= Tr+ Tv


Posto Qi = Qp1 ( con 0<1 ) Tk
mo quando =0,5

mini-

ed il volume richiesto e

pari a
V=

Qp1 * 3600
4z

Nel caso di impianto dotato di due elettropompe , essendo Qp1 Qi Qp1+Qp2 ,


per Qp1=Qp2

Tr =
Tk

V2
Qi QP1

Tv =

V2
(QP1 +Qp2 ) Qi

minimo quando Qi = Qp1+ 0,5 Qp1

da cui

Qp1=Qp2=2/3 Qi

Nel caso di stazione equipaggiata con n


elettropompe uguali che si avviano in
sequenza allaumentare del livello e,
sempre in sequenza, si staccano al diminuire del livello, il volume totale richiesto
dato dallespressione:
Vtot = V1 + (n 1) h S
essendo :
V1 = volume utile richiesto da una elettropompa
S = superficie della vasca
h = differenza tra i livelli di avvio ed arresto

230

Costruzioni Idrauliche

ESEMPIO 13
Dimensionare una stazione di pompaggio per una portata in ingresso Qi=58 l/s e prevalenza 5 metri.
Volendo utilizzare due elettropompe identiche , la portata nominale di ciascuna macchina sar:
Qp1=Qp2=2/3 Qi

Qp1=Qp2=2/3* 58 = 38,6 l/s

Elettropompa CP 3127

Costruzioni Idrauliche

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231

Scelto il tipo di elettropompa, dai dati di targa, si rileva che il numero di avviamenti /ora z=15
mentre, con il diagramma di figura 9 possibile dimensionare il pozzo

Le dimensioni minime vengono lette in corrispondenza di pompe con portata di 100 l/s

232

Costruzioni Idrauliche

La superficie in pianta risulta : S=2,60*1,35=3,50 m2 ; il volume totale espresso dalla relazione


Vtot = V1 + (n 1) h S
in cui

V1 =

Qp1 * 3600
4z

0,039 * 3600
= 2,34 m3
4 15

e pertanto

Vtot = 2,34 + (2 1) 0,30 * 3,50 = 3,4 m3

h =

Vtot
= 0,97 m
S

Essendo il livello minimo di aspirazione pari a 0,43 m lavviamento della prima elettropompa sar
posto a quota + 1,40 m dal fondo del pozzo ; la quota di avvio della seconda pompa sar 1,40 +h
=1,40+0,30 =1,70 m.
Infine la quota di arresto della prima macchina sar pari allaltezza minima di aspirazione 0,43 m e
la seconda sar 0,43+ h=0,73 m.

9.4. IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO DI ACQUE BIANCHE


Nei casi in cui il collettore emissario sia posto a quota inferiore del mezzo recettore indispensabile
il ricorso ad impianti di sollevamento caratterizzati da elevata portata e bassa prevalenza. Questi
tipi di impianti vengono comunemente chiamati idrovori dal nome delle elettropompe, idrovore,
utilizzate per lo smaltimento di grandi volumi di acqua e basse prevalenze, generalmente H < 10
m).
Nella Figura 11 raffigurato un impianto idrovoro caratterizzato da una idrovora ad asse verticale
con tubazione di scarico realizzata con un sifone a cavaliere dellargine . A monte delle macchine
sono presenti una griglia di protezione ed una paratoia di sezionamento mentre, a valle, la condotta sfocia in una vasca di dissipazione che, nei periodi di magra del recettore, ha il compito di dissipare il contenuto energetico della portata in uscita dalla condotta ed evitare il disinnesco del sifone.

Figura 11 Schema di impianto idrovoro

Costruzioni Idrauliche

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233

A seconda dellubicazione del recettore e del tipo di macchine sono possibili tre schemi pi semplici
sia dal punto di vista costruttivo che gestionale (Figura 12)

Figura 12 Schemi di installazioni munite di elettropompe sommergibili Flygt serie P

Nota la portata da esitare la scelta delle macchine legata ai criteri gi esposti per gli impianti di
sollevamento al Capitolo 4.

234

Costruzioni Idrauliche

Figura 13 Diagrammi a mosaico per elettropompe sommergibili Flygt serie P

Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

235

Per quanto attiene il dimensionamento della stazione di sollevamento, nel caso di utilizzo di elettropompe sommergibili ad elica seri P della Flygt, possono essere utilizzate soluzioni standard legate
al numero delle macchine. Il dimensionamento molto simile a quanto gi visto precedentemente
per le stazioni di sollevamento delle acque nere. La particolarit costruttiva di queste idrovore fa s
che possano essere calettate allinterno di un tubo contenitore in acciaio (Figura 14) a stazione di
sollevamento ultimata. Lelettropompa poggia semplicemente su un anello alla base del tubo contenitore senza fissaggi pertanto la macchina pu essere rimossa agevolmente per la manutenzione.

Figura 14 Tipo di idrovora e correlato diametro del tubo contenitore

Lafflusso dellacqua verso la pompa deve essere uniforme in modo da evitare trascinamento di aria con conseguente innesco di vortici. Tra i criteri da adottare per la progettazione di un impianto
importante la verifica del rapporto tra la sommergenza S ed il diametro D della condotta di aspirazione D. (Figura 15)

236

Costruzioni Idrauliche

a= 1,5

b= 2,5

S
= a + b Fr
D

con : a =1,5 e b=2,5

VD =

4Q
2

Fr =

VD
gD

Figura 15. Verifica del rapporto di sommergenza

9.5. LA REGOLAZIONE DELLE PORTATE DI PIENA


Gli apporti di piena di una zona scolante restano definiti dal processo di trasformazione degli afflussi meteorici, rappresentati dal diagramma cronologico delle precipitazioni (Ietogramma) , in deflussi superficiali, rappresentati

dal diagramma cronologico delle portate fluenti nella sezione di

progetto (Idrogramma). Landamento delle portate durante una piena caratterizzato da un tratto rapidamente ascendente, fase crescente o curva di concentrazione, le portate aumentano
per effetto degli apporti dei flussi superficiali conseguenti alla pioggia.
Segue listante di colmo nel quale la portata raggiunge il massimo valore istantaneo, nella sezione del corso dacqua sottesa dal bacino a cui si riferisce lidrogramma.
Nel caso in cui la portata massima resta costante per un periodo di tempo lidrogramma ha un tratto circa orizzontale detto fase di stanca (Figura 16) .

Figura 16. Modello di trasformazione afflussi-deflussi

Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

237

Infine la fase decrescente o curva di esaurimento, descrive il periodo in cui, terminate le precipitazioni, cessando progressivamente il ruscellamento dalle zone pi lontane, il bacino tende a
vuotarsi e la portata tende a zero. L'onda di piena si manifesta con durata complessiva detta
tempo di base.

Dellidrogramma tipico , rappresentato precedente, se ne pu dedurre uno schematico nellipotesi


che leffettiva modalit dellevoluzione della pioggia nel tempo, rappresentata dal legame

h = a tn , sia ad intensit costante, si considerano cio variazioni lineari della pioggia con il tempo. Nella sezione della rete, che costituisce luscita, resta altres definito il bacino sotteso; ad ogni
sollecitazione in ingresso (ietogramma) il sistema risponde in uscita con un idrogramma di portata .
Dellidrogramma tipico, rappresentato nella Figura 16, se ne pu dedurre uno schematico
nellipotesi che leffettiva modalit dellevoluzione della pioggia nel tempo sia ad intensit costante,
considerando variazioni lineari della pioggia e delle portate esitate con il tempo (Figura 17).

Figura 17 idrogramma semplificato

Lespansione dei centri abitati comporta una trasformazione di parte del territorio che con costruzioni ed opere di urbanizzazione si trasforma da terreno permeabile in terreno scarsamente permeabile alterando, dunque, il coefficiente di afflusso che un elemento determinante per la stima della portata di piena. La conseguenza di ci si risente nei tronchi terminali della rete dove le dimensioni degli spechi non sono pi sufficienti per lo smaltimento delle variate portate di piena.
Un criterio utilizzabile per risolvere il problema quello di inserire, a monte dei tronchi critici, delle
vasche

di

laminazione

dellonda di piena.
Il principio di funzionamento si
basa sul concetto della continuit, pertanto limitando la
portata in uscita occorrer un
volume V da invasare per tutto il tempo che la portata in
ingresso supera il valore della
portata ammissibile a valle.
Figura 18

238

Costruzioni Idrauliche

Dopo il tempo t1 il volume precedentemente invasato sar restituito a valle.


Quando non sia possibile realizzare tutto il volume di laminazione, per mancanza di aree da assoggettare a tale servizio, la parte eccedente pu essere sfiorata verso un elemento di accumulo
provvisorio (Depressione naturale, campagna, ecc,)

Figura 19

Una soluzione ottimale rappresentato dalla Figura 20, dove possibile utilizzare un laghetto per il
contenimento dei volumi di supero delle vasche di laminazione .

Figura 20. Sistema di alleggerimento delle portate di piena

Per quanto attiene la tipologia delle vasche di laminazione queste possono essere in serie ed in parallelo secondo gli schemi di Figura 21.

Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

239

In ambedue i casi gli ingressi e le uscite dalle vasche sono regolati in automatico dai livelli nella
camera di alimentazione a valle dellemissario .

20a. vasche in serie

240

20b . vasche in parallelo

Costruzioni Idrauliche

9.6. MANUFATTI DI RESTITUZIONE NEL RECETTORE


Nelle seguenti figureII sono riportati esempi di manufatti di restituzione nel mezzo recettore.
A seconda dei valori delle velocit in uscita sono da prevedere elementi di dissipazione del contenuto energetico della corrente.

II Tratte da FOGNATURE di L.Da Deppo e C. Datei Edizioni Libreria Cortine Padova


Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

241

242

Costruzioni Idrauliche

Costruzioni Idrauliche

Manufatti speciali

243

Capitolo 10
TUBAZIONI
Il trasporto

dellacqua distribuito tra tubazioni realizzate con materiali

con propriet fisiche,

chimiche e meccaniche proprie che, a seconda dei casi , lo rendono pi o meno idoneo alle reali
condizioni di utilizzazione.
Consequenzialmente le tubazioni realizzate con differenti materiali hanno un proprio caratteristico
campo di applicazione in funzione:

delle pressioni di esercizio

delle sollecitazioni dinamiche (traffico) o accidentali (sovrappressioni di moto vario)

della tendenza alla corrosione

della resistenza allaggressivit

A tuttoggi non esiste ancora in Italia una legislazione o dei regolamenti che trattano della conservazione delle reti di fognatura nei riguardi delle interazioni fisico-chimiche tra materiali ed ambiente
di posa. Largomento della massima importanza in quanto strettamente correlato alla durata nel
tempo dellefficienza delle opere. I materiali di fognatura possono raggruppassi in quattro classi:
Nellanalisi comparativa tra tubazioni e canalizzazioni realizzate con differenti materiali, vengono
prese in esame le caratteristiche pi salienti con specifico riferimento all'impiego nel trasporto di
liquami.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

243

Queste sono:

la resistenza alla corrosione

la resistenza all'abrasione

la resistenza al flusso

il comportamento meccanico

il tipo di giunto

la posa in opera

i pezzi speciali

Il mercato risponde in maniera esaustiva offrendo unampia gamma di prodotti che, a seconda del
materiale, possono essere classificati in tubazioni :

Metalliche: acciaio, ghisa sferoidale; lacqua, sempre presente nel terreno, ne determina il
comportamento elettrolitico. Le tubazioni metalliche, di acciaio e di ghisa, queste ultime in minore misura, vanno incontro a fenomeni di corrosione elettrochimica. Il fenomeno pu essere
ingenerato sia dalla naturale formazione di pile galvaniche dovute all'eterogeneit del contatto
suolo metallo, sia dalla presenza nel suolo di correnti vaganti disperse da sistemi funzionanti a
corrente continua.

Lapidee: calcestruzzo armato, sia ordinario che precompresso, cemento amianto, Ecored, ceramico ; il calcestruzzo ed il cemento amianto, se ben lavorati, normalmente non destano preoccupazioni per l'interazione con l'ambiente di posa. Solo in particolari condizioni, quali quelle
connesse con eccesso di anidride carbonica, presenza di sali di magnesio e di solfati, da attendersi l'attacco chimico dei conglomerati e la consequenziale loro disgregazione.

Plastiche: PVC (policloruro di vinile), PRFV (poliestere rinforzato con fibre di vetro) e PEAD
(polietilene ad alta densit). I polimeri, matrice delle tubazioni di materiale plastico, per loro
natura sono resistenti agli attacchi chimici da parte dei suoli, mentre la presenza di sostanze
addittivate pu modificare tale comportamento.Il decadimento delle caratteristiche meccaniche
delle tubazioni di materiale plastico dovuto all'assorbimento di acqua e dei suoi soluti, specie
i cloruri.

materiali cotti o ceramici : essenzialmente tubazioni realizzate in grs ceramico; sono caratterizzati da spiccata resistenza allazione chimica dellambiente. Ottima la resistenza anche
nei riguardi delle sostanze considerate critiche per i materiali legati.

Per ciascun tipo di tubo verranno illustrati sinteticamente i processi di realizzazione ed i principali
campi d utilizzazione .

244

Costruzioni Idrauliche

10.1 TUBI DI ACCIAIO


La realizzazione dei tubi di acciaio si articola secondo due grandi linee di produzione:

Tubi senza saldatura :

il processo prevede due fasi distinte di lavorazione a caldo:


1.fase: foratura di un massello di acciaio per ottenere un cilindro cavo di grosso spessore e limitata
lunghezza;
2.fase: lavorazione del forato per laminazione per trasformarlo in tubo di limitato spessore e
sensibile lunghezza.

Tubi saldati:

con campo di fabbricazione estremamente vasto da coprire lintera gamma dei diametri commerciali fino a dimensioni massime di circa 3000 mm. Anche in questo caso si distinguono due distinti
processi di fabbricazione:
1:fase: formatura del tubo che pu essere realizzata con laminazione a freddo o a caldo, sia in modo continuo che discontinuo;
2. fase: saldatura secondo diversi procedimenti;
La produzione dei tubi di acciaio si articola secondo vari procedimenti, illustrati sommariamente in
seguito, i quali si differenziano per le caratteristiche del materiale, semilavorato o finito, dal quale
di realizzano i tubi (Figura 1)

Figura 1. Schema di fabbricazione dei tubi di acciaio

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

245

10.1.a - Tubi senza saldatura

Procedimento EHRHARDT o della Pressa a forare : un massello a sezione quadrata, preventivamente portato alla temperatura di 1300C, viene passato alla pressa, Figura 2, dove un punzone lo trasforma in una matrice, cilindro cavo, con fondello di adeguato spessore.

Figura 2. Pressa a forare

Questo corpo cavo ottenuto dalla pressa viene spinto, sul fondello con un mandrino, attraverso un
banco di laminazione, Figura 3, realizzato con una serie forme anulari di diametri via via decrescenti fino a raggiungere il diametro esterno del tubo mentre, quello interno, uguale a diametro
esterno del mandrino. Infine il tubo viene staccato dal mandrino mediante il passaggio tra due
cilindri ad assi obliqui che, provocando un lieve aumento del diametro interno,

consentono

lestrazione del tubo dal mandrino.

Figura 3. Banco di laminazione a spinta

246

Costruzioni Idrauliche

Procedimento MANNESMANN o del Laminatoio a Passo di Pellegrino.

Nel 1885 Reinhard e Max Mannesmann brevettarono un laminatoio a cilindri abbliqui. Risultato
di una serie di studi fondati dallosservazione che durante la lavorazione di barre di acciaio passate
tra due cilindri disposti con gli assi sghembi e ruotanti nel medesimo verso, si veniva a creare,
allinterno e lungo lasse longitudinale,

una serie di incrinature che nel complesso venivano a cre-

are una cavit lungo tutta la barra. Il laminatoio costituito da due cilindri rotanti, nelle stesso
senso e disposti con assi sghembi ( angolo 2 =10 ) giacenti su piani paralleli ed orizzontali. (Figura 4)

Figura 4

In un primo momento i fratelli Mannesmann credettero fosse possibile realizzare tubi di spessore
sufficientemente limitato con siffatta macchina ma esperienze successive convinsero che lutilizzo
del laminatoio a cilindri obliqui dovesse essere limitato alla produzione del forato ed affidare ad altra macchina il compito di trasformare i forati in veri e propri tubi. Il problema fu risolto mediante

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

247

il laminatoio a Passo di Pellegrino cos detto per il particolare movimento del forato durante la
lavorazione. Pertanto la lavorazione di un tubo Mannesmann viene eseguita in due fasi:
1 fase: un massello di acciaio a sezione circolare, di opportune dimensione, alla temperatura di
circa 1300 C, viene spinto tra i cilindri del laminatoio perforatore obliquo che gli imprimono un
moto di rotazione.( zona a) e ne riducono il diametro al valore minimo in corrispondenza della zona
b. Il materiale comincia ad aprirsi allinterno del massello (Figura 5)

Figura 5

A questo punto lazione combinata della zona c dei cilindri e del mandrino C allargano e dimensionano il diametro interno mentre lesterno risulta determinato dalla distanza dei cilindri. Infine la
zona d, di calibrazione, regolarizza lo spessore e rende uniforme la superficie esterna del forato
che lascia il laminatoio perforatore obliquo sotto la forma di un cilindro cavo di grosso spessore e
limitata lunghezza. (Figura 6).

Figura 6

2. fase: la temperatura ancora elevata consente lulteriore lavorazione, nel laminatoio a passo di
pellegrino, di trasformazione del forato in tubo stendendolo su un mandrino calibrato con conseguente riduzione dello spessore. Il forato sottoposto allazione di due cilindri a sagoma eccentrica, ruotanti , in questo caso, in senso opposto e sagomati in modo tale da determinare periodicamente, durante un intero giro, una fase a vuoto (BP) una fase di imbocco (PA) ed una fase
di calibratura (AB). .

248

Costruzioni Idrauliche

Nella fase a vuoto, mandrino e forato

vengono fatti avanzare fra i

due cilindri in modo che la zona


PA incida il forato impegnando una
parte di materiale che rifluisce
verso lesterno. Poich il raggio OP
minore di OA la sezione di inizio,
pi grande,

diventa progressiva-

mente pi piccola fino al minimo


su A.

Figure 7a -7b
Successivamente lungo larco AB avviene la fase di calibratura del tubo. Terminata la calibratura, il
complesso mandrino-forato-tubo, nella posizione esterna estrema; la coppia di cilindri inizia di
nuovo la fase BP. Durante lavanzamento libero, forato e mandrino ruotano di 90 per ripartire il
processo di laminazione su tutta la circonferenza del forato.

Figure 7c -7d
Con questo metodo si laminano tubi da 50 650 mm; ulteriori lavorazioni a caldo (trafila ad espansione) consentono di raggiungere spessori fino a 900 mm. Le lunghezze del tubo variano da 8
m a 13,5 m (Figura 8).

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

249

Figura 8.Laminatoio a Passo di Pellegrino

Procedimento ASSEL

Essendo un procedimento di laminazione occorre realizzare in precedenza il forato che viene spinto
in un laminatoio realizzato con tre cilindri obliqui posti, tra loro, a 120, su un mandrino calibrato
che ne determina il diametro interno dl tubo.(Figura 9)

F
Figura 9

250

Costruzioni Idrauliche

La prerogativa di questo procedimento quello di contenere le tolleranze sullo spessore che risulta
mediogrande e lunghezza del tubo piuttosto limitata.

Laminatoio Continuo:

come evidenziato in Figura 10 , il laminatoio continuo costituito da una successione di gabbie motrici con coppie di cilindri scanalati posti su piani sfalsati di 90. I diametri delle gole sono progressivamente decrescenti e pertanto la laminazione del forato avviene su un mandrino interno su cui
viene steso lacciaio. Il tubo viene sfilato come descritto nel procedimento Ehhardt.

Figura 10 . Laminatoio continuo

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

251

10.1.b.

LSAW - Tubi da lamiera saldati longitudinalmente formati a freddo

I tubi a saldatura longitudinale vengono prodotti, con un processo schematizzato nella Figure 11 e
12, con macchine continue e sono ottenuti da lamiere di larghezza pari allo sviluppo del perimetro
della sezione del tubo. I diametri in produzione sono compresi tra 400 mm e 1400 mm. Con spessori massimi fino a 18 mm, utilizzando presse ad U e presse ad O capaci, rispettivamente, di sforzi
di 5.000 e 20.000 tonnellate .

Figura 11

252

Costruzioni Idrauliche

Figura 12

La saldatura interna ed esterna avviene ad arco elettrico sommerso ; larco scocca fra i bordi del
tubo da saldare e lelettrodo formato da uno o pi fili nudi che costituisce il materiale dapporto. La
protezione dallossidazione ottenuta mediante unapposita polvere che sotto lazione dellarco
fonde favorendo anche il riscaldamento dei bordi da saldare. Lalta frequenza della corrente di saldatura consente il riscaldamento di una zona molto limitata dei lembi da saldare.
Subito dopo la saldatura viene effettuata la scordonatura ed un trattamento termico (normalizzazione) ad induzione della zona termicamente alterata per ricondurla ad una struttura metallografica
omogenea.

10.1.c. SSAW - Tubi da nastro saldati a resistenza e formati a freddo


a.

Saldatura elicoidale

I tubi a saldatura elicoidale sono ottenuti da nastro di acciaio (coils). Anche questi tubi vengono realizzati con macchine continue (Figure 1315) che offrono una maggiore elasticit di produzione
per un pi semplice e rapido adattamento alle variazioni del diametro dei tubi da produrre, con la
sola variazione del passo dellelica (Figura 14).
I diametri in produzione sono compresi tra 300 mm e 2500 mm. La lunghezza dei tubi varia tra 8
m e 13,5 m.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

253

Figura 13

Figura 14

254

Costruzioni Idrauliche

Figura 15

10.1.d. FM - Tubi da nastri saldati Fretz-Moon


Nel processo di fabbricazione dei tubi Fretz-Moon il materiale di partenza il nastro che viene svolto, spianato e, tramite gabbia trascinatrice, viene mandato in forno di riscaldo a passaggio, dove i
bordi vengono riscaldati con fiamma diretta fino a 1300C. Tramite cilindri
formatori (Figura 16) il nastro viene
portato ad assumere la forma cilindrica.
Sui bordi avvicinati viene insufflato ossigeno che eleva la temperatura fino al
color bianco.
I bordi vengono premuti luno contro
laltro da appositi rulli di pressione, ottenendo unottima saldatura priva di
cordone. Lo sbozzato cos ottenuto viene fatto passare al riduttore a stiramento (Figura17)

che ne determina il dia-

metro e lo spessore finiti. Al termine

Figura 16

vengono tagliati da una sega volante al-

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

255

la lunghezza desiderata ed avviati al raffreddamento (in aria ed acqua). Questo procedimento viene
utilizzato per tubi gas fino al diametro di 3

Figura 17. Riduttore a stiramento

10.1.e.

ERW - Tubi da nastri saldati a resistenza elettrica

Lo schema di Figura 18 mostra le principali fasi di fabbricazione. Il nastro viene introdotto nei rulli,
o cilindri formatori, che gli conferiscono gradualmente una forma a sagoma circolare. Nel processo
di saldatura longitudinale la corrente

ad alta frequenza riscalda, per induzione, i bordi fino alla

temperatura di saldatura; opportuni dispositivi di compressione li accostano fino ad ottenere la saldatura . Al termine vengono tagliati da una sega volante alla lunghezza desiderata ed avviati al raffreddamento (in aria ed acqua). Questo procedimento viene utilizzato per la produzione di tubazioni dal diametro di 40 mm al diametro di 500 mm.

Figura 18

256

Costruzioni Idrauliche

10.1.f.

Controlli , preparazione e rivestimenti delle tubazioni in acciaio

Infine il tubo, controllato a vista e con sistemi elettromagnetici e provato idraulicamente, avviato
alla finitura. (Figura 19)

Figura 19. Lavorazioni e controlli finali

Per la protezione delle condotte interrate dalla corrosione viene attuata con rivestimenti di sostanze
bituminose; lo strato di bitume, continuo ed aderente allacciaio costituisce leffettiva protezione del
tubo dalla corrosione ed a sua volta difeso da azioni meccaniche accidentali esterne (urti durante
il trasporto, lo scarico e la posa in opera) con unarmatura di rinforzo costituita da fasciatura con
nastri di tessuto di fibra vetrosa. Questa nel caso in cui la tubazione impiegata per condizioni
normali di esercizio realizzata con doppio strato di feltro di vetro impregnato con la stessa miscela bituminosa e da un successivo strato di finitura di idrato di calcio.
10.1.g.

Giunzioni e Montaggio tubazioni

Una condotta realizzata da un sistema di tubazioni la cui continuit idraulica garantita dalla presenza dei giunti.
Quando questi vengono realizzati con saldatura e con incollaggio, la condotta diviene strutturalmente coerente ed in grado di resistere a sforzi longitudinali; quando vengono realizzati con bicchiere e con manicotto, entrambi con anello di tenuta di materiale elastomerico, la condotta risulta
strutturalmente incoerente e , pertanto, la stabilit longitudinale viene assicurata da sistemi di ancoraggio.
Giunzioni

saldate:

il

perfezionamento

della

saldatura

elettrica

ha

diffuso

limpiego,

nellacquedottistica, dei giunti saldati: di testa, a bicchiere cilindrico per DN 125 mm e bicchiere
sferico per DN 150 mm (Figura 19). Questo tipo di giunzione elimina i problemi di tenuta e conseguentemente delle perdite ed inoltre realizza la monoliticit del sistema come precedentemente

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

257

accennato.
Limpiego del giunto sferico consente, durante la fase di montaggio, deviazioni plano-altimetriche
fino a 5.

a. saldato di testa

b. bicchiere cilindrico

c. bicchiere sferico

Figura 20. Giunti per saldatura

Giunzioni flangiate: le estremit del tubo possono essere munite di anello di appoggio saldato
per sovrapposizione o con flange, saldate di testa, allestremit del tubo (Figura 21). La giunzione,
con interposizione di una guarnizione e serraggio dei bulloni, risulta rigida e comporta la coassialit
dei pezzi. Pertanto questo tipo di giunzione male si presta nel caso di condotte interrate nelle quali,
peraltro, i bulloni sarebbero esposti alla corrosione. Pertanto, le giunzioni a flangia sono utilizzate
allinterno dei manufatti dove, per la presenza di particolari valvolismi, necessario lassemblaggio
di questi sulla condotta.

a. flange libere con anelli di appoggio saldati

b. flange saldate di testa

Figura 21. Giunto a flangia

Giunzioni speciali (Figura 22).


a.

Giunto Victaulic: di facile installazione particolarmente indicato per condotte provvisorie a


motivo della rapidit di montaggio e smontaggio .

b.

Giunto Gibault : con guarnizioni di tenuta in gomma, che come i similari Dresser e

Viking-

Johnson , non richiedendo saldature viene utilizzato come giunto di smontaggio.


c.

258

Giunto di dilatazione a cannocchiale

Costruzioni Idrauliche

d.

Giunto sferico tipo irrigazione, studiato per consentire facilit di montaggio e smontaggio e
forti deviazioni plano-altimetriche trova impiego per condotte mobili.

Figura 22. Giunto speciali

e. Giunzioni a bicchiere
Alle routinarie giunzioni per saldatura la Societ Alessio Tubi ha realizzato , limitatamente ai diametri compresi tra DN 150 500 mm, un tipo di tubo caratterizzato da un bicchiere doppiamente scanalato in cui trova sede una guarnizione di tenuta in elastomero. (Figura 23).

Figura 23. Tubi di acciaio saldati con giunto rapido a


bicchiere ed elastomero di tenuta

L'impiego delle tubazioni di acciaio nel campo delle fognature molto limitato dati i notevoli problemi legati ai fenomeni di corrosione del materiale. Le rare applicazioni sono
limitate a brevi condotte di mandata di impianti elevatori.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

259

10. 2 TUBI DI GHISA


La ghisa un materiale ferroso con elevato contenuto di carbonio. Nella fase di raffreddamento
dallo stato fuso si ha la separazione di grafite sotto forma lamellare distribuita nella massa metallica. La presenza di grafite consente la lavorabilit della ghisa ma la rende, nel contempo, fragile e
poco resistente. Nel 1950, ricercatori americani, aggiungendo alla ghisa fusa alla temperatura di
circa 1350 C, piccole quantit di magnesio, ottennero la ghisa sferoidale, caratterizzata dalla presenza di grafite libera in forma di noduli. Le caratteristiche meccaniche del nuovo materiale risultano confrontabili con quelle dell'acciaio per tubazioni, con perdita della fragilit e resistenza a trazione pari a 40-50 kg/mm2.
Ghisa

grigia:

la

grafite

si

presenta sotto forma di lamelle


che si comportano come microcricche interne. Ai bordi delle
lamelle

agiscono

tensione

in

punti

di

seguito

alla

concentrazione di linee di forza


causando rotture di tipo fragile
senza deformazione plastica.
A
Ghisa
assenza

sferoidale
di

duttile:

concentrazione

di

linee di forza poich la grafite si


presenta sotto forma di miscrosfere.

Pertanto

deformazione

si

avr

plastica

senza

rotture di tipo fragile.


B
Figura 24. Micrografia di una ghisa grigia A ed una ghisa sferoidale B

I tubi di ghisa venivano realizzati con ghisa grigia di seconda fusione colata entro forme verticali
realizzate con terra di fonderia secondo la pi antica tradizione adottata per costruire i cannoni. Le
prime utilizzazioni di questi tubi risale al 1445 per la realizzazione di un acquedotto per il castello di
Dillimgurb (Germania) , rimasto in esercizio fino al 1760, anno di distruzione del castello.
Nel 1639 : condotte Medicee in Firenze ancora
in esercizio per alcuni tronchi ; nel 1644 realizzazione delle condotte di Versailles, in parte ancora
in esercizio .
La ghisa sferoidale ottenuta per fusione, al cubilotto (1), di ghisa in pani, rottami di ghisa, acciaio e ferro leghe. Dal cubilotto la ghisa passa
ad un forno elettrico (2) il quale assicura

uni-

Figura 25

260

Costruzioni Idrauliche

formit di composizione e di temperatura. Il successivo trattamento di sferoidizzazione (3) si raggiunge aggiungendo piccole quantit di magnesio ( 0,06%). (Figura 24)
I tubi di ghisa sferoidale vengono prodotti per centrifugazione entro conchiglia metallica (metodo
De Lavaud-Arens ) o entro cassaforma rivestita con terra da fonderia (metodo Moore).
10.2.1 METODO De Lavaud-Arens
La ghisa liquida viene versata, con apposito canale ed in quantit, in peso, occorrente per realizzare il tubo dello spessore assegnato (funzione della pressione di
esercizio alla quale viene assegnato) nella
conchiglia , raffreddata ad acqua, posta in
veloce rotazione e traslazione, per tutta la
sua lunghezza Il metallo liquido, tenuto a
contatto con la superficie
Figura 26

interna della

conchiglia dalla forza centrifuga, solidifica

e forma il tubo, mentre la estremit opposta della conchiglia chiusa da unanima riproducente la
sagoma interna del bicchiere (Figura 26).
Al termine della centrifugazione il tubo estratto viene avviato al forno di ricottura,
nel quale subisce un trattamento termico
per trasformare la struttura della matrice
perlitica, causata dal rapido raffreddamento della conchiglia, in una struttura ferritica. (Figura 27)
Figura 27
I tubi sono mantenuti nel forno a riverbero per circa 25 minuti alla temperatura di circa 900 C;
infine raffreddati lentamente vengono estratti dal forno alla temperatura di circa 300 C .
10.2.2 METODO MOORE
Questo processo di fabbricazione, adottando conchiglie rivestite con terra di fonderia (materiale refrattario) con conseguente lento raffreddamento del tubo, evita il trattamento di ricottura. A fronte
di un risparmio energetico pi laboriosa la fase di preparazione delle conchiglie che devono essere rivestite prima di ogni colata ed un conseguente rallentamento della catena di produzione.
10.2.3. Rivestimenti protettivi e tinteggiature
Terminato il processo di fabbricazione i tubi sono avviati alla zincatura e collaudati idraulicamente. A questo punto viene applicato, internamente e per centrifugazione, un rivestimento realizzato
con malta di cemento alluminoso che conferisce al tubo un miglior coefficiente di scabrezza. Al
termine della stagionatura del rivestimento interno le tubazioni vengono verniciate, esternamente,
con vernici bituminose applicate a spruzzo (Figura 28).

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

261

Figura 28
I tubi di ghisa sferoidale sono prodotti in barre lunghe 6 m con diametri variabili da 40 mm a 2600
mm (Figura 29) . Il giunto a bicchiere con tenuta assicurata da guarnizione di gomma .

Figura 29
262

Costruzioni Idrauliche

Levoluzione tecnologica dei tubi di ghisa ha affiancato alla gamma di base nuove tubazioni :
Integral (per fognature)

- con rivestimento

esterno in zinco metallico ricoperto da una


vernice epossidica di colore rosso per dare la
possibilit di identificazione delle reti di fognatura una volta posate;

Natural (per acquedotti) con rivestimento esterno multistrato zinco + alluminio dove lalluminio
ha la funzione di prolungare, nel tempo, lazione protettiva dello zinco e quindi la durata del tubo.
Unulteriore protezione data da un ulteriore rivestimento di finitura con vernice epossidica di azzurro che sostituisce la tradizionale vernice bituminosa.

Alpinal : (per innevamento artificiale) rappresentano


un sistema di tubi e raccordi antisfilamento, resistente
fino ad una pressione interna di 100 bar
10.2.4. Giunzioni e Montaggio tubazioni
La giunzione dei tubi di ghisa avviene essenzialmente introducendo lestremit liscia del tubo nel
corrispondente bicchiere. Anticamente lintercapedine anulare risultante veniva riempita di piombo
fuso ribattuto a freddo, realizzando un giunto di tipo plastico soggetto, anche per piccoli cedimenti,
a perdite. Con lavvento della ghisa sferoidale, caratterizzata dalle elevate capacit elastiche, sono
state ricercate tipologie di giunti che assicurassero anche una perfetta tenuta idraulica del giunto.
Questo si reso possibile anche per la creazione di mescole di gomma naturale e sintetica particolarmente pure, chimicamente stabili, esenti da forme di invecchiamento e rilassamento, sicure dal
punto di vista igienico e conformate in modo da assicurare, con la sola compressione, la tenuta idraulica. Questi giunti sono essenzialmente di due tipi :

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

263

Automatico o Rapido ( push on joint) Figura 30 la


giunzione ottenuta per compressione di una
guarnizione
propilene),

in

elastomero

inserita

EPDM

nellapposito

(etilene-

alloggiamento

allinterno del bicchiere, sulla canna del tubo imboccato. La particolare forma tronco-conica ed il
profilo divergente, a coda di rondine, assicurano la
compressione necessaria alla tenuta trasmettendo
la pressione dellacqua alla superficie cilindrica di
contatto con la tubazione generando forze antisfilamento proporzionali alla pressione interna.

Figura 30 . Giunto Rapido

La Figura 31 illustra le fasi di montaggio dei tubi di ghisa con Giunto Rapido .
Pulizia accurata dellinterno del bicchiere, sede della guarnizione, e dellestremit liscia del tubo

da imboccare;
tracciamento della linea di fede di lunghezza inferiore di 10 mm rispetto alla profondit del bic-

chiere; questo giuoco, allinterno del bicchiere, ha lo scopo di assicurare la discontinuit elettrica
e meccanica della condotta;

introduzione della guarnizione con la coda di rondine rivolta verso il fondo del bicchiere;

verificata la coassialit delle tubazioni , avviene la messa in tiro fino a quando la linea di fede
raggiunge il lembo del bicchiere.

Figura 31. Procedure per il montaggio di tubazioni di ghisa con il Giunto Rapido

264

Costruzioni Idrauliche

Meccanico o Express (mechanical joint) Figura 32. Questi tipi di giunto conferiscono una notevole elasticit alla condotta consentendo deviazioni angolari tra tubi
contigui , senza alcuna riduzione della tenuta idraulica,
anche per eventuali depressioni in condotta ( ad esempio in fase di vuotatura dellacquedotto).
Figura 32. Giunto Express

La Figura 33 illustra le fasi di montaggio dei tubi di ghisa con Giunto Express .

Pulizia accurata dellinterno del bicchiere, sede della guarnizione, e dellestremit liscia del tubo
da imboccare;

Inserimento della controflangia sullestremit liscia del tubo, con la concavit rivolta verso il
bicchiere e successiva introduzione della guarnizione;

tracciamento della linea di fede di lunghezza inferiore di 10 mm rispetto alla profondit del bicchiere; questo giuoco, allinterno del bicchiere, ha lo scopo di assicurare la discontinuit elettrica
e meccanica della condotta;

introdurre lestremit liscia del tubo fino a far coincidere la linea di fede con il piano frontale
del bicchiere;

far scorrere la controflangia fino a farla aderire alla guarnizione e serrare, progressivamente,
con chiave dinamometrica i dadi con passate successive e seguendo lo schema di serraggio

Figura 33. Procedure per il montaggio di tubazioni di ghisa con Giunto Express

Nelle tubazioni unite con giunti a bicchiere la pressione interna P agisce

perpendicolarmente

qualsiasi piano generando una forza f=P* ( area della sezione) .


Tutte le componenti radiali sono contenute dallo spessore della parete del tubo; le componenti
assiali agiscono su di un piano perpendicolare allasse del tubo. Nel caso di un cambio di direzione
le forze P* si compongono in una forza risultante F (Figura 34).

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

265

Figura 34
Generalmente queste forze risultanti sono bilanciate da blocchi di ancoraggio, opportunamente dimensionati, o solidarizzando le tubazioni

in tratte sufficientemente lunghe per equilibrare queste

forze con lattrito che si genera tra condotta e terreno. Nelle tubazioni di acciaio la solidarizzazione
delle tubazioni conseguente alla giunzione per saldatura mentre nella tubazioni di ghisa possono
essere utilizzati giunti antisfilamento.
Rapido Vi : nella guarnizione, simile per forma e nelle

modalit di messa in opera del giunto rapido gia descritto,


sono annegati inserti metallici, che aderendo allestremit
liscia del tubo, si ancorano per attrito quando la condotta
viene messa in pressione.
Universal Tyton Novo-Sit ed Universal Tyton Tis-K

Nel primo tipo viene posizionato un anello di fissaggio allinterno del bicchiere, nella camera antifilamento di forma concava; la guarnizione , di superficie convessa a sezione trapezoidale, realizzata con inserti metallici e la tenuta del giunto garantita, inoltre, dallappoggio dellanello su un
cordone di saldatura effettuato sullestremit liscia del tubo.
Nel tipo Tis-K

lanello di fissaggio

ha un taglio, che nella fase di montaggio dovr essere posizionato in


alto, al cui interno viene inserito un
cuneo il quale viene ruotato di 90
verso il fronte del bicchiere .
Successivamente viene agganciato alla parte superiore del bicchiere.

266

Costruzioni Idrauliche

Ai tubi per condotta si unisce una vasta gamma di pezzi speciali (Figura 35), realizzati per colata
entro forme fisse della ghisa fusa, con le estremit generalmente a bicchiere o a flangia, allinterno
dei manufatti, o quando necessario introdurre riduzioni, giunti di smontaggio e valvolismi (Figura
36)

Figura 35

Figura 36. Giunto di smontaggio e Gibault per tubi di ghisa .


Raccordi tra elementi flangiati ed a bicchiere

Data la limitata resistenza della ghisa alla corrosione, in ambienti di posa particolarmente aggressivi le tubazioni vengono interrate avvolte con guaine di polietilene. La resistenza all'urto ed all'abrasione condizionata dalla resistenza del rivestimento interno
dei tubi di ghisa sferoidale realizzato con malta cementizia. Le caratteristiche idrauliche
delle tubazioni di ghisa sferoidale, legate al rivestimento cementizio interno, sono buone.
Il giunto a bicchiere con tenuta garantita da guarnizione di gomma. La posa in opera
condizionata dal peso elevato delle tubazioni. Il tubo, rigido, non richiede particolari prescrizioni per il letto di posa e per il rinfianco.

10.3 TUBI IN MATERIALI LAPIDEI


Il conglomerato cementizio un materiale con bassa resistenza a sollecitazioni di trazione e caratteristiche di materiale fragile. Pertanto necessario introdurre nel materiale armature metalliche, che elevando la resistenza a trazione, riescono a contenere le deformazioni al disotto del limite
di fessurazione.
Nel tempo, miglioramenti dei sistemi di controllo dei materiali adottati, la scelta di inerti opportunamente dosati, la riduzione degli spessori con laffermarsi della tecnica della pre-compressione,
procedimenti di fabbricazione tecnologicamente avanzati ed infine un maggiore controllo sulla qualit hanno consentito lutilizzo di questi tipi di tubazioni. La scelta degli inerti, delle armature e le
modalit di costruzione variano a seconda del campo di utilizzazione della tubazione.
10.3.1 Tubi di cemento armato ordinario CAO
I tubi in cemento armato ordinario (c.a.o.) hanno armatura costituita da una o due gabbie realizzate con ferri longitudinali e ferri trasversali sagomati ad elica.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

267

I tubi di cemento armato ordinario vengono normalmente costruiti secondo due procedimenti:
a) calcestruzzo gettato entro forme cilindriche poste in opera verticali contenenti le armature longitudinali e trasversali, vibrato per dare compattezza al prodotto finale;
b) calcestruzzo centrifugato entro cassaforma orizzontale rotante contenente le armature.
La forza centrifuga assicura compattezza al prodotto che per i calcestruzzi per tubazioni una caratteristica essenziale per assicurare al prodotto finito la impermeabilit e la protezione delle armature dalla corrosione.

Figura 37. Costruzione dei tubi di Cemento Armato Ordinario

Un particolare tipo di tubo in CAO rappresentato dai Bonna (Figura 38), realizzati da un cilindro
di lamierino di acciaio, dello spessore minimo di 2 mm, con estremit rinforzate da anelli di lamiera
conformati , in unestremit , a bicchiere. Esternamente il tubo armato come al punto a) e rivestito con cls per uno spessore non inferiore a 2,5 cm; il rivestimento interno, per piccoli spessori, di
cls. semplice applicato per centrifugazione; per grandi diametri viene posta anche unarmatura interna.

Figura 38. Tubi Bonna Particolare giunto

268

Costruzioni Idrauliche

10.3.2 Tubi di cemento armato precompresso CAP


I tubi in cemento armato precompresso sono dotati di armature di precompressione longitudinale e
radiale. La prima ha la funzione di conferire resistenza alla flessione al tubo sia nel trasporto, nella
posa in opera e per eventuali cedimenti del piano di posa; la seconda assolve al compito di eliminare sforzi di trazione del calcestruzzo per effetto della pressione interna e dei carichi esterni.
A seconda del procedimento di precompressione si possono avere due soluzioni:
a) viene realizzata la precompressione radiale con eliche di filo dacciaio armonico avvolte sotto
tensione su un tubo-nucleo , precedentemente fabbricato con armature longitudinali pretese.
Lelica

di precompressione, bloccata sul tubo, viene ricoperta con intonaco di protezione a sua

volta ricoperto con uno strato di mastice bituminoso armato con tessuto di fibre di vetro. La
precompressione longitudinale importante anche in fase di realizzazione della precompressione radiale per evitare fessurazioni tra la zona cerchiata e quella ancora libera, effetto salciccia. (Figura 39)

Figura 39. Fabbricazione dei tubi di CAP con tubo nucleo

b) una gabbia realizzata da unelica di filo di acciaio sostenuta, non in tensione, su ferri piatti scanalati, integrata da unarmatura di precompressione longitudinale viene predisposta allinterno
di due forme cilindriche verticali e coassiali, distanziate dello spessore previsto del tubo. La sagoma esterna, realizzata in metallo, suddivisa in settori metallici trattenuti da un sistema di
molle tarate; la forma interna, realizzata in gomma, libera di espandere. Le due forme riproducono, in basso, la sagoma del bicchiere.
Posta in tensione larmatura longitudinale, viene realizzato il getto, opportunamente costipato
con vibratori.
Durante la maturazione con vapore viene dilatata la cassaforma interna la quale trascinando il
getto di cls e larmatura elicoidale la mette in tensione. La deformazione controllata dai settori cilindri esterni. Raggiunta la maturazione, viene tolta pressione alla cassaforma interna e
liberata larmatura longitudinale. (Figura 40)

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

269

Figura 40. Fabbricazione dei tubi di CAP con precompressione totale

Secondo

la vigente Normativa italiana, il passaggio da c.a.o. a c.a.p. condizionato da valori


maggiori di 600 kg/cm del prodotto pD, con p in kg/cm2, pressione massima di esercizio e D in
cm, diametro della tubazione.
I diametri dei tubi di calcestruzzo variano da 500 mm a 3500 mm. Dato il notevole peso, la lunghezza limitata e, per i diametri maggiori, non supera i 3 m .
Il tipo di giunto caratteristico delle tubazioni di calcestruzzo il giunto a bicchiere, ottenuto durante
la fase di costruzione del tubo, con guarnizione di gomma sintetica. (Figura 41) Lestremo interessato dal bicchiere viene opportunamente rinforzata sia con aumento dello spessore e sia con rinforzo dellarmatura

Figura 41. Giunti per tubazioni in CAO e CAP

270

Costruzioni Idrauliche

I pezzi speciali delle tubazioni c.a.o e c.a.p., di norma in acciaio, sono realizzati per saldatura di elementi ottenuti da canne dritte o da fogli di lamiera opportunamente tagliati, sagomati e saldati.

I tubi di calcestruzzo prefabbricati a sezione policentrica ovoidale e mistilinea vengono realizzati


con getto di calcestruzzo entro forme verticali vibranti. Per i tubi realizzati con getto in opera, si
utilizzano casseforme metalliche sagomate secondo le sezioni tipiche adottate nelle reti di fognatura. I cementi impiegati sono di vario tipo, portland, ferrici, pozzolanici, d'alto forno, con resistenza
caratteristica a 28 giorni pari a 325 kg/cm2. Per ambienti di posa molto aggressivi necessario
prescrivere cementi idonei. La resistenza dei calcestruzzi all'aggressione da parte di sostanze acide
ed alcaline modesta cos come la resistenza all'urto ed all'abrasione. Per tale ragione le canalizzazioni di calcestruzzo di regola sono realizzate con tubi rivestiti nella zona inferiore a contatto con i
liquami con fondello e mattonelle di gres. Lutilizzo diffuso dei tubi di calcestruzzo nel campo delle
fognatura dovuto, oltre al basso costo, al fatto che gli effetti dell'aggressivit da parte dell'ambiente di posa si manifestano a tempi lunghi, dato il notevole spessore delle tubazioni, malgrado
l'elevato peso che , associato alla limitata lunghezza dei tubi, 1,0-2,0 m, ne rendono lente le operazioni di posa.
10.3.3 - Tubi CPC Composito Polimeri e Cemento (ex Cemento amianto)
La Legge n.257 del 27.3.1992 Norme relative alla cessazione dellimpiego dellamianto sancisce
il divieto dellestrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto
e dei prodotti contenenti amianto. Per le tubazioni ed i serbatoio, utilizzati per il trasporto e lo stoccaggio dellacqua per usi civili ed industriali, venne concessa una deroga di due anni.
Il problema, in breve, riguarda la possibile cessione di fibre di amianto in presenza di acque particolarmente aggressive che potrebbero sciogliere il cemento dalla superficie interna della tubazione.
Ci priverebbe di protezione le fibre di amianto le quali non sarebbero pi incapsulate nella matrice
di cemento e quindi potrebbero essere rilasciate nellacqua, con effetto inquinante. Appunto per
questo le tubazioni di cemento amianto, utilizzate nel campo acquedottistico, non risultano pericolose alla salute in quanto stato dimostrato che le fibre di amianto sono nocive se inalate; di
conseguenza il problema insorge sia nella fase iniziale di fabbricazione del tubo, quando lamianto
veniva macinato per suddividerne le fibre, e sia nella necessit di rimuovere o sostituire una condotta in fibrocemento tuttora in esercizio.
Per tutto quanto esposto oggi le tubazioni di fibro-cemento vengono prodotte ovviamente senza
amianto impiegando fibre sintetiche di materie plastiche e cellulosa (le quali conferiscono al materiale una sufficiente resistenza a trazione) con cemento ed acqua di impasto realizzando tubazioni
in CPC, Composito Polimeri e Cemento, utilizzati nel campo delle smaltimento delle acque reflue i
quali vengono realizzati con tecnologia analoga a quella utilizzata, per anni, per la produzione dei
tubi di cemento-amianto.
La Figura 41 riproduce lo schema del ciclo di produzione dei tubi in CPC. Nel miscelatore viene preparata una malta di cemento e polimeri molto liquida che viene avviata nella macchina di produzione, detta Vasca olandese (Figura 42). Qui viene prelevata da un cilindro pescatore e stesa su un
nastro continuo, di tessuto permeabile di larghezza uguale alla lunghezza del tubo da realizzare,
trasportata ed avvolta, in strati sottili, sopra un mandrino rotante fino a raggiungere lo spessore
programmato.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

271

Figura 42. Schema del ciclo di produzione dei tubi in cemento amianto

Contemporaneamente limpasto, compresso da rulli, perde lacqua in eccesso ed acquista compattezza. Dopo lavvolgimento, il tubo, supportato dal mandrino, passa alla calandratura e dopo sfilato
passa alla fase prestagionatura al forno e stagionatura in ambiente umido.
Al termine di questa fase le due estremit del tubo vengono tagliate e tornite per la predisposizione del giunto che , generalmente, a manicotto con anelli di tenuta in gomma o con giunti Gibault
con manicotto e flange di ghisa e guarnizioni di tenuta in polimero o gomme sintetiche. I diametri
delle tubazioni CPC variano da 200 mm a 1200 mm mentre la lunghezza delle barre di 5 m.

Figura 43 . Macchina tubi o Vasca Olandese

272

Costruzioni Idrauliche

Il giunto per questo tipo di tubazioni viene realizzato con un manicotto di uguale materiale con tenuta idraulica garantita da guarnizione elastomerica. (Figura 44)

Figura 44. Giunto a manicotto per tubi


di fibrocemento CPC

Entro i manufatti di ispezione, in corrispondenza di apparecchiature, si adotta il giunto Gibault (Figura 45), utilizzato anche per riparazioni e sostituzioni di tubi deteriorati. (Figura 46)

Figura 45. Schema di montaggio di Giunto Gibault per


tubazioni in CPC

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

273

Figura 46. Riparazione e sostituzione di una tubazione in CPC

Infine le curve ed i pezzi speciali sono in ghisa o

in acciaio con le estremit predisposte alla giun-

zione con i giunti della tubazione.

I tubi CPC, caratterizzati da elevata compattezza, presentano una buona resistenza nei confronti degli
ordinari agenti aggressivi, acidi ed alcalini, del terreno di posa e delle acque di fogna. Analogamente
ai tubi di calcestruzzo sussiste il rischio di aggressione da parte dell'acido solforico. La resistenza delle tubazioni agli urti, data la intrinseca fragilit del prodotto, molto bassa. La resistenza all'abrasione,
di contro, notevole data la gi richiamata elevata compattezza. La tecnologia di produzione delle tubazioni di CPC assicura una superficie interna liscia e poco porosa.

274

Costruzioni Idrauliche

10.3.4. Tubazioni di gres


Argilla, acqua e fuoco sono i componenti principali dei tubi di gres ceramico prodotti in barre lunghe
2,0 m. I diametri variano da 200 mm a 800 mm. Il giunto a bicchiere con tenuta idraulica garantita da guarnizione prefabbricata e solidale al tubo realizzata con resina poliuretanica.
Il ciclo di produzione riprodotto nello schema di Figura 47.
Le

argille, prelevate nelle cave, dosate in quantit proporzionali e sottoposte ad un controllo di

Figura 47

qualit (1), vengono introdotte nei mescolatori ad elica per essere frantumate e raffinate per ottenere un impasto omogeneo (2) al quale si aggiunge la chamotte (3), scarti di lavorazione o quelli
derivati dalla presenza di tubi difettosi o dalla rottura degli stessi, che viene reintrodotta nel ciclo
produttivo. L'impasto, opportunamente umidificato (4), passa allinsilatore, per la plastificazione,
ad ai reparti di estrusione (5) dove i tubi ed i vari manufatti in gres vengono formati. I tubi vengono posti in carrelli metallici ed introdotti in capaci essiccatori a tunnel (6). Dopo essiccati, vengono
immersi in un bagno di engobbio (7- Figura 48) e sottoposti a successivo trattamento termico di
cottura e vetrificazione dove, superato un tunnel di preriscalamento, sono immessi nel forno per
circa 70 ore alla temperatura di circa 1100 (8).
Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

275

La cottura ad alte temperature aumenta la coesione


del materiale, che acquista in durezza e resistenza
meccanica, chiude le porosit e vetrifica le superfici
rendendo il tubo impermeabile e

con elevata resi-

stenza nei confronti di tutte le sostanze aggressive,


acidi ed alcali, del terreno di posa e delle acque di
fogna. F eccezione il solo acido fluoridrico.
I pezzi scelti e classificati (9) vengono dotati di giunzioni flessibili in poliuretano (Figura 48) .
Figura 48. Bagno di engobbio

Figura 49. Guarnizione in poliuretano

Il particolare profilo del giunto, le caratteristiche di elasticit del materiale nonch linterferenza
tra punta e bicchiere consentono di ottenere giunzioni di tenuta idraulica fino a o,5 bar e minimi disassamenti ( Figura 50 - 80 mm per metro per tubi < 20 cm , 30 mm per metro per tubi dal 250
al 500 mm ed infine 20 mm per metro per tubi dal 600 al 800 mm).

Figura 50. Giunto a bicchiere con doppia guarnizione elastomerica

Seguono alcune controlli specifici (10) ed in particolare, tra questi collaudi, c' un test che avviene
per campionatura: il tubo sottoposto ad una pressione elevatissima per provarne la resistenza
meccanica, resistenza che spesso supera abbondantemente il margine di sicurezza. Infine i tubi,
pallettizzati, sono spediti alle rispettive destinazioni (11).
Il gres un materiale vetroso e, quindi, fragile. Pertanto notevole attenzione richiesta nelle fasi
di trasporto e movimentazione in quanto i tubi danneggiati non possono essere riparati o recuperati
realizzando scorcioni. La resistenza all'abrasione, di contro, notevole data la presenza dello strato
vetroso superficiale caratteristico del prodotto. La limitata lunghezza delle barre, correlata alla tecnologia di produzione, comporta un elevato numero di giunti.

276

Costruzioni Idrauliche

Questa circostanza, in genere ostativa per la celerit di posa, associata ai numerosi pezzi speciali,
ottenuti per stampaggio, torna a tutto vantaggio in presenza di tracciati tortuosi quali quelli che si
sviluppano allinterno di centri storici.
Nella Figura 51 sono riportate le caratteristiche geometriche delle tubazioni e dei pezzi speciali in
gres.

Figura 51 . Caratteristiche geometriche dei tubi di Grs e pezzi speciali

Infine la Figura 52 sintetizza le fasi di posa in opera e di assemblaggio delle tubazioni.


A tubo sollevato vengono pulite le giunzioni poliuretaniche poste sulla punta e dentro il bicchiere
poi viene calato dentro lo scavo su un letto di posa, in sabbia, di almeno 10 cm. Infine vengono
giuntati o spingendo a mano con una leva o , molto pi frequentemente, utilizzando il cucchiaio
dellescavatore.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

277

Figura 52
Le prestazioni idrauliche, data la superficie interna del tubo liscia, sarebbero elevate se non risultassero condizionate dall'elevata frequenza di giunti che, in genere ostativo per la celerit di posa,
torna a tutto vantaggio in presenza di tracciati tortuosi che si sviluppano entro strade strette. La
posa in opera delle tubazioni di gres ceramico condizionata dalla fragilit del materiale e dalla delicatezza del giunto di poliuretano. E' sempre necessaria la realizzazione del letto di posa delle tubazioni ottenuto con sabbia o con aridi granulari.
10. 4 TUBI DI MATERIALI PLASTICI
I principali vantaggi offerti da queste tubazioni sono il peso contenuto, che riduce i costi di trasporto e posa in opera, lelevata resistenza alla corrosione ed alla aggressivit dellacqua e la bassissima scabrezza idraulica. Per contro sono soggetti a decadimento delle caratteristiche meccaniche. I
materiali pi comunemente impiegati sono il PVC (cloruro di polivinile), il PEAD (polietilene ad alta
densit) ed il PRFV (poliestere rinforzato con fibre di vetro).
10.4.1 - Tubi di PVC
Il cloruro di polivinile una resina termoplastica prodotta dalla polimerizzazione del cloruro di vinile
con aggiunta di ingredienti richiesti dalla fabbricazione delle tubazioni. Queste vengono prodotte
per estrusione a caldo. Le barre possono essere lisce o con estremit sagomata a bicchiere, ottenuto con successiva formatura a caldo.
Lo schema di produzione (Figura 53) inizia con l'arrivo delle materie prime e degli additivi quali cariche, stabilizzanti/lubrificanti e coloranti che vengono opportunamente insilati in silos verticali di
stoccaggio. Questi elementi servono per preparare le mescole, definite in base ai programmi settimanali di produzione, mediante l'ausilio dell'unit di miscelazione automatizzata nella quale si tiene
conto del riutilizzo della materia rimacinata e polverizzata.
A seconda della tipologia del prodotto finito da fabbricare, cio tubazioni per uso acquedotto, fognatura, edilizia, queste mescole vengono caricate nelle quantit desiderate nello stoccaggio compounds dal quale escono pesate e con la qualit desiderata, gi pronte per la lavorazione sulle linee
di estrusione. Dopo aver montato le teste e filiere idonee per il tipo di prodotto da trasformare, si
provvede alla calibratura, centratura e raffreddamento della tubazione, marcature di identificazione
del prodotto e di conformit alle norme in vigore. Segue generalmente, a questo punto della lavorazione, la bicchieratura che pu essere in linea con ciclo continuo o fuori linea (per i diametri nominali pi grandi) seguono attente rilevazioni in accordo con le diverse normative. Eventuali scarti

278

Costruzioni Idrauliche

vengono, a seguito di polverizzazione, reinseriti nel ciclo di produzione. Il prodotto finito, confezionato, caricato a magazzino pronto per la spedizione.

Figura 53. Produzione dei tubi in PVC per estrusione

Il ciclo tecnologico per la produzione di raccordi sostanzialmente identico differenziandosi nella


fase di stampaggio che avviene mediante l'utilizzo di presse di iniezione, sempre secondo un programma settimanale di produzione. Il materiale denuncia un marcato comportamento viscoelastico. Le deformazioni, sotto carico costante, aumentano nel tempo. Le caratteristiche meccaniche sono fortemente condizionate dalla temperatura e decadono rapidamente per t > 20 C.
Elevata la resistenza del materiale alla corrosione ed allattacco di agenti chimici, mentre risultano modeste le caratteristiche meccaniche che ne limitano limpiego nel campo delle basse e medie
pressioni (PN = 4 16 bar). I diametri in produzione sono compresi tra 30 mm e 630 mm. Il prodotto fornito in barre lunghe 6-12 m. Il giunto, di norma, a bicchiere con guarnizione di gomma. Sono anche prodotti tubi con giunto a bicchiere cilindrico da incollare (Figura 54).

Figura 54
Infine la Figura 55 sintetizza le fasi di posa in opera e di assemblaggio delle tubazioni.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

279

Figura 55. Pulitura della punta e del bicchiere e giunzione delle tubazioni in PVC.

Queste tubazioni trovano ampia applicazione nella realizzazione di fognature, sia miste che separate. Nel campo delle fognature il giunto usuale a bicchiere con tenuta assicurata da guarnizioni
elastomeriche. Data la flessibilit delle tubazioni , queste non sono in grado di sostenere da sole i
carichi verticali del rinterro e veicolari. Per evitare deflessioni elevate, l'Istituto Italiano Plastici
(IIP) raccomanda la posa su letto e con rinfianco realizzati con materiale arido compattato. E' pratica corrente avvolgere completamente le condotte di PVC con getto di calcestruzzo sia in presenza
di carichi esterni notevoli, sia quando si in presenza di falda.

10.4.2 - Tubi di polietilene ad alta densit PEAD


Il polietilene ad alta densit una resina termoplastica prodotta dalla polimerizzazione delletilene
a bassa pressione. La protezione richiesta contro le alterazioni del prodotto causate dalla luce e dal
calore ottenuta aggiungendo sostanze stabilizzatrici e nerofumo. I tubi vengono prodotti per estrusione a caldo e possono essere giuntati con tre sistemi:

per saldatura testa-testa Figura 55 (Norma UNI 10520)

per elettrofusione (Norma UNI 10521)

per giunzione meccanica

spianatura delle testate

280

controllo disassamento e complanarit

Costruzioni Idrauliche

Termo-piastra

preriscaldamento delle testate

Figura 56 - Saldatura testa a testa o a piatto caldo


Le superfici da saldare vengono opportunamente regolarizzate e pulite e dovendo presentare le
facce parallele ed un disassamento contenuto entro il 10 % dello spessore del tubo, gli estremi delle condotte vengono allineati e bloccati con appositi posizionatori.
Tra le testate viene inserita la termo-piastra; trascorso il tempo di riscaldamento delle testate, funzione dello spessore del tubo, le superfici da saldare, estratto rapidamente il piatto caldo, vengono
accostate e compresse tra loro per un tempo anchesso funzione dello spessore del tubo.
Il tempo di saldatura lento, variabile dai 10 min per DN 110 mm ai 28 min per DN 160. Per evitare discontinuit nel cordone di saldatura (Figura 57)
anche la fase di raffreddamento lenta, di durata simile al tempo di saldatura; trascorso tale tempo possibile liberare il tubo dalle ganasce del posizionatore.
Figura 57. Saldatura a Piatto caldo

Saldatura per termofusione:


questo tipo di saldatura consente collegamenti mediante un
elemento a manicotto (Figura 59) con resistenza incorporata
(1). Nella parte superiore del manicotto sono ubicati due spinotti (3) da collegare ad una saldatrice che, previa lettura di
un codice a barre stampato sul manicotto, imposta automaticamente i tempi di saldatura, funzione del diametro e dello
spessore del tubo. Anche in questo caso occorrer preliminarmente preparare le giunzioni da collegare controllandone la
testate che dovranno essere piane e ed ortogonali al proprio
asse.
Figura 59. Manicotto elettrosaldato

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

281

Le zone da saldare, sia dei tubi che dei raccordi, immediatamente prima della saldatura, dovranno
essere privati di eventuali strati di ossidazione superficiali. Durante la saldatura le resistenze (1)
vengono portate ad una temperatura di circa 235C; il tubo riscaldato tende ad espandere contro il
raccordo mentre le zone fredde (2) tendono a solidificare il polietilene fuso che tende ad uscire.
Raggiunto il tempo necessario per la fusione letto automaticamente sul codice a barre incollato sul
raccordo, funzione del diametro e dello spessore del tubo, la saldatrice si spegne.
Dopo circa 20 minuti, a raffreddamento avvenuto, avr termine il procedimento.
I diametri in produzione sono compresi tra 20 mm e 1200 mm; per diametri minori di 60 mm il
prodotto viene commercializzato in rotoli. Per diametri superiori il prodotto fornito in barre lunghe
da 6 m a 18 m.
Giunzioni meccaniche o a freddo:
Giunzione rapida a freddo realizzata con anelli
di graffaggio e collari filettati in metallo o resina. Tale sistema trova utilizzo nel campo dei
diametri di accoppiamento

da 10 a 110 mm

(Figura 60).
Figura 60

Giunzione per frangitura con cartelle di appoggio saldate di testa allestremit del tubo e
flange scorrevoli in acciaio con interposta guarnizione toroidale e bulloni di serraggio (Figura
61).
Figura 61

Bench simili alle tubazioni di PVC sono raramente utilizzate nelle fognature. Il materiale ha un
marcato comportamento viscoelastico e le deformazioni, sotto carico costante, aumentano con il
tempo. La resistenza chimica del PEAD, notevole a temperatura ambiente, dipende dallo stato di
sollecitazione e diminuisce in presenza di elevati allungamenti (stress corrosion). L'effetto combinato dell'invecchiamento e della stress corrosion la causa della comparsa di fessurazioni sulla calotta e sul fondo delle tubazioni. Il PEAD, a volte, viene mangiato dai ratti.

10.4.3

Tubi di poliestere rinforzato con fibre di vetro PRFV

Le tubazioni di PRFV sono costituite da una matrice di resine termoindurenti del tipo poliestere insaturo (isoftalica, bisfenolica, ortoftalica) inglobante fibra di vetro.
Le tubazioni di PRFV sono prodotte o per avvolgimento delle fibre di vetro su mandrino rotante e
contemporaneo colaggio di resina, o per centrifugazione entro cassaforma rotante di resina e scaglie di fibre di vetro (Figura 62).

282

Costruzioni Idrauliche

Figura 62

Le tubazioni sono costituite da non meno di tre strati dalle differenti distinte funzioni. Linterno, a
contatto con il fluido, garantisce elevate prestazioni idrauliche, elevata resistenza chimica ed impermeabilit. Lo strato intermedio ha funzione meccanico resistente. Lo strato esterno protegge le
fibre dallattacco ambientale.
Analogamente ai materiali termoplastici esaminati, anche il PRFV denuncia comportamento visco
elastico, ma molto meno accentuato. Infatti le caratteristiche meccaniche decadono significativamente solo in presenza di temperature molto elevate (t > 80 C). La durata tecnica del materiale
risulta, pertanto, molto lunga.
La resistenza del materiale alla corrosione ed allattacco di agenti chimici elevata come sono ottime le caratteristiche idrauliche. Le notevoli caratteristiche meccaniche ne consentono l'impiego
anche nel campo delle pressioni medio alte, con limitazioni poste dall'elevato valore del coefficiente
di Poisson. I diametri in produzione sono compresi tra 50 mm e 4000 mm. Il prodotto fornito in
barre lunghe 6-12 m.
I tubi vengono forniti con estremit a bicchiere sia per giunzione mediante saldatura chimica sia
per giunzione con uno o due anelli di tenuta di gomma elastomerica.
I pezzi speciali sono ottenuti per avvolgimento delle fibre di vetro e colata di resina su anime metalliche poste in lenta rotazione. Si ricorre peraltro spesso alladozione di pezzi speciali ottenuti da
lamiere di acciaio saldate.

La resistenza chimica del PRFV notevole anche ad elevate temperature. La resistenza all'urto ed
all'abrasione molto elevata. Le caratteristiche idrauliche del tubo di PRFV sono quelle di tubo liscio. Nel campo delle fognature il giunto usuale a bicchiere con tenuta assicurata da guarnizioni
elastomeriche. Anche per queste tubazioni, vista la flessibilit, si raccomanda la posa su letto e con
rinfianco realizzati con materiale arido compattato. Dato il contenuto peso, la movimentazione e
posa delle tubazioni risulta agevole.

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

283

10.5 POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI


Generalmente la posa in opera delle condotte realizzate con tubazioni di piccole e medio diametro
viene realizzata entro trincee appositamente scavate e successivamente rinterrate. Per diametri D
> 10001500 mm, a fronte della tradizionale posa in trincea si preferisce mantenere la condotta
all'aperto, opportunamente protetta ed appoggiata su selle discontinue. Situazioni singolari, correlate a vincoli di natura topografica (valico) o ad insufficienza di carico piezometrico sul suolo (pressione sul piano campagna inferiore a 23 m), richiedono la posa delle tubazione entro gallerie o in
cunicolo.
La posa sempre preceduta da accurati rilievi topografici per la materializzazione del tracciato sul
terreno, appoggiati a capisaldi, quotati con precisione, di riferimento durante tutte le operazioni di
posa e le successive operazioni di collaudo.
Le condotte interrate sono poste in opera entro
scavi continui di larghezza L al fondo scavo e pareti verticali o sub-verticali, a seconda della profondit e della consistenza del terreno. (Figura
63)
DN < 0,80 m

L = DN + 0,50 m

DN > 0,80 m

L = DN + 0,801,00 m

DN il diametro nominale della condotta in [m].


Il valore minimo di L, in ogni caso, sar
Lmin = 0,600,70 m

:
Figura 63. Sezione tipo per posa in opera in trincea

La larghezza dello scavo dipende oltre che dalle dimensioni del tubo anche da spazi minimi per le
operazioni di assemblaggio delle tubazioni cercando di evitare che gli operai camminino sulla generatrice superiore delle tubazioni.
Il fondo della trincea deve essere realizzato secondo le quote e le livellette previste dal progetto
esecutivo per l'asse della tubazione. Le operazioni di scavo, ad oggi realizzate esclusivamente con
mezzi meccanici, richiedono la regolarizzazione del fondo differenziata in dipendenza della natura
dei suoli e della tipologia delle tubazioni da porre in opera.
Lo scavo di trincee in roccia, da eseguirsi
con martello demolitore o, al limite, con
esplosivo, richiede sempre, indipendentemente dal materiale delle tubazioni, la
regolarizzazione del fondo tramite la
formazione del letto di posa realizzato o
con il materiale di scavo, opportunamente vagliato, ovvero con sabbia di cava o
di fiume
Figura 64. Letto di posa

La presenza dellelemento di transizione (il letto) tra tubazione e fondo scavo di roccia, assicura la
continuit dellappoggio e, nel caso di condotte metalliche, impedisce la scalfittura dei rivestimenti,
284

Costruzioni Idrauliche

bituminosi o plastico, protettivi. Il letto di posa necessario anche per trincee scavate in materiali
alluvionali o detritici grossolani. Lo scavo di trincee in terreni sciolti, a grana fine ed ad elevato contenuto sabbioso, richiede, per assicurare la continuit dellappoggio delle tubazioni, solo la regolarizzazione del fondo.
La generatrice superiore delle tubazioni deve risultare, in opera, a profondit dal piano campagna
tale da

non risentire dellazione dei carichi mobili delle lavorazioni agrarie tipiche della zona.

limitare il riscaldamento dellacqua ;

impedire il congelamento nel periodo invernale.

Ricoprimenti minimi sulla generatrice superiore pari a 1,201,50 m soddisfano la prima condizione
e limitano le variazioni termiche annuali dellacqua nellordine di 23 C, anche in presenza di lunghi acquedotti. Realizzata la condotta per uno sviluppo di qualche centinaio di metri, si esegue il
rinterro della trincea prima rincalzando i
tubi, lateralmente e superiormente, fino
ad uno spessore di 20 cm sulla generatrice superiore, con materiale sciolto selezionato e ben compattato, infine completando il rinterro della restante parte,
fino al piano campagna, utilizzando o il
materiale proveniente dagli scavi, se idoneo, o approvvigionato da cave di prestito, posto in opera per strati

successivi

con forte compattazione. (Figura 65)


Figura 65 . Rinterro e costipamento

Il rinterro dovr risultare leggermente emergente sul piano


campagna a compensazione di eventuali successivi assestamenti. Nel caso in cui lo scavo interessa attraversamenti stradali

occorrer ripristinare loriginaria pavimentazione (sotto-

fondo, bynder e tappetino di usura Figura 66).


Per diametri superiori al DN 600 sia il sottofondo che il riempimento viene realizzato con magrone di calcestruzzo, opportunamente

calato

nella trincea di scavo e vibrato mentre

Figura 66

allinterno della tubazione vengono posti in opera opportuni puntellamenti (Figura 67).

Figura 67

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

285

Contestualmente, in corrispondenza delle deviazioni planimetriche ed altimetriche e dei pezzi speciali, ove si manifestano spinte che vanno contrastate per evitare lo sfilamento dei giunti contigui o
la presenza di sforzi anomali sugli stessi, si eseguono blocchi di ancoraggio e murature di contrasto
(Figura 68). Nei tratti a forte pendenza necessaria la realizzazione di murature per lancoraggio
delle tubazioni al fine di evitare lo scorrimento di queste verso il basso.

Figura 67. Schemi di blocchi di ancoraggio e sforzi alla pressione di collaudo


10.6. LA PROVA DI TENUTA IDRAULICA
La prova di tenuta idraulica viene eseguita per tratti di condotta, di lunghezza compresa tra 200 m
e 500 m, tamponati con speciali dispositivi (piatti di chiusura) Figura 69.

Estremit alta

Estremit bassa
Figura 69 . Piatti di chiusura

Le relative spinte sono trasmesse al terreno tramite interposizione di murature di contrasto sbatacchiature in legno o allinterno di pozzetti contrastando i piatti di chiusura con un martinetto (D)

Figura 70.

286

Costruzioni Idrauliche

Riempito di acqua il tratto da sottoporre a prova (Figura 71), eliminando sacche daria tramite il
rubinetto (4), con lausilio di una pompa (1) e di un manometro (2), immettendo acqua si eleva la
pressione fino al valore prestabilito (normalmente 1,52,0 volte la pressione di esercizio per tubazioni metalliche; per tubazioni cementizie la pressione di prova pari alla pressione di esercizio
aumentata di 12 bar). Raggiunta la pressione di prova, si procede allispezione della condotta e
dei giunti (5) (6). Eventuali perdite dacqua, denunciate dal calo della pressione e da perdita in uno
o pi giunti, vanno individuate ed eliminate. La prova viene considerata con esito positivo solo se la
pressione indotta, controllata con manometro registratore tarato, viene mantenuta per una durata
12 o 24 ore. Ad esito positivo della prova, si riduce la pressione in condotta, si esegue il ricoprimeno dei giunti con rinterro sulla generatrice superiore per almeno 0,50 m e si procede, con identiche
modalit, ad una ulteriore prova idraulica, caratterizzata da durata molto ridotta (2 ore), finalizzata
allaccertamento che il ricoprimento dei giunti non abbia causato la perdita di tenuta della condotta.
Solo a seguito di esito positivo della seconda prova si procede al completo rinterro dello scavo procedendo per strati singolarmente compattati.

Tubazioni metalliche

tubazioni di grs

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

287

Figura 71. Prova idraulica

10.7. IL PROBLEMA DELLA CORROSIONE (cenni)


Per corrosione di un metallo si intende la dissoluzione sotto forma di ioni causata dallambiente
circostante detto elettrolita.
Il processo corrosivo delle tubazioni metalliche interrate o, in generale, in un mezzo permeabile
allumidit, ha origine da una forza elettromotrice la quale genera una corrente elettrica che, in
una zona detta anodo, passa dal metallo allelettrolita e viceversa, in unaltra zona detta catodo.

Figura 72

Nelle tubazioni di acciaio il ferro passa in soluzione nellelettrolita abbandonando il tubo con conseguenti cavit imbutiformi sulla superficie esterna dello stesso .
Nei tubi di acciaio privi di rivestimento protettivo la corrosione si manifesta in tempi relativamente
pi lunghi ma su aree pi vaste tanto da portare ad una progressiva riduzione dello spessore fino
alla perdita totale del tubo.
Nelle tubazioni di ghisa invece i risultati della corrosione della ferrite non abbandonano il tubo restando frammisti nella grafite. Tale fenomeno noto come grafitizzazione della ghisa.

288

Costruzioni Idrauliche

I tubi grafitizzati mantengono, dunque, laspetto esteriore identico a quelli integri mentre, rispetto
a questi, si scalfiscono con una punta metallica e se percossi producono un suono sordo.
Pertanto la corrosione produce un indebolimento diffuso che non produce perdite localizzate ma
pu provocare rotture impreviste in tubazioni sollecitate dallalternanza dei carichi e dalle vibrazioni derivanti dal traffico o sensibili variazioni di pressione nella rete.
Le condotte di cemento armato ordinario o precompresso data la permeabilit del conglomerato
cementizio possono essere soggette a corrosione delle armature metalliche. Queste tendono ad
aumentare di volume con conseguente sgretolamento del cls e conseguente ampliamento delle zone di corrosione.
Nella seguente Figura 73 sono raffigurate diverse tipologie di corrosione.

Figura 73 . Tipologie di corrosione

Le cause pi frequenti della corrosione delle tubazioni metalliche, o comunque fornite di armatura
metallica, dipendono dallaggressivit dellelettrolita (terreno di posa) e da correnti vaganti disperse da impianti elettrici a corrente continua.
Laggressivit dei terreni dipende dalle caratteristiche chimiche (pH, acidit ed alcalint) fisiche (
porosit, permeabilit allaria, capacit idrica) e biologiche (presenza di batteri).
In prima approssimazione un indice della corrosivit di un terreno pu essere la resistivit elettrica
(Ohm x cm) secondo i dati riportati nella seguente

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

289

Tabella I

Corrosivit

Resistivit elettrica

trascurabile

> 12.000

debole

12.000 5.000

media

5.000 2000

elevata

< 2.000

I terreni argillosi hanno unelevata corrosivit specifica come quelli saturi di acqua marina.
Quando la lunghezza della condotta interessa terreni di diversa natura si comporta come una pila
geologica (Figura 74) per cui si instaura una circolazione di corrente dalla zona anodica verso la
zona catodica.

Le correnti vaganti sono disperse nel terreno da impianti di trazione a corrente continua (ferrovie,
tramvie, ecc.) dalle linee di terra (come conduttori di ritorno) ed impianti di protezione catodica di
gasdotti.
Nel caso di una tubazione metallica posta in opera nei pressi di una ferrovia elettrificata la corrente
erogata dalla sottostazione percorre la linea aerea, alimenta i motori del locomotore e torna alla
sottostazione parte lungo le rotaie, parte attraverso il terreno e parte attraverso la condotta, in
funzione delle rispettive resistenze elettriche.(Figura 75)
Ovviamente il senso di circolazione della corrente pu variare nel tempo.

Figura 75. Dispersione nel terreno delle correnti vaganti

Lintensit delle correnti vaganti, dellordine di decine di Ampere, molto maggiore di quelle prodotte dalle pile galvaniche. A titolo di esempio una corrente di 1 Ampere che passa da un anodo di
ferro ad un elettrolita, terreno, consuma teoricamente circa 9 kg di metallo lanno.

290

Costruzioni Idrauliche

Le correnti vaganti disperse da impianti elettrici a corrente alternata costituiscono un pericolo molto minore in quanto la perdita di peso dellelettrodo metallico la centesima parte della precedente.
DIFESA DALLA CORROSIONE
La protezione passiva delle condotte fa ricorso a rivestimenti isolanti che hanno lo scopo di ridurre
gli scambi di corrente tra tubo e terreno. I rivestimenti aderenti sono realizzati con tessuto di vetro
e bitume, poliestere, resine epossidiche. La catramatura non inspessorata da tessuto di vetro ha
unefficacia protettiva nulla.
La protezione passiva pu essere integrata con protezione attiva o catodica solo quando ricorrono
elevati pericoli di corrosione o ragioni di sicurezza (tubazioni per il trasporto di gas o liquidi infiammabili) .
La protezione catodica consiste nellelevare artificialmente il potenziale naturale della tubazione in
modo da portare il metallo in condizioni di immunit rispetto al terreno in modo tale che la tubazione risulti catodo di un grande elemento elettrochimico artificiale il cui anodo realizzato con una o
pi dispersori anodici. Questo pu essere realizzato in due modi utilizzando anodi sacrificali o
con correnti impresse.
La scelta del sistema condizionata da fattori ambientali ; la protezione attiva con anodi sacrificali
in magnesio si addice per condotte di limitata lunghezza ed in presenza di terreni a bassa resistivit
(argille) ed in assenza di correnti vaganti, inoltre, non utilizzando corrente elettrica non si incorre in
disservizi causati da interruzioni nella rete di alimentazione.
Anodi sacrificali: sono generalmente costituiti da leghe a base di magnesio disposti secondo lo
schema riprodotto in Figura 76.

Figura 76. Protezione catodica con anodi sacrificali

Il collegamento tubo-anodo, effettuato con cavo di rame isolato, genera una pila galvanica la cui
forza elettromotrice genera una corrente che circola in senso anodo-terreno-tubazione-cavo di collegamento-anodo. Gli anodi sono generalmente immersi in una miscela elettrolita (bacfkill) che ne
rende uniforme il consumo e diminuisce la loro resistenza verso terra.
Il numero ed il peso degli anodi varia in funzione della caratteristiche delle condotte e dalla natura
dei terreni e dimensionati per durare al massimo 15 anni.
Corrente impressa : comprende uno o pi gruppi di alimentazione realizzati con un alimentatore (gruppo trasformatore-raddrizzatore) allacciato alla rete di distribuzione di energia elettrica a
bassa tensione (220 V o 380 V) con polo negativo collegato alla tubazione e polo positivo al disper-

Costruzioni Idrauliche

Tubazioni

291

sore anodico. Questo, costituito da anodi di grafite, posto a circa 100 m dalla condotta e ad una
profondit di 1,5 m circa. (Figura 77)
Completano il dispositivo due posti di misura: uno sullalimentatore e laltro sul dispersore.

Figura 77. Protezione catodica con corrente impressa

292

Costruzioni Idrauliche

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