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CAPITOLO Il

2. L'ORGANISMO ARCHITETTONICO Sono strutture formate da sostegni Isolati che


sostengono strutture orizzontai~
2. 1. Strutture di fabbn'ca 2}strutture orizzontali portanti, a loro volta por-
2.2. Coefficiente di ultlizzazione dell'area tate dai sostegni, che possono essere:
2. 3. Sistemi costruttivi · chiusure orizzontali di base che separano Il
primo piano abitabile da un portico aperto, dai se-
L'organismo architettonico, inteso come fusio· minterrati o dal terreno;
ne unitaria degli aspetti tecnologici ed arlistt'ci, è de- · chiusure orizzontali Intermedie che separano
terminato dalle caratteristt'che proprie di un sistema tra loro i diversi piani elevati;

d
costruttivQ. dalle funzioni rilen'bt~iad una ben precisa · chiusure orizzontali di copertura che coprono
tipologia !l.!!all'espressiont?_ lorma{e. gli edifici.
Esaminando i prob/emistrutturalt; oggetto di qua· Nel seguito le indicheremo come orlzzontamentl
sta trattazione, occorre sempre ricordare che nnte· continui . solai, vo lte.) cupole, tetti . per distinguerle
resse per la stabiltlà di unedtlìcio non deve fare tra- dagli orlzzontamentl discontinui · architravi e archi;
scurare i problemi della sua funzione né quelli della 3) strutture di collegamento verticale che sono Jtc.
sua espressione formale, perché solo così, cioè come le scale e le gabbie degli ascensori. _ t: .
tatto unitario, sipuò fare ArcMettura.
Completano l'edificio altre strutture, non classifica- :J; ""- 't
bili tra le strutture di fabbrica in quanto non hanno
2.1. Strutture di fabbrica funzione statica principale ma assolvono altre fun-
zioni indispensabili alla completa e confortevole
Strutture_dlf@...bt!_l'ica, ossatura murale o sche- fruizione degli spazi interni degli edifici.
letro di un edificio è il complessodltuttele strutture, Queste strutture so_no:
comprese quelle di fondazione, che, nell'organismo A) le chiusure~erticali esterne portate che com-
architettonico che ne deriva, hanno funzione statica prendono i muri ed i pannelli di tamponamento éfel·
principale. fe strutture a scheletro indipendente, che essendo
Le strutture di fabbrica si dicono strutture di fon- portati anziché portanti hanno la funzione di delimitate
dazione se eseguite al disotto del piano di campa· e difendere gli spazi interni, e l serramenti esterni;
gna e strutture in elevazione se eseguite al disopra B) le partizioni verticali lntern4!J)ortate o~
dello stesso. ture di separazione verticale che hanno la funzio-
Le strutture in elevazion~ si distinQ1JOnQ in: _ ne di suddividere verticalmente gli spazi interni; son o
1) strutture verticali di sQ.steg_no o ossatura i divisori o tramezzi e l serramentl interni;
portante che com[>~nQ_on.Q_: - C) le partlzioni orizzontali interne portate o
1.a.) le chiusure verticali portanti che hanno la strutture di separazione orizzontale che si u1fli F
funzione di sostenere altre strutture e nello stesso zano per limitare superiormente gli ambienti; sono f
tempo delimitare gli spazi interni e assicurarne le con- controsoffitti;
dizioni di difesa e di comfort necessarie allo svolgì- D) le opere di finitura come le murature di sot-
mento delle funzioni previste; possono distingu~rsi in: terrano, i pavimenti, i rivestimenti, gli isolanti, etc.
·chiusure verticali esterne portanti come sono
i muri di perimetro di un edificio; Esamineremo il comportamento statico delle va-
· partizioni verticali interne portan_tl che sono i rie strutture descrivendole in seguito; tuttavia accen·
muri longitudinali e trasversali interni. neremo qui brevemente alle caratteristiche statiche
Sono strutture caratteristiche dei sistemi costruttivi generali.
pesante e spingente che chié!_mer~mo,_nel seguilo, GJLorizzontamenl.L_SQQPOrtano le azioni dovute al
sostegni continui per distinguerli dalle colonne e dai peso proprio ai cari~~e!:_manenti ed ai carichi àèci·
pilastri che ne_gli stessi sistemi costi1Y.iscono i !_Oste- dentali e sono sollecitati prevalentemente a flesstone
gni disc_ontinui. etagliQ. - -
Nel loro complesso formano l'ossatura murale; Sono collegati, mediante vincoJLsemplici, doppi o
1.b.) le strutture intelalate o a scheletro Indipen- tripli, ai sostegni a cui trasmettono azioni che susci-
dente in cui l'ossatura assolve soltanto la funzione por- tano reazioni rappresentate da forze e da coppìe.- -
tante ma non quelle di delimitazione degli spazi e di 1sostegni a loro volta trasmetto no le azioni, dovu-
difesa che vengono affidate ad altre strutture porta~~ te al peso proprio e alle membratura ad essi collega-
24
.
te, alle strutture sottostanti fino a che, per mezz.Q del-
le fondazioni, il complesso di queste azioni, trasmes-
forza verticale, detta reazione di vincolo, passante
per il punto di appoggio. -
se da tutte le strutture in elevazione, s i scarica sul Le caratteristiche del sistema pesante sono pertanto:
terreno che reagendo le equilibra. • indipendenza tra sostegno e orizzontamento;
Condizione di equilibrio di tutta la strutt~ra è che - azioni e reazioni verticali.
la somma delle azioni sia eguale e contraria alla som- Perché un tale sistema sia in equilibrio è necessario:
ma delle reazioQi. a) che la risultante delle azioni esercitate dall'oriz-
Condizione di equilibrio sicuro è che, in ogni zontamento sul sostegno non determini su guesto
singola parte della struttura, le risultanti delle azìoni sollecitazioni maggiori del carico di sicurezza alla
siano un'aliquota di quelle che la stessa parte di strut- compressione ammissibile per il materiale con~ è
tura è capace di sopportare. Occorre quindi avere-un costruito il sostegno (vedi 1.5.1.);
eccesso di stabilità o, come si dice, un certo grado b) che la linea di azione di questa risultante sia
di sicurezza. - interna al nocciolo centrale- di merzfa delle sezioni
orizzontali del sostegno (1.6.1.) p.@rché in esso non
si generino sforzi di trazione.
2.2. Coefficiente di utilizzazione dell'area Questo sistema costr:_uttivo risale alte_eRQ.Cbe-m.:.
mote dell'architettura pre-classica.
Si definisce coefficiente U di utilizzazione del- Fu adottato nell'arte egiziana, in quella greca, nelle
l'area di un edificio, il rapporto basiliche pagane, nelle basiliche cristiane, negli eoi-
fici antichi e recenti ad impalcatura con sostegni in
U= Su = Se - Ss muratura e orizzontamenti indipendenti dai sostegni.
Se Se A seconda del materiale con cui sono realizzati gli
in cui: elementi del trilite possiamo distinguere diversi schemi:
Se è la superficie coperta in pianta dall'edificio; • schema con orizzontamenti e sostegni pratica-
Ss è la superficie occupata in pianta dai sostegni; mente anelastici;
Su è la superficie utilizzabile (Sc-Ss). • schema con orizzontamenti elastici e sostegni
Il coefficiente U sarà sempre un numero positivo anelastici;
e minore di 1 poiché sarà sempre Ss > O. - schema con orizzontamenti e sostegni elastici.
Ssvarierà al variare delle dimensioni dei sostegni
e tale variazione è determinata dal sistema costruttivo
adottato, dai carichi agenti sui sostegni, dal tipo di 2 3. 1. 1. Schema con orizzontamentie sostegniprati-
materiale impiegato per eseguirli, dal tipo di vincolo camente anelastici, che si trova, per esempio,
che collega orizzontamento e sostegno, etc. (Fig. 2/1 ). nei /empii dell'antico Egitto, o nelle sale iposttli
Pertanto, come si vedrà in seguito, il coefficiente dei /empii greci, etc.
Upuò variare da 0.50 a 0.96.
l sostegni, pilastri o colonne, sono realizzati in mate-
riali lapidei naturali o artificiali; sono distanziati in modo
2.3. Sistemi costruttivi da consentire l'appoggio su essi di architravi in pietra
da taglio realizzando così una linea di triliti (Fig. 2/3).
Esaminando le interazioni tra gli elementi di una La copertura è piana e viene ottenuta poggiando
struttura, possiamo distingueretre siStemi basati su lastre di pietra su due linee contigue di triliti (Fig. 2/4).
tre diversi principi statico-costruttivi dai quali può de- Gli architravi e le lastre di copertura hanno limita-
rivare l'espressione formale deii'Qr~nismo aiC.Iiifut- te dimensioni poiché sono di pietra e quindi di mate-
tonico. riale anelastico che resiste pochissimo a flessione e
Questi sistemi costruttivi..soAo: taglio; ne consegue che i sostegni sono molto rawi-
- sistema pesaf!te cinati riducendo la superficie utilizzabile.
- sistema spingente Infatti in questi sistemi pesanti con orizzontamenti
- sistema intelaiato_, e sostegni praticamente anelastici il coefficiente Udi
utilizzazione dell'area varia tra 0.50 (templi egizi) e
0.75 (templi greci).
2.3. 1. Sistema pesante

Il sistema pesante è basato sul principio dell'oriz- 2 3. 1.2 Schema con orizzontamenti elasticie soste-
zontamen o semj)liCemente appoggiato sui sostegni. gni anelastici, che si trova nelle basiliche paga-
E anche detto sistema trilitico dal trilite che è for- ne, in quelle cristiane a tetto, negli edificiadim-
mato da un architrave poggiato su due piedritti (Fig. 2/2). palcatura con sostegni in muratura e orizzonta-
Le forze in gioco sono solo le azioni verticali di menti legno, in ferro e in calcestruzzo armato.
peso e le reazioni anch'esse verticali, in quanto il vin-
colo tra orizzontamento e sostegno è un appogg_io Tale sistema venne usato fin dai tempi antichi, per
semplice che può essere sostituito (vedi 1.3.) da uné! ottenere una migliore utilizzazione dell'area, costruen-
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~
8- o-
- - - ----.

ì
~

~
b - - - t-- ~ b =0,50 + 0,75
~~
u

~ '-'1 l 1%:
l
a
VA
l -+-- - - -- a

a) struttura del sistema pesante con muri perimetrali e trasversali in muratura.

r~
b ~ ~
rb Su
Sc-a·b

u- 0,75+0,88

1 t
1701
WA
l
l

a
P7>

l a

b) struttura del sistema pesante con muri perimetrali e pilastri in muratura.

r.
b l
- -
• •

l
rb
~N
o·~-

Su u
Sc-a·b

=0,92 +0,96

-+- - - - - - a

l a

c) struttura del sistema intelaiato con pilastri isolati e muri di tamponamento.

Fig. 2/1- Determinazione del coefficiente di utilizzazione dell'area (0.

tl
tl
l l l l l

'Jp
l
l

Fig. 212 • Trilite. Fig. 2/3 • Linea di triliti.


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do orizzontamenti in legno che consentirono di di-


stanziare i sostegni. Infatti il legno è un materiale che,
per le sue proprietà elastiche, può resistere a flessione
e taglio e consente quindi la realizzazione di orizzon-
tamenti di notevole luce (Fig. 2/5).
A partire dalla seconda metà del 1800, quando
l'industria siderurgic,a iniziò il suo grandioso svilup-
po, si impiegarono per gli orizzontamenti i profilati di
ferro a sezione normalizzata la cui produzione si svi-
luppò in quel periodo (Fig. 216).
Dopo il 1892 si mise in opera un nuovo tipo di
orizzontamento, brevettato dall'ingegnere francese
Hennebique, realizzato in calcestruzzo di cemento
che, essendo materiale anelastico, fu reso elastico da
un'armatura di tondini di ferro disposti in quelle parti
della massa soggette a sforzi di trazione (Fig. 2/7).
In questo schema con orizzontamenti elastici, i Fig. 214 - Copertura con lastre poggiate su linee contigue di trilitì.
sostegni, seppur allontanati fra loro, restano realiz-
zati in materiale lapideo che può sopportare carichi
non elevati.
Le dimensioni dei sostegni, nella sezione orizzonta-
le, restano quindi notevoli mentre non è possibile spin-
gersi troppo in altezza per il pericolo del carico di punta
che il materiale lapideo non è adatto a sopportare.
In questi sistemi pesanti con orizzontamenti elasti-
ci e sostegni anelastici il coefficiente Udi utilizzazione
dell'area può arrivare a 0.78 nelle costruzioni con so-
stegni continui in pietra ed a 0.88 nelle basiliche cri-
stiane ove i sostegni sono distanziati al massimo.

2.3. 1.3. Schema con orizzontamentie sostegnie/asti-


ct; che si trova in edifict; costruiti a partire dalla
seconda metà del 1800- con struttura metallica.
Fig. 215 - Sostegni anelastici e orizzontalmento elastico in legno.
l sostegni sono quasi sempre in ghisa e gli oriz-
zontamenti in profilati di ferro. Sostegni e orizzonta-
menti non sono solidali tra loro e pertanto i vincoli
sono di appoggio semplice con azioni e reazioni sem-
pre verticali (Fig. 2/8).
Questo schema non va quindi confuso con quello
delle strutture metalliche intelaiate in cui i sostegni e
gli orizzontamenti sono incastrati tra loro.
Adottando la ghisa per i sostegni si riduce note-
volmente la loro sezione resistente aumentando quin-
di il coefficiente Udi utilizzazione dell'area.
Questo raggiunge il valore 0.86 + 0.90.

Nel sistema pesante i sostegni, siano essi muri


continui o pilastri di vario materiale, devono corrispon-
dersi, verticalmente nei diversi piani; si avranno sol- Fig. 216 - Sostegni anelastici e orizzontamento elastico in profilati
tanto riduzioni delle sezioni orizzontali - dette riseghe di ferro.
- dovute al diminuire del carico man mano che si pro-
cede dal basso verso l'alto (Fig. 2/9). b) che, sui muri portanti, i vuoti e i pieni si corri-
Questa è una caratteristica comune a tutti i siste- spondano verticalmente, cioè abbiamo lo stesso asse
mi costruttivi ed è stata definita criterio elementare verticale.
delle masse pesanti. Inoltre, nelle costruzioni con La condizione a), nota col nome di principio delle
sostegni continui, deve aversi: figure chiuse, è necessaria per ottenere uno schema
a) che lo schema planimetrico sia costituito da fi- planimetrico il più possibile compatto con i muri colle-
gure chiuse; gati tra loro e per creare sostegni continui intermedi
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l l
- l -

- -
l

-
..
i-

l
-r-

Fig. 2/7 - Sostegni anelastici e orizzontamento elastico in calce- Fig. 2/1 O- Schema planimetrico a maglie chiuse con sostegni con-
struzzo armato. tinui.

l l l
l l l
l l :
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:::::::: •:::::::_lÌ-::.-_-_-_-_:
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l l l :

Fig. 2111 -Schema planimetrico a maglie chiuse con sostegni con-


tinui e discontinui.

Fig. 218 - Sostegni elastici in ghisa ed orizzontamenti elastici in ferro. l muri continui, che hanno funzione portante in tutto
lo sviluppo dello schema planimetrico, al diminuire
muro interno: riseghe
da ambo i lati
del carico procedendo dal basso verso l'alto, diminui-
scono di spessore con successive riseghe fatte in
corrispondenza degli appoggi dei vari orizzontamenti;
questo quando il materiale impiegato ha le stesse
caratteristiche di resistenza nei vari piani.
Le riseghe possono essere ridotte o annullate
impiegando materiali di maggiore resistenza nei pia-
ni bassi più caricati e di minore resistenza in quelli
muro esterno: alti meno caricati.
riseghe solo dal Per quanto detto, è evidente che la suddivisione
lato interno fatta dalle maglie chiuse dei muri portanti è necessa-
riamente identica nei vari piani; si hanno ambienti di
minore dimensione nel piano terreno ove i muri hanno
maggiore spessore e ambienti di dimensioni crescenti
nei piani elevati man mano che i muri vanno risegando.
Fig. 219 - Corrispondenza verticale dei muri nei diversi piani. Ne consegue che nelle costruzioni realizzate col
sistema pesante non possono attenersi grandi locali
per l'appoggio degli orizzontamenti. Pur rispettando nei piani bassi mentre è possibile ottenere locali più
tale principio, è possibile, con vani di passaggio e op- ampi negli ultimi piani ove si può sopprimere qualche
portuni sfalsamenti, disimpegnare i singoli locali. muro sostituto da speciali strutture a sostegno del
Ulteriori suddivisioni si ricavano all'interno della tetto-capriate.
maglia muraria con semplici strutture di separazio- La condizione b), pur non essendo tassativa, è
ne - tramezzi - che non hanno funzione portante quasi sempre rispettata sia per ragioni di ordine este-
(Figg. 2/10-2/11 ). tico sia per evitare che gli orizzontamenti che chiudo-
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no dall'alto i vuoti - vani di porte e finestre - sopporti-
no il peso considerevole di sovrastanti strutture pie-
ne mentre altre strutture piene restano quasi com-
pletamente scariche per la presenza di vuoti sopra di
esse (Fig. 2112 a e b).

2.3.2. Sistema spingente bl

Fig. 2/12- Corrispondenza verticale tra vuoti e pieni: a) soluzione


Il sistema sping,eJJte è asato sul principio dell'ar- corretta: b) soluzione sconsigliabile.
co e della volta.
L'arco e la volta sono orizzontamenti che riceven-
do, dalle strutture che sostengono, azioni di peso
agenti in direzione verticale, le trasmettono ai soste-
gni secondo direzioni inclinate. Ques.!_e azionì incli-
nate si scompongono in due componenti: una verti-
cale che è un'azione di peso, ed una orizzontale, che
è l'azione di spinta chiamata semplicemente spinta.
Lo schema elementare di un sistema spingente
(Fig. 2113) è rappresentato da due solidi ad ~sse
curvilineo messi a contrasto tra loro e poggianti su
sostegni ad asse rettilineo verticale - arco impostato R N R
su piedritti in cui tutti gli elementi sono in materiale
anelastico-.
Da questo sistema deriva staticamente l'ordine
architettonico arcuato.
Un sistema spingente può essere rappresentato
anche da due solidi ad asse rettilineo inclinato messi a
contrasto tra loro e poggianti su sostegni ad asse_ret-
> tilineo verticale - per es. due puntoni di un tetto che Fig. 2/13- Schema di sistema spingente formato da due solidi ad
gravano sui muri perimetrali dell'edificio- (Fig. 2114). asse curvilineo poggianti su sostegni ad asse rettilineo verticale
(arco impostato sui piedritti).
La grande novità, rappresentata dal sistema spin-
gente rispetto-al sistema pesante, è che usando lo
stesso materiale anelastico - pietra, laterizio, conglo-
merato - tagliato o sistemato o conformato in manie-
ra acconcia, si possono realizzare orizzontamenti di
grande luce in cui tutte le sezioni risultano sollecitate
a compressione, sforzo che il materiale anelastico
sopporta agevolmente.
Il sistema spingente, di cui restano alcuni esempi
nelle opere assire ed etrusche, fu impiegato su larga
scala nell'architettura romana nella quale si realizzò
un'organica fusione tra gli elementi di sostegno e quelli
di copertura; ciò comportò una plastica conformazio- /
N N
ne degli ambienti che consentì di realizzare costruzio- l

ni grandiose che caratterizzano l'architettura romana


e quelle architetture che da essa trassero spunto.
L'architettura gotica utilizzò strutture spingenti con
caratteristiche proprie, diverse da quelle delle strut-
ture romane.
Nel sistema pesante esiste soltanto l'azion~rti­ Fig. 2/14- Schema di sistema spingente formato da due solidi ad
cale normale alla superficie di appoggio dell'orizzon- asse rettilineo inclinato messi a contrasto tra loro e poggianti su
tamento sul piedritto ed è quindi suffi~ente la verifisa sostegni ad asse rettilineo verticale.
di stabilità alla compressione; nel sistema spingen~.
oltre a questa verifica fatta per la componente verti- Le condizioni di stabilità di un siste_rna spingente,
cale, bisogna anche verificare che la componente rappresentato schematicamente da un arco impostato
orizzontale - spinta - non abbia entità tale _da_I_ove- su due piedritti (Fig. 2115), sono le seguenti:- -
sciare il piedritto per rotazione o da far sco~rere gli per l'arco:
elementi che lo costituiscono gli uni sugli altrLsuLpia- a) la linea l dei centri di pressione o poligono delle
no di reciproco contatto. successive risultanti, deve essere interna arre lineen
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congiungenti .gli estremi dei noccioli centrali d'inerzia


delle singole sezioni, affinché non vi siano parti solle-
citati a trazione;
b) la pressione...unitarian~-.SU...Ciascuna sezione,
deve risultare inferiore a!_fa_!jco di sicurezza alla com-
pressione <16 del materiay erché non vi sia pericolo
di schiacciamento;
c) la linea d'azionadellarisultantadei carichi deve
formare con.@ norma_~!:! alla sezione un'angolo a mi-
A ~.,,
......... "
nore dell'angolo di attrito ({Jdelmater iate._ perché non . o
vi sia scorrimento fra due sezioni contigue dell'arco; ' ·"#e
-......: l'l
per il piedrit!_o: - -- . '-..f!'1;
d) la risultante R_delle azioni--agenti-sul piedritto - ..........
azione inclinata A trasmessa dall'arco e azione verti- 1-1++--+-- -- . -
-+-:-A-# .- . _30_~ ~
cale PdCpe5o del piedritto stessO: deve incontrare Il
tutte le sezinl1T;-compresa_quella dLbase.,...eo1mllnoc- l
ciolo centrale d'inerzia, perché non vi siano parti sol-
lecitate a trazione; h
e) la pressione unitaria <JSU ciascuna sezione deve
risultare inferiore al caTico-ctrsicorezzaa llacOi'i"lj?res-
sione <16 del materiale, perché non vi sia pericolo di
schiacciamento e, in quella di base, d~e risi:iitii"re
inferiore al carico ammissibile su!_terren_Q, perché non
vi sia pericolo di cedimento;
f) !alinea d'aziooa..della-l:isultante Rd&lle azioni
agenti sul piedritto deve.iormare con la normale a
ciascuna sezione un angolo a minore dell'angolo di 2
attrito qJ del materiale e, per la s_ezjone di base, del-
f l
l'angolo di attrito % tra materiale e terreno, perché 1
• N+P
non vi sia scorrimento fra due sezio_oi contigueoèl R
piedritto;
g) rispetto allato esterno 1 della base del Riedritto, +a+
il momento Ms della spinta deve risultare infé'iiOreal
momento MR della risultante N+P delle azioni verti- = linea del centri di pressione
n = linee congiungenti gli estremi dei noccioli
cali agenti sul piecfrift~~ non v1 s1a nbaltamenfo di Inerzia delle sezioni
del piedrittq_stesso. a = angolo che la linea d'azione della risultante
dei carichi forma con la normale al plano
Quando la direzione e l'intensità della risultante della sezione
delle azioni che l'orizzontamento trasmette al piedritto, tp = angolo d'attrito del materiale
è tale da non assicurare le condizioni di stabilità di rp. = angolo d'attrito tra materiale e terreno
a = pressione unitaria
cui si è detto, nel s1stema sp10gente - oltre a dimen- aa = carico di sicurezza a compressione del ma-
sionare opportunamente le sezioni perché le condi- teriale
zioni di stabilità siano verificate è necessario ridurre
A = azione inclinata trasmessa dall'arco al pie·
dritto
o annullare l~a_?:ioneael a sp10ta. P = peso del pledrltto
Per far ciò si distinguono due principi costruttivi
A = risultante di A e P
S = componente orizzontale di A (spinta)
impiegati per garantire- la stabiiftàèfefSistema: · N = componente verticale di A
- il principio delle resistenz~assive o delle
M. = S·h
MR = (N+ P) ·a
masse inerti; -- - -
- il principio delle resistenze_attive o delle
Fig. 2/15
controspinte.

- ~umeiJ..tando_ le _9imen§jQ.OL della sezione del


23.21. Principio delle resistenze passive o delle piedrit!_o.
masse inerti Nel primo caso si aumenta il peso del piedritto
costru~ndolo con materia!~ di elevato pesQ_§_Qe_glh-
Se~ondo questo p_rincipio è g_ossibile ridurre l'azio- co 1Fig. 2116) o sovra onendo ad esso altre mas-
ne della spinta apponendovi la resistenza passiva d1 se inerti che_ hanno il solo scop.Q.dL aumeotarne il
ade,Quate masse inerti.- - - peso (Fig. 2/ 17).
Ciò si ottiene: - In taLmo_do, componendo la risultante delle azioni
- aumentando il peso del piedritto lasciando inal- che l'orizzontamento trasmette al piedritto con il peso
terate le sue dimensioni; - - del piedritto stesso, si ottiene una risultante che si
30

awicina tanto più alla v~rticale quanto più aum_enta iL


peso di quest'ultimo e delle masse.inerti ad e~_so
sovrapposte; per quanto detto (2.3.2.d) si dovrà otte-
nere che la linea d'azione di questa risultante passi
entro il nocciolo della sezione di base.
Esempi nelle architetture passate sono i massicci
e pesanti piedritti in muratura delle terme romane ed
i pinnacoli delle grandi chiese coperte a volta dell'ar-
chitettura gotica.
Nel secondo caso, senza variare l'altezza, si au-
" ':+
--tr-<~1-· - . - . _:_
menta la dimensione della sezione del piedritto
(Fig. 2118) in modo che il punto per cui _pEssa la forza
che si ottiene componendo la risultante delle azJ.9ni .
trasmesse dall'orizzontamento con il peso del piedrit-
Fig. 2116 - Stabillzzazione del piedritto
to, che è aumentato con l'aumentared elle sue c.!i- p aumentando il peso dello stesso usan-
mensioni, sia interno al nocciolo della se~o!le di base do materiale di maggior peso specifico.
maggiorata. R
Sono esempi le grandi masse murali a contrafforte
delle costruzioni romane e i contrafforti delle costru-
zioni romaniche e gotiche.
Nel caso delle volte è possibile rendere stabile il
sistema applicando il principio delle resistenze pas-
sive ad alcune zone di sostegno prescelte sulla pian-
ta e svuotando il resto della massa muraria con nic-
chie o cappelle laterali. Ciò si ottiene incanalando la
spinta, con speciali apparecchi delle volte, lungo vie
prestabilite - costoloni - che le trasmettono su pre-
fissati punti dei piedritti (Fig. 2119, 2120 e 2121 ). -+--.----11- ·- . - .
' ·,+
Sono esempi alcuni tipi di volte romane e le volte
romaniche e gotiche costolonate.
Fig. 2117- Stabilizzazione del piedritto
sovrapponendo ad esso masse inerti che
2.3.2.2. Pnncipio delle resistenze attive o delle con- ne aumentano il peso. Pt = peso della
massa inerte sovrapposta al piedritto.
trosptnte
R
Secondo uesto principio è possibile ridurre l'azio-
ne deila spinta di un onzzon amen o affiancandovi
un'altro orizzontamento anch'esso spingente che
agisce con una spinta in direzione contraria alla pri-
ma .. controspinta. - - -- ---
In tal modo si può ridurre .fazione della spinta del
primo orizzontamento awicinando alla verticale la ri-
sultante delle azioni trasmess~ ~ ~estoal piedritto. ............
Al limite, se la controspinta ha valore uguare alla
spinta dell'orizzontamento taler isultante risulta ver-
~~-·-·-· '- .. ,...
ticale ed il piedritto è uniformemente compresso
(Fig. 2/22).
Applicando questo principio è possibile realizzare
estesi porticati in cui gli archi che si susseguono gra-va-
no su esili colonne di materiale lapideo molto resisten-
te; il problema della stabilità rimane per gli archi termi-
nali in cui i pedritti estremi devono essere stabilizza · Fig. 2/18 - Stabilizzazione del piedritlo
con il principio delle resistenze passive (Fig. 2123y:-- aumentandone le dimensioni (e quindi
anche il peso).
È possibile realizzare altresì coperture a volta in
cui i sostegni sono di ridotte dimensioni ma perfetta-
mente stabili. L'insieme statico è costituito dagli orizzontamenti
L'esempio tipico si ha nelle chiese gotiche coper- - tetto, volte, archi rampanti - dai sostegni - muri che
te a volta in cui si realizza un mirabile equilibrio tra le sostengono il tetto, piliere, contrafforti - e dai pinna-
azioni trasmesse da tutti gli orizzontamenti al piliere coli che non sostengono nulla ma servono soltanto
che ha ridottissima sezione (Fig. 2124). ad aumentare il peso sul piliere.
31

a)

Fig. 2119- Cupola costolonata.

Fig. 2120 - Volta a crociera co-


stolonata.

S 1 =Sr

Fig. 2121 - Volta a botte costolonata. Fig. 2122 - Riduzione dell'azione della spinta col principio delle
resistenze attive.

La spinta della volta della navata principale si com- sto, e l'uso delle volte costolonate che incanalano le
pone con la controspinta dell'arco rampante che ten- azioni delle volte verso i pilieri. Nelle costruzioni a
de a venticaliz.zarla. La risultante di queste si compo- sistema spingente il coefficiente di utilizzazione del-
ne col peso del muro che sostiene il tetto, col peso l'area oscilla tra i valori 0.82 + 0.83.
del tetto e col peso del pinnacolo awicinandosi an- Nel sistema spingente, come nel sistema pesan-
cora di più alla verticale. te, i sostegni aèvono-corrispondersrvertlcalmente nei
Quest'altra risultante si compone ancora con la diversi pian[ lo schema planimetrico deYe esse~
spinta della volta della navata laterale e col peso del stituito da figure chiuse, nei muri portanti i vuoti ~i
piliere fino a dare una risultante che cade entro il noc- pieni devono corrispondersi verticalmente.
ciolo della sezione di quest'ultimo. Le considerazioni fatte in merito alle predètte con-
Favoriscono l'equilibrio l'impiego dell'arco a se- dizioni per il sistema pesante valgono interamente
sto acuto, che è meno spingente dell'arco a tutto se- per il sistema spingente.
32

elastici cioè capaci di resistere, oltre che a compres-


sioneJ alle sollecitazionL_dl trazigne, flession~,o
e torsione.
Le foJze_che_agiscon.Q sulla struttura sono g_ue~
verticali - forze peso • ed in molti casi anche quelle
orizzontaìl=-ctovu e alvemo negli eaifici a grailaè
altezzaed a1té"~Ì srsmicne- nellecostruZiOnì 1rr
------
zona sismica •.
---
Fig. 2123 • Schema di un porticapo con archi awicinati.
La solidarietà tra tutti gli elementi della struttura fa
sì che questa rea_gisca Interamente all'aziQne d~le
forze agenti nel senso che una qualsiasi forza appli-
cata in un nodo provoca sollecitazioni, e quindi rea-
zioni, in !utti i nodi ~ in tutte le membrat~!fe. -- - -
Le strutture elastiche a scheletro indipendente si di-

--
stinguono per l'esilità dei sostegni isolati che· scancano
il peso dell'intera costruzio_De in punti designati della
fondazione. Il carico che ciascun sostegno trasmette
alla fondazione è pertanto un carico concentrato. -
In queste strutture (Fig. 2/29) i muri, che prendo-
no il nome di muri di tamponamento, hanno sol-
tanto la funzione di delimitare gli ambienti interni
v~rso l'esterno e Rertanto non hanno funzionepor-
tante - se si esclude il peso proprio - ma sono porta-
Fig. 2/24 • Schema delle strutture di una chiesa gotica a 3 navate. ti dalle travi e dai pilastri che costituiscono lo SChe-
letro dell'ed~icio. Ciò costituisceuna sostanziale dif-
ferenza con quanto si realizza nelle costruzioni edi-
ficate coi sistemi pesante e spingente nelle quali i
muri, oltrealléifunzione delimitativa degli ambienfi,
2.3.3. Sistema intelaiato sono portanti cioè hanno anche la funzione statfca
di sostenere i carichi dell'edificio.
Il sistema intelaiato è basato sul ~rincipio dell'oriz- - Il coefficiente di utilizzazione dell'area, nei siJ;;temi
zontamento solidale coi piedritti: orizzontamento-e intelaiati, oscilla fra 0.92, per strutture intelaiate in
piedritti sono in materiale elastico e costituiscono calcestruzzo di cemento armato, e 0.96, per strutture
un unico sistema in cui i collegamenti tra le mem- ifl!elaiate in acciaio.
bratura sono realizzati mediante il vincolo di inca- N_elle strutture intelaiate, _kOme in quelle pes.an.tiJL
stro perfetto. spingenti, i sostegni discontinui si corrispondono verti-
Si materializza così il principio elastico della calmente nei vari piani salvo le riduzioni dimensionali
continuità rappresentato dal telaio che, nella sua delle sezioni orizzontali dovute al diminuire del carico
espressione più semplice, è costituito da un oriz- man mano che si procede dal basso verso l'alto. -
zontamento ad asse rettilineo orizzontale perfetta- Questa condizione può non essere totalmente ri-
mente incastrato a due piedritti ad asse rettilineo ver- spettata quando si vogliono ricavare grandi ambienti
ticale (Fig. 2/25). nei piani terreni o nei piani elevati:La struttUralrite-
L'incastro perfetto fa sì che gli angoli formati dal- laiata infatti, speciallmente quella in aceiaio-;conse~

l
l'asse dell'orizzontamento con gli assi dei piedritti sono te, con speciali accorgimenti strutturali, drimpostare
indeformabili e tali restano anche quando gli elementi i sostegni dei piani sovrastanti su travate che si inca-
del sistema si deformano per azione dei cari~hi. strano in robusti pilastri di perimetro (Fig. 2/30):-
l piedritti poi possono essere incastrati o incernie- Nei vari piani, la corrispondenza_verticale..dei~o­
rati alla base. stegni, non più necessaria per i muri che hanno per-
La ripetizione dell'elemento telaio in orizzontale duto la funzione portante, deve permanere per i pi·
origina telai multipli orizzontali (Fig. 2/26) caratte- lastri isolati che hanno sezione ridotta e posso-no
ristici di-capannoni • mentre la ripetizione in vèrtlCaie anche essere assC!i_ distanziati tra loro; questi pila·
origina telai multipli verticali caratteristici di torri, ~!sostengono ampi orizzontamenti continui - so-
campanili, serbatoi, etc~Fig. 2/27). lai- su cui è possibile sistemare liberamente! diviSori
La ripetizione dell'elemento telaio in orizzontale e in modo da ottenere a mbienti afti a soddisf-are-le
in verticale originagli scbemistnrtturalla gabbja_o esi.genze distributive legate alla destinazione d'uso
scheletro indipendente caratteristici delle moderne del piano; e ciò indipendentemente da quanto pot@
strutture elastiche intelaiate (Fig:-2128). farsi negli altri piani.
In queste strutture a scheletro indipendente, s@ i Si realizza il cosiddetto piano libero (Fig. 2/31)
sostegni che gli orizzontamenti vengono, come già si nel quale restano come vincoli alla distribuzione de-
è detto per il semplice telaio, realizzati con materiali gli ambienti: la gabbia della scala e degli ascensori, i
33

orinontamento
ore z zontamento
- incastro perletto _
' angCIIo ./
, angoli ·- indelormeb i li
ondeformabili

p1edritto
piedritto

oncastro cernoera

a) Telaio incastrato al piede b) Telaio incernierato al piede

Fig. 2125 -Telai semplici.

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sostegn• aostegn•

Fig. 2126- Telai multipli orizzontali. Ripetizione dell'elemento tela- Fig. 2129 - Murature di tamponamento.
io in orizzontale.

[X lX [)( [)( C><

Fig. 2127 - Telai multipli verti- Fig. 2/30- Possibilità di ricavare grandi ambienti nei piani terreni e

• • • cali. Ripetizione dell'elemento


telaio in verticale.
nei piani elevati.

sostegni isolati , i cavedi per le tubazioni verticali de-


gli impianti tecnici, le chiusure verticali esterne od il
perimetro ciell'orizzontamento.
lfj)rincipio delle;lgure chiuse va applicato a quel-
le parti degli orizzontamenti - travi - che servono di
collegamento fra i diversi sostegni discontinui. Ciò vuoi
dire che questo principio va applicato allo schema
planimetrico delle strutture portanti che è, per quanto
detto, indipendente dallo schema planimetrico delle
strutture di separazione degli ambienti.
Fig. 2128 - Gabbia o scheletro indipen-
dente. Ripetizione dell'elemento tela- La corrispondenza verticale dei vuoti e dei pieni
io in orizzontale e in verticale. 'l_elle strutture intelaiate può essere mantenuta sol-
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tanto per ragioni di ordine estetico e non più per ra- La struttura intelaiata~_per tutto _guanto si è detto
gioni statiche. ~s_ente_!1mpiego di materiali che ~i requisiti del~
Infatti, es§endo i muri sostenuti in ogni piano dal- resistenza, della coibenza, della impermeabilità;"'del-
le travi e non dal mur::.o~ottostante_._nor:Lè_p_Lù j aafOnicità e del basso_co~o. aggiungono quello detta
staticamente necessario che i vuoti e i pieni si corri- leggerezza che influisce notevolmente sul costo dèi.
spondano verticalmente. Ciò vale anche per i muridi la f.Ostruzione. La leggerezza dei materiali impiegati
tamponamento esterno (Fig. 2/29) in cui è possibile è essenziale negli edifici a grande altezza, realizzati
sistemare i vani di illuminazione e di aereazione con con le strutture intelaiate, in cui l'elevato numero di
la massima libertà; consentendo poi la struttura piani pone problemi di dimensionamento delle strut-
intelaiata di arretrare Lsostegni rispetto ai_giani verti:. ture in elevazione e delle fondazioni.
cali di facciata è possLbile realizzare ampie vetrate Ciò comporta problemi di costo di tutto lo schele-
continue o vani disposti senza alcun vincolo i!!!Qosto tro e in particolare delle fondazioni in relazione alla
dai sostegni stessi. capacità portante del terreno su cui si scarica il peso
Si realizza la cosiddetta facciata libera (Fig. 2/32). totale dell'edificio.

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Fig. 2131 -Schema di pianta di un edificio a scheletro indipenden-


te, piano libero- principio delle figure chiuse applicato alle travi dei
solai.

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Fig. 2132 - Facciata libera.

Notiamo che l'adozione di un sistema costruttivo influisce Nel sistema spingente le piante mostreranno le carat·
non solo sulla forma dei volumi ma anche sullo schema teristiche md1cate per le costruzioni del sistema pesante e,
planimetrico dal quale è possibile individuare il sistema inoltre, sensibili variazioni degli spessori dei sostegni se-
costruttivo adottato. condo che questi sostengono o meno le spinte degli orizzon·
Tale individuazione non sempre è possibile con assoluta tamenti.
certezza perché in alcuni edifici, realizzati nel periodo iniziale La diversità di spessore si noterà in tutta l'estensione del
d'impiego di un nuovo sistema costruttivo, lo schema plani- muro quando la spinta dell'orizzontamento si scarica sul muro
metrico, pur contenendo i caratteri fondamentali del nuovo si- per tutta la sua lunghezza; si noterà in punti singolari quando
stema, ha le caratteristiche tipiche del precedente. le spinte degli orizzontamenti sono state incanalate per esse-
Ciò awiene, per esempio, in alcuni edifici costruiti nel pri- re assorbite in quei punti.
mo ventennio del1900 che, pur essendo realizzati col sistema Nei muri perimetrali si noteranno infine aumenti di spesso-
intelaiato in cemento armato, presentano in pianta le caratteri- re e sporgenze di contrafforti, sia interni che esterni, che pos-
stiche di edifici realizzati con il sistema pesante ad orizzon- sono anche essere mascherati da locali costruiti intorno al-
tamenti elastici. Osservando le piante degli edifici (Fig. 2133 e l'edificio.
seguenti), un sistema costruttivo si,..distingue.Jjagli altri per le Il coefficiente di utilizzazione dell'area è circa 0.82.
caratteristiche già dette che ql(rfépiloghiamo. ' \ Nel sistema lntelalato le piante indicheranno sostegri
Nel sistema pesante le piante deJI'edifiGie-ril'ostreranno: discontinui di sezione ridotta che si corrispondono verticalmen-
- sostegni costituiti da muri continui, perfettamente corri-
spondenti in verticale, che hanno spessore decrescente man
mano che si va dal basso verso l'alto; in certi casi i sostegni
viduare lo schema degli orizzontamenti - travi - che li
no secondo schemi di figure chiuse.
col•
te; questi sostegni si troveranno disposti in modo da fare incl-

sono pilastri di notevole sezione; Possono individuarsi corpi fortemente a gettanti rispetto aiO
- massima densità di muri nel piano terreno, decrescente scheletro portante.
nei piani elevati; l muri avranno spessore modesto e costante nei vari plali;
- schema massiccio e compatto con muri che formano un potranno non corrispondersi in verticale e formeranno figUli
insieme di figure chiuse; chiuse o aperte indifferentemente.
- vuoti e pieni che, in generale, si corrispondono vertical- l vuoti e i pieni possono non essere corrispondenti in VII"
mente; ticale.
-coefficiente di utilizzazione dell'area variabile da 0.50 a 0.88. Il coefficiente di utilizzazione dell'area varia da 0.92 a 0.96.
35

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Struttura pesante: Atene
Acropoli • Il Partenone 442-447
a.C.

Struttura pesante: Knossos,


pianta del palazzo, 1700.1400
a.C.

Fig. 2133

Albi, Cattedrale di S. Ceci·


lia 1282· 1390, pianta (Goti-
co). Copertura con volte a
crociera gravanti su soste-
gni murari discontinui e con-
tinui.

Roma, Pantheon, sec. Il, pianta a due di·


versi livelli con protezione della cupola a
cassettoni. Copertura spingente su so·
stegno continuo in muratura parzlal· Greenwich, Oueen's House, 1616-
mente svuotalo all'Interno. 35, P!anta. Struttura pesante.
36

Roma, S.S. Luca e Martina 1635-


68, pianta. Copertura con volte a
botte e cupola centrale gravanti
su strutture murarle pesanti (Ba-
rocco). L Vanvitelll. Caserta, palazzo reale,
1752, pianta. Struttura pesante.

Londra, st. Martin in·the-Field, 1721·26. Coper·


tura con volte gravanti su strutture pesanti
continue e discontinue (Barocco).

Struttura lntelalata In C.A. • l ..

Struttura lntelalata In acciaio · grandi magazzini • • •


Kudamm · Eck · Berlino.

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