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TEORIA E PRATICA
DEL DISEGNO
Editori Laterza
Il disegno costituisce uno strumento indispensabile, sia per rappre- fondamentale come quello di «punto improprio» . L'esperienza dimo-
sentare l'ambiente in cui viviamo, sia per progettarne le trasforma- stra che questi concetti, se esposti con semplicità, possono essere
zioni, sia per analizzare le opere d'arte . La rappresentazione grafica, recepiti, anche in giovane età, con risultati molto confortanti . Per
infatti, svolge non solo il ruolo di mezzo di comunicazione, ma raggiungere questo scopo abbiamo posto particolare cura per ottenere
anche di strumento formativo e, al tempo stesso, di medium inso- un testo scritto chiaro e argomentato, che illustrasse nella maniera
stituibile per la lettura della complessa realtà che ci circonda. Solo migliore le relazioni spaziali, i princìpi teorici e le proprietà proiettive
disegnando uno spazio architettonico, un albero o un qualsiasi altro delle figure piane. Partendo da questi concetti, abbiamo sviluppato
elemento, si riesce a scoprirne l'intima struttura, che normalmente i tradizionali metodi della Geometria descrittiva, ponendo alla base
sfugge agli sguardi frettolosi, ma che non può sfuggire al disegnatore, di essi i concetti proiettivi, ma mantenendo l'esposizione ad un livello
il quale deve valutare i rapporti, le proporzioni, gli elementi carat- essenziale e accessibile.
terizzanti, i valori chioroscurali, per tradurli in immagini. Anche La struttura del libro è stata concepita in modo tale da consentirne
matematici e scienziati, abituati ad operare mediante rappresentazioni una facile consultazione. A tal fine si è preferito organizzare tutta
numeriche, riconoscono l'insostituibile funzione della rappresentazio- la disciplina in due parti: una prima, dedicata ai fondamenti teorici
ne grafica, effettuata per mezzo di modelli analogici, per visualizzare del disegno, nella quale sono sviluppati i problemi della percezione
e controllare le proprie idee. Il disegno, infatti, costituisce uno dei visiva, le simbologie, le norme grafiche, i metodi della Geometria
principali mezzi per costruire un modello analogico, dal momento descrittiva e la cosiddetta Teoria delle ombre; una seconda, dedicata
che consente di riprodurre un oggetto attraverso una sua simulazione, alle applicazioni del disegno per il progetto architettonico, per l'ur-
ottenuta mediante pochi segni tracciati su di un piano. Si realizza banistica, per il rilevamento, per la rappresentazione dei dati numerici
così un'immagine costituita da una serie di elementi legati tra loro e per il disegno assistito dal computer.
dalla stessa legge che lega le parti dell'oggetto rappresentato. Nello sviluppare gli argomenti, ci si è discostati dai tradizionali
testi di disegno, che prediligono risolvere problemi astratti, quali
Trasferire nella didattica del disegno questi semplici concetti è un
la rappresentazione di solidi, con i relativi esercizi connessi . Si è
compito assai complesso e delic~to. Una lunga esperienza, maturata preferito, invece, sviluppare attraverso alcuni problemi grafici elemen-
nell 'insegnamento delle Applicazioni di Geometria descrittiva e del tari la rappresentazione degli enti geometrici fondamentali (punto,
disegno e rilievo, ci hanno convinto dell'impossibilità di separare i retta e piano), partendo dai quali sarà poi possibile affrontare e
concetti teorici della Geometria descrittiva, che sono alla base del risolvere problemi anche molto complessi. Per quanto attiene alla
disegno, dalla pratica attuazione di esso. In altre parole, riteniamo Teoria delle ombre, si è preferito trattarla unitariamente, dopo i
che, anche ai giovani studenti della scuola media superiore, sia in- metodi di rappresentazione, onde svolgere i concetti teorici e veri-
dispensabile insegnare concetti fondamentali , quali quello di «proie- ficarne la simultanea applicazione in proiezione ortogonale, assono-
zione e sezione» mutuati dalla Geometria proiettiva, che costituiscono metrica e prospettica .
il fondamento teorico di tutti i metodi di rappresentazione. ~ inoltre Nel capitolo dedicato al disegno di progetto, si presentano progetti
errato insegnare la prospettiva, senza aver introdotto un concetto diversificati per soggetti, al fine di offrire una gamma di tipologie
V
edilizie sufficientemente ampia. I progetti sono stati selezionati, oltre
che per le loro intrinseche qualità, anche per offrire un panorama
articolato sul diverso modo di utilizzare il mezzo grafico da parte
di ciascun progettista.
Si è, inoltre, prestata particolare attenzione alla rappresentazione
grafica dei dati numerici, mediante diagrammi, istogrammi, ecc. Que-
sto argomento, infatti, va assumendo sempre maggiore rilevanza,
per la pressante esigenza di evidenziare in modo rapido e ben visibile
dati numerici spesso di difficile lettura.
Nell'ultimo capitolo è stato affrontato un argomento di grande at-
tualità: il disegno automatico eseguito con l'ausilio del computer.
Si è qui cercato di raccordare i princìpi teorici della Geometria
descrittiva con la rappresentazione automatica fornendo i concetti
spaziali e i programmi idonei a· realizzare, anche con un persona)
computer di modeste capacità, prospettive e assonometrie .
Infine, per favorire l'attività didattica, abbiamo proposto una serie
di esercizi che consentono di pervenire ad un buon livello di cono-
scenza dei fondamenti teorici, indispensabili per utilizzare corretta-
mente il disegno.
M.D.
Roma, novembre 1986
7. Teoria delle ombre
1. SORGENTE E RAGGI LUMINOSI rispetto a ll 'oggetto, i raggi luminosi che lo colpiscono definiscono
un cono che ha per vertice la sorgente luminosa e per direttrice la
L'impiego delle ombre nella rappresentazione prospettica, assonome- separatrice d 'ombra che si forma su ll 'oggetto medesimo (fig. le). Nel
trica e ortogonale non solo migliora la qualità dell 'immagine, dandole caso rappresentato nella fig. le, la separatrice d'ombra è costituita
risalto, profondità e rea li smo, ma può anc he divenire un vero e da una circonferenza, il cui raggio è minore rispetto a quello della
proprio mezzo per il controll o progettuale. li prospetto di un edificio, sfera. Quando invece la sorgente Soo è posta a ll 'infinito, i raggi
ritmato dal chiaroscuro degli aggetti dei balconi, può essere modi- luminosi che colpi scono l'oggetto definiscono un cil indro, le cu i ge·
ficato in sede progettuale, aumentando o diminuendo tale aggetto, neratrici sono costituite dai raggi luminosi tangenti a lla sfera; inoltre,
dopo una verifica dell'«effetto » delle ombre, eseguite con una pro- in questo caso, la separatrice d'ombra coincide, come si 'può osservare,
spettiva nella quale sia costruito geometricamente l'andamento delle con la circonferenza che si ottiene, sezionando la sfera con un piano
ombre proprie e di quelle portate del prospetto. passante per il suo centro.
Lo studio geometrico che consente, una volta fissata la sorgente Nelle costruzioni che seguono, si utilizzerà, come sorgente luminosa,
.luminosa, di costruire, attraverso una serie di operazioni grafico-geo- il sole (luce naturale), poiché la quasi tota lità delle rappresentazioni
metriche; l'a ndamento delle ombre proprie e di quelle portate di è interessata da questo tipo di sorgente, mentre in casi assai rari
un determinato oggetto, prende il nome di «teo ria delle ombre». viene impiegata un a sorgente artificiale posta a distanza finita, quale
potrebbe essere una lampada o una candela. Nell'utilizzare il sole.
Si può dire, con accettabile approssimazione, che la luce è un fe- come sorgente luminosa , occorre ricordare che esso va immaginato
nomeno ondulatorio e che nello spazio in cui l'uomo opera, ogni come una so rgente puntiforme e disposta all'infinito, il che permette
se rie di onde luminose percorre una linea retta, a cui si dà il nome di eseguire alcune necessarie semplificazioni, mentre, come è noto.
di raggio di luce e che si assume come ente geometrico fondamenta le, il sole non è a distanza infinita e soprattutto non è puntiforme. In
nella ricostruzione del modello di luce. In questa accezione, il raggio particolare, quest'ultima circostanza non è priva di conseguenze, che
di luce è una retta orientata, individuata cioè, o ltre che da un possono essere osservate guardando con attenzione l'ombra di un
punto e da una direzione, come una qualsiasi retta, anche dal «verso». oggetto proiettata su un piano. Si nota allora che sul piano su cui
li «verso » del raggio di luce è quello individuato dal moto delle si genera l'ombra portata il passaggio dalla zona in luce a quella
onde luminose che si allontanano dalla propria sorgente. Nella ela- in ombra è mediato da una fascia di penombra, la dimensione della
borazione delle costruzioni, per semplicità saranno presi in esame quale aumenta, allontanando l'oggetto dal piano di proiezione . Tale
solo i casi costituiti da sorgenti di luci puntiformi , dalle quali fuo- fascia è generata dal fatto che il sole non è puntiforme e che.
riescono infiniti raggi luminosi e rettilinei (fig. la ). Quando la sor- pertanto, uno stesso punto della separatrice d 'ombra dell 'oggetto è
gente luminosa Soo è posta a distanza infinita rispetto all'oggetto, illuminato da raggi diversi della stessa sorgente luminosa determi·
i raggi luminosi costituiscono un fascio di rette parallele I (fig. lh ). nando con ciò lo sfa ldamento della proiezione. Ai fini delle costru·
La diversa disposizione della sorgente luminosa, rispetto a ll 'oggetto, zioni da esegu ire, non si terrà conto di questo fenomeno, considerata
determina due distinte conformazioni del fasc io di raggi che lo col- anche la scarsa incidenza sull'immagine co mplessiva delle ombre di
piscono (figg . lc-d). Quando la sorgente è posta a distanza finita un oggetto di grandi dimensioni.
156
e)
a)
Sco
Soo
b) d)
157
3. COSTRUZIONE DELLA SEPARATRICE D'OMBRA
PROPRIA
158
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a
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e
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I.
terminare direttamente il piano di luce tangente all'oggetto e nel le tangenti alla direttrice del cono sul piano a e si determinano i
è
ricavare i punti di tangenza. Nella figura si costruisce il raggio punti I e t,. Poiché il piano di luce tangente al cono passa per il
I-
luminoso passante per il vertice e si determina il punto V " di in- vertice V e per detti punti , la separatrice d 'ombra propria è costituita
:- tersezione di detto raggio con il piano a. Da tale punto si mandano dalle due generatri ci d'el cono g e g,.
6
4. LA RAPPRESENTAZIONE DELLA SORGENTE LUMI-
NOSA IN PROIEZIONE ORTOGONALE Soo
,-----------------------------+-----~
Data una sorgente luminosa Soo puntiforme, posta all'infinito, il /
7r1
fascio di raggi luminosi I paralleli può essere rappresentato proiet-
tando sui due piani di proi~zione TI , e TI , uno dei tanti raggi luminosi
(fig. 6a ).
Come si osserva nella fig. 6a , la pro1ez1one del raggio luminoso I L T
sui due piani di proiezione viene effettuata mediante due piani proiet-
tanti , perpendicolari a TI, e TI , e passanti per il raggio stesso. Tale
ope razione dà lu ogo a due proiezioni del raggio luminoso, sui due
piani di proiezione, definite mediante le rette / 1 e I, . In relazione
alla diversa inclinazione del raggio luminoso /, si hanno diverse
posizioni delle sue proiezioni I, e /, . Nell a pratica, tuttavia, si pre-
ferisce assumere proiezioni del raggio luminoso che formino, con a)
la linea di terra, un angolo di facile individuazione.
L'inclinazione maggiormente utilizzata è quella in cui le proiezioni
del raggio luminoso formano un angolo di 45° con la L.T. (figg. 6a-b ).
In rea ltà, in questo tipo di ombre, comunemente dette a 45°, non
è il raggio luminoso che forma un angolo di 45° con i piani di
proiezione: esso costituisce invece la diagonale di un cubo, le cu i
prime e seconde proiezioni formano, con la linea di terra, il suddetto L T
b)
ango lo: da qui il nome dato a questo tipo di ombre.
Un altro tipo di ombre, utilizzato nella doppia proiezione ortogona le,
è -quello rappresentato nella fig. 6c, in cui la seconda proiezione
del raggio luminoso forma un ·angolo di 60° con la linea di terra,
mentre il primo ne forma uno di 30°.
L
e)
159
5. DETERMINAZIONE DELLE OMBRE NELLE PROIE- 7
ZIONI ORTOGONALI
A * ,B* ,, e il diametro verticale DE, che dà luogo al segmento Nella fig. 8a, si sono costruite l'ombra propria e quella portata di
D * ,E* ,. Poiché i raggi che proiettano l'ombra del cerchio generano un prisma con la base poggiata sul piano 7t,. Anche in questo caso
un cilindro, che viene tagliato dal piano di proiezione 7t,, la proiezione l'ombra si spezza sui due piani di rappresentazione e la sua costru-
dell'ombra sul piano è costituita da un'ellisse, i cui diametri coniugati zione è realizzata trovando i punti di intersezione (tracce) dei raggi
sono formati dai due diametri del cerchio già individuati. Si completa passanti per la separatrice d'ombra propria con i due piani di proie-
il contorno dell'ombra portata costruendo l'ellisse con uno dei pro- zione. A tal proposito si consiglia di verificare alla p. 64, come si
cedimenti già illustrati (pp. 37-8). Come si può osservare nella figura, determinino le tracce di una retta, quando sono note le sue proiezioni.
l'ellisse incontra la linea di terra nei punti 1 e 2; ai fini della Nella fig. 8b si è costruita l'ombra di un cono circolare retto con
costruzione dell'ombra, interessa pertanto solo la parte inferiore alla la base poggiata sul primo piano di proiezione 7t 1• Si costruisce,
linea di terra. per il vertice del cono, una retta parallela al raggio luminoso; si
trova la intersezione V,* di questa retta con il primo piano di proie-
zione, senza tener conto della presenza del secondo . Dal punto V,*,
si mandano le tangenti alla direttrice del cono e si individuano i
punti di tangenza 3 e 4 del piano luminoso con la base del cono;
quindi si congiungono tali punti con la prima proiezione del vertice
V, e si ottengono le prime proiezioni della separatrice d'ombra pro-
pria. Mediante le linee di richiamo, le due generatrici si riportano
in seconda proiezione e si completa così la costruzione dell'ombra
propria.
L'ombra portata è definita in prima proiezione dalla linea congiun-
gente il punto V,* con i punti di tangenza alla base del cono.
Come si può osservare nella figura, l'ombra incontra la linea di
terra nei punti 1 e 2, interessando anche il secondo piano di proie-
zione. Per trovare l'ombra su quest'ultimo piano, si trova la seconda
traccia V2 * della retta passante per il vertice del cono; quindi si
congiunge il punto V2 * con i punti 1 e 2 della linea di terra e si
ha così l'ombra portata sul secondo piano.
160
L T
L T
~
/,
A, b)
a)
~
sul cilindro, si sono costruiti alcuni piani di luce verticali, con i
' .
~
quali si è sezionato il solido e si sono definiti i vari punti A''', C'',
D''', E" sul cilindro.
A conclusione della determinazione delle ombre, nelle proiezioni
ortogonali , è parso opportuno riportare alcune tavole di costruzioni 1!
di ombre relative ad alcune forme architettoniche. Le figg. 10, 11 ,
:
i
12 sono tratte dal volume del Peri Applicazioni di Geometria De- L I
I T
scrittiva (Firenze 1859). La cura e la precisione posta nelle costruzioni
di queste figure, dimostrano tutta l'importanza che si attribuiva, nel
secolo passato, a questa disciplina, sia come strumento per qualificare
le immagini , sia come mezzo per progettare correttamente le forme
architettoniche.
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6. RAPPRESENTAZIONE DELLA SORGENTE LUMINO- z' 13
SA IN ASSONOMETRIA
a)
Data una sorgente puntiforme S = , posta all'infinito, la sua rappre-
sentazione è definita, disegnando sul piano di quadro uno degli infiniti Sao
raggi luminosi l . Poiché questi ultimi sono individuati dalle rette l,
la loro rappresentazione, in assonometria, è data dalla proiezione
assonometrica vera del raggio l' e dalla sua prima proiezione asso-
nometrica /', (fig. 13a). B utile ricordare infatti che, in assonometria,
una retta è definita, quando si conoscono almeno due suoi elementi,
dai quali è sempre possibile ricavare gli altri (cfr. pp. 115-6). Come
si può osservare nella fig. 13a, la proiezione assonometrica del raggio z'
r~x
luminoso l' e la sua prima proiezione /', individuano il piano di
luce verticale À., che consente di determinare l'inclinazione del raggio I'1
luminoso rispetto ai piani della terna cartesiana e quindi di posizio-
~
nare la sorgente luminosa secondo la direzione che si intende farle y'
assumere.
b)
7. LA DETERMINAZIONE DELLE OMBRE IN ASSONO- o'
METRIA
dei piani di luce secanti, si indi viduano direttamente gli altri due X
spigoli orizzontali A'B' e B'C', che completano la separatrice d'om- I'
bra. Per trovare l'ombra portata sul piano y'x' del segmento verticale y '~
E'A', si traccia, per il punto A', una retta parallela alla direzione
165
15
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i;\
'lr,
a) b)
passare una retta parallela alla I', e si individua sulla direttrice il e, che costituisce l'inclinazione dei raggi luminosi rispetto al piano
punto / , in cui tale retta interseca la direttrice ; per tale punto si orizzontale, la distanza tra la fuga dei raggi luminosi F1 e quella
traccia una generatrice e si trova l'intersezione tra quest'ultima e il della sua prima proiezione Ft , aumenta proporzionalmente. In rela-
raggio luminoso in precedenza costruito per A , intersezione che for- zione a ciò, è possibile prefissare, attraverso la distanza delle due
nisce l'ombra di A all'interno del cilindro. Per determinare l'ombra fughe, l'angolo zenitale formato dai raggi luminosi. Aumentando l'an-
portata sul piano y'x', si proiettano tutti i punti della separatrice golo <p, che i raggi luminosi formano con la normale al quadro,
d 'ombra , come già si è illustrato negli esempi che precedono. aumenta proporzionalmente la distanza della fuga F1, dal punto prin-
Un esempio di costruzione delle ombre, in assonometria, di un e- cipale Oo.
dificio assai complesso è riportata nella fig. 16, alla p. 118. Quando la sorgente luminosa è situata di fronte all 'osservatore, come
nella fig. 15a, la fuga dei suoi raggi luminosi è situata al di sopra
dell'orizzonte e dalla stessa parte da cui provengono i raggi , mentre
quando è situata alle spalle dell'osservatore, come nella fig. 15b, la
8. RAPPRESENTAZIONE DELLA SORGENTE LUMINO- fuga dei raggi luminosi è situata al di sotto dell'orizzonte e dalla
SA IN PROSPETTIVA parte opposta rispetto a quella da cui provengono i raggi stessi.
Per determinare le ombre di un oggetto rappresentato in prospettiva , Utilizzando le osservazioni precedentemente illustrate, è possibile
occorre determinare sul piano di quadro la proiezione della sorgente rappresentare sul piano di quadro la sorgente luminosa secondo
luminosa. Poiché i raggi di luce /, provenienti dalla sorgente posta una precisa posizione nello spazio, che può anche corrispondere
all'infinito, costitui scono un fascio di rette parallele, queste conver- alla posizione del sole in un determinato giorno e a una determinata
gono sul piano di quadro in un punto (F/, fuga dei raggi luminosi), ora nel luogo in cui si prevede di situare l'oggetto da rappresentare.
che è possibile determinare. Nelle figg. 1Sa-b, sono riportati due sche- f: noto infatti che, relativamente a ogni luogo, giorno e ora, si
mi spaziali , i quali illustrano le operazioni che consentono di per- conosce la posizione del sole e quindi anche l'angolo zenitale dei
venire alla rappresentazione, sul quadro, dell'immagine del punto suoi raggi.
improprio dei raggi luminosi. Per determinare l'immagine di questo Nella fig. 16 si è determinata la posizione sul quadro della sorgente
punto, si conduce dal punto di vista O una retta parallela a un luminosa, avendo in precedenza stabilito l'ampiezza dell 'angolo oriz-
raggio luminoso /, fino a incontrare il quadro nel punto F1; si traccia zontale <p e di quello zenitale e dei raggi luminosi. Nella pianta si
poi , sempre per il punto di vista O, la parallela alla prima proiezione conduce per O , una retta che forma, con la normale al quadro, un an-
I , del raggio luminoso e si determina sull 'orizzonte il punto di fuga golo <p ; si trova poi l'intersezione di questa retta con la fondamen-
Ft della proiezione sul piano orizzontale dei raggi luminosi. li raggio tale e si determina la fuga i\. del piano luminoso. Si riporta poi la
luminoso I e la sua proiezione, passanti per O, individuano il piano distanza Hi\. sul piano di quadro e si traccia la retta verticale i\,
di luce À. verticale, la cui fuga i\. passa per Fl e Fl ,. Osservando la cui intersezione con l'orizzonte determina la fuga F1 , della prima
la fig. 15a, si nota che, aumentando l'ampiezza dell 'angolo zenitale proiezione dei raggi luminosi. Facendo centro nel punto Fl ,, si ribalta
166
16 il punto 0 "' su ll 'orizzonte e si determina il punto M1, a partire
dal quale si costruisce l'angolo e e si trova l'intersezione con la
fuga del piano di luce nel punto F1 cercato .
La costruzione sopra eseguita corrisponde ad aver effettuato il ribal-
tamento del piano di luce À. su l piano di quadro, in modo da avere
su quest'ultimo l'angolo e in vera forma.
f
19
168
essendo il segmento A'B' parallelo al piano orizzontale sul quale Nella fig. 19 si è determinata l'ombra di un portale, utilizzando la
proietta l'ombra, quest'ultima deve essere parallela allo spigolo; per- costruzione dei piani di luce per trovare l'ombra della pensilina
tanto si può congiungere il punto A*, già noto, con la fuga F, sul piano verticale .
dello spigolo A'B', determinando così l'ombra della retta cercata. Nella fig. 20 si è costruita l'ombra propria e portata di un edificio
Ripetendo la costruzione per gli altri spigoli che costituiscono la utilizzando il metodo dei piani di luce. Si osservi in particolare
separatrice d'ombra, si completa l'ombra portata sul piano orizzontale. l'ombra portata dall'abbaino sulla falda del tetto: lo spigolo verticale
Nella fig. 18 si è riproposta la stessa costruzione, introducendo una porta ombra in una retta, che ha fuga nel punto 1, intersezione tra
variante sul piano orizzontale, a cui si aggiunge un piano inclinato la fuga del piano del tetto i'a. e quella del piano di luce verticale
a (individuato dalla sua fuga i'a.); ovviamente la costruzione dell 'om- i'i:·
bra propria non varia , mentre subisce una variazione l'ombra portata,
per effetto del piano inclinato. Si determina dunque l'ombra dello
spigolo verticale A'E', il quale porta ombra su un segmento che
interseca la retta comune tra il piano orizzontale e quello inclinato
a, nel punto / , dal quale l'ombra cambia direzione. Per determinare
la nuova direzione, si costruisce il piano di luce verticale, che passa
per lo spigolo A'E'; tale piano ha fuga in i\, passante per FI ;
quindi si trova la retta di intersezione tra la fuga del piano di
luce i\ e la fuga del piano a , i'a.· la cui fuga è definita dal punto
F,. Poiché l'ombra portata sul piano a dallo spigolo verticale A'E'
è determinata dalla retta di intersezione tra questi due piani, si
congiunge il punto I con la fuga F, e si determina così la retta
ombra che, intersecata dal raggio passante per A', stacca su essa il
punto A ''' . Analogamente, per trovare l'ombra della retta passante
per lo spigolo A'B', si costruisce il piano luminoso che passa per
esso e si trova l'intersezione di questo con il piano a.. Il piano
luminoso passante per lo spigolo in esame ha la fuga i'i..,. individuata
dalla fuga F, dello spigolo stesso e dalla fuga F/ dei raggi luminosi.
Il punto 2, intersezione tra la fuga del piano di luce i'i.., e la fuga
i'a. del piano a. , costituisce il punto di fuga della retta di intersezione
tra i due piani; congiungendolo con il punto A "', si ottiene la retta
ombra sul piano a., sulla quale si può individuare il segmento cercato
congiungendo il punto B' con la fuga dei raggi luminosi Fi.
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