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MarioDocci

TEORIA E PRATICA
DEL DISEGNO

Editori Laterza
Il disegno costituisce uno strumento indispensabile, sia per rappre- fondamentale come quello di «punto improprio» . L'esperienza dimo-
sentare l'ambiente in cui viviamo, sia per progettarne le trasforma- stra che questi concetti, se esposti con semplicità, possono essere
zioni, sia per analizzare le opere d'arte . La rappresentazione grafica, recepiti, anche in giovane età, con risultati molto confortanti . Per
infatti, svolge non solo il ruolo di mezzo di comunicazione, ma raggiungere questo scopo abbiamo posto particolare cura per ottenere
anche di strumento formativo e, al tempo stesso, di medium inso- un testo scritto chiaro e argomentato, che illustrasse nella maniera
stituibile per la lettura della complessa realtà che ci circonda. Solo migliore le relazioni spaziali, i princìpi teorici e le proprietà proiettive
disegnando uno spazio architettonico, un albero o un qualsiasi altro delle figure piane. Partendo da questi concetti, abbiamo sviluppato
elemento, si riesce a scoprirne l'intima struttura, che normalmente i tradizionali metodi della Geometria descrittiva, ponendo alla base
sfugge agli sguardi frettolosi, ma che non può sfuggire al disegnatore, di essi i concetti proiettivi, ma mantenendo l'esposizione ad un livello
il quale deve valutare i rapporti, le proporzioni, gli elementi carat- essenziale e accessibile.
terizzanti, i valori chioroscurali, per tradurli in immagini. Anche La struttura del libro è stata concepita in modo tale da consentirne
matematici e scienziati, abituati ad operare mediante rappresentazioni una facile consultazione. A tal fine si è preferito organizzare tutta
numeriche, riconoscono l'insostituibile funzione della rappresentazio- la disciplina in due parti: una prima, dedicata ai fondamenti teorici
ne grafica, effettuata per mezzo di modelli analogici, per visualizzare del disegno, nella quale sono sviluppati i problemi della percezione
e controllare le proprie idee. Il disegno, infatti, costituisce uno dei visiva, le simbologie, le norme grafiche, i metodi della Geometria
principali mezzi per costruire un modello analogico, dal momento descrittiva e la cosiddetta Teoria delle ombre; una seconda, dedicata
che consente di riprodurre un oggetto attraverso una sua simulazione, alle applicazioni del disegno per il progetto architettonico, per l'ur-
ottenuta mediante pochi segni tracciati su di un piano. Si realizza banistica, per il rilevamento, per la rappresentazione dei dati numerici
così un'immagine costituita da una serie di elementi legati tra loro e per il disegno assistito dal computer.
dalla stessa legge che lega le parti dell'oggetto rappresentato. Nello sviluppare gli argomenti, ci si è discostati dai tradizionali
testi di disegno, che prediligono risolvere problemi astratti, quali
Trasferire nella didattica del disegno questi semplici concetti è un
la rappresentazione di solidi, con i relativi esercizi connessi . Si è
compito assai complesso e delic~to. Una lunga esperienza, maturata preferito, invece, sviluppare attraverso alcuni problemi grafici elemen-
nell 'insegnamento delle Applicazioni di Geometria descrittiva e del tari la rappresentazione degli enti geometrici fondamentali (punto,
disegno e rilievo, ci hanno convinto dell'impossibilità di separare i retta e piano), partendo dai quali sarà poi possibile affrontare e
concetti teorici della Geometria descrittiva, che sono alla base del risolvere problemi anche molto complessi. Per quanto attiene alla
disegno, dalla pratica attuazione di esso. In altre parole, riteniamo Teoria delle ombre, si è preferito trattarla unitariamente, dopo i
che, anche ai giovani studenti della scuola media superiore, sia in- metodi di rappresentazione, onde svolgere i concetti teorici e veri-
dispensabile insegnare concetti fondamentali , quali quello di «proie- ficarne la simultanea applicazione in proiezione ortogonale, assono-
zione e sezione» mutuati dalla Geometria proiettiva, che costituiscono metrica e prospettica .
il fondamento teorico di tutti i metodi di rappresentazione. ~ inoltre Nel capitolo dedicato al disegno di progetto, si presentano progetti
errato insegnare la prospettiva, senza aver introdotto un concetto diversificati per soggetti, al fine di offrire una gamma di tipologie

V
edilizie sufficientemente ampia. I progetti sono stati selezionati, oltre
che per le loro intrinseche qualità, anche per offrire un panorama
articolato sul diverso modo di utilizzare il mezzo grafico da parte
di ciascun progettista.
Si è, inoltre, prestata particolare attenzione alla rappresentazione
grafica dei dati numerici, mediante diagrammi, istogrammi, ecc. Que-
sto argomento, infatti, va assumendo sempre maggiore rilevanza,
per la pressante esigenza di evidenziare in modo rapido e ben visibile
dati numerici spesso di difficile lettura.
Nell'ultimo capitolo è stato affrontato un argomento di grande at-
tualità: il disegno automatico eseguito con l'ausilio del computer.
Si è qui cercato di raccordare i princìpi teorici della Geometria
descrittiva con la rappresentazione automatica fornendo i concetti
spaziali e i programmi idonei a· realizzare, anche con un persona)
computer di modeste capacità, prospettive e assonometrie .
Infine, per favorire l'attività didattica, abbiamo proposto una serie
di esercizi che consentono di pervenire ad un buon livello di cono-
scenza dei fondamenti teorici, indispensabili per utilizzare corretta-
mente il disegno.

M.D.
Roma, novembre 1986
7. Teoria delle ombre

CENNI STORICI Questo processo di codificazione può consi-


derarsi concluso nel 1862, con l'opera di J. _LIBER - ·o.._vINTV.S.- 24_9-
I primi studi sul la costruzione geometrica del- de La Gourneire (1814-83): Traité de la Per-
le ombre in prospettiva si devono all'opera spective lineaire contenant !es traces pouf /es .fl.!omoe/o 11uttrn ex bis ;,, fl'tioot inwniAtur "f/Artns Jìg11r4 tx
del grande matematico Guidobaldo del Monte tableaux plans et courbes, /es basseriliefs et ·;,, 'ftU t1nttt1. tiùtA font >fati/è (llljlAt • >
(1545-1607) e al suo trattato Perspectivae libri /es decorations theatrales, avec une theorie
sex pubblicato nel 1600. Nel libro V di questo des effects de perspective. In Italia, partico-
trattato, egli affronta il problema della rappre- larmente significativo fu il contributo offerto
sentazione delle ombre in prospettiva, gene- da D. Tessari, con l'opera La teoria delle Om-
rate da una sorgente luminosa posta a distan- bre e del Chiaro Scuro, pubblicata a Torino
za finita. Mentre la costruzione geometrica nel 1880, dove sono rilevabili alcuni apporti
delle ombre in prospettiva, dopo questa fon- originali alla definitiva messa a punto di que-
damentale opera, troverà molteplici contributi sto metodo.
da parte di matematici ed util izzatori (pittori,
architetti ecc.}, non altrettanto può dirsi per
le applicazioni della teoria delle ombre in
proiezione ortogonale, ove occorrerà attende-
re il contributo di G. Monge. Nelle sue celebri
lezioni, tenute all'Ecoles Normales, egli svilup-
pa la teoria delle proiezioni oblique (teoria
delle ombre). Dopo questo fondamentale lavo- o
ro la teoria delle ombre potrà contare su molti Costruzione dell'ombra di un solido in prospet-
altri contributi, tesi anche allo studio dei pro- tiva con sorgente luminosa posta a distanza
blemi del chiaroscuro e dell'illuminazione del- finita da I sei libri della prospettiva di Guidu-
le superfici. baldo del Monte (Pesaro 1600).

1. SORGENTE E RAGGI LUMINOSI rispetto a ll 'oggetto, i raggi luminosi che lo colpiscono definiscono
un cono che ha per vertice la sorgente luminosa e per direttrice la
L'impiego delle ombre nella rappresentazione prospettica, assonome- separatrice d 'ombra che si forma su ll 'oggetto medesimo (fig. le). Nel
trica e ortogonale non solo migliora la qualità dell 'immagine, dandole caso rappresentato nella fig. le, la separatrice d'ombra è costituita
risalto, profondità e rea li smo, ma può anc he divenire un vero e da una circonferenza, il cui raggio è minore rispetto a quello della
proprio mezzo per il controll o progettuale. li prospetto di un edificio, sfera. Quando invece la sorgente Soo è posta a ll 'infinito, i raggi
ritmato dal chiaroscuro degli aggetti dei balconi, può essere modi- luminosi che colpi scono l'oggetto definiscono un cil indro, le cu i ge·
ficato in sede progettuale, aumentando o diminuendo tale aggetto, neratrici sono costituite dai raggi luminosi tangenti a lla sfera; inoltre,
dopo una verifica dell'«effetto » delle ombre, eseguite con una pro- in questo caso, la separatrice d'ombra coincide, come si 'può osservare,
spettiva nella quale sia costruito geometricamente l'andamento delle con la circonferenza che si ottiene, sezionando la sfera con un piano
ombre proprie e di quelle portate del prospetto. passante per il suo centro.
Lo studio geometrico che consente, una volta fissata la sorgente Nelle costruzioni che seguono, si utilizzerà, come sorgente luminosa,
.luminosa, di costruire, attraverso una serie di operazioni grafico-geo- il sole (luce naturale), poiché la quasi tota lità delle rappresentazioni
metriche; l'a ndamento delle ombre proprie e di quelle portate di è interessata da questo tipo di sorgente, mentre in casi assai rari
un determinato oggetto, prende il nome di «teo ria delle ombre». viene impiegata un a sorgente artificiale posta a distanza finita, quale
potrebbe essere una lampada o una candela. Nell'utilizzare il sole.
Si può dire, con accettabile approssimazione, che la luce è un fe- come sorgente luminosa , occorre ricordare che esso va immaginato
nomeno ondulatorio e che nello spazio in cui l'uomo opera, ogni come una so rgente puntiforme e disposta all'infinito, il che permette
se rie di onde luminose percorre una linea retta, a cui si dà il nome di eseguire alcune necessarie semplificazioni, mentre, come è noto.
di raggio di luce e che si assume come ente geometrico fondamenta le, il sole non è a distanza infinita e soprattutto non è puntiforme. In
nella ricostruzione del modello di luce. In questa accezione, il raggio particolare, quest'ultima circostanza non è priva di conseguenze, che
di luce è una retta orientata, individuata cioè, o ltre che da un possono essere osservate guardando con attenzione l'ombra di un
punto e da una direzione, come una qualsiasi retta, anche dal «verso». oggetto proiettata su un piano. Si nota allora che sul piano su cui
li «verso » del raggio di luce è quello individuato dal moto delle si genera l'ombra portata il passaggio dalla zona in luce a quella
onde luminose che si allontanano dalla propria sorgente. Nella ela- in ombra è mediato da una fascia di penombra, la dimensione della
borazione delle costruzioni, per semplicità saranno presi in esame quale aumenta, allontanando l'oggetto dal piano di proiezione . Tale
solo i casi costituiti da sorgenti di luci puntiformi , dalle quali fuo- fascia è generata dal fatto che il sole non è puntiforme e che.
riescono infiniti raggi luminosi e rettilinei (fig. la ). Quando la sor- pertanto, uno stesso punto della separatrice d 'ombra dell 'oggetto è
gente luminosa Soo è posta a distanza infinita rispetto all'oggetto, illuminato da raggi diversi della stessa sorgente luminosa determi·
i raggi luminosi costituiscono un fascio di rette parallele I (fig. lh ). nando con ciò lo sfa ldamento della proiezione. Ai fini delle costru·
La diversa disposizione della sorgente luminosa, rispetto a ll 'oggetto, zioni da esegu ire, non si terrà conto di questo fenomeno, considerata
determina due distinte conformazioni del fasc io di raggi che lo col- anche la scarsa incidenza sull'immagine co mplessiva delle ombre di
piscono (figg . lc-d). Quando la sorgente è posta a distanza finita un oggetto di grandi dimensioni.

156
e)
a)

Sco
Soo

b) d)

Soo 2 2. OMBRA PROPRIA E OMBRA PORTATA

Se si osserva un parallelepipedo posto nello spazio a una certa


distanza da un piano a , colpito dai raggi del sole (fig. 2) , si può
0 notare che, essendo esso opaco, i raggi luminosi che lo investono
interrompono il loro percorso e illuminano solo le facce che colpi-
scono, mentre le altre rimangono in ombra. Pertanto, un oggetto
sottoposto all'azione dei raggi luminosi presenta alcune facce illumi-
nate e altre in ombra, a cui si suole dare il nome di ombra propria.
Osservando l'oggetto preso in esame, si nota che alcuni suoi spigoli
sono colpiti dai raggi luminosi in modo «radente»: si tratta , in
particolare, di quegli spigoli che separano due successive facce del
parallelepipedo, di cui una è illuminata e l'altra è in ombra. Questi
F raggi «radenti », ad esempio quelli che passano per lo spigolo DC,
proseguono la loro corsa e si arrestano sul piano a , dove proiettano
un segmento che divide il piano stesso in due parti; una in ombra
e l'altra in luce. In altre parole, gli spigoli che separano la parte
in luce da quella in ombra dell 'oggetto costituiscono la cosiddetta
separatrice d'ombra propria, la cui proiezione dalla sorgente lumi-
nosa determina il contorno dell 'ombra portata. li ragionamento può
sembrare complesso, ma l'osservazione della fig. 2 dovrebbe togliere
ogni dubbio sul comportamento nello spazio dei raggi luminosi e
sul loro effetto di proiezione sul piano a. Una esemplificazione del
comportamento dei raggi luminosi su un mattone è riprodotta nella
fig. 3.
Si può quindi dire che il contorno d 'ombra propria di un oggetto
è il luogo geometrico dei punti illuminati da luce radente, ossia è
il luogo di contatto delle tangenti condotte dalla sorgente luminosa
alla superficie dell 'oggetto stesso. Va inoltre ricordato che il contorno
d'ombra propria di un oggetto coincide con il contorno apparente
dello stesso, se osservato da un punto di vista posto sulla sorgente
1umi nosa.

157
3. COSTRUZIONE DELLA SEPARATRICE D'OMBRA
PROPRIA

Vista l'importanza della separatrice d 'o mbra propria , è consigliabile,


indipendentemente dal metodo di rappresentazione usato, procedere
innanzitutto alla sua determinazione. Questa delicata operazione può
essere condotta intervenendo direttamente sull'oggetto, osservando
la d irezione dei raggi luminosi e avvalendosi dell 'es perienza perso·
nate. Quando ciò non sia possibile, si consiglia di adottare uno
dei molti metodi escogitati per eseguire questa costruzione, fra i
quali uno dei più semplici è il cosiddetto metodo dei piani di luce
secanti , illustrato nella fig. 4 , dove si è rappresentato un cubo nello
spazio; fissata la direzione dei raggi luminosi I e della sua prima
proiezione /'sul piano a., su cui poggia il cubo.
li metodo consiste nel determinare dei piani di luce À., individuati
dalla direzione luminosa I e dalla sua prima proiezione /', e nel
3 sezionare l'oggetto con alcuni di questi piani. Ad esempio, uno di
tali piani seziona il cubo secondo il rettangolo I 2 J 4; si costruiscono
due raggi luminosi I, tangenti a detto rettangolo e si individuano i
punti di tangenza 1 e 2, che appartengono alla separatrice d 'ombra
propria. Avendo accertato che il punto I , appartenente allo spigolo
BC, è separatore d'ombra, anche lo spigolo lo è; questa costruzione
può essere dunque condotta per un numero limitato di piani sezione,
per completare la separatrice. Ad esempio, mandando la tangente
alla base del cubo con la direzione della prima proiezione del raggio
Da quanto si è detto, si comprende quale importanza rivesta , nella
costruzione delle ombre, l'esatta definizione del contorno apparente /', si individuano i punti di tangenza in A e F e di conseguenza i
di ombra propria , dal momento che essa consente di individuare due spigoli verticali AB ed EF sono entrambi separatori d 'ombra.
quale sia la parte in luce e quale quella in ombra propria; inoltre Un altro metodo per determinare la separatrice d 'ombra propria è
la proiezione di· tale contorno dalla sorgente luminosa permette di quello cosiddetto dei piani di luce tangenziali (fig . 5), per determi-
determinare anche il perimetro dell 'o mbra portata. nare la separatrice d'ombra di un cono. 11 metodo consiste nel de-

158
5

~
)

{'
a
)

e
o

I.
terminare direttamente il piano di luce tangente all'oggetto e nel le tangenti alla direttrice del cono sul piano a e si determinano i
è
ricavare i punti di tangenza. Nella figura si costruisce il raggio punti I e t,. Poiché il piano di luce tangente al cono passa per il
I-
luminoso passante per il vertice e si determina il punto V " di in- vertice V e per detti punti , la separatrice d 'ombra propria è costituita
:- tersezione di detto raggio con il piano a. Da tale punto si mandano dalle due generatri ci d'el cono g e g,.

6
4. LA RAPPRESENTAZIONE DELLA SORGENTE LUMI-
NOSA IN PROIEZIONE ORTOGONALE Soo

,-----------------------------+-----~
Data una sorgente luminosa Soo puntiforme, posta all'infinito, il /
7r1
fascio di raggi luminosi I paralleli può essere rappresentato proiet-
tando sui due piani di proi~zione TI , e TI , uno dei tanti raggi luminosi
(fig. 6a ).
Come si osserva nella fig. 6a , la pro1ez1one del raggio luminoso I L T
sui due piani di proiezione viene effettuata mediante due piani proiet-
tanti , perpendicolari a TI, e TI , e passanti per il raggio stesso. Tale
ope razione dà lu ogo a due proiezioni del raggio luminoso, sui due
piani di proiezione, definite mediante le rette / 1 e I, . In relazione
alla diversa inclinazione del raggio luminoso /, si hanno diverse
posizioni delle sue proiezioni I, e /, . Nell a pratica, tuttavia, si pre-
ferisce assumere proiezioni del raggio luminoso che formino, con a)
la linea di terra, un angolo di facile individuazione.
L'inclinazione maggiormente utilizzata è quella in cui le proiezioni
del raggio luminoso formano un angolo di 45° con la L.T. (figg. 6a-b ).
In rea ltà, in questo tipo di ombre, comunemente dette a 45°, non
è il raggio luminoso che forma un angolo di 45° con i piani di
proiezione: esso costituisce invece la diagonale di un cubo, le cu i
prime e seconde proiezioni formano, con la linea di terra, il suddetto L T
b)
ango lo: da qui il nome dato a questo tipo di ombre.
Un altro tipo di ombre, utilizzato nella doppia proiezione ortogona le,
è -quello rappresentato nella fig. 6c, in cui la seconda proiezione
del raggio luminoso forma un ·angolo di 60° con la linea di terra,
mentre il primo ne forma uno di 30°.
L
e)

159
5. DETERMINAZIONE DELLE OMBRE NELLE PROIE- 7
ZIONI ORTOGONALI

Per semplicità, tutte le costruzioni che seguono sono state realizzate


utilizzando raggi luminosi , le cui proiezioni formano un angolo di
C2
A,,.,_~~~~---~~~~-<1182
45° con la linea di terra. Occorre tuttavia ricordare che la diversa
inclinazione dei raggi luminosi non modifica le costruzioni delle
ombre. ·
Dato un cerchio disposto verticalmente, si vuole trovare l'ombra
portata sui due piani di proiezione. Si richiama l'attenzione su questo
caso particolare, poiché essendo il cerchio privo di spessore, non è
possibile trovare la separatrice d'ombra propria (fig. 7). La separatrice
d 'ombra è, infatti , costituita dal perimetro stesso del cerchio; pertanto
L T
la determinazione delle ombre portate consiste nel proiettare la cir-
conferenza sui due piani di proiezione. Per facilitare la costruzione
grafica, è utile ipotizzare la presenza di un solo piano di proiezione
alla volta e quindi costruire l'ombra portata su tale piano, per poi
passare all'altro. Per trovare l'ombra sul secondo piano di proiezione,
si fanno passare, per le proiezioni del centro del cerchio, é, e e,,
due rette parallele alle proiezioni dei raggi luminosi; poi si determina
il punto C, '' di intersezione della retta con il piano 7t 2 (sua seconda
traccia). Poiché il cerchio è disposto parallelamente al secondo piano
di proiezione, l'ombra su di esso è costituita da un cerchio di raggio
uguale a quello dato. Pertanto, con centro nel punto C''' 2 , si costruisce
una circonforenza di raggio noto, che costituisce il perimetro dell'om-
bra portata su 7t 2 . Il cerchio così costruito taglia la linea di terra
nei punti 1 e 2, cosicché solo la parte superiore alla l.inea di terra
è visibile, mentre la parte inferiore è coperta dal primo piano di
proiezione. Per determinare la proiezione del perimetro del cerchio
sul piano di proiezione 7t , , si proiettano, mediante le direzioni /, e
l,, il diam.etro orizzontale del cerchio, AB, che dà luogo al segmento

A * ,B* ,, e il diametro verticale DE, che dà luogo al segmento Nella fig. 8a, si sono costruite l'ombra propria e quella portata di
D * ,E* ,. Poiché i raggi che proiettano l'ombra del cerchio generano un prisma con la base poggiata sul piano 7t,. Anche in questo caso
un cilindro, che viene tagliato dal piano di proiezione 7t,, la proiezione l'ombra si spezza sui due piani di rappresentazione e la sua costru-
dell'ombra sul piano è costituita da un'ellisse, i cui diametri coniugati zione è realizzata trovando i punti di intersezione (tracce) dei raggi
sono formati dai due diametri del cerchio già individuati. Si completa passanti per la separatrice d'ombra propria con i due piani di proie-
il contorno dell'ombra portata costruendo l'ellisse con uno dei pro- zione. A tal proposito si consiglia di verificare alla p. 64, come si
cedimenti già illustrati (pp. 37-8). Come si può osservare nella figura, determinino le tracce di una retta, quando sono note le sue proiezioni.
l'ellisse incontra la linea di terra nei punti 1 e 2; ai fini della Nella fig. 8b si è costruita l'ombra di un cono circolare retto con
costruzione dell'ombra, interessa pertanto solo la parte inferiore alla la base poggiata sul primo piano di proiezione 7t 1• Si costruisce,
linea di terra. per il vertice del cono, una retta parallela al raggio luminoso; si
trova la intersezione V,* di questa retta con il primo piano di proie-
zione, senza tener conto della presenza del secondo . Dal punto V,*,
si mandano le tangenti alla direttrice del cono e si individuano i
punti di tangenza 3 e 4 del piano luminoso con la base del cono;
quindi si congiungono tali punti con la prima proiezione del vertice
V, e si ottengono le prime proiezioni della separatrice d'ombra pro-
pria. Mediante le linee di richiamo, le due generatrici si riportano
in seconda proiezione e si completa così la costruzione dell'ombra
propria.
L'ombra portata è definita in prima proiezione dalla linea congiun-
gente il punto V,* con i punti di tangenza alla base del cono.
Come si può osservare nella figura, l'ombra incontra la linea di
terra nei punti 1 e 2, interessando anche il secondo piano di proie-
zione. Per trovare l'ombra su quest'ultimo piano, si trova la seconda
traccia V2 * della retta passante per il vertice del cono; quindi si
congiunge il punto V2 * con i punti 1 e 2 della linea di terra e si
ha così l'ombra portata sul secondo piano.

160
L T
L T

~
/,
A, b)
a)

Nella fig. 9 s1 e costruita l'ombra propri~ di un solido, costituito 9


da un cilindro con sovrapposto un parallelepipedo. Si può notare
che il parallelepipedo porta ombra sul cilindro, cosicché in questo
casò è più corretto parlare di «ombra autoportata» che di ombra
propria. La costruzione non presenta particolari difficoltà e la sua
esecuzione è stata condotta secondo i principi già illustrati.
Per trovare l'ombra portata dallo spigolo AE del parallelepipedo

~
sul cilindro, si sono costruiti alcuni piani di luce verticali, con i
' .
~
quali si è sezionato il solido e si sono definiti i vari punti A''', C'',
D''', E" sul cilindro.
A conclusione della determinazione delle ombre, nelle proiezioni
ortogonali , è parso opportuno riportare alcune tavole di costruzioni 1!
di ombre relative ad alcune forme architettoniche. Le figg. 10, 11 ,
:
i
12 sono tratte dal volume del Peri Applicazioni di Geometria De- L I
I T
scrittiva (Firenze 1859). La cura e la precisione posta nelle costruzioni
di queste figure, dimostrano tutta l'importanza che si attribuiva, nel
secolo passato, a questa disciplina, sia come strumento per qualificare
le immagini , sia come mezzo per progettare correttamente le forme
architettoniche.

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Fig. 1O. Ombre in proiezioni ortogonali di una base di una co- I(


lonna, di un capitello, di una cornice e di una colonnina da
balaustra; la sorgente luminosa è disposta in modo da avere
la prima e la seconda proiezione del raggio luminoso inclinate
di 45° rispetto alla linea di terra. La linea separatrice d'ombra
propria è determinata con il metodo dei piani secanti . La costru-
zione delle ombre proprie autoportate è eseguita mediante i
procedimenti già illustrati per le figg. 7, 8, 9. La figura è tratta
dal volume del Peri, Applicazioni di Geometria Descrittiva, pub-
blicato a Firenze nel 1859. Si osservi l'accurata esecuzione delle
costruzioni e l'abilità grafica dell'autore ben evidenziata dal di-
segno.

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Fig. 11. Ombre in proiezioni ortogonali di un'elica, di una base 11


e di un capitello di una parasta di un timpano di finestra ; la
sorgente luminosa è disposta in posizione generica nella costru-
zione dell 'elica, mentre è disposta in modo da avere la prima
e la seconda proiezione del raggio luminoso inclinate di 45°
rispetto alla linea di terra , nelle altre costruzioni. La separatrice
d'ombra propria sull'elica è determinata mediante una serie di
coni tangenti alla medesima (metodo dei piani di luce tangenziali,
vedi fig. 5) . Le ombre proprie e quelle portate sono differenziate
da una diversa inclinazione del tratteggio. La figura è tratta
dal volume del Peri, Applicazioni di Geometria Descrittiva pub-
blicato a Firenze nel 1859.

163
\

p •

.P'

Fig . 12. Ombre in proiezioni ortogonali ·di una nicchia a sezione 12


semicircolare e di un anello a sezione circolare {toro}; la sorgente
luminosa è disposta in posizione generica . La separatrice d'om-
bra portata , all 'interno della nicchia, è ottenuta mediante una
serie di piani sezione; la costruzione è facilitata dal ribaltamento
della sezione , effettuato con un piano di luce passante per G'H'.
Della superficie torica è stata determinata l'ombra propria e quel-
la portata sui due piani di proiezione . La costruzione grafica
segue i procedimenti illustrati per la fig . 7. La figura è tratta
dal volume del Peri, Applicazioni di Geometria Descrittiva pub-
blicato a Firenze nel 1859.

164
6. RAPPRESENTAZIONE DELLA SORGENTE LUMINO- z' 13
SA IN ASSONOMETRIA
a)
Data una sorgente puntiforme S = , posta all'infinito, la sua rappre-
sentazione è definita, disegnando sul piano di quadro uno degli infiniti Sao
raggi luminosi l . Poiché questi ultimi sono individuati dalle rette l,
la loro rappresentazione, in assonometria, è data dalla proiezione
assonometrica vera del raggio l' e dalla sua prima proiezione asso-
nometrica /', (fig. 13a). B utile ricordare infatti che, in assonometria,
una retta è definita, quando si conoscono almeno due suoi elementi,
dai quali è sempre possibile ricavare gli altri (cfr. pp. 115-6). Come
si può osservare nella fig. 13a, la proiezione assonometrica del raggio z'

r~x
luminoso l' e la sua prima proiezione /', individuano il piano di
luce verticale À., che consente di determinare l'inclinazione del raggio I'1
luminoso rispetto ai piani della terna cartesiana e quindi di posizio-

~
nare la sorgente luminosa secondo la direzione che si intende farle y'
assumere.
b)
7. LA DETERMINAZIONE DELLE OMBRE IN ASSONO- o'
METRIA

Data la rappresentazione assonometrica di un cubo e fissata la sor-


gente luminosa, si vogliono determinare le ombre proprie e portate
di esso (fig. 13b). Si determina la separatrice d'ombra propria trac-
ciando le tangenti alla base del cubo con due rette parallele alla
prima proiezione del raggio luminoso l', e si individuano gli spigoli
verticali A'E' e C'G', separatori d'ombra. Senza ricorrere al metodo I

dei piani di luce secanti, si indi viduano direttamente gli altri due X
spigoli orizzontali A'B' e B'C', che completano la separatrice d'om- I'
bra. Per trovare l'ombra portata sul piano y'x' del segmento verticale y '~
E'A', si traccia, per il punto A', una retta parallela alla direzione

14 del raggio luminoso /' ; si trova l'intersezione tra questa retta e il


z' piano assonometr ico nel punto A*, che costitu isce la prima traccia
de lla retta parallela a /' passante per A'. Con analogo procedimento
si determinano le proiezioni degli altri punti della separatrice d'ombra
portata su l piano y'x'. Occorre osservare che, nella rappresentazione
assonometrica, rette parallele conservano, nella proiezione, il loro
paralle lismo ; pertanto lo spigolo orizzontale del cubo A'B' proietta
la propria ombra sul piano y'x' ad esso parallelo, determinando un
segmento A " B", che mantiene il p~rallelismo anche a proiezione
avvenuta.
Ne lla fig. 14 si so no determinate le ombre, in assonometria , di un
cilindro cavo, appoggiato con una generatrice al piano orizzontale
e avente le duè direttrici di sposte su piani paralleli al terzo piàno
di proiezione. Si fis sa la sorgente lumin osa /', appartenente al piano
luminoso vertica le À., e si ricavano la prima proiezione /', del raggio
luminoso e la terza proiezione I',. Quest'ultima diviene indispensabi le,
nel caso in esame, poiché occorre determinare qua le delle generatrici
del ci lindro costituisca la separatrice d'ombra propria ; poiché la
terza proiezione del raggio luminoso /', appartiene a ll o stesso piano
delle due direttrici del cilindro, è possibi le mandare due tangenti
alle due direttrici, con le quali si determinano i punti di tangenza
I e t', per i quali passano le due generatrici separatrici di ombra;
il completamento della separatrice d'ombra , come si vede nella figura,
è costituito da una porzione della djrettrice del cilindro compresa
nel tratto che intercorre tra i due punti di tangenza , individuati
dalle generatrici separatrici d'ombra.
Poiché il ci lindro è cavo, nella faccia individuata dalla direttrice
anteriore penetra la luce e un tratto della curva direttrice porta
ombra all 'interno del cilindro: ad esempio, il punto A porta ombra
nel punto A "' . Per trovare l'ombra del punto A, si costruisce per
esso una retta parallela a l raggio luminoso /'; quindi per A si fa

165
15

'
i;\

'lr,
a) b)

passare una retta parallela alla I', e si individua sulla direttrice il e, che costituisce l'inclinazione dei raggi luminosi rispetto al piano
punto / , in cui tale retta interseca la direttrice ; per tale punto si orizzontale, la distanza tra la fuga dei raggi luminosi F1 e quella
traccia una generatrice e si trova l'intersezione tra quest'ultima e il della sua prima proiezione Ft , aumenta proporzionalmente. In rela-
raggio luminoso in precedenza costruito per A , intersezione che for- zione a ciò, è possibile prefissare, attraverso la distanza delle due
nisce l'ombra di A all'interno del cilindro. Per determinare l'ombra fughe, l'angolo zenitale formato dai raggi luminosi. Aumentando l'an-
portata sul piano y'x', si proiettano tutti i punti della separatrice golo <p, che i raggi luminosi formano con la normale al quadro,
d 'ombra , come già si è illustrato negli esempi che precedono. aumenta proporzionalmente la distanza della fuga F1, dal punto prin-
Un esempio di costruzione delle ombre, in assonometria, di un e- cipale Oo.
dificio assai complesso è riportata nella fig. 16, alla p. 118. Quando la sorgente luminosa è situata di fronte all 'osservatore, come
nella fig. 15a, la fuga dei suoi raggi luminosi è situata al di sopra
dell'orizzonte e dalla stessa parte da cui provengono i raggi , mentre
quando è situata alle spalle dell'osservatore, come nella fig. 15b, la
8. RAPPRESENTAZIONE DELLA SORGENTE LUMINO- fuga dei raggi luminosi è situata al di sotto dell'orizzonte e dalla
SA IN PROSPETTIVA parte opposta rispetto a quella da cui provengono i raggi stessi.

Per determinare le ombre di un oggetto rappresentato in prospettiva , Utilizzando le osservazioni precedentemente illustrate, è possibile
occorre determinare sul piano di quadro la proiezione della sorgente rappresentare sul piano di quadro la sorgente luminosa secondo
luminosa. Poiché i raggi di luce /, provenienti dalla sorgente posta una precisa posizione nello spazio, che può anche corrispondere
all'infinito, costitui scono un fascio di rette parallele, queste conver- alla posizione del sole in un determinato giorno e a una determinata
gono sul piano di quadro in un punto (F/, fuga dei raggi luminosi), ora nel luogo in cui si prevede di situare l'oggetto da rappresentare.
che è possibile determinare. Nelle figg. 1Sa-b, sono riportati due sche- f: noto infatti che, relativamente a ogni luogo, giorno e ora, si
mi spaziali , i quali illustrano le operazioni che consentono di per- conosce la posizione del sole e quindi anche l'angolo zenitale dei
venire alla rappresentazione, sul quadro, dell'immagine del punto suoi raggi.
improprio dei raggi luminosi. Per determinare l'immagine di questo Nella fig. 16 si è determinata la posizione sul quadro della sorgente
punto, si conduce dal punto di vista O una retta parallela a un luminosa, avendo in precedenza stabilito l'ampiezza dell 'angolo oriz-
raggio luminoso /, fino a incontrare il quadro nel punto F1; si traccia zontale <p e di quello zenitale e dei raggi luminosi. Nella pianta si
poi , sempre per il punto di vista O, la parallela alla prima proiezione conduce per O , una retta che forma, con la normale al quadro, un an-
I , del raggio luminoso e si determina sull 'orizzonte il punto di fuga golo <p ; si trova poi l'intersezione di questa retta con la fondamen-
Ft della proiezione sul piano orizzontale dei raggi luminosi. li raggio tale e si determina la fuga i\. del piano luminoso. Si riporta poi la
luminoso I e la sua proiezione, passanti per O, individuano il piano distanza Hi\. sul piano di quadro e si traccia la retta verticale i\,
di luce À. verticale, la cui fuga i\. passa per Fl e Fl ,. Osservando la cui intersezione con l'orizzonte determina la fuga F1 , della prima
la fig. 15a, si nota che, aumentando l'ampiezza dell 'angolo zenitale proiezione dei raggi luminosi. Facendo centro nel punto Fl ,, si ribalta

166
16 il punto 0 "' su ll 'orizzonte e si determina il punto M1, a partire
dal quale si costruisce l'angolo e e si trova l'intersezione con la
fuga del piano di luce nel punto F1 cercato .
La costruzione sopra eseguita corrisponde ad aver effettuato il ribal-
tamento del piano di luce À. su l piano di quadro, in modo da avere
su quest'ultimo l'angolo e in vera forma.

9. LA DETERMINAZIONE DELLE OMBRE IN PROSPET·


o Ml 1 o TIVA
e
Dati, in prospettiva, un parallelepipedo e la sorgente luminosa (ipo-
tizzata alle spalle dell'osservatore), si vogliono determinare le ombre
proprie e portate di esso (fig. 17) . Si determina, in primo luogo,
la separatrice d 'ombra propria, utilizzando uno dei procedimenti il-
lustrati alle pp. 154-5. Nel caso in esame, si mandano dalla Fl, le
f H f tangenti alla base del parallelepipedo e si determinano i due spigoli
verticali A'E' e C'G', separatori di ombra. La posizione della fuga
dei raggi luminosi Fl indica chiaramente che la separatrice d'ombra
f f
è completata dai due spigoli orizzontali A'B' e B'C'. Determinata
H i\ la separatrice d 'ombra, che nel caso dei solidi è costituita da una
linea spezzata chiusa, sono anche definite la parte del solido in
ombra (propria) e quella in luce.
Per determinare invece l'ombra portata sul piano orizzonta le (geo-
metrale), si proietta dalla sorgente luminosa la separatrice d'ombra
propria sul piano orizzonta le. Per individuare l'ombra dello spigolo
verticale E'A', si congiunge il punto E' con F1 , e il punto A' con
la fuga F1; l'incontro delle due proiettanti determina il punto A '",
ombra portata del punto A'. Per individuare poi l'ombra dello spigolo
orizzonta le A'B', si può seguire la stessa costruzio ne, trovando l'om-
bra del punto B', oppure è possibile sfruttare la circostanza che,
01
17

f
19

168
essendo il segmento A'B' parallelo al piano orizzontale sul quale Nella fig. 19 si è determinata l'ombra di un portale, utilizzando la
proietta l'ombra, quest'ultima deve essere parallela allo spigolo; per- costruzione dei piani di luce per trovare l'ombra della pensilina
tanto si può congiungere il punto A*, già noto, con la fuga F, sul piano verticale .
dello spigolo A'B', determinando così l'ombra della retta cercata. Nella fig. 20 si è costruita l'ombra propria e portata di un edificio
Ripetendo la costruzione per gli altri spigoli che costituiscono la utilizzando il metodo dei piani di luce. Si osservi in particolare
separatrice d'ombra, si completa l'ombra portata sul piano orizzontale. l'ombra portata dall'abbaino sulla falda del tetto: lo spigolo verticale
Nella fig. 18 si è riproposta la stessa costruzione, introducendo una porta ombra in una retta, che ha fuga nel punto 1, intersezione tra
variante sul piano orizzontale, a cui si aggiunge un piano inclinato la fuga del piano del tetto i'a. e quella del piano di luce verticale
a (individuato dalla sua fuga i'a.); ovviamente la costruzione dell 'om- i'i:·
bra propria non varia , mentre subisce una variazione l'ombra portata,
per effetto del piano inclinato. Si determina dunque l'ombra dello
spigolo verticale A'E', il quale porta ombra su un segmento che
interseca la retta comune tra il piano orizzontale e quello inclinato
a, nel punto / , dal quale l'ombra cambia direzione. Per determinare
la nuova direzione, si costruisce il piano di luce verticale, che passa
per lo spigolo A'E'; tale piano ha fuga in i\, passante per FI ;
quindi si trova la retta di intersezione tra la fuga del piano di
luce i\ e la fuga del piano a , i'a.· la cui fuga è definita dal punto
F,. Poiché l'ombra portata sul piano a dallo spigolo verticale A'E'
è determinata dalla retta di intersezione tra questi due piani, si
congiunge il punto I con la fuga F, e si determina così la retta
ombra che, intersecata dal raggio passante per A', stacca su essa il
punto A ''' . Analogamente, per trovare l'ombra della retta passante
per lo spigolo A'B', si costruisce il piano luminoso che passa per
esso e si trova l'intersezione di questo con il piano a.. Il piano
luminoso passante per lo spigolo in esame ha la fuga i'i..,. individuata
dalla fuga F, dello spigolo stesso e dalla fuga F/ dei raggi luminosi.
Il punto 2, intersezione tra la fuga del piano di luce i'i.., e la fuga
i'a. del piano a. , costituisce il punto di fuga della retta di intersezione
tra i due piani; congiungendolo con il punto A "', si ottiene la retta
ombra sul piano a., sulla quale si può individuare il segmento cercato
congiungendo il punto B' con la fuga dei raggi luminosi Fi.

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