Sei sulla pagina 1di 13

LE CARTE GEOGRAFICHE

Il cartografo rappresenta gli ambienti e gli spazi che studia attraverso


particolari disegni che sono le carte geografiche.
Per realizzare una carta geografica occorre innanzitutto scegliere un
punto di vista. Il cartografo utilizza sempre la visione dall’alto, perché
gli permette di osservare nel suo complesso il paesaggio che vuole
conoscere in tutte le sue caratteristiche.

(Per casa)
Osserva e disegna i seguenti oggetti visti dall’alto:
 Righello
 Bicchiere
 Banco
La riduzione in scala
Per rappresentare un oggetto piccolo, basta tracciare il contorno
dell’oggetto visto dall’alto.

Se l’oggetto, tuttavia, è molto grande, bisogna ridurlo in scala, cioè


rimpicciolirlo secondo una proporzione.

La carta geografica è la rappresentazione rimpicciolita (ridotta) di


grandi territori che non possono essere disegnati in grandezza
naturale.
Per disegnare un territorio “rimpicciolito” bisogna seguire delle
istruzioni, usando una scala.

La scala di riduzione indica quante volte è stato rimpicciolito un


oggetto, un territorio.
La scala numerica è sempre rappresentata da due numeri.
Il primo numero indica un centimetro sulla carta, il secondo indica i
centimetri equivalenti nella realtà.
Es. 1:10 che si legge 1 a 10 significa che un cm sulla carta equivale a 10
cm nella realtà.
La scala grafica, invece, viene rappresentata sulla carta da una linea divisa
in parti uguali, solitamente di 1 cm. I numeri sulla linea indicano a quanti
chilometri nella realtà corrisponde un centimetro sulla carta.
La scala di riduzione è quindi utile per conoscere le dimensioni reali del
territorio rappresentato e calcolare la distanza tra i luoghi.
VARI TIPI DI CARTE GEOGRAFICHE
 CARTE GEOGRAFICHE E RIDUZIONE
Le carte geografiche hanno nomi diversi in base al tipo di
riduzione che è stata usata per disegnarle.
 CARTE GEOGRAFICHE E LEGENDA
Le carte geografiche hanno nomi diversi a seconda del tipo di
informazioni che forniscono. Utilizzando legende diverse, infatti, si
ottengono carte completamente differenti.
ORIENTAMENTO
Orientarsi vuol dire trovare la strada, cioè stabilire la propria posizione per poi
sapere in quale direzione muoversi.
Quando ci troviamo in un ambiente che già conosciamo possiamo muoverci
con facilità perché abbiamo dei punti di riferimento (ad es. un negozio, una
chiesa ecc.)
Se, tuttavia, ci troviamo in una zona che non conosciamo dobbiamo chiedere
delle indicazioni o consultare la mappa della città. Questo modo di trovare la
direzione è detto: orientamento topologico.
In un luogo disabitato, dove non ci sono cartelli stradali o altre indicazioni (ad
es. deserto, bosco, mare aperto) sarà più difficile trovare la direzione giusta.
Nel passato, i navigatori o i mercanti usavano per orientarsi dei punti di
riferimento fissi come il sole e le stelle.

ORIENTARSI CON IL SOLE


Fin dall’antichità gli uomini si accorsero che il Sole nasce e tramonta sempre
nello stesso punto e che in un certo momento della giornata, raggiunge
sempre la sua massima altezza sull’orizzonte.
Se osserviamo il sole, da quando sorge al mattino a quando tramonta la sera,
ci sembra che percorra un arco in cielo.
Le differenti posizioni del sole permettono di individuare 4 importanti punti di
riferimento detti punti cardinali, validi per tutti.
ORIENTARSI CON LE STELLE
Di notte, i navigatori del passato si orientavano guardando le stelle. Queste,
sono state raggruppate in costellazioni. Ogni costellazione è formata da 7
stelle. La Stella Polare è l’ultima stella della costellazione dell’Orsa Minore o
Piccolo Carro, altra costellazione è l’Orsa Maggiore o Grande Carro. Come il
Sole, al mattino, ci indica l’EST, di notte, quando non è nuvoloso, la Stella
Polare, indica il Nord.
E SE IL CIELO E’ NUVOLOSO?
Oggi esistono degli strumenti che ci aiutano ad orientarci quando il cielo è
nuvoloso:
 La Bussola, formata da un disco su cui sono segnati i 4 punti cardinali e
da un ago magnetico che segna sempre il Nord. Sul quadrante della
bussola può esserci disegnata la Rosa dei venti, cioè una stella a 8 punte
che segna oltre i punti cardinali anche quelli intermedi e riconosce anche
i venti in base alla direzione in cui soffiano.
 Il Navigatore satellitare, che sfrutta le informazioni provenienti dai
satelliti, che ci indicano la posizione in cui ci troviamo ed il percorso da
fare.
Il geografo, quindi, osserva, descrive e rappresenta uno spazio geografico,
considerando tutto ciò che fa parte del paesaggio, cioè gli elementi naturali e
gli elementi artificiali o antropici.
In particolare, studia:
Esistono, a questo proposito, paesaggi e spazi terrestri (montagne, colline,
pianure) e paesaggi e spazi acquatici (fiumi, laghi, mari).
Ciascuno di essi è caratterizzato da una precisa forma del territorio, da una
vegetazione tipica, da animali caratteristici e da segni più o meno evidenti
dell’intervento dell’uomo.

GLI SPAZI TERRESTRI


Gli spazi terrestri hanno caratteristiche molto diverse fra di loro. Per osservarli
partiamo “dal basso” ovvero dal livello del mare. Il livello del mare è la base
per calcolare l’altezza dei rilievi sulla superficie terrestre. Prima incontriamo la
pianura poi si sale verso la collina e infine c’è la montagna.

GLI SPAZI ACQUATICI


Gli spazi acquatici del nostro pianeta sono: il fiume, il lago e il mare.

Potrebbero piacerti anche