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Gli esploratori, così come l’uomo, fin dai tempi antichi hanno sempre cercato dei punti di

riferimento per indirizzare il loro cammino nella giusta direzione, cercando di orientarsi per
procurarsi cibo e acqua e per ricercare nuove terre più ricche e fertili. L’orientamento
consiste nell’individuazione dei punti cardinali attraverso l’osservazione del Sole di giorno o
delle stelle di notte oppure per mezzo della bussola. In mancanza di una bussola, di giorno è
possibile orientarsi osservando dove sorge il Sole: si individua così l’oriente, cioè est.
L’occidente, ossia l’Ovest, si identifica con il punto in cui tramonta il Sole. La posizione delle
stelle nel cielo consente l’orientamento notturno. Al polo Nord celeste invece si trova la Stella
Polare, l’unica stella che si mantiene fissa nella stessa posizione tutta la notte. La nostra
epoca invece ci mette a disposizione un dispositivo tecnico che ci porta in un dato luogo senza
questo punto di orientamento con le sue corrispondenti coordinate: il GPS. Prima di
specificare le differenze tra bussola e GPS, dobbiamo spiegare il significato della parola
orientarsi, la quale vuol dire spostarsi verso oriente, quindi verso est, dove sorge il sole. Per
determinare la posizione di questi punti rispetto al luogo dove ci si trova, esistono due
metodi: prendere come punto di riferimento il sole di giorno e le stelle di notte; oppure
utilizzare la bussola. Come ho detto in precedenza, per orientarsi di giorno, si utilizza il sole, il
quale sorge a est e tramonta ad ovest solo nei giorni degli equinozi, invece in tutti gli altri
giorni dell’anno il sole sorge un po’ spostato rispetto all’est. Invece per orientarsi di notte,
nell’emisfero boreale, in mancanza del sole, si prende come punto di riferimento la stella
polare, una piccola stella molto luminosa. Quest’ultima si trova molto vicino allo zenit del Polo
nord, quindi indica sempre il nord. Nell’emisfero australe, la Stella polare non si vede, quindi
come punto di riferimento si utilizza la Croce del Sud, una costellazione che indica il Sud.
Nell’emisfero boreale, dopo l’equinozio di primavera, il Sole sorge un po’ spostato verso il
Nord, quando ci si allontana dall’ Equatore e ci si avvicina al solstizio d’estate e per questo,
per sei mesi, il dì è più lungo della notte. Invece tra l’equinozio d’autunno e quello di primavera
il Sole sorge più a Sud. Nell’emisfero australe avviene l’inverso. All'Equatore il di ha sempre la
stessa durata della notte. Nei giorni degli equinozi a mezzodì il Sole e allo Zenit; man mano
che i giorni passano e si va verso i solstizi, il Sole a mezzodì si trova più a nord durante la
nostra primavera-estate e più a sud durante il nostro autunno-inverno. Un’altra forma di
orientamento, come ho già accennato prima è la bussola. Quest’ultima è stata inventata dai
Cinesi, la quale permise alle loro carovane di orientarsi nell’attraversare i vasti territori
asiatici. La bussola è costituita da un ago magnetico libero di ruotare all’interno di un
contenitore. L’ago magnetico è disposto in modo tale che la parte colorata in rosso, indichi il
Nord e l’estremità opposta, il Sud. L’ago della bussola si muove e si posiziona lungo la retta
Nord-Sud perché esso risente del campo magnetico terrestre. Il campo magnetico della Terra
assomiglia a un enorme barra magnetica. Invece i punti in cui l’asse del campo magnetico
incontra la superficie terrestre sono chiamati Polo nord magnetico e Polo sud magnetico. Il
campo magnetico può essere rappresentato con le sue linee di forza, le quali indicano come
esso varia nello spazio, indicando come si disporrebbe un ago magnetico che fosse posto nei
diversi punti del campo. Gli studiosi, sull'origine del campo magnetico, hanno elaborato un
modello secondo il quale raccoglie il campo è generato da correnti elettriche che corregge il
nucleo esterno. Il campo magnetico terrestre si estende per migliaia di kilometri nello spazio
ed ha una forma a goccia. Inoltre il campo magnetico della Terra è importante per la vita sul
pianeta, perché fa da scudo al vento solare e a radiazioni nocive per gli esseri viventi. Altre
forme di orientamento sono date dalla longitudine e dalla latitudine. Cominciamo dalla
longitudine. Per stabilire il valore della longitudine di un luogo, ci si basa sulla determinazione
dell’ora locale, non quella indicata dall’orologio, ma quella ricavata dalla posizione del Sole nel
suo moto intorno alla Terra. In 24 ore il Sole raggiunge il culmine del suo arco giornaliero man
mano su tutti i 360 meridiani. Dunque, il Sole in un'ora si muove di 15°. Quindi, per spostarsi
da un meridiano al successivo, impiega 4 minuti. Per esempio: in una località sono le ore 14 e 12
minuti, nello stesso momento a Greenwich sono le 12 precise. Quindi la differenza tra l'ora
locale e quella di Greenwich è di 2 ore e 12 minuti, cioè 132 minuti. In questo lasso di tempo il
Sole passa su 33 meridiani (132:4). Di conseguenza, la longitudine di A è 33º. Quindi, in
conclusione conoscendo l'ora locale di A e l'ora locale di Greenwich è possibile calcolare la
longitudine. Ora passiamo alla latitudine. Per determinare la latitudine di un luogo, consiste nel
misurare l'altezza di una stella sul piano dell'orizzonte. Nel nostro emisfero, boreale, di
solito, si considera la Stella polare, che si trova quasi in verticale sopra il Polo nord. In una
qualsiasi località dell'emisfero boreale, 1l'angolo formato dalla retta che congiunge i nostri
occhi alla Stella polare e dal piano dell'orizzonte è uguale all'angolo che corrisponde alla
latitudine del luogo. Per determinare la latitudine, inoltre si può effettuare anche misurando
l'altezza del Sole nel momento della sua culminazione sul meridiano del luogo, cioè a
mezzogiorno. Questa procedura, però, è valida soltanto nei giorni degli equinozi. Negli altri
giorni dell'anno, poiché il Sole è allo Zenit, occorre tener conto dell'angolo che i suoi raggi
formano con il piano equatoriale e il valore di questo angolo è di 90°. Un altro sistema di
orientamento, più moderno è il GPS, Global Positioning System (dall'inglese, Sistema di
Posizionamento Globale). Quest’ultimo è stato realizzato dal Dipartimento della Difesa degli
Stati Uniti d'America, grazie al quale oggi è possibile determinare la propria posizione con
estrema precisione. L'introduzione di questo sistema fornisce agli aerei di evitare collisioni e
atterrare con maggiore sicurezza anche con visibilità zero. Oggi le apparecchiature GPS
vengono montate anche sulle automobili per conoscere il percorso in caso di un viaggio o nel
percorso urano, oppure per consentire il ritrovamento dell'auto in caso di furto. Anche gli
smartphone e i tablet sono generalmente forniti dal GPS. Il GPS si basa su una “costellazione”
di oltre 30 satelliti artificiali che orbitano attorno alla Terra e che offre di identificare la
posizione di un punto di terminazione, come si fa con le stelle. La distanza dei satelliti si
ottiene conoscendo il tempo impiegato dal radiosegnale emesso da ciascun satellite per
arrivare fino a terra. Questa operazione viene eseguita confrontando un particolare codice
digitale assegnato al ricevitore con quello attribuito alla sorgente cioè al satellite e
misurandone il “ritardo”, facendo si che entrambi i codici “partano” nello stesso momento. Per
questa ragione il tempo deve essere misurato sia dal satellite, sia dal ricevitore. Le orbite dei
satelliti GPS sono molto alte e quindi ampiamente prevedibili. Il GPS, nato negli anni Novanta
per scopi militari, è tuttora gestito come ho detto in precedenza dal Dipartimento della
Difesa degli Stati Uniti d'America, e per questo gli usi civili sono limitati: per esempio, non
funziona per oggetti che volano a più di 18 km di altitudine o a velocità di oltre 515 m/s, per
evitare che venga montato su missili. Anche l'Unione Europea sta realizzando un suo sistema
satellitare: il Sistema di posizionamento Galileo, che a regime disporrà di 30 satelliti e che è
entrato in servizio nel dicembre 2016 con i primi 18 satelliti in orbita. Diversamente dal GPS
statunitense, il servizio europeo sarà disponibile, per tutti gli scopi. Quindi ricapitolando, in
passato per orientarsi, si utilizzava il Sole, la Stella polare e la bussola, mentre oggi, viene
utilizzato il GPS. Scrivendo questa relazione, mi sono resa conto di quanto le nuove tecnologie
hanno influenzato il genere umano. Penso che nell’antichità vi era più intelligenza e più
fantasia, visto che non era un mondo evoluto. Invece oggi, con le nuove tecnologie, penso che
le persone non si “applicano più di tanto” nel svolgere un lavoro. Però ciò non vuol dire che le
nuove tecnologie non abbiano un lato positivo per quanto riguarda l’orientamento. Sotto
l’aspetto positivo, con il GPS, possiamo raggiungere la meta desiderata con molta più facilità e
con una probabilità di perdersi bassissima, a differenza del passato visto che a quei tempi si
utilizzava il sole, le stelle, la bussola, quindi era più difficile ritrovare la strada giusta in caso
uno si sarebbe perso. Però se da una parte ci siamo evoluti, dall’altra siamo rimasti nel
passato: sto parlando del mare. Le navi in mare, non possono utilizzare il GPS, poiché non
prenderebbe, quindi devono ricorrere all’uso della bussola e ai punti cardinali, proprio per
questo, se si perdono, sarebbe molto più complicato ritrovare la terra ferma, quindi la rotta.

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