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3 ON
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IZ
ED
WALTER FERRERI
GUIDA PRATICA
ALLASTRONOMIA
LABC dellastrofilo
e delle osservazioni
Ma innanzitutto occorre imparare a osservare il cielo: basta armarsi di pazienza e di una guida
sicura, come questa Guida pratica allAstronomia, giunta alla 3a edizione, completamente
rivista e aggiornata.
Osservare il cielo significa risvegliare un istinto primordiale: tutti noi, fin dallinfanzia, abbiamo
rivolto lo sguardo alla volta celeste, guardando con meraviglia il Sole, la Luna, le stelle, le
meteore.
Losservazione del cielo costituiva unattivit importante per luomo preistorico. Gi gli antichi
Egizi e i Babilonesi, migliaia di anni fa, dallattenta osservazione degli astri ricavarono calendari
abbastanza precisi. Per, solo le osservazioni fatte da Galileo e da altri scienziati allinizio
dellepoca moderna costituirono i primi grandi passi verso lastronomia scientifica. E anche oggi
lo studio del cielo si basa fondamentalmente sullattivit osservativa.
Gi a occhio nudo si possono riconoscere e apprezzare molte meraviglie del cielo. Limportante
sapere come guardare e che cosa cercare. Le costellazioni possono essere rintracciate e
identificate; lontano dalle citt si possono localizzare alcuni ammassi stellari, qualche nebulosit
e le comete pi luminose. Si possono seguire i movimenti della Luna e dei pianeti pi luminosi;
inoltre, si pu assistere alle piogge di meteore.
La prima volta che si osserva il cielo attraverso un buon binocolo si rimane incantati, scoprendo
particolari come le montagne e i crateri lunari, le macchie solari (osservando con un filtro
opportuno!), i quattro satelliti principali di Giove, alcune stelle doppie e ammassi stellari.
Per chi coltiva verso lastronomia un interesse pi che passeggero, per indispensabile
lacquisto di un telescopio. Buoni strumenti anche di dimensioni modeste possono dare risultati
sorprendenti soprattutto sulla Luna, dove crateri, montagne e valli manifestano tutti i loro
pittoreschi ricami con il variare delle ombre. I pianeti sono soggetti pi difficili, ma dettagli
come le fasi di Venere, le calotte polari di Marte, le fasce di Giove e gli anelli di Saturno sono alla
portata di questi telescopi.
Gli stessi strumenti, equipaggiati con bassi ingrandimenti e portati lontano dalle luci cittadine,
svelano le meraviglie delluniverso siderale. Cos, appaiono le pi celebri nebulose e galassie,
che per svelano le loro strutture pi delicate e i loro fantastici colori solo attraverso la ripresa
fotografica.
La Guida pratica allAstronomia divisa in 15 capitoli, raggruppati in due parti:
LABC dellastrofilo, dove si impara a orientarsi in cielo, a utilizzare il telescopio,
a fotografare il cielo.
LABC delle osservazioni, dove si impara come osservare la Luna, i pianeti, le stelle,
le nebulose e le galassie.
Buona lettura e, soprattutto, buone osservazioni del cielo!
Walter Ferreri
Per tenersi aggiornati sui fenomeni celesti, sulle scoperte astronomiche, sulle novit nel campo
della strumentazione, ricordiamo la lettura del mensile Nuovo Orione, in edicola ogni ultimo
gioved del mese.
nuovo
In copertina:
Le grandi comete sono tra gli oggetti celesti che attirano di pi lattenzione di chi osserva il cielo. Questa la cometa C/2006 P1
McNaught, che ha manifestato questa coda spettacolare allinizio del 2007, purtroppo solo nei cieli dellemisfero meridionale.
ABC dellastrofilo
INDICE
ABC dellastrofilo
orse il primo e pi grande problema che incontra il neoappassionato di astronomia come rintracciare praticamente in cielo gli astri
di cui legge le favolose descrizioni. Ma
dove sono le mitiche orse, il gigante
Orione o i brillanti pianeti?
I punti cardinali
Prima di tentare qualsiasi forma di
identificazione conviene orientarsi stabilendo dove si trovano i punti cardinali dal proprio sito osservativo. Naturalmente basta trovarne uno, poich gli
altri, come noto, si susseguono a 90
lungo la linea dellorizzonte.
Per un primo approccio pu andar bene
La stella Polare
Guardando lungo la direzione indicata
dallombra del Sole al mezzogiorno del
luogo, a circa met strada tra lo zenit e
Per determinare i punti cardinali si pu fare riferimento a dove sorge e tramonta il Sole, rammentando che solo agli equinozi sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest.
4
.
La stella Polare (in alto a destra) si trova lungo un allineamento formato da Merak
e Dubhe, due stelle dellOrsa Maggiore chiamate i puntatori.
noscibile in cielo guardando approssimativamente verso nord e tenendo
fra le mani una mappa di riferimento. Prolungando di quattro volte e
mezza la direzione che da conduce
ad , si arriva alla stella Polare. questo il motivo per il quale le stelle e
dellOrsa Maggiore sono chiamate i
puntatori.
Un cielo
in movimento
6
.
I pianeti
Nel corso di questa esplorazione prima o poi ci si imbatter in qualche
stella brillante non segnata sulle
mappe stellari: un pianeta. I pianeti
che, con maggiore facilit, si possono
scambiare con le stelle sono Marte e
7
.
Una delle poche costellazioni che ricordano la figura di cui portano il nome il Leone, facilmente riconoscibile nel
cielo primaverile. La stella pi luminosa della costellazione Regolo, in basso a destra.
Saturno. In genere brillano quanto Vega o Antares, ma presentano una luce
pi ferma. Giove sempre pi luminoso di qualsiasi stella e questo consente
di riconoscerlo con facilit; oltre tutto
la sua luce bianco-gialla appare molto
8
.
ABC dellastrofilo
Coordinate celesti
Capire e utilizzare i sistemi di riferimento usati in tutto il mondo
dagli astronomi professionisti e dai dilettanti impegnati
La volta celeste che ci sovrasta viene definita dagli astronomi sfera celeste. I
principali cerchi massimi in essa presenti sono lorizzonte, leclittica (percorso
apparente del Sole) e lequatore celeste, che il Sole attraversa agli equinozi. Il cerchio massimo passante per il nord, punto gamma, sud e punto omega (equinozio
di autunno) prende talvolta il nome di primo meridiano.
Le misure
della sfera celeste
La volta celeste che ci sovrasta e sulla
quale appaiono incastonate le stelle viene definita dagli astronomi sfera celeste. Essa pu essere immaginata come
unenorme palla vuota con la Terra al
centro e con le stelle disposte sulla sua
superficie interna.
Di notte sembra che la volta celeste si
sposti lentamente da est verso ovest.
Questo movimento apparente, che gli
antichi ritenevano reale, dovuto alla
rotazione della Terra.
Analogamente a quanto stato fatto per
la Terra, anche la sfera celeste stata
suddivisa in un reticolo di meridiani e
paralleli. Il parallelo principale o fondamentale lequatore celeste, cos chiamato
perch non altro che la proiezione sulla sfera celeste di quello terrestre. Esso
perpendicolare allasse del mondo, che
coincide con lasse di rotazione terrestre.
Lequatore celeste divide la sfera celeste
in un emisfero boreale o settentrionale e
in uno australe o meridionale. Riferi-
Il Tempo Siderale
A causa del moto di rotazione della Terra, la sfera celeste appare ruotare da est
verso ovest. Per conoscere quale valore
di A.R. sta transitando davanti a noi,
occorre conoscere il Tempo Siderale
(T.S.). Questultimo, per definizione,
non altro che lA.R. degli astri che
passano in meridiano, cio in direzione
nord-zenit-sud. Per esempio, quando le
Pleiadi passano in meridiano, il T.S.
3h46m.
Ma come fare per conoscere il T.S.? Il
metodo canonico prevede un conteggio
non difficile, ma un po noioso. In alternativa, noi proponiamo la tabella 1, dove indicato il T.S. a Greenwich a 0h di
Tempo Universale, cio a 1h di Tempo
Medio Europa Centrale (quello seguito
in Italia dallautunno alla primavera) o a
2h di Tempo Legale Estivo.
La tabella ci fa vedere, per esempio, che
il 26 febbraio a 0h di Tempo Universale a
Greenwich in T.S. sono le ore 10 e 20 minuti. Abbiamo detto a Greenwich, ma in
Italia? Niente paura. Basta aggiungere
tanti minuti quanto il numero dei gradi
est moltiplicato per 4 della localit cui ci
Porzione di mappa stellare con il reticolo di A.R. e Dec. in corrispondenza della posizione occupata da Saturno (vedi
pallino rosso nei pressi delleclittica) nel febbraio 2002.
10
.
9h 49m +
20 00 +
0 50 =
30h 39m
24
=
6h 39m
Il sistema altazimutale
Il sistema di coordinate che ha come
piano fondamentale quello dove si trova
lequatore celeste e che utilizza lA.R. e
la Dec., viene definito il terzo poich prima di esso si considerano laltazimutale
(1) e lequatoriale (2) con langolo orario.
Laltazimutale, correttamente, il primo
a essere preso in considerazione poich
ha come cerchio massimo di riferimento
lorizzonte e come punto lo zenit dellosservatore, quello pi alto della sfera ce-
Il sistema equatoriale
In astronomia, il secondo sistema di
coordinate ha come piano fondamentale
quello in cui si trova lequatore celeste.
Tutti i cerchi massimi che passano per i
poli celesti sono detti cerchi orari; quello
che passa per lo zenit coincide con il meridiano. Quando un astro, nel suo moto
apparente da est verso ovest, incrocia
questo cerchio, si dice che passa in meridiano. Ci avviene due volte per ogni
rotazione terrestre, a intervalli di 12h. Se
laltezza dellastro sullorizzonte massima, si ha la culminazione superiore, se
laltezza minima o negativa (quando
lastro si trova al di sotto dellorizzonte)
si ha la culminazione inferiore.
Il sistema di riferimento pi usato nellosservazione quello che ha come coordinate lA.R. e la Dec. (). La prima si misura dal punto vernale (); la seconda dallequatore celeste.
La precessione degli
equinozi
Spesso, dopo lelencazione dei valori
delle coordinate nel terzo sistema segue una cifra, per esempio 1950.0 o
2000.0, oppure le stesse cifre senza il
punto zero. Questa precisazione
dellanno a cui si riferiscono le coordinate imposta dal fatto che lasse di rotazione della Terra (che punta approssimativamente verso la stella Ursae
Minoris la Polare e che definisce sia
il polo celeste sia il punto vernale) non
immobile, ma si sposta lentamente in
senso orario, percorrendo una circonferenza apparente sulla volta celeste, e
dando cos luogo allimportante fenomeno conosciuto sotto il nome di precessione degli equinozi. Una rotazione
completa dellasse terrestre richiede
circa 26 mila anni, durante i quali il
punto gamma origine dellA.R. attraversa tutta la sfera celeste. Questo significa che le coordinate degli astri
cambiano lentamente ma continuamente, aumentando la propria A.R. fino a
24h per poi ricominciare da 0h. Per una
stella situata sullequatore celeste, laumento dellA.R. vale circa 6 minuti o
1,5 al secolo; una quantit piccola
nellarco della vita umana, ma di cui
occorre tenere conto.
Per questo, dopo il valore delle coordinate dovrebbe comparire lanno al quale
si riferiscono. La posizione delle stelle e
quindi gli atlanti stellari si riferiscono in
T.S.
6h 44m
7h 15m
7h 47m
8h 18m
8h 46m
9h 17m
9h 49m
10h 20m
10h 40m
11h 12m
11h 43m
12h 15m
12h 42m
13h 14m
13h 45m
14h 17m
14h 41m
15h 12m
15h 44m
16h 15m
16h 43m
17h 14m
17h 46m
18h 17m
DATA
2 luglio
10 luglio
18 luglio
26 luglio
2 agosto
10 agosto
18 agosto
26 agosto
2 settembre
10 settembre
18 settembre
26 settembre
2 ottobre
10 ottobre
18 ottobre
26 ottobre
2 novembre
10 novembre
18 novembre
26 novembre
2 dicembre
10 dicembre
18 dicembre
26 dicembre
T.S.
18h 41m
19h 13m
19h 44m
20h 16m
20h 43m
21h 15m
21h 46m
22h 18m
22h 45m
23h 17m
23h 49m
0h 20m
0h 43m
1h 15m
1h 47m
2h 18m
2h 46m
3h 17m
3h 49m
4h 20m
4h 44m
5h 16m
5h 47m
6h 19m
Tabella 1
genere allequinozio 1950 o 2000. Quelli
relativi al 2000 sono migliori per la nostra epoca. In linea di massima, il divario cos piccolo da essere trascurabile
se lequinozio di riferimento dista 10 o
meno anni dalla data di osservazione;
cos, gli atlanti e le posizioni al 2000 sono ottime dal 1990 al 2010.
Le effemeridi dei pianeti pubblicate nei
principali almanacchi e nella rivista
Nuovo Orione si riferiscono allequinozio
dellanno in corso.
12
.
ABC dellastrofilo
Le magnitudini stellari
Una breve rassegna sulle magnitudini, le grandezze utilizzate
per indicare la luminosit delle stelle
La suddivisione moderna
La scala di Ipparco, per quanto basata
esclusivamente su impressioni visive,
fu adottata tale e quale fino al secolo
XIX, quando lutilizzo di strumenti
scientifici pi raffinati dellocchio umano richiese una precisazione matematica di tale suddivisione. Poich, in media, come aveva gi osservato W. Herschel, le stelle di prima grandezza sono
circa 100 volte pi luminose di quelle
appena visibili a occhio nudo, si convenuto, seguendo la proposta di Pogson (1857), che le grandezze apparenti
di due stelle le cui luminosit siano nel
rapporto di 1 a 100 differiscano di 5
Locchio umano in grado di stimare facilmente una differenza di 0m,5 (0,5 magnitudini), mentre le moderne misure
fotometriche sono in grado di darci il
valore della luminosit con la precisione
del centesimo di magnitudine.
Il punto zero
La precisione matematica richiedeva
per anche un punto zero ben determinato nella scala delle magnitudini.
Questo punto di riferimento venne scelto nella stella Polare ( Ursae Minoris)
assegnandole, nel massimo accordo
possibile con la scala di Ipparco, una
13
Magnitudini visuali
e fotografiche
Con luso di strumenti, e soprattutto
della lastra fotografica, gi nel secolo
XIX si not che alcune stelle che allosservazione visuale, cio guardando direttamente sia a occhio nudo che attraverso un telescopio, mostravano una
certa magnitudine, in fotografia ne esibivano unaltra. Tipico il caso di Betelgeuse, in Orione, che vista a occhio appare luminosa allincirca come Rigel, ma
14
Magnitudini assolute
Le magnitudini di cui normalmente si
parla e quelle che abbiamo indicato finora, sia visuali che fotografiche, sono
quelle apparenti, cio quelle che vengono osservate dalla Terra, indipendentemente dal fatto che la stella sia pi o meno luminosa o pi o meno lontana. Una
stella pu apparire pi brillante di unaltra solo perch pi vicina, cos Sirio ci
appare pi splendente di Deneb, ma in
realt questultima a emettere pi luce.
Per conoscere leffettiva luminosit di
una stella necessario calcolare quanto
sarebbero brillanti se fossero situate alla
stessa distanza. Si universalmente convenuto di fissare questa distanza standard uguale a 10 parsec o 32,6 anni-luce.
Il parsec, abbreviazione di parallasse-secondo, la distanza alla quale il raggio
dellorbita della Terra visto sotto langolo di un secondo darco.
Magnitudini
delle stelle pi brillanti
La stella Polare (immagine pi intensa con alone) venne scelta come punto di
riferimento per la misura delle magnitudini stellari. Ma, per il motivo spiegato
nel testo, tale scelta non si rivel felice.
La magnitudine assoluta di una stella
quella che essa avrebbe alla distanza di
10 parsec (parallasse di 0,1). La scala
della magnitudine assoluta ulteriormente definita dicendo che una stella
bianca (di spettro AO) di sequenza principale, cio nella fase in cui le reazioni
nucleari avvengono in modo analogo al
Sole, ha una magnitudine assoluta di 0,0.
Quando di una qualsiasi stella, oltre alla
magnitudine apparente (m) nota la distanza, si pu determinare la magnitudine assoluta (M) con la seguente formula:
M=m + 5 - 5 log r
dove r la distanza in parsec.
Facciamo un esempio con Sirio. Questa
stella, che ha una magnitudine apparente di -1,5, si trova a 8,7 anni-luce da noi,
Considerazioni varie
Avendo preso conoscenza della scala
astronomica dello splendore delle stelle,
facciamo ora qualche considerazione
per fissare le idee.
Calcoliamo, per esempio, quante stelle
di terza grandezza occorrano per avere
la luce di una di prima. Una stella di 3m
2,52, cio 6,3 volte meno luminosa di
una di prima perch vi sono due grandezze di differenza e perch il divario
costante tra una e la successiva vale
2,5. Dunque, per avere lequivalenza di
questultima occorrono 6,3 stelle di terza magnitudine, 15,8 di quarta, ecc. Per
raggiungere la luminosit di una stella
di prima grandezza occorre il numero
15
Quando si parla di magnitudini, senza ulteriori precisazioni, si intendono quelle apparenti. Le magnitudini assolute, invece, tengono conto del reale potere
emissivo della stella. Per esempio, in Cassiopea le stelle che ci appaiono pi
brillanti sono e perch sono vicine, come dimostra il grafico qui sopra (l.y.
= anni luce), ma quella che emette pi luce la , come dimostra il riquadro a
destra, dove i dischi corrispondono alla magnitudine stellare assoluta M (in
proporzione il Sole in basso a sinistra).
STELLA
Canis Majoris, Sirio
Carinae, Canopo
Centauri, Toliman, d
Bootis, Arturo
Lyrae, Vega
Aurigae, Capella
Orionis, Rigel
Canis Minoris, Procione
Eridani, Achernar
Centauri, Agena, d
Orionis, Betelgeuse, v
Aquilae, Altair
Tauri, Aldebaran, v
Crucis, Acrux, d
Scorpii, Antares, v, d
Virginis, Spica, d
Piscis Austrinis, Fomalhaut
Geminorum, Polluce
Cygni, Deneb
Crucis
Leonis, Regolo
Canis Majoris, Adhara
Geminorum, Castore, d
Scorpii, Shaula
Orionis, Bellatrix
MAGNITUDINE
APPARENTE
1,5
0,7
0,3
0,1
+0,0
+0,1
+0,2
+0,4
+0,5
+0,7
+0,7
+0,8
+0,9
+0,9
+1,0
+1,0
+1,2
+1,2
+1,3
+1,3
+1,4
+1,5
+1,6
+1,6
+1,6
DISTANZA
(PARSEC)
2,67
55,5
1,31
11,2
8,13
13,7
200
3,48
43,5
62,5
175
5,10
20,8
66,7
160
47,6
6,94
10,7
460
90,9
25,6
83,3
13,9
38,5
140
MAGNITUDINE
ASSOLUTA
+1,4
4,4
+4,1
0,3
+0,5
0,6
6,4
+2,7
2,7
3,3
5,5
+2,3
0,7
3,2
5,0
2,4
+2,0
+1,0
7,0
3,5
0,7
3,1
+1,0
1,3
4,1
Nella tabella, la lettera d indica una stella doppia con una differenza tra le componenti
inferiore a 5 magnitudini. Il valore riportato quello derivante dalla somma di entrambe le
stelle. La lettera v indica una stella variabile.
Tabella 1
16
Tabella 2
2,5
6,3
16
40
100
250
630
1600
4000
11000
: 7m,7
: 6m,6
: 5m,0
: 4m,5
: 3m,2
: 2m,8
: 2m,8
: 2m,7
: 2m,6
: 2m,5
: 2m,4
: 2m,2
: 1m,9
Tabella 3
o rossa. Qui la nebulosa Trifida o M20 (da sinistra a destra, in luce blu, verde e rossa) perde quasi completamente la
sua parte inferiore blu quando viene ripresa in luce rossa.
17
ABC dellastrofilo
200 metri (3.43865 mm). Nella maggioranza dei binocoli la distanza tra i
centri degli obiettivi viene portata a un
valore di 14 cm; inoltre, lingrandimento rende percepibili dettagli pi fini.
Nel complesso, i binocoli consentono
di apprezzare la profondit con un
guadagno B/b i volte, dove B la distanza degli obiettivi, b quella degli occhi dellosservatore e i lingrandimento
del binocolo. Da quanto detto emerge
che un modello 1050 spinge questa
capacit 20 volte oltre quella dei soli
occhi, portandola fino a diversi chilometri.
Il principale vantaggio dei binocoli rispetto ai cannocchiali rimane la visione
con entrambi gli occhi, che pi naturale e riposante. Ma per fruirne appieno occorre che il binocolo sia ben regolato per la propria vista. Ecco come fare. Guardate attraverso loculare sinistro con locchio sinistro e regolate la
messa a fuoco col perno centrale. Ora
traguardate attraverso quello destro
con locchio destro e, se necessario,
mettete a fuoco lo stesso oggetto agendo esclusivamente sullapposito movimento di quelloculare. Lulteriore regolazione si ottiene guardando con entrambi gli occhi e agendo sulle due
parti del corpo del binocolo per raggiungere la propria distanza interpupillare; quella corretta si ottiene quando le due immagini si fondono in una e
i due campi si uniscono per formarne uno circolare e non uno a otto come quello delle mascherine usate nel
A onta delle loro modeste prestazioni, i binocoli galileiani o da teatro, come quelli qui mostrati, vengono venduti a prezzi paragonabili a quelli dei prismatici. (Cortesia Gern Optic).
Schema del percorso dei raggi luminosi con prisma a tetto e con prisma di Porro. A sinistra mostrato il differente campo inquadrato ad alto ingrandimento (tipo 12x) e a ingrandimento basso (come 7x). A destra in basso: ecco come si presenta lindicazione della distanza interpupillare. (Cortesia ditta Auriga).
Nei binocoli allaumento del diametro obiettivo oltre i 50 mm corrisponde un vertiginoso aumento del prezzo. Ad esempio, anche oltre i 5000 euro per questo
mostro 35150 pesante ben 59 kg! (Cortesia Gern Optic).
I binocoli con obiettivi sui 50 mm di
diametro si possono trovare in una
grande variet di forme e marche. Per
queste ultime, noi consigliamo di rivolgersi verso prodotti di qualit media;
quelli di prima costano molto di pi
senza dare tanto in proporzione, mentre quelli di basso prezzo creano sovente alcuni inconvenienti; ad esempio, dopo un po che li si usa producono mal di
testa o una specie di mal di mare. Il responsabile uno scorretto allineamento dei due cannocchiali, cio presente
un errore di collimazione. Esami di laboratorio hanno dimostrato che gli occhi o, meglio, il cervello, riescono auto-
maticamente a compensare questo errore fino a un certo limite, che vale circa l per il senso orizzontale, ma solo
circa 10 per quello verticale. Se un binocolo affetto da questo inconveniente, sar opportuno farlo mettere a punto da una persona esperta; si tratta di
registrare degli anelli sui barilotti degli
obiettivi (per differenze piccole) o la
posizione dei prismi (per quelle pi
gravi). Generalmente, questo proprio
il difetto presente nei binocoli di minor
prezzo e maggior ingrandimento. Uno
dei vantaggi dei binocoli pi costosi risiede nel maggior rigore col quale viene controllato lallineamento.
MODELLO
8 30
10 50
15 70
20 100
25 150
PREZZO ORIENTATIVO
(EURO)
100
150
500
2000
8000
Tabella 1
I binocoli sono strumenti composti da molte parti che devono essere di buona
qualit e sistemate con cura. Per questo non possono presentare prezzi troppo
bassi, dei quali anzi bisogna diffidare. (Cortesia ditta Auriga).
Tabella 2
I modelli di primissima qualit, come questo Leica 1042, hanno prezzi molto alti,
non per tutti giustificati dalla maggiore qualit dimmagine che possono offrire.
Cannocchiali
Strumenti adattabili alla visione astronomica sono pure i cannocchiali terrestri, cio quegli strumenti tipicamente
modesti che offrono limmagine raddrizzata. Si tratta solitamente di apparecchi poco impegnativi sia come uso
che come prezzo. Il loro obiettivo sui
60 mm di diametro; 40 mm nei pi modesti e 80 mm nei pi impegnativi.
Spesso hanno un oculare zoom, cio a
La Guida Pratica allAstronomia composta da 15 agili capitoli riccamente illustrati, come un vero
e proprio ABC per lamante del cielo.
Il volume diviso in due parti, con i seguenti contenuti:
LABC dellastrofilo
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LABC delle osservazioni
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Walter Ferreri
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" '&+'$)#-#*+Orione, della cui versione attuale Nuovo Orione il direttore
*#&+# #'
La International Astronomical Union !$#"#+'#$(#&+#&'
15,00