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Luna
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La Luna è l'unico satellite naturale della Terra[3]. Il Luna


suo nome proprio viene talvolta utilizzato, per (Terra I)
antonomasia e con l'iniziale minuscola («una luna»),
come sinonimo di satellite anche per i corpi celesti
che orbitano attorno ad altri pianeti.

Orbita a una distanza media di circa 399 000  km


dalla Terra[1], sufficientemente vicina da essere
osservabile a occhio nudo, così che sulla sua
superficie è possibile distinguere delle macchie scure
e delle macchie chiare. Le prime, dette mari, sono
regioni quasi piatte coperte da rocce basaltiche e
detriti di colore scuro. Le regioni lunari chiare,
chiamate terre alte o altopiani, sono elevate di vari
chilometri rispetto ai mari e presentano rilievi alti
anche 8000-9000 metri. Essendo in rotazione
sincrona rivolge sempre la stessa faccia verso la
Terra e il suo lato nascosto è rimasto sconosciuto Luna piena vista dall'emisfero boreale
fino al periodo delle esplorazioni spaziali[4]. della Terra

Durante il suo moto orbitale, il diverso aspetto Satellite di Terra


causato dall'orientazione rispetto al Sole genera delle Parametri orbitali
fasi chiaramente visibili e che hanno influenzato il
(all'epoca J2000)
comportamento dell'uomo fin dall'antichità.
Impersonata dai greci nella dea Selene[5], fu da Semiasse
tempo remoto considerata influente sui raccolti, le 399 000 km[1]
maggiore
carestie e la fertilità. Condiziona la vita sulla Terra di
molte specie viventi[6], regolandone il ciclo Perigeo 363 300 km[1]
riproduttivo e i periodi di caccia; agisce sulle maree e Apogeo 405 500 km[1]
sulla stabilità dell'asse di rotazione terrestre[7].
Circonf. orbitale 2 413 402 km
Si pensa che la Luna si sia formata 4,5 miliardi di
anni fa, non molto tempo dopo la nascita della Terra. Periodo orbitale 27,321 661 55 giorni
Esistono diverse teorie riguardo alla sua formazione; (27 d 7 h 43,2 m)
la più accreditata è che si sia formata Periodo 29,530 588 giorni
dall'aggregazione dei detriti rimasti in orbita dopo la sinodico (29 d 12 h 44 m)
collisione tra la Terra e un oggetto delle dimensioni
di Marte chiamato Theia[8]. Velocità orbitale 964 m/s[1] (min)
1 076 m/s[1] (max)

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Il suo simbolo astronomico ☾[9] è una Inclinazione 5,145396°


rappresentazione stilizzata di una sua fase (compresa sull'eclittica
tra l'ultimo quarto e il novilunio visto dall'emisfero
boreale, oppure tra il novilunio e il primo quarto Inclinazione
visto dall'emisfero australe). rispetto
da 18,30° a 28,60°
all'equat. di
La faccia visibile della Luna è caratterizzata dalla Terra
presenza di circa 300  000 crateri da impatto
(contando quelli con un diametro di almeno Eccentricità 0,0549[1]
1 km)[10]. Il cratere lunare più grande è il bacino Polo Dati fisici
Sud-Aitken[11], che ha un diametro di circa 2 500 km,
è profondo 13 km e occupa la parte meridionale della Diametro equat. 3 476,2 km[1]
faccia nascosta. Diametro polare 3 472,0 km[1]

Diametro medio 3 476 km

Indice Schiacciamento 0,0012[1]


Superficie 37 930 000 km²
Etimologia
Osservazione della Luna Volume 2,1958 × 1019 m³[1]
Nell'antichità Massa 7,342 × 1022 kg[1]
Dal medioevo al XX secolo
Dimensioni relative Densità media 3,3462 × 103 kg/m³
Fasi lunari Acceleraz. di
1,622 m/s²
Luna del raccolto gravità in
(0,1654 g)
Eclissi superficie
Luna rossa Velocità di fuga 2 380 m/s[1]
Osservazione amatoriale
Periodo di
L'esplorazione della Luna Rotazione sincrona
rotazione
Storia dell'esplorazione lunare
Programmi di future esplorazioni lunari Velocità di
rotazione 4,627 m/s
La Terra vista dalla Luna
(all'equatore)
Le fasi della Terra
Inclinaz.
Formazione della Luna
dell'asse 1,5424°
Parametri orbitali sull'eclittica
Rivoluzione
Rotazione Temperatura 40 K (−233,2 °C)[2]
Librazione superficiale (min)

L'allontanamento progressivo della Luna dalla 250 K (−23 °C)


Terra (media)
Motivazione del fenomeno 396 K (123 °C) (max)
Evoluzione storica Pressione atm. 3 × 10−10 Pa
Situazione attuale
Albedo 0,12
Confronto con altri sistemi

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Caratteristiche Chimico-fisiche Dati osservativi


Composizione chimica Magnitudine
Struttura interna -12,74[1] (min)
app.
Topografia lunare
Presenza di acqua Magnitudine
−12,747 e −12,74
Campo magnetico app.
Atmosfera
Terremoti sulla Luna
Superficie
Mari
Crateri
Mappa della superficie
La Luna nel mito e nella cultura di massa
Letteratura e fantascienza
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Scienza
Miti e credenze popolari

Etimologia
Il termine italiano "Luna" (di solito minuscolo nell'uso comune, non astronomico) deriva dal
latino lūna, da un più antico *louksna, a sua volta proveniente dalla radice indoeuropea leuk-
dal significato di "luce" o "luce riflessa"[12][13]; dalla stessa radice deriva anche l'avestico raoxšna
("la brillante")[14], e altre forme nelle lingue slave, nell'armeno e nel tocario[13]; paralleli
semantici si possono trovare nel sanscrito chandramā ("luna"[15], considerata come una
divinità[16]) e nel greco antico σελήνη selḗnē (da σέλας sélas, "fulgore" [del fuoco][17],
"splendore"), esempi che mantengono il significato di "lucente", sebbene siano di diversi
etimi[12].

Nelle lingue germaniche e in quelle baltiche il nome della Luna deriva dal proto-germanico
*mēnōn, assimilato probabilmente dal greco antico µήν e dal latino mensis che derivavano dalla
comune radice indoeuropea *me(n)ses[18], dal chiaro significato odierno di mese. Da *mēnōn
derivò probabilmente quello anglosassone mōna, mutato successivamente in mone attorno al
dodicesimo secolo, quindi nell'odierno moon[19]. L'attuale termine tedesco Mond è
etimologicamente strettamente correlato a quello di Monat (mese) e si riferisce al periodo delle
sue fasi lunari[20], così come nel lettone mēness (luna) e mēnesis (mese).

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Osservazione della Luna

Nell'antichità
Nei tempi antichi non erano rare le culture,
prevalentemente nomadi, che ritenevano che la Luna
morisse ogni notte, scendendo nel mondo delle ombre; altre
culture pensavano che la Luna inseguisse il Sole (o
viceversa). Ai tempi di Pitagora, come enunciava la scuola
pitagorica, era considerata un pianeta. Uno dei primi
sviluppi dell'astronomia fu la comprensione dei cicli lunari.
Già nel V secolo a.C. gli astronomi babilonesi registrarono i
cicli di ripetizione (saros) delle eclissi lunari[21][22] e gli
astronomi indiani descrissero i moti di elongazione della
Luna[23]. Successivamente fu spiegata la forma apparente Mappa della Luna di Johannes
della Luna, le fasi, e la causa della Luna piena. Anassagora Hevelius dal suo Selenographia
affermò per primo, nel 428 a.C., che Sole e Luna fossero (1647), la prima mappa che include
delle rocce sferiche, con il primo a emettere luce che la le zone di librazione
seconda riflette . Sebbene i cinesi della dinastia Han
[24]

credessero che la Luna avesse un'energia di tipo Ki, la loro


teoria ammetteva che la luce della Luna fosse solo un riflesso di quella del Sole. Jing Fang,
vissuto tra il 78 e il 37  a.C., notò anche che la Luna avesse una certa sfericità[25]. Nel secondo
secolo dopo Cristo, Luciano scrisse un racconto dove gli eroi viaggiavano fino alla Luna
scoprendo che era disabitata. Nel 499, l'astronomo indiano Aryabhata menzionò nella sua opera
Aryabhatiya che la causa della brillantezza della Luna è proprio la riflessione della luce
solare[26].

Dal medioevo al XX secolo


All'inizio del Medioevo alcuni credevano che la Luna fosse una sfera perfettamente liscia[27],
come sosteneva la teoria aristotelica, e altri che vi si trovassero oceani (a tutt'oggi il termine
«mare» è impiegato per designare le regioni più scure della superficie lunare). Il fisico Alhazen,
a cavallo dell'anno 1000, scoprì che la luce solare non è riflessa dalla Luna come uno specchio,
ma è riflessa dalla superficie in tutte le direzioni[28].

Quando, nel 1609, Galileo puntò il suo telescopio sulla Luna, scoprì che la sua superficie non era
liscia, bensì corrugata e composta da vallate, monti alti più di 8000  m e crateri[29]. La stima
dell'elevazione dei rilievi lunari fu oggetto di una brillante intuizione matematica: sfruttando la
conoscenza del diametro lunare ed osservando la distanza delle vette montuose dal terminatore,
l'astronomo toscano ne calcolò efficacemente l'altitudine[30]; misurazioni moderne hanno
confermato la presenza di monti che, avendo origine differente da quelli terrestri, data la minor
gravità lunare, giungono ad 8 km di elevazione (il punto più alto misura 10 750 m rispetto alla
quota media)[31].

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Ancora agli inizi del Novecento c'erano dubbi sulla


possibilità che la Luna potesse avere un'atmosfera
respirabile[32]. L'astronomo Alfonso Fresa, ponendosi il
problema dell'abitabilità della Luna, la legava
inscindibilmente alla presenza dell'acqua e dell'aria:

«Innanzitutto bisogna intendersi sul significato della


parola vita, la quale, se va intesa nel senso
organico, molto difficilmente potrà ancora albergare
sulla Luna, giacché mancano lassù i fattori
necessari alla sua esistenza: l'aria e l'acqua. Si
potrebbe obiettare che un'assenza completa di
esse non debba essere presa alla lettera, perché
pur non verificandosi nemmeno in piccolissima
parte i fenomeni di rifrazione, un residuo
sparutissimo di aria può esistere sul nostro satellite,
Schizzi di Galileo sull'aspetto della per quanto anche l'analisi spettroscopica abbia
Luna dall'opera Sidereus Nuncius confermato che il nostro satellite è completamente
(1610) privo di atmosfera.»

(Fresa, pp. 434-435)

Dimensioni relative
Le grandezze apparenti della Luna e del Sole, visti dalla
Terra, sono comparabili[33]. Per effetto della variazione delle
distanze Luna-Terra e Terra-Sole, dovute all'eccentricità
delle rispettive orbite, la dimensione apparente della Luna
vista dalla superficie terrestre varia da un valore
leggermente inferiore a un valore leggermente superiore a
quello del diametro apparente del Sole: questo fatto rende
possibili, oltre che le eclissi solari parziali, anche eclissi
solari totali, anulari[34] e miste. La Luna (e anche il Sole) Le dimensioni della Luna rapportate
sembra più grande quando è vicina all'orizzonte. Questa è a quelle della Terra
un'illusione ottica provocata dall'effetto psicologico della
diversa percezione delle distanze verso l'alto e in orizzontale.
In realtà, la rifrazione atmosferica e la distanza leggermente maggiore rendono l'immagine della
Luna un poco più piccola all'orizzonte rispetto al resto del cielo.

Varie aree chiare e scure creano immagini che sono interpretate nelle varie culture come l'Uomo
della Luna, oppure il coniglio[35] e il bufalo e altre; il fenomeno è indicato col nome di pareidolia
lunare[36]. Al telescopio si possono riconoscere catene di montagne e crateri. Le pianure, scure e
relativamente spoglie di dettagli[37], sono chiamate mari lunari, oppure maria in latino, perché
erano credute corpi d'acqua dagli astronomi antichi. Le parti più chiare ed elevate sono
chiamate terre, o terrae.

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Durante le lune piene più brillanti, la Luna raggiunge una magnitudine apparente di circa
-12,7[1]. Per confronto, il Sole ha una magnitudine apparente di -26,8 mentre Sirio, la stella più
brillante, solo -1,4[38].

Fasi lunari
Il Sole illumina parzialmente la parte visibile
della Luna e questo ne altera l'aspetto giorno
dopo giorno in un ciclo di un mese sinodico. I
cambiamenti dell'aspetto della Luna percepiti
dalla Terra sono detti fasi lunari e sono stati
osservati da tutti i popoli dell'antichità.
Comunemente vengono distinte due fasi: una
crescente quando la parte visibile illuminata
aumenta, e una calante quando diminuisce.

Le due situazioni estreme si hanno quando la


Luna si trova tra la Terra e il Sole e la parte
Fasi lunari nel moto attorno alla Terra illuminata non è visibile, chiamata novilunio, e
quando la parte illuminata è totalmente
visibile,
chiamata
plenilunio.
Poiché
Fasi lunari corrispondenti all'immagine precedente l'orbita
della Luna è
inclinata
rispetto all'eclittica di 5,145 gradi[39] (ossia 5°, 8' e 0,42" nel
sistema sessagesimale), durante il novilunio (congiunzione
eliaca della Luna) viene a trovarsi un poco più a settentrione
(o leggermente più a meridione) rispetto al Sole, per cui non
ne blocca la luce, salvo quando transita per un nodo
provocando una eclissi[40]. Al contrario, durante il
plenilunio, la situazione è opposta e la Terra si trova tra il
Sole e la Luna, di modo che quest'ultima rivolga la faccia
illuminata completamente verso il nostro pianeta La Luna passata la fase del primo
(opposizione); anche in questo caso, per l'inclinazione quarto, sono ben distinguibili
orbitale, la luce del Sole non è bloccata dalla Terra[41], salvo numerosi crateri e ombre a causa
quando la Luna transita per un nodo[42] provocando una dell'inclinazione dei raggi solari.
eclissi di luna.

Luna del raccolto

La Luna piena più vicina all'equinozio d'autunno, osservata dall'emisfero settentrionale, ha una
caratteristica particolare. Il giorno del plenilunio la Luna sorge al tramonto del Sole e, a causa
del suo movimento apparente verso est, il giorno successivo sorge leggermente in ritardo
rispetto al tramonto del sole, mediamente di 50 minuti. In prossimità dell'equinozio d'autunno,
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questo ritardo è di soli 30 minuti a 40 gradi di latitudine nord[43]. Così il periodo di buio tra
tramonto del Sole e sorgere della Luna è minore che negli altri periodi dell'anno, garantendo in
tempi antichi, un periodo di luce più lungo ai contadini per il raccolto. Per questo motivo la
Luna piena più vicina all'equinozio di autunno è chiamata "luna del raccolto"[44].

Eclissi
Quando durante la sua orbita, la Luna si frappone tra la
Terra e il Sole, proietta un cono d'ombra sulla Terra detto
eclissi solare, o più propriamente eclissi solare totale,
sempre che la Luna sia a una distanza dalla Terra tale da
farla apparire di diametro angolare lievemente maggiore di
quello del Sole, in caso contrario, l'eclissi sarebbe solo
anulare, poiché il cono d'ombra della Luna non raggiunge la
superficie terrestre[45]. Il fenomeno è ben visibile dalla Terra
perché il Sole viene letteralmente oscurato per alcuni minuti
durante il giorno. L'evento non è comune e non accade a
ogni novilunio: occorre infatti che la precessione del piano
dell'orbita lunare sia tale che l'asse nodale coincida con la
direzione Terra-Sole al novilunio. Leggeri scostamenti di
quest'asse possono provocare uno stato di oscurità non
totale proiettando solo la penombra della Luna sulla Terra e
in questo caso il fenomeno si chiama eclissi solare parziale;
in questi casi dalla Terra il Sole è visto come una mezzaluna
e la sua luminosità è parzialmente ridotta[46]. Pur essendo
diverse eclissi consecutive, esse si ripetono ogni circa 18
anni in quello che si chiama ciclo di Saros; dopo ogni ciclo,
la posizione relativa di Sole, Terra e Luna si ripresenta
uguale a prima, e quindi anche le eclissi[47]. Da un punto di Diagramma non in scala di un'eclissi
vista scientifico le eclissi solari rappresentano un'ottima solare
opportunità per studiare la corona solare, invisibile
normalmente per via della eccessiva luminosità del Sole[48].

Un altro fenomeno interessante si ha quando la Terra proietta la sua ombra sulla Luna, che
accade quando l'asse nodale dell'orbita lunare coincide con la direzione Terra-Sole al plenilunio,
ed è chiamato eclissi lunare. La Luna piena perde improvvisamente di luminosità non appena
entra nella penombra terrestre, per poi oscurarsi del tutto appena entra nel cono d'ombra. A
differenza dell'eclissi solare, l'eclissi lunare può durare alcune ore, per via della differenza di
grandezza dei corpi che proiettano l'ombra[46]. Nel 270 a.C. Aristarco di Samo sfruttò un'eclissi
lunare per calcolare il diametro della Luna[49].

Luna rossa
A volte capita di vedere la Luna che, nel momento in cui sorge, possiede un colore rossastro. Ciò
avviene poiché la sua luce (che proviene dal Sole e che è reindirizzata sulla Terra) deve
attraversare uno strato atmosferico più ampio rispetto a quello che trova nel momento in cui è

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più alta nel cielo; la radiazione luminosa deve pertanto oltrepassare una quantità maggiore di
polveri e turbolenze dell'aria ed è soggetta a una maggiore diffusione. Tale azione è più efficace
con i raggi a frequenze più elevate, di colore blu, e meno con quelli a frequenze più basse, di
colore rosso[50] (scattering di Rayleigh): quindi poiché la componente rossa della sua luce non
viene dispersa e arriva diretta ai nostri occhi, noi vediamo la Luna di colore rosso. Il fenomeno
della Luna rossa, per questi stessi motivi, si verifica anche durante le eclissi lunari totali[51].

Osservazione amatoriale
Essendo la Luna il secondo corpo celeste più luminoso dopo il Sole, la sua localizzazione è
particolarmente semplice. Tuttavia, la sua eccessiva luminosità crea problemi per l'osservazione
con un telescopio amatoriale, in quanto la sua immagine è troppo brillante anche a 50X di
ingrandimento, quasi accecante. Si usano particolari filtri astronomici, in particolare filtri a
densità neutra per ridurre la luminosità[52], per aumentare l'ingrandimento e apprezzare la
visione dei rilievi sulla superficie. Particolarmente interessante è l'osservazione presso il
terminatore che permette di apprezzare i rilievi grazie alla lunga ombra proiettata sulla
superficie[53], che risulta limpida per l'assenza di atmosfera.

L'esplorazione della Luna

Storia dell'esplorazione lunare


La faccia nascosta, sempre opposta alla Terra, della Luna venne osservata per la prima volta il 7
ottobre 1959, quando la sonda sovietica Luna 3 fu messa in orbita attorno alla Luna e inviò
alcune sue fotografie alla Terra[54].

Gli uomini hanno messo piede per la prima volta sulla Luna
il 20 luglio 1969[55], all'apice di una gara spaziale tra Unione
Sovietica e Stati Uniti, ispirata dalla guerra fredda (durante
la quale non mancarono progetti militari di entrambe le
superpotenze volti a utilizzare la Luna come base o per
esperimenti implicanti anche l'uso di armi nucleari, come il
Project A119).

Il programma lunare sovietico fu tenuto nascosto, dalle fonti


ufficiali moscovite, fino alla fine della guerra fredda[56][57].

Il primo astronauta a camminare sulla superficie lunare fu


lo statunitense Neil Armstrong, comandante dell'Apollo 11.
La discesa di Aldrin sulla Luna nella
L'ultimo fu Eugene Cernan, che dopo 3 giorni e 3 ore
prima missione umana sulla
trascorsi sulla superficie lunare con il collega della missione
superficie (1969)
Apollo 17, Harrison J. Schmitt, la lasciò il 14 dicembre
1972[58].

L'equipaggio dell'Apollo 11 lasciò una targa di acciaio inossidabile, per commemorare lo sbarco
e lasciare informazioni sulla visita a ogni altro essere vivente che la trovi. Sulla targa c'è scritto:

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(EN) (IT)

«Here men from the Planet Earth first set «Qui, uomini dal pianeta Terra posero
foot upon the moon, July 1969, A.D. piede sulla Luna per la prima volta, luglio
We came in peace for all mankind.» 1969 D.C.
Siamo venuti in pace, per tutta l'umanità.»

La targa raffigura i due emisferi del pianeta Terra ed è firmata dai tre astronauti e dall'allora
presidente Richard Nixon[59].

In totale gli sbarchi sulla Luna delle missioni Apollo furono


sei (Apollo 11, 12, 14, 15, 16 e 17), per un totale di 12
astronauti discesi sul satellite; la missione Apollo 13 non
atterrò sulla Luna a causa di un incidente durante il volo e le
restanti previste missioni Apollo 18, 19 e 20 furono
annullate per tagli di bilancio.

Dagli inizi degli anni settanta iniziò a prender piede una


teoria complottista che sosteneva che le missioni Apollo non
fossero mai realmente avvenute, ma che la NASA insieme al
governo degli Stati Uniti avesse organizzato una
cospirazione inscenando il tutto in studi televisivi con l'aiuto
Un'impronta lasciata sul suolo lunare
di effetti speciali[60][61]. Nonostante queste teorie siano state
dall'astronauta Buzz Aldrin durante la
smentite ed esistano varie prove sugli allunaggi
missione dell'Apollo 11
dell'Apollo[62][63], l'argomento continua a suscitare
polemiche[61].

Dopo gli sbarchi del programma Apollo nessun essere umano ha più camminato sulla Luna[64].
Gli statunitensi, avendo vinta la gara coi sovietici ed essendo pressati da altri problemi interni e
internazionali, persero l'interesse per le missioni con equipaggio. I sovietici continuarono con
l'atterraggio di sonde automatiche (tra cui le Lunochod) alcune delle quali (come Luna 16)
riportarono anche campioni di suolo sulla Terra. Le altre nazioni non avevano le risorse
necessarie e le due superpotenze non videro un vantaggio immediato dell'esplorazione tale da
giustificarne gli altissimi costi. Vennero, comunque, pubblicati diversi studi relativi alla
realizzazione di basi lunari permanenti[65].

Gli anni duemila hanno visto una ripresa dell'esplorazione lunare. L'Agenzia Spaziale Europea
ha lanciato la sonda spaziale SMART-1 il 27 settembre 2003. La sonda, equipaggiata con un
propulsore ionico, ha raggiunto la Luna all'inizio del 2005 e ha effettuato una ricognizione
completa della Luna e prodotto una mappa a raggi X della superficie[66]. Nel 2007, l'agenzia
spaziale giapponese ha lanciato la sonda SELENE (ribattezzata Kaguya dopo il lancio) che ha
eseguito una mappatura della superficie lunare con particolare attenzione alle anomalie del suo
campo gravitazionale. Lo stesso decennio ha visto il lancio, anche, delle prime missioni lunari
dei paesi emergenti dell'Asia: la Cina ha lanciato le missioni Chang'e 1 e 2 nel 2007 e nel 2010,
rispettivamente; l'India ha lanciato Chandrayaan-1 nel 2008[67].

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La NASA ha lanciato nel 2009 le missioni LCROSS e Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO). La
prima dedicata all'individuazione della presenza di acqua sulla Luna, la seconda per eseguire
una ricognizione ad alta risoluzione della superficie lunare. Dal 2011, LRO è affiancata da
GRAIL, sviluppata per studiare il campo gravitazionale lunare e, in base a questo, dedurre
dettagli della topografia e composizione della crosta e del mantello sottostante.

Programmi di future esplorazioni lunari


Nel 2018, l'agenzia spaziale cinese lavora ad un programma
di esplorazione della superficie lunare con le missioni
robotiche Chang'e e il rover Yutu. La NASA, invece, conduce
l'osservazione dall'orbita con la sua missione Lunar
Reconnaissance Orbiter. Entrambe le agenzie sono attive nel
finanziare concretamente l'esplorazione lunare, quella
Ipotetica base lunare cinese pianifica nel corso dell'anno l'invio del primo rover
(rappresentazione artistica a cura sul lato nascosto della Luna, Chang'e 4[68], e quella
della NASA) statunitense ha ricevuto la prima direttiva federale, Space
Policy Directive 1[69], per riprendere l'esplorazione umana
sulla Luna.

La Cina, oltre all'esplorazione umana, sta considerando la possibilità di sfruttare


minerariamente la Luna, in particolare per l'isotopo Elio-3, da usare come fonte d'energia sulla
Terra[70].

L'Agenzia Spaziale Europea ha un programma generico di esplorazione spaziale robotica e con


missioni umane chiamato Programma Aurora[71]; il programma non ha uno specifico corpo
celeste come obiettivo ma più in generale la creazione dei presupposti necessari per permettere
l'esplorazione spaziale.

Le agenzie spaziali indiane e russe avevano iniziato nel 2007 una collaborazione a un progetto
comune di esplorazione con un rover programmato per il 2018[72], ma a seguito della crisi
economica la Russia ha dovuto abbandonare il progetto che sarà continuato dall'India con la
missione Chandrayaan-2[73].

L'agenzia americana NASA e la russa Roscosmos hanno siglato un accordo nel 2017 per la
cooperazione nell'esplorazione spaziale e in particolare per agevolare la presenza umana in
orbita cislunare[74], in particolare il progetto della NASA comprende la costruzione della
stazione spaziale Deep Space Gateway in orbita attorno alla Luna da usare come avamposto per
missioni lunari e dello spazio profondo e l'agenzia russa intende estendere l'invito a partecipare
al progetto alle maggiori agenzie spaziali della Terra[75].

Già nel 2017 il programma Artemis era in via di sviluppo, ma nel 2020 la NASA ha richiesto un
finanziamento aggiuntivo di 1,6 miliardi di dollari, concretizzando il progetto. Artemis è un
programma di volo spaziale con equipaggio in corso portato avanti principalmente dalla NASA,
dalle aziende di voli spaziali commerciali statunitensi e da partner internazionali come l'Agenzia
spaziale europea (ESA), la JAXA e la Canadian Space Agency (CSA) con l'obiettivo di far
sbarcare "la prima donna e il prossimo uomo" sulla Luna, in particolare nella regione del polo

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sud lunare, entro il 2024. La NASA vede Artemis come il prossimo passo verso l'obiettivo a
lungo termine di stabilire una presenza autosufficiente sulla Luna, gettare le basi per le società
private per costruire un'economia lunare e infine mandare gli umani su Marte.

La Terra vista dalla Luna


Dalla faccia che la Luna rivolge alla Terra il pianeta rimane
fisso in un punto della volta celeste che cambia spostandosi
sulla superficie della Luna stessa, raggiungendo una
dimensione di 2° (circa 3,5 volte la Luna piena vista dalla
Terra stessa)[76].

Le prime foto della Terra vista dalla Luna furono scattate dai
cinque Lunar Orbiter che la NASA inviò tra il 1966 e il 1967
con l'intento di setacciare la superficie e scegliere i luoghi
migliori per l'allunaggio delle allora future missioni
Apollo[77]. Successivamente, durante lo svolgimento di
queste, furono scattate altre foto.
Foto della Terra dalla Luna scattata
Ultimamente molti orbiter lunari stanno ancora scattando dagli astronauti della missione Apollo
foto al pianeta. Nel 2007 la sonda giapponese Kaguya scattò 8 (1968), intitolata successivamente
numerose foto alla superficie lunare, tra cui una che mostra Earthrise (Sorgere della Terra)
il disco della Terra all'orizzonte[78]. Anche la NASA, con il
suo Lunar Reconnissance Orbiter, sta ancora operando in
tale senso[79].

Le fasi della Terra


Come quello della Luna vista dalla Terra, l'aspetto di quest'ultima vista dal satellite cambia a
seconda dell'angolazione d'arrivo dei raggi del Sole.

Quando sulla faccia che la Luna rivolge al pianeta è notte, il momento corrisponderà alla fase di
novilunio sulla Terra e quindi questa apparirà sulla volta celeste completamente illuminata.

Quando sulla faccia che la Luna rivolge al pianeta è invece il dì, il momento corrisponderà alla
fase di plenilunio sulla Terra e quindi questa apparirà scura. Il plenilunio è infatti visibile dalla
terra solo durante la notte (quando la Luna è completamente opposta al Sole)[80].

Infine quelle che dalla Terra appaiono come eclissi lunari, sulla Luna corrispondono a eclissi
solari poiché durante tali allineamenti il disco della Terra oscura il Sole.

Formazione della Luna


Sono state proposte diverse ipotesi per spiegare la formazione della Luna che, in base alla
datazione isotopica dei campioni di roccia lunare portati sulla Terra dagli astronauti delle
missioni Apollo, risale a 4,527 ± 0,010 miliardi di anni fa, cioè circa 50 milioni di anni dopo la

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formazione del sistema solare[81].

Queste ipotesi includono l'origine per fissione della crosta terrestre a causa della forza
centrifuga[82], che però richiederebbe un valore iniziale troppo elevato per la rotazione
terrestre[83]; la cattura gravitazionale di un satellite già
formatosi[84], che però richiederebbe un'enorme estensione
dell'atmosfera terrestre per dissipare l'energia cinetica del
satellite in transito[83]; la co-formazione di entrambi i corpi
celesti nel disco di accrescimento primordiale, che però non
spiega la scarsità di ferro metallico sulla Luna[83]. Nessuna di
queste ipotesi inoltre è in grado di spiegare l'alto valore del
momento angolare del sistema Terra-Luna[85].

La teoria più accreditata è quella secondo la quale essa si sia


Rappresentazione artistica
formata a seguito della collisione di un planetesimo,
dell'impatto di un planetoide di circa
chiamato Theia, delle dimensioni simili a quelle di Marte
500 km di diametro sulla superficie
con la Terra quando quest'ultima era ancora calda, nella
della Terra da poco formatasi
prima fase della sua formazione. Il materiale scaturito
dall'impatto sarebbe rimasto in orbita intorno alla Terra e
per effetto della forza gravitazionale si sarebbe riaggregato formando la Luna. Detta
comunemente la Teoria dell'impatto gigante, è supportata da modelli teorici, pubblicati
nell'agosto del 2001[86]. Una conferma di questa tesi deriverebbe dal fatto che la composizione
della Luna è pressoché identica a quella del mantello terrestre privato degli elementi più leggeri,
evaporati per la mancanza di un'atmosfera e della forza gravitazionale necessarie per trattenerli.
Inoltre, l'inclinazione dell'orbita della Luna rende piuttosto improbabili le teorie secondo cui
essa si sarebbe formata insieme alla Terra o sarebbe stata catturata in seguito.

Uno studio[87] del maggio del 2011 condotto dalla NASA porta elementi che appaiono in
contraddizione con l'ipotesi dell'impatto gigante. Lo studio, eseguito su campioni vulcanici
lunari, ha permesso di misurare nel magma lunare una concentrazione d'acqua 100 volte
superiore a quella precedentemente stimata. Secondo la suddetta teoria, l'acqua avrebbe dovuto
essere evaporata quasi completamente durante l'impatto; invece, i dati presentati nello studio
conducono a stimare un quantitativo d'acqua simile a quello presente nella crosta terrestre.

Un altro studio[88] della NASA indica che la faccia nascosta potrebbe essere stata generata dalla
fusione tra la Luna e una seconda luna della Terra, la quale si sarebbe distribuita
uniformemente sulla faccia lontana della Luna che conosciamo. Questa teoria spiegherebbe
anche perché il lato nascosto della luna si presenti più frastagliato e montuoso rispetto al lato
visibile del satellite terrestre.

Rappresentazione in scala della distanza Terra-Luna

Parametri orbitali

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Rivoluzione
Rispetto alle stelle fisse, la Luna completa un'orbita attorno alla Terra in media ogni 27,321661
giorni, pari a 27 giorni, 7 ore, 43 minuti e 12 secondi (mese siderale)[89]. Il suo periodo tropicale
medio, calcolato da equinozio a equinozio, è invece di 27,321582 giorni, pari a 27 giorni, 7 ore,
43 minuti e 4,7 secondi[89]. Un osservatore sulla Terra conta circa 29,5 giorni tra una nuova luna
e la successiva, per via del contemporaneo movimento di rivoluzione del pianeta. Più
esattamente il periodo sinodico medio tra due congiunzioni solari è di 29,530589 giorni, cioè 29
giorni, 12 ore, 44 minuti e 2,9 secondi[89].

In un'ora, la Luna
percorre sulla sfera
celeste circa mezzo
grado, distanza
all'incirca pari alla sua
dimensione
apparente[90]. Nel suo
moto, rimane sempre
confinata in una
regione del cielo
Moto della luna durante un periodo sinodico, che è 29 d 12 h 44,0 min indicata come lo
Zodiaco, che si estende
circa 8 gradi sopra e
sotto l'eclittica, linea che la Luna attraversa (da Nord a Sud o viceversa) ogni 2 settimane circa.

La Terra e la Luna orbitano attorno a un centro di massa comune, che si trova a una distanza di
circa 4 700  km dal centro della Terra[91]. Poiché questo centro si trova dentro alla massa
terrestre il moto della Terra è meglio descritto come un'oscillazione. Viste dal Polo nord della
Terra l'orbita della Luna attorno alla Terra e l'orbita di questa attorno al Sole avvengono tutte in
senso antiorario.

Il sistema Terra-Luna non può essere considerato un pianeta doppio perché il centro di gravità
del sistema Terra-Luna non è esterno al pianeta, ma è localizzato 1 700  km al di sotto della
superficie terrestre, circa un quarto del raggio terrestre[92].

A differenza di quanto accade per gli altri satelliti naturali del sistema solare, la Luna è
eccezionalmente grande rispetto al pianeta attorno a cui orbita. Infatti, il suo diametro e la sua
massa sono pari rispettivamente a un quarto e a 1/81 di quelli terrestri[93]. Nel sistema solare,
solo Caronte nel confronto con Plutone ha dimensioni proporzionalmente maggiori, avendo una
massa pari all'11,6% di quella del pianeta nano[94]. Satelliti di dimensioni confrontabili con
quelle della Luna orbitano attorno ai giganti gassosi (Giove e Saturno), mentre i pianeti più
affini alla Terra o non hanno satelliti (Venere e Mercurio) o ne hanno di minuscoli (Marte).

Il piano dell'orbita lunare è inclinato di 5°8' rispetto a quello dell'orbita della Terra intorno al
Sole (il piano dell'eclittica). Le perturbazioni gravitazionali del Sole impongono all'orbita lunare
un moto di precessione, in senso orario, con periodo di 18,6 anni[95]; questo movimento è

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correlato alle nutazioni terrestri, che possiedono infatti lo stesso periodo. I punti in cui l'orbita
lunare interseca l'eclittica sono chiamati nodi lunari. Le eclissi solari accadono quando un nodo
coincide con una luna nuova, le eclissi lunari quando un nodo coincide con una luna piena.

Rotazione
Il moto di rotazione della Luna è il movimento che compie
intorno all'asse lunare nello stesso senso della rotazione
terrestre, da Ovest verso Est, con una velocità angolare di
13° al giorno. La durata è quindi uguale a quella del moto di
rivoluzione pari a 27 giorni, 7 ore, 43 minuti e 11,6 secondi.
Poiché il periodo di rotazione della Luna è esattamente
uguale al suo periodo orbitale, dalla superficie della Terra è Librazioni lunari con il succedersi
visibile sempre la stessa faccia del satellite. Questa sincronia delle fasi nel 2013: in alto a sinistra
è il risultato dell'attrito mareale causato dalla Terra che ha la posizione di Luna e Terra vista
rallentato la rotazione della Luna nella sua storia iniziale. dall'alto, con le zone di ombra e luce
in evidenza; in basso a sinistra il
meridiano e parallelo di riferimento
Librazione della Luna con le sue oscillazioni
durante l'anno e in giallo il punto
Dato che il moto di rivoluzione attorno alla Terra non è della superficie lunare che ha il sole
perfettamente circolare, velocità di rotazione e distanza allo zenit e in blu il punto della
dalla Terra variano leggermente durante un'orbita e i moti superficie che ha la Terra allo zenit;
di rotazione e rivoluzione presentano degli sfasamenti tali sullo sfondo la distanza Terra-Luna
da creare oscillazioni apparenti di lieve entità nel moto di misurata in diametri terrestri; in primo
rotazione lunare dette librazioni[96]; anche la precessione del piano la visione dalla Terra.
piano dell'orbita contribuisce, sebbene in misura minore,
alle oscillazioni di librazione[96]. Questi sfasamenti
consentono ad alcune zone delle superficie lunare di essere visibili per alcuni intervalli di tempo
da un osservatore a Terra. Oltre a questo, si aggiunge anche una leggera oscillazione diurna
apparente dovuta al moto dell'osservatore sulla superficie terrestre: il medesimo osservatore
vedrà la Luna sotto un'angolazione diversa dal momento in cui essa sorge dall'orizzonte al
momento in cui tramonta a causa dello spostamento del punto di osservazione dovuto alla
rotazione terrestre[97]. Come conseguenza di tutti questi fattori, dalla Terra è osservabile un po'
più della metà della superficie lunare (circa il 59%).

L'allontanamento progressivo della Luna dalla Terra


Il successo dell'esperimento Lunar Laser Ranging, a seguito delle missioni Apollo e Lunochod,
ha permesso di rivelare con precisione millimetrica la distanza tra la Terra e la Luna e di
misurare l'effettivo allontanamento dei due corpi nel corso degli anni. La Luna si allontana
infatti di 3,8 centimetri all'anno.[98]

Motivazione del fenomeno

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L'allontanamento progressivo della Luna dalla Terra è dovuto alle forze di marea esercitate dal
satellite sul pianeta. Le masse d'acqua oceaniche presenti
sulla Terra vengono attratte dalla Luna e si protendono nella
direzione Terra-Luna, con un leggero disallineamento a
causa del periodo di rotazione terrestre inferiore al periodo
di rivoluzione lunare. L'attrazione che la Luna esercita su
questo lobo di marea ha una componente nella direzione
opposta alla rotazione terrestre. Questa azione comporta un
rallentamento del momento angolare terrestre, mentre la
sua reazione incrementa il momento angolare della Luna
con un suo conseguente e progressivo trasferimento su
un'orbita a quota più elevata[99]. Da notare che, sebbene la
Luna venga accelerata, la velocità del suo moto diminuisce a
causa dell'aumento della quota dell'orbita[100].

Evoluzione storica
L'attrazione gravitazionale della luna
Subito dopo la formazione, la Luna si trovava a una distanza
"trascina" il lobo di marea,
molto più ravvicinata di adesso. La sua orbita era a circa
leggermente in avanti, contro il moto
di rotazione della Terra
25 000 km e il periodo di rotazione della Terra era di circa 3
ore[101]. Essendo entrambi i corpi allo stato fuso e molto
vicini, le forze mareali avevano un'intensità molto maggiore
di quelle attuali ed erano reciproche, in quanto la Luna non era ancora in rotazione sincrona.
Col passare del tempo, la Terra attraversò varie ere geologiche con una diversa conformazione
del suolo: fuso, solido, con o senza oceani, con solo ghiaccio; ognuna delle conformazioni ha
reazioni differenti alle forze di marea della Luna, per questo l'evoluzione nei tempi remoti del
periodo di rotazione e della distanza Terra-Luna non può essere determinata con precisione.

Situazione attuale

Nel passare degli anni, il giorno della Terra si è ridotto fino ad arrivare a 24 ore di oggi e la Luna
si è allontanata fino a 384 000  km e l'attrito mareale ne ha stabilizzato la rotazione fino a
renderla sincrona con la rivoluzione. La Luna si allontana di 38  mm[102] all'anno e la Terra
rallenta la rotazione di 2,3 millisecondi ogni secolo[100].

Confronto con altri sistemi


Il sistema Terra-Luna è l'unica coppia pianeta-satellite del sistema solare ad avere forze mareali
sensibili sul pianeta. Questo è dovuto al rapporto delle masse di ben 1/81, il maggiore del
sistema solare. Se oltre ai pianeti si considerano anche i pianeti nani, solo il sistema Plutone-
Caronte supera questo valore, con un rapporto di masse di 1/9 che ha portato al raggiungimento
dell'equilibrio mareale[103]: il periodo di rotazione di Plutone, quello di Caronte e il periodo di
rivoluzione di Caronte sono sincronizzati.

Caratteristiche Chimico-fisiche
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Composizione chimica
Più di 4,5 miliardi di anni fa, la superficie della Luna era un
oceano di magma liquido[104]. Gli scienziati pensano che uno
dei componenti delle rocce lunari detto KREEP, acronimo
dell'espressione inglese K (potassio), Rare Earth Elements
(terre rare), e P (fosforo), rappresenti l'ultimo resto del
magma originario. Il KREEP è composto da quelli che gli
scienziati chiamano "elementi incompatibili": elementi che
non possono entrare a far parte delle strutture dei cristalli e
che quindi rimangono inutilizzati sulla superficie del
magma. Per i ricercatori, il KREEP è un marcatore utile per
determinare la storia del vulcanismo lunare e tracciare la
cronologia degli impatti da parte di comete e altri oggetti
celesti[105][106]. I crateri Halley, Hind, Hipparcus e
parte del cratere Albategnius, ripresi
La crosta lunare è composta da una varietà di elementi dagli astronauti dell'Apollo 16
primari: uranio, torio, potassio, ossigeno, silicio, magnesio,
ferro, titanio, calcio, alluminio e idrogeno. Dai dati forniti
dalla missione GRAIL sulle caratteristiche della crosta lunare, i ricercatori hanno ottenuto
preziose informazioni anche sulla composizione interna del satellite, scoprendo che racchiude
all'incirca la stessa percentuale di alluminio della Terra[107]. Quando viene bombardato dai raggi
cosmici, ogni elemento riemette nello spazio una sua propria radiazione particolare, sotto forma
di raggi gamma. Alcuni elementi, come l'uranio, il torio e il potassio, sono radioattivi ed
emettono spontaneamente raggi gamma. Quale che sia la loro causa, i raggi gamma emessi da
ogni elemento sono diversi e uno spettrometro è in grado di distinguerli e appunto in questo
modo è stato possibile scoprirne l'esistenza[108]. Una mappa globale della Luna, che riporti
l'abbondanza di questi elementi, non è ancora stata realizzata.

Le ere geologiche della Luna vengono definite in base alla datazione di alcuni crateri che hanno
avuto un effetto significativo sulla sua storia.

Struttura interna
La Luna è un corpo celeste internamente differenziato: come la Terra ha una crosta
geochimicamente distinta, un mantello, la cui astenosfera è parzialmente fusa (di fatto le onde S
rilevate dai sismografi non sono in grado di attraversarla)[110], e un nucleo.

La parte interna del nucleo, con un raggio di 240  km, è ricca di ferro allo stato solido ed è
circondata da un guscio esterno fluido costituito principalmente da ferro liquido, con un raggio
di circa 300  km. Attorno al nucleo si trova una fase parzialmente fusa con un raggio di circa
500  km[111]. La sua composizione non è stata ancora pienamente identificata, ma si dovrebbe
trattare di ferro metallico in lega con piccole quantità di zolfo e nichel; sono le analisi della
variabilità della rotazione lunare a indicare che esso è almeno parzialmente fuso[112].

Si ritiene che questa struttura si sia sviluppata attraverso una cristallizzazione frazionata
dell'oceano di magma che ricopriva il satellite 4,5 miliardi di anni fa, al tempo della sua

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Composizione chimica della regolite della superficie


lunare[109].
Composizione (peso %)
Composto Formula
Mari Alture

Diossido di silicio SiO2 45,4% 45,5%

Ossido di alluminio Al2O3 14,9% 24,0%

Ossido di calcio CaO 11,8% 15,9%

Ossido di ferro FeO 14,1% 5,9%

Ossido di magnesio MgO 9,2% 7,5%


Struttura interna della Luna
Biossido di titanio TiO2 3,9% 0,6%

formazione[104]. Ossido di sodio Na2O 0,6% 0,6%

Totale 99,9% 100,0%


La cristallizzazione dell'oceano di
magma avrebbe creato il mantello
femico per precipitazione e separazione dei minerali di olivina e pirosseno; dopo che circa tre
quarti del magma si erano cristallizzati, i minerali di plagioclasio, a densità più bassa, poterono
galleggiare e formare la crosta superficiale[113]. Gli ultimi liquidi a cristallizzare furono quelli che
si trovarono compressi tra la crosta e il mantello, con un'elevata abbondanza di elementi
scarsamente compatibili ed esotermici[114]. A conferma di questo, la mappatura geochimica
effettuata dalle sonde in orbita, mostra che la crosta è prevalentemente a base di anortosite[115];
anche i campioni di roccia lunare della lava eruttata sulla superficie da fusioni parziali del
mantello, confermano la composizione mafica del mantello, più ricco in ferro di quello
terrestre[114]. Attraverso i dati inviateci dalla missione GRAIL, le ultime stime effettuate,
dimostrano invece che la crosta lunare è più sottile di quanto si pensasse, in media 32–34 km
contro i 45 km delle stime precedenti[114].

La Luna è il secondo satellite più denso del sistema solare dopo Io[116]. Tuttavia le dimensioni
del nucleo interno lunare sono piuttosto piccole in confronto alla dimensione totale del satellite,
solo il 20%[114] rispetto al circa 50% della maggioranza degli altri satelliti di tipo terrestre.

Topografia lunare
La topografia della Luna è stata misurata utilizzando tecniche come l'altimetria laser e l'analisi
stereoscopica delle immagini[117].

La caratteristica topografica più rilevante è l'enorme Bacino Polo Sud-Aitken, situato sulla
faccia nascosta della Luna e pertanto non direttamente visibile da noi. Si tratta di un vasto
cratere da impatto di circa 2 500 km di diametro, il più grande del nostro satellite e uno dei più
estesi dell'intero sistema solare[118][119]. Oltre alle dimensioni, il cratere vanta anche due altri
primati: con i suoi 13  km di profondità contiene il punto più basso dell'intera superficie
lunare[118][120] mentre la massima elevazione del satellite si trova sul suo bordo nord-est. Si
ritiene che quest'area sia il risultato di un impatto obliquo che ha portato alla formazione del
bacino[121].

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Anche altri grandi bacini da impatto come Mare Imbrium, Mare Serenitatis, Mare Crisium,
Mare Smythii e Mare Orientale posseggono vaste depressioni e bordi molto elevati[118].
L'emisfero nascosto della Luna ha un'elevazione media di 1,9  km più alta rispetto a quella
dell'emisfero visibile[114].

Presenza di acqua
La Luna per gran parte della sua storia antica è stata bombardata da asteroidi e comete, queste
ultime ricche d'acqua. L'energia della luce solare divide la maggior parte di quest'acqua nei suoi
elementi costituenti, idrogeno e ossigeno, di cui la maggior parte si disperde immediatamente
nello

Immagine del Polo Sud lunare


ripresa dalla sonda Clementine Topografia della Luna. In rosso le elevazioni, in blu le
depressioni
spazio. È stato però ipotizzato che
quantità significative di acqua possano
rimanere sulla Luna, in superficie, in aree perpetuamente all'ombra o inglobate nella crosta[122].

A causa della modesta inclinazione dell'asse di rotazione lunare (solo 1,5°), alcuni dei crateri
polari più profondi non ricevono mai luce dal Sole, rimanendo sempre in ombra. In accordo con
i dati raccolti durante la missione Clementine, sul fondo di tali crateri potrebbero essere
presenti depositi di ghiaccio d'acqua[122]. Le successive missioni lunari hanno tentato di
confermare questi risultati, senza tuttavia fornire dati definitivi[122].

Nell'ambito del suo progetto di ritorno sulla Luna, la NASA ha deciso di finanziare il Lunar
Crater Observation and Sensing Satellite[123]. La sonda è stata progettata per osservare
l'impatto dello stadio superiore del razzo vettore Centaur che l'avrebbe portata in orbita, su una
regione permanentemente in ombra situata in vicinanza al Polo Sud lunare. L'impatto del razzo
è avvenuto il 9 ottobre 2009, seguito quattro minuti dopo da quello della sonda che in questo
modo ha attraversato il pennacchio così sollevatosi e ne ha potuto analizzare la
composizione[124].

Il 13 novembre 2009, la NASA ha annunciato che, in seguito a un'analisi preliminare dei dati
raccolti durante la missione di LCROSS, è stata confermata la presenza di depositi di ghiaccio
d'acqua nei pressi del Polo Sud lunare[125]. Nello specifico sono state rilevate linee di emissione

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dell'acqua nello spettro, nel visibile e nell'ultravioletto, del pennacchio generato dall'impatto
sulla superficie lunare dello stadio superiore del razzo che aveva portato la sonda in orbita[125]. È
stata inoltre rilevata la presenza di idrossile, prodotto dalla scissione dell'acqua investita dalla
radiazione solare[125].

L'acqua (sotto forma di ghiaccio) potrebbe in futuro essere estratta e quindi divisa in idrogeno e
ossigeno da generatori a energia solare. La quantità di acqua presente sulla Luna è un fattore
importante nel rendere possibile la sua colonizzazione, perché il trasporto dalla Terra sarebbe
estremamente costoso.

L'acqua lunare potrebbe essere contenuta al suo interno e


derivare dalla sua formazione, come rileva uno studio
recente (maggio 2011) condotto dalla NASA. Lo studio
evidenzia che la percentuale di acqua presente nella Luna
potrebbe essere simile a quella terrestre e quindi i depositi
rilevati potrebbero essere stati generati dalle eruzioni
magmatiche del passato[87].

Campo magnetico
Per più di un miliardo di anni dalla sua formazione, la Luna La superficie lunare ripresa dal
ebbe un campo magnetico paragonabile a quello terrestre. Ranger 9 il 24 marzo 1965, poco
Gran parte del calore indispensabile a mantenere fluido il prima di schiantarsi sul suolo del
satellite
nucleo esterno e il mantello era dato, in parte dal
decadimento degli isotopi radioattivi, ma soprattutto dalle
forze mareali esercitate dalla Terra, come accade ancor oggi
per la luna gioviana Io. Le forze mareali creavano un notevole attrito - e, quindi, riscaldamento
interno - negli strati interni della Luna in quanto, all'inizio della sua storia, il satellite, che
continua anche oggi ad allontanarsi progressivamente dalla Terra, orbitava intorno al pianeta a
una distanza molto inferiore a quella odierna, cosicché la forza gravitazionale esercitata dalla
Terra era in grado anche di fondere e far rimanere allo stato fuso le rocce del mantello lunare e
quelle del nucleo esterno (che sono tuttora fuse). A distanza ravvicinata, le interazioni di marea
tra la Terra e la Luna avrebbero, oltretutto, fatto sì che il mantello del nostro satellite ruotasse
in modo leggermente diverso da quello del suo nucleo, creando celle convettive che si
mantennero fino a circa 3 miliardi d'anni or sono. Proprio questo movimento differenziale
avrebbe indotto nel nucleo un rimescolamento in grado, almeno stando alle previsioni teoriche,
di dar luogo a una dinamo magnetica[126]. Il campo magnetico esterno attuale della Luna è molto
debole, compreso tra uno e cento nanotesla, circa un centesimo di quello terrestre. Non si tratta
di un campo magnetico dipolare globale, che richiederebbe un nucleo interno liquido, ma solo
una magnetizzazione crostale, probabilmente acquisita nelle prime fasi della sua storia quando
la geodinamo era ancora operativa[127][128]. Parte di questo residuo di magnetizzazione potrebbe
anche derivare da campi magnetici transitori generatisi durante grandi eventi di impatto
attraverso l'espansione della nube plasmatica associata all'impatto in presenza di un
preesistente campo magnetico ambientale. Questa ricostruzione è supportata dalla
localizzazione delle grandi magnetizzazioni crostali disposte agli antipodi dei grandi bacini da
impatto[129].

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Le misurazioni del campo magnetico


possono dare inoltre informazioni su
dimensione e conduttività elettrica del
nucleo lunare, fornendo quindi dati per
una migliore teoria dell'origine della
Luna. Per esempio, se il nucleo
contenesse una proporzione maggiore di
elementi magnetici (come il ferro)
rispetto a quella terrestre, la teoria della
nascita per impatto perderebbe credito
(anche se potrebbero esistere spiegazioni
alternative per questo fatto).

Sopra tutta la crosta lunare si stende uno


strato esterno di roccia polverosa,
Ricostruzione dell'intensità del campo magnetico a partire
chiamata regolite. Sia la crosta sia la
dei dati rilevati dalla sonda Lunar Prospector, 2006
regolite sono distribuite in modo
irregolare, l'una con uno spessore da 60 a
100 chilometri, l'altra passando da 3-5 metri nei mari fino a 10-20 metri sulle alture. Gli
scienziati pensano che queste asimmetrie siano sufficienti per spiegare lo spostamento del
centro di massa della Luna. L'asimmetria della crosta potrebbe anche spiegare la differenza nei
terreni lunari che sono formati principalmente da mari sulla faccia vicina e rocce sulla parte
lontana.

Atmosfera
La Luna non possiede quella che si può definire un'atmosfera nel senso comune del termine; si
può solo parlare di un velo estremamente tenue, tanto che può essere quasi assimilato al vuoto,
con una massa totale di meno di 10 tonnellate[130]. La pressione superficiale risultante è attorno
a 10−15 atmosfere (0,3 nPa), variabile in funzione del giorno lunare. La sua origine è imputabile
al degassamento e allo sputtering, cioè il rilascio di atomi di gas da parte delle rocce che
compongono la Luna, in seguito all'impatto degli ioni portati dal vento solare[115][131].

Tra gli elementi che sono stati identificati ci sono sodio, potassio (presenti anche nelle
atmosfere di Mercurio e del satellite Io) generati da sputtering; elio-4, da vento solare; argon-
40, radon-222 e polonio-210 da degassamento per effetto del decadimento radioattivo
all'interno di crosta e mantello[132][133]. Non è ben chiara l'assenza di elementi allo stato neutro
(atomi o molecole) come ossigeno, azoto, carbonio e magnesio, normalmente presenti nella
regolite[132].

La presenza di vapore acqueo è stata rilevata dalla sonda indiana Chandrayaan-1 a varie
latitudini, con un massimo a ~60–70 gradi; si ritiene che possa essere generato dalla
sublimazione del ghiaccio d'acqua della regolite[134]. Dopo la sublimazione, questo gas può
ritornare nella regolite, sotto l'effetto della debole attrazione gravitazionale della Luna, o essere
disperso nello spazio a causa sia della radiazione solare sia del campo magnetico generato dal
vento solare sulle particelle ionizzate[132].

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Terremoti sulla Luna


Le missioni Apollo che hanno portato astronauti sulla Luna
hanno sbarcato anche alcuni sismografi. Questi sismografi
hanno funzionato per molti anni ottenendo risultati ben
diversi da quelli posti sulla superficie terrestre[135]. Pur
avendo registrato qualche migliaio di terremoti l'anno, si è
visto che in media l'energia liberata da essi è molto bassa e
non ha quasi mai superato il secondo grado della scala
Richter. L'assenza di moti crostali impedisce lo sviluppo di
terremoti di alta intensità.

Superficie
Sismografo installato sulla Luna dagli
La superficie della Luna è fatta di due categorie principali: i astronauti dell'Apollo 11 nella loro
mari e i crateri. I mari sono quel che resta della passata prima missione. Dispositivi simili
vennero trasportati in tutte le altre
attività vulcanica e sono di origine basaltica; l'origine risale
missioni del programma Apollo
a più di un miliardo di anni fa[136]. I crateri, invece, sono
generati esclusivamente da impatti con asteroidi e non sono
frutto di attività geologiche interne.

Mari
Le macchie scure pianeggianti sul lato visibile della Luna
sono ben visibili anche a occhio nudo e ai tempi delle prime
osservazioni astronomiche non si conosceva affatto la
composizione della superficie e per questo si ipotizzò che
fossero dei veri e propri mari. Si tratta in verità di pianure
basaltiche, originatesi da antiche eruzioni di materiale
incandescente seguite all'impatto con asteroidi
particolarmente massicci. La maggiore albedo delle
montagne lunari (formate da rocce più antiche) è dovuta alla
presenza di regolite, che riflette più luce rispetto al basalto,
formatasi dall'impatto di innumerevoli micrometeoriti nel
corso di centinaia di milioni di anni di storia lunare. Queste
Gravità nel Mare Smythii, confronto pianure basaltiche occupano il 17% della superficie[137] e
tra mappa topografica (in alto) e sono quasi assenti sulla faccia nascosta: l'unico degno di
mappa gravitazionale (in basso). In nota è il Mare Moscoviense che è anche il più profondo
rosso le elevazioni, in blu le dell'intera superficie.
depressioni
Alcuni di questi presentano una tale concentrazione di
massa da provocare anomalie gravitazionali: l'intensità del
campo gravitazionale dovrebbe diminuire in prossimità di tali depressioni, invece se ne misura
un aumento[138].

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Il mare più grande è l'Oceanus Procellarum, chiamato anche Mare Eoum[139], mare orientale, e
si estende per una superficie di oltre un milione di chilometri quadrati. È stato il luogo di
atterraggio di molte sonde robotiche del programma Luna[140] e Surveyor[141] ed è stato anche
scelto per l'atterraggio della missione umana Apollo 12.

Crateri
I crateri lunari occupano la maggior parte della superficie della luna e sono di diversi tipi. I
crateri più antichi hanno permesso la datazione dell'intenso bombardamento tardivo che ha
coinvolto la Terra 4 miliardi di anni fa. Il più visibile di essi è il Cratere Tycho, ben visibile anche
a occhio nudo, che prese il nome dall'astronomo Tycho Brahe; pur non essendo molto grande è
datato solo 100 milioni di anni[142] e i detriti successivi all'impatto hanno lasciato segni a
raggiera con un'albedo molto elevata, che non sono stati erosi da impatti successivi come per i
crateri più antichi.

Altri crateri degni di nota sono i crateri Peary e Malapert,


situati rispettivamente in prossimità del polo nord e sud
lunare. La peculiarità di questi crateri è di avere i bordi
quasi sempre illuminati dal sole e i centri al buio totale,
grazie alla loro posizione esterna e alla scarsa inclinazione
dell'asse lunare. Sebbene l'illuminazione media annua
raggiunga un massimo di 89% ai bordi[143], i centri sono al
100% al buio per tutti i giorni dell'anno e non sono soggetti Cratere Plato e Sinus Iridum
agli effetti del vento solare: potrebbero quindi contenere
elementi volatili cristallizzati, come l'acqua, ed essere di
interesse per una futura missione spaziale.

Mappa della superficie


La prima mappa della Luna risale al 3000 a.C.,
un'illustrazione più che una mappa vera e propria, disegnata
col carbone su una tomba di Knowth in Irlanda[144]. È dal
XVII secolo che gli astronomi iniziarono a mappare la faccia
visibile della superficie e assegnare nomi agli elementi
principali, con Leonardo, Galileo e Harriot, soprattutto dopo
l'invenzione del telescopio.

Molti dei mari e dei crateri hanno ricevuto una


Mappa preparata dalla NASA per la
denominazione. Dal 1919, l'Unione astronomica
preparazione dell'atterraggio
internazionale si occupa di catalogare gli elementi della
dell'Apollo 11
superficie lunare e assegnare loro un nome ufficiale[145].
Oltre agli elementi sopra citati, anche altri elementi meno
comuni hanno ricevuto una denominazione, come monti, catene, fossi, valli e altro ancora[146].
Dagli anni 1970, anche agli elementi della faccia nascosta, fino ad allora sconosciuti, è stata
assegnata una nomenclatura.

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La Luna nel mito e nella cultura di massa


La Luna è spesso protagonista in molte mitologie e credenze
popolari. Le numerose divinità lunari sono spesso
femminili, come le dee greche Selene[147] e Artemide, e le
loro equivalenti romane Luna e Diana. Si possono trovare
anche divinità maschili, come Nanna o Sin[148] dei
Mesopotamici, Thot[149] degli Egiziani, Men[150] dei Frigi e il
dio giapponese Tsukuyomi[151] e anche Isil, che fa parte della
mitologia di Arda, mondo immaginario creato da J. R. R.
Tolkien.
La luna protagonista in un quadro di
Presso la religione induista, un aneddoto mitologico avente
Friedrich
come protagonista Ganesha (la divinità dalla testa
d'elefante) spiega l'origine delle fasi lunari (v. Ganesha e la
Luna). A Maometto viene attribuito il miracolo della divisione della luna[152].

Parole come "lunatico" sono derivate dalla Luna, a causa della credenza popolare che essa sia
una causa di pazzia periodica[153].

La Luna (crescente) con una stella è stato il simbolo, adottato per la prima volta da Mustafa III
(1757–1774) e poi definitivamente scelto da Abdul Hamid I (1774–1789) e Selim III (1789–
1807), dell'Impero ottomano ed è tuttora presente in alcune bandiere degli Stati musulmani[154].

Ampio rilievo occupa la Luna nelle credenze popolari: per i


pescatori bisogna pescare sempre nelle notti di Luna piena
perché la Luna attira i pesci in superficie, mentre i contadini
sostengono che il mosto vada messo nelle botti durante il
novilunio, per farlo diventare vino. Negli orti, poi, la Luna
occupa un ruolo importantissimo: bisogna sempre seminare
in Luna calante. Ad esempio la lattuga non farebbe il
maschio (il fiore)[155]. È tuttora diffusa anche la credenza
dell'aumento delle nascite in fase di Luna crescente. Anche
gli antichi proverbi popolari si occupano estesamente
dell'influenza della Luna su tutti gli aspetti della vita
contadina, basti pensare al proverbio: «Luna di grappoli a
gennaio luna di racimoli a febbraio»[156]

Nella mitologia medioevale, la Luna piena occupa una


posizione importante: si credeva che i lupi mannari si
trasformassero alla luce della Luna, credenza con origini
risalenti all'antichità classica[157]; inoltre, sin dall'età Personificazione della Luna
romana, stregoni e streghe si riuniscono per i loro Esbat[158], (miniatura dal codice astrologico De
rituale che, attraverso la Tarda antichità, il Medioevo, il Sphaera, Biblioteca Estense
Rinascimento, la Storia moderna e contemporanea si è universitaria di Modena)
tramandato fino ad oggi ed è tuttora praticato[159].

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Altre credenze riguardano il sonnambulismo, che secondo le credenze popolari avviene in


presenza di luna piena[160], così come si crede che la Luna possa attirare i terremoti[161].

Letteratura e fantascienza
La Luna è stata per lungo tempo un popolare soggetto della
fantascienza e delle storie fantastiche di viaggi immaginari,
soprattutto fino al primo allunaggio di esseri umani nella
missione Apollo 11 nel 1969.

Tra le primissime incursioni fantastiche nel mondo della


Luna vi sono l'Icaromenippo e La storia vera, di Luciano di
Samosata, scritte nel II secolo a.C.; Dante Alighieri, nel
canto del Paradiso della Divina Commedia (primi del XIV
secolo) descrive l'ascesa attraverso le sfere celesti della
Luna, i pianeti da Mercurio a Saturno e di lì alla sfera delle
stelle fisse e al cielo degli angeli.

Nel poema cavalleresco Orlando furioso di Ludovico Ariosto


(1516, 1532), il cavaliere Astolfo, in sella all'Ippogrifo, vola
fin sulla Luna per recuperare il senno perduto da Orlando.

Il tema comunque non divenne popolare prima del Seicento,


La copertina dell'edizione inglese di
"Dalla Terra alla Luna", di Jules quando l'invenzione del telescopio favorì l'accettazione
Verne popolare del concetto di "un mondo nella Luna", cioè che la
Luna era un corpo fisico abitabile, che avrebbe potuto essere
raggiunto con un qualche tipo di trasporto aereo e spaziale.
Il concetto dell'esistenza di un altro mondo, vicino al nostro e capace di guardare giù verso di
noi da tale distanza, fornì ampio materiale per commenti satirici sulle abitudini dei terrestri; il
tema si prestava anche a intenti di divulgazione scientifica. Tra le prime storie notevoli che
trattano questo concetto vi sono il Somnium (Sogno) (1634) di Giovanni Keplero (scritto prima
del 1610 ma pubblicato postumo), The Man in the Moone (1638) del vescovo anglicano Francis
Godwin, The Discovery of a World in the Moone di John Wilkins (1638), L'altro mondo o Gli
stati e gli imperi della luna (L'autre monde ou Les ètats et empires de la lune, pubblicato
postumo nel 1657) di Cyrano de Bergerac.

Il primo viaggio verso la Luna è stato un tema popolare della fantascienza: tra le opere che lo
narrano vi sono "Relazione del primo viaggio alla Luna fatto da una donna nell'anno di grazia
2057" (Napoli, 1857) dell'astronomo Ernesto Capocci, Dalla Terra alla Luna (1865) e il seguito
Intorno alla Luna (1870) di Jules Verne, На Луне ("Sulla Luna", 1893) di Konstantin
Ėduardovič Ciolkovskij, I primi uomini sulla Luna (1901) di H. G. Wells, Il popolo della Luna
(The Moon Maid, 1926) di Edgar Rice Burroughs.

Il tema del viaggio dalla Terra alla Luna attrasse da subito l'attenzione del mondo del cinema.
Già nel 1902 Georges Méliès sceneggiò e diresse Viaggio nella Luna (Le voyage dans la Lune,
1902). A esso fece seguito, tra gli altri, Una donna nella Luna (Frau im Mond, 1929), per la
regia di Fritz Lang. Robert A. Heinlein, che si è occupato in modo esteso di narrare i primi
viaggi e la colonizzazione della Luna, riorganizzando i suoi racconti all'interno di una Storia

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futura coerente, contribuì alla sceneggiatura dei film Uomini sulla Luna (1950), alla cui
realizzazione collaborò l'illustratore astronomico Chesley Bonestell, e Project Moonbase (1953).
Insediamenti umani sulla Luna si ritrovano in molti altri racconti e romanzi, anche se non tutti
sono incentrati sulla vicende della colonia stessa, che spesso svolge solo un ruolo di
ambientazione. Arthur C. Clarke vi dedicò uno dei suoi primi racconti, La sentinella (1948), che
costituì l'embrione del soggetto per 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Nell'ambito
cinematografico si può citare anche Base Luna chiama Terra (First Men in the Moon, 1964), di
Nathan Juran, parzialmente basato sul romanzo I primi uomini sulla Luna di H. G. Wells.

Anche in campo televisivo la Luna è stata lo scenario di diverse opere; Gerry Anderson nel 1969
ideò e produsse UFO, una serie televisiva nella quale la Luna è il sito delle prime difese terrestri
che fronteggiano le attività ostili degli extraterrestri, grazie
alla presenza di una base permanente di un'organizzazione
militare internazionale segreta (la SHADO) dalla quale
partono gli intercettori. Dello stesso Anderson è un'altra
serie di grande successo, la co-produzione italo-britannica
Spazio 1999 (1975-1977) nella quale la Luna, sfuggita
all'attrazione terrestre a causa di una enorme esplosione
nucleare, vagabonda nel cosmo con la base scientifica Alfa e
i suoi occupanti.

La Luna viene menzionata più volte anche nella saga di Star


Trek: nel film Primo contatto viene spiegato che nel XXIV
secolo la Luna è abitata da 50 milioni di persone, e dalla
Terra nelle nottate limpide sono visibili almeno due città e il
Un celebre fotogramma del film
lago Armstrong. In quella pellicola l'astronave Enterprise
Viaggio nella Luna (Le voyage dans
torna sulla Terra del passato per inseguire una sfera Borg, e la Lune, 1902) di Georges Méliès
il comandante Riker si meraviglierà nel vedere una Luna
ancora "incontaminata" nell'anno 2063. Nella serie
televisiva con lo stesso equipaggio del film (Star Trek: The Next Generation), il dottor Beverly
Crusher, uno dei personaggi principali della serie, è nata a Copernicus City, città lunare.

Note
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as 40K (–390 °F) inside some of them.»
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32. ^ Per esempio l'astronomo Alfonso Fresa nel suo trattato a proposito delle anomalie delle
occultazioni lunari scriveva: «Un altro fenomeno, davvero inspiegabile, è quello osservato a
Leningrado, durante l'eclissi totale di Luna del 14 agosto 1924, da W. Maltzew per la stella
BD-15°6037 di settima grandezza: per circa due secondi la stella sembrò apparire
nettamente proiettata sul disco eclissato della Luna». L'autore prosegue: «Escludendo il
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nettamente proiettata sul disco eclissato della Luna». L'autore prosegue: «Escludendo il
caso di fenomeni dovuti ad illusioni ottiche e quello di stelle doppie, per tutti gli altri casi
osservati e confermati da fonti diverse e a cui non si può dare una esauriente spiegazione,
si ricorre alla ipotetica spiegazione di un sottilissimo strato d'aria, molto tenue, situato in
qualche depressione del suolo ma sufficiente ad affievolire la luce stellare» Fresa, p. 233.
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