La R. Bemporad & figlio è stata una casa editrice R. Bemporad & figlio
fiorentina nata nel XIX secolo e attiva fino al XX
secolo. Stato Italia
Storia
Roberto Bemporad acquisì dai fratelli Paggi la Libreria Editrice Felice Paggi di Firenze il 16
giugno 1889. La Società Roberto Bemporad & Figlio si costituì il 9 luglio 1889 e dette vita alla
casa editrice R. Bemporad & figlio. A Roberto Bemporad successe il figlio Enrico nel 1890.
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Bemporad molto attiva nell'editoria scolastica per le scuole elementari, come il libro di lettura
curato da Leopoldina Zanotti
Enrico Bemporad, insieme ad Attilio Vallecchi, fu tra i creatori della "Fiera Internazionale del
Libro", la cui prima edizione si svolse nel 1924 presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze di Porta
Romana. Nel 1927 Bemporad, insieme al Barbèra, fece parte del comitato promotore della
Sezione fiorentina del sindacato fascista degli editori, sezione alla quale aderiva anche Ettore
Salani.
Enrico Bemporad morì nel 1944, dopo essere stato escluso dal suo lavoro, sempre a causa delle
leggi razziali. Nel secondo dopoguerra Renato Giunti rilevò l'azienda, alla quale fu dato il nome
di Bemporad Marzocco. A quest'ultima fu associata, nel 1964, la casa editrice Barbèra,
acquistata da Renato Giunti nel 1960; infine nel 1974 fu cambiata ragione sociale in Giunti
Marzocco s.p.a.[4]
Note
1. Op.cit.Cantagalli, pag.362
2. ^ Gianfranco Bandini, Nuovi programmi, nuovi manuali, in Carla Ida Salviati (a cura di),
Paggi e Bemporad, editori per la scuola, Firenze, Giunti, 2012, p. 189,
ISBN 9788809782716.
3. ^ Bemporad e Bemporad-Marzocco, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 30 maggio
2017.
4. ^ Giunti Marzocco s.p.a., su Fondazione Mondadori. URL consultato il 31 maggio 2017.
Bibliografia
Roberto Cantagalli, Cronache fiorentine del ventennio fascista, Cadmo editore, Roma 1981
Carla Ida Salviati, a cura di, Paggi e Bemporad, editori per la scuola, Firenze, Giunti,
edizione digitale 2012, ISBN 978-88-09-78271-6
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Collegamenti esterni
Casa editrice Bemporad. Breve storia, su letteraturadimenticata.it. URL consultato il 29 marzo
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2020.
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