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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SALERNO

Facolt dIngegneria
Settore Tecnica delle Costruzioni

Tesi di Laurea Specialistica in


Ingegneria Edile Architettura (Classe 4/S)
ANALISI SPERIMENTALE DI COLLEGAMENTI
TRAVE-COLONNA EQUIPAGGIATI CON
DISSIPATORI AD ATTRITO E PROGETTAZIONE
DI UN EDIFICIO PILOTA
Relatore

Candidato

Prof. Vincenzo Piluso

Mariarosaria Ariano
Matr. 0630100084

Correlatori
Prof. Gianvittorio Rizzano

Ing. Elide Nastri

ANNO A.A. 2010/2011

Ai miei adorati Genitori

SOMMARIO

La progettazione di sistemi intelaiati in acciaio, condotta secondo


sofisticate procedure di progettazione fondate sui teoremi del collasso
plastico, garantisce adeguate prestazioni in termini di duttilit e
resistenza, massimizzando la capacit dissipativa della struttura, sotto
azioni orizzontali.
Nellottica delle strategie per la dissipazione supplementare dellenergia
sismica risulta vantaggioso, per i

sistemi sismo-resistenti verticali,

linstallazione di dispositivi smorzatori atti a ridurre e/o eliminare


limpegno plastico delle membrature strutturalmente connesse sotto
terremoti di natura distruttiva.
Nellambito del seguente lavoro di ricerca, la possibilit di perseguire
questo ambizioso obiettivo si realizza mediante la progettazione e
sperimentazione di collegamenti trave-colonna innovativi di tipo Double
Split Tee (DST) a parziale ripristino di resistenza, equipaggiati con
dissipatori ad attrito caratterizzati da parti intercambiabili e facilmente
riparabili. Lenergia sismica si concentra nei suddetti dissipatori,
generalmente posti in corrispondenza delle flange delle travi e agenti
come componenti pi deboli, specificamente progettate per la
dissipazione e concepite al fine di semplificare le eventuali operazioni di
sostituzione a seguito di danneggiamento.
Una campagna sperimentale stata condotta presso il Laboratorio
Prove Materiali e Strutture dellUniversit degli Studi di Salerno allo
scopo

di

investigare

il

comportamento
I

ciclico-rotazionale

di

collegamenti di tipo innovativo, al variare di alcuni parametri di


progetto significativi per la concezione innovativa dei collegamenti
stessi.
Nella fase preliminare di sperimentazione stato analizzato il
comportamento ciclico della sola componente preposta alla dissipazione
dellenergia. Sulla scorta dellevidenza sperimentale, stata effettuata la
determinazione del coefficiente dattrito per le differenti interfacce di
scorrimento investigate, quali ottone, materiali compositi a matrice
fibrosa ed acciaio rivestito con alluminio termicamente spruzzato
allarco elettrico.
La fase sperimentale successiva ha evidenziato le ottime prestazioni dei
collegamenti cos concepiti, confermando la validit dei criteri di
progettazione adottati, nonch la governabilit dei meccanismi
dinterazione che si manifestano localmente sotto carichi ciclici ripetuti
e, soprattutto, la possibilit di pervenire a collegamenti trave-colonna
praticamente privi di danneggiamento.
Ad una pi ampia scala, la possibilit di conseguire lambizioso
obiettivo di strutture prive di danneggiamento anche in occasione di
eventi sismici distruttivi stata investigata mediante la progettazione di
un Edificio Pilota, con il quale stata condotta una prima applicazione
di suddette strategie ad un caso di studio realistico. In particolare, le
capacit sismoresistenti del complesso strutturale, sono state affidate a
telai perimetrali (MRF), provvisti di controventi concentrici destremit,
atti esclusivamente a ridurre la deformabilit laterale della struttura.

II

Linstallazione dei suddetti

collegamenti innovativi trave-colonna,

equipaggiati con dispositivi dissipatori e ladozione alla base delle


colonne del primo impalcato di collegamenti a perno, atti a trasmettere
gli sforzi assiali e di taglio, equipaggiati con dissipatori ad attrito
posizionati con opportuno braccio di leva al fine di garantire la
resistenza flessionale desiderata, mira alla prevenzione dei danni
strutturali, anche nel caso di completo sviluppo di un meccanismo di tipo
globale che, in ogni caso, si rende necessario al fine di garantire che le
colonne rimangano in campo elastico.
Lo sviluppo di un modello agli elementi finiti (FEM), mediante software
di calcolo SAP2000, ha consentito lanalisi della risposta sismica di tale
edificio di concezione innovativa tenendo conto della risposta non
lineare

dei

collegamenti

trave-colonna

colonna-fondazione

caratterizzata dalla presenza di dissipatori ad attrito.


Le analisi dinamiche condotte hanno evidenziato gli elevati valori di
accelerazione spettrale, ossia della misura dellintensit sismica, che la
tipologia strutturale innovativa proposta consente di sopportare con
danneggiamenti praticamente trascurabili.
La comparazione di un quadro cos ampio di risultati chiarisce
lefficacia dellapproccio progettuale utilizzato, nonch le potenzialit
applicative di una strategia innovativa di prevenzione del danno nel caso
di strutture intelaiate in acciaio.

III

IV

Ringraziamenti
Ed eccomi qui, al termine di un incredibile percorso, di una irripetibile
esperienza di vita, in cui le emozioni, il sacrificio, le difficolt e lentusiasmo
non sono mai mancati.
Non mai macata la curiosit per le nuove sfide universitarie, la tentazione
di andare a fondo alle nuove cose, la determinazione di riuscirci ad ogni
costo, a volte ferma nelle proprie idee, altre volte alla disperata ricerca di
un riferimento.
Penso ai miei Genitori, e penso che senza di loro tutto questo non avrebbe
avuto ragion dessere. Sopra ogni cosa, entrambi mi hanno spronato a
seguire la mia strada, evitando quei percorsi fuorvianti che sempre si
incontrano lungo il cammino, istruendomi al rispetto, alla lealt e alla
dignit. Credo che da Loro non smetter mai di imparare.
Penso al mio percorso, a tutte quelle persone che inevitabilmente lo hanno
segnato negli anni ed in particolare in questi ultimi mesi.
Un ringraziamento va al Prof. Vincenzo Piluso, che con la sua sorprendente
regia ha dato continuo impulso a questo lavoro, nonch al Prof. Gianvittorio
Rizzano, che mi ha dato la possibilit di sperimentare e sperimentarmi nel
campo della ricerca. Entrambi hanno contribuito alla mia crescita culturale.
Ancora lIng. Massimo Latour che mi ha seguita nellattivit di laboratorio e
mi ha aiutata nellardua impresa di destreggiarmi tra chiavi inglesi,
rondelle e bulloni.
Un pensiero speciale va agli amici di sempre, che in questi anni mi hanno
vista cambiare, ma sempre mi sono stati accanto. In particolare ringrazio
Anna e Patrizia, compagne di lungo viaggio, per i momenti di sana follia
trascorsi insieme, per i sorrisi e le parole che mi hanno riservato, per la
fiducia che sempre in me, incondizionatamente hanno riposto.
V

Penso ad Aniello, lamico per antonomasia, che con la sua semplicit e


genuinit ha avuto il merito di comprendere al volo i miei silenzi e
soprattutto i miei sguardi.
Ripenso ai rapporti umani che questa esperienza mi ha regalato. Ho spesso
temuto che il tempo, la distanza e la mancanza di una quotidianit
accademica potessero spazzarli via.
Eppure ho imparato che la volont e lautenticit delle persone fa la
differenza, e che unesperienza conclusa solo lincipit di una nuova storia da
scrivere insieme.
Un ringraziamento va ai miei colleghi sempre entusiasti e disponibili al
confronto, in particolare Paolo, mio socio storico che con la sua ironia e il suo
umorismo ha illuminato i momenti difficili di questi studi, lasciandomi degli
indimenticabili ricordi.
E poi Vincenza, amica oltre che irreprensibile collega di sempre, arrivata in
punta di piedi, silenziosamente ha preso il sopravvento. La sua preziosa
vicinanza mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose, pur puntando
sempre allorizzonte, senza aver paura di sognare in grande.
Grazie a tutti Voi.
Mariarosaria

VI

Indice
Sommario

Ringraziamenti

Indice

VII

Indice Appendice

XII

1. Inquadramento delle strategie per la protezione sismica


1.1 Equazione del bilancio dellenergia per un sistema SDOF

1.2 Strategie di progettazione per la protezione sismica

1.2.1

Strategie di tipo tradizionale

1.2.2

Strategie di tipo innovativo

1.3 Sistemi attivi di controllo strutturale

10

1.4 Sistemi semi-attivi di controllo strutturale

11

1.5 Sistemi passivi di controllo strutturale

12

1.6 Sistemi ibridi di controllo strutturale

12

1.7 Classificazione dei dispositivi passivi per il controllo strutturale 13


1.8 Motivazioni del lavoro di ricerca

17

1.9 Bibliografia

20

2. Dispositivi Dissipatori ad Attrito


2.1 Meccanismi dinterazione tra superfici metalliche

23

2.1.2

27

Meccanismi di usura

2.2 Teoria classica dellAttrito

28

2.3 Influenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta simica di un


sistema SDOF

33

2.4 Analisi dei dispositivi esistenti

38

2.5 Bibliografia

43

VII

A n a l i si S p e ri m e n t a l e d i C o l l e g a m e n t i T r av e - C o l on n a e q u i p a g g i at i c o n
D i s s i p a t o ri a d A t t ri t o e P r o g et t az i on e d i E d i f i c i o P i l o t a

3. Prove Cicliche su collegamenti Trave Colonna di tipo DST


equipaggiati con dissipatori ad attrito
3.1 Premessa

46

3.2 Idea di Progetto per collegamenti di tipo innovativo

53

3.3 Progettazione collegamenti oggetto di sperimentazione

54

3.3.1

Nodo TS-CYC 12

54

3.3.2

Nodo TS-CYC- 13

60

3.4 Programma sperimentale

63

3.5 Prove su componente dissipativa

63

3.5.1

Comportamento ciclico per Interfaccia Acciaio Acciaio con


rondelle circolari

3.5.2

67

Comportamento ciclico per Interfaccia Ottone Acciaio con


rondelle circolari

3.5.3

73

Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M0 Acciaio con


rondelle circolari

3.5.4

76

Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M1 Acciaio con


rondelle circolari

3.5.5

81

Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M2 Acciaio con


rondelle circolari

85

3.5.6

Test sperimentale con rondelle coniche

89

3.5.7

Comportamento ciclico Interfaccia Alluminio Termicamente


spruzzato allarco elettrico Acciaio

95

3.6 Prove su nodo

113

3.6.1

Setup di prova

113

3.6.2

Schematizzazione e modalit di prova

114

VIII

Indice
3.7 Bibliografia

149

4. Progettazione di Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di


dissipazione supplementare
4.1 Descrizione Caso di Studio

152

4.1.1 Sistema di orizzontamento

153

4.2 Analisi dei carichi

155

4.3 Sistema sismo-resistente perimetrale

156

4.3.1

Progettazione Travi di Impalcato

155

4.3.2

Meccanismi di dissipazione dellenergia

158

4.3.3

Condizioni di progetto per meccanismo di collasso controllato

4.3.4

Applicazione a Caso di Studio

167

4.3.5

Progettazione Nodi Trave-Colonna

175

4.3.6

Calcolo della rigidezza rotazionale dei collegamenti mediante il

163

metodo delle componenti

180

4.3.7

Dispositivi di base: Progettazione e Verifica

184

4.3.8

Elementi di controvento

190

4.3.8.1 Elementi di controvento

191

4.4 Sistema pendolare interno


4.4.1

Progettazione travi di impalcato

194

4.4.2

Colonne: Progettazione e Verifica

196

4.4.3

Unioni bullonate: Progettazione e Verifica

199

4.5 Bibliografia

206

Analisi della risposta sismica

5.1 Definizione modello di analisi


IX

208

A n a l i si S p e ri m e n t a l e d i C o l l e g a m e n t i T r av e - C o l on n a e q u i p a g g i at i c o n
D i s s i p a t o ri a d A t t ri t o e P r o g et t az i on e d i E d i f i c i o P i l o t a

5.2 Analisi Statiche Non Lineari

209

5.3 Analisi Dinamiche Incrementali (IDA)

213

5.3.1

Telaio Longitudinale

214

5.3.2

Telaio Trasversale

222

5.4 Bibliografia

228

Conclusioni

230

Appendice
Relazione di calcolo
Elaborati progettuali esecutivi
Tav 4.1 Sistema pendolare
Tav 4.2 Telaio longitudinale
Tav 4.3 Telaio trasversale

XI

Indice Appendice

1. Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


1.1 Progettazione Travi di Impalcato

1.2 Progettazione Nodi Trave Colonna Telaio Longitudinale

1.3 Progettazione Nodi Trave Colonna Telaio Longitudinale

1.4 Calcolo della rigidezza rotazionale dei collegamenti mediante


Metodo delle Componenti

11

2. Sistema Pendolare Interno


2.1 Progettazione Travi di Impalcato

19

2.2 Unioni Bullonate: Progettazione e Verifica

31

2.2.1 Unioni Trave Trave

31

2.2.2 Unioni Trave Colonna

41

XII

CAPITOLO 1
Inquadramento delle strategie per la protezione
sismica
1.1 Equazione del bilancio dellenergia per un sistema SDOF
Dalla Dinamica delle Strutture noto che lequazione del moto di un
sistema strutturale ad un solo grado di liberta (Figura 1. 1), soggetto ad
uneccitazione sismica alla base, esprimibile mediante la seguente
formulazione:

(Eq. 1. 1)
Tale equazione risulta valida per un oscillatore semplice a comportamento
non-lineare, in presenza di smorzamento di tipo viscoso, sottoposto ad una
forzante pari a F(t) =

. Tale azione detta di trascinamento,

compie lavoro imponendo al sistema una storia di spostamento funzione


del tempo.

Figura 1. 1: Sistema SDOF


Suddetto lavoro, corrisponde alla variazione dellenergia meccanica del

sistema, da ci si ricava lequazione del bilancio energetico secondo:

E q ua z io ne del b ila ncio dell energ ia p er un s ist ema SDO F

( Eq. 1. 2)
Essendo

lo spostamento che la massa m compie nellintervallo

infinitesimo di tempo

Dalla (Eq. 1.2) mediante opportune sostituzioni si ricava:

( Eq. 1. 3)
= Energia cinetica
= Energia dissipata per smorzamento viscoso

Sia Ee lenergia potenziale elastica immagazzinata nel sistema, ed Eh


lenergia dissipata per via isteretica, fornita dalla struttura stessa a prezzo
di notevoli escursioni in campo plastico.
Lintegrale della forza nellintervallo di tempo dt fornisce, di fatti lenergia
sismica in ingresso pari a:
.
La (Eq. 1.3) pu essere scritta nella forma:

( Eq. 1. 4)
In condizioni di quiete, allarrestarsi dellevento sismico, seppur si
registrino ulteriori oscillazioni in prossimit della struttura, la (Eq. 1.4) si
traduce nella seguente espressione:

( Eq. 1. 5)
1.2 STRATEGIE DI PROGETTAZIONE PER LA PROTEZIONE SISMICA
Dalla (Eq. 1.5) appare evidente la possibilit di minimizzare la risposta
sismica dei complessi strutturali, governando le diverse forme di energia
2

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

presenti nel sistema. Sulla scorta del bilancio energetico possibile


distinguere differenti strategie di progettazione delle strutture sismoresistenti, al fine della mitigazione del rischio sismico.
Nello specifico si distinguono :
-

Strategie di progettazione sismica di tipo tradizionale

Strategie di progettazione sismica di tipo innovativo

1.2.1 Strategie di tipo tradizionale


Levidenza sperimentale a scala reale degli eventi sismici verificatisi negli
ultimi secoli, ha dato impulso ad una densa attivit di ricerca nel campo
dellIngegneria Sismica. Numerosi studi nel corso degli anni, hanno
sottolineato la possibilit{ di dissipare lenergia in ingresso, mediante
escursioni di natura plastica, tali da risultare perfettamente compatibili con
le capacit meccaniche di un sistema strutturale.
In generale, la duttilit rappresenta la capacit di una membratura o di un
sistema di membrature, di esibire notevoli escursioni deformative, senza
significative perdite di resistenza.
E evidente che ad una scala globale, il grado di duttilit{ atteso sia
notevolmente influenzato dalle capacit locali esibite dal materiale, dalle
membrature e/o dal generico sotto-assemblaggio strutturale.
Gli

attuali codici normativi, governano le procedure di progettazione,

ovvero gli eventuali meccanismi di collasso, nonch i livelli di duttilit


desiderati per un complesso strutturale, mediante il fattore di struttura q,
che nella generalit dei casi dato dal rapporto tra la massima
accelerazione orizzontale attesa al suolo Au, e il valore di accelerazione che
conduce al primo superamento della soglia di snervamento Ay [1].
3

Sta teg ie di p ro g etta z ione per l a prot ez io ne s ismica

(Eq. 1. 6)

Tale fattore riduce il il tagliante sismico alla base, richiesto dalla struttura
per rimanere in campo elastico durante un evento sismico di tipo
distruttivo.
La capacit propria di dissipare energia, influenzata dalla distribuzione
delle masse e delle rigidezze in pianta ed in elevazione del particolare
sistema strutturale. I dati sperimentali hanno dimostrato che il valore di q
dipende dal tipo di materiale impiegato, dalle tecnologie costruttive
adottate nonch dalle tipologia strutturale prevista.
Lanalisi della risposta sismica di un sistema sottoposto ad azioni
orizzontali, cos ridotte, garantisce un adeguato livello di sicurezza rispetto
agli stati limite di riferimento.
E interessante sottolineare che in accordo alla definizione del fattore di
struttura, ed al suo significato fisico, le tipologie strutturali si dividono in
due categorie fondamentali:
-

Strutture non dissipative

Strutture dissipative

Le strutture non dissipative sono dimensionate al fine di trasferire azioni


sismiche rimanendo in campo elastico. In tal caso q assume un valore q = 1.
Le strutture dissipative hanno la capacit{ di dissipare lenergia sismica in
ingresso, a seguito del comportamento isteretico delle loro component. Il
corrispondente fattore di struttura sempre q > 1.
Il comportamento di entrambe le tipologie strutturali dipende dal numero
di zone dissipative e zone non dissipative di cui risultano caratterizzate.

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

Per il 1 Principio del Capacity Design, le zone non dissipative delle


strutture dissipative, debbono essere progettate sulla scorta delle
massime sollecitazioni interne che le zone dissipative sono in
grado di trasmettere.

Per il 2 Principio del Capacity Design, le zone dissipative debbono


essere progettate in funzione delle massime sollecitazioni attese a
seguito di un evento sismico.

E evidente, secondo tale filosofia di progetto, che le zone non dissipative


vengono progettate al fine di esibire una risposta elastico-lineare,
diversamente le zone dissipative risultano interessate da uno snervamento
ciclico ripetuto.
Tale precisazione consente di individuare le principali tipologie di strutture
dissipative sismo-resistenti in funzione della tipologia e del numero di zone
dissipative, che potenzialmente possono svilupparsi (Figura 1. 2):
-

Telai con controventi concentrici (CBF)

Telai con controventi eccentrici (EBF)

Telai sismo-resistenti (MRF)

I telai con controventi concentrici, consentono il trasferimento dellazione


sismica o di una parte di essa. Nel primo caso, i collegamenti travecolonna
provvedono allassorbimento di soli sforzi taglianti, nel secondo caso
invece sono preposti al trasferimento sia di sforzi taglianti che di momenti
flettenti. In entrambi casi, risulta per necessario concepire collegamenti a
completo ripristino di resistenza. Le zone dissipative, sono collocate a
ragione, in corrispondenza delle diagonali tese. Di fatto le capacit
prestazionali

sotto

azioni

cicliche,

possono

risultare

pressoch

insoddisfacenti a causa dellinstabilizzarsi ripetuto delle diagonali


5

Sta teg ie di p ro g etta z ione per l a prot ez io ne s ismica

compresse, comportando una riduzione dellenergia dissipata dal sistema


con il perdurare dellevento sismico.
I telai con controventi eccentrici, costituiscono una valida alternativa alla
precedente tipologia strutturale. La rigidezza del sistema notevolmente
influenzata

dalla

presenza

delle

diagonali,

che

sono

collocate

eccentricamente rispetto agli elementi che compongono il telaio sismoresistente. I controventi scompongono le membrature in due o pi parti di
diversa lunghezza. La parte di lunghezza minore, cosiddetta link, funge
propriamente da zona dissipativa, atta ad assorbire sollecitazioni di
flessioni e taglio, quando sottoposta ad azioni sismiche.
I telai sismo-resistenti trasferiscono le azioni orizzontali principalmente
attraverso sollecitazioni flettenti. La dissipazione dellenergia avviene in
corrispondenza delle estremit delle membrature, dove si registra la
formazione di cerniere plastiche, atte ad esibire un comportamento ciclico
rotazionale, compatibile

con le capacit della struttura. Tali sistemi

vengono progettati, con lintento di garantire un meccanismo di collasso


controllato atto a massimizzare il numero di cerniere plastiche nella
struttura, scongiurando di fatti i meccanismi di tipo parziale. Nello specifico
caso, le cerniere plastiche si concentrano allestremit{ delle travi, piuttosto
che allestremit{ delle colonne fatta eccezione per le membrature di base.
Tale tipologia strutturale trova largo impiego nel campo degli edifici di
media

e/o bassa altezza, poich garantisce unadeguata dissipazione

dellenergia sismica in ingresso, indispensabile per prevenire il collasso a


seguito di eventi sismici di notevole intensit.

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

Telai con controventi concentrici

X-braced frame V-braced frame Inverted V-braced K-braced


frame
frame
frame
Telai con controventi eccentrici

D-braced frame

K-braced frame

V- braced frame

Telai momento-resistenti

Figura 1. 2: Tipologia di srutture dissipative tradizionali

Sta teg ie di p ro g etta z ione per l a prot ez io ne s ismica

Tuttavia i requisiti prestazionali imposti dagli attuali codici di


progettazione sismica, atti a limitare la deformabilit laterale del sistema,
sotto sismi di bassa intensit ma di maggiore frequenza, possono rivelarsi
piuttosto severi. In particolare la rigidezza laterale della struttura
diminuisce allaumentare progressivo della sua altezza, con conseguente
incremento degli spostamenti relativi di piano.
In accordo con la definizione di zone dissipative e zone non dissipative [2],
interessante sottolineare che il comportamento post-elastico delle
membrature in acciaio, pu determinare linsorgere di differenti
meccanismi

dissipativi,

quali

lo

snervamento

del

materiale,

la

plasticizzazione del pannello nodale o degli elementi di connessione, il


rifollamento dei bulloni, nonch la formazione di cerniere plastiche
allestremit{ delle travi. Linsorgere di meccanismi non dissipativi pu
determinare diversamente,

fenomeni indesiderati di instabilit locale,

snervamento dei bulloni e/o impegno plastico delle unioni saldate.


Al fine di ottenere una progettazione controllata, risulta possibile conferire
alle componenti potenzialmente pi deboli un grado di sovra-resistenza
rispetto alle componenti propriamente dissipative, evitando di fatto
linsorgere di meccanismi non dissipativi nel caso di strutture con
comportamento duttile.
Nellottica delle strategie tradizionali per la protezione del rischio sismico,
alloccorrenza di eventi sismici di modesta entit{, e con bassi periodi di
ritorno, lenergia sismica in ingresso viene dissipata esclusivamente per via
viscosa, per tali ragione la (Eq. 1.5) assume la forma:

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

Nel caso di eventi sismici distruttivi, con elevati periodi di ritorno, la (Eq.
1.5) risulta:

Lenergia sismica in ingresso viene dissipata maggiormente per via


isteretica, e solo in misura minore tramite smorzamento viscoso. Le zone
dissipative sono sottoposte ad un notevole impegno plastico, che conduce
ad un progressivo danneggiamento delle membrature coinvolte.
1.2.2 Strategie di tipo innovativo
Come gi{ ampiamente discusso, ladozione di strategie tradizionali di
progettazione opera ai fini della mitigazione del rischio sismico, riducendo
lentit{ del danneggiamento in corrispondenza della struttura primaria.
Una soglia di danno risulta ugualmente accettata, a condizione che la
struttura, anche a seguito di eventi sismici dirompenti, preservi le capacit
di resistenza e rigidezza rispetto alle azioni verticali ed ozzontali, tali da
garantire la messa in sicurezza degli utenti, durante il perdurare
dellevento sismico.
La sperimentazione a scala reale, evidenzia una pi elevata rischiosit,
direttamente connessa ai danni indiretti, che interessano ulteriormente le
componenti non strutturali ed impiantistiche, i beni esposti, nonch
persone e/o cose nellimmediato intorno di una costruzione.
Non di minore rilevanza risulta laspetto meramente economico: i costi
sostenuti, per il ripristino a seguito di danni strutturali permanenti,
possono risultare significativi rispetto ai casi di progettazioni ex-novo.
Al fine di limitare il danno eccedente, diretto ed indiretto, eventualmente
registrato in corrispondenza di un sistema strutturale, le ricerche
9

Sta teg ie di p ro g etta z ione per l a prot ez io ne s ismica

scientifiche degli ultime decenni, hanno proposto un approccio innovativo


ai fini della protezione da rischio sismico. A ragione, appare indispensabile
governare il moto proprio della struttura, auspicando desiderati
meccanismi di dissipazione, in accordo con una filosofia progettuale
cosiddetta Motion Based Structural Control.
Tale strategia di Controllo Struttrale, prevede una progettazione sismica
integrata, mediante limpiego di dispositivi addizionali, atti a modificare
direttamente la risposta dinamica del sistema.
I dispositivi di controllo si dividono in:
-

Attivi

Semi-attivi

Passivi

Ibridi

1.3 SISTEMI ATTIVI DI CONTROLLO STRUTTURALE


I sistemi di controllo attivo sono azionati medianti fonti di energia esterne al
complesso strutturale. Essi sono costituiti mediante lassemblaggio di
componenti integrate: gli attuatori, capaci di applicare le forze o gli
spostamenti richiesti dal sistema di controllo, atti a contrastare gli input
esterni in tempo reale. I sensori, installati per monitorare la struttura in
continuo, ed acquisire i dati raccolti mediante dispositivi elettronici
(controller). Tali sistemi di controllo, processano i risultati registrati dalle
apparecchiature di misura, imponendo le azioni di contrasto utili a
minimizzare la risposta dinamica della particolare costruzione. Di seguito,
nella Figura 1. 3 si propone uno schema semplificato di funzionamento nel
caso di dispositivi di controllo di tipo attivo [3].

10

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

Figura 1. 3: Schema di controllo attivo

Tali sofisticati sistemi, tuttavia presentano inevitabili criticit applicative,


connesse alla stabilit{ e allaffidabilit{ delle apparecchiature impiegate,
nonch ai costi di gestione e/o manutenzione richiesti in fase di esercizio,
comportandone di fatti un limitato impiego.
1.4 SISTEMI SEMI-ATTIVI DI CONTROLLO STRUTTURALE
I sistemi di controllo semi-attivo esibiscono una risposta affine ai sistemi di
controllo attivo, ma vengono azionati da un limitato impegno energetico
poich operano senza monitoraggio in continuo, comportando cos
labbattimento dei costi di gestione, nonch di manutenzione. In altri
termini tali dispositivi, hanno la capacit di variare dinamicamente le
proprie caratteristiche meccaniche, al fine di adeguarsi sensibilmente alle
azioni a cui la struttura risulta sottoposta. In tale categoria ricadono i
dispositivi a rigidezza variabile (Kobori et al., 1991),i dispositivi semiattivi
ad attrito (Ferri & Heck, 1992), gli smorzatori semiattivi a fluido viscoso
11

Sta teg ie di p ro g etta z ione per l a prot ez io ne s ismica

(Kwashima & Unioh, 1994), gli smorzatori elettroreologici (Ehrgott e Masri,


1994; Gavin,1995; Makris 1997) e magnetoreologici (Spencer & Carlson,
2001). Suddetti sistemi manifestano comportamenti maggiormente stabili,
consentendone di fatti una pratica applicazione [4].
1.5 SISTEMI PASSIVI DI CONTROLLO STRUTTURALE
I sistemi di controllo passivo, risultano perfettamente integrati con la
struttura; essi alterano opportunamente la risposta dinamica del
complesso strutturale, influenzandone lo smorzamento e la rigidezza
laterale, durante leccitazione sismica. Tali dispositivi operano in assenza di
fonti energetiche esterne, e non richiedono alcun sistema di monitoraggio.
Nellottica di tale sistemi di controllo, con riferimento alla (Eq. 1.4),
possibile adottare differenti strategie atte ad:
-

Incrementare lenergia dissipata per smorzamento viscoso

mediante limpiego di smorzatori viscosi opportunamenti collocati.


-

Incrementare lenergia dissipata per via isteretica

, mediante

linstallazione di dispositivi dissipatori isteretici.


-

Ridurre lenergia sismica in ingresso

mediante dispositivi

isolatori.
-

Prevedere la combinazione delle tre suddette stategie

1.6 SISTEMA IBRIDI DI CONTROLLO STRUTTURALE


I sistemi di controllo ibrido sono caratterizzati da una combinazione in
serie o parallelo, di sistemi attivi e semiattivi con sistemi passivi.
Linteresse di questi assemblaggi risiede nella somma dei vantaggi
derivanti da ogni sistema: i dispositivi passivi veicolano la risposta,

12

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

dinamica della struttura, diversamente i sistemi attivi operano sul moto


proprio indotto, riducendo spostamenti ed accelerazioni.
E interessante sottolineare che questi sistemi, costituiscono parte
integrante del sistema strutturale principale; essi non sono progettati per
resistere ai carichi verticali, e possono essere installati temporaneamente,
per la manutenzione riparazione o sostituzione, fatta eccezione per i
dispositivi isolatori. In particolare i sistemi passivi sono di pi facile
impiego, pi economici, resistenti e maggiormente affidabili rispetto ai
differenti sistemi sopra menzionati, per tali ragioni sono maggiormente
impiegati rispetto agli altri sistemi di controllo.
1.7 CLASSIFICAZIONE DEI DISPOSITIVI PASSIVI PER IL CONTROLLO
STRUTTURALE
Si rivolge nel seguito una particolare attenzione ai dispositivi impiegati per
il controllo di tipo passivo. In particolare, possibile distinguere:
- Dispositivi dissipatori supplementari
- Dispositivi isolatori
- Dispositivi misti
Ai fini della trattazione, si propone una classificazione accurata dei soli
dispositivi dissipatori presenti in commercio.
I sistemi di dissipazione supplementare dellenergia sono costituiti da
dispositivi di limitate dimensioni, installati al fine di dissipare lenergia
sismica in ingresso, attraverso la formazione di cerniere plastiche
localizzate allestremit{ delle travi, negli elementi di connessione, in
corrispondenza del pannello a taglio, o allestremit delle colonne.

13

C las sif icaz io ne dei dis pos it ivi p ass iv i p er il co nt rollo st rutt ural e

Tale approccio, riduce la domada plastica della struttura primaria


minimizzando lentit{ dei danni.
Attraverso formulazioni di carattere analitico, si individuano nel seguito
quei parametri atti ad influenzare la risposta del generico dispositivo,
ovvero velocit e spostamento registrati dalla struttura, alloccorrenza di
un evento sismico.
Dissipatori attivabili per effetto dello spostamento
-

Dispositivi isteretici

Il legame costitutivo di tali dissipatori esprimibile mediante la seguente


legge:

In commercio, sono disponibili numerose tipologie di dissipatori isteretici


in acciaio, essenzialmente costituiti da elementi dissipativi di differente
morfologia, capaci di garantire una uniforme plasticizzazione del
dispositivo. Allinterfaccia tra la struttura ed il dissipatore, non di rado
vengono installati sistemi di vincolo di tipo dinamico che lavorano in serie
con il dispositivo stesso.
Essi consentono i movimenti di modesta entit{, senza lattivazione degli
elementi dissipativi in condzioni di servizio. Al manifestarsi di eventi
sismici

distruttivi si arrestano, trasmettendo le azioni orizzontali

esclusivamente ai dissipatori. Limpegno plastico dellelemento, pu


manifestarsi mediante sollecitazioni assiali di trazione-compressione,
momenti flettenti, torcenti o meccanismi combinati tra essi. In particolare
negli edifici, assai frequente limpiego di dispositivi isteretici assiali ad
instabilit

impedita

(BRAD),

agenti

in

trazione-compressione,

particolarmente indicati nei controventi dissipativi (Figura 1. 4).


14

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

Figura 1. 4: Dispositivi isteretici tipo BRAD Liceo Classico Perticari,


Senigallia
Dissipatori attivati dalla velocit

Smorzatori viscosi lineari

Smorzatori viscosi non lineari

I dissipatori viscosi, e pi in generale i dissipatori viscosi a comportamento


non lineare presenti in commercio, includono sistemi a cilindro,
caratterizzati da due camere comunicanti, riempite di fluido siliconico.
Questultimo viene messo in moto mediante un pistone, in grado di
scorrere in entrambe le direzioni. La dissipazione dellenergia avviene a
seguito dei movimenti relativi dele due estremit del dispositivo,
solitamente realizzate mediante snodi sferici, atti ad assicurare un perfetto
allineamento fra pistone e cilindro, assorbendo di fatto eventuali tolleranze
nella fase di posa in opera.

15

C las sif icaz io ne dei dis pos it ivi p ass iv i p er il co nt rollo st rutt ural e

Figura 1. 5: Dispositivi Dissipatori Rion Antirion Bridge, Grecia.


- Dispositivi ad attrito

Tale tipologia viene approfonditamente trattata nel capitolo successivo.

Dispositivi attivabili per effetto di spostamento e velocit:


-

Dispositivi viscoelastici

Dispositivi viscoelastici non lineari

In commercio si possono trovare dei dissipatori viscoelastici elastomerici,


costituiti da uno o pi strati di elastomero, vulcanizzati a piastre in acciaio,
che consentono il collegamento con gli elementi strutturali adiacenti. La
dissipazione di energia si concentra in corrispondenza degli strati di
elastomero, questi caratterizzati da un elevato smorzamento, sono in grado
di assorbire notevoli deformazioni taglianti sotto lavvento di azioni
orizzontali. Sono solitamente combinati con strutture controventate, al fine
di realizzare controventi dissipativi a comportamento visco-elastico per la
protezione sismica delle strutture intelaiate, in c.a., c.a.p. o acciaio [5].

16

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

Figura 1. 6: Dispositivi Dissipatori Scuola Media Gentile Fermi di


Fabriano

1.8 MOTIVAZIONI DEL LAVORO DI RICERCA


Le argomentazioni fin qui proposte, consentono di effettuare unanalisi
critica delle strategie di progettazione per la mitigazione del rischio
sismico, nonch sottolineare una scelta operativa atta a favorire limpiego
di sistemi di controllo passivo. Tale filosofia di progetto consente di
ridurre lentit{ dei danni diretti ed indiretti in corrispondenza di un
sistema strutturale, garantendo il perfetto equilibrio tra costi e benefici,
nonch stabilit ed efficienza.
Di fatto, la struttura primaria, risulta ugualmente interessata da
meccanismi di danneggiamento, ma in misura limitata rispetto ad una
struttura di tipo tradizionale, in quanto esibisce una capacit di
dissipazione supplementare, ovvero addizionale, per mezzo dellimpiego di
particolari dispositivi.

17

Mot iva z io ni del Lavo ro di R icer ca

Lattivit{ di ricerca del seguente lavoro, si svilupper nei successivi capitoli,


con lambizioso intento di eliminare del tutto il danneggiamento in
corrispondenza delle membrature strutturali facente parti di un complesso
sistema. A tale scopo, nel caso di telai Moment Resisting Frame, le zone
dissipative tradizionalmente collocate allestremit{ delle travi saranno
sostituite con collegamenti di tipo Double Split Tee (DST) equipaggiati con
dissipatori ad attrito, non diversamente alla base delle colonne del primo
impalcato si provveder{ allinstallazione di collegamenti a perno
ugualmente equipaggiati con dissipatori ad attrito, posizionati con
opportuno braccio di leva, al fine di garantire un pre-fissato livello di
resistenza flessionale.
Si sottolinea altres lapproccio innovativo qui di seguito proposto, volto
esclusivamente alla sostituzione delle zone dissipative con elementi
dissipatori, indipendentemente dalle capacit di dissipazione proprie della
struttura.
Una mirata progettazione consente di concentrare lenergia sismica in
ingresso esattamente in corrispondenza di suddetti dissipatori, che di fatto
risultano facilmente sostituibili, nel caso si registri una perdita di
funzionalit, a seguito di un evento sismico.
Lanalisi critica dei dissipatori ad attrito attualmente presenti in letteratura
e/o commercio, presentata al Capitolo 2, conduce ad una innovativa idea di
progetto, le cui prestazioni saranno accuratamente investigate nellambito
di un programma sperimentale condotto presso il Laboratorio Prove
Materiali e Strutture dellUniversit{ degli Studi di Salerno, cos come
mostrato nel Capitolo 3. In particolare, una fase preliminare di
sperimentazione, ha investigato le propriet attritive di differenti materiali,
18

Inq ua dra mento dell e st rat eg ie p er la p rot ez io ne s ismica

quali acciaio, ottone, materiali compositi a matrice fibrosa ed acciaio


rivestito con alluminio termicamente spruzzato allarco elettrico, al fine di
consentire lulteriore ottimizzazione della suddetta idea.
Gli ottimi risultati ottenuti, hanno dato ulteriore impulso allattivit{ di
ricerca, prevedendo una prima applicazione ad ampia scala di suddette
strategie, nel caso di edificio multipiano in acciaio. Auspicando un
approccio multidisciplinare di tale lavoro, al Capitolo 4 si riporta lesito
della procedura di progettazione delle componenti essenziali del suddetto
complesso strutturale, quali travi, colonne, nonch sistemi di connessione,
corredato dagli elaborati grafici ritenuti maggiormente significativi, al fine
di evidenziare le scelte tecnologiche intraprese.
Al Capitolo 5, lo sviluppo di un modello agli elementi finiti (FEM), mediante
software di calcolo SAP2000, ha conportato lennesimo momento di
sperimentazione, volto alla valutazione delle prestazioni di un pi
complesso sistema strutturale. Le analisi dinamiche non lineari (IDA)
condotte sistematicamente, hanno sottoposto la struttura a differenti
registrazioni accelerometriche, opportunamente selezionate dal database
del Pacific Earthquake Engeneering Research Center (PEER), scalati per
differenti livelli di intensit, in funzione della pericolosit del sito di
riferimento.
Lanalisi dei dati cos disponibili, ha confermato le potenzialit{ applicative
di suddette strategie, nonch lefficacia dellapproccio innovativo, qui di
seguito proposto, evidenziando elevati valori di accelerazione spettrale,
ossia di misura dellintensit{ sismica, che la tipologia strutturale proposta
consente di sopportare con danneggiamenti sostanzialmente trascurabili.

19

B ibl io g raf ia

1. 9 BIBLIOGRAFIA
[1] Mazzolani F.M., Piluso V., 1997. Plastic design of seismic resistant steel
frames. Earthquake Engineering and Structural Dynamics, Vol.26, pagg. 7381.
[2] Latour, M., 2010. Analisi teorico-sperimentale di collegamenti dissipativi
a parziale ripristino di resistenza in strutture intelaiate in acciaio. PhD
thesis: Universit degli Studi di Salerno.
[3] De la Cruz Chidez, Servio T., 2003. Contribution to the Assessment of
the Efficiency of Friction Dissipators for Seismic Protection of Buildings.
PhD thesis: Departament dEnginyeria del Terreny, Cartogr{fica i Geofsica,
Universitat Politcnica de Catalunya.
[4] Di Leo, R., Lecce, L., Pecora, R. Amoroso, F., 2011. Development of a
new semi-active friction damper with piezoelectric technology for the antiseismic control of civil structures. In Proceedings ot the 10th Conference on
Active Noise and Vibration Control Methods. Krakow-Wojanow, Poland,
2011.
[5] Symans Michael D., Constantinou Michael C., 1999. Semi-active control
systems for seismic protection of structures: a state-of-the-art review.
Engineering Structures, 21(1999), pp.469487.
[6] FIP Industriale. Catologo dei dispositivi antisismici, Marzo 2009.
Cambridge CB1 OAP UK.
[5] Condor J., Introduction to structural motion control. Prentice Hall
[7] AISC-LRFD: Seismic Provisions for Structural Steel Buildings Load
and Resistance Factor Design, American Institute of Steel Construction,
November 15,1990.

20

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[8] ASCE: Minimum Design Loads for Building and Other Structures,
American Society of Civil Engineers, ASCE 7-88, New York, 1990.
Commissiono of European Communities: Eurocode 8: Structures in Seismic
Regions, Draft of October 1993.
[9] Faella, C., Piluso, V. & Rizzano, G., 2000. Structural Steel Semi-Rigid
Connections. Boca Raton: CRC Press
[10] ECCS-CECM-EKS: European Recommendation for Steel Structures in
Seismic Zones, Technical Working Group 1.3 (now TC13): Seismic Design,
N.54,1988.
[11] Mazzolani, Federico M., 1991.Seismic Behaviour of Steel Structure,1st
National Conference on Steel Structure, Athens, June 1991.

21

CAPITOLO 2
Dispositivi Dissipatori ad attrito
In accordo con gli sviluppi scientifici degli ultimi decenni nel campo
dellIngegneria sismica, lattrito risulta un efficiente meccanismo per la
dissipazione supplementare dellenergia, atto ad incrementare lo
smorzamento in corrispondenza di una struttura sottoposta a carichi ciclici
dinamici.
La dissipazione si realizza per mezzo di fenomeni attritivi che si sviluppano
a seguito dello scorrimento di due superfici a contatto, adeguatamente
trattate. Lentit{ delle tensioni normali allinterfaccia capace di favorire il
meccanismo di frizione, pu essere controllata mediante lapplicazione di
pressioni idrauliche o forze elettromagnetiche, diversamente nei casi pi
frequenti, sufficientemente significativi ai fini del seguente lavoro, si
prevede limpiego di bulloni ad alta resistenza.
In particolare, per le costruzioni in acciaio, le unioni bullonate ad attrito,
favoriscono il trasferimento degli sforzi di taglio, in corrispondenza degli
elementi connessi, attraverso lo scorrimento relativo delle interfacce a
contatto. Tale cinematismo, possibile mediante limpiego di piatti asolati,
viene di fatto influenzato dalle tensioni normali superficiali, applicate
mediante il pre-serraggio dei bulloni.
Diversi studi [1][2] hanno evidenziato laffidabilit{ e lefficienza di tali
dispositivi, capaci ad esibire una risposta ciclica stabile, esercitando un
valore di resistenza allo scorrimento costante nel tempo. I vantaggi
operativi

si

sommano

allestrema

semplicit{

di

progettazione,

fabbricazione ed installazione, nonch ai bassi costi di manutenzione che


22

Dispositivi dissipatori ad attrito

essi comportano, auspicandone di fatto lintegrazione nel caso di sistemi


simo-resistenti verticali.
Nei capitoli successivi, unaccurata analisi discuter{ in merito ai dispositivi
fin qui proposti, fornendone i principali indirizzi progettuali e sperimentali.
Al fine di una pi ampia comprensione degli argomenti investigati, si
riportano brevemente i principi posti a fondamento della teoria classica
dellattrito, con particolare attenzione ai meccanismi dinterazione che si
esercitano nel caso di superfici metalliche.

2.1 MECCANISMI DINTERAZIONE TRA SUPERFICI METALLICHE


La Tribologia la scienza che studia i fenomeni dattrito, di lubrificazione e
di usura delle superfici a contatto, in moto relativo tra loro.
Nonostante eminenti studiosi (Bowden and Taylor 1950, Rabinowicz 1965;
Sarkar 1980), abbiano formulato teorie atte a prevedere lentit{ della forza
dattrito sotto carichi di natura statica e dinamica, il fenomeno dello
scorrimento appare piuttosto complesso, a causa dei numerosi meccanismi
dinterazione che di fatti vengono ad innescarsi.
Lo scorrimento relativo di parti metalliche in contatto, determina
linsorgere di una forza dattrito, per effetto delladesione e/o dei legami
intermolecolari che caratterizzano linterfaccia di contatto. Lazione statica
resistente risulta influenzata dallapplicazione di uno sforzo, normale alla
superficie di scorrimento, allorch il materiale registra deformazioni
elastiche

e/o

plastiche.

Larea

effettiva

di

contatto

aumenta

progressivamente fino al raggiungimento di una nuova configurazione di


equilibrio. Durante questo processo, il contributo delle forze di attrazione

23

Meccanismi dinterazione tra superfici metalliche

intermolecolare,

si

sovrappone

alleffetto

dellazione

normale,

contribuendo alla formazione di micro-saldature superficiali, che come


tante molle in serie, deformano elasticamente.

Figura 2. 1: Fenomeno di adesione

Generalmente la forza dattrito, si oppone al moto, di contro necessario


incrementare progressivamente lazione esterna, nonch lentit{ dello
spostamento,

fino

ad

uguagliare

suddetta

azione

resistente.

Al

raggiungimento del valore di taglio critico delle micro-saldature, si assiste


alla rottura dei legami intermolecolari, che genera di fatto il moto relativo
delle parti a contatto. In tale fase, il valore della forza dattrito dinamica
risulta dipendente dai valori di velocit{ registrati allinterfaccia; essa va
riducendosi progressivamente abbattendo il corrispondente valore del
coefficiente dattrito [2] .
Tale fenomemo risulta notevolmente influenzato dai legami di adesione
superficiale, ovvero dalla tessitura delle interfaccie a contatto, nonch dalle
loro caratteristiche meccaniche e termiche. In particolare, alla scala
microscopica, i metalli risultano caratterizzati per strati, quali substrato
metallico, strato di materiale indurito, ossido, gas adsorbito, contaminanti
(Schmaltz 1936).

24

Dispositivi dissipatori ad attrito

Figura 2. 2: Composizione a strati per superfici metalliche

Lo strato di materiale indurito possiede una struttura che dipende dalla


composizione e dalla storia di lavorazione del metallo.
Al di sopra di esso, pu essere presente uno strato amorfo o cristallino,
formatosi a seguito di notevoli stress termici. Uno strato di ossido
generalmente ricopre lo strato di materiale indurito (ad eccezione dei
metalli nobili); il suo spessore e la sua stabilit dipendono dalla particolare
composizione chimica del metallo, nonch dellatmosfera in cui esso stato
esposto.
Su tale strato, in condizioni normali, pu essere presente uno strato di gas
adsorbito ed eventualmente contaminanti come polvere, grasso e/o
inquinanti provenienti dallambiente circostante.
Ancora nel caso di contatto tra metalli di analoghe caratteristiche, laffinit{
dei legami intermolecolari determina una resistenza allo scorrimento
maggiore, diversamente la resistenza caratteristica del materiale, influenza
limitatamente i fenomeni di adesione.

25

Meccanismi dinterazione tra superfici metalliche

Contrariamente a quanto si ritiene, il valore del coefficiente dattrito, non


dipende direttamente dalla rugosit superficiale, poich lattrito si esercita
a parit di area di contatto.
Un ulteriore meccanismo dinterazione si manifesta, quando sono poste a
contatto tra loro superfici a spigolo vivo, il moto relativo induce striature
allinterfaccia provocando lincremento della forza dattrito.
Ai fini del bilancio energetico, il lavoro compiuto dalle azioni esternamente
applicate risulta pari allenergia potenziale elastica di deformazione,
immagazzinata nel sistema. Allatto dello scorrimento tale contributo viene
dissipato per via cinetica, sotto forma di deformazioni plastiche, energia
termica, di vibrazione e/o rumore.
In particolare lenergia termica diffonde per conduzione, convezione e
irraggiamento, dagli strati pi interni agli strati pi esterni, causando un
progressiva variazione del profilo di temperatura locale. Suddetta
variabilit dipender direttamente dallentit{ e dalla durata dello
scorrimento, nonch dallefficienza del meccanismo di diffusione, dalla
conducibilit termica e dal calore specifico del materiale.
Un notevole quantitativo di energia termica solitamente concentrata in
corrispondenza delle micro-saldature che si rompono e si ricreano durante
lo scorrimento. Poich hanno una limitata resistenza, la temperature varia
continuamente

lungo

linterfaccia

influenza

il

meccanismo

di

scorrimento.
Il massimo valore, che pu essere registrato non pu superare il punto di
fusione dei due metalli in contatto.
Se la temperatura di fusione raggiunta allinterfaccia di uno dei due
metalli, un film di metallo fuso si forma. In tale circostanza la superficie non
26

Dispositivi dissipatori ad attrito

pi in grado di esibire una propria resistanza a taglio, il coefficiente


dattrito si abbatte significativamente.
Laumento della temperatura aumenta la possibilit{ di formare uno strato
di ossido, riducendo la resistenza dei legami e di conseguenza il coefficiente
dattrito.
Quando la temperatura di fusione registrata nel materiale indurito, si
forma unampia area di contatto, determinando un elevato coeffciente
dattrito
2.1.1 MECCANISMI DI USURA
Lusura un processo che comporta la progressiva asportazione di
materiale dalla superficie di scorrimento per effetto dellattrito generatosi
allinterfaccia. Le pi comuni forme di usura sono:
-

Adesione

Abrasione

Corrosione

Lusura adesiva si manifesta, allorch allatto dello scorrimento, si registra


lasportazione di materiale in corrispondenza di una delle due superfici a
contatto. Al progredire del cinematismo, le micro-particelle risultanti
possono collocarsi in aderenza ad una delle due superfici, trasferirsi
nuovamente sulla superficie originaria o distaccarsi definitivamente in
particelle sciolte. Daltro canto, il materiale sciolto derivante dai fenomeni
dinterazione favorisce la formazione di asperit{, determinando un
aumento del coefficiente dattrito.
Qualora si impieghino due differenti materiali, le micro-particelle si
collocheranno in corrispondenza del materiale pi debole, determinando di

27

Teoria Classica dellAttrito

fatto un elevato valore del coefficiente dattrito, come nel caso di superfici
affini.
Lusura abrasiva si manifesta qualora le superfici risultino interessata da
scanalature superficiali e/o striature atte a ridurre lo spessore del
materiale. I frammenti

derivanti da tale interazione, favoriscono

ulteriormente al meccanismo di usura.


Lusura corrosiva, si realizza con liinescarsi reazioni chimiche superficiali,
con la progressiva formazione di un film sottile, che gradualmente produce
un impatto irreversibile per linterfaccia.
In altre circostanze,

lindesiderato fenomeno pu prevenire lusura

adesiva, preservando di fatti le caratteristiche superficiali.


Tali fenomeni, determinano una progressiva riduzione dello spessore
allinterfaccia, facendo registrare progressive diminuzioni del coefficiente
dattrito.
2.2 TEORIA CLASSICA DELLATTRITO
Come gi accennato lorigine del fenomemo attritivo risiede nellentit{ delle
forze di adesione e coesione che si innescano tra due superfici a contatto.
Da un punto di vista essenzialmente geometrico, possibile di distinguere
contatti di tipo puntuale e contatti di tipo conforme.
Nel primo caso, larea di contatto degenere, si riduce ad un punto o ad una
linea (elementi volventi posti su piste di rotolamento) e risulta
proporzionale al carico normale superficiale e alla resistenza del materiale.
Nel secondo caso, larea di contatto non degenera e risulta proporzionale
alle dimensioni delloggetto coinvolto (slitte piane, cuscinetti di
scorrimento).
28

Dispositivi dissipatori ad attrito

Innumerevoli modelli teorici sono stati sviluppati nei secoli per descrivere
la complessa interazione attritiva che si genera tra due materiali.
Nella generalit{ dei casi, lattrito risulta notevolmente influenzato dalla
velocit, nonostante dipenda da altri fattori, quali le pressioni di contatto
allinterfaccia, la temperatura, il grado di usura, le caratteristiche dei
lubrificanti. Tale dipendenza pu essere matematicamente espressa
secondo:
(Eq. 2. 1)
FA la forza dattrito, che si oppone allazione di scorrimento; N lo sforzo
normale agente sulla superficie di contatto e

rappresenta la velocit

relativa tra le due superfici [3].


Tuttavia, possibile ricorrere a modelli matematici semplificati, atti a
garantire un sufficiente grado di approssimazione alla scala macroscopica
della pratica ingegneristica.
In particolare, nel caso di superfici metalliche, secondo la teoria di Bowden
& Tabor [4], le forze di adesione dipendono dal valore di resistenza a taglio
esibito dalle micro-saldature, e risultano direttamente proporzionali
alleffettiva area di contatto.
Nel caso di metalli a comportamento elasto-plastico, si pu assumere:
(Eq. 2. 2)
A la reale area di contatto, 0 la durezza alla penetrazione del materiale
e N lo sforzo normale agente sulla superficie di contatto.
La forza ad attrito dovuta alladesione FA pu essere espressa come :
F A = As =

(Eq. 2. 3)

Laddove s rappresenta la forza per unit di area necessaria per attivare lo


scorrimento relativo tra le micro-saldature.
29

Teoria Classica dellAttrito

Diversamente il contributo derivante dalle asperit superficiali, pu essere


stimato secondo:
F P = nrh 0
(Eq. 2. 4)
Dove n il numero delle asperit, r la profondit delle asperit dimezzata
e h laltezza delle asperit{.
La forza di scorrimento complessiva risulta:
F = FA + FP
(Eq. 2. 5)
La componente FP offre un contributo significativo durante il processo di

abrasione. Tuttavia stato dimostrato per il particolare caso dei metalli,


che suddetto contributo risulta trascurabile.
Dalla (Eq 2.3) si ricava il postulato fondamentale alla base della teoria
classica dellattrito, secondo cui il rapporto tra la forza di attrito e il carico
normale applicato allinterfaccia, risulta di fatto costante e non dipende
dallarea effettiva di contatto. Sia il coefficiente dattrito dellinterfaccia a
scorrimento:
(Eq. 2. 6)
s rappresenta la tensione di aderenza del materiale pi debole e 0 la
durezza alla penetrazione del materiale pi duro.
Il modello teorico valido nel caso di attrito a secco [5], assume a proprio
fondamento i seguenti postulati:
1. La forza dattrito indipendente dallarea di contatto.
2. La forza dattrito risulta direttamente proporzionale allazione
normale applicata.
3. La forza dattrito complessiva indipendente dalla velocit di
scorrimento, qualora il suo valore risulti di modesta entit.

30

Dispositivi dissipatori ad attrito

I primi due postulati sono spesso conosciuti come Leggi di Amontons, dal
nome del fisico francese Guillaume Amontons, che per primo le ripropose
nel 1699. La terza legge, venne successivamente proposta dallingegnere
francese Charles Augustin Coulomb (Halling, 1978; Persson, 2000), che
stim sperimentalmente il valore delle forza dattrito statica e dinamica
secondo la seguente legge:
F = N

(Eq. 2. 7)

Sia N lo sforzo assiale applicato sulla superficie e il coefficiente di attrito


corrispondente.
In accordo con la Legge di Coulomb, lEurocodice 3 [6] definisce la
resistenza di progetto allo scorrimento, nel caso di unioni bullonate ad
attrito pari a :
(Eq. 2.
8)

ks funzione della configurazione del foro


m il numero di superfici in contatto

rappresenta

il

valore

del

coefficiente

dattrito

determinato

sperimentalmente
Fp,c rappresenta lazione di pre-carico del singolo bullone ad alta
resistenza, che risulta pari:
(Eq. 2. 9)

M3 rappresenta il coefficiente parziale di sicurezza pari ad 1,25.


Dalla (Eq. 2.8), evidente come la progettazione di suddetti collegamenti
risulti facilmente governabile assegnando opportunamente il valore della
coppia di pre-serraggio, il numero e il diametro dei bulloni. In particolare al
31

Teoria Classica dellAttrito

fine di ottimizzare il comportamento dellinterfaccia ad attrito, necessario


impiegare materiali con elevato coefficiente di scorrimento, garantendo il
mantenimento dellazione di pre-carico in corrispondenza dellasse del
bullone.
Tuttavia, il moto relativo delle superfici a contatto, favorisce i meccanismi
di usura gi menzionati, che di fatto determinano la progressiva riduzione
dello spessore dellinterfaccia, con conseguente riduzione del coefficiente
dattrito e del precarico del bullone.
In fatti, le oscillazioni del livello di precarico del bullone possono condurre
in alcuni casi a cicli di isteresi instabili, per cui il quantitativo di energia
dissipata non risulta di fatti prevedibile aprioristicamente.
Al fine di ridurre tale inconveniente, possibile utilizzare rondelle coniche,
ad alta resistenza, in grado di deformarsi elasticamente quando sottoposte
allapplicazione di sforzi assiali; esse a seguito di rilascio, assumono
nuovamente la configurazione indeformata.
Qualora si verifichi lusura del materiale ad attrito, le rondelle coniche
ripristinano lentita della forza di pre-compressione, preservando lo stato
di trazione del bullone. La loro particolare forma, consente differenti
combinazione [7]:
-

Combinazione in serie, quando orientate nella stessa direzione, atte


a costituire un sistema pi rigido

Combinazione in parallelo quando orientate con direzioni alternate,


atte a costituire un sistema maggiormente deformabile

Combinazione di rondelle in parallelo disposte serie atte ad ottenre


di ottenere un sistema di pre-fissata rigidezza e/o deformabilit.

32

Dispositivi dissipatori ad attrito

In verit, i test sperimentali condotti nel caso di unioni ad attrito in cui


previsto limpiego di rondelle coniche (vedi 3.4.6 Test sperimentale con
rondelle coniche) evidenziano limitati benefici.
Tuttavia recenti studi [8] hanno dimostrato come il serraggio dei bulloni
risulti influenzato da fenomeni di rilassamento a breve termine, nelle 12
ore

immediatamente

successive

allassemblaggio

dellunione;

diversamente i fenomeni a lungo termine si protraggono asintoticamente


durante il tempo di funzionamento.
Ancora quando si effettua il pre-serraggio di un gruppo di bulloni, si
registra una perdita di carico a seguito dei mutui effetti dinterazione: dopo
il serraggio di ogni bullone successivo, il precedente sperimenta una caduta
di tensione.
Per le suddette ragioni nella pratica comune si provvede alladozione di
rondelle coniche, al fine di garantire il mantenimento del pre-carico nei
bulloni durante la vita utile del dispositivo, nonch durante la fase di
scorrimento.
2.3 INFLUENZA DEI DISPOSITIVI AD ATTRITO SULLA RISPOSTA
SISMICA DI UN SISTEMA SDOF
Come gi evidenziato nel precedente paragrafo, nella generalit dei casi gli
smorzatori ad attrito, esibiscono una risposta ciclica, funzione della
velocit registrata in corrispondenza delle superfici di contatto. Il modello
meccanico rappresentativo di tale comportamento costituito da un
legame rigido-plastico, la cui soglia di resistenza risulta pari ad :

( Eq. 2. 10)
33

Influenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta sismica di un sistema SDOF

Figura 2. 3: Legame rigido-plastico per dispositivo ad attrito

Al fine di chiarire linfluenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta sismica


globale di un complesso strutturale MDOF, si analizza preliminarmente il
comportamento di un sistema SDOF equipaggiato con dissipatore ad
attrito, in presenza di smorzamento, soggetto ad eccitazione sismica.
Siano ud ed

rispettivamente lo spostamento relativo e la velocit

relativa registrata in corrispondenza del dissipatore, funzioni della


variabile tempo.
Ancora x ed , rispettivamente lo spostamento e la velocit registrati dal
sistema SDOF, al variare del tempo. Per la continuit fisica delle parti
costituenti il sistema, vale:

( Eq. 2. 11)
In tale circostanza, portando in conto le forze inerziali, leffetto dello
smorzamento dovuto alle caratteristiche intrinseche della struttura,

34

Dispositivi dissipatori ad attrito

nonch la distribuzione delle forze elastiche di richiamo, e il contributo del


dispositivo installato, lequazione del moto assume la forma :

( Eq. 2. 12)

Figura 2. 4: Schema Sistema SDOF equipaggiato con dispositivo ad attrito

La risposta meccanica del sistema in serie, di cui sopra, rappresentata per


la sovrapposizione degli effetti mediante la :

( Eq. 2. 13)
Si individua in accordo con il Principio di uguale energia, un sistema
equivalente, caratterizzato da una rigidezza pari a:

( Eq. 2. 14)
Sia ceq, la costante di smorzamento del medesimo sistema, il contributo
della viscosit dinamica dato da:
35

Influenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta sismica di un sistema SDOF

( Eq. 2. 15)

Figura 2. 5: Risposta ciclica per sistema SDOF equivalente

Si assume lipotesi di moto armononico, durante il ciclo disteresi che fa


registrare il massimo valore di spostamento
dispositivo. Sia

in corrispondenza del

la pulsazione naturale del sistema o frequenza angolare,

al variare del tempo risulta:


(Eq. 2. 16)
Sia

lo spostamento infinitesimo in corrispondenza del dispositivo:


(Eq. 2. 17)

Il lavoro compiuto dal dispositivo per tale spostamento risulta:

( Eq. 2. 18 )
Larea sottesa al ciclo forza-spostamento, rappresentativo della risposta del
dispositivo (Figura 2. 5), rappresenta lenergia effettivamente dissipata per
via isteretica:

36

Dispositivi dissipatori ad attrito

( Eq. 2. 19)
Dalla Eq. 2.18 si ricava il valore della costante di smorzamento:

( Eq. 2. 20)
Lentit{ dello smorzamento equivalente, funzione dello smorzamento
critico del sistema risulta:

( Eq. 2. 21)
Essendo
Con riferimento allo schema in Figura 2. 4 risulta:

( Eq. 2. 22)
Osservando la Figura 2. 5, si ricava:

( Eq. 2. 23)
La Eq. 2.20, si riscrive nella forma:

( Eq. 2. 24)
Lo smorzamento complessivo del sistema SDOF equipaggiato con
dissipatori ad attrito, si ricava secondo:
( Eq. 2. 25)
Il periodo di vibrazione equivalente:

37

B ibl io g raf ia

Sia 0 lo smorzamento del sistema SDOF sprovvisto di dispositivo ad


attrito. La procedura di calcolo risulta iterativa in quanto lentit{ del
massimo spostamento non risulta nota a priori: la determinazione di
procede per step successivi, a partire da valori di tentativo.
Impiegando spettri di risposta a smorzamento fissato, possibile
risalire ai corrispondenti valori di accelerazione spettrale, nonch di
spostamento registrato, effettuando un controllo della convergenza
fino al soddisfacimento della Eq. 2.24, con unopportuna tolleranza
fissata per una soglia del 5%.
Tale procedura, risulta approssimata, in quanto riferita ad un
sistema SDOF sottoposto ad una particolare storia di spostamento.
Diversamente nei casi reali, alloccorrenza di un evento sismico, la
risposta del sistema risulta notevolmente variabile, ai fini della sua
determinazione, a rigore, necessario condurre unanalisi dinamica
non lineare, che porti in conto la variabilit dello smorzamento
equivalente nei cicli di carico e scarico successivi, in funzione dello
spostamento massimo registrato dalla struttura.
Tuttavia, la metodologia consente la stima degli effetti derivanti
dallinstallazione

di

suddetti

dispositivi.

Appare

evidente,

lincremento di energia dissipata alloccorrenza di un evento sismico,


38

D ispos it ivi diss ipato r i a d att r ito

nonch linfluenza della risposta dinamica del sistema, che di fatti


assume un grado di smorzamento superiore rispetto ai casi
tradizionali.
E ovvio che tali prestazioni valgono ancor pi nel caso di sistemi
MDOF, laddove linstallazione di tali dispositivi consente di ridurre
gli spostamenti relativi dinterpiano, in condizioni di servizio, e
favorire la massimizzazione delle zone dissipative nel caso di eventi
sismici di elevata intensit.
2.4 ANALISI DEI DISPOSITIVI ESISTENTI
La seguente fase di analisi, volta ad individuare nuovi indirizzi di ricerca,
finalizzati alla progettazione di dispositivi ad attrito di tipo innovativo, da
integrare, nel caso di costruzioni in acciaio, ai sistemi sismo-resistenti
verticali. Tale approccio critico passa in rassegna i principali sistemi, che
negli anni, hanno dimostrato requisiti di affidabilit e robustezza, nel
campo dellIngegneria Civile. La classificazione qui di seguito proposta,
metta

in

evidenza

le

caratteristiche

tecnologiche

meccaniche

fondamentali, nonch la funzionalit{ e lefficienza di ciascuna tecnologia


presa in considerazione, al fine di valutarne le ulteriori potenzialit
applicative.
In particolare possibile distinguere dispositivi:
-

Rotazionale

Assiale

39

B ibl io g raf ia

Uno dei primi dispositivi ad attrito di tipo assiale stato sviluppato da Pall
& Marsh [9], prevedendone limpiego in corrispondenza delle zone
dintersezione delle diagonali di controvento dei sistemi intelaiati in
acciaio. Lo scorrimento si concentrava in prossimit{ dellinterfaccia tra la
trave e il piatto di acciaio, atto ad accogliere le diagonali di controvento. La
dissipazione dellenergia veniva auspicata mediante linterposizione di
materiale ad attrito a matrice asbestosa.
Il sistema, veniva gi concepito al fine di evitare lo scorrimento sotto
carichi di servizio; diversamente sotto terremoti distruttivi, lattivazione in
corrispondenza di un prefissato livello di carico, scongiurava lingresso in
campo plastico egli elementi strutturali primari, favorendo ugualmente la
dissipazione dellenergia, senza linsorgere di danneggiamento.

Slip joint with


fiction pad

brace

brace
Friction pad

Figura 2. 6: Pall Pall & Marsh, 1981


Ancora si auspicava la loro applicazione nel caso di strutture pre-esistenti,

al fine di migliorarne la risposta sismica.


Ancora gli studi di Tremblay & Stiemer, propongono dissipatori ad attrito di
tipo assiale, realizzati unioni bullonate ad alta resistenza, con piastre
asolate atte a favorire lo scorrimento allestremit{ delle membrature
controventate tradizionali.
Tra i dissipatori di tipo rotazionale, ritroviamo il dispositivo proposto da
Mualla [10], per sistema intelaiati esistenti.
40

D ispos it ivi diss ipato r i a d att r ito

Figura 2. 7: Dispositivo Dissipatore, Mualla 2002

Figura 2. 8: Mualla 2002 Meccanismo di funzionamento

A seguito delle azioni orizzontali, lo smorzatore segue il moto di


oscillazione delle struttura. In particolare il piatto centrale subisce
dapprima spostamenti orizzontali e successivamente ruota intorno alla
cerniera, trascinando nella medesima direzione piatti destremit{. Al
raggiungimento della resistenza allo scorrimento il piatto centrale registra
41

B ibl io g raf ia

rotazioni relative rispetto ai dischi di materiale ad attrito. Ancora


auspicabile limpiego di tali dispositivi, nel caso di struttura in cemento
armato precompresso.
Gli studi di Kurama & Morgen [11] dimostrano, i notevoli vantaggi di tale
tecnologia costruttiva, quali la possibilit di ricentrare il sistema nella
configurazione indeformata a seguito di un evento sismico, o sopportare
spostamenti significativi, registrando danni piuttosto limitati.
Tuttavia al fine di ridurre la richiesta sismica in termini di spostamento, i
dispositivi dissipatori proposti vengono installati in corrispondenza dei
collegamenti trave-colonna, tali da favorire il meccanismo di dissipazione
mediante lo spostamento relativo che si verifica tra ambo le membrature.
La Figura 2. 9, di seguito riportata, chiarisce il meccanismo attritivo
auspicabile allinterfaccia.

Figura 2. 9: Kurama & Morgen, 2004

Le applicazioni pi moderne e sofisticate, presenti in commercio [12],


prevedono limpiego di dissipatori ad attrito multi unit{ (Figura 2. 10). Essi

42

D ispos it ivi diss ipato r i a d att r ito

possono essere installati in corrispondenza dei sistemi intelaiati provvisti


di controventi, cosi come proposto in Figura 2. 11

Figura 2. 10: Dispositivo dissipatore multi-unit

A seguito dellapplicazione di una forza orizzontale, la struttura subisce


oscillazioni orizzontali. Nel caso di azioni spingenti da sinistra verso destra,
il dissipatore posto alla sinistra subisce un allungamento, diversamente lo
smorzatore posto alla destra registra una contrazione.

Figura 2. 11: Dissipatori ad attrito multi-unit Meccanismo di


funzionamento

43

B ibl io g raf ia

A seguito di un evento sismico, una struttura assume differenti


configurazioni in entrambe le direzioni consentendo di fatti la dissipazione
dellenergia, contestualmente mediante entrambi i dispositivi.

2.5 BIBLIOGRAFIA
[1] I. H. Mualla, L.O. Nielsen, B. Belev, W. I. Liao, C. H. Loh, A. Agrawal.2002
Performance of friction-damped frame structure: shaking table testing and
numerical simulation. 7th U.S. National Conference on Earthquake
Engineering, Boston, USA.
[2] Tremblay, R., 1993. Seismic behavior and design of friction concentrically
braced frames for steel buildings. Phd Thesis, Department of Civil
Engineering, University of British Columbia.
[3] Guglielmino, E., Sireteanu, T., Stammers, C.W., Ghita, G., Giuclea, M.,
2008. Semi active Suspension Control Improved Vehicle Ride and Road
Friendliness. Berlin, Springer.
[4] Michael F. Ashby, DRH Jones, 2005. Engineering Materials 1: An
Introduction to Properties, Applications and Design. ButterworthHeinemann, pagg. 241-249.
[5] Bowden, F. & Tabor, D., 1950. The Friction and Lubrication of Solids: part
I. Oxford: Oxford University Press.
[6] Popov, Valentin L., 2010. Contact Mechanism and Friction Physical
Principles and Applications. Berlin, Springer.
[7] Almen J.O. & Laszlo A. 1936. The uniform-Section Disck Spring. Trans.
ASME 58 (1936), pagg. 305 314.

44

D ispos it ivi diss ipato r i a d att r ito

[8] Heistermann, C., 2011. Behaviour of Pretensioned Bolts in Friction


Connections. University of Technology.
[9] CEN, 2003b. Eurocode 3: Design of steel structures - Part 1-8: Design of
joints.
[10] Pall, A.S. and Marsh, C., (1982) "Response of Friction Damped Braced
Frames", Journal of Structural Division, ASCE, Vol. 108, No. ST6, June, pp.
1313-1323, (American Society of Civil Engineer's Raymond C. Research
Prize 1983)
[11] Mualla, I. & Belev, B., 2002. Seismic Response of Steel Frames Equiped
with a New Friction Damper Device Under Earthquake Excitation.
Engineering Structures, 24(3), pp.365-71.
[12] Morgen B. G. & Kuram Y. C., 2004. A friction damper for post-tensioned
precast concrete beam-to-column joints. Paper no. 3189, 13th Word
Conference on Earthquake Engineering Vancouver, B.C., Canada.
[13] Damptech, Earthquake Protection, 2013. Damper for Building.
Denmark.

45

Premessa

CAPITOLO 3
Prove Cicliche su Collegamenti Trave Colonna di tipo
DST equipaggiati con dissipatori ad attrito
3.1 PREMESSA
Come gi ampiamente discusso, la progettazione di sistemi intelaiati in
acciaio, condotta secondo sofisticate procedure a collasso controllato,
garantisce adeguate prestazioni in termini di duttilit e resistenza,
massimizzando la capacit dissipativa propria della struttura, sotto lazione
di eventi sismici distruttivi.
Nellottica delle strategie per la dissipazione supplementare dellenergia
sismica, risulta vantaggioso per i

sistemi sismo-resistenti verticali,

linstallazione di dispositivi smorzatori, atti a ridurre e/o eliminare


limpegno

plastico

delle

membrature

strutturalmente

connesse,

concentrando lenergia sismica in ingresso, in corrispondenza di


componenti

dissipative,

facilmente

sostituibili

seguito

di

danneggiamento.
La possibilit di perseguire questo ambizioso obiettivo, si realizza nel
seguito, mediante la progettazione e sperimentazione di collegamenti
trave-colonna di tipo Double Split Tee (DST), caratterizzati da parti
chiaramente identificabili e allo stesso tempo intercambiabili.
Nello specifico, le capacit dissipative di suddetti collegamenti, possono
essere investigate impiegando un modello meccanico, cosiddetto a T-stub
equivalente, atto a schematizzare la risposta delle singole componenti, che
in tale circostanza, costituiscono il sistema di connessione [1]. E ben noto
46

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

dalla letteratura scientifica [2] che un elemento T-stub, caratterizzato da


due o pi elementi a T, connessi mediante file di bulloni in corrispondenza
delle flange degli elementi strutturalmente connessi.
Nella Figura 3. 1, vengono chiaramente identificati gli elementi T-stub, e i
loro possibili orientamenti, in presenza di flange di estremit, per colonne
munite o sprovviste di soluzioni di irrigidimento.

Figura 3. 1: Identificazione di elemento T-stub in corrispondenza di


flange di estremit (Yee and Melchers, 1986)

Laccuratezza del modello,

consente di prevedere il comportamento

ciclicorotazionale dei nodi flangiati travecolonna, ovvero effettuare una


stima della rigidezza rotazionale propria del collegamento, attraverso lo
studio di un sistema semplificato caratterizzato da un T-stub a due bulloni,
soggetto esclusivamente ad azioni di tipo assiale, cos come riportato in
Figura 3. 2.
Il suddetto sistema, pu essere interessato da tre possibili meccanismi di
collasso [3], in funzione del rapporto relativo tra la resistenza di progetto a
flessione delle flange e la resistenza assiale di progetto propria dei bulloni:

(Eq. 3. 1)
47

Premessa

PIANTA

SEZIONE X-X

VISTA LATERALE

Figura 3. 2: Modello T-stub a due bulloni

m=

Tabella 3. 1: Notazioni
Distanza tra lasse dei bulloni e la sezione di raccordo tra anima e
flangia del modello T-stub

n=

Distanza tra lasse dei bulloni e il punto di localizzazione delle azioni


di contatto Q

d=

Distanza tra lasse dei bulloni, e lasse dellanima del Modello T-stub

r=

Raggio di raccordo tra anima e flangia del Modello T-stub

Q=

Azioni di contatto

BRd =

Resistenza a trazione dellelemento di connessione

Fi,Rd =

Azione resistente per i-esimo meccanismo di collasso

Nella Tabella 3. 1, sopra riportata, si precisano le notazioni adottate nel


corso della trattazione.
48

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Come mostrato in Figura 3. 3, il Meccanismo di Tipo 1 (Figura 3. 3a),


assicura al sistema una maggiore capacit di dissipazione, in quanto
prevede la massimizzazione del numero di cerniere plastiche; in condizioni
ultime, esse si localizzano in corrispondenza dellasse dei bulloni per
effetto del momento flettente derivante dalle azioni di contatto Q, e nella
sezione di raccordo tra lanima e la flangia dellelemento. In accordo con
lEurocodice 3 e con la notazione gi mostrata in Tabella 3. 1, si assume m =
d 0,8 r.

Figura 3. 3: Meccanismi di collasso per modello T-stub equivalente

La resistenza di progetto corrispondente al Meccanismo di tipo 1,


univocamente definita secondo la seguente relazione:
(Eq. 3. 2)

Il Meccanismo di Tipo 2 (Figura 3. 3b), comporta la formazione di due


cerniere plastiche in corrispondenza della sezione di connessione tra
49

Premessa

anima e flangia dellelemento, e la rottura dei bulloni: lincremento


progressivo delle azioni di contatto Q, aggrava lo stato di sollecitazione
interno del bullone corrispondente al valore BRd, determindone la
prematura rottura.
In condizioni di snervamento delle flange:
(Eq. 3. 3)

Da cui si ricava il valore dellazione di contatto in condizioni ultime:


(Eq. 3. 4)

Dallequazione di equilibrio alla traslazione, portando in conto il contributo


della (Eq. 3.4), possibile determinare lazione resistente di progetto per lo
specifico meccanismo:
(Eq. 3. 5)

Il Meccanismo di Tipo 3 (Figura 3. 3c), si manifesta esclusivamente


attraverso il collasso dei bulloni. In questo caso le azioni di contatto Q sono
pari a zero, pertanto le piastre sono completamente distaccate dal
supporto.
In tal caso la resistenza di progetto si ricava mediante la seguente
relazione:
(Eq. 3. 6)

Per lelemento T-stub equivalente, sia:

La definizione del parametro geometrico


seguenti limitazioni:

50

, consente di individuare le

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Per il Meccanismo di Tipo 1 vale:

(Eq. 3. 7)
-

Per il Meccanismo di Tipo 2 vale:


(Eq. 3. 8)

Per il Meccanismo di Tipo 3 vale:


(Eq. 3. 9)

Figura 3. 4: Influenza di Rd sui Meccanismi di Collasso di elementi


T-stub
Tali relazioni, rappresentate in forma adimensionale, cos come mostrato

nella Figura 3. 4, evidenziano come allaumentare del parametro Rd, la


risposta dellelemento T-stub tende ad un meccanismo di tipo 3.
In generale lazione dei bulloni non si concentra esclusivamente in
corrispondenza del proprio asse, ma interessa anche la superficie
direttamente al di sotto delle rondelle, della testa dei bulloni o del dado. La
diffusione delle tensioni locali, si registra in corrispondenza di una sezione
resistente di spessore pari allo spessore della flangia tf, e profondita pari a
51

Premessa

beff. Pertanto, risulta possibile determinare la resistenza flessionale


dellelemento T-stub equivalente secondo:
(Eq. 3. 10)

In particolare la profondit effettiva della sezione reagente, varia a seconda


dei differenti meccanismi di plasticizzazione localizzata considerati, cos
come riportato nella Figura 3. 5:
(a) Rottura circolare

(b) Rottura non circolare

(c) Rottura

globale

Figura 3. 5: Meccanismi di rottura di elemento T-stub con una fila di


bulloni
- Imbutitura o rottura circolare (Figura 3. 5 a): beff,1 =2m

Rottura non circolare (Figura 3. 5 b): beff,2 = 4m+1,25 n

Rottura globale (Figura 3. 5c ): beff,3 = b

Risulta beff = min beff,1 , beff,2 , beff,3 , per element T-stub il cui passo tra i
bulloni p m. Qualora tale condizione non fosse soddisfatta, necessario
portare in conto il comportamento di gruppo dei bulloni, secondo le
seguenti relazioni:
-

Rottura circolare: beff,4=m + 0,5p

Rottura non circolare: beff,5=2m+0,625n+0,5p

52

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Figura 3. 6: Meccanismi di rottura per elementi T-stub con due file di


bulloni
Anche in tal caso, il valore di beff, compatibilmente con il teorema

cinematico del collasso plastico, sar assunto pari al minimo tra i valori di
profondit, corrispondenti a tutti i possibili meccanismi di collasso.
3.2 IDEA DI PROGETTO PER COLLEGAMENTI DI TIPO INNOVATIVO
I collegamenti tipo Double Split Tee (DST), come gi anticipato, sono
caratterizzati da componenti chiaramente identificabili e allo stesso tempo
intercambiabili, risultando di fatto adeguati a perseguire lambizioso
obiettivo di progetto. Linnovazione concepita nell ambito della seguente
attivit di ricerca, ha previsto la realizzazione di collegamenti costituiti da
angolari, fissati mediante bulloni, alle flange della trave e della colonna,
superiormente

ed

inferiormente.

In

particolare,

inferiormente

si

predispone linstallazione di un dispositivo di dissipazione supplementare,


interponendo tra la flange della trave, e degli angolari, un doppio strato di
materiale ad attrito. La presenza dellasola,

posta internamente, sulla

flangia inferiore della trave, influenza la capacit rotazionale del


collegamento: essa, consente lo scorrimento relativo delle parti a contatto,
53

Progettazione Collegamenti oggetto di sperimentazione

a seguito di azioni cicliche ripetu garantendo la dissipazione dellenergia in


ingresso, mediante fenomeni di natura attritiva. Tale strategia consente di
facilitare le operazioni di sostituzione delle parti connesse, a seguito di
danneggiamento sotto lazione di eventi sismici di carattere distruttivo. Nel
caso di specie, possibile intervenire eventualmente in fase di ripristino,
operando mediante la sostituzione del materiale ad attrito, e il ri-serraggio
dei bulloni, fino al raggiungimento del livello di pre-carico desiderate.
3.3 PROGETTAZIONE
SPERIMENTAZIONE

COLLEGAMENTI

OGGETTO

Di

Qui di seguito, viene affrontata la progettazione [4] di nodi trave-colonna


esterni, a parziale ripristino di resistenza, del tipo DST, il cui
comportamento, nel prosieguo della trattazione, sar oggetto di
unaccurata analisi sperimentale.
Tali collegamenti sono costituiti da trave IPE 270, in acciaio strutturale
S275, e colonna HEB 200, in acciaio strutturale S355; entrambi i profili
risultano appartenenti alla classe di tipo 1, in accordo con i requisiti
richiesti dallEurocodice 3 [5].
3.3.1

NODO TS- CYC 12

Il collegamento DST, interamente affidato sia superiormente che


inferiormente agli angolari, fissati alle flange della trave e della colonna,
rispettivamente mediante bulloni M20 e bulloni M27, di classe 8.8.
In accordo con lEC8 [6], con riferimento ai requisiti di capacit plastica
rotazionale, richiesti in corrispondenza delle zone dissipative, si definisce
la corsa del dispositivo dissipatore inferiormente, secondo:
54

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

s = P x hla = 0,07 x 265 = 18,55 mm


Limpiego di piatti di continuit{, e di piatti supplementari danima,
contribuisce ad incrementare notevolmente la rigidezza del nodo.

Le

Figure 3.7 e 3.8 di seguito riportate, mostrano il dettaglio costruttivo del


collegamento e delle sue componenti.
Si assume per il nodo, quale momento di progetto, Mj,Rd = m Mb,Rd . Sia
m il grado di ripristino per il collegamento in esame ed Mb,Rd, il momento

plastico nominale della trave.


Mj,Rd = 0,95 x 133,10 = 126, 44 kNm
Lazione che compete a ciascun angolare FT-stub si ricava mediante:
= 477,13 kN

(Eq. 3. 11)

hla = 265 mm, rappresenta laltezza del braccio di leva, ovvero la distanza
che intercorre tra la sezione di taglio dei bulloni posti superiormente, e il
baricentro della bullonatura inferiore.
Per la progettazione dello spessore delle flange superiori dellangolare a T,
si fissa un incremento di FT-stub, pari al 50%, al fine di conferire a tali
componenti un grado di sovra-resistenza rispetto alla componente propriamente dissipativa, da ci si ricava:
FT-stub,d = 715,70 kN.
Si assume B = 176 mm; m = 35 mm; n=45 mm; beff = 88 mm.
Dalla Eq. 3. 7, portando in conto il contributo della Eq. 3.1 si ricava il valore
dello spessore, atto ad assicurare un Meccanismo di Tipo 1:
t=

= 25 mm

(Eq. 3. 12)

55

Progettazione Collegamenti oggetto di sperimentazione

Gli angolari inferiori vengono modellati, impiegando due T-stub


equivalenti, a due bulloni, in parallelo. Per tale ragione, con riferimento al
modello gi precisato:
F T-stub,d = F 1+ F 2
( Eq. 3. 13)
Laddove F1 ed F2 rappresentano le azioni che rispettivamente competono

allangolare superiore e agli angolari inferiori.


Dalla (Eq. 3.2) risulta:
F1 =
F2 =
Dalla (Eq. 3.10) sia:
Mf1 =
Mf2 =
Sostituendo nella (Eq. 3.13) si ricava lulteriore criterio di progettazione
valido per T-stub a due bulloni in parallelo:
= 22,75 mm

(Eq. 3. 14)

Sia meq =
Al fine di garantire un meccanismo di Tipo 1, necessario verificare la (Eq.
3.7), che nel caso di T-stub a due bulloni, in parallelo prevede:
=25,24 mm
Si adotta, anche per gli angolari inferiori, uno spessore di 25,00 mm,
compatibilmente con le limitazioni geometriche proprie del collegamento.
56

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Vista Frontale

Vista Laterale

Figura 3. 7: Dettaglio costruttivo Nodo TS_FM_CYC 12


Vista Frontale

Viste Laterali

Figura 3. 8 a: Angolari Inferiori in Composizione Saldata

57

Progettazione Collegamenti oggetto di sperimentazione

Figura 3.8 b : Angolare Superiore in Composizione Saldata

Lobiettivo di progetto, prevede di limitare limpegno plastico del pannello


nodale, massimizzando la dissipazione, in corrispondenza del materiale ad
attrito. Per garantire tale meccanismo, risulta necessario definire il grado
di sovra-resistenza della componente, verificando che la soglia elastica di
snervamento propria del pannello a taglio, risulti superiore ad Mj,Rd.
Secondo il modello mono-tono di Kim & Hengelhardt, [7], la resistenza
elastica del pannello a taglio, definita mediante la seguente relazione:
My = K e C y

( Eq. 3. 15)

Ke il valore della rigidezza elastica calcolata considerando la rigidezza a


taglio e la rigidezza flessionale, rispettivamente dellanima e della flangia
della colonna;

y rappresenta la deformazione tagliante del sistema


Kb =

= 27222576 N/mm.

Nel particolare caso si portano in conto i due piatti supplementari danima:


58

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Ks =

= 3041263,50 N/mm.

Cr un fattore che dipende dalle condizioni al contorno delle flange della


colonna. Il suo valore assunto pari a 5, in accordo con quanto suggerito
dagli autori, sulla scorta dellevidenza sperimentale e dellanalisi teorica,
condotta per mezzo di una modellazione di tipo FEM. Con riferimento alla
colonna, Ic il momento dinerzia, dc laltezza, Avc larea a taglio, Adp
larea a taglio dei piatti supplementari danima, adottati per il dettaglio
costruttivo. Rf un fattore correttivo, che porta in conto linterazione tra i
piatti supplementari danima e lanima della colonna, a seguito di
deformazione. La rigidezza rotazionale dovuta al pannello a taglio, risulta:

Ke =

= 9,24 1010 N mm/rad

Il prodotto Cy y rappresenta la deformazione tagliante media del pannello


nodale; sia 0,8< Cy <0,9, ai fini progettuali si assume Cy = 0,85. Si porta
ulteriormente in conto lapplicazione di uno sforzo normale costante P, pari
al 30% del carico critico elastico della colonna, per cui secondo il criterio di
Von Mises vale:

Il momento flettente, corrispondente allo snervamento del pannello a


taglio, pari a:
My = 9,24 10100,850,00242 = 1,90 108 Nmm = 190 kNm
Come evidente, tale valore risulta superiore al valore Mj,Rd.

59

Progettazione Collegamenti oggetto di sperimentazione

3.3.2 NODO TS-CYC 13


Il collegamento DST, interamente affidato agli angolari, fissati
superiormente alle flange della trave e della colonna, rispettivamente con
bulloni M20 e bulloni M27 di classe 8.8.
Inferiormente si prevede limpiego di un elemento di ringrosso, connesso
alla trave mediante saldatura a completa penetrazione; lunione si realizza
con angolari, collegati alle flange del ringrosso e della colonna, con bulloni
M20 e

bulloni M27 di classe 8.8. Tale strategia, a parit di dettaglio

costruttivo rispetto al NODO TS CYC 12, va ad incrementare lentit{ del


braccio di leva hla, consentendo ugualmente linstallazione del dispositivo
dissipatore. In tale caso, lasola si dispone internamente, sulla flangia del
suddetto elemento, assicurando di fatti, lo scorrimento relativo delle parti a
contatto.
In accordo con lEC8, si definisce la corsa del dispositivo dissipatore:
s = P x hla = 0,07 x 411 28,77 mm
La Figura 3. 9 di seguito riportata, mostra il dettaglio costruttivo del
collegamento; per le componenti si rimanda alla Figura 3. 7.
Sia Mj,Rd = 0,95 x 133,10 = 126, 44 kNm.
Lazione che compete a ciascun angolare FT-stub si ricava mediante:

= 307,64 kN

(Eq. 3. 16)

hla = 411 mm, rappresenta in tal caso, la distanza che intercorre tra la
sezione di taglio dei bulloni posti superiormente, e il baricentro della
bullonatura inferiore, in corrispondenza dellala del ringrosso.

60

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Vista Frontale

Vista Laterale

Figura 3. 9: Dettaglio costruttivo Nodo TS_FM_CYC 12

Parimenti si incrementa lentit{ di FT-stub, al fine di garantire agli angolari,


un grado di sovra-resistenza, rispetto alla componente propriamente
dissipativa:
FT-stub,d = 461,46 kN.
Si assume B = 176 mm; m = 35 mm; beff = 88 mm.
Dalla Eq. 3.13 si ricava il valore dello spessore, atto ad assicurare un
Meccanismo di Tipo 1: t = 25 mm.
Gli angolari inferiori vengono modellati, impiegando due T-stub
equivalenti, a due bulloni, in parallelo, come gi precisato.
Dalla (Eq. 3.19) si ricava il valore dello spessore per suddette componenti:
= 18,00 mm

61

Progettazione Collegamenti oggetto di sperimentazione

Secondo la (Eq. 3.7), il valore limite dello spessore che assicuri ancora un
Meccanismo di Tipo 1:
=26,23 mm
Si adotta, anche per gli angolari inferiori, uno spessore di 25,00 mm,
compatibilmente con le limitazioni geometriche proprie del collegamento.
Secondo il modello mono-tono di Kim & Hengelhardt, dalla (Eq. 3.14):
Kb =

= 7420209,19 N/mm.

Considerando i due piatti supplementari danima:


Ks =

= 1971891,55 N/mm.

La rigidezza rotazionale dovuta al pannello a taglio, data da:


Ke =

= 1,24 1011 N mm/rad

In accordo con il criterio di Von Mises:

Il momento flettente corrispondente allo snervamento del pannello a taglio,


dato da:
My = 1,24 10110,850,00242 = 2,57 108 Nmm = 257 kNm
Come evidente, tale valore risulta superiore al valore Mj,Rd.

62

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

3.4 PROGRAMMA SPERIMENTALE


La campagna di prove condotta presso il Laboratorio Prove Materiali e
Strutture dellUniversit{ degli Studi di Salerno, nei mesi di Settembre Novembre 2013, consta delle seguenti fasi:
-

1 FASE: Analisi sperimentale di componente nodale, preposta alla


dissipazione dellenergia, per collegamenti trave colonna di tipo
DST.

2 FASE: Analisi sperimentale di collegamenti trave colonna di


tipo DST, equipaggiati con dissipatori ad attrito.

3.5 PROVE SU COMPONENTE DISSIPATIVA


Recenti studi hanno dimostrato, lapplicabilit{ del Metodo delle
Componenti, per la previsione della risposta ciclica dei collegamenti trave
colonna, noto il comportamento isteretico di ciascuna componente nodale
[8].
Risulta perci interessante, ai fini della trattazione, investigare il
comportamento ciclico della sola componente, gi preposta alla
dissipazione dellenergia nei nodi oggetto di sperimentazione
A tal fine si impiega un sotto-assemblaggio, costituito da strati di materiale
ad attrito, interposti a piastre in acciaio S275. In particolare, sul piatto interno
la presenza delle asole, consente il moto relativo delle parti a contatto,
mediante 16 bulloni M20 di classe 10.9.
Af fine di comparare i dati ottenuti, si riporta qui di seguito, lesito di due
campagna sperimentali: luna gi condotta presso il medesimo Laboratorio
nellanno 2011; la seconda direttamente seguita nellambito di tale
progetto di ricerca nellanno corrente.

63

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Piatto Interno

Piatto Esterno

Assemblaggio

Figura 3. 10 : Schema del sotto-assemblaggio investigato

I risultati registrati hanno consentito di valutare lintensit{ del coefficiente


di attrito statico e dinamico, nonch la risposta ciclica

del suddetto

assemblaggio (Figura 3. 10 ), e la sua capacit di dissipare energia, al


variare dei seguenti parametri:
-

Interfaccia di scorrimento

Entit del pre-serraggio

Numero di bulloni serrati

Tipologia di rondelle utilizzate

Lentit{ del pre-serraggio, ovvero il numero di bulloni serrati, influenza il


valore delle pressioni di contatto; esso dovr di fatto, risultare compatibile
con le applicazioni in ambito strutturale.
64

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Dalla tribologia, nota la dipendenza tra velocit di scorrimento e forza


dattrito, nel caso dei materiali compositi. Tuttavia, qualora la temperatura
non vari significativamente durante il processo di carico, linfluenza della
velocit risulta trascurabile, per valori compresi tra 0,01 1,00 cm/s.

Acciaio S275 JR

Materiale M1

Ottone

Materiale M2

Materiale M0

Alluminio
Termicamente Spruzzato

Figura 3. 11: Texture dei Materiali testati


Pertanto, le prove assiali, qui di seguito presentate, sono condotte

rendendo confrontabili, a parit di componente dissipativa, i livelli di


spostamento registrati in corso di sperimentazione, con i valori medesimi
attesi alloccorrenza di un evento sismico.
In particolare, si considerano le seguenti interfacce di scorrimento:
1. Acciaio - Acciaio
2. Ottone - Acciaio
65

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

3. Materiale ad attrito tipo M0 - Acciaio


4. Materiale ad attrito tipo M1 - Acciaio
5. Materiale ad attrito tipo M2 Acciaio

Scorrimento

6. Alluminio Termicamente Spruzzato Acciaio

Figura 3. 12: Apparecchiatura di prova SCHENCH Hydropuls S56


Dallanalisi sperimentale, interessante valutare la variabilit{ delle forze di

scorrimento, al progredire del numero di cicli di carico applicati.


Precedenti studi [9] hanno gi dimostrato, la possibilit di registrare
andamenti progressivamente degradanti, a seguito del primo ciclo di
carico. Diversamente possono manifestarsi comportamenti caratterizzati
dal susseguirsi di una fase incrudente e una fase stazionaria, che di fatti
anticipano linevitabile riduzione di carico.

66

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Lapparecchiatura di prova costituita da una macchina universale


SCHENCH Hydropuls S56 (Figura 3. 12), provvista di pistone idraulico, con
una capacit di carico pari a +/- 630 kN, ed una corsa massima di +/-125
mm. Il sistema ulteriormente equipaggiato con telaio di contrasto autobilanciato, dispositivo LVDT e cella di carico, per la misura in continuo,
rispettivamente degli spostamenti e degli sforzi a cui sottoposto il
provino. Il test ciclico stato imposto a controllo di spostamento per
differenti ampiezze e frequenze, come di seguito precisato.
3.5.1

Comportamento ciclico per Interfaccia Acciaio- Acciaio con


rondelle circolari

Durante la precedente campagna, il test stato condotto per linterfaccia


acciaio acciaio, impiegando in corrispondenza dei bulloni, coppie di
rondelle di tipo circolare. La prova stata eseguita in controllo di
spostamento, per pre-fissate ampiezze di +/- 30 mm, con una frequenza di
0,25 Hz. A partire dai risultati del test, il coefficiente di attrito stato
determinato, per ogni ciclo secondo:
(Eq. 3. 17)
Dove m il numero di superfici a contatto, n il numero di bulloni, Nb
lazione di precarico del bullone, F la forza di scorrimento.
Il

comportamento ciclico risulta piuttosto stabile, determinando una

significativa dissipazione dellenergia. Dopo il primo ramo di carico, tutti i


cicli successivi raggiungono un valore di forza massima, maggiore del
valore iniziale, manifestando un significativo incrudimento.

67

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

150
100

Forza [kN]

50
-40

-30

-20

-10

10

20

30

40

-50
F [kN]

-100
-150
-200
-250

[mm]

Cicli 1-10 Ts = 200Nm


300

Forza [kN]

200
100

-40

-30

-20

-10

F [kN]

-100
-200

-300

[mm]

Cicli 11-20 Ts = 300Nm

68

10

20

30

40

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

600

Forza [kN]

400
200

-40

-30

-20

-10

10

20

30

40

F [kN]

-200
-400
-600

[mm]
Cicli 21-30 Ts = 300Nm

Figura 3. 13: Curva F per Interfaccia Acciao Acciaio-4 Bulloni

In una prima fase, le superfici a contatto risultano levigate; a seguito dello


scorrimento relativo ripetuto: lacciaio in prossimit delle teste dei bulloni,
viene interessato da usura abrasiva, con formazione di asperit, atte ad
accrescere la rugosit superficiale [10]. Tale fenomeno provoca un
aumento del coefficiente dattrito, con il conseguente incremento della
forza di scorrimento.
Secondo la teoria di Bowden e Tabor [11]:
(Eq. 3. 18)

Risulta evidente dalla (Eq. 3.17), che il comportamento incrudente del


materiale, influenza il coefficiente di attrito, variando il rapporto tra la
tensione tangenziale s0 e la durezza 0 del materiale.

69

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Negli step di carico successivi, non si registrano differenze significative tra i


valori

di

forza

dattrito

statico

dinamico.

Il

comportamento

progressivamente degradante, attribuibile allusura dellacciaio (Figura 3.


14), con conseguente perdita del pre-carico dei bulloni.
Prima del Test

Dopo il Test

Figura 3. 14: Texture delle piastre dacciaio prima e dopo il test

A partire dai livelli di forza registrati, stato possibile computare il valore


del coefficiente di attrito statico e dinamico, in accordo con la (Eq. 3.16),
essendo il pre-carico dei bulloni Nb definito come [12]:
(Eq. 3. 19)
Tb il valore della coppia di serraggio, d il diametro nominale del bullone.
In Figura 3. 15, si riporta in sintesi quanto ottenuto dalla procedura di
calcolo. Per la prima sequenza di carico il coefficiente dattrito statico
assume un valore compreso tra 0,173 - 0,344. Durante il secondo e terzo
step, si registra un andamento degradante: inzialmente assume
rispettivamente vslori di 0,35 e 0,40, dopodich degrada ad un valore di
0,20.

70

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Per lacciaio S275JR, la resistenza nominale allo snervamento pari a 275


MPa, e la durezza Vickers HV95 pari a 95 kg/mm2, dalla (Eq 3.17):
=

E evidente che tale valore risulta affine al valore determinato


sperimentalmente.
Lentit{ delle pressioni di contatto, viene stimata, considerando una
diffusione a 45 delle tensioni normali, lungo lo spessore del piatto, a
partire dalla testa dei bulloni. Tale modello [13] consente di ricavare:
(Eq. 3. 20)
h

tp lo spessore della piastra pi esterna, dbh il diametro della testa del


bullone. I risultati dimostrano (Figura 3. 66) che il coefficiente di attrito
statico non dipende significativamente dal carico normale applicato, ovvero
dalle pressioni agenti allinterfaccia.
0.45
0.40
1-10

0.35
0.30
0.25

21-30

0.20
11-20

0.15
FRICTION COEFFICIENT

Ts=200 Nm
Ts=300 Nm
Ts=500 Nm

0.10
0.05
0

11

13

15

17

19

21

n semicicli

Figura 3. 15: Coeff. di attrito per interfaccia AcciaioAcciaio 4Bulloni


71

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa


-

0.45
Average = 0.371

0.40
0.35
0.30
0.25
0.20
0.15
FRICTION COEFFICIENT

0.10
0.05
0.00
0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

30.0

35.0

40.0

Pressure [MPa]
Figura 3. 16: Coefficiente dattrito dinamico - Pressioni di contatto

COEFFICIENTE DATTRITO

2.5
1-10

2
Ts=200 Nm
Ts=300 Nm
Ts=500 Nm

1.5
1

F
/
i

1
11 -20

0.5
21 -30

11

13

15

17

19

21

N semicicli
Figura 3. 17: Rapporto tra Forza i-esimo semiciclo e Forza iniziale 4
Bulloni

72

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Ancora si valuta lentit{ della forza registrata nelli-esimo semiciclo,


rispetto al valore della forza iniziale. In Figura 3. 17, risulta evidente, che
per coppie di serraggio maggiori di 200Nm, il livello di forza rapidamente
decresce, registrando un decremento del 20% nei cicli successivi.
3.5.2

Comportamento ciclico per Interfaccia Ottone Acciaio con


rondelle circolari

Per tale set di prove, si impiega dellottone CuZn39Pb3, si riportano nel


dettaglio le sue caratteristiche meccaniche e chimiche:
Tabella 3. 2: Composizione Chimica per Ottone CuZn39Pb3

Cu

Zn

Fe

Pb

55-60

40

<0.35

2-3,80

Tabella 3. 3: Propriet meccaniche per Ottone CuZn39Pb3

fy

fu

[MPa] [MPa] [%]


140

415

30

Hardness
[HV]
116

In tal caso il programma sperimentale prevede due sequenze di carico: la


prima sottopone la componente a 30 cicli di ampiezza +/-15 mm, preserrando 8 bulloni, per un livello di coppia pari a 200 Nm. La seconda
sequenza di carico, sottopone la componente a 20 cicli della medesima
ampiezza, pre-serrando i bulloni, con una coppia di 300 Nm.
In Figura 3. 18, il valore della forza di scorrimento appare piuttosto basso
rispetto al caso precedente, tuttavia allaumentare del numero di cicli,
viene esibito un comportamento di tipo incrudente, seppur meno marcato.
73

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

300
250
200
150
100

50
0

-20

F [kN]

-15

-10

-5

-50

10

15

10

15

20

Forza [kN]

-100

-150
-200
-250

[mm]

Cicli 1-30 (Ts=200Nm)


500
400

Forza [kN]

300
200
100
-20

F [kN]

-15

-10

-5

0
-100

20

-200
-300
-400

[mm]

Cicli 31-50 (Ts=300Nm)

Figura 3. 18: Ciclo disteresi F- per interfaccia Ottone Acciaio 8


Bulloni

74

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

0.35
COEFFICIENTE DATTRITO

0.3
0.25

31-50

0.2

1-30

0.15
Ts=200 Nm
Ts=300 Nm

0.1

FRICTION COEFFICIENT

0.05
0

11

21

31

41

N semiciclo

51

61

71

Figura 3. 19: Coefficiente dattrito per Interfaccia Ottone - Acciaio


3
2.5
1-30

F1/Fi

2
1

F
/
i

1.5

31-50

Ts=200 Nm
Ts=300 Nm

0.5
0

11

21

31

41

51

61

71

N semiciclo
Figura 3. 20: Rapporto tra Forza per i-esimo semiciclo e Forza iniziale

Tale circostanza ascrivibile allelevata durezza dellottone che rallenta il


processo di abrasione delle superfici a contatto. Nella Figura 3. 19, per la
prima sequenza di carico, compreso nel range 0,097-0,20.
75

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Diversamente nella sequenza successiva, cresce sino a raggiungere il


valore di di 0,23. Nella Figura 3. 20, il rapporto tra la forza di scorrimento
delli-esimo semiciclo e il valore di forza iniziale, mostra un significativo
comportamento incrudente, con forti differenze tra la prima e la seconda
sequenza di carico.
Prima del Test

Dopo il Test

Figura 3. 21: Texture delle piastre dottone prima e dopo il test

3.5.3

Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M0 Acciaio con


rondelle circolari

Il materiale M0, un materiale composito con fibre minerali ed organiche,


non asbestose, additivato con resine fenoliche, destinato ad applicazioni
tribologiche. Il programma sperimentale, ha previsto 4 sequenze di carico,
ciascuna di 20 cicli, di cui 10 cicli ad ampiezza di +/- 7,5 mm e successivi 10
cicli di ampiezza +/- 15 mm.
Per ogni sequenza, si prevede il pre-serraggio controllato di soli 4 bulloni,
per coppie crescenti di 200, 300, 400 e 500Nm. I risultati sperimentali
ottenuti, sono riportati in Figura 3. 22: I cicli disteresi si dimostrano ampi e

76

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

stabili, consentendo una significativa dissipazione di energia, e un limitato


degrado di resistenza, fatta eccezione per i cicli 41-60.
Il massimo livello di forza si registra durante il primo ciclo di carico,
successivamente si manifestano contributi di entit inferiore, a causa
dellusura del materiale, che induce lulteriore riduzione dellazione di precarico derivante dallapplicazione delle coppie di serraggio.
Il coefficiente dattrito assume un valore massimo iniziale di 0,25 e
decresce progressivamente allaumentare del numero di cicli. Nella Figura
3. 25, risulta evidente, a partire dalla seconda sequenza di carico, che per
valori di pre-serraggio di 300Nm, il valore di forza registrato per li-esimo
ciclo, si riduce in maniera significativa rispetto al valore iniziale.
150

100

Forza [kN]

50

-20

-15

-10

-5

F [kN]

-50

-100
-150

[mm]

Cicli 1-20 (Ts = 200Nm)

77

10

15

20

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

200
150

Forza [kN]

100
50
-20

F [kN]

-15

-10

-5

0
-50

10

15

20

-100
-150
-200

[mm]

Cicli 21-40 (Ts = 300Nm)

Forza [kN]

300

-20

200

100

-15

-10

-5

F [kN]

-100

-200

-300

[mm]

Cicli 41-60 (Ts = 400Nm)

78

10

15

20

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito


300
200

Forza [kN]

100

-15

-10

0
0

-5

10

15

20

F [kN]

-100
-200
-300

[mm]

Cicli 61-80 (Ts = 5 00Nm)


Figura 3. 22: Ciclo disteresi F- per interfaccia M0-Acciaio 4 Bulloni

Prima del Test

Dopo il Test

Figura 3. 23: Texture del materiale M0 prima e dopo il test

79

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

COEFFICIENTE DATTRITO

0.3
0.25
1-20

0.2

21-40
61-80

0.15
41-60

0.1
Ts=200 Nm
Ts=300 Nm
Ts=400 Nm
Ts=500 Nm

FRICTION COEFFICIENT

0.05
0

11

16

21

26

31

36

41

46

n semicicli
Figura 3. 24: Coefficiente dattrito per Interfaccia M0 Acciaio

1.2
1
1-20

0.8

21-40
61-80

F
/

0.6

41-60

0.4
0.2
0

11

16

21

26

n semiciclo

31

36

41

46

Figura 3. 25: Rapporto tra forza per i-esimo semiciclo e forza iniziale

80

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

3.5.4

Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M1 Acciaio con


rondelle circolari

Il Materiale M1 un materiale ad attrito, impiegato per applicazioni


industriali. Trattasi propriamente di materiale composito a matrice
metallica, rinforzato con fibre sintetiche, gomma nitrilica e resina fenolica.
Il protocollo di carico ha previsto quattro set di prove, ciascuna di 10 cicli
ad ampiezza di +/- 10 mm. Per ogni sequenza, si prevede il pre-serraggio di
8 bulloni, per coppie crescenti di 200, 300, 400 e 550Nm. Si precisa che al
termine di ciascuna sequenza di carico, i bulloni sono stati nuovamente
serrati.
I risultati ottenuti (Figura 3. 26), manifestano cicli disteresi ugualmente
stabili nelle prime sequenze di carico, diversamente per gli step successivi
si osserva degrado, a causa dellusura progressiva dellinterfaccia. Un
limitato valore della resistenza a trazione propria del materiale, giustifica
linsorgere di fratture trasversali in corrispondenza dello strato interposto,
a partire dalla sezione indebolita del foro, determinandone di fatto la
completa rottura.
In Figura 3. 27, il valore del coefficiente dattrito massimo oscilla intorno al
valore 0,2. Lentit minima per tale grandezza viene registrata nel corso
della prima sequenza di carico. Tale risultato anomalo, pu essere
riconducibile ad unerrata applicazione della coppia di serraggio.
Dalla Figura 3. 28, per livelli crescenti della coppia di serraggio, si registra
una progressiva riduzione della forza di scorrimento rispetto al valore
inziale, maggiormente significativa, per entit di serraggio superiori a 300
Nm. Il manifestarsi di una rottura fragile del materiale, esclude possibili
applicazioni in ambito strutturale, qualora si registrino pressioni di lavoro
81

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

elevate rispetto alle comuni applicazioni industriali, comprese tra 15-40


MPa.
150

Forza [kN]

100

-15

50

-10

-5

10

15

20

F [kN]

-50
-100

-150

[mm]

Cicli 1-10 (Ts = 200Nm)

Forza [kN]

300

-15

200
100

-10

-5

F [kN]

-100
-200
-300

[mm]

Cicli 11-20 (Ts = 300Nm)

82

10

15

20

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito


400
300
200
Forza [kN]

100
-15

-10

-5

10

15

20

-100
-200
-300
-400

[mm]

Cicli 21-30 (Ts = 400Nm)

Forza [kN]

500
400

300
200

100
-15
F [kN]

-10

-5

-100

10

15

20

-200
-300

-400
-500

[mm]

Cicli 31-40 (Ts = 550Nm)


Figura 3. 26: Cicli disteresi F- - Interfaccia M1 acciaio 8 Bulloni

83

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

COEFFICIENTE DATTRITO

0.25

0.2
11-20

0.15

21-30
1-10

0.1

31-40

Ts=200 Nm
Ts=300 Nm
Ts=400 Nm
Ts=550 Nm

0.05

11

16

21

N semiciclo
Figura 3. 27: Coefficiente dattrito per Interfaccia M1 Acciaio
1.2
1
1-10

F1/Fi

0.8

11-20
21-30

0.6
31-40

0.4

Ts=200 Nm
Ts=300 Nm
Ts=400 Nm
Ts=550 Nm

0.2
0

11

16

21

n semiciclo
Figura 3. 28: Rapporto tra Forza per i-esimo semiciclo e Forza iniziale

84

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Prima del Test

Dopo il Test

Figura 3. 29: Texture del materiale M1 prima e dopo il test

3.5.5

Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M2 Acciaio con


rondelle circolari

Il materiale ad attrito M2, prodotto per applicazioni tribologiche dove


risulta indispensabile limpiego di materiali con elevata durezza, e buona
resistenza allabrasione. Trattasi di materiale composito, a comportamento
rigido, caratterizzato da matrice in fibre minerali e sintetiche, additivata
con gomma nitrilica e resina fenolica.
Il set di prove, consta di tre sequenze di carico, ciascuna di 10 cicli ad
ampiezza di +/- 15 mm. Per ogni sequenza, si prevede il pre-serraggio di 8
bulloni, per coppie crescenti di 200, 300, 400 Nm. Si precisa che al termine
di ciascuna sequenza di carico, i bulloni sono stati nuovamente serrati.
Come mostrato in Figura 3. 30, la risposta del materiale stabile: nei primi
cicli si osserva un comportamento incrudente, diversamente nellultima
sequenza

di

carico,

la

resistenza

progressivamente.

85

allo

scorrimento

si

riduce

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Dalla Figura 3. 31 in corrispondenza della prima sequenza di carico, il


coefficiente dattrito assume valori compresi nel range

0,158-0,178;

successivamente la resistenza allattrito risulta costante, diversamente nel


corso

della

terza

sequenza

di

carico

il

materiale

esibisce

un

comportamento marcatamente degradante. Di fatti, anche nella Figura 3. 32


al progredire del numero di cicli si stima un degrado di resistenza, tuttavia
inferiore al 20% del valore di forza iniziale.
In Figura 3. 33 si riporta levidenza sperimentale osservata in
corrispondenza dellinterfaccia di scorrimento.

200
150
100

Forza [kN]

50

-20

F [kN]

-15

-10

-5

-50
-100
-150
-200

[mm]

Cicli 1-10 (Ts = 200Nm)

86

10

15

20

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

300
200

Forza [kN]

100

-25

-20

-15

-10

-5

10

15

20

25

-100

F [kN]

-200
-300
-400

[mm]

Cicli 11-20 (Ts = 300Nm)


400
Forza [kN]

300
200
100
-25

F [kN]

-20

-15

-10

-5

10

15

20

-100
-200
-300
-400

[mm]
Cicli 21-30 (Ts = 400Nm)
Figura 3. 30: Ciclo disteresi F- per Interfaccia M2-Acciaio 8 bulloni

87

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

0.25
FRICTION COEFFICIENT

10

0.2

101-10
111-20
21
-

0.15

21-30
11
-20

0.1
Ts=200 Nm
Ts=300 Nm
Ts=400 Nm

0.05
0

11
16
n semiciclo

21

Figura 3. 31: Coefficiente dattrito per Interfaccia M2 Acciaio


1.4
1-10

1.2

11-20

F1/Fi

21 -30

0.8
11

0.6

Ts=200 Nm
Ts=300 Nm
Ts=400 Nm

0.4
0.2
0

11
n semiciclo

16

21

Figura 3. 32: Rapporto tra Forza per i-esimo semiciclo e Forza iniziale

88

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Prima del Test

Dopo il Test

Figura 3. 33: Texture del materiale M2 prima e dopo il test

3.5.6

TEST SPERIMENTALE CON RONDELLE CONICHE

Al fine di valutare la dipendenza dellazione di scorrimento sotto


carichi ciclici a seguito dellinstallazione di rondelle coniche, tipo disc
spring, combinate in parallelo(Figura 3. 34), ulteriori test sono stati
effettuati sulle componenti, impiegando i materiali M0 e M2 che hanno
dimostrato nelle precedente fase sperimentale migliori prestazioni.

Figura 3. 34: Rondelle coniche combinate in parallelo

89

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Nella Figura 3. 35, si riportano le caratteristiche tecniche delle rondelle


impiegate, che hanno capacit portante pari a 122 kN.

Figura 3. 35: Schnorr, 2003- Handbook for Disc Spring


Si adotta lo stesso protocollo di carico, al fine di operare un confronto tra i
dati disponibili
In particolare il programma sperimentale ha previsto:
-

Interfaccia M0 Acciaio: 4 Bulloni; Coppia di serraggio pari a


200Nm; 10 cicli di ampiezza +/- 7,5 mm e 10 cicli di ampiezza +/15,00 mm.

Interfaccia M2 Acciaio: 8 Bulloni; Coppia di serraggio pari a


200Nm; 10 cicli di ampiezza +/- 15,00 mm.

Dalla comparazione dei risultati, per linterfaccia M0 acciaio, in termini di


coefficienti dattrito (Figura 3. 37), limpiego delle rondelle determina un
valore iniziale del coefficiente dattrito pi basso, probabilmente dovuto
alla mancata sostituzione del materiale dopo il test effettuato con le con
rondelle circolari.

Diversamente,

si

ottiene un

comportamento

maggiormente stabile, in termini di degrado di resistenza e di capacit


dissipative, come di seguito mostrato (
Figura 3. 38 e Figura 3. 39).

90

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

100
80
60
F [kN]

40
20

-20

-15

-10

-5

0
-20

10

15

20

-40
-60
-80
-100

[mm]

Figura 3. 36: Ciclo disteresi F- per interfaccia M0- Acciaio 4 Bulloni con
DiscmSpring

COEFFICIENTE DATTRITO

0.30
0.25
0.20
0.15
Disc Springs
Rondelle Circolari

0.10
0.05
0

11

16

21

26

31

36

n semicicli
Figura 3. 37: Coefficiente dattrito per Interfaccia M0 Acciaio 4
Bulloni con Disc Spring

91

41

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa


M0 on Steel 4 Bolts Ts=200Nm Circular Washers vs Disc Springs
1.2

Fi/F1 [kNm]
F1/Fi

0.8

0.6

Disc Springs

0.4

Circular Washers
0.2

0
1

11

16

21

26

31

36

41

SEMI-CYCLE NUMBER

n semicicli
Figura 3. 38: Rapporto tra Forza per i-esimo semiciclo e Forza iniziale
4 BulloniCircular Washers vs Disc Springs
M0 on Steel 4 Bolts Ts=200Nm
2.5

EE1/Ei
i/E1

2.0

1.5

1.0

Disc Springs

0.5

Circular Washers

0.0
1

11

16

21

26

31

36

SEMI-CYCLE NUMBER

n semicicli
Figura 3. 39: Rapporto tra Energia per i-esimo semiciclo ed Energia
Iniziale- 4 Bulloni

92

41

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

200
150

F [kN]

100
50

-20

-15

-10

-5

10

15

20

-50
-100
-150
-200
[mm]

Figura 3. 40: Ciclo disteresi F- per interfaccia M2- Acciaio 8 Bulloni con
Disc Spring

COEFFICIENTE DATTRITO

0.25

0.2

0.15

0.1
Disc Springs
Circular Washers

0.05

11

13

15

17

19

n semicicli

Figura 3. 41: Coefficiente dattrito per Interfaccia M0 Acciaio

93

21

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

1.4
1.2

F1/F1i

1
0.8
0.6
0.4

Disc Springs
Circular Washers

0.2
0

11
13
n semicicli

15

17

19

21

Figura 3. 42:M2
Rapporto
Forza
per i-esimo
semiciclo
e Forza
iniziale
on Steel 8tra
Bolts
Ts=200Nm
Disc Springs
vs Circular
Washers
1.4

1.2

1.0

Ei/E1 [kNm]

0.8

0.6

0.4

Disc Springs
Circular Washers

0.2

0.0
4

10

12

14

16

18

20

SEMI-CYCLE NUMBER

Figura 3. 43: Rapporto tra Energia per i-esimo semiciclo ed Energia


Iniziale

94

22

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

La comparazione dei risultati, per linterfaccia M2 Acciaio, dimostra che il


valore del coefficiente dattrito non influenzato dallimpiego delle
rondelle coniche: esso assume un valore pari a 0,15 e cresce
progressivamente sino al valore di 0,19; valori sostanzialmente molto
prossimi a quelli registrati precedentemente con limpiego di rondelle
circolari. Diversamente, lintroduzione di suddette rondelle comporta un
incremento della resistenza allo scorrimento del materiale nonch della
capacit di dissipare energia, pari a circa il 20% del valore iniziale, cos
come mostrato nelle Figura 3. 42 e Figura 3. 43.
Lanalisi dei risultati fin qui effettuata, dimostra che lapplicazione delle
rondelle coniche, provvede un limitato miglioramento della risposta ciclica
complessiva della componente dissipativa. Tuttavia, un loro utilizzo,
garantisce il mantenimento del livello di pre-carico, durante la vita utile del
dispositivo dissipatore.
3.5.7

COMPORTAMENTO

CICLICO

INTERFACCIA

ALLUMINIO

TERMICAMENTE SPRUZZATO (TSA) ACCIAIO


La campagna sperimentale, seguita direttamente ai fini di tale lavoro di
ricerca, ha

investigato il comportamento ciclico della medesima

componente (Figura 3. 10). Linterfaccia ad attrito, si realizza nel caso di


specie, mediante piatto in acciaio di spessore 8 mm, rivestito da ambo i lati
con strato di Alluminio Termicamente Spruzzato all arco elettrico.
Tale trattamento superficiale si realizza per mezzo di un processo di
saldatura: il materiale di apporto costituito da due fili continui di metallo,
quando spinti allestremit{ di una pistola, fondono in micro-particelle, per
effetto dellarco elettrico generato dallalimentazione esterna di corrente.
95

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Attraverso un getto di aria compressa le particelle, vengono proiettate su


un supporto precedentemente sabbiato, stratificandosi progressivamente.
La matrice porosa, formatasi per strati di metallo successivi (Figura 3. 44),
viene additivata con applicazione di rivestimenti organici.
Tale tecnologia impiegato attualmente per la realizzazione di rivestimenti
anticorrosione, antifrizione, ed antiusura, nel caso di superfici metalliche,
mostrando notevoli vantaggi, di carattere meccanico ed economico. Nel
caso dei dissipatori ad attrito, precedenti programmi sperimentali [14],
hanno gi investigato, il comportamento delle interfaccie trattate con
alluminio termicamente spruzzato, sottoposte ad azioni cicliche di
scorrimento.

Figura 3. 44: Micro-struttura a strati e Texture per Alluminio


Termicamente Spruzzato
I risultati ottenuti, hanno stimato valori di coefficienti di attrito, compresi

tra 0,60 0,80; cicli disteresi significativamente stabili, con notevoli


capacit di dissipazione dellenergia. Ancora i dissipatori ad attrito, con
interfaccia in alluminio termicamente spruzzato, applicati nei sistemi
strutturali, favoriscono un processo di danneggiamento controllato,

96

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

quando

sottoposti

ad

eventi

sismici

distruttivi:

le

membrature,

strutturalmente connesse, esibiscono un comportamento elastico sino al


raggiungimento dello stato di collasso[15].
Inoltre, lesperienza dei produttori, conferma che la spruzzatura termica,
se correttamente eseguita, ha una durata di esercizio superiore ai trenta
anni, con limitate spese di manutenzione[16].
Sulla scorta di tali considerazioni si procede con la fase sperimentale,
tenendo conto dei seguenti parametri:
-

Spessore per lo strato di alluminio termicamente spruzzato

Numero di bulloni serrati

Si adottano esclusivamente rondelle coniche.

3.4.7.1 Interfaccia TSA 50m Acciaio


Linterfaccia caratterizzata da acciaio rivesito con uno strato di alluminio
termicamente spruzzato di spessore 50m, ed una rugosit Rz compresa
tra 15-20 m.
Per il primo set di prove, si prevede una sequenza di carico di 10 cicli ad
ampiezza +/- 15 mm, con velocit di 4 mm/s; numero di bulloni serrati pari
a 4; coppia di serraggio di 200Nm.
Per il secondo set di prove, si prevede una prima sequenza di carico di 30
cicli ad ampiezza +/- 15 mm, con velocit di 4mm/s; numero di bulloni
serrati pari a 8; coppia di serraggio di 200Nm. La seconda sequenza,
prevede 15 cicli di carico con le medesime impostazioni. Al termine di ogni

97

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

sequenza di carico, non stato effettuato un ulteriore controllo sullentit{


del serraggio presente in corrispondenza dei bulloni.
400

Fmax = 155,53 kN

300

Fmin =-160,91 kN

200

F [kN]

100
0
-20

-15

-10

-5

10

15

20

-100
-200
-300
Cicli 1-10

-400

[mm]
Figura 3. 45: Ciclo disteresi F- - Interfaccia TSA50 m-Acciaio 4
Bulloni-Cicli 1-10
0,4
0,35
0,3

0 = 0,37

0,25

f = 0,33

0,2
0,15
0,1
0,05
0
1

10
13
nsemicicli

16

19

Figura 3. 46: Interfaccia TSA50 m -Acciaio 4 Bulloni-Cicli 1-10

98

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

1,2
1
Fi/F1 [kNm]

0,8
0,6
0,4
0,2
0
2

10

12

14

16

18

20

nsemicicli
Figura 3. 47: Interfaccia TSA50 m -Acciaio 4 Bulloni-Cicli 1-10
400
300

Forza [kN]

200
100
0
-20

-15

-10

-5

10

15

20

-100
-200
-300
-400

[mm]

99

Cicli 1-30
Cicli 31-45

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

400

Fmax = 327,12 kN

300

Fmin =-319,60 kN

200

0
-20

-15

-10

-5

10

15

20

-100
-200
-300
-400

[mm]
Cicli 1-30 (Ts = 200Nm)
400

Fmax = 302,51 kN

300

Fmin =-322,19 kN

200
100
F [kN]

F [kN]

100

-20

-15

-10

-5

-100

10

15

-200
-300
-400
[mm]
Cicli 31-45 (Ts = 200Nm)
Figura 3. 48: Cicli disteresi F- - TSA50m -Acciaio 8 Bulloni

100

20

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito


0,4
0,35
0,3

0,25
0,2

0 = 0,321

0 = 0,376

f = 0,314

f = 0,324

0,15
0,1
Cicli 1-30
Cicli 31-45

0,05
0
1

11

21

31

n semicicli

41

51

Figura 3. 49: Coefficiente dattrito - TSA50 m-Acciaio 8 Bulloni


1,2
1

Fi/F1

0,8
0,6
0,4
0,2

Cicli 1-30
Cicli 31-45

0
3

13

23
33
nsemicicli

43

53

Figura 3. 50: Interfaccia TSA50 m -Acciaio 8 Bulloni

Prima del Test

Dopo il Test

101

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Figura 3. 51: Piatti rivestisti con TSA 50 m

I risultati ottenuti manifestano cicli disteresi perfettamente stabili, e


simmetrici: in Figura 3. 45 ed in Figura 3. 46, si riportano rispettivamente i
massimi valori di carico raggiunti in trazione e compressione, nonch i
valori del coefficiente dattrito registrato allinizio e al termine della prova.
Il medesimo comportamento degradante si propone in Figura 3. 47.
Risultati qualitativamente affini, sono presentati di seguito, in Figura 3. 48
e sgg., quando previsto il serraggio di 8 bulloni; il coefficiente di attrito
assume valori, relativamente maggiori, rispetto al caso precedente, ma la
capacit dissipativa risulta maggiormente significativa. La Figura 3. 51,
mostra, lo stato di usura abrasiva, dellinterfaccia interna, della piastra di
materiale ad attrito: le zone che lasciano a vista il materiale di supporto,
denunciano una pi elevata entit delle pressioni di contatto.
3.4.7.2 Interfaccia TSA 150m Acciaio
102

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Linterfaccia caratterizzata da acciaio rivesito con uno strato di alluminio


termicamente spruzzato di spessore 150m, ed una rugosit Rz compresa
tra 45-65 m. Il protocollo di carico analogo al caso precedente, per
Interfaccia TSA50m Acciaio.
In Figura 3. 52 e segg. si registra un comportamento perfettamente stabile e
pressoch simmetrico del materiale sperimentato, al variare dei parametri
di prova.
I cicli disteresi successivi (Figura 3. 55), esibiscono un comportamento,
meno stabile, con una riduzione del livello di carico, compresa tra 1-3%,
probabilmente imputabile alla perdita di pre-carico dei bulloni.

500

Fmax = 246,41 kN

400

Fmin =-232,67 kN

300
200

F [kN]

100
0
-20

-15

-10

-5

-100

10

15

20

-200
-300
-400
-500
[mm]

Cicli 1-10

Figura 3. 52: Interfaccia TSA150 m-Acciaio 4 Bulloni- Cicli 1-10

103

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

0,6
0,5
0 = 0,59

0,4

f = 0,48

0,3
0,2
0,1
0

11
n semicicli

16

Figura 3. 53: Interfaccia TSA150 m-Acciaio 4 Bulloni- Cicli 1-10


1,2
1

Fi/F1

0,8
0,6
0,4
0,2
0
1

11

16

nsemicicli
Figura 3. 54: Interfaccia TSA150 m-Acciaio 4 Bulloni- Cicli 1-10

104

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

500

Fmax = 418,07 kN

400

Fmin =-413,87 kN

300
200

F [kN]

100
0
-20

-10

-100 0

10

20

-200
-300
-400
-500
[mm]
Cicli 1-15 (Ts = 200Nm)
400

Fmax = 349,70 kN

300

Fmin =-354,52 kN

200

F [kN]

100
0

-20

-15

-10

-5

-100

-200
-300
-400

[mm]

Cicli 16-30 (Ts=200Nm)

105

10

15

20

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa


400

Fmax = 302,92 kN

300

Fmin =-286,42 kN

200

F [kN]

100
-20

0
-15

-10

-5

-100

10

15

20

-200
-300
-400
[mm]

Cicli 31-45 (Ts=200Nm)


Figura 3. 55: Ciclo disteresi F- - TSA150m -Acciaio 8 Bulloni
500
400
300
200

F [kN]

100
0

-20

-15

-10

-5

-100

10

15

20

-200
-300
-400
-500

[mm]

106

Cicli 1-15
Cicli 16-30
Cicli 31-45

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

0,6
0,5

0 = 0,52
f = 0,37

0,4

0 = 0,38

0,3

0 = 0,32

f = 0,31

f = 0,29

0,2

Cicli 1-15
Cicli 16-30
Cicli 31-45

0,1
0
1

11

21

31

n semicicli
Figura 3. 56: Coefficiente dattrito - Interfaccia TSA150 m Acciaio

1,2

Fi/F1 [kNm]

1
0,8
0,6
0,4
Cicli 1-15
Cicli 16-30
Cicli 31-45

0,2
0
2

12

17

22

27

n semicicli

Figura 3. 57: Interfaccia TSA150 m Acciaio

107

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

Il coefficiente dattrito si abbatte progressivamente di circa il 50%,


assumendo un valore inziale di 0,52 ed un valore finale di 0,29 (Figura
3.56).

Tale

fenomeno

denuncia

la

progressiva

asportazione

del

rivestimento, e appare tanto pi manifesto laddove risulta pi significativa


lentit{ delle pressioni di contatto, come mostrato nella Figura3.58.
Landamento progressivamente degradante ancor pi evidente in Figura
3.57 qualora si pone a confronto lentit{ della resistenza allo scorrimento
raggiunta inizialmente rispetto ai valori assunti nei cicli successivi.
Prima del Test

Dopo il Test

Figura 3. 58: Piatti rivestisti con TSA 150 m

3.4.7.3 Interfaccia TSA 300m Acciaio


Linterfaccia caratterizzata da acciaio rivesito con uno strato di alluminio
termicamente spruzzato di spessore 300m, ed una rugosit Rz compresa
tra 80-90 m.
108

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Per il primo set di prove, si prevede una sequenza di carico di 10 cicli ad


ampiezza di +/- 15 mm, con velocit pari a 4 mm/s; numero di bulloni
serrati pari a 4; coppia di serraggio di 200Nm.
Per il secondo set di prove, si prevede una sequenza di carico di 5 cicli ad
ampiezza +/- 15 mm, con velocit di 4mm/s; numero di bulloni serrati pari
a 8; coppia di serraggio di 200Nm. La seconda sequenza prevede 5 cicli di
carico con le medesime impostazioni. Al termine di ogni sequenza di carico,
non stato effettuato un ulteriore controllo sullentit{ del serraggio
presente in corrispondenza dei bulloni.
I cicli disteresi di seguito proposti, risultano ancora ampi e stabili, sebbene
in corrispondenza della seconda sequenza di carico, si registra un
comportamento leggermente incrudente.
500
400
Fmin =-229,71 kN
300
200
100
0
-20
-15
-10
-5-100 0
5
-200
-300
-400
-500
[mm]

F [kN]

Fmax = 248,87 kN

10

15

20

Cicli 1-10

Figura 3. 59: Ciclo dIsteresi F- - Interfaccia TSA300-Acciaio 4


Bulloni

109

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa


0,6
0,5
0 = 0,52

0,4

f = 0,51

0,3
0,2
0,1
0

11
n semicicli

16

Figura 3. 60: Interfaccia TSA300-Acciaio 4 Bulloni- Cicli 1-10

1,2
1

Fi/F1

0,8
0,6
0,4
0,2
0
1

11
n semicicli

16

Figura 3. 61: Interfaccia TSA300-Acciaio 4 Bulloni- Cicli 1-10

110

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

600

Fmax = 396,42 kN
Fmin =-391,55 kN

400

F [kN]

200
0
-20

-15

-10

-5

10

15

20

10

15

20

-200
-400
-600

[mm]
Cicli 1-10 (Ts = 200Nm)
Fmax = 400,27 kN

400

Fmin =-369,41 kN

300
200

F [kN]

100
0
-20

-15

-10

-5

-100
-200
-300
-400

[mm]
Cicli 11-15 (Ts = 200Nm)

111

Programma Sperimentale Prove su Componente Dissipativa

500
Fmax = 350,41 kN

400

Fmin =-350,54 kN

300

F [kN]

200

-20

100
-15

-10

0
-5 -100 0

10

15

20

-200
-300
-400
[mm]

Cicli 15-20 (Ts = 200Nm)


500
400
300
200

F [kN]

100
-20

0
-15

-10

-5

-100

10

15

20

-200
-300
-400

Cicli 1-10

-500

Cicli 11-15

[mm]

Figura 3. 62: Cicli disteresi F- -Interfaccia TSA300-Acciaio 8 Bulloni

112

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito


0,6
0,5
0,4
0 = 0,393

0 = 0,400

0 = 0,45

f = 0,372

f = 0,368

f = 0,40

0,3
0,2

Cicli 1-10

0,1

Cicli 11-15
Cicli 16-20

0
1

11

16

nsemicicli
Figura 3. 63: Interfaccia TSA300-Acciaio 8 Bulloni
1,2
1

Fi/F1

0,8
0,6
0,4
Cicli 1-10
Cicli 11-15
Cicli 16-20

0,2
0
2

12
nsemicicli

17

Figura 3. 64: Interfaccia TSA300-Acciaio 8 Bulloni8

Prima del Test

Dopo il Test

113

22

Programma Sperimentale Prove su Nodo

Figura 3. 65: Piatti rivestisti con TSA 300 m

Risulta evidente dalla sperimentazione fin qui proposta, che la resistenza


allo scorrimento delle interfacce investigate, aumenta per entit di spessori
progressivamente crescenti, determinando di fatto valori di coefficiente
dattrito, nettamente speriori rispetto al caso dei materiali compositi,
migliorando

ulteriormente

le

capacit

dissipative

proprie

della

componente. Le ottime prestazioni del nuovo materiale investigato,


risultano determinanti ai fini della fase sperimentale successiva, qui di
seguito illustrata.
3.6 PROVE SU NODO
Nel prosieguo della trattazione, si riporta lesito della seconda fase del
programma sperimentale avviato, effettuando unanalisi accurata della
risposta ciclico-rotazionale di collegamenti travecolonna di tipo DST, a

114

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

parziale ripristino di resistenza, equipaggiati con dissipatori ad attrito, gi


oggetto di questo studio.
3.6.1

SETUP DI PROVA

Lallestimento delle prove ha richiesto luso di organi meccanici,


strumentazioni ed apparecchiature quali:
-

Apparecchiature di vincolo

Apparecchiature di carico

Strumentazioni di misura

Apparecchiature di vincolo
Trattasi di dispositivi, impiegati nel corso delle sperimentazioni, per
fungere da vincolo, nel rispetto degli schemi di prova pre-definiti. Nello
specifico caso, tali sistemi contrastano le azioni indesiderate impedendo gli
effetti secondari di instabilit flesso-torsionale degli elementi coinvolti.
Il primo sistema di vincolo, parte integrante delledificio, ed costituito
dal piastrone di base del laboratorio; esso realizzato in c.a., per unaltezza
complessiva di 1,00 m ed dotato di una foratura passante disposta
secondo una maglia ortogonale 1,00 m x 1,00 m. Detti fori, del diametro di
80 mm, consentono lancoraggio delle sovrastrutture di contrasto in
acciaio, mediante barre diwidag.

115

Programma Sperimentale Prove su Nodo

Figura 3. 66: Apparecchiature usate nella campagna sperimentale

Il telaio verticale di contrasto e la slitta di base, costituiscono le ulteriori


strutture di supporto, entrambe in acciaio, realizzate con profili in
composizione saldata (Figura 3. 66).
Il

telaio

di

contrasto

sostiene

gli

attuatori

idraulici,

preposti

allapplicazione di carichi e/o spostamenti, assorbendone le spinte.


La slitta di base, invece, costituita da una piastra rigida in acciaio, dotata
di foratura continua, e consente lancoraggio di ulteriori dispositivi di
vincolo, mediante bulloni M30.
Gli ulteriori dispositivi di vincolo impiegati, sono stati appositamente
progettati per conseguire lo schema di prova previsto nel corso di tale
116

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

sperimentazione. Le due cerniere a perno in acciaio poste alla base,


risultano bullonate alla slitta di supporto, consentendo lancoraggio delle
membrature oggetto di prova. Luna a perno fisso, laltra a perno
scorrevolte,

supportano carichi fino a 200t. Il telaio di contrasto

orizzontale, progettato a valle di prova pilota, ha lo scopo di impedire lo


sbandamento flesso-torsionale della trave, durante le prove in controllo di
forza e/o spostamento.
Apparecchiatura di carico
Lapplicazione dei carichi si realizza mediante attuatori idraulici.
Per la campagna sperimentale oggetto di questo lavoro, sono stati
impiegati, due attuatori con caratteristiche meccaniche differenti.
Inferiormente stato installato un attuatore MTS 243.60, con una capacit
di carico di 1000 kN in compressione e 650 kN in trazione, munito di
pistone con una corsa di +/- 125 mm; tale sistema stato utilizzato in
controllo di forza, consentendo lapplicazione di uno sforzo di
compressione costante in corrispondenza della colonna.
Diversamente, al livello superiore dellattrezzatura di supporto, stato
installato un attuatore MTS 243.35 con una capacit di 250 kN, sia in
trazione che in compressione, munito di pistone con corsa +/- 500 mm.
Tale dispositivo stato utilizzato in controllo di spostamenti, consentendo
di imporre allestremit{ della trave, una prefissata storia ciclica.

117

Programma Sperimentale Prove su Nodo

Rondella a
spirale

LVDT
Swivel di base

Cella di
carico

Swivel
di testa

Figura 3. 67: Schema attuatore Idraulico MTS

I moderni attuatori idraulici (Figura 3. 67) risultano provvisti

di

strumentazioni quali:
- LVDT (Linear Variable Differential Transformer), che consentono la
misura digitale in continuo degli spostamenti eseguiti del pistone.
- Cella di carico in compressione/trazione, che produce in continuo un
segnale elettrico, proporzionale alla forza esercitata dallattuatore, ossia dal
pistone.
- Servo valvole, capaci di controllare, in ingresso ed in uscita, il flusso di olio
necessario per ottenere il prefissato livello di spostamento/forza del
pistone, nonch la frequenza a cui questultimo si attiva.
- Snodi di estremit, cosiddetti Swivel, costituiti da cerniere sferiche poste
ai lembi del pistone, atti a favorire o ad impedire completamente le
rotazioni del sistema, agendo su opportune viti di auto-regolazione.
Strumentazione di misura e di acquisizione dati

118

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Il cinematismo ciclico, indotto in corrispondenza dei collegamenti suddetti,


stato sottoposto ad un monitoraggio in continuo, volto allacquisizione
degli spostamenti e delle deformazioni, manifestate dalle membrature
coinvolte, nonch dalle componenti nodali, oggetto di particolare interesse.
A.C.
Nucleo mobile
Bobina secondaria

Bobina secondaria

Spostamento

Bobina Primaria

Collegamento in serie
in opposizione di fase

Figura 3. 68: Trasduttori LVDT Schema semplificato di funzionamento

A tal fine sono stati installati localmente trasduttori di spostamento


induttivo o LVDT; tali dispositivi sono realizzati mediante un cilindro
composto di tre bobine, opportunamente distanziate, collegate dal flusso
magnetico generato dal nucleo pi interno.
Qualora lavvolgimento primario venga collegato ad una sorgente di
alimentazione alternata, la corrente fluisce nelle bobine secondarie, che
registrano un valore di tensione, direttamente funzione del moto relativo

119

Programma Sperimentale Prove su Nodo

del nucleo. Tali strumenti consentono misurazioni affidabili, con una


precisione dellordine di 10-2 mm.
Gli attuatori vengono azionati attraverso centralina elettronica MTS,
opportunamente collegata ad un personal computer. Linterfaccia utente
messa a disposizione dalla casa produttrice, consente ulteriormente di
acquisire lentit{ dei carichi e degli spostamenti registrati in fase di prova e,
di conservare tali informazioni. Gli LVDT, diversamente, inviano il segnale
ad una centralina esterna (VISHAY), dotata di schede, per lacquisizione in
continuo, dei segnali elettrici provenienti dai dispositivi locali. E possibile
mettere in comunicazione i due sistemi, per ottenere unacquisizione
contestuale di tutti i dati.
In particolare durante la campagna sperimentale, sono stati posizionati
localmente 4 LVDT, cos come mostrato in Figura 3. 69.
LVDT1 e LVDT2, hanno consentito

il monitoraggio degli spostamenti

relativi, registrati rispettivamente in corrispondenza delle componenti non


dissipativa e dissipativa, ovvero in corrispondenza degli elementi T-stub,
posti in adiacenza alla trave e/o elemento di ringrosso.
LVDT3 e LVDT4 hanno consentito il monitoraggio degli spostamenti
relativi, in corrispondenza del pannello a taglio, al fine di stimarne le
distorsioni angolari.

120

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

LVDT2

LVDT1

LVDT4

LVDT3

Figura 3. 69: Schema tipo per posizionamento LVDT

3.6.2

SCHEMATIZZAZIONE E MODALITA DI PROVA

Per le prove eseguite in laboratorio stato riprodotto lo schema di nodo


esterno mostrato in Figura 3. 70. Ai fini dellesecuzione delle prove
sperimentali programmate, lattuatore installato inferiormente viene
impiegato in controllo di forze, caricando la colonna con uno sforzo
normale costante, atto a simulare le condizioni di esercizio. Diversamente,
lattuatore posto superiormente, opera in controllo di spostamento, e
sottopone ciclicamente il provino ad un pre-fissato regime flessionale; si
osserva che, esso risulta perfettamente affine allo stato di sollecitazione,
che interessa i nodi esterni, nei sistemi intelaiati sottoposti ad azioni
orizzontali.

121

Programma Sperimentale Prove su Nodo

Ampiezze e numero di cicli sono stati programmati in accordo a quanto


specificato nelle norme AISC [17], per le prove di carico cicliche da
effettuare su collegamenti travecolonna.

Figura 3. 70: Telaio sottoposto ad azioni orizzontali Schema di prova


riprodotto in laboratorio

Il regime di rotazione controllato imposto prevede:


(1) 6 cicli per = 0,00375 rad
(2) 6 cicli per = 0,005 rad
(3) 6 cicli per = 0,0075 rad
(4) 4 cicli per = 0,01 rad
(5) 2 cicli per = 0,015 rad
(6) 2 cicli per = 0,02 rad
(7) 2 cicli per = 0,03 rad
(8) 2 cicli per = 0,04 rad
122

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

E possibile ulteriormente proseguire con gli step di prova, imponendo


per ciascuno due cicli di carico, con incrementi successivi di = 0,01
rad.

Figura 3. 71: Storia di carico per collegamenti Trave Colonna secondo


AISC
Nella seguente campagna sperimentale, compatibilmente con le gi citate

prescrizioni, si assume quale parametro di controllo, lo spostamento alla


sommit della trave; tr rappresenta il tempo impiegato per compiere una
rampa di carico, tc il tempo impiegato per compiere un intero ciclo di
carico, tstep rappresenta la durata del generico step di prova composta da
n cicli. La seguente Tabella 3. 4 riporta in sintesi, i dati relativi alla storia di
spostamento, assegnata.

123

Programma Sperimentale Prove su Nodo

Tabella 3. 4: Storia di Spostamentoimposta


v
[mm/s]
0,5
1

3.6.3

Step

[rad]

n cicli

tr

tc

t step

[mm]

[s]

[s]

[s]

0,00375

5,85

11,7

46,8

280,80

0,005

7,80

15,6

62,40

187,20

0,0075

11,70

11,70

46,80

280,80

0,001

15,60

15,60

62,40

374,40

0,015

23,40

11,7

46,80

280,80

0,02

31,20

15,60

62,40

374,40

0,03

46,80

23,40

93,60

561,60

0,04

62,40

31,2

124,8

748,80

0,05

78,00

19,5

78,00

468,00

10

0,06

93,60

24,15

96,60

579,60

ANALISI DATI SPERIMENTALI

Preliminarmente alla programmazione della campagna sperimentale,


direttamente seguita da tale lavoro di ricerca, si ritenuto significativo
analizzare i dati derivanti da un precedente set di prove cicliche, effettuate
presso il medesimo Laboratorio nellanno 2011 [18], per collegamenti
trave colonna di tipo DST (Figura 3. 72), equipaggiati con dissipatori ad
attrito. La comparazione dei dati sin da subito disponibili, si pone
lobiettivo di chiarire gli attuali indirizzi di ricerca, validare lefficacia
dellapproccio sperimentale proposto, nonch dimostare lapplicabilit{ di
una strategia di prevenzione del danno, nel caso di strutture in acciaio
adeguatamente progettate.

124

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

3.6.3.1 ANALISI DATI CAMPAGNA SPERIMENTALE ANNO 2011


Nello specifico, tali collegamenti risultano costituiti da trave IPE270, in
acciaio strutturale S275 e colonna HEB 200 in acciaio strutturale S355.
Lunione affidata agli angolari, fissati mediante bulloni M20 di classe 10.9
alle flange della trave e bulloni M27 di classe 10.9 alle flange della colonna.
La perfetta simmetria geometrica del nodo in esame, comporta
linstallazione di dissipatori ad attrito, superiormente ed inferiormente
allasse della trave.
Vista frontale

Vista laterale

Figura 3. 72: Particolare costruttivo

Lo spostamento relativo delle parti a contatto, reso possibile mediante


asola posizionata sui piatti danima esterni dellelemento T-stub
equivalente. La corsa dei suddetti dispositivi dissipatori risulta pari a:
s = P x hla = 0,07 x 265 = 18,55 mm
Qui di seguito, si analizzano i dati relativi a quattro differenti provini:
125

Programma Sperimentale Prove su Nodo

TSJ-M1-460-CYC 08, TSJ-M2-460-CYC09, TSJ-B-460 CYC11; trattasi


di collegamenti DST, equipaggiati rispettivamente con materiale
M1, M2, ed ottone. I bulloni in corrispondenza della superficie di
scorrimento (M20 classe 10.9), sono sottoposti ad un serraggio di
460Nm.

TSJ-M2-DS-460-CYC09,

trattasi

di

collegamento

DST,

con

caratteristiche analoghe ai nodi suddetti; si prevede linserimento


di rondelle tipo coniche [19], interposte tra il dado dei bulloni e le
flange della trave.
Si analizza nel prosieguo il comportamento ciclico-rotazionale dei suddetti
collegamenti, al variare delle seguenti caratteristiche:

Materiale ad attrito

Tipologia di rondelle impiegate

Di fatti, nella Figura 3. 73, il ciclo disteresi per il nodo TSJ-M1-460-CYC 08,
registra un significativo pinching, ed un progressivo degrado di resistenza,
dopo il superamento del valore di progetto Mj,Rd = 100 kNm. Ugualmente
tali caratteristiche si ripropongono nel caso di legame F-, per le
componenti dissipative, come mostrato in Figura 3. 74. Il manifestarsi di
una rottura prematura del materiale ad attrito impiegato, decreta le scarse
performance dissipative del collegamento.

126

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

150
Mmax = 116,60 kNm
Mmin = -132,50 kNm

MOMENTO PLASTICO TRAVE

100

Momento [kNm]

50
0
-0,060

-0,035

-0,010

0,015

0,040

-50
-100
MOMENTO PLASTICO TRAVE

-150

Rotazione[rad]
Figura 3. 73: Nodo TS-M1-460-CYC 08 - Ciclo di Isteresi M-
100

Fmax = 76,05 kN
Fmin = -84,94 kN

80
60

Forza [kN]

40
20
-100,00

-50,00

0
0,00
-20

50,00

-40
-60
-80
-100

Spostamento [mm]
Figura 3. 74: Nodo TS-M1-460-CYC 08 - Ciclo di Isteresi F-

127

100,00

Programma Sperimentale Prove su Nodo

150

Momento [kNm]

MOMENTO PLASTICO TRAVE

Mmax = 116,60 kNm


Mmin = -124,60 kNm

100
50
0

-0,060

-0,035

-0,010

0,015

0,040

-50
-100
MOMENTO PLASTICO TRAVE

-150

Rotazione[rad]
Figura 3. 75: TS-M2-460-CYC 09- Ciclo di Isteresi M-
Fmax = 74,73 kNm
Fmin = -79,90 kNm

100
80
60

Forza [kN]

40

-100,00

20
-50,00

0
0,00
-20

50,00

-40
-60
-80
-100

Spostamento [sec]
Figura 3. 76: TS-M2-460-CYC 09- Ciclo di Isteresi F-

128

100,00

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

150
Mmax = 100,70 kNm
Mmin = -126,13 kNm

MOMENTO PLASTICO TRAVE

100

Momento [kNm]

50

0
-0,060

-0,035

-0,010

0,015

0,040

-50

-100
MOMENTO PLASTICO TRAVE

-150

Rotazione[rad]
Figura 3. 77: Nodo TS-M2-DS-460-CYC 10 - Ciclo di Isteresi M-
Fmax = 64,56 kN
Fmin = -80,85 kN

80
60

Forza [kN]

40
20
-100,00

-50,00

0
0,00
-20

50,00

100,00

-40
-60
-80
-100

Spostamento[mm]
Figura 3. 78: Nodo TS-M2-DS-460-CYC 10 - Ciclo di Isteresi F-

129

Programma Sperimentale Prove su Nodo


80

Mmax = 62,34 kNm


Mmin = -70,31 kNm

60

Momento [kNm]

40
20

-0,08

-0,06

-0,04

-0,02

0
0,00
-20

0,02

0,04

0,06

0,08

-40
-60
-80

Rotazione [rad]
Figura 3. 79: TS-BRASS-460-CYC11- Ciclo di Isteresi M-
50
Fmax = 39,96 kN
Fmin = -45,07 kN

40
30

Forza [kN]

20

-100,00

10
-50,00

0
0,00
-10

50,00

-20
-30
-40
-50

Spostamento [mm]
Figura 3. 80: TS-BRASS-460-CYC11- Ciclo di Isteresi F-

130

100,00

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

Il test di prova per il nodo TSJ-M2-460-CYC09, mostra una risposta ciclica


stabile, come riportato in Figura 3. 75 e Figura 3. 76, con un progressivo
incrudimento a seguito del superamento dei valori di progetto in termini di
forza e di momento. La risposta ciclica per il collegamento TSJ-B-460
CYC11, ha fatto registrare un comportamento ugualmente stabile, anche in
corrispondenza di significativi valori di rotazione plastica. Il momento
massimo raggiunto, in valore assoluto, risulta per inferiore a Mj,Rd, a
causa delle scarse prestazione del materiale, gi dimostrate nella 1 fase
sperimentale (vedi 3.3.2 Comportamento ciclico per Interfaccia Ottone
Acciaio con rondelle circolari). Unulteriore variabile delle condizioni di
prova ha previsto per il nodo TSJ-M2-DS-460-CYC09, limpiego di rondelle
tipo coniche, da interporre tra il dado dei bulloni e le flange della trave, allo
scopo di limitare la riduzione del pre-carico del bullone, a seguito
dellusura del materiale.
Nella Figura 3. 77 e nella Figura 3. 78, si dimostra lefficacia delle rondelle
coniche, con cicli disteresi ampi e stabili, senza alcun degrado di resistenza,
ed un progressivo incrudimento, rispetto al valore di progetto. Il massimo
valore di momento registrato, risulta in valore assoluto, pari a 126,13
kNm, ovvero il 95% del momento plastico della trave Mpl,b.
Tali risultati hanno confermato la validit dei criteri di progettazione
adottati, nonch la governabilit{ dei meccanismi dinterazione che si
manifestano allapplicazione di carichi ciclici. Nella Figura 3. 81, risulta
evidente linfluenza del materiale sul comportamento ciclico rotazionale
del collegamento.

131

Programma Sperimentale Prove su Nodo

150
MOMENTO PLASTICO
TRAVE

120
90

Momento [kNm]

TS-M1.460-CYC 08
TS-M2-460-CYC 09
TS-M2-DS-460- CYC 10

60
30

TS-BRASS-460-CYC 11

-0,06

-0,04

-0,02

0
0,00
-30

0,02

0,04

0,06

-60
-90
-120

MOMENTO PLASTICO TRAVE

-150

Rotazione [rad]
Figura 3. 81: Inviluppo Ciclo di Isteresi- Nodi sperimentati

Energia dissipata [kNm]

120

TS-M1.460-CYC 08
TS-M2-460-CYC 09

100

TS-M2-DS-460- CYC 10
TS-BRASS-460-CYC 11

80
60
40
20
0
0

10

15

20

25

30

n cicli
Figura 3. 82: Energia Dissipata - Nodi sperimentati

132

35

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

A parit{ di materiale, lintroduzione di rondelle coniche, determina un


ulteriore miglioramento delle perfomance del sistema, riducendo il
degrado in termini di resistenza e rigidezza, aumentando la capacit di
dissipazione dellenergia sismica in ingresso, per le componenti bullonate,
cos come mostrato in Figura 3. 82.
Tabella 3. 5: Sintesi dei Risultati Campagna Sperimentale 2011
Ts,d
Mmax
Mmin Fd,max Fd,min
NODO
MATERIALE
[Nm] [kNm] [kNm]
[kN]
[kN]
TSJ CYC 08

M1

460

116,60

-132,50

76,05

-84,94

TSJ CYC 09

M2

460

100,70

-126,13

64,56

-80,85

TSJ DS-CYC 10

M2

460

116,60

-124,60

74,73

-79,94

TSJ CYC 11

OTTONE

460

62,34

-70,31

39,96

-45,07

3.6.3.2 ANALISI DATI CAMPAGNA SPERIMENTALE ANNO 2013


A partire dalle considerazioni fin qui proposte, il nuovo programma
sperimentale ha previsto le seguenti prove:
-

TSJ-M2-560-CYC12,

TSJ-TSA150-240-CYC12,

TSJ-TSA300-240-

CYC12, TSJ-TSA300-320-CYC12; trattasi di collegamenti DST a


parziale ripristino di resistenza, equipaggiati rispettivamente con
materiale M2, e piastre di acciaio rivestite da strato di alluminio
termicamente spruzzato, di spessore 150m e 300 m. I bulloni in
corrispondenza della superficie di scorrimento (M20 classe 8.8),
sono stati sottoposti a coppie di serraggio di 560, 240, 320 Nm; si
prevede linserimento di rondelle tipo conico.
-

TSJ-M2-460-CYC13,

TSJ-TSA300-260-CYC13;

trattasi

di

collegamento DST a paziale ripristino di resistenza, provvisti di


133

Programma Sperimentale Prove su Nodo

elementi di ringrosso, equipaggiati con materiale M2 e piastre di


acciaio rivestite da strato di alluminio termicamente spruzzato di
spessore 300m. Si adottano coppie di serraggio rispettivamente di
460, 260 Nm; si prevede ugualmente linserimento di rondelle
coniche.
Si analizza nel prosieguo il comportamento ciclico-rotazionale dei suddetti
collegamenti, al variare delle seguenti caratteristiche:
-

Geometria del collegamento

Materiale ad attrito interposto

Coppia di serraggio

A partire dai valori di spostamento misurati localmente attaverso gli LVDT


(Figura

3.

69),

possibile

procedere

allelaborazione

dei

dati

determinando, istante per istante, dapprima lentit{ della rotazione nodale


secondo:
=
Siano 2 e 1 gli spostamenti registrati rispettivamente dalla componente
dissipativa e dalla componente non dissipativa; hla lentit{ del braccio di
leva per il particolare collegamento considerato.
Il momento registrato in prossimit del nodo pari a:
M = Fd Lb
Fd rappresenta il valore di forza derivante dallapplicazione della prefissata storia di spostamento ed Lb la distanza tra lasse della colonna e il
punto di applicazione del carico ciclico (Figura 3. 70).
A partire dalle grandezze cos determinate, si procede allosservazione dei
risultati.
134

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

In particolare in Figura 3.83, il ciclo disteresi per il nodo TSJ-M2-560-CYC


12, registra un progressivo degrado di resistenza, dopo il superamento del
momento massimo. Ugualmente tali caratteristiche si ripropongono nel
caso di legame F-, per le componenti dissipative, come mostrato in Figura
3. 86. Il manifestarsi di una rottura prematura per trazione, del materiale
ad attrito impiegato, decreta le scarse performance dissipative del
collegamento.

Figura 3. 83: Piatti di Materiale M2 dopo il test

La Figura 3. 83, mostra lo stato di usura abrasiva sulla superficie interna del
piatto, successivo al test di prova, nonch la modalit a cui la stessa
pervenuta a rottura. Nonostante le limitate prestazioni, gli elementi
strutturalmente coinvolti, non risultano interessati da danni permanenti,
fatta eccezione per il materiale ad attrito, come gi riportato.
Per il test effettuato sul nodo TSJ-TSA150-240-CYC12, si osserva una
risposta ciclica meno stabile, come risulta evidente dalla Figura 3. 87: a
carico nullo si registra una variazione in termini di rotazione diversa da
zero; il fenomeno imputabile allinefficace serraggio dei bulloni posti in
135

Programma Sperimentale Prove su Nodo

corrispondenza dellangolare tipoT, che fa registrare uno scorrimento


relativo delle parti a contatto, come mostrato in Figura 3. 89.

COMPONENTE
DISSIPATIVA
ANGOLARE
TIPO T

Figura 3. 84: Stato di cinematismo imposto

Per il collegamento TSJ-TSA300-240-CYC12, valgono le medesime


considerazioni del caso precedente, come dimostrano la Figura 3. 90 e
segg.. Sulla scorta dei risultati fin qui ottenuti, si decide di effettuare
ulteriori prove. Per il nodo TSJ-TSA300-320-CYC12, a parit di dettaglio
costruttivo, si incrementa la coppia di serraggio (Ts = 240Nm) di circa il
30%, al fine di raggiungere livelli di carico, superiori anche alle stesse
capacit plastiche della trave (Mpl,IPE 270 = 133,10 kNm). Diversamente i
bulloni posti in corrispondenza dellangolare tipo T, sono sottoposti ad una
coppia controllata di 450Nm. Come mostrato in Figura 3. 93 e Figura 3. 94, i
cicli disteresi risultano pressoch stabili, seppur con comportamento
dissimmetrico;in particolare Mmin pari al 94% del momento plastico
della trave Mpl,IPE270; Mmax superiore del 30% ad Mpl,IPE270.
136

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito


150

Momento [kNm]

MOMENTO PLASTICO TRAVE

100
50

-0,080

-0,055

-0,030

0
-0,005

0,020

0,045

0,070

-50
-100
MOMENTO PLASTICO TRAVE
-150
Mmax = 111,88 kNm
-200

Rotazione[rad]
Figura 3. 85: Nodo TSJ-M2-560-CYC 12 - Ciclo di Isteresi M-
600

F,max = 422,20 kN
F, min = -543,69 kN

400

Forza [kN]

200

-20,00

-15,00

-10,00

-5,00

0
0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

-200
-400
-600

Spostamento Componente Dissipativa [mm]


Figura 3. 86: Nodo TSJ-M2-560-CYC 12 - Ciclo di Isteresi F-

137

Programma Sperimentale Prove su Nodo

160
MOMENTO PLASTICO TRAVE
120

M max = 114, 91 kN m
M min = - 92, 21 kN m

Momento [kN m]

80

-0,08

40
0
-0,06

-0,04

-0,02

0,02

0,04

0,06

0,08

-40
-80
MOMENTO PLASTICO TRAVE

-120
-160

Rotazione [rad]
Figura 3. 87: Nodo TSJ- TSA150 m -240-CYC 12 - Ciclo di Isteresi M-
500

Fmax = 417,87 kN
Fmin = - 335,30 kN

400
300

Forza [kN]

200
100
0
-15

-10

-5

10

15

-100
-200
-300
-400

Spostamento Componente Dissipativa [mm]


Figura 3. 88: Nodo TSJ-TSA150 m-240-CYC 12 - Ciclo di Isteresi F-

138

Forza [kN]

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

-4

-3

500
400
300
200
100
0
-2
-1 -100 0
1
2
-200
-300
-400
Spostamento Componente [mm]

Figura 3. 89: Nodo TSJ-TSA150 m-240-CYC 12 - Ciclo di Isteresi F- per


componente non dissipativa

Nel caso dei collegamenti provvisti di ringrosso, per il nodo TSJ-M2-460CYC13, si registra un comportamento ugualmente stabile, nonostante, per
piccole rotazioni, venga esibito un limitato degrado di resistenza (Figura 3.
95), attribuibile alla frattura dei piatti di materiale ad attrito con modalit
analoghe a quelle mostrate in Figura 3. 83.
Il test di prova effettuato per il nodo TSJ-TSA300-260-CYC13, registra un
comportamento progressivamente degradante in termini di M- (Figura 3.
97) e di F- (Figura 3. 98), tuttavia i risultati risultano soddisfacenti, poich
alcuna componente risulta interessata da plasticizzazione, fatta eccezione
per il materiale ad attrito.
Operando un confronto sui test, fin qui effettuati, tale collegamento esibisce
le migliori performance, in termini di risposta ciclico-rotazionale (Figura 3.
99 ) e di capacit dissipativa (Figura 3. 100).

139

Programma Sperimentale Prove su Nodo

150
MOMENTO PLASTICO TRAVE

Momento [kN m]

100

50

-0,08

-0,06

-0,04

-0,02

0,02

0,04

0,06

0,08

-50
Mmax = 128, 45 kNm
Mmin = - 99,10 kNm

-100
MOMENTO PLASTICO TRAVE
-150

Rotazione [rad]
Figura 3. 90: Nodo TSJ- TSA300 m -240-CYC 12 - Ciclo di Isteresi M-
600
Fmax = 484,71 kN
Fmin = -373,98 kN

500
400
300

Forza [kN]

200

-20

100
0
-15

-10

-5

-100

10

15

-200
-300
-400
-500

Spostamento Componente Dissipativa [mm]


Figura 3. 91: Nodo TSJ-TSA300 m-240-CYC 12 - Ciclo di Isteresi F-

140

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

600
500
400

Forza [kN]

300
200
100
0

-6

-5

-4

-3

-2

-1 -100 0

-200
-300
-400
-500

Spostamento Componente [mm]


Figura 3. 92: Nodo TSJ-TSA300 m-240-CYC 12 - Ciclo di Isteresi F- per
componente non dissipativa
210

Mmax = 171, 64 kNm


Mmin = - 125,70 kNm

150

Moment o [kN m]

MOMENTO PLASTICO
TRAVE

90
30

-0,09

-0,07

-0,05

-0,03

-0,01
-30

0,01

0,03

0,05

0,07

-90
MOMENTO PLASTICO TRAVE

-150
-210

Rotazione [rad]
Figura 3. 93: Nodo TSJ- TSA300 m -320-CYC 12 - Ciclo di Isteresi M-

141

Programma Sperimentale Prove su Nodo

800

Fmax = 647,69 kN
Fmin = -474,32 kN

600
400

Forza [kN]

200
0

-20

-15

-10

-5

10

15

-200
-400
-600
Spostamento Componente Dissipativa [mm]

Figura 3. 94: Nodo TSJ-TSA300m-320-CYC 12 - Ciclo di Isteresi F-

150

Momento [kNm]

MOMENTO PLASTICO TRAVE

100
50

-0,080

-0,055

-0,030

0
-0,005

0,020

0,045

0,070

-50
-100
-150
Mmax = 113,16 kNm
Mmin = - 145,56 kNm

MOMENTO PLASTICO TRAVE

-200

Rotazione [rad]
Figura 3. 95: Nodo TSJ-M2-460-CYC 13 - Ciclo di Isteresi M-

142

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

400
F,max = 275,34 kN
F,min =- 354,16 kN

300
200

Forza [kN]

100

-30,00

-20,00

-10,00

0
0,00
-100

10,00

20,00

30,00

-200
-300
-400

Spostamento Componente Dissipativa [mm]


Figura 3. 96: Nodo TSJ-M2-460-CYC 13 - Ciclo di Isteresi F-

200
150

MOMENTO
PLASTICO TRAVE

Momento [kN m]

100
50
0

-0,1

-0,08

-0,06

-0,04

-0,02

0,02

0,04

0,06

0,08

0,1

-50
-100
MOMENTO
PLASTICO TRAVE

-150

Mmax = 195, 58 kNm


Mmin = -153,55 kNm

-200

Rotazione[rad]
Figura 3. 97: Nodo TSJ-TSA300 m-260-CYC 13 - Ciclo di Isteresi M-

143

Programma Sperimentale Prove su Nodo

600

Fmax = 475,86 kN
Fmin = -373,59 kN

500
400
300
200

Forza [kN]

100
0

-30

-20

-10

-100 0

10

20

-200
-300
-400
-500
Spostamento Componente Dissipativa [mm]
Figura 3. 98: Nodo TSJ-TSA300 m-260-CYC 13 - Ciclo di Isteresi F-
200,0
MOMENTO PLASTICO TRAVE

150,0

TS-M2-DS-460-CYC 09

100,0

Momento [kNm]

TS-M2-560-CYC 12
TS-M2-460-CYC 13

50,0

TS-TSA300-240- CYC 12
TS-TSA 150-240-CYC 12

-0,08

0,0

TS-TSA300-320-CYC
-0,06
-0,04 12 -0,02
TS-TSA300-260-CYC13

0,02

0,04

0,06

0,08

-50,0
-100,0

MOMENTO PLASTICO TRAVE

-150,0
-200,0

Rotazione [rad]
Figura 3. 99: Inviluppo Ciclo di Isteresi- Nodi sperimentati

144

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

200

TS-M2-DS-460-CYC 10

180

TS-M2-560-CYC 12
TS-TSA300-240-CYC 12

Energia dissipata [kNm]

160

TS-TSA150-240-CYC 12
TS-TSA300-320-CYC12

140

TS-M2-460-CYC 13

120

TS-TSA300-260-CYC 13

100
80
60
40
20
0
0

12

16

20

24

28

32

n cicli
Figura 3. 100: Energia Dissipata - Nodi sperimentati
Tabella 3. 6: Sintesi dei Risultati Campagna Sperimentale 2013
NODO

MATERIALE

hla

Ts,d

Mmax

Mmin

Fd,max

Fd,min

[mm]

[Nm]

[kNm]

[kNm]

[kN]

[kN]

TS CYC 12

M2

265

560

111,88

-144,08

422,20

-543,69

TS CYC 12

TSA_150m

265

240

114,91

-92,21

433,63

-347,96

TS CYC 12

TSA_300m

265

240

128,45

-99,10

484,71

-373,98

TS CYC 12

TSA_300m

265

320

171,64

-125,70

647,69

-474,32

TS CYC 13

M2

411

460

113,16

-145,56

275,34

-354,16

TS CYC 13

TSA_300m

411

260

195,58

-153,55

475,86

-373,59

Nella Tabella 3. 6, si propone un quadro di sintesi, dei risultati registrati, al


fine di evidenziare le ottime prestazioni dei nodi oggetto di studio.

145

Programma Sperimentale Prove su Nodo

Nonostante lentit{ delle grandezze in gioco, superi il livello di risorse


plastiche

disponibili

per

ciascun

collegamento,

gli

effetti

del

danneggiamento si concentrano esclusivamente in corrispondenza del


materiale ad attrito, determinando di fatti una risposta elastica delle
differenti componenti coinvolte.
Ancora si osserva la differente risposta ciclica, in trazione e compressione
della componente dissipativa, nonch delle differenti tipologie nodali.
Lanalisi fin qui effettuate evidenzia un comportamento relativamente
dissimetrico dei collegamenti investigati, in termini di forza spostamento,
nonch di legame momentorotazione. Al fine di chiarire suddetta
fenomenologia, si ritenuto necessario, condurre unulteriore indagine per
il caso TSJ-TSA300-260-CYC13, operando su un provino, che di fatti risulta
ruotato in pianta di 360, rispetto alla configurazione originaria, fin qui
assunta per la sperimentazione.
Configurazione Originaria

Configurazione Ruotata

Figura 3. 101: Configurazioni di prova

Tale prova viene effettuata a parit di serraggio, con materiale ad attrito,


interessato da usura abrasiva, a seguito della precedente campagna
146

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

sperimentale. I dati registrati acquisiti dalla centralina elettronica MTS


vengono messi a confronto per entrambi i casi.
Dalla comparazione dei dati, evidente la similitudine, in termini di
risposta ciclica del collegamento, nelle due differenti configurazioni. Come
atteso, lentit{ delle grandezze in gioco, a trazione e compressione, risulta
dualmente invertita. Levidenza sperimentale attribuisce tale differenza,
alla dissimmetria propriamente geometrica della componente dissipativa.
Di fatti, come gi ampiamente illustrato, il dissipatore supplementare si
realizza mediante un doppio strato di materiale ad attrito, interposto alle
flange della trave e/o dellelemento di ringrosso.

Piatto esterno

Piatto interno

Figura 3. 102: Dettaglio costruttivo per Componente dissipativa

Lo strato interno costituito da due piatti disgiunti, diversamente dallo


strato esterno concepito in ununica soluzione, cos come mostrato in
Figura 3. 102.

147

Programma Sperimentale Prove su Nodo

Per la nuova configurazione assunta (Figura 3. 103), quando lattuatore


esercita unazione spingente in corrispondenza della sommit{ della trave,
la componente dissipativa sottoposta ad un regime di compressione,
registrando progressivi abbassamenti rispetto alla posizione inizialmente
assunta. Localmente

le azioni di contatto, si esercitano per effetto

dellattrito, sullinterfaccia di scorrimento del piatto pi esterno.


Diversamente, quando lattuatore, impone valori di spostamento negativi,
la componente dissipativa sottoposta ad un regime di trazione,
registrando progressivi innalzamenti, rispetto alla sua posizione iniziale:
localmente le azioni di contatto, si esercitano sullinterfaccia dei piatti pi
interni.
REGIME DI COMPRESSIONE

REGIME DI TRAZIONE

Figura 3. 103: Stato di sollecitazione per componente dissipativa

Essi avendo superficie limitata,

decretano un valore della forza di

scorrimento ridotto rispetto al caso precedente, nonch entit di momento


flettente ugualmente ridotte, generando di fatti la dissimmetria della
risposta ciclica del collegamento.

148

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito


150
100

Forza [kN]

50
0
-150

-100

-50

50

100

150

-50
Fmax = 134,91 kN
Fmin = - 104,24 kN

-100
-150

Spostamento[mm]
Mmax = 189, 82 kNm
Mmin = -146,66 kNm

250
200

Momento [kN m]

150

MOMENTO PLASTICO
TRAVE

100
50

-0,10

-0,05

MOMENTO PLASTICO
TRAVE

0
0,00
-50

0,05

-100
-150
-200

Rotazione[rad]
Figura 3. 104: Legami Costitutivi Configurazione Originaria

149

0,10

Programma Sperimentale Prove su Nodo

150

Fmax = 100,71 kN
Fmin = - 121,69 kN

100

Force [kN]

50
0
-150

-100

-50

50

100

150

-50
-100
-150
Spostamento [mm]
250

Mmax = 141, 70 kNm


Mmin = -171,22 kNm

200

Moment [kN m]

150

-0,1

MOMENTO PLASTICO
TRAVE

100
50
0
-0,05

MOMENTO PLASTICO
TRAVE

-50

0,05

-100
-150
-200
Joint Rotation [rad]

Figura 3. 105: Legami Costitutivi Configurazione Ruota

150

0,1

Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

3.7 BIBLIOGRAFIA
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[6] Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance Part 1:
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[16] Colimet S.r.l., 2013: Manuale Tecnico per Spruzzatura di Metalli per
Applicazioni Industriali. Roma, Italia.
[17] ANSI/AISC 341-10, American National Standard: Seismic Provisions
for Structural Steel Buildings, 22 June 2010. American Institute of Steel
Construction, Chicago, Illinois, USA.
[18] Latour, M., Piluso, V. & Rizzano, G., 2013. Experimental Behaviour of
fiction T-stub beam-to-column joints under cyclic loads. Steel Construction
96 No.1.
[19] Schnorr, 2003: Handbook for Disc Spring. Heilbronn: Adolf Schnorr
GmbH

152

CAPITOLO 4
Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con
dispositivi di dissipazione supplementare
Nel seguente capitolo affrontata la progettazione di un Edificio Pilota, al
fine di sperimentare ad ampia scala una prima applicazione delle strategie
di prevenzione del rischio sismico, gi discusse ai precedenti capitoli,
operando unulteriore innovazione, come di seguito proposta.
Trattasi di edificio multipiano in acciaio, situato in zona sismica,
caratterizzato da uno sviluppo plano altimetrico estremamente regolare,
che favorisce di fatti, una uniforme distribuzione delle masse, delle
rigidezze e delle resistenze. Nel caso di specie, le capacit sismo resistenti
sono affidate ai soli telai perimetrali; le travi e le colonne interne,
costituiscono un organismo pendolare, su cui gravano esclusivamente i
carichi verticali. Tale scelta, risulta compatibile con le caratteristiche
propriamente architettoniche del sistema, ottimizzando il processo di
progettazione da un punto di vista essenzialmente economico, assicurando
adeguati requisiti prestazionali, in termini di duttilit, rigidezza e
resistenza delle membrature strutturalmente coinvolte, quali travi,
colonne, pannelli nodali ed elementi di connessione. La progettazione viene
condotta in accordo ai seguenti codici di progettazione D.M. 14.01.2008,
Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, Eurocodice 3 ed Eurocodice 8.

153

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

4.1

DESCRIZIONE CASO DI STUDIO

La struttura a sei piani, ricade nella categoria tipo B2, destinata ad Uffici
aperti al pubblico (NTC 2008 - 3.1.4 TAB 3.1. II),

con unaltezza

complessiva pari a 21,00 m: gli interpiani tipo, hanno dimensione pari a


3,20 m, fatta eccezione per il primo livello di impalcato, che si attesta ad
una quota di 5,00 m, rispetto al piano di fondazione. La pianta, cos come
mostrato in figura Figura 4. 1, risulta perfettamente simmetrica rispetto ad
entrambi gli assi, longitudinale e trasversale, ed occupa una superficie di
744,00 m2 ( 31,00 x 24,00 m).

Figura 4. 1: Configurazione planimetrica Caso di Studio

154

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Il sistema sismo - resistente caratterizzato da un sistema duale del tipo


MRF-CBF, limitato alla parte perimetrale della struttura, corrispondente di
fatti ai telai 1-9-15-21-27 e 8-14-20-26-34 nella direzione trasversale, e ai
telai 2-3-4-5-6-7 e 28-29-30-31-32-33 nella direzione longitudinale,
ugualmente controventati nelle campate di estremit. Per i telai trasversali,
la lunghezza delle campate costante ed pari ad L = 6,00 m; nel caso dei
telai longitudinali, si osservano luci variabili, rispettivamente L1 = 5,50 m L2
= 6,00 m ed L3 = 5,00 m.
Al fine di favorire la dissipazione dellenergia sismica

in ingresso, si

prevede linstallazione di smorzatori ad attrito di tipo supplementare, in


corrispondenza dei collegamenti trave colonna e colonna fondazione.
In accordo con una progettazione a collasso controllato [1], possibile
ridurre e/o eliminare totalmente i danni, derivanti da terremoti di natura
distruttiva, in corrispondenza delle membrature strutturalmente coinvolte.
La parte interna, costituita da collegamenti pendolari, in corrispondenza
dei nodi trave colonna e delle sezioni di base delle medesime colonne, si
articola mediante orditura di travi principali e secondarie di luce massima
pari a 7,00 m; per maggiori di dettagli si rimanda all Allegato Tav. 4.1.
Le membrature impiegate, laminate a caldo, sono realizzate adottando un
acciaio strutturale S355 (Fe 510 N/mm2) conforme alle norme UNI EN
10025.
4.1.1 Sistema di orizzontamento
La presenza di un orizzontamento infinitamente rigido nel proprio piano,
migliora ulteriormente le performance del complesso strutturale,

155

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

alloccorrenza di eventi sismici, garantendo una risposta globale della


struttura.
Per limpalcato si adotta una soluzione in lamiere grecate, di estrema
versatilit{, che consente una razionalizzazione ed unaccelerazione del
processo costruttivo. La lamiera collaborante funge da cassaforma a
perdere per il successivo getto di calcestruzzo; la forma e lo spessore
prescelti, garantiscono allimpalcato adeguate capacit{ di resistenza
flessionale, impedendo scorrimenti longitudinali e distacchi verticali tra le
parti connesse . Nello specifico si adotta una lamiera HI BOND, TIPO
A55/P 600, in Figura 4. 2 si riportano le specifiche tecniche:

Figura 4. 2: Caratteristiche Tecniche Lamiera Grecata

Per la particolare destinazione duso, si decide di predisporre controsoffitti


tipo Knauf D112 ad orditura metallica doppia, con profili metallici di
dimensioni 50 x 27 mm, con ganci a molla e spessore di rivestimento pari a
circa 20 mm. In Figura 4. 3, si propone la corrispondente scheda tecnica:

156

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Figura 4. 3: Caratteristiche Tecniche Controsoffittatura

Le scelte avanzate consentono di effettuare lanalisi dei carichi,


indispensabile per le fasi di progettazione e verifica successive.

4.2 ANALISI DEI CARICHI

I carichi variabili sono stai differenziati nel caso di ambienti ad uso


comune, suscettibili di affollamento.

157

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

4.3 SISTEMA SISMORESISTENTE PERIMETRALE


4.3.1 Progettazione Travi di Impalcato
Note le azioni direttamente agenti sullimpalcato, cos definito, si procede
alla progettazione delle travi principali e secondarie, adottando la
combinazione fondamentale, generalmente impiegata per gli stati limite
ultimi (DM 14.01.2008 - 2.5.3):

Successivamente, si passa ad effettuare le verifiche agli stati limite di


esercizio (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.1), che in talune circostanze possono
rivelarsi maggiormente limitanti, in particolar modo in presenza di
membrature di grandi luci e/o profili snelli, ulteriormente suscettibili ai
fenomeni dinstabilit{.

Ai fini delle verifiche sopra citate, si adotta la

seguente combinazione delle azioni, esprimibile mediante:

Noto lo schema statico di riferimento, nonch le caratteristiche


geometriche e meccaniche del sistema, si procede alla determinazione del
massimo momento flettente che si registra in corrispondenza della
generica membratura considerata, al fine di garantire unadeguata
resistenza flessionale conformemente a quanto prescritto nel (D.M.
14.01.2008 - 4.2.4.1.2).

158

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Nel prosieguo della trattazione, si riporta esclusivamente lesito della


procedura di progettazione, per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione
di Calcolo in allegato.
Tabella 4. 1: Azioni e Profili di Progetto
LUCE PROFILO
Gk
Qk
FGk FQk
[m]
[kN/m] [kN/m] [kN] [kN]
BEAM 1-9
6,00 IPE 360 0,571
31,30 21,00
5,22
BEAM 9-15 6,00 IPE 220
3,50
BEAM 15-21 6,00

IPE 220

5,22

3,50

BEAM 21-27 6,00

IPE 360

31,30 21,00

BEAM 8-14

6,00

IPE 360

0,571
0,571

31,30 21,00

BEAM 14-20 6,00

IPE 220

5,22

3,50

BEAM 20-26 6,00

IPE 220

5,22

3,50

BEAM 26-34 6,00


BEAM 2-3
5,50

IPE 360
IPE 200

0,571
4,50

3,00

31,30 21,00
26,64 18,00

BEAM 3-4

6,00

IPE 330

0,491

BEAM 4-5

5,00

IPE 200

6,63

4,50

BEAM 5-6

6,00

IPE 330

0,491

BEAM 6-7

5,50

IPE 200

4,50

3,00

BEAM 28-29 5,50

IPE 200

4,50

3,00

BEAM 29-30 6,00

IPE 330

0,491

BEAM 30-31 5,00

IPE 200

6,63

4,50

BEAM 31-32 6,00

IPE 330

0,491

BEAM 32-33 5,50

IPE 200

4,50

3,00

26,64 18,00

26,64 18,00
-

26,64 18,00
-

Il seguente prospetto in Tabella 4. 1, illustra in maniera sintetica, le scelte


intraprese nella fase di progettazione e verifica, nonch larticolazione
complessiva della carpenteria tipo, per ledificio oggetto di questo studio; si

159

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

precisa, altres,

che le azioni corrispondenti non portano in conto il

contributo dei coefficienti parziali di sicurezza.


4.3.2 MECCANISMI DI DISSIPAZIONE DELLENERGIA
Nel campo dellIngegneria sismica, universalmente riconosciuta la
necessit di limitare i meccanismi di collasso parziale e promuovere lo
sviluppo di un meccanismo globale, atto a favorire la capacit di
dissipazione dellenergia. I criteri di gerarchia suggeriti dai codici sismici,
costituiscono unapplicazione semplificata dei principi del Capacity design,
e non assicurano per la struttura un meccanismo di tipo globale,
conducendo in taluni casi a meccanismi di piano soffice.
Lapplicazione rigorosa di tale filosofia richiede una sofisticata procedura
di progettazione volta alla determinazione delle sezioni delle colonne, note
le caratteristiche di travi e diagonali di controvento. Nel caso di specie
infatti, si considera un sistema duale MRF, equipaggiato con diagonali di
controvento, preposte al fine esclusivo di ridurre la deformabilit laterale
della struttura.
Tabella 4. 2: Notazioni
Trave
Moltiplicatore delle forze orizzontali ci
nematicamente ammissibile
Colonna
Moltiplicatore delle forze orizzontali
cinematicamente
ammissibile
per
meccanismo globale
Indice di Colonna
Moltiplicatore
cinematicamente
ammissibile delle forze orizzontali
corrispondente
allim-esimo
meccanismo del t-esimo tipo
Indice di Meccanismo
Multiplicatore delle azioni orizzontali

160

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Indice di campata
Indice di piano

Piano

Altezza
interpiano
per k-esimo piano
rispetto al livello
della fondazione
Numero di colonne
per ogni piano

Numero di campate
per ogni piano
Numero di piani

Spostamento
sommit
struttura

Rotazione

Pendenza curva di equilibrio del


meccanismo
Pendenza curva di equilibrio del
meccanismo per meccanismo di tipo
globale
Pendenza curva di equilibrio del
meccanismo corrispondente al im-esimo
meccanismo di t-esimo tipo
Matrice di ordine
delle
resistenze flessionali dei collegamenti
trave-colonna
equipaggiati
con
dissipatori ad attrito (i.e.
)
Vettore delle
progetto

azioni

orizzontali

di

, dove

lazione orizzontale agente al k-esimo


piano
Vectore delle altezze di piano
Vettore dei moment plastici delle
colonne del k-esimo piano, ridotti a
causa dellinterazione delle forze assiali

alla
della

Matrice di ordine
, i cui
coefficienti
sono uguali a zero
quando la j-esima trave del k-esimo
piano non coinvolta nel meccanismo,
ed uguali ad 1 in caso opposto
Matrice di ordine
i cui
coefficienti
sono uguali a zero
quando la j-esima diagonale del k-esimo
piano non coinvolta nel meccanismo,
161

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

ed uguali ad allaltezza interpiano


(
) nel caso opposto
Vettore degli spostamenti orizzontali
virtuali

Luce campata
Somma delle altezze
interpiano dei piani
coinvolti nel generico
meccanismo
Lavoro
virtuale
interno
Lavoro
esterno

virtual

Lavoro del secondo


ordine dovuto ai
carichi verticali
Momento
plastic
ridetto
a
causa
dellinterazione
tra
sforzo normale della
i-esima colonna del
k-esimo piano
Momento
plastico
della j-esima trave
del k-esimo piano
Matrice Identit

Vettore

dei

carichi

verticali
dove

carico totale agente al k-esimo piano

il

Sforzo normale plastico per la diagonal


teas della j-esima campata e del k-esimo
piano
Matrice di ordine
degli sforzi
normali plastici per la diagonale tesa
(i.e.
)
Sforzo
assiale
funzione
del
comportamento
post-ctitico
della
diagonal compressa della j-esima
campata e del k-esimo piano
Matrice di ordine
degli sforzi
normali che portano in cont oil
comportamento
post-critico
delle
diagonali compresse (i.e.
)

Matrice di ordine
dei
coefficienti,
e
rappresentativi
degli allungamenti delle diagonali tese
in campo plastico, e delle contrazioni
delle diagonali compresse instabilizzate.
Essi risultano pari a
(
la
lunghezza del controvento)quando la
diagonale partecipa al meccanismo,
diversamente

162

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Tale analisi limite, assume per la struttura un comportamento rigidoplastico, fino al raggiungimento di un certo meccanismo, trascurando ogni
condizione intermedia, e focalizzando lattenzione allo stato di collasso.
Lapplicazione del teorema cinematico del collasso plastico, richiede la
valutazione del lavoro interno ed esterno di ogni meccanismo.
In particolare il lavoro esterno compiuto dalle azioni orizzontali dato da:
(Eq 4. 1)

Il lavoro totale interno risulta:


(Eq 4. 2)

Dallapplicazione del principio dei lavori virtuali, possibile determinare il


moltiplicatore delle azioni orizzontali cinematicamente ammissibile:

(Eq 4. 3)

163

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

Figura 4. 4: Tipologie di meccanismo

Nel caso di Meccanismo di Tipo Globale, tutti i piani partecipano al


meccanismo di collasso, il vettore degli spostamenti orizzontali assume la
form

. Il moltiplicatore ci nematicamente ammissibile risulta:


( Eq 4. 4)

Sia H0 = hns, la pendenza (g) della curva di equilibrio del meccanismo


risulta:
(Eq 4. 5)

Nel caso di Meccanismo di Tipo 1, il vettore degli spostamenti assume la


forma:
(Eq 4. 6)

Laddove im costituisce lindice di meccanismo; il moltiplicatore ci


nematicamente ammissibile risulta:

( Eq 4. 7)
164

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

In tale circostanza solo im piani partecipano al meccanismo di collasso, H0 =


him, la pendenza della curva di equilibrio del meccanismo risulta:
(Eq 4. 8)

Nel caso di Meccanismo di Tipo 2, il vettore di spostamento assume la


forma:
Eq 4. 9)

In tale circostanza partecipano al meccanismo lim-esimo piano e quelli


immediatamente al di sopra di esso, di conseguenza:
(Eq 4. 10)

Sia H0 = hns him -1, la pendenza della curva di equilibrio del meccanismo
risulta:
(Eq 4. 11)

Nel caso di Meccanismo tipo 3, il vettore spostamento assume la forma:


(Eq 4. 12)

Il moltiplicatore delle azioni cinematicamente ammissibili risulta:


(Eq 4. 13)

In tale circostanza il solo piano im coinvolto nel cinematismo di


conseguenza la pendenza della curva di equilibrio del meccanismo risulta:
(Eq 4. 14)

165

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

4.3.3 CONDIZIONI DI PROGETTO PER UN MECCANISMO DI COLLASSO


CONTROLLATO
In accordo a quanto gi sopra riportato, risultano note le curve di equilibrio
di ogni meccanismo. Per scongiurare meccanismi indesiderati, necessario
che la curva di equilibrio del meccanismo del sistema, giaccia al di sotto
delle curve di equilibrio dei meccanismi di tipo parziale, in un range di
spostamenti perfettamente compatibile con le risorse plastiche della
struttura.
Suddetta curva costituisce la linearizzazione del ramo discendente della
curva c- della struttura, in accordo con le notazioni gi presentate in
Tabella 4. 2.
Sia:

Al fine di evitare un meccanismo di tipo 1 vale:

( Eq 4. 15)

Si introducono i seguenti parametri, utili ai fini della progettazione:


166

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

( Eq 4. 16)
( Eq 4. 17)
La (Eq. 4.16) rappresenta il lavoro interno compiuto dalle travi
equipaggiate con dissipatori ad attrito per una rotazione virtuale unitaria.
La (Eq. 4.17) rappresenta il lavoro del secondo ordine dovuto ai carichi
verticali.
Con riferimento al Meccanismo di tipo 1:
(Eq 4. 18)

(Eq 4. 19)

(Eq 4. 20)
La (Eq. 4.20) porta in conto degli effetti del secondo ordine dello im-esimo
Meccanismo di tipo 1 rispetto al meccanismo di tipo globale.
Con tali contributi possibile riscrivere la (Eq. 4.15).
Analogamente, per evitare un meccanismo di tipo 2:

( Eq 4. 21)

I parametri adimensionali nel caso di Meccanismo di tipo 2:


(Eq 4. 22)
Eq 4. 23)

167

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Eq 4. 24)

Per evitare un meccanismo di tipo 3:

( Eq 4. 25)

I parametri adimensionali nel caso di meccanismo di tipo 3 risultano


Eq 4. 26)
Eq 4. 27)

L'introduzione di suddette quantit consente di riscrivere le formulazioni


matematiche di cui sopra in una forma pi congeniale ai fini della
procedura iterativa, qui nel seguito illustrata.
Note le condizioni al contorno, il problema matematico si risolve seguendo
la seguente procedura:
1) Valutazione dello spostamento ultimo di progetto, pari a
u=0,04hns; sia pari a 0,04 rad la capacit rotazionale plastica
delle travi ed hns laltezza complessiva della struttura in esame.
2) Valutazione degli sforzi assiali agenti allo stato di collasso, a seguito
di un completo sviluppo del meccanismo di tipo globale, laddove le
estremit delle travi e le diagonali tese risulano completamente
snervate, e le diagonali compresse instabilizzate.
3) Valutazione dei parametri adimensionali, per ciascuna tipologia di
meccanismo:

168

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

4) Valutazione dei parametri

, per tener conto gli effetti del

secondo ordine.
5) Valutazione della pendenza

delle curve di equilibrio del

meccanismo.
6) Valutazione della somma dei

momenti plastici

alla base

nel caso in cui lindice


del meccanismo pari ad 1.
7) Valutazione della somma dei momenti plastici ridotti delle
colonne

nel caso in

cui lindice del meccanismo maggiore dellunit{.


8) Valutazione del massimo momento, ottenuto dalle condizioni di
progetto al passo precedente:

9) Progettazione dei dispositivi dissipatori di base, in funzione di


precedentemente determinato.
10) Progettazione sezione colonne rispetto al valore

4.3.4 APPLICAZIONE A CASO DI STUDIO


A partire dalla geometria gi nota, si procede alla modellazione del
complesso strutturale operando le dovute semplificazioni.
Nonostante il sistema si sviluppi tridimensionalmente, le analisi vengono
effettuate su sistemi intelaiati bidimensionali, coincidenti propriamente
con i sistemi sismo-resistenti perimetrali, cos come assunto in fase di
progettazione. Il contributo del sistema pendolare interno, attribuibile alle
fasce di impalcato, non direttamente agenti sui telai di perimetro, viene
169

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

Figura 4. 5: Telaio longitudinale Modello di analisi


Tabella 5. 1: Modello dei Carichi
Gk
Qk
NGk
NQk
MEMBRATURA
[kN/m] [kN/m [kN] [kN]
TRAVE 2-3
4,83
3,00
-

VGk
[kN]
-

VQk
[kN]
-

TRAVE 3-4

8,88

6,00

TRAVE 4-5

6,70

4,50

COLONNA 2

31,30

21,00

COLONNA 3

45,79

30,00

COLONNA 4

30,40

20,25

LEANING COLUMN

1073,52

756,00

portato in conto, mediante linserimento di una Leaning Column. Trattasi


di sistema fittizio, costituito da pendoli inestensibili, posto in serie al
modello strutturale reale, sottoposto ad azioni verticali di piano VGk e VQk,
170

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

corrispondenti ai pesi concentrati (permanenti e accidentali), propri


dellimpalcato retrostante, che di fatti scarica ortogonalmente e
uniformemente rispetto ai telai in esame. Per il telaio longitudinale, il
modello dei carichi adottato, compatibile con lo schema statico di
riferimento, cosi come riportato nella Figura 4.5.

Figura 4. 6: Telaio trasversale Modello di Analisi


Tabella 5. 2: Modello dei Carichi
Gk
Qk
NGk
NQk
MEMBRATURA
[kN/m] [kN/m [kN] [kN]
TRAVE 1-9
10,43
7,00
-

VGk
[kN]
-

VQk
[kN]
-

TRAVE 9-15

5,22

3,49

COLONNA 1

14,91

10,50

COLONNA 9

45,81

31,00

1226,88

864,00

COLONNA 15
LEANING COLUMN

171

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

In particolare NGk e NQk rappresentano gli scarichi sulle colonne, delle


membrature, disposte ortogonalmente al sistema intelaiato. Diversamente,
le azioni derivanti dagli scarichi delle travi secondarie sono convertite in
carichi uniformemente distribuiti lungo le membrature orizzontali.
Per le azioni orizzontali, qui di seguito si riportano i parametri di
pericolosit sismica estratti dal software Edilus Ms Acca (Figura 4.7),
validi per il sito di Reggio Calabria (Italia), laddove per ipotesi risulta
localizzata la struttura.

Figura 4. 7: Estratto Edilus MS Acca Software


Secondo il D.M. 14.01.2008, la distribuzione di forze orizzontali,

proporzionali alle masse di piano, affine al primo modo di vibrazione della


struttura in esame risulta:
Eq 4. 28)
(Eq 4. 29)

zi e zj rappresentano le quote di piano rispetto al livello della fondazione;


Sd(T1), rappresenta lordinata spettrale di progetto; Wi il peso sismico di
172

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

piano;

= 0,85 porta in conto le caratteristiche di deformabilit della

costruzione. Si assume per ipotesi che la struttura ricada su suolo di tipo B,


e risulti caratterizzata da uno smorzamento pari al 5%, le grandezze di
riferimento, risultano:
Sia C = 0,085; H = 21,00 m; T1 = 0,83 s;
ss= 1,09; st = 1; =1; Cc = 1,14; Tc = 0,43 sec; Se(T1) = 0,43 g;
Nel caso di costruzioni in acciaio sia u/1 = 1,3 per edifici a pi piani e pi
campate. Il fattore di struttura assunto per strutture intelaiate ricadenti in
Classe di Duttilit Alta (CD A) risulta pari a q = 6,5, da cui si ricava il valore
dellordinata spettrale di progetto, corrispondente allo SLV, Sd(T1) = 0,07
g. Si determinano le forze orizzontali corrispondenti allo spettro elastico
gi definito:
Tabella 4. 3: Azioni orizzontali SLV
Piano
zi
wi
Fi
[m]

[t]

[kN]

21,00

284,23

143,04

17,80

284,23

121,25

14,60

284,23

99,45

11,40

284,23

77,65

8,20

284,23

55,86

5,00

284,23

34,06

Noto il modello dei carichi, possibile applicare lalgoritmo di


progettazione di cui sopra.
Nelle pagine successive si riportano i parametri utili ai fini della
progettazione.

173

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

TELAIO SISMO-RESISTENTE LONGITUDINALE


Tabella 4. 4: Parametri di meccanismo
LIVELLO

im

im

im

im

im

0,1667

0,5226

0,8333

0,6731

0,1958

0,3333

0,6964

0,6667

0,4774

0,1738

0.50

0,8396

0,5

0,3036

0,1432

0,6667

0,9437

0,3333

0,1604

0,1041

0,8333

0,1667

0,0563

0,0563

Tabella 4. 5: Contributo degli effetti del secondo ordine


LIVELLO
1
2
3
1
2
3
[1/cm]

[1/cm]

[1/cm]

4,9422

4,9422

0,0404

0,0082

0,0404

2,8899

1,1999

6,876

0,0236

0,0098

0,0562

1,9940

1,41

6,1969

0,0163

0,0115

0,0507

1,5023

1,7737

5,6399

0,0123

0,0145

0,0461

1,1989

2,5181

5,1747

0,0098

0,0206

0,0423

1,00

4,7804

4,7804

0,0082

0,0391

0,0391

Tabella 4. 6: Momenti ridotti per effetto dellinterazione dello sforzo


Normale
T
c,1 I
c,2T I
c,3T I
c,imT I
PIANO
[kgcm]

[kgcm]

[kgcm]

[kgcm]

62259257

62259257

62259257

62259257

61735401

31231721

47195117

61735401

57335622

18462416

38223346

57335622

48540279

8578187

28683437

48540279

34388917

2710037

18575390

34388917

13815402

1985297

7899205

13815402

174

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Sia Nfd, Nq, Nc, entit degli sforzi assiali dovuti rispettivamente ai momenti
plastici delle travi, ai carichi verticali, ed agli sforzi normali nelle diagonali.
Mci rappresenta il momento flettente in corrispondenza della i-esima
colonna.
PIANO

COL.

Tabella 4. 7: Profili di progetto


Nfd
Nq
Nc
Mci
Ni

PROFILO

[kg]

[kg]

[kg]

[kg]

[kgcm]

-14641

9456

22558

48463

6341474

HEB 320

-34292

28680

32874

103424

13533056

HEB 500

32828

31299

21888

86015

11255098

HEB 450

-12201

7880

18798

40326

6389644

HEB 320

-28577

23900

27395

82806

13120518

HEB 450

27357

26082

18240

71679

11357538

HEB 450

-9761

6304

15039

32188

5923712

HEB 300

-22861

19120

21916

66244

12191097

HEB 450

21885

20866

14592

57343

10553002

HEB 400

-7321

4728

11279

24051

5000101

HEB 280

-17146

14340

16437

49683

10328961

HEB 400

16414

15649

10944

43007

8941078

HEB 360

-4880

3152

7519

15913

3521206

HEB 240

-11431

9560

10958

33122

7329020

HEB 340

10943

10433

7296

28672

6344233

HEB 320

-2440

1576

3760

7776

1388932

HEB 180

-5715

4780

5479

16561

2958123

HEB 240

5471

5216

3648

14336

2560646

HEB 220

175

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

TELAIO SISMO-RESISTENTE TRASVERSALE


Tabella 4. 8: Parametri di meccanismo
LIVELLO

im

im

im

im

im

0,3269

0,3269

0,1667

0,5226

0,8333

0,6731

0,1958

0,3333

0,6964

0,6667

0,4774

0,1738

0,5

0,8396

0,5

0,3036

0,1432

0,6667

0,9437

0,3333

0,1604

0,1041

0,8333

0,1667

0,0563

0,0563

Tabella 4. 9: Contributi degli effetti del secondo ordine


LIVELLO

[1/cm]

[1/cm]

[1/cm]

4,9422

4,9422

0,0437

0,0088

0,0437

2,8899

1,1999

6,876

0,0256

0,0106

0,0608

1,994

1,41

6,1969

0,0176

0,0125

0,0548

1,5023

1,7737

5,6399

0,0133

0,0157

0,0499

1,1989

2,5181

5,1747

0,0106

0,0223

0,0458

4,7804

4,7804

0,0088

0,0423

0,0423

Tabella 4. 10: Momenti ridotti per effetto dellinterazione dello sforzo


Normale
PIANO

c,1T I

c,2T I

c,3T I

c,imT I

[kgcm]

[kgcm]

[kgcm]

[kgcm]

71963217

71963217

71963217

71963217

74501086

30660997

53165055

74501086

71427626

13961955

42798219

71427626

61682532

1642935

31558291

61682532

43721637

-4568872

19445274

43721637

15882972

-2959520

6459166

15882972

176

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

PIANO

COL.

Tabella 4. 11: Profili di progetto


Nfd
Nq
Nc
Mci
Ni

PROFILO

[kg]

[kg]

[kg]

[kg]

[kgcm]

-62020

22554

10836

101341

9086943

HEB 400

44652

33840

33068

265380

23795776

HEB 700

15

22572

46548

69120

6197778

HEB 320

-51684

18795

9030

84253

9599559

HEB 400

37210

28200

27556

213887

24369598

HEB 700

15

18810

38790

57600

6562772

HEB 320

-41347

15036

7224

67165

9179473

HEB 400

29768

22560

22045

171109

23385468

HEB 650

15

15048

31032

46080

6297744

HEB 300

-31010

11277

5418

50077

7892366

HEB 340

22326

16920

16534

128332

20225517

HEB 600

15

11286

23274

34560

5446764

HEB 300

-20673

7518

3612

32990

5544796

HEB 300

14884

11280

11023

85555

14379774

HEB 500

15

7524

15516

23040

3872496

HEB 260

-10337

3759

1806

15902

1959734

HEB 200

7442

5640

5511

42777

5271888

HEB 300

15

3762

7758

11520

1419728

HEB 180

Lanalisi dei dati fin qui ottenuti ha consentito di effettuare adeguate scelte
progettuali, atte a garantire la funzionalit dellopera e della costruzione.
Per maggiori dettagli si rimanda agli elaborati grafici Tav 4.2 e Tav.4.3.
4.3.5 PROGETTAZIONE NODI TRAVE COLONNA
Gli ottimi risultati della campagna sperimentale, precedentemente
illustrata,

hanno

dimostrato

notevoli
177

vantaggi

nellimpiego

di

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

collegamenti del tipo double split tee (DST) nei sistemi semi-continui
MRFs. Tra questi, la possibilit di governare in fase di progettazione, la
risposta ciclica rotazionale, propria dei nodi trave - colonna, in termini di
rigidezza, resistenza e risorse plastiche possedute dalle membrature
strutturalmente connesse. E sufficiente fissare il diametro dei bulloni, la
profondit

lo

spessore

delle

flange

del

T-

stub,

calibrando

opportunamente la distanza tra lasse dei bulloni e la sezione in cui attesa


la formazione delle cerniere plastiche.
i collegamenti qui di seguito proposti, vengono dimensionati impiegando i
criteri gi adottati per i nodi sperimentai, essendo riconducibili alla
medesima idea di progetto. Per maggiori dettagli si rimanda al 3.3
Progettazione collegamenti oggetto di sperimentazione.
Si sceglie un acciaio strutturale S355.
NODO N1-2: IPE 200 HEB 320
Il collegamento tra trave IPE 200 e colonna HEB 320, interamente affidato
sia superiormente che inferiormente agli angolari, fissati alle flange della
trave e della colonna, rispettivamente mediante bulloni M27, di classe 10.9.
Si assume per il nodo, quale momento di progetto, Mj,Rd = m Mb,Rd .
Sia m il grado di ripristino per il collegamento in esame ed Mb,Rd, il
momento plastico della trave.
Mj,Rd = 0,90 x 74,58 = 67, 12 kNm
Nel caso di unioni a taglio per attrito, con bulloni ad alta resistenza [2], la
resistenza di calcolo, allo scorrimento data:

(Eq. 4. 1)
Sia m il numero di superfici di attrito, n il numero di bulloni interessati
Fslip,Rd =

dallo scorrimento, il coefficiente dattrito allinterfaccia, Fp,C , la forza di


178

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

pre-carico del bullone, che nel caso di serraggio controllato [3], si assume
pari a:
F p,C = 0,8f kN Ares = 0,8700303 = 169,68 kN
(Eq. 4. 2)
Secondo (Faella et al.) [4] lentit{ delle pressioni di contatto, viene stimata

secondo:
100,73 MPa

(Eq. 4. 3)

Dove Nb lazione in corrispondenza dellasse del bullone, assunto pari al


valore Fp,C; tp lo spessore della piastra pi esterna pari a 15 mm, dbh il
diametro della testa del bullone pari a 22 mm.
Si impiega un materiale ad attrito tipo M2, gi investigato nella prima fase
della precedente campagna sperimentale. Al fine di stimare il coefficiente
dattrito allinterfaccia, si impiega il modello matematico proposto da
Ratner & Sokolskay per interfaccia acciaio materiale composito [5] secondo
cui:
(Eq. 4. 4)
il valore del coefficiente dattrito per valori di pressioni di contatto

infinitamente grandi, a una costante determinabile sperimentalmente, h


la durezza Shore scalata per 100.
Dallanalisi di regressione effettuata sulla base dellampio quadro di
risultati disponibile dalla precedente campagna sperimentale, risulta
evidente che per applicazioni strutturali, laddove i valori delle pressioni di
contatto risultano superiori a 15 MPa, possibile con buona
approssimazione, assumere un coefficiente dattrito costante = 0,166.
Il braccio di leva necessario a trasferire il momento di progetto risulta:
(Eq. 4. 5)

179

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e


M2 on Steel Interface - Ratner & Sokolsakya
0.40

Dati
Produttore

0.35
0.30

Dati
Sperimentali

0.25
0.20
0.15
0.10
0.05

R2=0.9533

0.00
0

10

15

20

25

30

35

40

Pressure [MPa]

Figura 4. 8: Coefficiente dattrito dinamico Pressioni di Contatto

Si adotta hla = 200 mm, coincidente con laltezza della trave stessa.
Impiegando le Eq. 4.5 e Eq. 4.1, si determina lazione effettiva in
corrispondenza del generico bullone Fb,sd = 126,51 kN, funzione del braccio
di leva ormai noto.
In accordo con le prescrizioni normative [6]:
Ts = 0,2 Fb,sd d = 556,66 Nm
(Eq. 4. 6)
Sia d il diametro nominale di filettatura del bullone, Ts rappresenta lentit{

del serraggio prescritto per tale collegamento.


La geometria degli elementi di connessione, determinata conformemente
alle limitazioni imposte dalle vigenti norme tecniche.
Lazione che compete a ciascun angolare FT-stub si ricava mediante:
= 335,63 kN

180

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

In accordo con lEC8 [20], con riferimento ai requisiti di capacit plastica


rotazionale, richiesti in corrispondenza delle zone dissipative, si definisce
la corsa del dispositivo dissipatore inferiormente, secondo:
s = P x hla = 0,07 x 200= 14,00 mm
Si assume B = 136 mm; m = 35 mm; n = 43 mm; beff = 68,00 mm.
Il valore minimo dello spessore atto ad assicurare un Meccanismo di Tipo
1:
tmax =

= 21,20 mm

Si sceglie uno spessore di t = 21,00 mm.


La resistenza a trazione dellelemento di connessione pari a :

218,16 kN

Eq. (Eq. 4.

7
Gli angolari inferiori vengono modellati, impiegando due T-stub

equivalenti, a due bulloni, in parallelo, come gi precisato.


Sia m1=m2 = 35mm ed n1=n2= 43mm, dalla (Eq. 3.19) si ricava il valore
dello spessore per suddette componenti:
= 12,58 mm
Si adotta, anche per gli angolari inferiori, uno spessore di 21,00 mm,
compatibilmente con le limitazioni geometriche proprie del collegamento.
Per il pannello a taglio
Kb =

= 368642655,20 N/mm.

Considerando i due piatti supplementari danima:


Ks =

= 4516746,36 N/mm.
181

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

La rigidezza rotazionale dovuta al pannello a taglio, data da:


Ke

8,18

1010

mm/rad
In accordo con il criterio di Von Mises:

Il momento flettente corrispondente allo snervamento del pannello a taglio,


dato da:
My = 8,18 10100,850,00242 = 168,35 kNm
Come evidente, tale valore risulta superiore al valore Mj,Rd.
VERIFICA A TRAZIONE PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni data:

= 619,65 kN

N u,Rd

Tale valore Nu,Rd < FT,stub , per tale ragione la verifica a trazione del piatto
pu ritenersi soddisfatta.
Al fine di comprendere lesito della procedura di progettazione proposta si
rimanda allallegato TAV. 4.2.
La progettazione dei nodi apparteneti ad ambo i sistemi sismo-resistento,
longitudinali e perimetrali, stata riportata in maniera dettagliata
nellallegato Relazione di Calcolo.
4.3.6 CALCOLO DELLA RIGIDEZZA ROTAZIONALE DEI
COLLEGAMENTI MEDIANTE IL METODO DELLE COMPONENTI
Preliminarmente alla definizione del modello di studio per lEdificio Pilota,
si valuta il comportamento dei nodi cos progettati, mediante il Metodo
182

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

delle Componenti, come prescritto nellEurocodice 3[7], identificando


accuratamente ciascuna componente elementare, in particolare, come
mostrato in Figura 4. 9:

Figura 4. 9: Componenti per nodo flangiato

Figura 4. 10: Modello meccanico

183

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

Pannello a taglio (cws)

Anima della colonna in compressione (cwc)

Flangia della colonna in flessione (cfb)

Piatto destremit{ in flessione

Bulloni in trazione (bt)

Anima della colonna in trazione (cwt)

Flangia ed anima della trave in compressione (bfc)

Anima della trave in trazione (bwt)

Il modello meccanico impiegato nel caso di collegamenti flangiati con due


file di bulloni in zona tesa [8], discretizza il sistema mediante molle poste in
serie: per le componenti che influenzano contemporaneamente la
resistenza flessionale e la rigidezza rotazionale del collegamento si adotta
un legame di tipo elastico perfettamente-plastico; per le componenti che
influenzano esclusivamente la resistenza flessionale del nodo, un legame di
tipo rigido plastico.
TELAIO LONGITUDINALE
Al fine della valutazione della rigidezza rotazionale iniziale del
collegamento, necessario combinare la rigidezza estensionale di ogni
componente, in adiacenza alla i-esima fila di bulloni.
( Eq.4.

Sj

1)
E il modulo elastico dellacciaio, z rappresenta laltezza del braccio di leva

per il collegamento in oggetto, rappresenta il rapporto tra la rigidezza


rotazionale iniziale del nodo, e la rigidezza rotazionale del nodo in
corrispondenza di un momento flettente inferiore al momento di progetto

184

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Mj,Rd, in tal caso si assume un valore pari ad 1. ki rappresenta la rigidezza


estensionale di ogni singola componente.
Qui di seguito trascureremo il contributo di kcwt, kcwc in quanto lanima della
colonna, viene irrigidita mediante i piatti di continuit.
In particolare per il collegamento N1-2 nel caso di IPE 200 HEB320, nel
caso di pannello a taglio, la rigidezza estensionale data da:
kcws =

= 9,83 mm

(Eq.4. 2)

Avc larea a taglio, z rappresenta il braccio di leva, = 1 nel caso di nodi


esterni, =2 nel caso di nodi interni
Nel caso di flangia della colonna in flessione, la rigidezza estensionale:
kcfb=

= 39,77 mm

(Eq.4. 3)

leff = 2m, nel caso di colonna irrigidita con piatti di continuit, con fila di
bulloni a fori circolari.
Nel caso di flangia dellangolare in flessione ( epb), la rigidezza estensionale
risulta:
kcfb=

= 39,77 mm
4)
leff la profondit{ dell angolare.

(Eq.4.

La rigidezza estensionale dei bulloni in trazione data dalla:


kbt =

(Eq.4. 5)

As larea resistente del bullone, ed Lb rappresenta la lunghezza del


bullone.
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 27730,29 kNm/rad

185

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

Secondo lEurocodice 3 Parte 1-8, nel caso di telai provvisti di


controventi, atti a ridurre lo spostamento laterale della struttura,
possibile classificare i nodi in funzione della loro rigidezza rotazionale.
Sia:

Sj L
kaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

EIb
k 8 nodo rigido

0.5 k 8 nodo semirigido

k 0.5 nodo cerniera


Sia L = 5,50 m; Ib = 1943 cm4;

(Eq.4. 6)

k = 37,38; si deduce che il nodo ha un

comportamento rigido.
La valutazione delle rigidezze per i nodi facenti parte del sistema
riportata nellallegato in appendice Relazione di Calcolo.
4.3.7 DISPOSITIVI DI BASE: PROGETTAZIONE E VERIFICA
Come gi anticipato, nel 4.1, in corrispondenza dei collegamenti colonna
fondazione si prevede linstallazione di dissipatori ad attrito [9]. Come
mostrato in figura Figura 4. 11, il sistema caratterizzato mediante
cerniere a perno, che consentono la rotazione relativa delle parti connesse.
Lazione normale, derivante dalla sovra-struttura in elevazione, viene
direttamente trasferita alla cerniera centrale inferiore; diversamente le
cerniere laterali assorbono le azioni taglianti, per effetto del momento
flettente che si registra alla base della colonna, sotto lavvento di carichi
orizzontali e verticali. I dispositivi dissipatori, sono realizzati mediante
strati interposti, di acciaio e materiale ad attrito, opportunamente
186

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

distanziati per unampiezza pari ad hla. Il meccanismo di funzionamento


analogo, al caso di collegamenti trave colonna: lapplicazione delle forze
di contatto superficiali avviene mediante il serraggio controllato di bulloni
ad alta resistenza; la presenza dellasola, collocata sulla piastra pi interna,
consente lo scorrimento relativo delle parti a contatto, favorendo di fatti, la
dissipazione dellenergia sismica.

Figura 4. 11: Dispositivo dissipatore di base


Limpiego di tali dispositivi, permette di prevenire i danni strutturali in

corrispondenza delle membrature principali, anche a seguito della


completa attivazione delle cerniere plastiche, auspicabili in corrispondenza
delle zone dissipative, nel caso di meccanismo di tipo globale.
La procedura di progettazione (Mazzolani et Piluso, 1996), impiegata per
individuare le sezioni delle colonne, consente di stimare i momenti
registrati alla base della struttura, allo stato di collasso. Lentit{ di tali
azioni, variabili per ciascuna colonna, definisce la soglia di resistenza per il
particolare collegamento.

187

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

Al fine di restituire un sistema tecnologicamente funzionale, i dispositivi


dissipatori di base installati, nel caso dei telai oggetto di analisi, hanno
medesime caratteristiche geometriche: laddove si registrano azioni
sollecitanti di minore entit, si impiega a parit di braccio di leva, un livello
di serraggio ridotto, rispetto alle capacit{ proprie, dellelemento di
connessione.
Di seguito si riporta lesito della procedura di progettazione, in
corrispondenza della colonna pi sollecitata, per ulteriori dettagli si
rimanda allAllegato in appendice Tav. 4.2.
Dispositivo Dissipatore di base BFDD4
Come gi ampiamente mostrato, per la componente dissipativa,
impieghiamo bulloni M30 classe 10.9, Ares = 561 mm2; dalla Eq. 4.2 lazione
di pre-compressione sul bullone risulta Fp,cd = 314,16 kN;
Si assume tp = 20,00 mm, p=81,63 MPa; = 0,166 per linterfaccia acciaio
materiale M2.
In corrispondenza della colonna HEB 450, risulta Msd = 1353,31 kNm, da
cui hla = 1625 mm. Lazione assiale effettiva, in corrispondenza del bullone,
pari a Fb,sd = 314,17 kN; la coppia di serraggio richiesta, pari a Ts =
1884,53 Nm.
Si definisce la corsa del dispositivo, secondo:
s = P x hla = 0,04 x 1625= 65,00 mm
Nota lazione di scorrimento che compete al dissipatore Fslip,sd = 832,80 kN,
si effettuano le opportune verifiche.
Piatti esterni superiori
Laltezza della sezione resistente dei piatti esterni posti superiormente,
viene progettata a flessione, considerando come azione di progetto:
188

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Mp,sd = Fslip hla/2 = 832,80 0,812 = 676,65 kNm


Per ragioni tecnologiche, si decide di sovrapporre tre piatti, di spessore
pari a 30, 36,30 mm, rispettivamente, costituendo una sezione resistente di
base B = 96 mm; sia wpl = Bh2/4, si ricava il valore dellaltezza h = 324 mm.
Verifica a rifollamento per piastra a scorrimento
Fissato uno spessore t = 15 mm, si effettua la verifica a rifollamento sul
piatto esterno di dimensioni 261 x 477 mm. La resistenza di calcolo a
rifollamento del piatto dellunione, dalla assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 358,02 kN

Lazione resistente, risulta superiore al valore Fv = 832,80/8 = 104,10 kN.


Cerniera a perno centrale
Il dimensionamento della cerniera a perno centrale, viene effettuato
secondo le istruzioni riportate sulla CNR-UNI10011.
Sia Vpl = 1555,35 kN, il taglio plastico della colonna HEB 450, si effettua il
progetto del perno per tale azione tagliante secondo la relazione valida per
elementi di connessione di classe 10.9:
(Eq. 4. 8)

Ares,min = 1944,19 mm2, si sceglie un perno di diametro d = 70 mm, con


una Aeff = 3846,5 mm2. Si verificano le seguenti limitazioni:

Figura 4. 12: Limitazioni per cerniere a perno CNR-UNI10011

189

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

Nel rispetto delle limitazioni proposte, sia t = 30 mm; b = 177 mm; F = Vpl =
1555,35 kN; fd = 0,9(423-50)510/1,25=129,62 kN;si assume a = 50 mm.
Per maggiori dettagli si rimanda allAllegato Tav. 4.2.
Cerniera a perno laterale
Per il dimensionamento della cerniera a perno laterale, lazione sollecitante
pari a Fslip,sd = 832,80 kN. Per la Eq.4.8, Ares,min = 2082 mm2, si sceglie un
perno di diametro d = 50 mm.
Nel rispetto delle limitazioni gi proposte, sia t = 30 mm; b = 99 mm; F =
Fslip,sd = 832,80 kN; fd = 0,9(261-50)510/1,25=77,48 kN;si assume a = 30
mm.
Per maggiori dettagli si rimanda allAllegato Tav. 4.2.
Dispositivo Dissipatore di base BFDD9
Come gi ampiamente mostrato, per la componente dissipativa,
impieghiamo bulloni M30 classe 10.9, Ares = 561 mm2; dalla Eq. 4.2 lazione
di pre-compressione sul bullone risulta Fp,cd = 314,16 kN;
Si assume tp = 20,00 mm, p=81,63 MPa; = 0,166 per linterfaccia acciaio
materiale M2.
In corrispondenza della colonna HEB 700, risulta Msd = 1522,82 kNm, da
cui hla = 1830 mm. Lazione assiale effettiva, in corrispondenza del bullone,
pari a Fb,sd = 314,17 kN; la coppia di serraggio richiesta, pari a Ts =
1885 Nm.
Si definisce la corsa del dispositivo, secondo:
s = P x hla = 0,04 x 1625= 73,20 mm
Nota lazione di scorrimento che compete al dissipatore Fslip,sd = 832,80 kN,
si effettuano le opportune verifiche.
190

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Piatti esterni superiori


Laltezza della sezione resistente dei piatti esterni posti superiormente,
viene progettata a flessione, considerando come azione di progetto:
Mp,sd = Fslip hla/2 = 832,80 0,915 = 762,01 kNm
Per ragioni tecnologiche, si decide di sovrapporre tre piatti, di spessore
pari a 30, 36,30 mm, rispettivamente, costituendo una sezione resistente di
base B = 96 mm; sia wpl = Bh2/4, si ricava il valore dellaltezza h = 324 mm.
Cerniera a perno centrale
Il dimensionamento della cerniera a perno centrale, viene effettuato
secondo le istruzioni riportate sulla CNR-UNI10011.
Sia Vpl = 2676,57 kN, il taglio plastico della colonna HEB 700, si effettua il
progetto del perno secondo la Eq. 4.8, da cui si ricava Ares,min = 3345,72
mm2, si sceglie un perno di diametro d = 70 mm per un Aeff =3846,5 mm2.
Nel rispetto delle limitazioni proposte, sia t = 30 mm; b = 171 mm; F = Vpl =
2676,57 kN; fd = 0,9(444-70)510/1,25=137,33 kN;si assume a = 50 mm.
Per maggiori dettagli si rimanda allAllegato Tav. 4.2.
Cerniera a perno laterale
Per il dimensionamento della cerniera a perno laterale, lazione sollecitante
pari a Fslip,sd = 832,80 kN. Per la Eq.4.8, Ares,min = 2082 mm2, si sceglie un
perno di diametro d = 50 mm.
Nel rispetto delle limitazioni gi proposte, sia t = 30 mm; b = 99 mm; F =
Fslip,sd = 832,80 kN; fd = 0,9(261-50)510/1,25=77,48 kN;si assume a = 30
mm.
Per maggiori dettagli si rimanda allAllegato Tav. 4.3.

191

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

4.3.8 ELEMENTI DI CONTROVENTO


Il D.M.14.01.2008, impone severe limitazioni, in termini di deformabilit
laterale della struttura, sotto eventi sismici di medio - bassa intensit; di
fatti, anche in tale eventualit, necessario garantire il mantenimento delle
funzionalit del sistema.
Per il caso oggetto di studio, si ritenuto indispensabile impiegare degli
elementi di controvento, atti esclusivamente, a limitare gli spostamenti
interpiano, in presenza di azioni sismiche corrispondenti allo SLD, senza
alcuna funzione dissipativa.
In accordo con le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni 2008, nel caso
di tamponamenti

progettati per non subire danni a causa della loro

intrinseca deformabilit, necessario verificare che lo spostamento


interpiano:
ip < 0,01 h
(Eq 4. 30)
Sia ip lo spostamento relativo di piano valutato mediante analisi lineare,

per unazione sismica corrispondente allo spettro elastico di progetto.


Le sezioni delle diagonali vengono progettate al fine di possedere una
rigidezza estensionale:
(Eq 4. 31)

Sia E il modulo di Young, A larea della diagonale, lp la lunghezza della


diagonale, langolo dinclinazione rispetto allorizzontale, Q il tagliante
relativo a ciascun piano.
Tale procedura comporta limpiego dei seguenti profili (Figura 4. 13,
rispettivamente per il caso di telaio sismo-resistente trasversale e telaio
sismo-resistente longitudinale:
192

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Figura 4. 13: Profili Tubolari per Diagonali di Controvento

4.3.8.1 UNIONI PER ELEMENTI DI CONTROVENTO


A partire dai collegamenti gi progettati, si provvede al dettaglio
costruttivo atto ad accogliere lelemento di controvento. Le flange di
estremit inferiori e/o superiori, sono

costituite da elementi di

connessione atti ad assorbire leccentricit{ risultante tra lasse delle


membrature e il baricentro della bullonatura (Figura 4. 14). La procedura
iterativa,
considera per ciascun profilo, unazione sollecitante coincidente con la
resistenza plastica assiale rispetto allorizzontale di riferimento Fv,Ed; si
determina larea della bullonatura, in funzione del regime flesso-tagliante
agente in corrispondenza di una sezione resistente di altezza pari allo
spessore delle flange del piatto e della colonna e di profondit pari alla
profondit delle flange, per effetto delle azioni combinate Ft,Ed ed Fv,Ed,
rispetto agli assi ortogonali di riferimento.

193

Sist ema Sismo -R es ist ent e P er imetr al e

Figura 4. 14: Progettazione Unione di Controvento


TELAIO LONGITUDINALE

Npl = 239,03 kN; e = 234 mm; = 30;tep =42 mm; beff= 174 mm; nb= 6;
Ft,Ed = 234,51 kN;Fv,Ed= 18,70 kN; Nel caso di bulloni M22 Classe 10.9
Ft,Rd =218,16 kN; Fv,Rd = 121,20 kN;
La verifica a taglio-trazione secondo il D.M. 14.01.2008:

Fv , Ed
Ft , Ed

0,91
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
TELAIO TRASVERSALE
Npl = 513,90 kN; e = 399 mm; = 28;tep =54mm; beff= 222 mm;nb = 6;
Ft,Ed = 283,60 kN;Fv,Ed= 40,21 kN; Nel caso di bulloni M27 Classe 10.9
Ft,Rd =330,48 kN; Fv,Rd = 183,60 kN;
La verifica a taglio-trazione secondo il D.M. 14.01.2008:

Fv , Ed
Ft , Ed

0,83
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
Per maggiori dettagli si rimanda agli elaborati grafici in allegato TAV 4.2
TAV. 4.3.

194

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

4.3.8.2 VERIFICHE DI CONTENIMENTO DEL DANNO PER GLI ELEMENTI


NON STRUTTURALI
Per il sito di riferimento nella Figura 4. 7 si riportano i parametri di
riferimento corrispondenti allo SLD.
Sia C = 0,085; H = 21,00 m; T1 = 0,83 s;
Nel caso di suolo di tipo B, si considera ss= 1,2; st = 1; =1; Cc = 1,40; Tc =
0,42 sec; Se(T1) = 0,153 g; q = 1. Si determinano le forze orizzontali
corrispondenti allo spettro elastico di progetto, cos come sopra definito:

Tabella 4. 12: Azioni orizzontali SLE


Piano
zi
wi
Fi
[m]

[t]

[kN]

21,00

284,23

598.37

17,80

284,23

507.19

14,60

284,23

416.01

11,40

284,23

324.83

8,20

284,23

233.65

5,00

284,23

142.47

Si procede alla verifica della (Eq. 4.12), per ambo i telai nelle due direzioni.
Tabella 4. 13 si riporta lesito dellanalisi statiche lineari condotte mediante
software di calcolo SAP2000.

195

Sist ema P endol ar e Int er no

Tabella 4. 13:Analisi Statica Lineare


TELAIO LONGITUDINALE TELAIO TRASVERSALE
Piano h [m] dass [m] dr [m] DRIFT dass [m] dr [m] DRIFT Limite sup
6

3.20

0.13

0.01

0.003

0.18

0.01

0.004

0.01

3.20

0.12

0.02

0.005

0.16

0.02

0.007

0.01

3.20

0.10

0.02

0.006

0.14

0.03

0.008

0.01

3.20

0.08

0.02

0.007

0.11

0.03

0.010

0.01

3.20

0.06

0.03

0.008

0.08

0.04

0.010

0.01

5.00

0.03

0.03

0.007

0.05

0.05

0.010

0.01

4.4 SISTEMA PENDOLARE INTERNO


Il sistema pendolare interno ha la funzione di vincolare spazialmente i
sistemi sismo-resistenti perimetrali, imponendo la congruenza degli
spostamenti laterali di piano, per lintera struttura. Le travi, non
diversamente, sono sottoposte a sollecitazioni taglianti e flettenti, come gi
ampiamente mostrato. Le membrature verticali invece, trasferiscono
esclusivamente azioni normali, derivanti dagli scarichi dellimpalcato,
assolvendo di fatti alla sola funzione resistente per carichi verticali.
4.4.1

Progettazione travi di impalcato


Tabella 4. 14: Azioni e profili di progetto
LUCE
[m]

PROFILO

Gk
[kN/m]

Qk
[kN/m]

FGk
[kN]

FQk
[kN]

BEAM 3-10

6,00

IPE 360

4,83

3,00

31,30

21,00

BEAM 10 -16

6,00

IPE 270

9,60

6,51

BEAM 16-22

6,00

IPE 270

9,60

6,51

BEAM 22-29

6,00

IPE 360

4,83

3,00

31,30

21,00

BEAM 4-11

6,00

IPE 300

4,68

3,00

32,72

22,50

196

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

LUCE
[m]

PROFILO

Gk
[kN/m]

Qk
[kN/m]

FGk
[kN]

FQk
[kN]

BEAM 17-23

6,00

IPE 330

7,95

6,00

13,15

11,82

BEAM 23-30
BEAM 5-12
BEAM 12-18
BEAM 18-24

6,00
6,00
6,00
6,00

IPE 300
IPE 300
IPE 330
IPE 330

4,68
4,68
7,95
7,95

3,00
3,00
6,00
6,00

32,72
32,72
13,15
13,15

22,50
22,50
11,82
11,82

BEAM 24-31
BEAM 6-13

6,00
6,00

IPE 300
IPE 360

3,00
3,00

32,72
31,30

22,50
21,00

BEAM 8-14
BEAM 14-20
BEAM 20-26
BEAM 26-34
BEAM 9-10

6,00
6,00
6,00
6,00
7,00

IPE 360
IPE 220
IPE 220
IPE 360
IPE 400

4,68
4,83
0,571
5,22
5,22
0,571
4,92

3,50
3,50
3,00

31,30
31,30
30,86

21,00
21,00
20,97

BEAM 10-11

6,00

IPE 330

0,491

26,64

18,00

BEAM 11-12

5,00

IPE 240

6,817

6,75

BEAM 13-14

7,00

IPE 400

4,92

3,00

30,86

20,97

BEAM 15-16

7,00

IPE 500

0,907

30,86

20,97

BEAM 16-17

6,00

IPE 330

0,491

26,64

18,00

BEAM 17-18

5,00

IPE 200

6,39

6,00

BEAM 18-19

6,00

IPE 330

0,491

26,64

18,00

BEAM 19-20

7,00

IPE 500

0,907

30,86

20,97

BEAM 21-22

7,00

IPE 400

4,92

3,00

30,86

20,97

BEAM 22-23

6,00

IPE 330

0,491

26,64

18,00

BEAM 23-24

5,00

IPE 240

6,817

6,75

BEAM 24-25

6,00

IPE 330

0,491

28,64

36,00

BEAM 25-26

7,00

IPE 400

4,92

3,00

30,86

20,97

197

Sist ema P endol ar e Int er no

La dettagliata procedura di calcolo proposta nellAllegato in appendice


Relazione di calcolo.
4.4.2 COLONNE: PROGETTAZIONE E VERIFICA
La progettazione delle colonne si traduce nella definizione delle sole
colonne (10;11;16;17), per maggiori dettagli si rimanda alla Figura 4. 1, di
cui sopra. Il predimensionamento viene condotto, in accordo con il D.M.
14.01.2008, secondo cui la resistenza allinstabilit di una generica asta
compressa risulta pari a :

(Eq. 4. 9 )

Il coefficiente , funzione del valore di snellezza adimensionalizzato del


generico profilo, nonch della geometria prescelta, e delle caratteristiche
dellacciaio impiegato. Le scelte progettuali intraprese, prevedono
limpiego di profili appartenenti alla classe di tipo 1 (D.M. 14.01.2008 4.2.3.1), invarianti ogni due piani successivi. I collegamenti tra elementi di
differente geometria, si realizzano in corrispondenza della mezzeria del
generico interpiano. Nelle seguenti tabelle, si riporta quanto ottenuto dalla
fase di predimensionamento.
Tabella 4. 15: Azioni e profili di progetto- Colonna 10

Colonna 10

Nsd,SLU
[kN]

Piano 6
Piano 5
Piano 4
Piano 3
Piano 2
Piano 1

404.24
808.48
1212.72
1616.96
2021.20
2425.44

198

PROFILO As profilo
cm2
HEB 200
78,08
HEB 200
78,08
HEB 240
106
HEB 240
106
HEB 360
180,6
HEB 360
180,6

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Tabella 4. 16: Azioni e profili di progetto- Colonna 11

Colonna 11

Nsd,SLU
[kN]

Piano 6
Piano 5
Piano 4
Piano 3
Piano 2
Piano 1

310,42
620,83
931,25
1241,66
1552,08
1862,49

PROFILO As profilo
cm2
HEB 160
54,25
HEB 160
54,25
HEB 220
91,04
HEB 220
91,04
HEB 300
149,10
HEB 300
149,10

Tabella 4. 17: Azioni e profili di progetto- Colonna 16

Colonna 16

Nsd,SLU
[kN]

Piano 6
Piano 5
Piano 4
Piano 3
Piano 2
Piano 1

332,43
664,86
997,29
1329,72
1662,15
1994,58

PROFILO As profilo
cm2
HEB 180
65,25
HEB 180
65,25
HEB 220
91,04
HEB 220
91,04
HEB 300
149,10
HEB 300
149,10

Tabella 4. 18: Azioni e profili di progetto- Colonna 17

Colonna 17

Nsd,SLU
[kN]

Piano 6
Piano 5
Piano 4
Piano 3
Piano 2
Piano 1

310,29
620,59
930,88
1241,18
1551,47
1861,76

199

PROFILO As profilo
cm2
HEB 160
54,25
HEB 160
54,25
HEB 220
91,04
HEB 220
91,04
HEB 300
149,10
HEB 300
149,10

Sist ema P endol ar e Int er no

Verifica alla stabilit delle membrature


Per validare la procedura di predimensionamento, in accordo con la (Eq.
4.9), si effettuano le verifiche alla stabilit delle membrature gi esaminate
Tabella 4. 19: Verifica alla stabilit Colonna 10

COLONNA 10
hitp
[m]

PROFILO

Nb,Rd
[kN]

NEd
[kN]

Piano 6

3,20

HEB 200

1,00

0,49

0,827

1,00 0,44

1153,03

404,27

Piano 5

3,20

HEB 200

1,00

0,49

0,827

1,00 0,44

1153,03

808,48

Piano 4

3,20

HEB 240

1,00

0,49

0,688

0,86 0,51

1832,61

1212,72

Piano 3

3,20

HEB 240

1,00

0,49

0,688

0,86 0,51

1832,61

1616,96

Piano 2

3,20

HEB 360

1,20

0,49

0,559

0,74 0,60

3645,86

2021,20

Piano 1

5,00

HEB 360

1,20

0,49

0,873

1,05 0,42

2534,5

2425,44

Tabella 4. 20: Verifica alla stabilit Colonna 11

COLONNA 11
hitp
[m]

PROFILO

Nb,Rd
[kN]

NEd
[kN]

Piano 6

3,20

HEB 160

1,00

0,49

1,034

Piano 5

3,20

HEB 160

1,00

0,49

1,034

1,24 0,35

642,69

310,42

1,24 0,35

642,69

620,83

Piano 4

3,20

HEB 220

1,00

0,49

0,749

0,92 0,48

1466,76

931,25

Piano 3

3,20

HEB 220

1,00

0,49

0,749

0,92 0,48

1466,76

1241,66

Piano 2

3,20

HEB 300

1,00

0,49

0,553

0,74 0,60

3033,20

1552,08

Piano 1

5,00

HEB 300

1,00

0,49

0,863

1,04 0,42

2114,95

1862,49

200

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Tabella 4. 21: Verifica alla stabilit Colonna 16

COLONNA 16
hitp
[m]

PROFILO

Nb,Rd
[kN]

NEd
[kN]

Piano 6

3,20

HEB 180

1,00

0,49

0,920

1,10 0,39

871,11

332,43

Piano 5

3,20

HEB 180

1,00

0,49

0,920

1,10 0,39

871,11

664,86

Piano 4

3,20

HEB 220

1,00

0,49

0,749

0,92 0,48

1466,76

997,29

Piano 3

3,20

HEB 220

1,00

0,49

0,749

0,92 0,48

1466,76

1329,72

Piano 2

3,20

HEB 300

1,00

0,49

0,553

0,74 0,60

3033,20

1662,15

Piano 1

5,00

HEB 300

1,00

0,49

0,863

1,04 0,42

2114,95

1994,58

Tabella 4. 22: Verifica alla stabilit Colonna 17

COLONNA 17
hitp
[m]

PROFILO

Piano 6

3,20

HEB 160

1,00

0,49

1,034

Piano 5

3,20

HEB 160

1,00

0,49

Piano 4

3,20

HEB 220

1,00

Piano 3

3,20

HEB 220

1,00

Piano 2

3,20

HEB 300

Piano 1

5,00

HEB 300

4.4.3

Nb,Rd
[kN]

NEd
[kN]

1,24 0,35

642,69

310,29

1,034

1,24 0,35

642,69

620,59

0,49

0,749

0,92 0,48

1466,76

930,88

0,49

0,749

0,92 0,48

1466,76

1241,18

1,00

0,49

0,553

0,74 0,60

3033,20

1551,47

1,00

0,49

0,863

1,04 0,42

2114,95

1861,76

Unioni Bullonate: Progettazione e Verifica

Nota la geometria del sistema, si propongono qui di seguito i citeri di


progettazione dei collegamenti tra membrature orizzontali e verticali.
Trattasi di collegamenti a cerniera, in particolare:
-

Unioni Trave Trave

Unioni Trave Colonna

201

Sist ema P endol ar e Int er no

Unioni Trave Trave : IPE 300 IPE 360


Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 360) e trave secondaria
(IPE 300), a completo ripristino di resistenza. In particolare, lunione
affidata a squadrette danima, bullonate sulle membrature adiacenti, come
mostrato in Figura 4. 15.
VISTA LONGITUDINALE

VISTA TRASVERSALE

Figura 4. 15: Unioni con squadrette danima


I bulloni posti sullanima della trave secondaria (IPE 300), sono progettati

per un valore di taglio pari a :

= 121,41 kN

( Eq. 4. 10)

Sia l = 7,00 m, luce della trave secondaria e Mpl,b = 212,46 kNm il momento
plastico della medesima trave, per un acciaio strutturale S355.
Secondo quanto prescritto dal D.M. 14.01.2008, la resistenza di calcolo a
taglio dei bulloni di classe 4.6, 5.6 e 8.8 data dalla relazione:
(Eq. 4. 11)

Da tale relazione, si ricava larea resistente per la bullonatura, per i due


piani di taglio che interessano il gambo dellelemento di connessione, in
tale caso.
Ares = 158,08 mm2
202

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Si adottano 3 bulloni M18 di classe 8.8, con una Atot = 576 mm2.
I bulloni posti sullanima della trave principale (IPE 360), invero, sono
sollecitati a taglio e flessione, per effetto delleccentricit{ e, che i bulloni
posti sulla trave secondaria, presentano rispetto allasse della membratura.
Le azioni di progetto risultano:
VISTA FRONTALE

VISTA LATERALE

Figura 4. 16: Meccanismo di trasferimento delle azioni per bulloni di


estremit
20,23 kN

(Eq. 4.

12)
Sia M = Vd,1 e = 121,41 30 = 3035,13 kNmm
H

15,18 kN

(Eq. 4.

13)
La risultante delle azioni V ed H pari a:

R = 25,29 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 180 mm ( vedi allegati Tav.
4.1). In accordo con il D.M. 14.01.2008, nel caso di unioni soggette a taglio

203

Sist ema P endol ar e Int er no

e/o trazione, la resistenza di calcolo a rifollamento del piatto dellunione


assunta pari:

81,60 kN

(Eq. 4.

14)
Effettuiamo una verifica a rifollamento sullanima della trave:

72,42 kN

(Eq. 4.

15)
In ambo i casi la resistenza a rifollamento del piatto dellunione,

superiore al valore dellazione risultante R, come precedentemente


individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni data:

= 123,38 kN

N u,Rd

(Eq. 4. 16)

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA per MECCANISMO DI COLLASSO BLOCK TEARING
In accordo con l EC3, si effettua la verifica per meccanismo di collasso di
tipo block - tearing [1]. La resistenza a rottura, a vantaggio di sicurezza, in
tale circostanza viene definita come:
(Eq. 4.17)
A v,eff =tL v,eff
L v,eff = min [L 3 ; (L v +L 1 +L 2 )]
L 1 = min [a 1 ; (5d)]
L 2 = (a2 k d 0,t )

(Eq. 4.18)
(Eq. 4.19)
(Eq. 4. 20)
(Eq. 4.21)

L 3 = min [(L v +a 1 +a 3 ); (L v +a 1 +a 3 -n d0,v)

204

(Eq. 4.22)

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Sia a1 = 50,5 mm; a2 = 38 mm; a3 = 50,5 mm;


Lv = 120,0 mm; L1 =50,5 mm; L2 = 23,63 mm; L3 = 221,0 mm;
Lv,eff = 194,13 mm; Av,eff =1553,07 mm2;
Veff,Rd = 303,16 kN;
Meccanismo a)

Meccanismo b)

Figura 4. 17: Meccanismi block tearing


La verifica per meccanismo block-tearing pu ritenersi soddisfatta, in

quanto Veff,Rd >T.


VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI SULLANIMA DELLA
TRAVE PRINCIPALE
I bulloni collocati in corrispondenza dellanima della trave principale, sono
interessati da un meccanismo flettente, per leffetto combinato di taglio e
trazione. Il gambo di suddetti elementi lavorano su ununica sezione
resistente, a differenza dei bulloni adiacenti. Sulla scorta di tale
considerazione, si effettua la verifica secondo il DM 14.01.2008, adottando
la seguente formula di interazione lineare:

Fv , Ed
Ft , Ed

1
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd

(Eq. 4. 23)

205

Sist ema P endol ar e Int er no

La valutazione delle sollecitazioni di taglio e flessione nel piano


dellangolare viene effettuata in campo elastico, invocando il principio di
conservazione delle sezioni piane. Imponendo le seguenti condizioni, si
determina la posizione dellasse neutro per la sezione reagente, costituita
dai bulloni in trazione e dallarea resistente del piatto.

Figura 4. 18: Meccanismo di trasferimento dellazione flettente, per


unione sollecitata a taglio trazione

Sn 0
B x 2 Abi ( yi x)
2

n
n

Abi Abi 4 B Abi yi


nb1
nb1
nb1

x
2B
n

(Eq. 4. 24)

Linerzia della sezione reagente data dalla:

In 2 B

n
x3
Abi ( yi x) 2
3 nb1

( Eq. 4. 25)

Il massimo sforzo di trazione, nel caso di bullone pi sollecitato risulta :

Ft , sd

M Abi ( y max x)
In

( Eq. 4. 26)

206

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

Per tali bulloni, si considera uneccentricit{ e = 30,00 mm, le azioni di


progetto risultano, dalle (Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 40, 47 kN;
H = 30,35 kN per amax = 60,00 m e M = 3642,16 kNmm;
La risultante delle azioni R = 50,59 kN
Sia B = 60 mm, nello specifico caso, per la (Eq. 4.23) e la (Eq. 4.24):
x =33,31 mm; In = 470,98 cm4;
Secondo la (Eq. 4.22), si ricava il valore dellazione di trazione massima
agente sul collegamento:
Ft,sd = 17, 33 kN.
Essendo Fv,sd = 40,47 kN; Ft,Rd = 110,59 kN; Fv,Rd =73,73 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,66
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
Lallegato in appendice Relazione di Calcolo, riporta in sintesi lesito dei
risultati ottenuti per la progettazione di collegamenti della medesima
tipologia. Inoltre per chiarezza di esposizione si rimanda allelaborato
grafico in allegato Tav. 4.1

207

B ibl io g raf ia

4.5 Bibliografia
[1]Mazzolani F.M., Piluso V., 1997. Plastic design of seismic resistant steel
frames. Earthquake Engineering and Structural Dynamics, Vol.26, pagg. 7381.
[1] Min.LL.PP D.M 14.01.2008 . N.T.C. - Norme Tecniche per le Costruzioni.
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana,29.
[2] CNR UNI 10011, Giugno 1988: Costruzioni di acciaio Istruzioni per il
calcolo, lesecuzione, il collaudo e la manutenzione.
[3] Hi Bond. Manuale Tecnico. Metecno Industrie S.p.A.
[4] CEN (2005): EN 1993-1-1:2005. Eurocode 3: Design of steel structures.
Part 1: General rules and rules for buildings, Comit Europen de
Normalisation, CEN/TC 250.
[5] Faella, C., Piluso, V. Rizzano, G., 1998b. Experimental Analysis of Bolted
Connections: snug versus preloaded bolts. Journal of Structural Engineering,
124 (7), pagg. 765-74.
[6] CEN (2003): EN 1993-1-8:2003. Eurocode 3: Design of steel
structures. Part 1-8: Design of joints, Comit Europen de Normalisation,
CEN/TC 250.
[7] Faella, C., Piluso, V. & Rizzano, G., 2000. Structural Steel Semi-Rigid
Connections. Boca Raton: CRC Press.
[8] Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance Part 1:
General rules, seismic actions and rules for buildings.
[9] Montuori, R., Piluso, V., Troisi, M., 2013. Multi-Scale Innovation in MRFrames for Free From Damage Structures. XV Convegno ANIDIS, Padova
2013.

208

Progettazione di un Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di dissipazione


supplementare

[10] Longo A., Montuori, R., Nastri E., Piluso, V., 2013. The Strategy of Plastic
Mechanism Control for a Rational Use of High Strenght Steel in MR-Frames.
XV Convegno ANIDIS, Padova 2013.
[11] Latour, M., 2011. Theoretical and Experimental Analysis of Partial
Strenght Dissipative Joints in Steel Moment Resisting Frames. Phd. Thesis,
Universit degli Studi di Salerno.
[12] Mazzolani, F. M., Piluso, V.: Theory and Design of Seismic Resistant
Steel Frames, EFN Spon, an imprint of Chapman Hall, 1st ed., 1996.
[13] Ratner, S. & Sokolskaya, V., 1956. The Influence of the Hardness of
Rubber on its Coefficient of Static Friction without Lubrication. Rubber
Chem. Technol., 29, pp.829-33.

209

CAPITOLO 5
Analisi della risposta sismica
Nel seguente capitolo si riporta lesito delle procedure di analisi atte ad
indagare la risposta sismica delledificio multipiano, gi oggetto di una
mirata progettazione al precedente capitolo.
Il comportamento post-elastico della struttura progettata, viene esaminato
mediante analisi statiche non lineari ed analisi dinamiche non lineari,
avvalendosi del software di calcolo strutturale SAP2000. Tale approccio,
consente di validare laccuratezza dellalgoritmo di progettazione, come
precedentemente impiegato.

5.1

Modello di Analisi

Ai fini di tale analisi si rimanda al modello dei carichi gi precisato nel


capitolo precedente. Dal punto di vista meccanico, necessario fare
ulteriori precisazioni: il comportamento post-elastico del sistema, viene
esaminato mediante membrature a plasticit concentrata: di fatti
allestremit degli elementi trave e/o colonna vengono assegnate cerniere
plastiche. Ogni cerniera plastica, caratterizzata mediante legame
costitutivo Momento Rotazione, di tipo rigido plastico, considerando
come soglia ultima di plasticizzazione un valore Mj,Rd = 0,9 Mp,b, dove Mp,b
il momento plastico della trave propria del collegamento. In particolare,
per le cerniere plastiche in corrispondenza delle colonne si ulteriormente
portato in conto linterazione tra sforzo normale e momento flettente;
210

Analisi della risposta sismica

diversamente per le colonne alla base, per cui ugualmente sono stati
predisposti sistemi di dissipazione supplementare, non si tiene in conto
tale interazione, in quanto lo sforzo assiale viene direttamente assorbito
dalla cerniere a perno previste per il corretto funzionamento del
dispositivo; ai dissipatori ad attrito demandato il solo compito di
trasferire il momento flettente. Al fine di scongiurare i meccanismi di
instabilit per le membrature compresse, il modello ha tenuto conto anche
di cerniere plastiche di tipo assiale, atte a monitorare effetti indesiderati
durante

le

analisi

evolutive

di

seguito

condotte,

assegnate

in

corrispondenza della mezzeria delle membrature verticali per ogni piano.


Per gli elementi di controvento, non pre-posti alla dissipazione dellenergia,
il comportamento post-elastico, viene modellato mediante cerniere a fibre.
Unimperfezione geometrica equivalente, viene assegnata nella mezzeria
dellelemento di controvento, per tenere in conto il comportamento postcritico

della

diagonale

trazione e compressione [21]. Lentit{ di tale imperfezione, stata


calibrata, al fine di ottenere per lasta, una resistenza allinstabilit{, in
accordo con le prescrizioni normative [22].

5.2

Analisi statiche non lineari

Nellambito dellanalisi statica non lineare, o analisi di tipo Push-Over, i


sistemi sismo-resistenti individuati in ciascuna delle due direzioni, sono
sollecitati

mediante

forze

orizzontali

di

piano,

progressivamente

incrementate fino al raggiungimento dello spostamento di progetto assunto

211

A nal is i statich e no n l inea r i

quale ud = 0,04 21,00 = 0,84 m. Lanalisi, viene di fatti condotta in


controllo di spostamento, considerando la non linearit geometrica e
meccanica del sistema, caricato mediante una distribuzione di forze, affini
al primo modo di vibrazione della struttura, gi impiegate nella procedura
di progettazione a collasso controllato ( 4.3.3.2 Applicazione a Caso di
Studio ). La risposta del complesso strutturale viene investigata mediante
una curva di capacit, che mostra, per ogni step di carico, la dipendenza tra
il tagliante alla base del sistema in esame, e il corrispondente valore di
spostamento del punto di controllo, assunto in questo particolare caso, in
corrispondenza dellultimo impalcato, laddove gi{ applicata lazione
orizzontale. La Figura 5. 1 mostra lesito di tali analisi, per il telaio nella
direzione longitudinale, riportando la curva di pushover statica, e le curve
di equilibrio del meccanismo, corrispondente al meccanismo di tipo
globale, di equazione laddove lo spostamento laterale
della struttura, in corrispondenza del punto di controllo selezionato,
espresso in metri. La pendenza del tratto di softening della curva di
Pushover Statica, risulta di fatti affine alla pendenza della curva di
equilibrio del meccanismo, consentendo una prima validazione della
metodologia di progetto. Nella Figura 5. 2, riportata la distribuzione delle
cerniere plastiche allestremit{ delle travi, e alla base delle colonne. La
variabile cromatica, ha lo scopo di mettere in evidenza il grado di
attivazione dei corrispondenti dissipatori ad attrito, al raggiungimento
dello spostamento di progetto. Si osserva che le cerniere allinstabilit{, in
corrispondenza delle colonne ai piani successivi, e le cerniere a fibre poste

212

Analisi della risposta sismica

nella mezzeria delle diagonali di controvento, non sono interessata da


alcuna escursione plastica.
ud

Tagliante alla base [kN]

1400
1200
1000
800
600
400
Curva di Equilibrio del
Meccanismo

200
0

0,2

0,4

0,6

Spostamento [m]

0,8

Figura 5. 1: Telaio longitudinale - Analisi Statica Non Lineare

LEGAME RIGIDO
PLASTICO
p < 0,04 rad
p > 0,04 rad

Figura 5. 2: Telaio longitudinale - Distribuzione delle cerniere plastiche


in corrispondenza dello spostamento di progetto

213

A nal is i statich e no n l inea r i

ud

Tagliante alla base [kN]

1800
1600
1400
1200
1000
800
600
Curva di Equilibrio del
Meccanismo
Curva di Pushover
Statica

400
200
0

0,2

0,4

0,6

Spostamento [m]

0,8

Figura 5. 3: Telaio trasversale Analisi Statica Non Lineare

LEGAME RIGIDO
PLASTICO
p < 0,04 rad
p > 0,04 rad

Figura 5. 4: Telaio trasversale - Attivazione delle cerniere plastiche in


corrispondenza dello spostamento di progetto

214

Analisi della risposta sismica

La Figura 5. 3, mostra lesito delle analisi, per il telaio nella direzione


trasversale. In tal caso la curva di equilibrio del meccanismo, descritta
dallequazione Ancora la pendenza del tratto di softening
della curva di Pushover Statica, risulta compatibile, con la pendenza
degradante della curva di equilibrio del meccanismo. Valgono per la Figura
5. 4, analoghe osservazioni rispetto al caso precedente.

5.3

Analisi Dinamiche non lineari

Le prestazioni del sistema strutturale, cos concepito, sono state investigate


mediante analisi dinamiche non lineari (IDA), sottoponendo la struttura a
differenti registrazioni accelerometriche. In particolare, al fine di limitare la
variabilit della risposta sismica del sistema, stato considerato un set di
accelerogrammi reali, opportunamente selezionati dal database del Pacific
Earthquake Engeneering Research Center (PEER), scalati per differenti
livelli di intensit, in funzione della pericolosit del sito di riferimento.
Per ciascun terremoto considerato, sia Sa(T), laccelerazione spettrale,
funzione del periodo fondamentale di vibrazione della struttura, e PGA il
valore di picco del generico accelerogramma; si determina il fattore di
scala, amplificando il rapporto Sa(T)/PGA per valori di ag, corrispondenti a
crescenti livelli di pericolosit sismica [23]. In particolare, per edificio
destinato ad affollamenti significativi, con vita nominale pari a 50 anni, sito
in Reggio Calabria Italia (Lat. 38.11130060 Long. 15.64729140), i
parametri di pericolosit risultano:

215

Conclusioni

Figura 5. 5: Estratto Edilus MS (Acca Software)


Tale procedura, a parit di numero di analisi, consente di ridurre

ulteriormente lincertezza della risposta sismica, perche di fatti


condizionata dai parametri dinamici del sistema [24].
Nel caso di specie, le analisi sono state condotte, sino a raggiungere, in
prossimit dei collegamenti trave colonna, una soglia plastica rotazionale,
pari al 4%.
5.3.1 TELAIO LONGITUDINALE
Per il telaio longitudinale lanalisi modale effettuata mediate SAP2000,
restituisce un periodo fondamentale di vibrazione T1 =1,79 secondi. Si
riportano in Tabella 5. 3, i dati riferiti agli accelerogrammi selezionati.
Si precisa che la selezione degli accelerogrammi [25], stata effettuata sulla
scorta dei parametri di pericolosit sismica, per il sito in esame; in Figura 5.
6, si osserva che lordinata spettrale media nonch la forma spettrale,
risulta compatibile con lo spettro di progetto[26] (SUOLO TIPO B - PGA =
0,383 g), in un ampio intervallo di periodi.

216

Analisi della risposta sismica

Tabella 5. 3: Dati Accelerogrammi


DURATA

0,098

PGA
[g]
0,166

[sec]
29,99

Step
Reg.
0,01

A-HMC180

0,020

0,150

39,99

0,01

23/11/1980

A-CTR000

0,166

0,132

35,80

0,0024

16/01/1995

KAK000

0,260

0,250

40,95

0,01

12/07/1978

SBA132

0,0331

0,102

12,57

0,01

12/07/1988

GUK000

0,120

0,199

19,89

0,01

09/06/1980

CHI102

0,179

0,150

26,91

0,01

TERREMOTO

DATA

COMPONENTE

Coalinga

02/05/1983

H-SCN045

Helena

31/10/1938

Irpinia
Kobe
Santa
Barbara
Spitak,
Armenia
Victoria
Mexico

[g]

Sa [g]

7,00

Sa(T1)

6,00

COALINGA
IRPINIA - Calitri
KOBE - KAKOGAWA
SPITAK ARMENIA
VICTORIA MEXICO
HELENA
SANTA BARBARA
Average spectrum
NTC 2008 Spectrum

5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
T1=1,77

0,00
0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

T [s]

2,50

3,00

3,50

4,00

Figura 5. 6: Spettri di risposta dei Terremoti considerati

Lanalisi dei dati ottenuti, consente di individuare parametri utili, al fine di


effettuare, una stima del danno (DAMAGE MEASURE DM), in
217

Conclusioni
corrispondenza delle membrature strutturali, che risulti funzione
dellintensit{ sismica (INTENSITY MEASURE IM)[27] pre-fissata,
restituendo curve IDA tali che DM = f(IM).
In particolare, ai fini della trattazione si impiegano i seguenti parametri
DM:
-

Maximum Interstorey Drift Ratio (MIDR): Massimo drift di


piano, valutato nel generico istante di tempo, per la particolare
registrazione accelerometrica considerata

Maximum Required Device Stroke: Massima corsa sperimentata,


dal dispositivo dissipatore, funzione della rotazione plastica
massima raggiunta, nel generico istante, per lintervallo di
riferimento.

Maximum Required Base Stroke: Massima corsa sperimentata


dal dispositivo dissipatore posto alla base, funzione della rotazione
plastica massima registrata nel generico istante, per lintervallo di
riferimento.

Ancora si adotta quale parametro IM, il valore dellaccelerazione spettrale


Sa(T), che in fase di anali, risultato statisticamente pi stabile, ed
efficiente.
Il sistema, sottoposto ai differenti accelerogrammi, restituisce risposte
dissimili, e non prevedibili aprioristicamente, dato il numero di variabili in
gioco.
Sia X =x1, , xi,, xn, linsieme dei valori assunti dalla variabile discreta x,
parimenti realizzabili, si definisce valore atteso di X, la quantit:

218

Analisi della risposta sismica

E(X) =
Nel caso di specie, linsieme delle variabili aleatorie da portare in conto
nellanalisi, costituito dai valori estrapolati per la stima del danno DM, e
dai valori pre-fissati per la valutazione dellintensit{ sismica IM. E possibile
operare dualmente, procedendo alla determinazione delle seguenti
funzioni:
-

E[DM|IM]: valore atteso della misura del danno, per un dato livello
dintensit{ sismica.

E[IM|DM]: valore atteso dellintensit{ sismica per un dato livello di


danno.

Nel caso di specie, (Figura 5. 7) si osserva qualitativamente che a partire


dal valore di Sa(T1), corrispondente allo stato limite 2,0 SLC, , si registrano
incrementi repentini di MIDR: gli spostamenti laterali della struttura, si
sovrappongono velocemente per piccoli incrementi dellordinata spettrale,
segnalando di fatti un fenomeno dinstabilit{ dinamica.
Per un valore di accelerazione spettrale Sa (T1) = 0,622 g, si raggiunge il
livello di MIDR atteso pari al 4%.
Il valore di accelerazione spettrale, corrispondente allo stato limite SLV
pari a 0,235g. Il rapporto dei due contributi restituisce un fattore di
amplificazione FA =0,622/0,235 = 2,65. Operando dualmente, il fenomeno
dellinstabilit{ dinamica risulta di fatti attenuato; il pre-fissato limite di
MIDR pari al 4%, si ottiene per un valore di accelerazione spettrale Sa (T1)
= 0,801 g; sia FA = 0,801/0,235 = 3,41.

219

4.0 SLC

3.5 SLC

3.0 SLC

0,05

2.5 SLC

1.5 SLC

SLC

SLV

SLD

SLO

Maximum Interstorey Drif Ratio

0,06

2.0 SLC

Conclusioni

LIMIT INTERSTOREY
DRIFT RATIO

0,04
0,03

Kobe - Kakogawa
Coalinga

0,02

Helena
Irpinia - Calitri
Santa Barbara

0,01

Spitak - Armenia
Victoria - Mexico
E[MIDR|Sa(T1)]

0
0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,2

1,4

1,6

Sa (T1)/g

4.0 SLC

3.5 SLC

3.0 SLC

2.5 SLC

2.0 SLC

SLC

SLV

SLD

SLO

Maximum Interstorey Drif Ratio

0,05

1.5 SLC

Figura 5. 7: E[MIDR| Sa(T 1 )]


0,06

LIMIT INTERSTOREY
DRIFT RATIO

0,04

0,03

Coalinga
Helena
Irpinia - Calitri

0,02

Kobe - Kakogawa
Santa Barbara
Spitak - Armenia

0,01

Victoria - Mexico
E[Sa(T1)|MIDR]

0
0

0,2

0,4

0,6

0,8

Sa (T1)/g

Figura 5. 8: E[Sa(T 1 )|MIDR]

220

1,2

1,4

1,6

Analisi della risposta sismica

Da suddette osservazioni, si deduce che il telaio in esame, possiede una


capacit{ di risposta, intermedia ai casi limite considerati pocanzi, ma
chiaramente superiore, a quella strettamente richiesta dai codici attuali di
progettazione.
Ancora, analizzando i risultati in termini Maximum Required Stroke,
(Figura 5. 9) si osserva, ugualmente il fenomeno dellinstabilit{ dinamica, in
corrispondenza di uno stato limite 2,0 SLC. Per un valore di accelerazione
spettrale Sa (T1) = 0,622 g, si raggiunge il limite, di corsa del dispositivo
pari a (0,04 x 330) = 13,20 mm.

4.0 SLC

3.5 SLC

3.0 SLC

2.5 SLC

2.0 SLC

10

1.5 SLC

12

SLD
SLV
SLC

14
SLO

Maximum Required Stroke [mm]

16
ULTIMATE DEVICE
STROKE

Helena
Kobe - Kakogawa

Coalinga
Irpinia - Calitri

Santa Barbara
Spitak - Armenia

Victoria Mexico
[Stroke|Sa(T1)]

0
0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

1,80

2,00

Sa (T1)/g
Figura 5. 9: E[Stroke| Sa(T 1 )]
Al raggiungimento del valore di soglia, i bulloni si portano a contatto con il

limite fisico dellasola, inducendo un nuovo meccanismo resistente, quale il


rifollamento dellasola stessa. FA = 2,65.
221

Conclusioni
Ai fini della rappresentazione riportata in Figura 5. 10, il pre-fissato limite
della corsa del dispositivo, pari a 14,4 mm, si ottiene per un valore di
accelerazione spettrale Sa (T1) = 0,932 g; sia FA = 0,932/0,235 = 3,97.
Valgono le osservazioni gi fatte per i casi precedenti, laddove il sistema
strutturale in esame, esibisce prestazioni nettamente superiori, alle

14

4.0 SLC

3.5 SLC

3.0 SLC

2.0 SLC

16

1.5 SLC

SLC

18

SLO
SLD
SLV

Maximum Required Stroke [mm]

20

2.5 SLC

prestazioni minime prescritte da normativa.

ULTIMATE DEVICE STROKE

12
Helena

10

Kobe - Kakogawa

Coalinga
Irpinia - Calitri

Santa Barbara

Spitak - Armenia
Victoria Mexico

2
0
0,00

E[Sa(T1)|Stroke]

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00 1,20 1,40


Sa (T1)/g

1,60

1,80

2,00

2,20

2,40

Figura 5. 10: E[Sa(T 1 )|Stroke]


Per quanto riguarda, la corsa del dispositivo alla base, per un valore di

accelerazione spettrale Sa (T1) = 0,932 g, si raggiunge il limite, di corsa del


dispositivo pari a (0,04 x 1625) = 65,00 mm. Sia FA = 0,932/0,235 = 3,97.

222

Analisi della risposta sismica


70

8.0 SLC

7.0 SLC

6.0 SLC

4.0 SLC

3.0 SLC

5.0 SLC

50

3.5 SLC

2.0 SLC
2.5 SLC

SLC

1.5 SLC

SLO
SLD
SLV

Maximum Required Stroke

60

ULTIMATE DEVICE STROKE

40
Spitak - Armenia
Coalinga
Helena
Irpinia - Calitri
Kobe - Kakogawa
Santa Barbara
Victoria Mexico
E[Stroke|Sa(T1)]

30
20
10
0
0

0,5

1,5

2,5

Sa (T1)/g
Figura 5. 11: : E[Base Stroke| Sa(T 1 )]

8.0 SLC

7.0 SLC

6.0 SLC

4.0 SLC

5.0 SLC

50

3.5 SLC

3.0 SLC

2.5 SLC

2.0 SLC

1.5 SLC

SLC

60

ULTIMATE DEVICE STROKE

SLO
SLD
SLV

Maximum Required Stroke [mm]

70

40
Spitak - Armenia
Coalinga

30

Helena
Irpinia - Calitri

20

Kobe - Kakogawa
Santa Barbara

10

Victoria Mexico
E[Sa(T1)|Stroke]

0
0

0,5

1,5

Sa (T1)/g
Figura 5. 12: E[ Sa(T 1 )|Base Stroke]

223

2,5

Conclusioni
Ai fini della rappresentazione riportata in Figura 5. 12, il pre-fissato limite
della corsa del dispositivo, pari a 65,00 mm, si ottiene per un valore di
accelerazione spettrale Sa (T1) = 1,33 g; sia FA = 1,33/0,235 = 5,66.
Lentit{ elevata dei fattori di amplificazione, imputabile alla successiva
attivazione dei dispositivi alla base, rispetto ai dissipatori installati in
corrispondenza dei collegamenti trave colonna; a parit di tempo,
necessario amplificare ulteriormente lintensit{ sismica, per ottenere valori
di rotazione plastica, almeno pari al valore limite (0,04 rad), assunto in fase
di progetto.
5.3.2 TELAIO TRASVERSALE
Per il telaio trasversale lanalisi modale effettuata mediate SAP2000,
restituisce un periodo fondamentale di vibrazione T2 =1,94 secondi. Si
riportano in Tabella 5. 4, i dati riferiti agli accelerogrammi selezionati.
Tabella 5. 4: Dati Accelerogrammi
DURATA

0,108

PGA
[g]
0,166

[sec]
29,99

Step
Reg.
0,01

A-HMC180

0,020

0,150

39,99

0,01

23/11/1980

A-CTR000

0,148

0,132

35,80

0,0024

16/01/1995

KAK000

0,230

0,250

40,95

0,01

12/07/1978

SBA132

0,0333

0,102

12,57

0,01

12/07/1988

GUK000

0,096

0,199

19,89

0,01

09/06/1980

CHI102

0,159

0,150

26,91

0,01

TERREMOTO

DATA

COMPONENTE

Coalinga

02/05/1983

H-SCN045

Helena

31/10/1938

Irpinia
Kobe
Santa
Barbara
Spitak,
Armenia
Victoria
Mexico

224

Sa(T1)
[g]

Analisi della risposta sismica

Ugualmente, in Figura 5. 13, si osserva la spettro-compatibilit esistente,


tra gli spettri dei differenti terremoti selezionati, e lo spettro di progetto,
come definito dalle Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2008. In
particolare in Figura 5. 9, tali curve, rappresentative della risposta globale
del sistema, presentano un andamento qualitativamente stabile. Per un
valore di accelerazione spettrale Sa (T1) = 0,833 g, si raggiunge il livello di
MIDR atteso pari al 4%.

Sa [g]

7,00
6,00

COALINGA
HELENA
IRPINIA - Calitri
KOBE - KAKOGAWA

5,00

SANTA BARBARA

4,00

SPITAK ARMENIA
VICTORIA MEXICO

3,00

NTC 2008 Spectrum


Average spectrum

2,00
1,00

T [s]

T1=1,94
0,00
0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

Figura 5. 13: Spettri di risposta dei Terremoti considerati

225

4,00

4.0 SLC

3.5 SLC

2.5 SLC

2.0 SLC

0,04

1.5 SLC

SLV

SLC

Maximum Interstorey Drif

0,05

SLO
SLD

0,05

3.0 SLC

Conclusioni

LIMIT INTERSTOREY DRIFT RATIO

0,04
0,03

Coalinga

0,03

Helena

0,02

Irpinia - Calitri
Kobe - Kakogawa

0,02

Santa Barbara

0,01

Spitak - Armenia
Victoria - Mexico

0,01

E[Sa(T1)|MIDR]

0,00
0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,2

1,4

1,6

Sa (T1)/g
Figura 5. 14: E[Sa(T 1 )|MIDR]
4.0 SLC

3.5 SLC

3.0 SLC

2.5 SLC

2.0 SLC

1.5 SLC

0,04

SLC

SLD
SLV

0,05

SLO

Maximum Interstorey Drif Ratio

0,05

LIMIT INTERSTOREY DRIFT RATIO

0,04
0,03
Coalinga

0,03

Helena

0,02

Irpinia - Calitri

0,02

Kobe - Kakogawa
Santa Barbara

0,01

Spitak - Armenia

0,01

Victoria - Mexico
E[Sa(T1)|MIDR]

0,00
0

0,2

0,4

0,6

0,8

Sa (T1)/g

Figura 5. 15: E[MIDR| Sa(T 1 )]

226

1,2

1,4

1,6

Analisi della risposta sismica

Il valore di accelerazione spettrale, corrispondente allo stato limite SLV


pari a 0,213g. Il rapporto dei due contributi restituisce un fattore di
amplificazione FA =0,833/0,213 = 3,91. Operando dualmente (Figura 5.
15), il pre-fissato limite di MIDR pari al 4%, si ottiene per un valore di
accelerazione spettrale Sa (T1) = 0,801 g; sia FA = 0,855/0,213 = 4,01.
Da suddette osservazioni, si deduce che il telaio in esame, possiede una
capacit di risposta, nettamente superiore, a quella strettamente richiesta
dai codici attuali di progettazione.
Ancora, analizzando i risultati in termini Maximum Required Stroke,
(Figura 5. 16) , per un valore di accelerazione spettrale Sa (T1) = 1,02 g, si
raggiunge il limite, di corsa del dispositivo pari a (0,04 x 360) = 14,4 mm.
Sia FA = 1,02/0,213 = 4,41. Ai fini della rappresentazione riportata in
Figura 5. 17, il pre-fissato limite della corsa del dispositivo, pari a 14,4 mm,
si ottiene per un valore di accelerazione spettrale Sa (T1) = 1,05 g; sia FA
= 1,05/0,213 = 4,93. Valgono le osservazioni gi fatte per i casi precedenti,
laddove il sistema strutturale in esame, esibisce prestazioni nettamente
superiori, alle prestazioni minime prescritte da normativa. Per quanto
riguarda, la corsa del dispositivo alla base, per un valore di accelerazione
spettrale Sa (T1) = 1,10 g, si raggiunge il limite, di corsa del dispositivo pari
a (0,04 x 1830) = 73,20 mm. Sia FA = 1,10/0,213 = 5,16. Ai fini della
rappresentazione riportata in Figura 5. 17, il pre-fissato limite della corsa
del dispositivo, pari a 73,20 mm, si ottiene per un valore di accelerazione
spettrale Sa (T1) = 1,15 g; sia FA = 1,15/0,213 = 5,39.

227

4.0 SLC

3.5 SLC

3.0 SLC

2.5 SLC

SLC

16

2.0 SLC

Maximum Required Stroke [mm]

18

SLO
SLD
SLV

20

1.5 SLC

Conclusioni

ULTIMATE DEVICE STROKE

14
12

Coalinga

10

Helena

Irpinia - Calitri
Kobe - Kakogawa

Santa Barbara

Spitak - Armenia
Victoria Mexico

E[Sa(T1)|Stroke]

0
0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

1,80

2,00

2,20

Sa (T1)/g
Figura 5. 16: E[Sa(T 1 )|Stroke]

3.5
SLC
4.0 SLC

3.0 SLC

2.5 SLC

10

2.0 SLC

1.5 SLC

SLC

12,5

SLO
SLD
SLV

Maximum Required Stroke [mm]

15
ULTIMATE DEVICE
STROKE

7,5
Coalinga
Helena
Irpinia - Calitri
Kobe - Kakogawa
Santa Barbara
Spitak - Armenia
Victoria Mexico
E[Stroke|Sa(T1)]

5
2,5
0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,2

1,4

1,6

Sa (T1)/g

Figura 5. 17: E[Stroke| Sa(T 1 )]

228

1,8

2,2

4.0 SLC

3.5 SLC

3.0 SLC

2.0 SLC

60

SLV
SLC
1.5 SLC

SLO
SLD

Maximum Required Stroke [mm]

75

2.5 SLC

Analisi della risposta sismica

ULTIMATE DEVICE STROKE

45
Spitak - Armenia
Coalinga
Helena
Irpinia - Calitri
Kobe - Kakogawa
Santa Barbara
Victoria Mexico
E[BaseStroke|Sa(T1)]

30
15
0
0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00 1,20
Sa (T1)/g

1,40

1,60

1,80

2,00

2,20

Figura 5. 18: E[Sa(T 1 )|Base Stroke]


75

4.0 SLC

3.5 SLC

2.0 SLC
2.5
SLC
3.0
SLC

1.5 SLC

SLC

SLV

SLD

60

SLO

Maximum Required Stroke [mm]

ULTIMATE DEVICE STROKE

45
Spitak - Armenia
Coalinga
Helena
Irpinia - Calitri
Kobe - Kakogawa
Santa Barbara
Victoria Mexico
E[Sa(T1)|BaseStroke]

30

15

0
0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

Sa (T1)/g

Figura 5. 19: E[ Sa(T 1 )|Base Stroke]

229

1,80

2,00

2,20

Conclusioni
Si registra, in tal caso una maggiore compatibilit, tra i valori attesi,
rispettivamente a parit{ dintensit{ sismica e di misura del danno. Lo
scarto dei fattori di amplificazione, nel caso del MIDR e nel caso di
Maximum Required Stroke oscilla in un range compreso tra 2-10%,
ritenuto sufficientemente accettabile, sulla scorta della variabili aleatorie in
gioco.

5.4

Bibliografia

[1]Georgescu, D., Toma, C., Gosa, O., 1991. Post-critical Behaviour of K


Braced Frames. Journal of Construct Steel Research, Vol.21.
[2] CEN (2005): EN 1993-1-1:2005. Eurocode 3: Design of steel structures.
Part 1: General rules and rules for buildings, Comit Europen de
Normalisation, CEN/TC 250.
[3] Min.LL.PP D.M 14.01.2008 . N.T.C. - Norme Tecniche per le Costruzioin.
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana,29.
[4] CEN, European Commitee for Standadisation (2003). Eurocode 8 Design Provisions for Earthquake Resistance of Structures, Part 1.1: General
rules, seismic actions and rules for buildings. PrEN1998-1
[5] C.S.LL.PP 02.02.2009 n617. Circolare del Consiglio Superiore del Lavori
Pubblici: Istruzioni per l'applicazione delle "Nuove norme tecniche per le
costruzioni" D.M. 14.01.2008.
[6] Vamvatsikos D. & Cornell C.A. 2002. Incremental Dynamic Analysis.
Earthquake Engeneering Structural Dynamics, Vol.31, No. 3, pagg. 491-514.
[7] Montuori, R., Piluso, V., Troisi, M., 2013. Multi-Scale Innovation in MRFrames for Free From Damage Structures. Atti ANIDIS 2013, Padova.

230

Analisi della risposta sismica

[8] Giugliano M.T., Longo A., Montuori, R. & Piluso V., 2010. Falure mode
and drift control of MRF-CBF dual systems. Open Construction and Building
Technology Journal, Vol. 4, pagg. 121-133.
[9]Iervolino I., Cornell C.A., 2005. Record Selection for Nonlinear Seismic
Analysis of Structures. Earthquake Spectra, Vol. 21, No. 3, pagg 685-713.

231

Conclusioni
Lattivit{ di ricerca del seguente lavoro, ha perseguito lambizioso obiettivo
di eliminare del tutto il danneggiamento in corrispondenza delle
membrature facenti parte di un complesso sistema strutturale in acciaio. A
tale scopo, nel caso di telai Moment Resisting Frame, le zone dissipative
tradizionalmente collocate allestremit{ delle travi sono state sostituite con
collegamenti di tipo Double Split Tee (DST) equipaggiati con dissipatori ad
attrito, non diversamente per le colonne alla base stata predisposta
linstallazione di collegamenti a perno ugualmente equipaggiati con
dissipatori ad attrito, posizionati con opportuno braccio di leva, al fine di
garantire un pre-fissato livello di resistenza flessionale.
Lapproccio innovativo cos proposto, ha previsto la sostituzione delle zone
dissipative con elementi dissipatori, indipendentemente dalle capacit di
dissipazione proprie della struttura.
La mirata progettazione ha consentito di concentrare lenergia sismica in
ingresso esattamente in corrispondenza di suddetti dispositivi, che nella
pratica corrente risultano facilmente sostituibili, a seguito di un evento
sismico distruttivo, qualora si registri leventuale perdita di funzionalit.
Al fine di dimostrare lefficacia dellapproccio progettuale utilizzato, nonch
le potenzialit applicative di una strategia innovativa di prevenzione del
danno nel caso di strutture intelaiate in acciaio, una campagna
sperimentale stata condotta presso il Laboratorio Prove Materiali e
Strutture dellUniversit{ degli Studi di Salerno allo scopo di investigare il
comportamento ciclico-rotazionale di collegamenti di tipo innovativo, al
232

Conclusioni
variare di alcuni parametri di progetto significativi per la concezione
innovativa dei collegamenti stessi.
Nella fase preliminare di sperimentazione stato analizzato il
comportamento ciclico della sola componente preposta alla dissipazione
dellenergia. Sulla scorta dellevidenza sperimentale, stata effettuata la
determinazione del coefficiente dattrito per le differenti interfacce di
scorrimento investigate, quali ottone, materiali compositi a matrice fibrosa
ed acciaio rivestito con alluminio termicamente spruzzato allarco elettrico.
Lanalisi dei dati ricavati in fase preliminare consente di pervenire alle
seguenti osservazioni:
-

Linterfaccia di scorrimento Acciaio-Acciaio esibisce un alto


coefficiente

dattrito,

tuttavia

il

ciclo

disteresi

non

particolarmente stabile: inizialmente si registra un comportamento


incrudente e successivamente al progredire dei cicli,si manifesta un
degrado di resistenza.
-

Linterfaccia di scorrimento Ottone-Acciaio esibisce valori del


coefficiente dattrito piuttosto modesti, ed un ciclo disteresi stabile
caratterizzato da un significativo incrudimento.

Linterfaccia di scorrimento Materiale M0-Acciaio, esibisce un


comportamento molto stabile, ed alte capacit di dissipazione,
anche sotto valori elevati di pre-carico.

Linterfaccia di scorrimento Materiale M1-Acciaio, manifesta


fenomeni

di

pinching,

basso

coefficiente

comportamento rapidamente degradante.

233

dattrito

ed

un

Conclusioni
-

Linterfaccia di scorrimento Materiale M2 - Acciaio sviluppa bassi


valori del coefficiente dattrito, comportamento isteretico stabile,
ed elevate capacit di dissipazione.

Linterfaccia di scorrimento Alluminio Termicamente Spruzzato


allarco elettrico - Acciaio sviluppa notevoli del coefficiente
dattrito, comportamento isteretico stabile, e migliori capacit di
dissipazione.

I test condotti con limpiego di rondelle tipodisc spring, comportano un


limitato miglioramento della risposta ciclica della componente, tuttavia il
loro utilizzo garantisce un mantenimento del pre-carico dei bulloni durante
la vita utile del dispositivo.
Levidenza sperimentale, cos come proposta risultata determinante per
la fase successiva.
I test sperimentali hanno confermato lefficacia della strategia proposta,
nonch la governabilit{ dei meccanismi dinterazione che si innescano in
corrispondenza delle componenti, sotto azioni cicliche ripetute. In
particolare la presenza dellelemento di ringrosso combinata con
linterposizione di piatti dacciaio rivestiti con alluminio termicamente
spruzzato, restituisce cicli disteresi ampi e stabili, favorendo di fatto la
dissipazione dellenegia.
Ad una pi ampia scala, la progettazione di un Edificio Pilota, ha previsto
una prima applicazione di suddette strategie ad un caso di studio realistico.
In particolare, le capacit sismoresistenti del complesso strutturale sono
state affidate a telai perimetrali (MRF), concepiti al fine di massimizzare la
dissipazione dellenergia sismica in ingresso, auspicando il completo
sviluppo di un meccanismo di tipo globale, provvisti di controventi
234

Conclusioni
concentrici destremit{, atti esclusivamente a ridurre la deformabilit
laterale della struttura.
Mediante lo sviluppo di un modello agli elementi finiti (FEM), con software
di calcolo SAP2000, stato possibile effettuare analisi dinamiche
incrementali al fine di valutare la risposta sismica delledificio. I risultati
ottenuti hanno evidenziato gli elevati valori di accelerazione spettrale, che
la tipologia strutturale innovativa proposta consente di sopportare con
danneggiamenti praticamente trascurabili, esibendo prestazioni superiori a
quelle normalmente richieste dai moderni codici di progettazione sismica.

235

Relazione di Calcolo
Con riferimento al Capitolo 4 di questo lavoro di ricerca, si riportano qui di
seguito le procedure di calcolo atte a definire le caratteristiche
geometriche, meccaniche del sistema in esame, nonch le scelte
tecnologiche intraprese, al fine di favorire la sostenibilit e la funzionalit
del complesso strutturale.

1. SISTEMA SISMORESISTENTE PERIMETRALE


1.1 PROGETTAZIONE TRAVI DI IMPALCATO
TRAVE PERIMETRALE 1-9 IPE 360
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Scarichi Travi secondarie St = 70,26 kN
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =281,06 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 360 = 1019,00 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 360 =0,57 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Scarichi Travi secondarie St1 = 31,30 kN
Scarichi Travi secondarie St2 = 10,50 kN
Iy,IPE 360 = 16270,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0007 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0024 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0094 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


0,0017 < 0,004
0,0004 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PERIMETRALE 9-16 IPE 220
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,17 m
Carico di progetto Qd,SLU =11,71 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =52,70 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 220 = 285,40 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 220 =0,26 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 5,23 kN/m
Qd2 = 1,75 kN/m

Iy,IPE 220 = 2772,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0152 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0051 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0202 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0029 < 0,004
0,0007 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.

Appendice
TRAVE PERIMETRALE 2-3 IPE 200
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,00 m
Carico di progetto Qd,SLU =10,04 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 5,50 m
Momento massimo flettente Mmax =37,96 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 200 = 220,60 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 200 =0,22 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 4,48 kN/m
Qd2 = 1,50 kN/m

Iy,IPE 200 = 1943,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0131 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0044 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0175 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0032 < 0,004
0,0008 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PERIMETRALE 3-4 IPE 330
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Scarichi Travi secondarie St = 60,23 kN
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =240,91 kN m

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 330 = 804,30 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 330 =0,49 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Scarichi Travi secondarie St1 = 26,83 kN
Scarichi Travi secondarie St2 = 9,00 kN
Iy,IPE 330 = 11770,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,008 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0028 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0111 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0018 < 0,004
0,0005 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PERIMETRALE 4-5 IPE 200
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,25 m
Carico di progetto Qd,SLU =15,06 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 5,00 m
Momento massimo flettente Mmax =47,05 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 200 = 220,60 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 200 =0,22 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 6,61 kN/m
Qd2 = 2,25 kN/m

Appendice
Iy,IPE 200 = 1943,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0132 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0045 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0177 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0035 < 0,004
0,0009 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
1.2 PROGETTAZIONE NODI TRAVE COLONNA TELAIO
LONGITUDINALE
NODO N1-3: IPE 330 HEB 500
Il collegamento tra trave IPE 330 e colonna HEB 500, interamente affidato
sia superiormente che inferiormente agli angolari, fissati alle flange della
trave e della colonna, rispettivamente mediante bulloni M30, di classe 10.9.
Si considera un momento di progetto:
Mj,Rd = 0,90 x 271,90 = 244, 71 kNm
Per la componente dissipativa, impieghiamo bulloni M24 classe 10.9, Ares =
353 mm2; Dalla Eq. 4.2 Fp,cd = 224,64 kN;
Si assume tp = 15,00 mm, dalla Eq. 4.3 p=113,94 MPa; dalla Eq. 4.4 Si
determina il valore di = 0,165.
Si sceglie un valore di hla = 480 mm, prevedendo limpiego dellelemento di
ringrosso, il valore effettivo Fb,sd = 146,78 kN; per la Eq. 4.6 la coppia di
serraggio pari a Ts = 747,00 Nm.

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


Lazione che compete a ciascun angolare FT-stub = 509,81 kN, si definisce la
corsa del dispositivo dissipatore inferiormente, secondo:
s = P x hla = 0,07 x 220= 33,60 mm
Si assume B = 176 mm; m = 45 mm; n = 47 mm; beff = 88 mm; BRd= 403,92 kN.
Il valore dello spessore atto ad assicurare un Meccanismo di Tipo 1:
tmax = 28,05 mm. Si assegna uno spessore t = 25,00 mm
Per gli angolari inferiori, sia m1=m2= 46 mm ed n1=n2= 60 mm, il valore
dello spessore delle flange pari a t = 22,00 mm.
Per il pannello a taglio Ic = 79890 cm4; dc = 480 mm; tbf = 11,50 mm; Kb =
65259376,71 N/mm; Avc = 7968 mm2 ; Ks = 2747360,644 N/mm; Ke = 1,44
1011 N mm/rad;

Il momento flettente corrispondente allo snervamento del pannello a taglio,


dato da:
My = 1,44 10110,850,00242 = 297,66 kNm
Come evidente, tale valore risulta superiore al valore Mj,Rd.
VERIFICA A TRAZIONE PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni data:

= 694,00 kN

N u,Rd

Tale valore Nu,Rd < FT,stub , per tale ragione la verifica a trazione del piatto
pu ritenersi soddisfatta.
1.3 PROGETTAZIONE NODI TRAVE COLONNA TELAIO TRASVERSALE
NODO N1-1: IPE 360 HEB 400
Il collegamento tra trave IPE 360 e colonna HEB 400, interamente affidato
sia superiormente che inferiormente agli angolari, fissati alle flange della
trave e della colonna, rispettivamente mediante bulloni M27, di classe 10.9.
6

Appendice
Si considera un momento di progetto:
Mj,Rd = 0,90 x 344,5= 310, 05 kNm
Per la componente dissipativa, impieghiamo bulloni M27 classe 10.9, Ares =
459 mm2; Dalla Eq. 4.2 Fp,cd = 257 kN;
Si assume tp = 15,00 mm, dalla Eq. 4.3 p=100,73 MPa; dalla Eq. 4.4 Si
determina il valore di = 0,165.
Si definisce un valore di hla = 460 mm, prevedendo una soluzione di trave
con elemento di ringrosso, il valore effettivo Fb,sd = 255,41 kN; per la Eq.
4.6 la coppia di serraggio pari a Ts = 1379,21 Nm.
Lazione che compete a ciascun angolare FT-stub = 674,08 kN, si definisce la
corsa del dispositivo dissipatore inferiormente, secondo:
s = P x hla = 0,07 x 360= 32,20 mm
Si assume B = 222 mm; m = 45 mm; n = 60 mm; beff = 111 mm; BRd= 330,48
kN. Il valore dello spessore atto ad assicurare un Meccanismo di Tipo 1:
tmax = 23,43 mm. Si assegna uno spessore t = 22,00 mm
Per gli angolari inferiori, sia m1=m2= 45 mm ed n1=n2= 60 mm, il valore
dello spessore delle flange pari a t = 22,00 mm.
Per il pannello a taglio Ic = 57680 cm4; dc = 460 mm; tbf = 12,7 mm; Kb =
54138702,51 N/mm; Avc = 7000 mm2 ; Ks = 2541054,45 N/mm; Ke = 2,42
1011 N mm/rad;

Il momento flettente corrispondente allo snervamento del pannello a taglio,


dato da:
My = 2,42 10110,850,00242 = 499,60 kNm
Come evidente, tale valore risulta superiore al valore Mj,Rd.
VERIFICA A TRAZIONE PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni data:
7

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale

= 914,33 kN

N u,Rd

Tale valore Nu,Rd < FT,stub , per tale ragione la verifica a trazione del piatto
pu ritenersi soddisfatta.
NODO N1-9: IPE 220 HEB 700
Il collegamento tra trave IPE 220 e colonna HEB 700, interamente affidato
sia superiormente che inferiormente agli angolari, fissati alle flange della
trave e della colonna, rispettivamente mediante bulloni M22, di classe 10.9.
Si considera un momento di progetto:
Mj,Rd = 0,90 x 96,49 = 86, 84 kNm
Per la componente dissipativa, impieghiamo bulloni M22 classe 10.9, Ares =
303 mm2; Dalla Eq. 4.2 Fp,cd = 107,52 kN;
Si assume tp = 15,00 mm, dalla Eq. 4.3 p=50,63 MPa; dalla Eq. 4.4 Si
determina il valore di = 0,168.
Si prevede un valore di hla = 220 mm, corrispondente allaltezza della
trave, il valore effettivo Fb,sd = 146,78 kN; per la Eq. 4.6 la coppia di
serraggio pari a Ts = 654,84 Nm.
Lazione che compete a ciascun angolare FT-stub = 394,74 kN, si definisce la
corsa del dispositivo dissipatore inferiormente, secondo:
s = P x hla = 0,07 x 220= 15,40 mm
Si assume B = 146 mm; m = 46 mm; n = 60 mm; beff = 73 mm; BRd= 218,16
kN. Il valore dello spessore atto ad assicurare un Meccanismo di Tipo 1:
tmax = 23,66 mm. Si assegna uno spessore t = 22,00 mm
Per gli angolari inferiori, sia m1=m2= 46 mm ed n1=n2= 60 mm, il valore
dello spessore delle flange pari a t = 22,00 mm.

Appendice
Per il pannello a taglio Ic = 2772 cm4; dc = 220 mm; tbf = 9,2 mm; Kb =
2303729962 N/mm; Avc = 13712 mm2 ; Ks = 10804953,10 N/mm; Ke =
1,19 1011 N mm/rad;

Il momento flettente corrispondente allo snervamento del pannello a taglio,


dato da:
My = 1,19 10110,850,00242 = 245,83 kNm
Come evidente, tale valore risulta superiore al valore Mj,Rd.
VERIFICA A TRAZIONE PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni data:

= 550,80 kN

N u,Rd

Tale valore Nu,Rd < FT,stub , per tale ragione la verifica a trazione del piatto
pu ritenersi soddisfatta.
1.3 CALCOLO DELLA RIGIDEZZA ROTAZIONALE DEI COLLEGAMENTI
MEDIANTE IL METODO DELLE COMPONENTI
1.3.1 TELAIO LONGITUDINALE
Nodo 1-2
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 200 HEB 500:
Dalla Eq.4.7 per A vc = 8978 mm 2 ; z = 200 mm; k cws =8,53 mm;
Dalla Eq.4.8 per leff = 219,81 mm; tfc = 28 mm; m = 35mm; kcfb =101,34 mm;
Dalla Eq.4.9 per leff = 136,00 mm; tfc = 21 mm; m = 35mm; kcfb =26,44 mm;
Dalla Eq.4.10 A s =303,00 mm 2 : L b = 76 mm; ; k bt =6,38 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 2611,01 kNm/rad

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


Secondo la Eq.4.11, la sia L = 6,00 m; Ib = 1943 cm4; k = 38,40; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido.
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 330 HEB 500:
Dalla Eq.4.12 per A vc = 8978 mm 2 ; z = 480 mm; = 2;k cws =3,55 mm;
Dalla Eq.4.13 per leff = 282,74 mm; tfc = 28 mm; m = 45mm; kcfb =61,30 mm;
Dalla Eq.4.14 per leff = 176,00 mm; tfc = 25 mm; m = 45mm; kcfb =27,16 mm;
Dalla Eq.4.15 A s =561,00 mm 2 : L b = 82 mm; ; k bt =10,95 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 113610,72 kNm/rad
Secondo la Eq.4.16, la sia L = 5,00 m; Ib = 11770 cm4;

k = 22,98; si deduce

che il nodo ha un comportamento rigido.


Nodo N1-4
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 330 HEB 450:
Dalla Eq.4.17 per A vc = 7968 mm 2 ; z = 480 mm; = 2;k cws =3,15 mm;
Dalla Eq.4.18 per leff = 282,74 mm; tfc = 26 mm; m = 45mm; kcfb =49,08 mm;
Dalla Eq.4.19 per leff = 176,00 mm; tfc = 25 mm; m = 45mm; kcfb =27,16 mm;
Dalla Eq.4.20 A s =561,00 mm 2 : L b = 82 mm; ; k bt =10,95 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 103916,43 kNm/rad
Secondo la Eq.4.21, la sia L = 6,00 m; Ib = 11770 cm4;

k = 25,23; si deduce

che il nodo ha un comportamento rigido.


Nodo N1-3
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 200 HEB 300:
Dalla Eq.4.22 per A vc = 5609 mm 2 ; z = 200 mm; k cws =10,66 mm;
Dalla Eq.4.23 per leff = 219,91 mm; tfc = 21,5 mm; m = 35mm; kcfb =45,88 mm;
10

Appendice
Dalla Eq.4.24 per leff = 136,00 mm; tfc = 21 mm; m = 35mm; kcfb =26,44 mm;
Dalla Eq.4.25 A s =303,00 mm 2 : L b = 68 mm; ; k bt =7,13 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 28598,76 kNm/rad
Secondo la Eq.4.26, la sia L = 5,50 m; Ib = 1943 cm4; k = 38,55; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido
Nodo N1-4
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 200 HEB 450:
Dalla Eq.4.27 per A vc = 7000 mm 2 ; z = 200 mm; = 2;k cws =6,65 mm;
Dalla Eq.4.28 per leff = 219,91 mm; tfc = 24 mm; m = 35mm; kcfb =63,81 mm;
Dalla Eq.4.29 per leff = 136,00 mm; tfc = 21 mm; m = 35mm; kcfb =26,44 mm;
Dalla Eq.4.30 A s =303,00 mm 2 : L b = 68 mm; ; k bt =7,13 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 24409,09 kNm/rad
Secondo la Eq.4.31, la sia L = 6,00 m; Ib = 1943 cm4; k = 35,89; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido.
Nodo N2-4
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 330 HEB 400:
Dalla Eq.4.32 per A vc = 7000 mm 2 ; z = 480 mm; = 2;k cws =2,77 mm;
Dalla Eq.4.33 per leff = 282,74 mm; tfc = 24 mm; m = 45mm; kcfb =38,60 mm;
Dalla Eq.4.34 per leff = 176,00 mm; tfc = 25 mm; m = 45mm; kcfb =27,16 mm;
Dalla Eq.4.35 A s =561,00 mm 2 : L b = 82 mm; ; k bt =10,95 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 93953,29 kNm/rad
Secondo la Eq.4.36, la sia L = 6,00 m; Ib = 11770 cm4;
che il nodo ha un comportamento rigido.
11

k = 22,81; si deduce

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


Nodo 3-2
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 200 HEB 240:
Dalla Eq.4.37 per A vc = 3755 mm 2 ; z = 200 mm; k cws =7,13 mm;
Dalla Eq.4.38 per leff = 219,91 mm; tfc = 17,5 mm; m = 35mm; kcfb =24,74 mm;
Dalla Eq.4.39 per leff = 136,00 mm; tfc = 21 mm; m = 35mm; kcfb =26,44 mm;
Dalla Eq.4.40 A s =303,00 mm 2 : L b = 67 mm; ; k bt =7,24 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 23555,18 kNm/rad
Secondo la Eq.4.41, la sia L = 5,50 m; Ib = 1943 cm4; k = 31,75; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido
Nodo N3-3
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 200 HEB 340:
Dalla Eq.4.42 per A vc = 9769 mm 2 ; z = 200 mm; = 2;k cws =9,28 mm;
Dalla Eq.4.43 per leff = 219,91 mm; tfc = 21,5 mm; m = 35mm; kcfb =45,88 mm;
Dalla Eq.4.44 per leff = 136,00 mm; tfc = 21 mm; m = 35mm; kcfb =26,44 mm;
Dalla Eq.4.45 A s =303,00 mm 2 : L b = 65 mm; ; k bt =7,46 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 27865,41 kNm/rad
Secondo la Eq.4.46, la sia L = 6,00 m; Ib = 1943 cm4; k = 40,98; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido.
Nodo N3-4
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 330 HEB 320, si
prevede linserimento di piatti supplementari per lanima della colonna di
spessore pari a t = 12 mm, al fine di evitare limpegno plastico del pannello
a taglio, dalla Eq.4.47 per Avc = 5664 mm2; z = 480 mm; = 2;kcws =2,24 mm;
Dalla Eq.4.48 per leff = 282,74 mm; tfc = 20,5 mm; m = 45mm; kcfb =24,06 mm;
12

Appendice
Dalla Eq.4.49 per leff = 176,00 mm; tfc = 25 mm; m = 45mm; kcfb =27,16 mm;
Dalla Eq.4.50 A s =561,00 mm 2 : L b = 72 mm; ; k bt =12,47 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 80030,48 kNm/rad
Secondo la Eq.4.51, la sia L = 6,00 m; Ib = 11770 cm4;

k = 19,43; si deduce

che il nodo ha un comportamento rigido.


1.3.2 TELAIO TRASVERSALE
Nodo N1-1
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 360 HEB 400:
Dalla Eq.4.52 per A vc = 7000 mm 2 ; z = 460 mm; = 1;k cws =5,78 mm;
Dalla Eq.4.53 per leff = 282,74 mm; tfc = 24 mm; m = 45mm; kcfb =38,60 mm;
Dalla Eq.4.54 per leff = 222,00 mm; tfc = 22 mm; m = 45mm; kcfb =23,35 mm;
Dalla Eq.4.55 A s =561,00 mm 2 : L b = 84 mm; ; k bt =8,74 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 124803,36 kNm/rad
Secondo la Eq.4.56, la sia L = 6,00 m; Ib = 16270 cm4;

k = 21,92; si deduce

che il nodo ha un comportamento rigido.


Nodo N1-9
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 220 HEB 700:
Dalla Eq.4.57 per A vc = 13712 mm 2 ; z = 220 mm; k cws =11,84 mm;
Dalla Eq.4.58 per leff = 289,03 mm; tfc = 32 mm; m = 46 mm; kcfb =87,57 mm;
Dalla Eq.4.59 per leff = 146,00 mm; tfc = 22 mm; m = 46 mm; kcfb =14,37 mm;
Dalla Eq.4.60 A s =303,00 mm 2 : L b = 76 mm; ; k bt =6,38 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 31545,91 kNm/rad

13

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


Secondo la Eq.4.61, la sia L = 6,00 m; Ib = 2772 cm4; k = 32,51; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido
Nodo 1-15
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 220 HEB 320:
Dalla Eq.4.62 per A vc = 5172,75 mm 2 ; z = 220 mm; = 2;k cws =4,47
mm;
Dalla Eq.4.63 per leff = 289,03 mm; tfc = 20,5 mm; m = 46 mm; kcfb =23,02
mm;
Dalla Eq.4.64 per leff = 146,00 mm; tfc = 22 mm; m = 46 mm; kcfb =14,37 mm;
Dalla Eq.4.65 A s =303,00 mm 2 : L b = 84 mm; ; k bt =5,77 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 19924,93 kNm/rad
Secondo la Eq.4.66, la sia L = 6,00 m; Ib = 2772 cm4; k = 20,54; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido.
Nodo N2-9
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 360 HEB 650:
Dalla Eq.4.67 per A vc = 12200 mm 2 ; z = 460 mm; = 2;k cws =5,04
mm;
Dalla Eq.4.68 per leff = 282,74 mm; tfc = 31 mm; m = 45mm; kcfb =83,19 mm;
Dalla Eq.4.69 per leff = 222,00 mm; tfc = 22 mm; m = 45mm; kcfb =23,35 mm;
Dalla Eq.4.70 A s =459,00 mm 2 : L b = 80 mm; ; k bt =9,18 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 122672,65 kNm/rad
Secondo la Eq.4.71, la sia L = 6,00 m; Ib = 16270 cm4;
che il nodo ha un comportamento rigido.

14

k = 21,54; si deduce

Appendice
Nodo N2-15
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 220 HEB 300:
Dalla Eq.4.72 per A vc = 4745 mm 2 ; z = 220 mm; k cws =4,10 mm;
Dalla Eq.4.73 per leff = 289,03 mm; tfc = 19 mm; m = 46 mm; kcfb =18,33 mm;
Dalla Eq.4.74 per leff = 146,00 mm; tfc = 22 mm; m = 46 mm; kcfb =14,37 mm;
Dalla Eq.4.75 A s =303,00 mm 2 : L b = 76 mm; ; k bt =6,06 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 19063,57 kNm/rad
Secondo la Eq.4.76, la sia L = 6,00 m; Ib = 2772 cm4; k = 19,65; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido
Nodo N3-1
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 360 HEB 300:
Dalla Eq.4.77 per A vc = 4745 mm 2 ; z = 460 mm; = 1;k cws =3,92 mm;
Dalla Eq.4.78 per leff = 282,74 mm; tfc = 19 mm; m = 45mm; kcfb =19,15 mm;
Dalla Eq.4.79 per leff = 222,00 mm; tfc = 22 mm; m = 45mm; kcfb =23,35 mm;
Dalla Eq.4.80 A s =459,00 mm 2 : L b = 77 mm; ; k bt =9,54 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 97660,50 kNm/rad
Secondo la Eq.4.81, la sia L = 6,00 m; Ib = 16270 cm4;

k = 17,15; si deduce

che il nodo ha un comportamento rigido.


Nodo N3-9
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 360 HEB 500:
Dalla Eq.4.82 per A vc = 8978 mm 2 ; z = 460 mm; = 2;k cws =3,71 mm;
Dalla Eq.4.83 per leff = 282,74 mm; tfc = 28 mm; m = 45mm; kcfb =61,30 mm;
Dalla Eq.4.84 per leff = 222,00 mm; tfc = 22 mm; m = 45mm; kcfb =23,35 mm;

15

Sistema Sismo-Resistente Perimetrale


Dalla Eq.4.85 A s =459,00 mm 2 : L b = 75 mm; ; k bt =9,79 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 103115,42 kNm/rad
Secondo la Eq.4.86, la sia L = 6,00 m; Ib = 16270 cm4;

k = 18,11; si deduce

che il nodo ha un comportamento rigido.


Nodo N3-15
In particolare per il collegamento trave colonna IPE 220 HEB 260, si
prevede linserimento di piatti supplementari per lanima della colonna di
spessore pari a t = 7 mm, al fine di evitare limpegno plastico del pannello a
taglio. Dalla Eq.4.87 per Avc = 9579 mm2; z = 220 mm; kcws =8,27 mm;
Dalla Eq.4.88 per leff = 289,03 mm; tfc = 17,5 mm; m = 46 mm; kcfb =14,32
mm;
Dalla Eq.4.89 per leff = 146,00 mm; tfc = 22 mm; m = 46 mm; kcfb =14,37 mm;
Dalla Eq.4.90 A s =303,00 mm 2 : L b = 75 mm; ; k bt =6,46 mm;
Si ricava dalla Eq. 4.1 Sj = 24493,37 kNm/rad
Secondo la Eq.4.91, la sia L = 6,00 m; Ib = 2772 cm4; k = 25,25; si deduce che
il nodo ha un comportamento rigido.

16

Appendice

2. SISTEMA PENDOLARE INTERNO


2.1 Progettazione travi di impalcato
TRAVE SECONDARIA - Campo di solaio 1-3-9-10 IPE 300
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 2,00 m
Carico di progetto allo SLU Qd =20,08 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 7,00 m
Momento massimo flettente Mmax =122,97 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 300 = 628,40 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 300 =0,42 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 8,94 kN/m
Qd2 = 3,00 kN/m

Iy,IPE 300 = 8356,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,016 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,005 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,021 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,003 < 0,004
0,001< 0,0033
Da ci si deduce, che la verifica soddisfatta.
TRAVE SECONDARIA Campo di solaio 3-4-10-11 IPE 270
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 2,00 m
17

Sistema Pendolare Interno


Carico di progetto Qd,SLU =20,08 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =90,34 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 270 = 484,00 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 270 =0,36 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 8,88 kN/m
Qd2 = 3,00 kN/m

Iy,IPE 270 = 5790,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0123 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0041 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0165 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0027 < 0,004
0,0007 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE SECONDARIA Campo di solaio 4-5-11-12 IPE 240
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 3,00 m
Carico di progetto Qd,SLU =30,11 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 5,00 m
Momento massimo flettente Mmax =94,10 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 240 = 366,60 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 240 =0,31 kN/m

18

Appendice
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 13,09 kN/m
Qd2 = 4,50 kN/m

Iy,IPE 240 = 3892,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,013 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0045 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0175 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0035 < 0,004
0,0009 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE SECONDARIA - Campo di solaio 9-10-15-16 IPE 270
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 2,33 m
Carico di progetto allo SLU Qd =23,39 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =105,25 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 270 = 484,00 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 270 =0,36 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 10,29 kN/m
Qd2 = 3,50 kN/m

Iy,IPE 270 = 5790,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,014 m

19

Sistema Pendolare Interno


Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,005 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,019 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0032 < 0,004
0,0008 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PRINCIPALE INTERNA 3-10 IPE 360
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,00 m
Carico di progetto Qd,SLU =10,04 kN/m
Scarichi Travi secondarie (2 x St) = 70,27 kN
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =329,58 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 360 = 1019,00 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 360 =0,57 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 4,83 kN/m

Scarichi Travi secondarie (2 x St1) = 31,30 kN


Qd2 = 1,50 kN/m

Scarichi Travi secondarie (2 x St2) = 10,50 kN


Iy,IPE 360 = 16270,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0094 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0031 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0125 m
20

Appendice

Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di


impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0021 < 0,004
0,0005 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PRINCIPALE 3-9 IPE 300
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,00 m
Carico di progetto Qd,SLU =10,04 kN/m
Scarichi Travi secondarie St = 75,28 kN
Luce libera dinflessione lb = 5,00 m
Momento massimo flettente Mmax =158,10 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 300 = 628,40 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 300 =0,42 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 4,68 kN/m

Scarichi Travi secondarie St1 = 32,72 kN


Qd2 = 1,50 kN/m

Scarichi Travi secondarie St2 = 11,25 kN


Iy,IPE 300 = 8356,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0129 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,00433 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0172 m

21

Sistema Pendolare Interno


Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0029 < 0,004
0,0007 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PRINCIPALE INTERNA 10-16 IPE 270
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 2,17 m
Carico di progetto Qd,SLU =21,78 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =97,87 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 270 = 484,00 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 270 =0,36 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 9,59 kN/m
Qd2 = 3,25 kN/m

Iy,IPE 270 = 5790,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0133 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,00451 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0178 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0029 < 0,004
0,0008 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
22

Appendice
TRAVE PRINCIPALE 11 -17 IPE 330
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza impalcato tipo ibs = 1,00 m
Larghezza rampa lr = 1,50 m
Fascia di influenza impalcato scaka ibs = 0,75 m
Carico di progetto Qd,SLU =18,69 kN/m
Scarichi Travi secondarie St = 36,17 kN
Luce libera dinflessione lb = 6,00 m
Momento massimo flettente Mmax =246,88 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 330 = 804,30 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 330 =0,491 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 7,95 kN/m

Scarichi Travi secondarie St1 = 13,91 kN


Qd2 = 3,00 kN/m

Scarichi Travi secondarie St2 = 6,27 kN


Iy,IPE 330 = 11770,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0089 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,00362 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0125 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0021 < 0,004
0,0006 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.

23

Sistema Pendolare Interno


TRAVE PRINCIPALE INTERNA 9-10 IPE 400
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,00 m
Carico di progetto Qd,SLU =10,04 kN/m
Scarichi Travi secondarie (2 x St) = 70,17 kN
Luce libera dinflessione lb = 7,00 m
Momento massimo flettente Mmax =394,20 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 400 = 1307,00 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 400 =0,66 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 4,92 kN/m

Scarichi Travi secondarie (2 x St1) = 30,86 kN


Qd2 = 1,50 kN/m

Scarichi Travi secondarie (2 x St2) = 10,48 kN


Iy,IPE 400 = 23130,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0109 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,00359 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0145 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0021 < 0,004
0,0005 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.

24

Appendice
TRAVE PRINCIPALE INTERNA 11-12 IPE 240
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza impalcato tipo ibs = 1,50 m
Larghezza pianerottolo lp = 1,50 m
Fascia di influenza impalcato scaka ibs = 0,75 m
Carico di progetto Qd,SLU =23,71 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 5,00 m
Momento massimo flettente Mmax =74,09 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 240 = 366,60 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 240 =0,31 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 9,89 kN/m
Qd2 = 3,75 kN/m

Iy,IPE 240 = 3892,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0010 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0037 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0135 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0027 < 0,004
0,0007 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PRINCIPALE INTERNA 10-11 IPE 330
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza impalcato tipo ib = 2,00 m

25

Sistema Pendolare Interno


Scarichi Travi secondarie (2 x St)= 120,456 kN
Momento massimo flettente Mmax =240,91 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 330 = 804,30 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 330 =0,491 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Scarichi Travi secondarie (2 x St1) = 53,29 kN
Scarichi Travi secondarie (2 x St2) = 18,00 kN
Iy,IPE 330 = 11770,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0129 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0044 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0173 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0029 < 0,004
0,0007 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PRINCIPALE INTERNA 15-16 IPE 500
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Scarichi Travi secondarie (2 x St) = 70,16 kN
Luce libera dinflessione lb = 7,00 m
Momento massimo flettente Mmax =654,88 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 500 = 2194,00 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 500 =0,91kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Scarichi Travi secondarie (2 x St1) = 63,89 kN

26

Appendice
Scarichi Travi secondarie (2 x St2) = 20,97 kN
Iy,IPE 500 = 48200,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,015 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,0050 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0020 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0029 < 0,004
0,0007 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE PRINCIPALE INTERNA 17-18 IPE 200
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,50 m
Carico di progetto Qd,SLU =17,31 kN/m
Luce libera dinflessione lb = 5,00 m
Momento massimo flettente Mmax =54,08 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 200 = 159,97 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 200 =0,22 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 6,39 kN/m
Qd2 = 3,00 kN/m

Iy,IPE 200 =1943,00 cm4


Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0127 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,00598 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0187 m
27

Sistema Pendolare Interno


Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):
0,0037 < 0,004
0,0012 < 0,0033
La verifica allo SLE pu ritenersi soddisfatta.
TRAVE SECONDARIA CORPO SCALE IPE 200
Progetto allo Stato Limite Ulimo
Fascia di influenza ib = 1,50 m
Carico di progetto Qd,SLU =8,65 kN/m
Scarichi Travi secondarie St = 10,38 kN
Luce libera dinflessione lb = 5,00 m
Momento massimo flettente Mmax =63,39 kN m
Modulo di resistenza plastica di progetto Wply,IPE 200 = 220,60 cm3
Peso Proprio Gk,IPE 200 =0,22 kN/m
Verifica allo Stato Limite di Esercizio
Qd1 = 3,42 kN/m

Scarichi Travi secondarie St1 = 3,83 kN


Qd2 = 1,50 kN/m

Scarichi Travi secondarie St2 = 1,80 kN


Iy,IPE 200 = 1943,00 cm4
Spostamento elastico dovuto ai carichi permanente 1 = 0,0107 m
Spostamento elastico dovuto ai carichi variabili 2 = 0,00481 m
Spostamento ortogonale allasse dellelemento TOT = 0,0155 m
Limiti superiori imposti per gli spostamenti verticali degli elementi di
impalcato delle costruzioni ordinarie (D.M. 14.01.2008 - 4.2.4.2.2):

28

Appendice
0,0031 < 0,004
0,0010 < 0,0033
2.2 Unioni Bullonate: Progettazione e Verifica
Nota la geometria del sistema, si propone qui di seguito la progettazione
dei collegamenti tra membrature orizzontali e verticali. Trattasi di
collegamenti a cerniera, in particolare:
-

Unioni Trave Trave

Unioni Trave Colonna

2.2.1 Unioni Trave Trave


NODO S2: IPE 270 IPE 300
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 330) e trave secondaria
(IPE 270), a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.1), i bulloni posti sullanima della trave secondaria (IPE
270), sono progettati per un valore di taglio pari a :
109,09 kN
Dalla (Eq. 4.2), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 142,05 mm2
Si adottano tre bulloni M16 di classe 8.8, con una Atot = 471 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della trave principale (IPE 300), si considera
uneccentricit{ e = 30,00 mm, le azioni di progetto risultano, dalle (Eq. 4.11)
- (Eq. 4.12):
V = 36,36 kN;
H = 27,27 kN per amax = 60,00 m e M = 3272,76 kNmm;
29

Sistema Pendolare Interno


La risultante delle azioni R = 45,56 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 7 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 71,40 kN

La verifica a a rifollamento sullanima della trave, per la (Eq. 4.14),


restituisce:
Fb,Rd2 =

67,32 kN

In ambo i casi la resistenza a rifollamento del piatto dellunione superiore


al valore dellazione risultante R, come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

113,10kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA per MECCANISMO DI COLLASSO BLOCK TEARING
Dalla (Eq. 4.16), per meccanismo di rottura di tipo block-shear si ottiene:
Sia a1 = 30,00 mm; a2 = 37,00 mm; a3 = 70,50 mm;
Lv = 120,00 mm; L1 =30,00 mm; L2 = 24,79 mm; L3 = 220,50 mm; Lv,eff = 174,79
mm;
Da cui la resistenza di progetto per Av,eff =1223,52 mm2 pari a:
Veff,Rd = 238,83 kN;
30

Appendice
La verifica per meccanismo block-tearing pu ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI SULLANIMA DELLA
COLONNA
B = 60 mm; x =30,59 mm; In = 393,78 cm4;
Ft,sd = 15,58 kN; Fv,sd = 36,36 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,73
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO S3: IPE 240 IPE 300
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 300) e trave secondaria
(IPE 240), a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave secondaria (IPE
240), sono progettati per un valore di taglio pari a :
99,16 kN
Dalla (Eq. 4.2), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 129,11 mm2
Si adottano 3 bulloni M14 di classe 8.8, con una Atot = 345 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della trave principale (IPE 300), si considera
uneccentricit{ e = 25,00 mm, le azioni di progetto risultano, dalle (Eq. 4.11)
- (Eq. 4.12):
V = 33,05 kN;
H = 22,54 kN per a1 = 55,00 mm e M = 2478,91kNmm;
La risultante delle azioni R = 40,00 kN

31

Sistema Pendolare Interno


VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 68,00 kN

La verifica a a rifollamento sullanima della trave, per la (Eq. 4.14),


restituisce:
Fb,Rd2 =

52,70 kN

In ambo i casi la resistenza a rifollamento del piatto dellunione superiore


al valore dellazione risultante R, come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

105,75 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA per MECCANISMO DI COLLASSO BLOCK TEARING
Dalla (Eq. 4.16), per meccanismo di rottura di tipo block-shear si ottiene:
Sia a1 = 39,30 mm; a2 = 33,00 mm; a3 = 65,00 mm;
Lv = 110,00 mm; L1 =39,30 mm; L2 = 22,23 mm; L3 = 214,30 mm; Lv,eff = 171,53
mm;
Da cui la resistenza di progetto per Av,eff =1372,20 mm2 pari a:
Veff,Rd = 267,85 kN;
La verifica per meccanismo block-tearing pu ritenersi soddisfatta.
32

Appendice
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI SULLANIMA DELLA
COLONNA
B = 50 mm; x =27,18 mm; In = 232,71 cm4;
Ft,sd = 13,21 kN; Fv,sd = 33,05 kN; Ft,Rd = 66,24 kN; Fv,Rd =44,16 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,89
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO S4: IPE 400 IPE 270
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 400) e trave secondaria
(IPE 270), a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave secondaria (IPE
300), sono progettati per un valore di taglio pari a :
109,09 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 142,05 mm2
Si adottano 3 bulloni M16 di classe 8.8, con una Atot = 471 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della trave principale (IPE 400), leccentricit{
e = 30 mm, le azioni di progetto risultano, dalle (Eq. 4.11) - (Eq. 4.12)
V = 36,36 kN;
H = 27,27 kN per a1 = 60,00 mm e M = 3272,76 kNmm;
La risultante delle azioni R = 45,46 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 7 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
33

Sistema Pendolare Interno


Fb,Rd1 =

= 71,40 kN

La verifica a a rifollamento sullanima della trave, per la (Eq. 4.14),


restituisce:
Fb,Rd2 =

67,32 kN

In ambo i casi la resistenza a rifollamento del piatto dellunione superiore


al valore dellazione risultante R, come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

113,10 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA per MECCANISMO DI COLLASSO BLOCK TEARING
Dalla (Eq. 4.16), per meccanismo di rottura di tipo block-shear si ottiene:
Sia a1 = 60,50 mm; a2 = 37,00 mm; a3 = 95,00 mm;
Lv = 120,00 mm; L1 =60,50 mm; L2 =24,79 mm; L3 = 275,50 mm;
Lv,eff = 205,29 mm; Av,eff =1437,02 mm2
Da cui la resistenza di progetto pari a:
Veff,Rd = 280,51 kN;
La verifica per meccanismo block-tearing pu ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI SULLANIMA DELLA
COLONNA
B = 60 mm; x =30,59 mm; In = 393,78 cm4;
Ft,sd = 15,58 kN; Fv,sd = 36,36 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;
34

Appendice

Fv , Ed
Ft , Ed

0,73
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO S5: IPE 270 IPE 330
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 330) e trave secondaria
(IPE 270), a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave secondaria (IPE
300), sono progettati per un valore di taglio pari a :
109,09 kN
Dalla (Eq. 4.2), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 142,05 mm2
Si adottano 3 bulloni M16 di classe 8.8, con una Atot = 471 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della trave principale (IPE 300), leccentricit{
e = 30 mm, le azioni di progetto risultano, dalle (Eq. 4.11) - (Eq. 4.12)
V = 36,36 kN;
H = 27,27 kN per ai = 60,00 m e M = 3272,76 kNmm;
La risultante delle azioni R = 45,46 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 7 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 71,40 kN

La verifica a a rifollamento sullanima della trave, per la (Eq. 4.14),


restituisce:
35

Sistema Pendolare Interno


Fb,Rd2 =

67,32 kN

In ambo i casi la resistenza a rifollamento del piatto dellunione superiore


al valore dellazione risultante R, come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.14) data:
Nu,Rd =

113,10 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA per MECCANISMO DI COLLASSO BLOCK TEARING
Dalla (Eq. 4.16), per meccanismo di rottura di tipo block-shear si ottiene:
Sia a1 = 30,00 mm; a2 = 37,00 mm; a3 = 70,50 mm;
Lv = 120,00 mm; L1 =30,00 mm; L2 =24,79 mm; L3 = 220,50 mm;
Lv,eff = 174,79 mm; Av,eff =1223,52 mm2
Da cui la resistenza di progetto pari a:
Veff,Rd = 238,83 kN;
La verifica per meccanismo block-tearing pu ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI SULLANIMA DELLA
COLONNA
B = 60 mm; x =30,59 mm; In = 393,78 cm4;
Ft,sd = 15,58 kN; Fv,sd = 36,36 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,73
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.

36

Appendice
IPE 500 IPE 270
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 500) e trave secondaria
(IPE 270), a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave secondaria (IPE
300), sono progettati per un valore di taglio pari a :
109,09 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 142,05 mm2
Si adottano 3 bulloni M16 di classe 8.8, con una Atot = 471 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della trave principale (IPE 300), leccentricit{
e = 30 mm, le azioni di progetto risultano, dalle (Eq. 4.11) - (Eq. 4.12)
V = 36,36 kN;
H = 27,27 kN per ai = 60,00 m e M = 3272,76 kNmm;
La risultante delle azioni R = 45,46 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 7 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 71,40 kN

La verifica a a rifollamento sullanima della trave, per la (Eq. 4.14),


restituisce:
Fb,Rd2 =

67,32 kN

37

Sistema Pendolare Interno


In ambo i casi la resistenza a rifollamento del piatto dellunione superiore
al valore dellazione risultante R, come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

113,10 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA per MECCANISMO DI COLLASSO BLOCK TEARING
Dalla (Eq. 4.16), per meccanismo di rottura di tipo block-shear si ottiene:
Sia a1 = 30,00 mm; a2 = 37,00 mm; a3 = 70,50 mm;
Lv = 120,00 mm; L1 =30,00 mm; L2 =24,79 mm; L3 = 220,50 mm;
Lv,eff = 174,79 mm; Av,eff =1223,52 mm2
Da cui la resistenza di progetto pari a:
Veff,Rd = 238,83 kN;
La verifica per meccanismo block-tearing pu ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI SULLANIMA DELLA
COLONNA
B = 60 mm; x =30,59 mm; In = 393,78 cm4;
Ft,sd = 15,58 kN; Fv,sd = 36,36 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,73
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.

38

Appendice
2.2.2 Unioni Trave - Colonna
NODO N1-3
IPE 360 HEB 500
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 360) e colonna (HEB 500),
a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave, sono progettati
per un valore di taglio pari a :
229,68kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 299,06 mm2
Si adottano 4 bulloni M16di classe 8.8, con una Atot = 628 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 400), leccentricit{ e =
25,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 28,71 kN;
H = 17,23 kN per amax = 75,00 mm e ai = 25,00 mm; M = 5741,98 kNmm;
La risultante delle azioni R = 33,48 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 12 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 200 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.14) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 142,80 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
39

Sistema Pendolare Interno


VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

237,95 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
Con riferimento alla Errore. L'origine riferimento non stata trovata.: B
= 50 mm; x =45,43 mm; In = 870,64 cm4;
Ft,sd = 17,67 kN; Fv,sd = 57,42 kN; Ft,Rd = 110,59 kN; Fv,Rd =73,73 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,89
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
IPE 330 HEB 500
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 330) e colonna (HEB 500),
a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave, sono progettati
per un valore di taglio pari a :
181,29kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 202,33 mm2
Si adottano 4 bulloni M16di classe 8.8, con una Atot = 628 mm2.

40

Appendice
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 500), leccentricit{ e =
25,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 45,32 kN;
H = 23,31 kN per amax = 75,00 mm e ai = 25,00 mm; M = 4532,17 kNmm;
La risultante delle azioni R = 52,85 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 200 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.14) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 68,00 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

99,88 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
Con riferimento alla Errore. L'origine riferimento non stata trovata.: B
= 50 mm; x =40,01 mm; In = 632,24 cm4;
Ft,sd = 15,19 kN; Fv,sd = 45,32 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,87
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
41

Sistema Pendolare Interno


La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO N1-4
IPE 300 HEB 500
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 300) e colonna (HEB 500),
a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave secondaria (IPE
240), sono progettati per un valore di taglio pari a :
141,64 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 184,43 mm2
Si adottano 3 bulloni M16 di classe 8.8, con una Atot = 471 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 400), leccentricit{ e =
35,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 47,21 kN;
H = 41,31 kN per amax = 60,00 mm e M = 4957,38 kNmm;
La risultante delle azioni R = 62,74 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 70 x 180 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.14) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 95, 20 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
42

Appendice
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

158,63 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
Con riferimento alla Errore. L'origine riferimento non stata trovata.:
B = 70 mm; x =39,91 mm; In = 911,86 cm4;
Ft,sd = 8,97 kN; Fv,sd = 47,21 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,85
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO N1-1 IPE 200 HEB 400
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 200) e colonna (HEB 400),
a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave, sono progettati
per un valore di taglio pari a :
49,72kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 64,74 mm2
Si adottano 3 bulloni M14 di classe 8.8, con una Atot = 345 mm2.

43

Sistema Pendolare Interno


Per i bulloni posti sullanima della colonna, leccentricit{ e = 25,00 mm, le
azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle (Eq. 4.11) (Eq. 4.12):
V = 16,57 kN;
H = 11,30 kN per amax = 55,00 mm; M = 1243,06 kNmm;
La risultante delle azioni R = 20,06 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 200 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.14) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 68,00 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

105,75 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
Con riferimento alla Errore. L'origine riferimento non stata trovata.: B
= 50 mm; x =38,81 mm; In = 583,61 cm4;
Ft,sd = 2,36 kN; Fv,sd = 16,57 kN; Ft,Rd = 66,24 kN; Fv,Rd =44,16 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,40
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
44

Appendice
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO N1-9
IPE 400 HEB 700
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 400) e colonna (HEB 700),
a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave, sono progettati
per un valore di taglio pari a :
252,51 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 328,79 mm2
Si adottano quattro bulloni M20 di classe 8.8, con una Atot = 980 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 700), leccentricit{ e =
35,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 63,13 kN;
H = 35,35 kN per ai = 37,50 mm amax = 112,50 mm e M = 8837,81 kNmm;
La risultante delle azioni R = 72,35 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 70 x 170 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.14) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 95,20 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
45

Sistema Pendolare Interno


VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

146,88 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 70 mm; x =52,71 mm; In = 2245,30 cm4;
Ft,sd = 19,99 kN; Fv,sd = 63,13 kN; Ft,Rd = 141,12 kN; Fv,Rd =94,08 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,77
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
IPE 270 HEB 700
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 270) e colonna (HEB 700),
a completo ripristino di resistenza.
Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave, sono progettati
per un valore di taglio pari a :
109,09kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 142,05 mm2
Si adottano 3 bulloni M16di classe 8.8, con una Atot = 471 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna, leccentricit{ e = 30,00 mm, le
azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle (Eq. 4.11) (Eq. 4.12):
46

Appendice
V = 36,36 kN;
H = 27,27 kN per amax = 60,00 mm; M = 3272,76 kNmm;
La risultante delle azioni R = 45,46 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 7 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 180 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.14) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 71,40 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

113,10 kN

Tale valore Nu,Rd < Td , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 60 mm; x =30,59 mm; In = 393,78 cm4;
Ft,sd = 15,58 kN; Fv,sd = 36,36 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,73
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO N 1-15
Trattasi di collegamento tra trave principale (IPE 500) e colonna (HEB 320),
a completo ripristino di resistenza.
47

Sistema Pendolare Interno


Secondo la (Eq. 4.9), i bulloni posti sullanima della trave, sono progettati
per un valore di taglio pari a :
423,87 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente a taglio per la
bullonatura:
Ares = 551,92 mm2
Si adottano quattro bulloni M24 di classe 8.8, con una Atot = 980 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 320), leccentricit{ e =
35,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 105,97 kN;
H = 60,14 kN per ai = 37,00 mm; amax = 111,00 mm; M = 14835,62 kNmm;
La risultante delle azioni R = 121,85 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 70 x 292 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 95,20 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

135,13 kN

48

Appendice
Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 70 mm; x =60,81 mm; In = 3016,99 cm4;
Ft,sd = 34,06 kN; Fv,sd = 105,97 kN; Ft,Rd = 203,33 kN; Fv,Rd =135,55 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,90
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO N1-10
IPE 400 HEB 360
Per il collegamento tra trave la principale IPE 400, e la colonna HEB 360, si
assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
252,51 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
Ares = 328,79 mm2
Si adottano 4 bulloni M20 di classe 8.8, con una Atot = 980 mm2.
I bulloni posti sullanima della colonna presentano uneccentricit{ e = 35,00
mm, per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle (Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 63,13 kN;
H = 35,35 kN per ai = 37,50 mm; amax = 112,50 mm; M = 8837,81 kNmm;
La risultante delle azioni R = 72,35 kN

49

Sistema Pendolare Interno


VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 70 x 295 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 95,20 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

146,88 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 70 mm; x =52,71 mm; In = 2245,30 cm4;
Ft,sd = 19,99 kN; Fv,sd = 63,13 kN; Ft,Rd = 141,12 kN; Fv,Rd =94,08 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,77
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
Per il collegamento tra la trave principale IPE 330, e la medesima colonna,
si assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
181,29 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
50

Appendice
Ares = 472,10 mm2
Si adottano 4 bulloni M16 di classe 8.8, con una Atot = 628 mm2.
I bulloni posti sullanima della colonna, presentano uneccentricit{ rispetto
allasse della trave e = 25,00 mm, per i bulloni pi sollecitati, risulta dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 45,32 kN;
H = 27,19 kN per ai = 25,00 mm; amax = 75,00 mm; M = 4532,17 kNmm;
La risultante delle azioni R = 52,85 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 200 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 68,00 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

99,88 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.

51

Sistema Pendolare Interno


VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 50 mm; x =40,01 mm; In = 632,24 cm4;
Ft,sd = 15,19 kN; Fv,sd = 45,32 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,87
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
Per il collegamento tra la trave principale IPE 360, e la medesima colonna,
si assume, in accordo con la (Eq. 4.1), un valori di taglio pari:
229,68 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
Ares = 299,06 mm2
Si adottano 4 bulloni M18 di classe 8.8, con una Atot = 768 mm2.
I bulloni posti sullanima della colonna, presentano uneccentricit{ rispetto
allasse della trave e = 30,00 mm, per i bulloni pi sollecitati, risulta dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 57,42 kN;
H = 34,45 kN per ai = 35,00 mm; amax = 90,00 mm; M = 6890,38 kNmm;
La risultante delle azioni R = 66,96 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 240 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 81,60 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
52

Appendice
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

123,38 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 60 mm; x =44,92 mm; In = 1136,77cm4;
Ft,sd = 19,21 kN; Fv,sd = 57,42 kN; Ft,Rd = 110,59 kN; Fv,Rd =73,73 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,90
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
Per il collegamento tra la trave principale IPE 270, e la medesima colonna,
si assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
109,09 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
Ares = 142,05 mm2
Si adottano 3 bulloni M16 di classe 8.8, con una Atot = 471 mm2.
I bulloni posti sullanima della colonna, presentano uneccentricit{ rispetto
allasse della trave e = 30,00 mm, per i bulloni pi sollecitati:
V = 18,18 kN;
H = 14,88 kN per amax = 55,00 mm; M = 3272,76 kNmm;
La risultante delle azioni R = 23,49 kN

53

Sistema Pendolare Interno


VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 60 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 81,60 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

129,25 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 60 mm; x =36,36 mm; In = 842,98 cm4;
Ft,sd = 5,98 kN; Fv,sd = 36,36 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,65
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
NODO N1-11
Per il collegamento tra trave la principale IPE 240, e la colonna HEB 300, si
assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
99,16 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
54

Appendice
Ares = 129,11 mm2
Si adottano 3 bulloni M14 di classe 8.8, con una Atot = 345,00 mm2.
I bulloni posti sullanima della colonna, presentano uneccentricit{ rispetto
allasse della trave e = 25,00 mm, per i bulloni pi sollecitati, risulta dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 16,53 kN;
H = 11,27 kN per amax = 55,00 mm; M = 2478,91 kNmm;
La risultante delle azioni R = 20,00 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 68,00 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

105,75 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.

55

Sistema Pendolare Interno


VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 50 mm; x =38,81 mm; In = 583,61 cm4;
Ft,sd = 4,70 kN; Fv,sd = 33,05 kN; Ft,Rd = 66,24 kN; Fv,Rd =44,16 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,80
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
Per il collegamento tra la trave principale IPE 300, e la medesima colonna,
si assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
141,64 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
Ares = 184,43 mm2
Si adottano 3 bulloni M16 di classe 8.8, per una Atot = 471 mm2.
I bulloni posti sullanima della colonna, presentano uneccentricit{ rispetto
allasse della trave e = 35,00 mm, per i bulloni pi sollecitati, risulta:
V = 47,21 kN;
H = 45,07 kN per amax = 55,00 mm; M = 4957,38 kNmm;
La risultante delle azioni R = 65,27 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 70 x 180 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 95,20 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.

56

Appendice
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

158,63 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 70 mm; x =39,91 mm; In = 911,87 cm4;
Ft,sd = 8,97 kN; Fv,sd = 47,21 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,85
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
NODO N1-16
Per il collegamento tra trave la principale IPE 500, e la colonna HEB 300, si
assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
423,87 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
Ares = 551,92 mm2
Si adottano 4 bulloni M24 di classe 8.8, per una Atot = 1412 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 300), leccentricit{ e =
35,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano:
V = 105,97 kN;
H = 59,34 kN per ai = 37,50 mm; amax = 112,50 mm; M = 14835,62 kNmm;
La risultante delle azioni R = 121,85 kN

57

Sistema Pendolare Interno


VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 70 x 292 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 95,20 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

135,13 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 70 mm; x =60,81 mm; In = 3016,98 cm4;
Ft,sd = 34,06 kN; Fv,sd = 105,97 kN; Ft,Rd = 203,33 kN; Fv,Rd =135,55 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,90
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
Per il collegamento tra trave la principale IPE 330, e la colonna HEB 300, si
assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
181,29 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
58

Appendice
Ares = 236,05 mm2
Si adottano quattro bulloni M16 di classe 8.8, per una Atot = 628 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 300), leccentricit{ e =
25,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 45,32 kN;
H = 27,19 kN per ai = 25,00 mm; amax = 75,00 mm; M = 4532,17 kNmm;
La risultante delle azioni R = 52,85 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 200 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 68,00 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

99,88 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.

59

Sistema Pendolare Interno


VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 50 mm; x =40,01mm; In = 632,24 cm4;
Ft,sd = 15,19 kN; Fv,sd = 45,32 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,87
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
Per il collegamento tra trave la principale IPE 270, e la colonna HEB 300, si
assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
109,09 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
Ares = 142,05 mm2
Si adottano 3 bulloni M16 di classe 8.8, per una Atot = 471 mm2.
Per i bulloni posti sullanima della colonna (HEB 300), leccentricit{ e=
25,00 mm, le azioni di progetto per i bulloni pi sollecitati, risultano dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
V = 36,36 kN;
H = 29,75 kN per amax = 55,00 mm; M = 3272, 76 kNmm;
La risultante delle azioni R = 46,98 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 81,60 kN

60

Appendice
Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,
come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

129,25 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 60 mm; x =41,94 mm; In = 842,97 cm4;
Ft,sd = 5,98 kN; Fv,sd = 36,36 kN; Ft,Rd = 90,43 kN; Fv,Rd =60,29 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,65
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd
La verifica pu ritenersi soddisfatta.
NODO PBCJ17
Per il collegamento tra trave la principale IPE 200, e la colonna HEB 300, si
assume, in accordo con la (Eq. 4.9), un valori di taglio pari:
59,67 kN
Dalla (Eq. 4.10), si ricava il valore minimo dellarea resistente per la
bullonatura:
Ares = 77,69 mm2
Si adottano 3 bulloni M14di classe 8.8, per una Atot = 345,00 mm2.
I bulloni posti sullanima della colonna, presentano uneccentricit{ rispetto
allasse della trave e = 25,00 mm, per i bulloni pi sollecitati, risulta dalle
(Eq. 4.11) - (Eq. 4.12):
61

Sistema Pendolare Interno


V = 19,89 kN;
H = 13,56 kN per amax = 55,00 mm; M = 1491,68 kNmm;
La risultante delle azioni R = 24,07 kN
VERIFICHE A RIFOLLAMENTO
Si fissa per la piastra uno spessore t = 8 mm, si effettua la verifica a
rifollamento sullangolare di dimensioni 50 x 160 mm. La resistenza di
calcolo a rifollamento del piatto dellunione, dalla (Eq. 4.13) assunta pari:
Fb,Rd1 =

= 68,00 kN

Tale valore resistente risulta superiore al valore dellazione risultante R,


come precedentemente individuata.
VERIFICA A TRAZIONE DEL PIATTO
La resistenza a rottura della sezione al netto dei fori dei bulloni, per la (Eq.
4.15) data:
Nu,Rd =

105,75 kN

Tale valore Nu,Rd < Vd , per tale ragione la verifica a trazione del piatto pu
ritenersi soddisfatta.
VERIFICA TAGLIO TRAZIONE PER I BULLONI
B = 50 mm; x =38,81 mm; In = 583,61 cm4;
Ft,sd = 2,83 kN; Fv,sd = 19,89 kN; Ft,Rd = 66,24 kN; Fv,Rd =44,16 kN;

Fv , Ed
Ft , Ed

0,48
Fv , Rd 1,4 Ft , Rd

62

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