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C.T.A.

Collegio dei Tecnici dell’Acciaio


III SETTIMANA DELLE COSTRUZIONI IN ACCIAIO
Genova 28 - 29 - 30 settembre 2003

PROPOSTA DI UNA METODOLOGIA INNOVATIVA DI PROGETTAZIONE


PER CONTROVENTI CONCENTRICI AD “X”

A NEW DESIGN METHODOLOGY FOR X-BRACED FRAMES


A. Longo , R. Montuori e V. Piluso

Dipartimento di Ingegneria Civile, Università degli Studi di Salerno

SOMMARIO
Nel presente lavoro viene presentata una metodologia di progettazione di controventi
concentrici sismo-resistenti finalizzata al conseguimento di un meccanismo di collasso di tipo
globale. Per la tipologia strutturale in esame, un meccanismo di collasso globale può ritenersi
raggiunto quando la plasticizzazione delle diagonali si estende all‟intera altezza dell‟edificio.
La metodologia proposta si basa sull‟applicazione del “capacity design”; pertanto, gli
elementi non dissipativi vengono dimensionati in funzione delle massime azioni trasmesse dalle
zone dissipative quando queste ultime sono plasticizzate. L‟aspetto innovativo della procedura di
progettazione proposta consiste nel considerare, ai fini della valutazione delle azioni trasmesse agli
elementi non dissipativi, anche il contributo delle diagonali compresse instabilizzate oltre a quello
delle diagonali tese plasticizzate.
I risultati delle analisi dinamiche svolte con riferimento a controventi progettati secondo la
metodologia proposta sono stati confrontati con quelli relativi agli stessi schemi strutturali
dimensionati tramite le raccomandazioni dell‟Eurocodice 8.

ABSTRACT

Aiming at the development of a collapse mechanism of global type, a new design


methodology for seismic resistant concentrically braced frames is presented in this paper. With
reference to the examined structural typology, the global mechanism is characterised by the yielding
of bracing diagonals of all the storeys.
The proposed method is based on “capacity design” which requires that non dissipative zones
have to be designed to withstand the internal actions coming from the seismic design horizontal
forces; while the non dissipative zones have to be designed considering the maximum internal
actions that the dissipative zones, yielded ad strain-hardened, are able to transmit. The new design
issue covered by the proposed design procedure is the need to account for the contributions of the
compressed diagonals in deriving the design axial force of non dissipative members.
The results of dynamic inelastic analyses carried out with reference to braced frames designed
according to the proposed procedure are compared with those obtained with reference to the same
structural schemes designed according to Eurocode 8.
1. INTRODUZIONE

I controventi concentrici costituiscono una tipologia strutturale sismo-resistente da molti anni


utilizzata in virtù della elevata rigidezza laterale. Lo schema strutturale si ottiene a partire da quello
dei telai con l‟introduzione di aste diagonali tra i nodi di giunzione trave-colonna. La risposta
sismica di tale tipologia strutturale è legata alla duttilità del sistema. La duttilità gioca un ruolo di
fondamentale importanza nella progettazione antisismica; infatti, le strutture vengono dimensionate
in modo che, in occasione di un evento sismico distruttivo, l‟energia sismica in ingresso venga
dissipata attraverso deformazioni plastiche che devono, però, essere contenute entro limiti
compatibili con le risorse di duttilità locale della struttura affinché sia prevenuto il collasso
strutturale. In particolare, nel caso di controventi concentrici, la qualità della risposta sismica
dipende dalla capacità delle diagonali di sviluppare cicli di isteresi ampi e stabili. Tale
comportamento ciclico dipende da tre aspetti fondamentali: le condizioni vincolari dell‟asta, la
sezione trasversale e la snellezza normalizzata  .
Nella Figura 1 vengono riportati i cicli di isteresi di aste con differenti valori della snellezza (Jain et
al., 1978). Tale figura mostra come al crescere della snellezza dell‟asta diminuisce l‟area racchiusa
dal ciclo e quindi la capacità delle membrature di dissipare energia.
Pertanto, è evidente come la modellazione delle diagonali assume un particolare significato
nella progettazione dei controventi concentrici nello spirito del “capacity design”. Infatti la
tradizionale filosofia di progettazione delle strutture sismo-resistenti prevede che le zone dissipative
(diagonali) siano progettate in funzione delle caratteristiche della sollecitazione interna derivanti
dalle forze sismiche di progetto, mentre quelle non dissipative (travi, colonne e collegamenti) siano
progettate in funzione delle massime azioni trasmesse da quelle dissipative quando sono
plasticizzate ed incrudite (Mazzolani e Piluso, 1996). Tale criterio garantisce che le parti non
dissipative rimangano in campo elastico.
L‟obiettivo della metodologia di progetto proposta è il dimensionamento di controventi che al
collasso esibiscano un meccanismo di tipo globale, che si realizza quando la plasticizzazione delle
diagonali si estende a tutta l‟altezza dell‟edifico. Le azioni nelle travi e nelle colonne trasmesse
dalle diagonali vengono valutate tenendo conto del contributo sia delle diagonali tese plasticizzate
che di quelle compresse instabilizzate. Per la valutazione del contributo delle diagonali compresse è
necessario conoscerne il comportamento ciclico. A tale scopo si fa riferimento al modello di
Georgescu (Georgescu et al., 1992). che porta in conto il comportamento post-critico sia in
compressione che in trazione della membratura. Nella metodologia proposta si assume che le
sezioni delle diagonali siano note, in quanto progettate in funzione delle forze sismiche di progetto,
mentre le incognite sono rappresentate dalle sezioni delle travi e delle colonne.
L‟efficacia della metodologia viene investigata mediante analisi dinamiche non lineari
condotte per mezzo del codice di calcolo PC-ANSR (Maison et al., 1992). In termini di prestazioni
inelastiche, i controventi progettati secondo il criterio proposto vengono confrontati con quelli
dimensionati secondo le raccomandazioni dell‟Eurocodice 8 (CEN, 2003).

Figura 1: Cicli di isteresi per aste con differenti snellezza (Jain et al., 1978 – tratta Bruneau et al., 1998)
Infine, per entrambi i criteri, sia quello proposto che quello dell‟EC8, viene studiata
l‟influenza del parametro  delle diagonali, ossia della snellezza adimensionale così come definita
dall‟Eurocodice 3 (CEN, 1992). Tale parametro si rileva di fondamentale importanza per il
raggiungimento dell‟obiettivo di progetto. Infatti, il rispetto dei limiti posti dall‟EC8 conduce al
sovradimensionamento delle diagonali dei piani alti. Conseguentemente, nella maggior parte dei
casi analizzati, all‟atto del collasso strutturale dovuto alla instabilità delle colonne o delle travi, tali
diagonali evidenziano ancora un comportamento elastico. Se, al contrario, la limitazione riguardante
 viene derogata almeno per le diagonali ai piani alti, consentendo l‟impiego di diagonali con una
sovraresistenza uniforme lungo l‟altezza dell‟edificio, la metodologia di progettazione proposta
conduce allo sviluppo di un meccanismo di collasso di tipo globale. Al contrario, nel caso dei
controventi progettati secondo le disposizioni dell‟EC8 il meccanismo di collasso resta di piano,
poiché al collasso si plasticizzano le diagonali di un unico piano.

2. LA METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE PROPOSTA

Lo schema statico considerato è quello con colonna continua in corrispondenza della


giunzione trave-colonna. L‟algoritmo di progetto prevede la conoscenza delle sezioni delle aste
diagonali e, pertanto, del comportamento ciclico delle stesse. Le diagonali vengono dimensionate in
funzione dello sforzo assiale dovuto alle forze sismiche di progetto. Lo schema statico a cui si fa
riferimento per la determinazione delle sollecitazioni nelle diagonali trascura le diagonali
compresse e considera tutti i nodi come cerniere.
La fase successiva è la definizione, mediante l‟utilizzo del modello di Georgescu (Georgescu
et al., 1992), del comportamento ciclico di ciascuna diagonale. Infatti, il criterio proposto mira alla
determinazione degli sforzi normali nelle membrature non dissipative quando le diagonali sono
completamente plasticizzate e instabilizzate. Nella Figura 2 si riporta la rappresentazione del
modello di Georgescu che fornisce il legame P-. Per la caratterizzazione analitica di ciascun tratto
si rimanda a lavori specifici (Georgescu et al., 1992; Montuori e Piluso, 2002).
Per la progettazione degli elementi non dissipativi, ovvero travi e colonne, è necessario
valutare le azioni trasmesse dalle diagonali quando si sviluppa un meccanismo globale.
Si considera il controvento nella configurazione deformata di Figura 3, che evidenzia come il
meccanismo di collasso risulta governato da un unico parametro, la rotazione  al piede della
struttura, e si determina quel valore della rotazione per cui tutte le diagonali tese sono plasticizzate.

+P
Py
E-F plastic tension
z
+P F F-G elastic
f

z
+P
f

D-E elastic E
z
+P
f

D
C-D elastic G 0 +
fo

z C
-P
f

O-A elastic
z
-P
f

C
B-C plastic compression
z PU
-P B A
f

-P

Figura 2: Comportamento ciclico delle diagonali-Modello di Georgescu


di i

hi
i

Figura 3: Controvento nella configurazione deformata

Nel seguito viene impiegata la seguente simbologia:


 n numero di piani;
 i indice di piano;
 hT  h1 ,h2 ,...,hn  vettore delle quote di piano;
 dT  d1 ,d 2 ,...,d n  vettore delle altezze di interpiano con d i  hi  hi 1 ;
 ΔT  1 ,  2 ,...,  n  vettore degli spostamenti relativi di piano espresso in funzione del
vettore d come ΔT    d    d1 ,  d 2 ,...  d n ;
 αT   1 , 2 ,..., n  vettore delle inclinazioni delle diagonali di piano rispetto all‟orizzontale;
 δT   1 , 2 ,...,  n  vettore degli allungamenti/accorciamenti delle diagonali esprimibile in
funzione del vettore Δ come: δT  Δ  I cos α ove I è la matrice identità di ordine n;
δ p   p1 ,  p 2 ,...,  pn  vettore degli allungamenti al limite elastico delle diagonali dove l‟i-
T

esimo termine può scriversi nel seguente modo:


Pyi  Li f y  Li
 pi   (1)
E  Ai E
dove Pyi è lo sforzo di snervamento della i-esima diagonale, f y è la tensione di snervamento,
Li ed Ai rispettivamente la lunghezza e la sezione trasversale dell‟asta i-esima ed infine E è
il modulo di Young.
Per ciascuna diagonale è possibile definire il valore della rotazione i corrispondente alla
plasticizzazione:
 i   i  d i  cos  i   pi per i  1....n (2)
 pi (3)
i  per i  1....n
d i  cos  i
Il valore della rotazione della cerniera plastica alla base che determina la plasticizzazione di
tutte le diagonali è dato:
 m  max in1 ( i ) (4)
A partire da tale valore si ricava il vettore degli allungamenti/accorciamenti delle diagonali al
collasso:
δ   m d  I cos α (5)
Py
Py,i

Pc( i) 0 +
i i

PU
-P
Figura 4 : Determinazione dello sforzo di compressione dal modello di Georgescu

e conseguentemente si ricava, attraverso le equazioni caratterizzanti il modello di Georgescu, per


ogni diagonale, lo sforzo di compressione corrispondente il livello di accorciamento ricavato dalla
(5), come riportato in Figura 4.
In funzione dello sforzo di trazione e di quello di compressione nelle diagonali, si ricavano le
massime azioni assiali vengono trasmesse alle travi e ai pilastri come riportato nelle seguenti
equazioni:
N b. Sd. E .i  Py ,i cos  i  Pc  i 1   cos  i 1 per i  n
(6)
N b. Sd. E .i  Py ,i cos  i per i  n

 P    sin
n n
N c. Sd . E .i   Py , j  sin j  c j j per in
j i j i 1
n
(7)
N c. Sd . E .i   Py , j  sin j per in
j i

dove Py , j e Pc  j  sono, rispettivamente, gli sforzi di trazione e di compressione nelle diagonali del
piano j-esimo.
A queste sollecitazioni vanno aggiunte quelle derivanti dalle azioni non sismiche, N b. Sd.G.i e
N c. Sd.G.i , incluse nella combinazione di carico sismica (CEN, 2003), ovvero:
G  0.3  Q  E (8)
dove con G vengono indicati i carichi permanenti, con Q i sovraccarichi accidentali e con E le
azioni sismiche di progetto.
Ovviamente, le resistenze di progetto dovranno essere maggiori delle sollecitazioni di progetto
determinate come suddetto.

3. PRESCRIZIONI DELL’EUROCODICE 8

Lo schema strutturale suggerito nell‟ultima versione dell‟EC8 (CEN, 2003) per la valutazione
delle sollecitazioni in ciascuna membratura del controvento derivanti dal sistema di forze sismiche
determinate a partire dallo spettro di progetto, trascura le diagonali compresse. Inoltre, il
collegamento trave-colonna-diagonale tesa è considerato di tipo cerniera.
La norma individua un limite superiore per la snellezza normalizzata delle diagonali, pari a
  2.0 , essendo:
 E
 con  y   (9)
y fy
Tale limite ha lo scopo di salvaguardare i collegamenti riducendo la flessione ciclica plastica
dei fazzoletti di collegamento al di fuori del loro piano conseguente alla instabilizzazione delle
diagonali compresse. Tale valore, rispetto alla versione precedente (CEN, 2000), è stato elevato
passando da 1.8 a 2.0.
La norma impone, inoltre, che i collegamenti siano a completo ripristino di resistenza, nel
rispetto della seguente condizione di progetto:
Rd  1.20 N br. Rd (10)

dove N br, Rd è la resistenza di progetto della diagonale:


Abr  f y
N br. Rd  (11)
M
dove Abr è l‟area della sezione trasversale della diagonale; f y è la resistenza allo snervamento;  M
è il coefficiente parziale di sicurezza; Rd è la resistenza di progetto del collegamento; 1.20 è un
coefficiente amplificativo che tiene conto del fenomeno dell‟incrudimento.
Definita N br. Sd .i la sollecitazione di progetto della diagonale di controvento all‟i-esimo piano,
si definisce il coefficiente  i come:
N br. Rd .i
i  (12)
N br. Sd.i
che rappresenta la riserva di resistenza della diagonale all‟i-esimo piano, ossia la misura della
sovraresistenza tra la condizione di plasticizzazione della diagonale ( N br. Rd .i ) e la sollecitazione di
progetto ( N br. Sd .i ). Con riferimento tanto alle travi che alle colonne, la norma prevede che vengano
progettate in maniera tale che non si instabilizzino sotto l‟azione di uno sforzo normale fornito dalla
seguente espressione:
N Sd  N Sd.G  1.1   OV    N Sd. E  (13)
pertanto le resistenze di progetto rispettivamente delle travi e delle colonne dovranno verificare le
seguenti espressioni:
N b. Rd ( M Sd )  N b. Sd ,G  1.1   OV    N b. Sd. E  (14)
N c. Rd  N c. Sd.G  1.1   OV    N c. Sd. E  (15)
dove:
  è definito dalla normativa come il minimo tra tutti gli  i definiti dalla (12);
 1.1 è un coefficiente amplificativo che tiene conto dell‟incrudimento del materiale;
  OV è un fattore di sovraresistenza che tiene conto dell‟aletorietà della resistenza del materiale.
Il valore di  OV proposto nell‟EC8 (CEN, 2003) è pari a 1.25 con l‟intento di includere gli
effetti dell‟aleatorietà delle resistenze. Pertanto, considerate le finalità di tale prescrizione, è chiaro
che l‟accuratezza del criterio di progettazione suggerito dall‟EC8 dovrebbe essere investigata
mediante simulazioni del tipo Monte Carlo che includono gli effetti dell‟aleatorietà delle proprietà
meccaniche dei materiali. Poiché il presente lavoro è finalizzato ad una valutazione di tipo
deterministico della risposta sismica inelastica e, inoltre, il criterio di progetto proposto si riferisce
ad un inquadramento di tipo deterministico del problema della progettazione di strutture sismo-
resistenti e della valutazione della risposta sismica delle stesse, il coefficiente  OV deve essere
posto pari a 1 affinché i succesivi confronti possano essere considerati “a parità di condizioni”.
La versione precedente dell‟EC8 (CEN 2000), invece, prevedeva il seguente limite da
verificare rispettivamente per travi e colonne:
N b. Rd ( M Sd )  1.2  N b. Sd.G    N b. Sd. E  (16)
N c. Rd  1.2  N c. Sd.G    N c. Sd. E  (17)
dove  è definito ancora come il minimo tra tutti gli  i forniti dalla (12).
Come si evince dal confronto delle (14) e (15) con le (16) e (17) se si effettua un‟analisi di
tipo deterministico, i nuovi limiti forniscono sollecitazioni di progetto sicuramente inferiori rispetto
a quelle derivanti (  OV  1 ) dalla applicazione delle (16) e (17). Infatti, il coefficiente che tiene
conto dell‟incrudimento è passato da 1.2 a 1.1 e va ad amplificare soltanto NSd.E. Si può quindi
concludere che la nuova versione dell‟EC8 conduce alla progettazione di controventi ancora meno
dissipativi quando si è in un ottica di tipo deterministico (  OV  1 ).

4. APPLICAZIONI
I due criteri di progettazione descritti sono stati applicati con riferimento alla struttura di
quattro piani descritta in Figura 5. I carichi verticali permanenti sono pari a 4 kN/m2 mentre quelli
verticali accidentali sono pari 2 kN/m2. Le azioni sismiche agenti sul singolo controvento, calcolate
in accordo con l‟EC8, sono riportate in Figura 5. L‟acciaio utilizzato per tutte le membrature è del
tipo Fe360.
I profili adottati per le diagonali sono riportati nella Tabella 1, con l‟indicazione per ciascuna
membratura del valore di  i e  i . Nella stessa tabella viene presentato sia il caso (caso A) di
diagonali che rispettano il limite di snellezza normalizzata fornito dall‟EC8 (   2.0 ) sia il caso in
cui tale limite viene derogato (caso B). Tale tabella evidenzia sia che nel caso B la deroga al limite
di snellezza riguarda soltanto le diagonali dell‟ultimo livello, sia come in tale caso i coefficienti  i
presentano valori pressoché uniformi lungo l‟altezza della struttura. Nella Tabella 2 si riportano i
profili adottati per le travi e le colonne progettati in accordo con i due criteri di progettazione
precedentemente esaminati.
La risposta sismica dei controventi analizzati è stata investigata mediante analisi dinamiche
non lineari eseguite tramite il programma PC-ANSR (Maison., 1992). Lo schema strutturale
prevede la continuità della colonna; pertanto, le stesse sono state modellate con l‟elemento beam-
column. Le diagonali sono state modellate con l‟elemento di Maison (Maison et al, 1980) che
risulta caratterizzato da un modello di comportamento isteretico lineare a tratti che consente di
descrivere accuratamente il comportamento ciclico delle diagonali. Il passaggio dal modello non
lineare di Georgescu a quello lineare di Maison è stato sviluppato imponendo per essi l‟uguaglianza
dell‟energia dissipata (Longo, 2001).
1 2 3 4
X-BRACED 4 9 10
2,00

4,00 m
2,00
6,00

F3 = 29952 kg 7 8
2,00

5 6 7 8
4,00 m
2,00
X-BRACED

X-BRACED

F2 = 19968 kg 5 6
2,00
6,00

1 4
2,00

4,00 m

9 10 11 12
2,00

F1 = 9984 kg 3 4
2,00
6,00

3
4,00 m
2,00

X-BRACED 1 2
13 6,00 14 6,00 15 6,00 16 6,00 m

Figura 5: Edificio esaminato


Tabella 1: Profili adottati per le diagonali
CASO A CASO B
Piano Sezione i i Piano Sezione i i
1 HEA 220 1.165 1.390 1 HEA 220 1.165 1.390
2 HEA 200 1.085 1.540 2 HEA 200 1.085 1.540
3 HEA 180 1.179 1.699 3 HEA 180 1.179 1.699
4 HEA 160 1.970 1.930 4 HEA 120 1.178 2.540

Tabella 2: Profili adottati per travi e colonne


CRITERIO DI PROGETTAZIONE
EUROCODICE 8 CRITERIO PROPOSTO
CASO A CASO B CASO A CASO B
Piano Travi Colonne Travi Colonne Travi Colonne Travi Colonne
1 HEA 300 HEB 320 HEA 300 HEB 320 IPE 500 HEB 450 IPE 500 HEB 400
2 HEA 280 HEB 280 HEA 280 HEB 280 IPE 450 HEB 320 IPE 450 HEB 300
3 HEA 260 HEB 200 HEA 260 HEB 200 IPE 400 HEB 260 IPE 400 HEB 220
4 HEA 240 HEB 140 HEA 240 HEB 140 IPE400 HEB 180 IPE360 HEB 160

Gli accelerogrammi considerati sono: Los Angeles 1933 (PGA=0.064570 g), Pacoima 1971
(PGA=1.17074 g), Vernon 1933 (PGA=0.192372 g) e Tokyo 1956 (PGA= 0.075433 g). Tutti gli
accelerogrammi sono stati opportunamente scalati al fine di sottoporre le strutture progettate ad
eventi sismici di intensità crescente come richiesto da una analisi dinamica incrementale (IDA).
Infatti, le analisi sono state ripetute per incrementi dei valori del PGA fino al
raggiungimento del collasso strutturale che si realizza per l‟instabilità di una colonna o di una trave.
Le verifiche di stabilità, sia per le travi che per le colonne, sono state effettuate in accordo con le
raccomandazioni dell‟EC3 (CEN, 1992). A tale scopo è stato sviluppato un post-processore (Longo,
2001) capace di effettuare al passo, ossia con riferimento alle caratteristiche della sollecitazione
interna relative al generico istante t di integrazione delle equazioni del moto, le suddette verifiche di
stabilità per profili a doppio T di qualsiasi classe.
Sulla base delle elaborazioni svolte è possibile analizzare le principali differenze tra i
controventi dimensionati secondo i due criteri di progettazione utilizzati.
Il criterio di progettazione fornito dall‟EC8, sia nel caso che il limite di snellezza venga
rispettato sia nel caso contrario, conduce a strutture poco dissipative, poiché tale capacità è legata
alla sola diagonale che riesce a plasticizzarsi prima dell‟instabilità delle colonne di base. Al
contrario, nel caso di controventi progettati tramite il criterio proposto si ottengono risultati molto
soddisfacenti. Infatti, l‟energia sismica in ingresso viene dissipata in maniera uniforme tra tutti i
piani del controvento. Tali risultati vengono riassunti nella Figura 6 per i controventi progettati
secondo il criterio proposto e nella Figura 7 per quelli progettati secondo le raccomandazioni
dell‟EC8. Entrambe le figure rappresentano i risultati delle analisi dinamiche effettuate per la
registrazione accelerometrica di Tokyo.
Per quanto riguarda l‟influenza della snellezza adimensionale delle diagonali, si può
affermare che (caso A) il rispetto del limite   2.0 porta al sovradimensionamento delle diagonali
dell‟ultimo piano poiché il corrispondente coefficiente  i risulta quasi il doppio del valore
corrispondente al piano di minima sovraresistenza; nel caso opposto (caso B), tale coefficiente è
molto simile per tutti i piani. L‟influenza del limite di snellezza si riscontra soprattutto con
riferimento ai controventi progettati secondo il criterio proposto, poiché la deroga a tale limite
permette la partecipazione di tutti i piani alla risposta sismica inelastica complessiva della struttura.
Le Figure 6 e 7 forniscono una rappresentazione qualitativa della capacità di dissipare
energia dello schema strutturale; la Figura 8 invece, sintetizza in termini quantitativi tale capacità.
Ciascuna colonna dell‟istogramma fornisce l‟entità dell‟energia dissipata per ciascun controvento e
per ogni accelerogramma utilizzato nelle analisi. Tale energia viene computata in corrispondenza
dell‟ultimo PGA utile prima del collasso strutturale. Pertanto i valori ridotti del PGA riportato in
Figura 8 indicano un collasso prematuro della struttura a causa dell‟instabilità delle colonne.

CRITERIO PROPOSTO
200000 200000 200000 200000
Piano 1 Piano 2 Piano 3 Piano 4
160000 160000 160000 160000

120000 120000 120000 120000

80000 80000 80000 80000


CASO A
40000 40000 40000 40000

0 0 0 0
-3 -1 1 3 -3 -1 1 3 -3 -1 1 3 -3 -1 1 3
-40000 -40000 -40000 -40000
PGA=0.50 a/g PGA=0.50 a/g PGA=0.50 a/g PGA=0.50 a/g
-80000 -80000 -80000 -80000

200000 200000 200000 200000


Piano 1 Piano 2 Piano 3 Piano 4
160000 160000 160000 160000

120000 120000 120000 120000

80000 80000 80000 80000


CASO B
40000 40000 40000 40000

0 0 0 0
-3 -1 1 3 -3 -1 1 3 -3 -1 1 3 -3 -1 1 3
-40000 PGA=0.60 a/g -40000 PGA=0.60 a/g -40000 PGA=0.60 a/g -40000 PGA=0.60 a/g
-80000 -80000 -80000 -80000

Figura 6: Risposta ciclica per la registrazione di Tokyo (unità di misura Kg e cm)

CRITERIO EC8
200000 200000 200000 200000
Piano 1 Piano 2 Piano 3 Piano 4
160000 160000 160000 160000

120000 120000 120000 120000

80000 80000 CASO A 80000 80000

40000 40000 40000 40000

0 0 0 0
-3 -2 -1 0 1 2 3 4-3 -2 -1 0 1 2 3 4-3 -2 -1 0 1 2 3 4-3 -2 -1 0 1 2 3 4
-40000 -40000 -40000 -40000
PGA=0.15 a/g PGA=0.15 a/g PGA=0.15 a/g PGA=0.15 a/g
-80000 -80000 -80000 -80000

200000 200000 200000 200000


Piano 1 Piano 2 Piano 3 Piano 4
160000 160000 160000 160000

120000 120000 120000 120000

80000 80000 80000 80000


CASO B
40000 40000 40000 40000

0 0 0 0
-3 -2 -1 0 1 2 3 4-3 -2 -1 0 1 2 3 4-3 -2 -1 0 1 2 3 4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4
-40000 PGA=0.24 a/g -40000 PGA=0.24 a/g -40000 PGA=0.24 a/g -40000 PGA=0.24 a/g
-80000 -80000 -80000 -80000

Figura 7: Risposta ciclica per la registrazione di Tokyo (unità di misura Kg e cm)

Titolo:
ENERGTKG.EPS
Autore:
Freelance Plus 3.0
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Figura 8: Confronto in termini di energia dissipata tra i criteri di progettazione presentati (Kg·cm)
5. CONCLUSIONI

Restando in ambito di tipo deterministico, i risultati delle analisi dinamiche svolte consentono
di trarre alcune conclusioni preliminari sui criteri di progettazione e sull‟influenza della snellezza
delle diagonali di controvento.
Il criterio adottato dall‟attuale normativa europea EC8 conduce alla progettazione di strutture
più leggere che pagano il prezzo della prematura instabilità delle colonne; pertanto, si ottengono
controventi poco dissipativi. Tale tendenza viene osservata sia nel caso in cui la snellezza delle
diagonali venga limitata (   2.0 ) sia nel caso opposto.
L‟utilizzo del criterio di progettazione proposto conduce a risultati significativamente
migliori. Infatti, a fronte di un incremento del peso strutturale dei soli controventi del 5% rispetto al
caso precedente, si ottengono strutture molto dissipative con la partecipazione di tutti i piani alla
risposta sismica inelastica strutturale. Infine, l‟influenza del limite di snellezza è significativa nel
caso di controventi progettati secondo il criterio proposto in quanto le strutture progettate in deroga
a tale limite esibiscono le migliori prestazioni.

6. BIBLIOGRAFIA
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