45° CONVEGNO NAZIONALE, 7-10 SETTEMBRE 2016 – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE
Sommario
Nel presente lavoro viene analizzato il legame di aderenza di un sistema di rinforzo strutturale
realizzato con materiali compositi a base di matrice cementizia (FRCM-Fibers Reinforced
Cementitious Matrix) e supporto in muratura. La ricerca sperimentale riguarda l’utilizzo di fibre
naturali (basalto e lino), immerse in matrici inorganiche, applicate ad elementi in muratura costruiti in
laboratorio e composti da cinque mattoni pieni in argilla e quattro giunti di malta. Al fine di studiare il
legame di aderenza del sistema di rinforzo, sono state eseguite prove di aderenza (single-lap shear
bond tests) e prove a strappo (pull-off tests). I risultati sperimentali ottenuti sono stati elaborati in
termini di diagrammi forza-spostamento, forza-lunghezza di ancoraggio e deformazione-lunghezza di
ancoraggio. Infine, sono state analizzate le modalità di rottura osservate durante le prove,
evidenziando la presenza di una tipologia di danno diversa rispetto a quelle solitamente riscontrate nei
sistemi di rinforzo a base di resine epossidiche.
Abstract
In the present work, the bond behavior of structural reinforced system was analyzed. It was built using
composite materials based-cementitious matrix (FRCM-Fibers Reinforced Cementitious Matrix)
external applied to masonry support. The experimental work relates specifically the use of natural
fibers (basalt and flax), immersed in inorganic matrices. About the masonry support, the specimens,
composed by five clay bricks and four mortar joints, were built in laboratory. In order to study the
bond behaviour of the reinforced system manufactured, single-lap shear bond tests and pull-off tests
were carried out. The experimental results obtained were elaborated in terms of force-displacement
diagram, force-bond length diagram and strain-bond length diagram. At the end, the failure modes
observed during the tests were analysed highlighting a different type of damage compared to those
usually found in reinforcement systems based on epoxy resins.
Parole chiave: Compositi FRCM, muratura, single-lap shear bond tests, pull-off test.
1. INTRODUZIONE
varia natura. L’efficacia di questi sistemi di rinforzo si evince soprattutto quando applicati a strutture
con scarse resistenze a trazione, come le costruzioni in muratura; essi consentono di realizzare sistemi
caratterizzati da limiti di resistenza molto più elevati della muratura tradizionale e da un
comportamento a rottura meno fragile. Gli svantaggi che si possono avere nell’applicazione di
compositi FRP (a base di resine epossidiche) risiedono nella riduzione delle prestazioni dovute a
temperature elevate, dopo l’esposizione a lungo termine a determinate condizioni di umidità e cicli di
gelo e disgelo, impossibilità di applicazione su superfici bagnate e quindi della necessità di un più alto
livello di controllo e di ispezione del sito. Sono da ricordare, inoltre, le modeste caratteristiche
meccaniche in direzione ortogonale alle fibre e il basso allungamento a rottura, specie per i prodotti
con fibre di carbonio.
Di fondamentale importanza risulta, invece l’analisi del comportamento di aderenza tra il substrato e il
rinforzo, infatti il legame di aderenza tra i due materiali è ancora oggi argomento di numerose
ricerche. Le fibre più utilizzate per la produzione di materiali compositi, usati nel campo
dell’ingegneria civile come rinforzo di strutture in muratura, sono quelle di vetro e PBO. Ai notevoli
vantaggi di questi ultimi, in termini di resistenza, si affiancano problemi legati all’inquinamento
ambientale prodotto durante la loro lavorazione, nonché alle energie necessarie allo smaltimento alla
fine del loro ciclo di vita [1].
Lo sviluppo sostenibile, il basso impatto ambientale e le tecnologie rinnovabili hanno indirizzato la
ricerca scientifica allo studio di materiali compositi eco-sostenibili. Per tale motivo le fibre di origine
naturale (soprattutto vegetale o vulcanica) stanno attirando l’attenzione di molti ricercatori e in alcuni
settori vengono già applicati con ottimi risultati. Le non trascurabili proprietà meccaniche, il basso
costo, l’elevata resistenza specifica, caratteristiche eco-compatibili e biodegradabilità sono alcuni dei
principali motivi per cui le fibre naturali sono considerate una valida alternativa ai sistemi compositi
tradizionali a base di materiali sintetici.
Da uno studio effettuato [2] è risultato che tra le fibre vegetali a disposizione, quelle di lino offrono la
migliore combinazione in termini di basso costo, leggerezza, elevata resistenza e rigidezza per
applicazioni strutturali. Le fibre di basalto, invece, non hanno alcuna reazione tossica con l’aria o
l’acqua, così come in caso di contatto con altre sostanze chimiche non producono reazioni dannose per
la salute o per l’ambiente; non sono combustibili e sono a prova di esplosione; presentano buona
durezza, eccellenti proprietà di isolamento termico e acustico e ragguardevoli proprietà meccaniche.
Inoltre, di grande importanza, è la possibilità di riciclo delle fibre di basalto, quindi possono fornire
una parziale soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti industriali. Le fibre di basalto si
stanno rivelando per gli studiosi dei materiali, una scelta sempre più accreditata alla sostituzione
dell’acciaio, delle fibre di vetro e, in taluni casi, delle fibre di carbonio per l’elevata rigidezza, i
limitati valori di deformazione a rottura e l’elevata tenacità, caratteristiche che lo rendono un materiale
di indubbio successo nelle applicazioni strutturali [3].
I materiali compositi quindi NFRCM (Natural Fiber Reinforced Cementitious Matrix) sono il risultato
dell’unione di reti o tessuti di origine naturale e di una matrice inorganica a base di malta cementizia o
di origine inorganica. È considerata una matrice cementizia se la malta contiene una quantità di
polimeri inferiore al 5% del peso totale. Le ragioni principali che portano a considerare gli NFRCM un
valido sistema di rinforzo derivano dalle caratteristiche delle matrice cementizia che, a differenza della
matrice polimerica degli FRP, ha una migliore resistenza al fuoco, compatibilità con il supporto,
soprattutto nel caso delle murature, conferisce permeabilità al vapore e possibilità di applicazione su
superfici bagnate. L’efficacia degli NFRCM è fortemente influenzata dalla capacità della matrice di
impregnare le fibre del tessuto di rinforzo, l’efficienza del legame all’interfaccia tra fibre e matrice e
dal legame tra matrice e supporto rinforzato. Inoltre, gli NFRCM sono realizzati con malte cementizie
prodotte con materiali naturali interamente riciclabili, cotti a basse temperature riducendo emissioni e
consumi energetici, quindi a basso impatto ambientale ed eco-sostenibili [4].
Nel presente lavoro vengono presentati i risultati di prove sperimentali condotte presso il Laboratorio
prove Materiali e Strutture del Dipartimento di ingegneria Civile-sezione Strutture dell'Università
della Calabria, su provini in muratura rinforzati con materiali compositi NFRCM a base di fibre di lino
e di basalto. I provini sottoposti a prove di aderenza e prove a strappo hanno permesso di studiare in
maniera più approfondita il legame di aderenza del sistema di rinforzo eco-compatibile prodotto.
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Il comportamento dei compositi FRCM e anche NFRCM, è fortemente influenzato dal legame di
interfaccia fibra-matrice, il quale dipende dalla capacità della matrice di penetrare all’interno dei
singoli filamenti delle fibre di rinforzo, dalla forma e dalla densità del tessuto, nonché la preparazione
della supporto. Le regole di progettazione dei rinforzi con FRCM sono ancora in fase di
sperimentazione, infatti ancora non esiste un documento tecnico ben definito, ma soltanto delle linee
guida per la qualificazione degli FRCM [5]. Le normative nazionali [6] e internazionali [7, 8, 9]
propongono vari test in questo campo di ricerca, al fine di standardizzare le fasi e le procedure di
prova in base ai risultati sperimentale ottenuti da vari gruppi di ricerca.
Una tipica prova di aderenza consiste nell’applicare una forza parallela e baricentrica alla direzione
dell’ordito dei tessuti che costituiscono il rinforzo. In questo specifico caso infatti, sono stati preparati
provini rinforzati secondo quanto illustrato nella figura 1. La lunghezza di ancoraggio L ed, secondo
quanto previsto dal documento tecnico italiano in materia di materiali compositi FRP [3], è stata
calcolata utilizzando la relazione (1). In questo specifico lavoro sono stati considerate due tipologie di
compositi: Flax_FRCM e Basalt_FRCM; quindi considerando le formulazioni teoriche presenti nel
documento tecnico italiano sono stati calcolati i parametrici meccanici necessari al calcolo della
lunghezza ottimale di ancoraggio riportati in tabella 1.
1 2 E f t f fd
led max ;150mm (1)
f 2
rd bd
In seguito ai valori teorici ottenuti i provini sono stati preparati considerando uno spessore del
compositi di 5 mm, una larghezza di 50 mm e una lunghezza di ancoraggio diversa e compresa tra 200
e 300 mm al fine di analizzare sia il legame tra materiale composito e mattone in argilla che composito
e giunto di malta. Inoltre, i risultati ottenuti (Tabella 1) sono stati calcolati senza far riferimento alle
proprietà meccaniche della matrice cementizia poiché il documento tecnico sopra citato si occupa
della progettazione e degli interventi di consolidamento mediante utilizzo di compositi fibrorinforzati
a matrice polimerica.
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3. PROGRAMMA SPERIMENTALE
Il legame di aderenza, tra supporto in muratura e compositi a matrice cementizia e fibre naturali
(NFRCM) è stato studiato dal punto di vista sperimentale attraverso prove di aderenza (single-lap
shear bond test) e prove a strappo (pull-off test). Le prove sono state eseguite su campioni in muratura
composti da 5 mattoni e 4 strati di malta rinforzati (figura 1) con strisce di compositi aventi larghezza
di 50 mm e due lunghezze di ancoraggio differenti (l1=200 mm e l2=300 mm – figura 2). Le fibre di
rinforzo utilizzate all’interno dei compositi sono tessuti bilanciati piani di lino e basalto, mentre la
matrice cementizia è stata realizzata con una malta a base di leganti idraulici e un lattice specifico in
sostituzione totale dell’acqua.
I provini in muratura sono stati realizzati con mattoni UNI, di dimensioni 5,5x12x25 cm3, e giunti di
malta dallo spessore di 10 mm. Dopo la maturazione dei provini è stato applicato un sottile strato di
matrice e quindi è stato inserito il tessuto di rinforzo tagliato nella direzione dell’ordito (figura 3). La
malta fuoriuscita dalle maglie del tessuto è stata regolarizzata in modo da realizzare un’adeguata
copertura delle fibre. I campioni sono stati coperti per 28 giorni al fine di preservare le condizioni di
indurimento dall’umidità e permettere la completa maturazione. In questa sperimentazione è stato
usato un solo strato di rinforzo all’interno dei due strati di matrice.
Le prove di delaminazione sono state effettuate con una macchina universale elettromeccanica Instrom
1195 bloccando il provino in muratura all’interno di un telaio in acciaio e inserendo la fibra di rinforzo
non impregnata nel cuneo di ancoraggio della macchina di prova (figura 4). I test sono stati condotti in
controllo di spostamento della traversa alla velocità costante di 0,3 mm/min. Inoltre sono stati installati
due trasduttori di spostamento per registrare lo scorrimento tra substrato e rinforzo [10, 11].
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I risultati ottenuti dalle prove, sono stati elaborati dapprima in termini di diagrammi forza-spostamento
della trasversa (figura 5) di tutti e sette i provini sottoposti a prova evidenziando un valore diverso
della forza massima ottenuta rispetto al valore della lunghezza di ancoraggio, come si nota dal grafico
decisamente maggiore nel caso di lunghezza di ancoraggio pari a 200 mm ma con sposamenti ultimi
più elevati rispetto invece i valori ottenuti nel caso di lunghezza di ancoraggio pari a 300 mm.
2100 1200
B200 B300-1
F200 B300-2
F200-1 F300-1
1400 800 F300-2
FORZA [N]
FORZA [N]
700 400
0 0
-2 4 10 16 -2 0 2 4 6
SPOSTAMENTO [mm] SPOSTAMENTO [mm]
(a) (b)
Figura 5. Diagramma forza spostamento: a) lb = 200mm; b) lb = 300mm
Successivamente, sono state calcolate le deformazioni (ε) e le tensioni tangenziali di aderenza (τ) con
le seguenti relazioni:
Fmax
max (2)
E f Af
F
(3)
Ab
Nella relazione (2) Ef e Af rappresentano rispettivamente il modulo elastico e l’area resistente delle
fibre, mentre nella relazione (3) F è la massima forza raggiunta in prossimità della rottura e Ab è l’area
del composito su cui è applicato il carico. I risultati ottenuti sono riportati in Tabella 2. A differenza
dei risultati ottenuti nelle prove di trazione, le fibre di lino, in questo tipo di prova, risultano avere un
comportamento migliore rispetto le fibre di basalto poiché raggiungono valori maggiori della forza di
massima, come riportato in Tabella 2.
Campioni La Ab Fmax ε τ
[mm] [mm2] [N] [%] [MPa]
F-FRCM_200 200 10000 1738,17 6,1 0,17
B-FRCM_200 200 10000 1507,31 3,0 0,15
F-FRCM_300 300 15000 730,37 2,6 0,05
B-FRCM_300 300 15000 826,78 1,65 0,06
Come già specificato precedentemente, sono state utilizzate due lunghezze di ancoraggio, nel caso di
lunghezza di ancoraggio pari a 300 mm i risultati ottenuti sono stati messi a confronto in termini di
forza massima-lunghezza di ancoraggio e deformazione-lunghezza di ancoraggio [12, 13, 14], come è
possibile notare nella figura 6. Il valore della forza massima e della deformazione corrisponde ad un
valore della lunghezza pari a 200 mm, infatti i provini sono rimasti esenti da lesioni nella parte
estrema del rinforzo; in entrambi i casi, Flax_FRCM e Basalt_FRCM, l’aumento della lunghezza di
ancoraggio corrisponde ad una riduzione della forza e della deformazione (F, ε), rispetto invece a
quanto previsto dall’approccio teorico suggerito dal documento tecnico italiano [6].
2000 8%
Flax Flax
Basalt Basalt
1500 DEFORMAZIONE [%] 6%
FORZA [N]
1000 4%
500 2%
0 0%
0 50 100 150 200 250 300 350 0 100 200 300 400
LUNGHEZZA [mm] LUNGHEZZA [mm]
Figura 6. Andamento della forza e della deformazione al variare della lunghezza di ancoraggio
La prova di pull-off consente di misurare la resistenza allo strappo del materiale composito applicato
sul supporto in muratura. Si tratta di una tecnica distruttiva, visto che, alla fine della prova, la forza
massima applicata porta alla rottura dei campioni. Nella maggior parte dei casi la rottura del provino
avviene in corrispondenza del materiale più debole che costituisce il sistema di rinforzo [15]. In
particolare si ha l’estrazione di un cilindro di materiale composito le cui dimensioni dipendono dalla
geometria del dispositivo di prova (Figura 7).
La prova viene preparata incollando direttamente sulla superficie del composito che si vuole
analizzare, con opportune resine, un piatto circolare metallico dal diametro di 50 mm. Prima della
prova viene eseguito un taglio lungo il bordo della piastra in modo da svincolare la superficie da
indagare rispetto quelle circostanti (figura 8). Il taglio ha una profondità pari allo spessore del
composito (circa 6 mm). Ad avvenuta maturazione della resina si procede installando gli ingranaggi e
il dispositivo di prova, i quali consentono di applicare una forza normale alla superficie. Il dispositivo
è dotato di un display che registra, durante la prova, i valori del carico applicato fino alla rottura del
campione.
Per il calcolo della tensione massima raggiunta alla rottura del campione, f PULL-OFF si considera
rispetto a quanto previsto dalla normativa [15] l’espressione che segue (4), dove F è la forza reale
applicata alla superficie e d è il diametro equivalente della superficie caricata. Le prove sono state
eseguite su 3 campioni per ogni fibra di rinforzo e nella tabella 3 sono riportati i risultati ottenuti per
ogni singola prova.
4 F
f PULLOFF (4)
d2
Tabella 3. Valori ottenuti dalle prove di pull-off
Campioni Fmax fPULL-OFF
[kN] [MPa]
F-FRCM_1 3,7 1,07
F-FRCM_2 5,2 1,51
F-FRCM_3 6,7 1,94
B-FRCM_1 5,8 1,68
B-FRCM_2 4,5 1,30
B-FRCM_3 4,2 1,22
Eseguite tutte le prove è stato possibile confrontare i risultati ottenuti con ulteriori valori sperimentali
analizzati in precedenti lavori [16] che riguardavano prove di trazione su compositi NFRCM e prove
di aderenza eseguite su sistemi di rinforzo muratura-NFRCM. In modo particolare è stata presa in
considerazione la massima forza ottenuta delle tre diversa tipologie di prova. Nelle prove di aderenza,
per entrambi i tessuti, lino e basalto, sono stati registrati valori della forza, superiori a quelli raggiunti
durante le prove di trazione, sia nel caso dei tessuti non impregnati che dei compositi NFRCM. Tutti i
risultavi espressi in valori medi sono stati messi a confronto nel grafico che segue (Figura 9).
Come si evince dal grafico, i valori ottenuti mettono in evidenza l’efficacia delle prove eseguite.
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Figura 9. Confronto tra il carico ottenuto dalle prove di aderenza, di trazione sui tessuti
e di trazione sui compositi
In entrambe le tipologie di prove effettuate sono state osservate diverse modalità di rottura dei provini.
Nelle prove di aderenza, durante l’applicazione del carico, la rottura del provino è avvenuta
distinguendo delle fasi ben distinte: inizialmente sono state osservate delle lesioni in corrispondenza
del carico applicato lungo lo spessore del composito (Figura 10, a), successivamente all’aumentare del
carico sono state osservate fessure trasversali all’applicazione del carico, in corrispondenza della
matrice cementizia (Figura 10, b), infine arrivato a rottura tutto il layer della matrice sono state
registrate le prime lesioni nei singoli fili costituenti il tessuto non impregnato (Figura 10, c). In nessun
provino testato c’è stato il completo distacco del composito dal supporto, solo micro-fessure in
prossimità dell’interfaccia.
Nelle prove a strappo le modalità di distacco del composito dal substrato, sono avvenute secondo tre
modi differenti, indipendenti dal tipo di fibre e dal tipo di matrici utilizzate. In tutti i casi analizzati,
infatti, si sono verificate e ripetute le seguenti modalità di rottura:
distacco del composito dal substrato (Figura 11, a);
distacco delle fibre dalla matrice (Figura 11Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.,
b);
distacco della matrice dal composito (Figura 11, c)
(a)
(b)
(c)
Le modalità di rottura osservate, ma anche i valori della forza massima raggiunta, indicano che non
dipendono praticamente dalla fibra utilizzata, infatti sono stati ottenuti dei valori della tensione di
strappo molto prossimi tra loro, strettamente legati alla matrice e al supporto, essendo la parte più
debole.
5. CONCLUSIONI
Il presente lavoro ha riguardato lo studio del legame di aderenza tra materiali compositi, a matrice
cementizia rinforzati con fibre naturali, e substrato in muratura. In particolare sono state effettuate
prove di aderenza (Shear bond test) e prove a strappo (pull-off test), su provini realizzati in
laboratorio. Dall’analisi dei risultati è emerso che il distacco non avviene in prossimità dell’interfaccia
tra composito e muratura ma si ha una fessurazione progressiva del composito e la rottura avviene in
prossimità della fibra non impregnata, a differenza di quanto avviene nei compositi FRP. Dalle prove
di strappo non sono emerse notevoli differenze tra i compositi utilizzati, infatti, indipendentemente dal
tipo di fibra di rinforzo utilizzato, si sono ripetute le stesse modalità di rottura a parità dei valori del
carico raggiunti. Questo dimostra come i compositi a base di fibre e materiali naturali NFRCM hanno
una grande varietà di proprietà meccaniche rispetto ai compositi a base di resine epossidiche e fibre
sintetiche. Inoltre i compositi prodotti con matrici inorganiche incrementano notevolmente le proprietà
dei sistemi di rinforzo, ancor di più dei compositi a matrice organica a base di resina, data la maggiore
compatibilità tra fibre di rinforzo e matrice e supporto in muratura.
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RINGRAZIAMENTI
Il lavoro è stato supportato dal progetto DPC-RELUIS 2014–2016 coordinato dal prof. Luigi Ascione e
dal prof. Marco Savoia, settore di ricerca "Materiali Innovativi per Interventi Infrastrutturali su
Costruzioni Esistenti", WP2 - Compositi a matrice cementizia (FRCM), responsabile scientifico prof.
Renato S. Olivito.
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