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SOMMARIO
L’interazione taglio-momento è generalmente trascurata nello studio del comportamento post-
elastico delle strutture in acciaio. Com’è noto infatti, nella maggior parte dei casi di interesse
tecnico, le zone dissipative sono soggette a collasso per flessione pura. D’altro canto, man
mano che lunghezza della membratura diminuisce, gli effetti di interazione taglio-momento
assumono una certa rilevanza. Questo effetto è ben noto nel caso dei link dei controventi
eccentrici, tuttavia si verifica, con modalità analoghe, anche nel caso dei controventi del tipo
knee.
La presente memoria illustra una procedura per il calcolo delle resistenze ultime di taglio e
momento, nonché delle corrispondenti deformazioni plastiche, nel caso dei controventi del
tipo knee. Due differenti approcci sono stati sviluppati per la definizione delle condizioni
ultime di knee intermedi, per i quali l’interazione taglio-momento non è trascurabile:
l’approccio di tipo cinematico e l’approccio di tipo statico, in accordo ai teoremi dell’analisi
limite. Le soluzioni ottenute risultano coincidenti, dimostrando la validità dell’analisi
condotta.
Infine, con riferimento al caso monopiano, vengono presentati i requisiti di progetto da
soddisfare al fine di scongiurare le modalità di collasso indesiderate per un controvento del
tipo knee.
ABSTRACT
The interaction between bending moment and shear force is usually neglected in evaluating
the post-elastic behaviour of steel structures. In fact, in general, yielding is governed by cyclic
bending. On the other hand, as far as the length of the dissipative member decreases, the
interaction with the shear force becomes more and more important and cannot be neglected,
until the element becomes so short that only the shear action governs both the yielding
condition and the ultimate resistance. This effect is well known in the case of links in
eccentrically braced frames (EBFs). A similar design issue occurs in the case of knee braced
frames (KBFs).
In this paper, a procedure for evaluating the ultimate shear and moment resistances and the
corresponding plastic deformations is developed in the case of KBFs. With reference to
intermediate knees, where shear-moment interaction cannot be neglected, two approaches
have been adopted to completely define the ultimate limit state of the knee element: the
kinematic approach and the static approach, according to the theory of plastic collapse. The
resulting solutions are obviously coincident, validating the goodness of the theoretical
analysis.
Finally, with reference to one-storey KB-frames, the design requirements to be fulfilled to
prevent undesired mechanism typologies are provided.
1 INTRODUZIONE
I controventi eccentrici rappresentano probabilmente la più nota tipologia strutturale per la
quale il meccanismo di interazione taglio-momento diventa rilevante ai fini del
comportamento ultimo delle zone dissipative. In particolare, nel caso dei link intermedi
l’incidenza dell’interazione taglio-momento, la cui influenza dipende dalla lunghezza e della
membratura e dalla sua sezione resistente (link corti per e ≤ 1.6 Mp/Vp; link intermedi per
1.6 Mp/Vp ≤ e ≤ 3.0 Mp/Vp; link lunghi per e ≥ 3.0 Mp/Vp), è ben descritta dal dominio plastico
di interazione espresso mediante le seguenti relazioni [1]:
V = Vp per |M| ≤ Mf (1)
2 2
V M −Mf
+ =1 per Mf ≤ |M| ≤ Mp (2)
Vp M p − M f
in cui V ed M rappresentano le sollecitazioni di taglio e momento flettente; Vp ed Mp
rappresentano la resistenza plastica per solo taglio e solo momento, rispettivamente, della
sezione; Mf rappresenta il contributo al momento plastico delle sole flangie. Alla forma del
suddetto dominio può essere ricondotta anche quella relativa al dominio ultimo,
corrispondente alle condizioni di pieno sviluppo dell’incrudimento del materiale, responsabile
di incrementi di resistenza dell’ordine del 50% [2]. Tale dominio ultimo è infatti
semplicemente ottenuto per espansione omotetica del precedente, ovvero sostituendo ai valori
plastici delle resistenze nelle (1) e (2) i rispettivi valori ultimi (Vu = 1.5 Vp; Mu = 1.5 Mp ;
Mfu = 1.5 Mf) [3].
Di più recente introduzione, i controventi del tipo knee presentano molteplici analogie con i
controventi eccentrici. Da un punto di vista geometrico, essi sono caratterizzati da una maglia
strutturale simile a quella di un controvento concentrico del tipo a “D” o a “V”, in cui però le
diagonali principali non convergono nei nodi trave-colonna, ma sono collegate ad elementi
denominati knee che si estendono trasversalmente da un lato all’altro del nodo trave-colonna
stesso (Fig. 1). In ambito sismico, l’azione trasmessa dalla diagonale determina la
deformazione trasversale dello knee, il quale, mediante cicli di isteresi a taglio e/o flessione,
consente l’assorbimento dell’energia sismica in ingresso, svolgendo così il compito di zona
dissipativa.
Conseguentemente, il meccanismo di funzionamento dell’elemento knee è per molti aspetti
simile a quello del link di un controvento eccentrico. In particolare, poiché la diagonale
suddivide lo knee in due parti (di lunghezza uguale o meno in funzione della configurazione
geometrica scelta), l’effetto del comportamento ciclico dell’intero knee può essere assimilato
a quello di due elementi link (Fig. 1). Per le suddette analogie, risulta lecito assumere che il
comportamento a taglio e/o flessione delle due porzioni di knee sia riconducibile a quello di
un link. In altri termini, in assenza di studi specifici, nel presente lavoro si assume valida per
ciascuna porzione di knee la stessa classificazione precedentemente introdotta per i link,
nonché lo stesso dominio plastico di interazione espresso mediante le eq. (1) e (2). Per quanto
concerne l’incrudimento, studi sperimentali specifici suggeriscono che tale effetto sia
responsabile di incrementi di resistenza dell’ordine del 70% circa [4]. Pertanto, nel presente
lavoro si assume un coefficiente di incrudimento pari a 1.7, e il dominio ultimo di interazione
è ottenuto per espansione omotetica del dominio plastico sulla base del suddetto coefficiente
(Vu = 1.7 Vp; Mu = 1.7 Mp; Mfu = 1.7 Mf).
θbr.1
α
L
Fig. 1: Meccanismo di collasso del portale (tipologia “a”) Fig. 2: Meccanismo globale
L’analisi del meccanismo di collasso in esame consente di individuare, per un’assegnata
rotazione θ delle colonne al piede, le rotazioni rigido-plastiche attinte per ciascuna
membratura coinvolta nel meccanismo. Analiticamente, le suddette rotazioni, in accordo alla
simbologia introdotta in Fig. 1, sono le seguenti:
H − e senα
θ br = θ (3)
2 H − e senα
H 2 H (H − e senα )
γ kb1 = θ γ kb2 = θ (4)
e senα e senα (2 H − e senα )
H 2H 2
γ kt1 = θ γ kt 2 = θ (5)
e senα e senα (2 H − e senα )
L
θb = θ (6)
L−d
Con riferimento all’elemento trave, la Fig. 1 illustra la posizione delle due cerniere plastiche
per effetto dell’azione sismica e dei carichi verticali. Infatti, dalla sovrapposizione dei
diagrammi del momento flettente relativi ai carichi verticali ed alla forza sismica orizzontale,
amplificata del moltiplicatore α, risulta evidente che, al crescere della forza sismica, una
cerniera plastica è posizionata sicuramente all’estremo destro della trave, mentre l’altra
cerniera plastica può trovarsi in una posizione intermedia, a distanza d dal primo estremo
della trave stessa [6]. In particolare, data la configurazione del controvento, la distanza d è
data dalla somma del tratto di trave di lunghezza e cosα sotteso dall’elemento knee e di una
quantità x (Fig. 1), la quale risulta pari a 0 se il carico verticale nella combinazione di tipo
sismico soddisfa la seguente condizione [6]:
4M b
q ≤ qlim = (7)
(L − e cosa )2
in cui Mb rappresenta il momento plastico della trave. In alternativa, se la condizione (7) non è
rispettata, la quantità x assume, nel caso in esame, il seguente valore [6]:
x = (L − e cosa ) − 2
Mb
(8)
q
Inoltre, con riferimento al meccanismo di collasso globale di un controvento multipiano
(Fig. 2), è opportuno osservare che la rotazione plastica fornita dalla eq. (3) rappresenta la
rotazione della diagonale al primo piano rispetto alla configurazione indeformata. È facile
osservare che, mentre le rotazioni assolute delle diagonali a tutti i piani coincidono, le
rotazioni plastiche delle diagonali dei piani superiori al primo devono tener conto della
rotazione rigida θ della maglia di controvento. In particolare, la rotazione plastica della
generica diagonale ai piani superiori al primo risulta pari a:
hi
θ br.i = θ (9)
2hi − ei senα i
dove hi è l’altezza di interpiano, mentre ei ed αi sono la lunghezza dello knee e l’inclinazione
della diagonale al piano i-esimo.
v p1 =
γ 1eV p2(M 1 − M f )+ 2(γ 1 − γ 2 )(M p − M f ) V1 (M p − M f ) V1
2 2
V p2 e (M 1 − M f ) + 4 (M p − M f )2 V1 (M1 − M f )V p2
(25)
v p 2 = v p1 −
(M p − M f )2V2 (γ − γ )
(M 2 − M f )V p2 1 2
(26)
v p1 + v p 2 v p1 + v p 2
φ p1 = γ 1 − φ p2 = γ 2 − (27)
e2 e2
Si ricordi che nelle equazioni (23)-(27) si è indicata con e la lunghezza dell’intero knee. Tali
equazioni possono essere utilizzate per il calcolo delle deformazioni plastiche e delle
rispettive sollecitazioni per ciascuna delle due porzioni di knee, avendo cura di sostituire ai
valori γ1 e γ2 i valori γkb1 e γkb2 per la parte collegata alla colonna, e γkt1 e γkt2 per la parte
collegata alla trave. Inoltre, per la determinazione delle deformazioni e delle sollecitazioni
allo stato limite ultimo, anziché allo stato limite plastico, è sufficiente, per quanto anticipato
nei paragrafi precedenti con riferimento al dominio ultimo espanso, sostituire nelle (23)-(26)
ai valori plastici delle resistenze (Vp, Mp, Mf) i rispettivi valori ultimi (Vu, Mu, Mfu).
Infine, è interessante osservare che la procedura di calcolo illustrata è stata già sviluppata, con
gli opportuni accorgimenti, nel caso dei link intermedi dei controventi eccentrici, per i quali le
condizioni precedenti risultano semplificate poiché le rotazioni plastiche totali alle estremità
sono uguali [3]. In effetti, come ulteriore verifica della validità della procedura di calcolo
proposta, è possibile verificare che per γ1 = γ2 si ottengono le medesime condizioni relative al
caso di link intermedio, e che le soluzioni (23)-(27) risultano coincidenti con le soluzioni già
ottenute in quel caso [3] (con l’accorgimento di operare il confronto a parità di lunghezza, e
dunque di ridefinire la lunghezza e del link mediante la quantità e/2).
γk2 vp1
φp2
vp2 γv
γk1 φp1
α α
Fig. 5: Meccanismo di collasso tipologia “b” Fig. 6: Meccanismo di collasso tipologia “c”
È possibile stabilire un criterio di progettazione che consenta di escludere a priori le tipologie
di meccanismo “b” e “c”. Tale criterio, ricavato per il portale controventato, può poi essere
esteso al caso di controventi multipiano, per i quali le configurazioni “a”, “b” e “c” possono
alternarsi in qualsiasi modo ai diversi livelli, originando configurazioni di meccanismo di tipo
misto. In accordo al teorema cinematico del collasso plastico, il suddetto criterio viene
individuato imponendo che il moltiplicatore cinematicamente ammissibile delle azioni
sismiche corrispondente alla tipologia “a” di meccanismo sia inferiore a tutti quelli
corrispondenti alle tipologie “b” e “c”. Per brevità, nel prosieguo il calcolo viene presentato
nel caso di knee corto. Con le dovute particolarità, un procedimento analogo può essere
sviluppato nel caso di knee intermedio.
In particolare, il lavoro virtuale interno per le tre tipologie di meccanismo è il seguente:
(a ) e e
L(ia ) = 2M cθ + M dθ br(a ) + 2 M bθ b(a ) + Vu γ kb + γ kt(a ) (28)
2 2
(b ) e e
L(ib ) = M cθ + 2M cθ '(b ) + M d θ br(b ) + M bθ b(b ) + Vu γ kb + γ kt(b ) (29)
2 2
L(ic ) = M cθ + M cθ '(c ) + M bθ b(1c ) + M bθ b(c2) + Vu γ kt(c )
e
(30)
2
in cui Mc ed Md rappresentano i momenti plastici di colonna e diagonale ridotti per la
contemporanea presenza dello sforzo normale, ed Mb rappresenta il momento plastico della
trave.
Tabella 1: rotazioni plastiche per meccanismi tipo “b” e tipo “c”
meccanismo tipo “b” meccanismo tipo “c”
H
diagonale θ br = θ θbr = 0
2 H − e senα
H 2H 2
γ kb1 = θ γ kb 2 = θ γkb1 = 0 γkb2 = 0
e senα e senα (2 H − e senα )
H 2 H (H − e senα ) H 2H
γ kt1 = θ γ kt 2 = θ γ kt1 = θ γ kt 2 = θ
e sen α e senα (2 H − e senα ) e sen α e senα
H (4 H − e senα )
knee
γ kb1 + γ kb 2
γ kb = = θ γ kb = 0
2 e senα (4 H − 2 e senα )
γ kt1 + γ kt 2 H (4 H − 3 e senα ) γ kt1 + γ kt 2 3H
γ kt = = θ γ kt = = θ
2 e senα (4 H − 2 e senα ) 2 2e senα
H2 2 H − e sen α
trave θb = θ θ b1 = θ θ b2 = θ
e senα (H − e senα ) H − e senα
H H
colonna θ'= θ θ'= θ
H − e senα e sen α
Il lavoro virtuale esterno è quello speso dai carichi esterni, sia verticali che orizzontali. Le
aliquote relative ai carichi verticali, supposti uniformemente distribuiti, sono fornite dalle
seguenti espressioni:
L(ea.q) = qLdθ L(eb.q) = 0 L(ec.q) = qL2θ
1 1
(31)
2 2
Per quanto concerne l’aliquota relativa ai carichi orizzontali, amplificati del moltiplicatore α,
risulta per tutte le tipologie di meccanismo:
Le.F = α F δ = α F H θ (32)
Dalle (28)-(32), mediante l’applicazione del Principio dei Lavori Virtuali, è immediato
calcolare il moltiplicatore cinematicamente ammissibile relativamente a ciascuna delle
tipologie di meccanismo esaminate (t = “a”, “b”, “c”):
(t ) (t ) (t ) (t ) (t ) (t ) L(it ) − L(et.)q
Li = Le.q + Le.F = Le.q + α FHθ (33) α =
F Hθ
Conseguentemente, per evitare le tipologie di meccanismo “b” e “c”, meno efficaci in termini
dissipativi, è necessario imporre le seguenti condizioni, rispettivamente:
α(a) ≤ α(b) α(a) ≤ α(c) (34)
In particolare, dalle condizioni (34) si ricavano i seguenti requisiti di progetto:
H − e senα L+d e senα
Mc ≥ Mb − Md (35)
H + e senα L−d 2 H − e senα
e senα H − e senα H (H + e senα ) L + d Vu H qL( L − d ) (36)
Mc ≥ M d − Mb − − +
H − e senα 2 H − e senα e senα ( H − e senα ) L − d 2 senα 2
Come anticipato, le condizioni (35)-(36) possono essere estese anche al caso di controventi
multipiano. Infatti, per evitare i meccanismi misti, caratterizzati in corrispondenza di uno o
più livelli dall’attivazione delle tipologie di meccanismo “b” o “c”, è sufficiente garantire che
le (35)-(36) siano soddisfatte ad ogni piano del controvento. Con riferimento a controventi del
tipo knee multipiano, le problematiche connesse alla progettazione finalizzata al
conseguimento di un meccanismo di collasso di tipo globale sono comunque esaminate
diffusamente in un lavoro parallelo [7].
5 CONCLUSIONI
Nella presente memoria sono state discusse le problematiche concernenti il comportamento al
collasso di un elemento di tipo knee nell’omonima tipologia di controvento. In particolare, a
valle dello studio particolareggiato del meccanismo di collasso di un controvento del tipo
knee, è stata messa in evidenza l’influenza che il meccanismo di interazione taglio-momento
esercita sul comportamento ultimo della zona dissipativa. In dettaglio, nel caso dei knee
definiti intermedi è stata sviluppata una procedura di calcolo che consente di determinare le
sollecitazioni e le deformazioni che competono a ciascuna porzione di elemento allo stato
limite ultimo. Questo risultato è rilevante per tutte le applicazioni del calcolo a rottura per la
tipologia di controvento in oggetto.
Infine, sono stati determinati i requisiti di progetto che consentono di escludere le tipologie di
meccanismo sfavorevoli in termini di comportamento dissipativo di un controvento del tipo
knee, poiché responsabili dell’impegno plastico di zone non dissipative. Questo risultato è di
notevole interesse nell’ottica dell’applicazione del Capacity Design alla tipologia strutturale
esaminata.
RINGRAZIAMENTI
Questo lavoro è stato condotto grazie al supporto del progetto di ricerca MIUR PRIN 2003
intitolato “Strategie innovative per la progettazione di controventi in acciaio sismo-resistenti”.
BIBILIOGRAFIA
[1] Neal, B. G., Effect of Shear Force on the Fully Plastic Moment of an I-Beam, Journal of
Mechanics and Engineering Science, Vol.3, N.3, p. 258, 1961
[2] Engelhardt, M. D., Popov, E. P., Behavior of Long Links in Eccentrically Braced Frames,
Earthquake Engineering Research Center, University of California, Berkeley, Report N.
UBC/EERC-89/01, January, 1989
[3] Mastrandrea, L., Montuori, R., Piluso, V., Shear-moment interaction in plastic design:
eccentrically braced frames, STESSA 2003: 4th International Conference on Behaviour of
Steel Structures in Seismic Areas, Naples, Italy, 9-12 June, 2003
[4] Clement, D. E., Seismic Analysis of Knee Elements for Steel Frames, PhD Thesis,
University of Oxford, England, 2002
[5] Mazzolani, F. M., Piluso, V., ECCS Manual on Design of Steel Structures in Seismic
Zones, European Convention for Constructional Steelwork, Brussels, First Edition, N.76,
1994
[6] Mazzolani, F. M., Piluso, V., Plastic Design of Seismic Resistant Steel Frames,
Earthquake Engineering and Structural Dynamics, Vol. 26, pp.167-191, 1997
[7] Conti, M. A., Mastrandrea, L., Piluso, V., Progettazione a collasso controllato di
controventi del tipo “knee”, XX Congresso C.T.A., Ischia, Napoli, 26-28 settembre 2005
PAROLE CHIAVE
Controventi del tipo knee, interazione taglio-momento, calcolo a rottura, meccanismo di
collasso, Capacity Design.