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B. Catenazzo1 e V. Piluso 1
1
Dipartimento di Ingegneria Civile, Università di Salerno
SOMMARIO
ABSTRACT
In this paper the post-buckling behaviour of the column web in compression is analysed by means
of a yield line model. The model represents the collapse mechanism exhibited during experimental
tests and is characterized by the interaction between the flanges and the web of the column. The
approach is based on the preliminary identification of the collapse mechanism typology and on the
application of the kinematic theorem of plastic collapse to determine the actual collapse
mechanism by means of the minimization of the internal work with respect to an appropriate
kinematic parameter. In particular, the model provides the equilibrium curve of the mechanism
describing the post-buckling behaviour of the column web in compression.
The accuracy of the proposed yield line model is pointed out by means of a wide comparison with
the available experimental data and with results coming from the formulation proposed by
Eurocode 3 for evaluating the design resistance of the column web in compression.
1. INTRODUZIONE
Il modello analizzato nel presente lavoro è finalizzato alla valutazione del comportamento
ultimo di profili in acciaio soggetti a doppia compressione trasversale d’anima. In particolare,
viene trattata una condizione di carico di significativo interesse nell’ambito della valutazione della
resistenza flessionale dei collegamenti trave-colonna privi di piatti di continuità. Infatti, a causa del
carico trasmesso dalle flange della trave, l’anima della colonna è soggetta a compressione
trasversale, semplice o doppia a seconda della configurazione del collegamento. In particolare, nel
caso di nodi interni di telai soggetti a soli carichi verticali, l’anima della colonna è sottoposta ad
una doppia compressione trasversale, mentre nel caso di nodi esterni essa è soggetta a
compressione semplice (Figura 1). Pertanto, in assenza di piatti di continuità, le verifiche di
resistenza e di stabilità locale dell’anima della colonna meritano particolare attenzione.
M M M
h h h
Un’esauriente analisi del problema risulta complicata dalla necessità di includere tanto gli
effetti della non-linearità geometrica quanto quelli della non-linearità meccanica. Inoltre, sebbene
l’anima della colonna sia il principale elemento interessato dal collasso, ai fini di un’accurata
determinazione della resistenza ultima, l’analisi deve tener conto della partecipazione delle flange
della colonna. Infine, lo stato tensionale è complicato dall’interazione tra tensioni normali,
verticali ed orizzontali, e tensioni tangenziali (Faella & al., 1999). Nel presente lavoro, tale
interazione tra le tensioni nella zona del pannello nodale immediatamente adiacente alla flangia
compressa della trave viene trascurata. In quest’ottica, nei codici moderni sono presenti diverse
formulazioni per la determinazione della resistenza plastica dell’anima della colonna. In
particolare, nell’Eurocodice 3 (ENV, 1993) tale resistenza è determinata mediante la seguente
relazione:
f yw t wc be ff , cwc
Fcwc , Rd = (1)
γM0
dove fyw è la tensione di snervamento dell’anima della colonna, twc è lo spessore dell’anima della
colonna, beff,cwc è la larghezza efficace e γM0 è il coefficiente parziale di sicurezza.
La larghezza efficace è pari a:
beff ,cwc = t fb + 2t p + 2 2a b + 5 t fc + rc ( ) (2)
dove tfb è lo spessore della flangia della trave, tp è lo spessore del piatto di collegamento, ab è la
sezione di gola della saldatura, tfc è lo spessore della flangia della colonna e rc è il raggio di
raccordo della colonna.
Un’analoga espressione viene suggerita dalla normativa americana AISC-LRFD (1989) in
cui la larghezza efficace viene calcolata mediante la formula di Witteveen et al. (1982) in cui viene
trascurata l’influenza della sezione di gola della saldatura.
La necessità di affiancare alla verifica di resistenza una verifica di stabilità è stata
evidenziata da molti ricercatori (Aribert 1990, 1991a, 1991b; Faella et al. 1995; Jaspart et al.
1995), in particolare, è stato suggerito l’impiego della formula di Winter:
1 0.22
F ' cwc , Rd = Fcwc , Rd 1 − per λ > 0.67
λ λ (3)
F ' cwc , Rd = Fcwc , Rd per λ ≤ 0.67
Fcwc , Rd (4)
λ=
Fcr
2. MODELLO PROPOSTO
Come già accennato, la tipologia del meccanismo di collasso è stata suggerita direttamente
dalle analisi e dalle prove sperimentali (Figura 2) eseguite da Aribert e Moheissen (1991). Tale
meccanismo di collasso è rappresentabile attraverso il modello a “linee plastiche” illustrato in
Figura 3.
E
φ δ
B D
A
B C C
A A θ 0
90°
K
R S V
90°
H
D B C D
A' B' C' D'
dove m p w = f yw (t wc
2
4) rappresenta il momento plastico per unità di lunghezza dell’anima ,
φ = arcsen (δ l ) è la rotazione subita dalle flange della colonna, θ 0 = arccos [1 − (2δ hwc )] è la
rotazione subita dall’anima della colonna, con hwc altezza dell’anima della colonna,
δ = (hwc 2 )(1 − cos θ 0 ) rappresenta lo schiacciamento dell’anima della colonna, M pf = Z n f yf è il
momento plastico delle flange, l AD , l B 'C ' etc. sono le lunghezze delle linee plastiche e, infine, dθ1,
dθ2, dθ3 e dρ2 sono gli incrementi di rotazione delle linee plastiche impegnate dal cinematismo.
Pertanto, applicando il principio dei lavori virtuali, si ricava il valore del livello di carico Fb
che dipende dal livello di deformazione plastica δ e dal parametro cinematico l:
dφ dθ dθ dθ d θ 0 dθ + dθ 3 dθ 0 dρ 2 dθ 0 dθ
Fb = 4 M pf + m pw l AD 0 + l B'C ' 0 + 2l AA' 1 + 2l C ' D 2 + 2l CC ' − γ 0 (10)
dδ dδ dδ dθ 0 dδ dθ 0 dδ dθ 0 dδ dδ
Dall’applicazione del teorema cinematico del collasso plastico è possibile stabilire il valore
del parametro cinematico che governa il meccanismo attraverso la minimizzazione del lavoro
interno e, conseguentemente, del livello di carico corrispondente ad un’assegnata deformazione
plastica δ. In particolare, la condizione:
dFb
=0 (11)
dl
fornisce il valore di l da impiegare nella (10).
Ripetendo l’analisi per incrementi successivi dello spostamento plastico δ si ottiene la
curva di equilibrio del meccanismo di collasso.
In appendice sono riportate le espressioni analitiche per l’applicazione della (10), ossia per
la determinazione del carico massimo in funzione della larghezza l e dello spostamento plastico δ.
Una stima della resistenza ultima dell’anima della colonna in compressione può essere ottenuta
integrando i risultati dell’analisi rigido-plastica del secondo ordine con quelli dell’analisi elastica
lineare, come mostrato in Figura 4. Infatti, il punto di intersezione tra la curva di equilibrio del
meccanismo di collasso e la retta rappresentativa dell’analisi elastica lineare fornisce, attraverso la
sua ordinata, una stima della resistenza ultima.
Per quanto riguarda l’analisi elastica lineare, essa conduce ad una realizzazione del tipo F = Kδ ,
dove K è la rigidezza iniziale dell’anima della colonna in compressione data da (Tschemmernegg
F. & Humer C., 1988):
'
E beff ,cwc t wc
K= (12)
d wc
in cui beff' ,cwc è la larghezza efficace dell’anima della colonna:
'
beff (
,cwc = t fb + 2t p + 2 t fc + rc ) (13)
e d wc è l’altezza dell'anima valutata al netto dei raccordi.
F
Analisi elastica
Fu,th
Curva di equilibrio del
Fexp meccanismo di collasso
Tipica curva F- δ
δ
Figura 4 – Procedura per la stima della resistenza ultima.
1400
Fth1
[kN] 1200
1000
800
600
400
200
0
0 200 400 600 800 1000 1200 1400
Fexp [kN]
Figura 5– Confronto tra i valori sperimentali del carico massimo ed i valori calcolati trascurando
la saldatura
Fth2 1400
[kN]
1200
1000
800
600
400
200
0
0 200 400 600 800 1000 1200 1400
Fexp [kN]
Figura 6 – Confronto tra i valori sperimentali del carico massimo ed i valori calcolati
considerando l’influenza della saldatura
In termini quantitativi, l’analisi del grado di accuratezza del modello proposto è stata
effettuata valutando media e deviazione standard del rapporto tra il valore della resistenza ultima
calcolata mediante il modello teorico ( Fth,1 ed Fth , 2 ) e quella sperimentale ( Fexp ). In particolare,
con riferimento all’analisi condotta trascurando completamente la saldatura, il valore medio del
rapporto Fth,1 Fexp è risultato pari a 0.87, mentre la deviazione standard è pari a 0.18. Per quanto
riguarda, invece, l’analisi che include gli effetti della saldatura, il valore medio del rapporto
Fth, 2 Fexp è risultato pari a 1.05, mentre la deviazione standard è pari a 0.24. Quest’ultimo
risultato è, d’altra parte, congruente con le modalità con cui viene effettuata la stima della
resistenza ultima (Figura 4).
La valutazione della resistenza dell’anima della colonna in compressione è stata eseguita
anche mediante le formulazioni suggerite dall’Eurocodice 3 e presentate nel paragrafo 1. I risultati
del metodo codificato FEC 3 sono riportati nella Tabella 1 con riferimento alle prove sperimentali
analizzate, sia trascurando l’influenza della saldatura (FEC3,1) sia includendola (FEC3,2)
Da tali risultati si può verificare che il valore del rapporto FEC 3 Fexp è pari a 0.68, se si
trascura l’influenza della saldatura, oppure pari a 0.77, se si includono gli effetti della saldatura.
Infine, la deviazione standard di tale rapporto è pari a 0.15 nel primo caso e 0.17 nel secondo.
Pertanto, le formulazioni codificate forniscono una stima della resistenza dell’anima della
colonna in compressione significativamente minore rispetto all’evidenza sperimentale.
4. CONCLUSIONI
Nel presente lavoro è stata sviluppata una procedura analitica, basata su di un modello a
linee plastiche, per la determinazione della curva di equilibrio del meccanismo di collasso che
descrive il comportamento post-critico dell’anima della colonna in doppia compressione locale,
ossia nella condizione di carico tipica dei collegamenti interni trave-colonna privi di piatti di
continuità.
Inoltre il modello proposto, opportunamente integrato da un’analisi elastica, consente una
stima sufficientemente accurata della resistenza ultima, come evidenziato dall’esteso confronto
con i risultati sperimentali. In tale confronto è stato, inoltre, mostrato come le formulazioni
suggerite dall’Eurocodice 3 sottostimano significativamente la resistenza ultima dell’anima della
colonna in compressione.
5. BIBLIOGRAFIA
Aribert J.M., Lachal A. and Moheissen M. (1990). «Interaction du voilement et de la résistance plastique de
l’âme d’un profilé laminé soumis à une double compression locale (Nuance d’acier allant Jusqu’a
FeE 460)». Construction Métallique, n.2.
Aribert J.M. and Moheissen M. (1991). «Justification théorique d’une formulation nouvelle de la résistance
en double compression locale d’un profilé en présence du voilement». Construction Métallique, n. 4.
Aribert J.M. (1991). «Plastic analysis and simplified design of the compression zone of a beam-to-column
connection». Second International Workshop on “Connections in Steel Structures: Behavior, Strength
and Design”; Pittsburgh, Pennsylvania, April.
AISC-LRDF (1989). Specification for Structural Steel Buildings. Allowable Stress Design and Plastic
Design, AISC, Chicago, Il.
CEN (1992). «prENV 1991-1 – Eurocode 3: Design of Steel Structures. Part1: Genetal Rules and Rules for
Buildings1993», Comité Européen de Normalisation, July.
Chen W.F. And Newlin D.E. (1973). Column Web Strength in Beam-to-Column Connections. Journal of
the Structural Division. ASCE, Vol. 99, N. ST9, September, pp. 1978-1992.
Faella C., Piluso V. and Rizzano G., (1995). Modelling of the Moment-Rotation Curve of Welded
Connections: Proposals to Improve Eurocode 3 Annex J, C.T.A, Riva del Garda, ottobre.
Faella C., Piluso V. and Rizzano G., (1999). «Structural steel semirigid connections». CRC Press, Florida.
Jaspart J.P., Sthenhuis M. And Wienand K., (1995). Influence of structural frame behaviour on joint design.
Third International Workshop on Connections in Steel Structures, Trento, maggio.
Tschemmernegg F. & Humer C. (1988). A Non-Linear Model for Design of Structural Steel Frames.
Costruzioni Metalliche, N. 1.
Witteveen J., Stark J.W.B., Bijlaard F.S.K. and Zoetemeijer P. (1982). Welded and bolted beam- to-column
connections. Journal of the Structural Division, ASCE, Vol. 108 N. ST2, February.
6. APPENDICE
Le espressioni di seguito riportate consentono il calcolo dei termini richiesti dalla (10) per la valutazione di Fb
per un assegnato valore dello spostamento δ e per un assegnato valore del parametro cinematico O che governa il
meccanismo di collasso.
• Calcolo del momento plastico delle flange M pf = Z n f yf comprensivo dell’influenza del raccordo ala-anima
(Figura A.1):
b fc
r c((10-3 π )/(3(1-π )))
f yf
r c (2/(3(4-π )))
t fc - x
x
x+r c
f yf A=r c²((4- π )/4)
t wc
2 4
b fc t 2fc 3 0.43 rc 3 r 2 t wc
2 0.43rc2 t fc rc t fc t wc 0.1 3 2
3 0.43rc t wc t wc rc
Zn = − − + + + rc −
3
+ (A.1)
4 4 b fc 4 b fc 2 2 2 2 b fc 2
• Legame tra lo schiacciamento δ e la rotazione delle cerniere plastiche nelle flange della colonna:
δ
φ = arcsen ;
l
dφ 1
= .
dδ δ2
l2 1 − 2
l
δ
dδ
hwc/2
θ 0
(hwc/2)cosθ0 θ0+∆θ0
B' 2θ0
hwc/2
h θ0
θ0
B B''
h
A' θ1 D'
2
h δ 2 δhwc h δ2
2
δhwc senθ0 1 + wc cos θ0 2 1 − 2 1 − cos θ0 wc 2 cos θ0 senθ0 1 − 2
dθ 3 2l
+ 2l
l 2l l
= .
dθ 0 δhwc
2 2 δ
2
2l 1 + 1 −
2
cos θ0 h h
1 + wc cos θ0 2 1 + 1 − wc cos θ0
2l 2l 2l
H K
C θ2 θ3 D'
H' K'
( )
6
h wc
2
+ 2
− 2
θ
( )
h 4 l 4 h l cos
h 2 + 4l 2 2
wc wc 0
dρ 2 wc
= +
dθ 0
hwc senθ 0
( )
2 2
cos θ 0 l hwc 4 − − 2 hwc + 4l cos θ 0
2 2 2 2
l2
(h ) ( )
h 4 cos θ 0 senθ 0
6
h wc 2
2
+ 4l − 4h wc l cos θ 0 2 h wc
2 2
+ 4l 2 senθ 0 − wc tan θ 0
(h 2
wc + 4l 2 )
2 wc
l 2
4 −
2
h wc senθ 0 2
l2
− +
l hwc
2 h 2 senθ 2
4 − wc 2 0 − 2 hwc
l
2
(
+ 4l 2 cos θ
)
2
(h )
6
h wc 2
2
+ 4l 2 − 4hwc l cos θ 0 tan θ 0
2
+
4 hwc lsenθ 0 tan θ 0
( 2
hwc + 4l )
2 2
wc
1 + 2
senθ 0
(
)
2 2
( )
h wc h 2 senθ 2
2
h wc 4− − 2 h wc + 4l cos θ
2 2
l 2 h wc
2
4 − wc 2 0 − 2 h wc
2
+ 4l 2 cos θ
l2 l
A
B C
R S K V
A' D'
B' C'
ρ2 K
R S
R'' S''
V
R' S' K'