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SOMMARIO
In questo lavoro viene presentata una metodologia per la progettazione di controventi del tipo
knee finalizzata al conseguimento di un meccanismo di collasso di tipo globale. La
metodologia proposta si basa sull’assunzione che le sezioni delle travi, delle diagonali e degli
knee siano note, mentre le sezioni delle colonne costituiscono l’unica incognita di progetto. I
requisiti di progetto vengono determinati attraverso l’estensione del teorema cinematico del
collasso plastico al concetto di curva di equilibrio del meccanismo. In particolare, le sezioni
delle colonne vengono determinate imponendo che la curva di equilibrio corrispondente al
meccanismo di tipo globale giaccia al di sotto di quelle corrispondenti a tutti i meccanismi
cinematicamente ammissibili indesiderati, entro un campo di spostamenti compatibile con le
risorse di duttilità locale.
La procedura di progettazione illustrata è stata implementata in un codice di calcolo
automatico e applicata al progetto di alcuni controventi del tipo knee. Successivamente tali
controventi sono stati sottoposti ad analisi push-over per esaminarne le prestazioni in termini
di meccanismo di collasso sviluppato sotto azioni orizzontali, duttilità disponibile e capacità
dissipativa.
ABSTRACT
In this paper a design methodology aiming at the development of a collapse mechanism of
global type for seismic resistant knee braced frames is presented. The proposed methodology
is based on the assumption that the beam, brace and knee sections are known, while the
column sections constitute the unknowns of the design problem. The design requirements are
derived by means of the kinematic theorem of plastic collapse. In particular, column sections
are obtained by imposing that the mechanism equilibrium curve corresponding to all global
mechanism has to lie below those corresponding to all the undesired mechanisms within a
displacement range compatible with the local ductility supply.
The proposed design procedure has been implemented in a computer program and applied to
design some knee braced frames. Successively, push-over analyses have been carried out
aiming at the evaluation of the performance of the designed braced frames in terms of
collapse mechanism developed under seismic forces, available ductility and energy
dissipation capacity.
1 INTRODUZIONE
I controventi sismo-resistenti del tipo knee costituiscono una soluzione alternativa alle
tipologie strutturali sismo-resistenti tradizionalmente utilizzate. Dal punto di vista geometrico
un controvento del tipo knee può essere considerato come un controvento concentrico
modificato, nel quale una o entrambe le estremità delle diagonali sono collegate ai nodi trave–
colonna tramite degli elementi trasversali di dimensioni ridotte, denominati knee, ai quali è
demandato il compito di dissipare l’energia sismica in ingresso.
La presenza delle diagonali di controvento garantisce a questa tipologia strutturale
un’adeguata rigidezza laterale consentendo di contenere gli spostamenti laterali entro valori
accettabili nell’ottica delle verifiche allo stato limite di servizio, similmente a quanto avviene
nei controventi concentrici. Allo stesso tempo, i meccanismi di dissipazione dell’energia
sismica a taglio e/o flessione che si sviluppano negli knee sono caratterizzati da ampiezza e
stabilità soddisfacenti, similmente a quanto accade nei link dei controventi eccentrici. In
definitiva, in termini di duttilità globale i controventi del tipo knee possono essere assimilati
ai controventi eccentrici, mentre in termini di rigidezza laterale possono essere assimilati ai
controventi concentrici.
Il concetto innovativo dei controventi del tipo knee consiste nel fatto che le escursioni in
campo plastico sono per lo più concentrate in elementi di dimensioni ridotte che possono
essere sostituiti agevolmente e a costi ridotti in occasione di eventi sismici di moderata
intensità. Tale aspetto costituisce il principale vantaggio di questa nuova tipologia di
controvento rispetto ai controventi eccentrici nei quali i link, che rappresentano gli elementi
dissipativi, sono parte integrante della struttura principale per cui risulta difficile ed onerosa la
loro sostituzione.
L’obiettivo della metodologia di progetto illustrata nel presente lavoro è quello di progettare
una struttura con controventi del tipo knee in controllo di meccanismo, ossia, che sviluppi al
collasso un meccanismo desiderato prescelto. I meccanismi che possono innescarsi per un
controvento del tipo knee sono rappresentati in Fig. 1 (meccanismi tipo “a”). Altre tipologie di
meccanismi possibili (tipo “b” e tipo “c”) sono esaminate in un lavoro parallelo dove vengono
presentate anche le condizioni di progetto che è necessario soddisfare al fine di impedire il
loro sviluppo, in quanto indesiderati [1].
Fn s Fn s Fn s Fn s
Fk Fk Fk Fk
im im im
hn s
F2 F2 F2 F2
him
F1 F1 F1 F1
h2
h1
α=
( )
tr C T R C + B rT R d + 2B T R b + K Tkn R kn − q T D v
(8)
FTs
Il lavoro del secondo ordine dovuto ai carichi verticali può scriversi come [2]:
δ
L v = V Ts dθ (9)
H0
da cui la pendenza della curva di equilibrio del meccanismo è data da:
1 V Ts
γ = (10)
H 0 F Ts
Le equazioni (8) e (10) consentono di ricavare la curva di equilibrio del meccanismo nella
forma:
αc = α − γ δ (11)
Per indicare i parametri della curva di equilibrio del generico meccanismo si userà la seguente
simbologia:
• αg e γg sono rispettivamente, il moltiplicatore delle forze orizzontali (teoria rigido-
plastica), e la pendenza del ramo discendente della curva α−δ, corrispondenti al
meccanismo di tipo globale;
• α i(tm ) e γ i(tm) hanno lo stesso significato dei simboli precedenti, ma sono riferiti al
meccanismo im-esimo della t-esima tipologia (t = 1,2,3).
Nel caso del meccanismo globale, il vettore forma degli spostamenti orizzontali è dato da:
s (g) = h . Inoltre poiché il meccanismo coinvolge tutti i piani, risultano plasticizzati tutti gli
knee, tutte le travi e tutte le diagonali, quindi il moltiplicatore cinematicamente ammissibile
corrispondente al meccanismo globale è fornito dalla relazione:
M Tc1I + B rT R (g)
d + 2B R b + K n R kn − q D v
T (g) T (g) T (g)
α =
(g)
(12)
F T s (g)
in cui si è indicato con I il vettore unità di ordine nc.
Poiché tutti i piani partecipano al collasso, risulta H 0 = hns , e la pendenza γ(g) assume il
valore:
1 V T s (g)
γ (g)
= (13)
hns F T s (g)
Con riferimento all’ im-esimo meccanismo di tipo 1, il vettore forma degli spostamenti
orizzontali può essere scritto come:
s (1) {
i m = h1 , h2 ,h3 ,...,him , him ,him } T
(14)
α im =
(1)
(15)
F T s (1)
im
Sostituendo i valori di α g , γ g , α i(m1) e γ i(m1) nelle eq. (17) si ottengono le condizioni per evitare
il meccanismo tipo-1. Allo stesso modo si ricavano le condizioni per evitare i meccanismi
tipo-2 e tipo-3. I moduli plastici delle colonne che costituiscono le incognite di progetto
possono essere determinati imponendo contemporaneamente queste 3ns condizioni. In
particolare, sviluppando le precedenti formulazioni è possibile definire un algoritmo di
progetto, del tutto analogo a quelli messi a punto per altre tipologie strutturali [2, 6], che
permetta di ottenere una soluzione in automatico attraverso una procedura iterativa.
L’applicazione della procedura di progettazione proposta consente di determinare per ogni
piano della struttura la sommatoria dei momenti plastici delle colonne ridotti per la presenza
dello sforzo normale. Il passo successivo è costituito dal dimensionamento di ciascuna
colonna in funzione dell’accoppiamento della suddetta sollecitazione flettente con quella
assiale. A tale scopo è necessario determinare preliminarmente gli sforzi assiali assorbiti dalle
colonne al collasso.
In questa fase le sezioni delle colonne non sono ancora note ma è possibile stimare lo sforzo
normale attraverso delle equazioni di equilibrio semplificate. In particolare lo sforzo normale
assorbito dalle colonne al collasso si ottiene dall’equazione di equilibrio alla traslazione
verticale del nodo colonna-knee ed è a pari a:
1
N c.i = Vknee.u.i cosβ i (3 − tg 2 β i ) (18)
2
4 APPLICAZIONI
La procedura di progettazione illustrata è stata implementata in un codice di calcolo
automatico ed eseguita per il progetto di alcuni controventi. Successivamente i controventi
così progettati sono stati sottoposti ad analisi push-over statica per mezzo del programma
SAP 2000, che permette di valutare l’effettivo comportamento del sistema in fase post-
elastica [4]. Inoltre, per ogni step dell’analisi al passo sono state eseguite le verifiche di
stabilità fuori piano degli elementi compressi.
I controventi progettati si differenziano per il numero di piani (4 e 8), mentre presentano
caratteristiche geometriche e di carico comuni (larghezza della campata L = 6 m; lunghezza
totale dello knee e = 1 m; altezza di interpiano h = 3 m; carichi verticali permanenti g = 300
kg/m2; carichi verticali accidentali q = 200 kg/m2). La configurazione strutturale dell’edificio
a cui si fa riferimento è stata concepita in maniera tale che solo i controventi assorbano le
forze orizzontali (Fig. 3). La distribuzione delle forze orizzontali è stata determinata secondo
le indicazioni dell’Eurocodice 8, assumendo una accelerazione di picco al suolo pari a 0.35g,
coefficiente di risposta pari a 2.5, e coefficiente di struttura q = 4. Per ciascuno dei
controventi analizzati è stato preso in considerazione sia il caso in cui la diagonale è
incernierata alla base che quello in cui è incastrata.
Lo spostamento di progetto δd (δu = δd) è stato calcolato secondo la seguente relazione:
e senβ k
δ d = θ hns = k γ u hns (19)
hk − hk −1 min
in cui γu è la rotazione ultima dello knee, assunta pari, per carico ciclico, a ±0.08 rad per knee
corti, per analogia ai link corti dei controventi eccentrici (la rotazione corrispondente in
ambito monotono risulta pari a 0.20 rad) [5]. Si osservi che, a partire dal legame tra la
rotazione plastica dello knee e quella della colonna [1], determinare il minimo tra i diversi
piani del parametro in parentesi significa in generale considerare lo knee che, per la
configurazione geometrica di piano, è maggiormente impegnato nel meccanismo. In altri
termini, lo spostamento di progetto viene determinato in modo da attingere la rotazione ultima
per lo knee più impegnato, e una rotazione inferiore per gli knee agli altri piani.
Nel seguito, per brevità, vengono riportati solo i risultati relativi al controvento a 4 piani con
diagonale incastrata alla base. In particolare vengono riportate le sezioni delle membrature
risultanti dal progetto (Tabella 1), la curva moltiplicatore delle forze orizzontali-spostamento
in sommità α-δ (Fig. 4), la distribuzione delle cerniere plastiche in corrispondenza dello
spostamento di progetto (Fig. 5) e per uno spostamento maggiore (Fig. 6). Tali figure
evidenziano come il meccanismo di collasso ottenuto sia effettivamente di tipo globale in
accordo con l’obiettivo progettuale della metodologia proposta.
Tabella 1: Controvento a 4 piani: profili di progetto
piano knee travi diagonali colonne
1 HEB 240 IPE 180 HEB 240 HEB 260
2 HEB 220 IPE 180 HEB 220 HEB 260
3 HEB 200 IPE 180 HEB 220 HEB 200
4 HEB 140 IPE 180 HEB 180 HEB 160
5 CONCLUSIONI
La procedura di progettazione proposta rappresenta l’estensione al caso dei controventi del
tipo knee di una metodologia già applicata con risultati eccellenti ai telai [2] ed ai controventi
eccentrici [6]. Pertanto, essa costituisce una metodologia generale che, in modo formalmente
analogo, consente il progetto a meccanismo globale di qualsiasi tipo di struttura.
I risultati ottenuti dalle analisi push-over relative ai controventi progettati confermano
l’efficacia della metodologia di progettazione proposta. Infatti, sia nei controventi a 4 piani
(Fig. 5) che in quelli a 8 piani, per uno spostamento pari a quello di progetto risultano
plasticcizzati tutti gli knee. Inoltre, per spostamenti superiori il meccanismo di collasso evolve
palesemente verso la tipologia globale (Fig. 6).
In definitiva l’applicazione della metodologia a collasso controllato consente di ottenere
controventi duttili e con buone capacità dissipative.
3.5
α
3
2.5
1.5
Spostamento
1 di progetto
0.5
δ [cm]
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45
Fig. 3: Schema planimetrico considerato Fig. 4: Curva α-δ per controvento a 4 piani