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PROGETTAZIONE A COLLASSO CONTROLLATO DI

CONTROVENTI SISMO-RESISTENTI DEL TIPO “KNEE”


FAILURE MODE CONTROL OF
SEISMIC RESISTANT KNEE BRACED FRAMES

Maria Antonietta Conti, Luigi Mastrandrea, Vincenzo Piluso


Università degli Studi di Salerno
Dipartimento di Ingegneria Civile
Salerno, Italia
maconti@unisa.it, lmastrandrea@unisa.it, v.piluso@unisa.it

SOMMARIO
In questo lavoro viene presentata una metodologia per la progettazione di controventi del tipo
knee finalizzata al conseguimento di un meccanismo di collasso di tipo globale. La
metodologia proposta si basa sull’assunzione che le sezioni delle travi, delle diagonali e degli
knee siano note, mentre le sezioni delle colonne costituiscono l’unica incognita di progetto. I
requisiti di progetto vengono determinati attraverso l’estensione del teorema cinematico del
collasso plastico al concetto di curva di equilibrio del meccanismo. In particolare, le sezioni
delle colonne vengono determinate imponendo che la curva di equilibrio corrispondente al
meccanismo di tipo globale giaccia al di sotto di quelle corrispondenti a tutti i meccanismi
cinematicamente ammissibili indesiderati, entro un campo di spostamenti compatibile con le
risorse di duttilità locale.
La procedura di progettazione illustrata è stata implementata in un codice di calcolo
automatico e applicata al progetto di alcuni controventi del tipo knee. Successivamente tali
controventi sono stati sottoposti ad analisi push-over per esaminarne le prestazioni in termini
di meccanismo di collasso sviluppato sotto azioni orizzontali, duttilità disponibile e capacità
dissipativa.
ABSTRACT
In this paper a design methodology aiming at the development of a collapse mechanism of
global type for seismic resistant knee braced frames is presented. The proposed methodology
is based on the assumption that the beam, brace and knee sections are known, while the
column sections constitute the unknowns of the design problem. The design requirements are
derived by means of the kinematic theorem of plastic collapse. In particular, column sections
are obtained by imposing that the mechanism equilibrium curve corresponding to all global
mechanism has to lie below those corresponding to all the undesired mechanisms within a
displacement range compatible with the local ductility supply.
The proposed design procedure has been implemented in a computer program and applied to
design some knee braced frames. Successively, push-over analyses have been carried out
aiming at the evaluation of the performance of the designed braced frames in terms of
collapse mechanism developed under seismic forces, available ductility and energy
dissipation capacity.
1 INTRODUZIONE
I controventi sismo-resistenti del tipo knee costituiscono una soluzione alternativa alle
tipologie strutturali sismo-resistenti tradizionalmente utilizzate. Dal punto di vista geometrico
un controvento del tipo knee può essere considerato come un controvento concentrico
modificato, nel quale una o entrambe le estremità delle diagonali sono collegate ai nodi trave–
colonna tramite degli elementi trasversali di dimensioni ridotte, denominati knee, ai quali è
demandato il compito di dissipare l’energia sismica in ingresso.
La presenza delle diagonali di controvento garantisce a questa tipologia strutturale
un’adeguata rigidezza laterale consentendo di contenere gli spostamenti laterali entro valori
accettabili nell’ottica delle verifiche allo stato limite di servizio, similmente a quanto avviene
nei controventi concentrici. Allo stesso tempo, i meccanismi di dissipazione dell’energia
sismica a taglio e/o flessione che si sviluppano negli knee sono caratterizzati da ampiezza e
stabilità soddisfacenti, similmente a quanto accade nei link dei controventi eccentrici. In
definitiva, in termini di duttilità globale i controventi del tipo knee possono essere assimilati
ai controventi eccentrici, mentre in termini di rigidezza laterale possono essere assimilati ai
controventi concentrici.
Il concetto innovativo dei controventi del tipo knee consiste nel fatto che le escursioni in
campo plastico sono per lo più concentrate in elementi di dimensioni ridotte che possono
essere sostituiti agevolmente e a costi ridotti in occasione di eventi sismici di moderata
intensità. Tale aspetto costituisce il principale vantaggio di questa nuova tipologia di
controvento rispetto ai controventi eccentrici nei quali i link, che rappresentano gli elementi
dissipativi, sono parte integrante della struttura principale per cui risulta difficile ed onerosa la
loro sostituzione.
L’obiettivo della metodologia di progetto illustrata nel presente lavoro è quello di progettare
una struttura con controventi del tipo knee in controllo di meccanismo, ossia, che sviluppi al
collasso un meccanismo desiderato prescelto. I meccanismi che possono innescarsi per un
controvento del tipo knee sono rappresentati in Fig. 1 (meccanismi tipo “a”). Altre tipologie di
meccanismi possibili (tipo “b” e tipo “c”) sono esaminate in un lavoro parallelo dove vengono
presentate anche le condizioni di progetto che è necessario soddisfare al fine di impedire il
loro sviluppo, in quanto indesiderati [1].
Fn s Fn s Fn s Fn s

Fk Fk Fk Fk

im im im

hn s
F2 F2 F2 F2

him
F1 F1 F1 F1
h2

h1

MECCANISMO GLOBALE MECCANISMO TIPO1 MECCANISMO TIPO2 MECCANISMO TIPO3

Fig. 1 Tipologie di meccanismo tipo “a”


Nella metodologia di progettazione proposta nel presente lavoro si assume che le sezioni delle
travi, delle diagonali e degli knee siano note, mentre le sezioni delle colonne costituiscono
l’unica incognita di progetto. In particolare nell’ottica del Capacity Design, le sezioni degli
knee, che costituiscono gli elementi dissipativi, sono dimensionate in funzione dei taglianti
sismici di progetto e le sezioni delle diagonali sono progettate per resistere, senza
instabilizzarsi alle sollecitazioni che gli knee, plasticizzati ed incruditi, sono in grado di
trasmettere. Infine le sezioni delle travi sono progettate in funzione dei carichi verticali senza
fare affidamento all’azione di sostentamento esercitata dagli knee, che risulta, comunque,
modesta.
Pertanto, le incognite di progetto sono rappresentate dai momenti plastici delle colonne da
dimensionare in modo che sia il meccanismo globale a governare il collasso. A tale scopo, i
suddetti momenti plastici vengono definiti in maniera tale che la curva di equilibrio
corrispondente al meccanismo globale giaccia al di sotto della curva di equilibrio di tutti gli
altri meccanismi cinematicamente ammissibili entro un campo di spostamenti compatibile con
le risorse di duttilità locale. Conseguentemente, nello spirito del teorema cinematico del
collasso plastico si garantisce che l’effettivo meccanismo che si innesca al collasso è quello
globale. Pertanto, la metodologia proposta rappresenta per la tipologia strutturale innovativa
considerata la naturale estensione di quella già proposta con successo nel caso dei telai [2] e
nel caso dei controventi eccentrici [6].
Nel prosieguo si farà riferimento alla tipologia di controvento con un’unica diagonale la cui
estremità superiore è collegata alla mezzeria dello knee, mentre l’estremità inferiore può
essere collegata alle altre membrature strutturali con un nodo di tipo continuo o di tipo
incernierato. Inoltre verrà considerato lo schema con controventatura limitata ad una sola
campata. Questa ultima assunzione non va comunque ad inficiare la generalità del metodo,
valido per qualsiasi configurazione di controvento del tipo knee.
2 PROGETTO DELLE ZONE DISSIPATIVE E DELLE DIAGONALI
Nell’ottica del Capacity Design gli knee sono progettati in funzione delle caratteristiche della
sollecitazione interna derivanti dalle forze sismiche di progetto. In particolare gli knee sono
dimensionati a partire da uno schema semplificato assumendo che lo sforzo normale nella
diagonale del controvento del tipo knee sia pari a quello che si avrebbe nella diagonale di un
controvento concentrico delle stesse dimensioni soggetto alle forze sismiche di progetto. Tale
sforzo normale al generico piano i-esimo vale:
Qi
N d .i = (1)
cos β i
dove Qi è il tagliante sismico al piano considerato. Il valore di progetto del taglio nella
porzione di knee si ottiene dall’equilibrio alla traslazione del nodo knee-diagonale in direzione
ortogonale a quella dello knee ed è pari a:
N
Vknee.Sd .i = d .i sen 2β i (2)
2
Tale valore sottostima le effettive sollecitazioni di taglio negli knee, come è risultato da
alcune analisi in campo elastico eseguite su controventi del tipo knee. Pertanto, ai fini del
predimensionamento viene suggerita l’adozione di un coefficiente amplificativo pari a 1.25.
Lo sforzo normale di progetto nella diagonale si ottiene dalla eq. (2) considerando il valore
del taglio al limite dello stato di incrudimento, per cui esso è pari a:
2V
N d .Sd .i = knee.u .i (3)
sen2 β i
dove Vknee.u.i è il valore del taglio ultimo nella porzione di knee pari a Vknee.u.i = 1.7 Vknee.p.i,
ossia al taglio plastico amplificato del fattore di incrudimento [3].
La diagonale viene progettata affinchè non si instabilizzi per effetto dello sforzo normale
fornito dall’eq. (3).
3 CURVE DI EQUILIBRIO DEI MECCANISMI ESAMINATI
Nel seguito si adotta la seguente simbologia:
• ns numero di piani;
• nc numero di colonne per piano (nc = 2);
• k indice di piano;
• i indice di colonna;
• im indice di meccanismo;
• L lunghezza della campata;
• hk quota del k-esimo piano;
• βk angolo tra la direzione della diagonale del k-esimo piano e l’orizzontale
 h − hk −1 
β k = arctg  k  (4)
 L 
• dk distanza della cerniera plastica che si forma nella trave, in corrispondenza del
nodo trave-knee, dall’asse della prima colonna;
• ek lunghezza del k-esimo knee;
• Mc,ik momento plastico, ridotto per la presenza dello sforzo normale, della i-esima
colonna del k-esimo piano;
• Md,k momento plastico, ridotto per la presenza dello sforzo normale, della
diagonale del k-esimo piano;
• Mb,k momento plastico della trave del k-esimo piano;
• Vu,k taglio ultimo dello knee del k-esimo piano;
• qk carico verticale uniformemente distribuito sulla trave del k-esimo piano;
• Rc,ik coefficiente legato alla partecipazione della i-esima colonna del k-esimo
piano al meccanismo di collasso: esso è pari ad 1 se la colonna
corrispondente è impegnata nel meccanismo, 0 altrimenti;
• Rd,k coefficiente legato alla partecipazione della diagonale del k-esimo piano al
meccanismo di collasso: esso è pari al valore della deformazione plastica
della diagonale del k-esimo piano per rotazione unitaria del controvento se la
diagonale stessa è impegnata nel meccanismo, 0 altrimenti;
• Rb,k coefficiente legato alla partecipazione della trave del k-esimo piano al
meccanismo di collasso: esso è pari al valore della deformazione plastica
della trave del k-esimo piano per rotazione unitaria del controvento se la
trave stessa è impegnata nel meccanismo, 0 altrimenti;
• Rkn,k coefficiente legato alla partecipazione dello knee del k-esimo piano al
meccanismo di collasso: esso è pari al valore dello scorrimento plastico dello
knee del k-esimo piano per rotazione unitaria del controvento se lo knee
stesso è impegnato nel meccanismo, 0 altrimenti;
• Dv,k coefficiente legato al lavoro esterno dei carichi verticali agenti sulla trave del
k-esimo piano: esso, per la configurazione considerata, è pari a:
Ld
Dv ,k = k (5)
2
• F vettore di ordine ns delle forze orizzontali di progetto;
• h vettore di ordine ns delle quote di piano;
• H0 somma delle altezze di interpiano dei piani coinvolti nel meccanismo;
• s vettore forma di ordine ns degli spostamenti virtuali orizzontali;
• V vettore dei carichi verticali di piano di ordine ns, il cui k-esimo elemento Vk è
il carico totale agente sul k-esimo piano (Vk = qk L);
• C matrice di ordine nc × ns, i cui elementi Cik sono costituiti dai momenti
plastici delle colonne (Cik = Mc,ik);
• Br vettore di ordine ns, i cui elementi Br,k sono costituiti dai momenti plastici
delle diagonali (Br,k = Md,k);
• B vettore di ordine ns, i cui elementi Bk sono costituiti dai momenti plastici
delle travi (Bk = Mb,k);
• Kn vettore di ordine ns, i cui elementi Kn,k sono costituiti dai tagli ultimi degli
knee (Kn,k = Vu,k);
• Rc matrice di ordine nc × ns dei coefficienti Rc,ik;
• Rd vettore di ordine ns dei coefficienti Rd,k;
• Rb vettore di ordine ns dei coefficienti Rb,k;
• Rkn vettore di ordine ns dei coefficienti Rkn,k;
• Dv vettore di ordine ns dei coefficienti Dv,k ;
• Mck vettore dei momenti plastici delle colonne del k-esimo piano, ridotti per la
presenza dello sforzo normale (elementi Mc,ik);
• q vettore di ordine ns dei carichi verticali uniformemente distribuiti sulle travi.
Facendo riferimento alle tipologie di meccanismo illustrate in Fig. 1, è immediato riconoscere
che, per una rotazione virtuale dθ delle colonne che partecipano al meccanismo, il lavoro
virtuale interno può essere espresso come:
 
L i =  tr  C T R c  + B rT R d + 2B T R b + K Tkn R kn  dθ (6)
   
dove tr indica la traccia della matrice. Il lavoro virtuale esterno, dovuto alle forze orizzontali e
ai carichi verticali può essere espresso come:
( )
L e = α F T s + q T D v dθ (7)
essendo α il moltiplicatore delle forze orizzontali.
Applicando il Principio dei Lavori Virtuali il moltiplicatore cinematicamente ammissibile
relativamente al meccanismo considerato è dato da:

α=
( )
tr C T R C + B rT R d + 2B T R b + K Tkn R kn − q T D v
(8)
FTs
Il lavoro del secondo ordine dovuto ai carichi verticali può scriversi come [2]:
δ
L v = V Ts dθ (9)
H0
da cui la pendenza della curva di equilibrio del meccanismo è data da:
1 V Ts
γ = (10)
H 0 F Ts
Le equazioni (8) e (10) consentono di ricavare la curva di equilibrio del meccanismo nella
forma:
αc = α − γ δ (11)
Per indicare i parametri della curva di equilibrio del generico meccanismo si userà la seguente
simbologia:
• αg e γg sono rispettivamente, il moltiplicatore delle forze orizzontali (teoria rigido-
plastica), e la pendenza del ramo discendente della curva α−δ, corrispondenti al
meccanismo di tipo globale;
• α i(tm ) e γ i(tm) hanno lo stesso significato dei simboli precedenti, ma sono riferiti al
meccanismo im-esimo della t-esima tipologia (t = 1,2,3).
Nel caso del meccanismo globale, il vettore forma degli spostamenti orizzontali è dato da:
s (g) = h . Inoltre poiché il meccanismo coinvolge tutti i piani, risultano plasticizzati tutti gli
knee, tutte le travi e tutte le diagonali, quindi il moltiplicatore cinematicamente ammissibile
corrispondente al meccanismo globale è fornito dalla relazione:
M Tc1I + B rT R (g)
d + 2B R b + K n R kn − q D v
T (g) T (g) T (g)
α =
(g)
(12)
F T s (g)
in cui si è indicato con I il vettore unità di ordine nc.
Poiché tutti i piani partecipano al collasso, risulta H 0 = hns , e la pendenza γ(g) assume il
valore:
1 V T s (g)
γ (g)
= (13)
hns F T s (g)
Con riferimento all’ im-esimo meccanismo di tipo 1, il vettore forma degli spostamenti
orizzontali può essere scritto come:
s (1) {
i m = h1 , h2 ,h3 ,...,him , him ,him } T
(14)

dove il primo elemento pari ad him corrisponde all’ im-esima componente.


Il moltiplicatore cinematicamente ammissibile corrispondente all’im-esimo meccanismo di
tipo 1 è dato dalla:
T
M c1 I + B Tr R (1)
di m + M cim +1 I + 2B R b i m + K n R kn i m − q D v i m
T T (1) T (1) T (1)

α im =
(1)
(15)
F T s (1)
im

Inoltre, poiché solo i primi im piani partecipano al meccanismo di collasso, si ha H 0 = him ;


pertanto, la pendenza γ i(m1) della curva di equilibrio si scrive come:
T (1)
1 V s im
γ i(m1) = (16)
him F T s (1)
im

Le espressioni dei moltiplicatori cinematicamente ammissibili α i(m2) e α i(m3) e delle pendenze


γ i(m2) e γ i(m3) delle curve di equilibrio corrispondenti, rispettivamente, ai meccanismi tipo-2 e
tipo-3 possono essere ottenute con la stessa procedura.
4 CONDIZIONI DI PROGETTO PER IL CONTROLLO DEL MECCANISMO
Il teorema cinematico del collasso plastico suggerisce di dimensionare le colonne in modo che
il moltiplicatore cinematicamente ammissibile delle forze orizzontali corrispondente al
meccanismo globale sia il più piccolo tra tutti i possibili moltiplicatori cinematicamente
ammissibili. Questa condizione è sufficiente ad assicurare che il meccanismo globale sia
proprio quello che si innesca al collasso, almeno nelle ipotesi che il comportamento del
materiale strutturale sia di tipo rigido-plastico, ovvero che gli spostamenti orizzontali siano
nulli fino al completo sviluppo del meccanismo.
L’ipotesi di comportamento rigido-plastico non è, tuttavia, soddisfacente. Infatti, il legame
costitutivo effettivo del materiale è meglio rappresentato da un modello di tipo elasto-plastico.
Conseguentemente, l’attivazione del meccanismo è preceduta da spostamenti orizzontali
significativi che non possono essere trascurati. Pertanto, le condizioni di progetto devono
essere determinate imponendo che la curva di equilibrio relativa al meccanismo globale
giaccia al di sotto delle curve relative agli altri meccanismi, almeno fino ad un valore δu
fissato dello spostamento (Fig. 2), compatibilmente con le risorse di duttilità locale. Le
condizioni di progetto risultano, così, le seguenti (im = 1, 2, …, ns; t = 1, 2, 3):
α ( g ) − γ ( g )δ u ≤ α i(mt ) − γ i(mt ) δ u (17)
La possibilità di soddisfare le eq. (17) si giova della circostanza, facilmente dimostrabile, che
la pendenza della curva di equilibrio del meccanismo globale è minore rispetto a quelle degli
altri meccanismi [2]. Lo spostamento δu deve essere compatibile con la capacità di rotazione
plastica delle zone dissipative, ed esso assume dunque il significato di spostamento di
progetto. Ne consegue, pertanto, che la metodologia di progettazione proposta conduce non
solo al controllo del meccanismo di collasso, ma anche al controllo della duttilità locale.
Per un controvento a ns piani sono dunque necessarie 3ns condizioni di progetto. A queste
vanno poi affiancate le ns condizioni di controllo che il meccanismo effettivo sia di tipo “a” e
non di tipo “b” o di tipo “c” riportate nel già citato lavoro parallelo [1].

Fig. 2: Curve di equilibrio dei meccanismi

Sostituendo i valori di α g , γ g , α i(m1) e γ i(m1) nelle eq. (17) si ottengono le condizioni per evitare
il meccanismo tipo-1. Allo stesso modo si ricavano le condizioni per evitare i meccanismi
tipo-2 e tipo-3. I moduli plastici delle colonne che costituiscono le incognite di progetto
possono essere determinati imponendo contemporaneamente queste 3ns condizioni. In
particolare, sviluppando le precedenti formulazioni è possibile definire un algoritmo di
progetto, del tutto analogo a quelli messi a punto per altre tipologie strutturali [2, 6], che
permetta di ottenere una soluzione in automatico attraverso una procedura iterativa.
L’applicazione della procedura di progettazione proposta consente di determinare per ogni
piano della struttura la sommatoria dei momenti plastici delle colonne ridotti per la presenza
dello sforzo normale. Il passo successivo è costituito dal dimensionamento di ciascuna
colonna in funzione dell’accoppiamento della suddetta sollecitazione flettente con quella
assiale. A tale scopo è necessario determinare preliminarmente gli sforzi assiali assorbiti dalle
colonne al collasso.
In questa fase le sezioni delle colonne non sono ancora note ma è possibile stimare lo sforzo
normale attraverso delle equazioni di equilibrio semplificate. In particolare lo sforzo normale
assorbito dalle colonne al collasso si ottiene dall’equazione di equilibrio alla traslazione
verticale del nodo colonna-knee ed è a pari a:
1
N c.i = Vknee.u.i cosβ i (3 − tg 2 β i ) (18)
2
4 APPLICAZIONI
La procedura di progettazione illustrata è stata implementata in un codice di calcolo
automatico ed eseguita per il progetto di alcuni controventi. Successivamente i controventi
così progettati sono stati sottoposti ad analisi push-over statica per mezzo del programma
SAP 2000, che permette di valutare l’effettivo comportamento del sistema in fase post-
elastica [4]. Inoltre, per ogni step dell’analisi al passo sono state eseguite le verifiche di
stabilità fuori piano degli elementi compressi.
I controventi progettati si differenziano per il numero di piani (4 e 8), mentre presentano
caratteristiche geometriche e di carico comuni (larghezza della campata L = 6 m; lunghezza
totale dello knee e = 1 m; altezza di interpiano h = 3 m; carichi verticali permanenti g = 300
kg/m2; carichi verticali accidentali q = 200 kg/m2). La configurazione strutturale dell’edificio
a cui si fa riferimento è stata concepita in maniera tale che solo i controventi assorbano le
forze orizzontali (Fig. 3). La distribuzione delle forze orizzontali è stata determinata secondo
le indicazioni dell’Eurocodice 8, assumendo una accelerazione di picco al suolo pari a 0.35g,
coefficiente di risposta pari a 2.5, e coefficiente di struttura q = 4. Per ciascuno dei
controventi analizzati è stato preso in considerazione sia il caso in cui la diagonale è
incernierata alla base che quello in cui è incastrata.
Lo spostamento di progetto δd (δu = δd) è stato calcolato secondo la seguente relazione:
 e senβ k 
δ d = θ hns =  k  γ u hns (19)
 hk − hk −1  min
in cui γu è la rotazione ultima dello knee, assunta pari, per carico ciclico, a ±0.08 rad per knee
corti, per analogia ai link corti dei controventi eccentrici (la rotazione corrispondente in
ambito monotono risulta pari a 0.20 rad) [5]. Si osservi che, a partire dal legame tra la
rotazione plastica dello knee e quella della colonna [1], determinare il minimo tra i diversi
piani del parametro in parentesi significa in generale considerare lo knee che, per la
configurazione geometrica di piano, è maggiormente impegnato nel meccanismo. In altri
termini, lo spostamento di progetto viene determinato in modo da attingere la rotazione ultima
per lo knee più impegnato, e una rotazione inferiore per gli knee agli altri piani.
Nel seguito, per brevità, vengono riportati solo i risultati relativi al controvento a 4 piani con
diagonale incastrata alla base. In particolare vengono riportate le sezioni delle membrature
risultanti dal progetto (Tabella 1), la curva moltiplicatore delle forze orizzontali-spostamento
in sommità α-δ (Fig. 4), la distribuzione delle cerniere plastiche in corrispondenza dello
spostamento di progetto (Fig. 5) e per uno spostamento maggiore (Fig. 6). Tali figure
evidenziano come il meccanismo di collasso ottenuto sia effettivamente di tipo globale in
accordo con l’obiettivo progettuale della metodologia proposta.
Tabella 1: Controvento a 4 piani: profili di progetto
piano knee travi diagonali colonne
1 HEB 240 IPE 180 HEB 240 HEB 260
2 HEB 220 IPE 180 HEB 220 HEB 260
3 HEB 200 IPE 180 HEB 220 HEB 200
4 HEB 140 IPE 180 HEB 180 HEB 160

5 CONCLUSIONI
La procedura di progettazione proposta rappresenta l’estensione al caso dei controventi del
tipo knee di una metodologia già applicata con risultati eccellenti ai telai [2] ed ai controventi
eccentrici [6]. Pertanto, essa costituisce una metodologia generale che, in modo formalmente
analogo, consente il progetto a meccanismo globale di qualsiasi tipo di struttura.
I risultati ottenuti dalle analisi push-over relative ai controventi progettati confermano
l’efficacia della metodologia di progettazione proposta. Infatti, sia nei controventi a 4 piani
(Fig. 5) che in quelli a 8 piani, per uno spostamento pari a quello di progetto risultano
plasticcizzati tutti gli knee. Inoltre, per spostamenti superiori il meccanismo di collasso evolve
palesemente verso la tipologia globale (Fig. 6).
In definitiva l’applicazione della metodologia a collasso controllato consente di ottenere
controventi duttili e con buone capacità dissipative.
3.5
α
3

2.5

1.5
Spostamento
1 di progetto

0.5

δ [cm]
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

Fig. 3: Schema planimetrico considerato Fig. 4: Curva α-δ per controvento a 4 piani

Fig. 5: Spostamento di progetto Fig. 6: Spostamento δ = 32cm


BIBLIOGRAFIA
[1] Conti, M. A., Mastrandrea, L., Piluso, V., L’interazione taglio–momento nei controventi
del tipo “knee”, XX Congresso C.T.A., Ischia, Napoli, 26-28 settembre 2005.
[2] Mazzolani, F. M., Piluso, V., Plastic Design of Seismic Resistant Steel Frames,
Earthquake Engineering and Structural Dynamics, 26: 167-191, 1997.
[3] Clement, D. E., Seismic Analysis of Knee Elements for Steel Frames, PhD Thesis,
University of Oxford, England, 2002.
[4] CSI, SAP 2000: Integrated Finite Element Analysis and Design of Structures. Analysis
Reference. Computers and Structures, Inc., University of California , Berkley, 1998.
[5] Mazzolani, F. M., Piluso, V., ECCS Manual on Design of Steel Structures in Seismic
Zones, European Convention for Constructional Steelwork, Brussels, First Edition , 76,
1994.
[6] Mastrandrea, L., Montuori, R., Piluso, V., Failure mode control of seismic resistant EB-
frames, STESSA 2003: 4th International Conference on Behaviour of Steel Structures in
Seismic Areas, Naples, Italy, 9-12 June, 2003.
RINGRAZIAMENTI
Questo lavoro è stato condotto grazie al supporto del progetto di ricerca MIUR PRIN 2003
intitolato “Strategie innovative per la progettazione di controventi in acciaio sismo-resistenti”.
PAROLE CHIAVE
Controventi del tipo knee, meccanismo di collasso, curva di equilibrio del meccanismo,
Capacity Design, analisi push-over.

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