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In linea generale rientrano nella sfera della manutenzione ordinaria gli interventi finalizzati
alla salvaguardia e alla conservazione del patrimonio autostradale nello stato di efficienza
in cui è stato progettato e consegnato alla Concessionaria e che, quindi, non alterano le
originarie capacità prestazionali.
“Gli enti proprietari delle strade (per le strade in concessione i concessionari ai sensi del
comma 5), allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono:
a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo,
nonché delle attrezzature, impianti e servizi;
b) al controllo tecnico dell’efficienza delle strade e relative pertinenze;
c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta.
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La vigilanza su tali adempimenti convenzionali e legislativa è demandata al Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti ed in particolare alla Direzione Generale per la Vigilanza
sulle Concessionarie Autostradali.
A detto Tavolo Tecnico partecipa anche l’Università di Trento, a cui è stato commissionato
in particolare l’approfondimento scientifico necessario per la definizione di tali criteri di
priorità.
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2. MANUTENZIONE ORDINARIA (ALLEGATO F ALLA CONVENZIONE)
Come detto, rientrano in questa fattispecie tutti gli interventi necessari a mantenere
l’infrastruttura nello stato di efficienza e funzionalità prevista dal progetto originario.
Corpo autostradale
Pavimentazioni:
Opere d’arte
Comprendono tutte le operazioni e gli interventi tesi alla salvaguardia e alla conservazione
delle strutture e tali da non modificare il sistema statico e le caratteristiche dimensionali e di
portanza.
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g) Riparazione e sostituzione parapetti, barriere e recinzioni
h) Verniciature, tinteggiature e rifacimento intonaci
i) Riparazioni e rifacimento opere scolo acque
j) Interventi vari di riparazione e ripristino a ponticelli tombini, muri di sostegno
k) Etc.
Gallerie
Comprendono tutte le operazioni e gli interventi tesi alla salvaguardia e alla conservazione
e al ripristino degli altri elementi costituenti il corpo autostradale.
Sicurezza
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g) Etc.
Impianti
Esazione pedaggi
Verde e pulizia
a) Seminazione
b) Sfalcio erbe e potatura alberi ed arbusti
c) Diserbi meccanici e chimici
d) Disboscamento da rovi
e) Messa a dimora piante e arbusti
f) Trattamenti antiparassitari
g) Spurgo tombini e fossi
h) Pulizie varie
i) Etc.
Operazioni invernali
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e) Manutenzione e sostituzione lame e spandisale
f) Riparazione e sostituzione apparecchiature di rilevamento dati climatici
g) Etc.
Edifici
La spesa per adempiere a questi obblighi manutentivi ordinari è stata stimata dalla Società
Concessionaria, in sede di gara o di offerta, ed inserita secondo previsioni annuali nel
Piano Finanziario allegato alla convenzione.
Ciò ovviamente non preclude la possibilità di aumentare tale budget nel caso in cui le
necessità lo impongano, in quanto deve essere sempre garantito un adeguato stato di
conservazione ed efficienza di tutte le parti componenti l’infrastruttura.
Per questi interventi, in linea generale, non sarebbe necessario condividere alcun piano di
programmazione della manutenzione ordinaria, in quanto il programma deriva
immediatamente dalle schede di rilievo ed ispezione che le Società devono redigere con
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cadenza almeno trimestrale, in conformità alle indicazioni contenute nella Circolare del
Ministero dei Lavori Pubblici n. 6736-61-A1 del 19/07/1967 e s.m.i.
Tali ispezioni, infatti, consentono di individuare i difetti manutentivi che devono essere
immediatamente riparati per riportare le opere nelle condizioni progettuali.
A riguardo, in considerazione delle disposizioni del Concedente di cui alla nota prot.
24600 del 14/10/2019, sarà necessario che le Società Concessionarie provvedano a far
vidimare le proprie relazioni da Istituzioni Universitarie terze.
In questi casi può essere utile l’individuazione di criteri di priorità da applicare alla
manutenzione ordinaria.
Tali criteri assumono per l’anno 2020, analogamente a quelli che saranno esposti nei
capitoli successivi per la Manutenzione Straordinaria, anche una valenza sperimentale nel
senso che, fermo restando l’obbligo delle Concessionarie di attuare tutti gli interventi
necessari a garantire adeguati standard di sicurezza della circolazione, potranno essere
modificati e/o integrati sulla base delle anomalie che dovessero emergere.
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CORPO AUTOSTRADALE
Pavimentazioni
Come previsto dagli obblighi convenzionali, ogni anno vengono effettuati rilievi ad alto
rendimento delle caratteristiche strutturali della pavimentazione, aderenza CAT e
regolarità IRI.
Tali rilievi consentono di calcolare gli indicatori di rugosità superficiale (Ia1) e di regolarità
superficiale (Ia2) che si combinano, ai fini del controllo di qualità convenzionale e delle
prescrizioni ivi poste, in modo da ottenere un indice Ipav denominato indicatore si stato
strutturale delle pavimentazioni (Ipav = 0,6 Ia1 + 0,4 Ia2).
Per quanto attiene il CAT, la classe minima che incide sul calcolo dell’indice Ia1 con un
peso pari a 0,25 è la D a cui corrisponde un valore minimo di CAT pari a 40.
Per l’IRI invece, la classe minima che incide sul calcolo dell’indice Ia2 con un peso pari a
0,25 è la D cui corrisponde un valore massimo pari a 3.
CAT < 40
IRI > 3
Tali soglie convenzionali, ovviamente, dovranno essere confrontate con i valori prescritti
dai Capitolati Speciali di Appalto allegati ai progetti esecutivi e dal Piano di Manutenzione
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generale della tratta autostradale redatto dal Direttore dei Lavori a conclusione dei lavori,
adottando i valori più restrittivi.
altezza in sabbia HS
capacità drenante
non esiste un analogo indice di calcolo convenzionale, e quindi si assume che essi non
dovranno mai scendere al di sotto dei valori limite previsti dal progetto esecutivo, così
come risulta dai capitolati speciali di appalto.
Particolare attenzione deve essere posta per il monitoraggio della capacità drenante
dell’usura drenante, il cui valore iniziale (circa 20-30 litri/minuto) è normalmente soggetto
ad un decadimento, per intasamento delle porosità. Di contro un valore troppo elevato di
detta permeabilità può manifestare carenze strutturali del conglomerato bituminoso e,
quindi, deve essere oggetto di ulteriori indagini.
Per non inficiare la capacità drenante è necessario che il programma delle manutenzioni
preveda il lavaggio con spazzole delle superfici particolarmente soggette ad essere intasate,
in modo da garantire il regolare allontanamento dell’acqua dal piano di rotolamento.
Opere d’arte
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Si fa riferimento alle procedure attuate dalla Società Strada dei Parchi che applica il
Metodo della Valutazione Numerica (MVN), intendendo che le linee guida illustrate in
questo capitolo sono facilmente estendibili a tutte le Società che dovessero adottare schemi
diversi.
A seguito delle ispezioni visive i difetti riscontrati si riportano nelle schede di valutazione
del tipo di quelle di seguito rappresentate,
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Si assegna ad ogni difetto l’indice di gravità G previsto dalle schede difettologiche, e si
riportano due coefficienti K1 e K2 che indicano rispettivamente l’estensione del difetto e la
sua intensità.
Queste schede di valutazione sono predisposte per ogni elemento strutturale e tipo di
materiale, e forniscono un numero finale correlato con lo stato complessivo del degrado,
più alto è questo numero più grave è la condizione generale dell’opera.
Tale numero si ottiene sommando, per tutti i difetti presenti nell’elemento strutturale, il
peso G (variabile da 1 a 5) del singolo difetto moltiplicato per i coefficienti K1 (che può
assumere valori 0,2-0,5-1,0) e K2 (che può assumere valori 0,2-0,5-1,0).
Dr = ∑ ( G x K1xK2)
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Le valutazioni sopra esposte devono necessariamente essere integrate da specifiche
ispezioni e prove per tutti i componenti non visionabili. Ci si riferisce in particolare , a
titolo esemplificativo ma non esaustivo, al sistema di precompressione, alle superfici
interne dei cassoni o delle pile, alle parti oleodinamiche degli appoggi etc.
Per effettuare una valutazione comparativa sul grado di manutenzione della singola opera
d’arte, il valore Dr può essere utilmente confrontato con il valore massimo dei difetti
riscontrabili sulla stessa opera Drmax.
Sulla base del superamento della soglia Dr/Drmax=0,10, la Società programmerà gli
interventi di recupero manutentivo dell’opera d’arte.
Qualora invece fosse superata la soglia Dr/Drmax= 0,25 del singolo componente strutturale
o funzionale, e sempre che tale degrado non determini dubbi sul corretto funzionamento
statico, la Società programmerà gli interventi di recupero manutentivo del singolo
componente.
La situazione generale dei valori Dr/Drmax sarà quella risultante dai controlli periodici
effettuati alla data del 30 settembre dell’anno in esame, e consente la programmazione dei
lavori dell’anno seguente.
Qualora dalle ispezioni sopra indicate dovesse emergere la possibilità di pregiudizio alla
sicurezza statica e alla pubblica incolumità si dovranno eseguire immediatamente le
verifiche di sicurezza previste dal capitolo 8 delle NTC 20128, in accordo alle prescrizioni
già contenute nelle specifiche linee guida già emesse da UIT Roma in data 08/08/2019, e
che saranno pubblicate nella rivista Strade e Autostrade del mese di novembre 2019.
Nel caso in cui a seguito di dette verifiche fosse necessario un intervento di manutenzione
straordinaria e/o ripristino di adeguati standard di sicurezza, bisognerà intervenire con
“Somma Urgenza” qualora non sia possibile adottare interventi di mitigazione del rischio
che consentono una programmazione e differimento temporale dei lavori. In quest’ultimo
caso, al contrario, si rimanda al successivo capitolo per i relativi criteri di priorità
d’intervento sulla manutenzione straordinaria.
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Gallerie
Venute d’acqua
Ammaloramenti e canalizzazioni
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Fessure
Cunette
piedritto destro
piedritto sinistro
calotta destra
calotta sinistra
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Analogamente a quanto descritto per le opere d’arte, la valutazione numerica dello stato di
degrado della tratta elementare della sezione di 10 metri di galleria sarà determinata dalla
sommatoria della gravità G (variabile nel caso delle gallerie da 1 a 10) attribuita ad ogni
difetto, moltiplicata per i coefficienti di estensione K1 (con valori 0,25-0,50-0,75-1), e di
intensità K2 (con valore 0,50 se il difetto interessa il piedritto o 1 se interessa la calotta).
Si definisce Difettosità Relativa della Galleria Dr quella calcolata con riferimento ai singoli
tratti elementari e consecutivi di lunghezza complessiva 100 metri
Dr = ∑ ( G x K1xK2)
Si definisce Difettosità Assoluta della Galleria, la sommatoria delle difettosità relative dei
singoli tratti di lunghezza 100 metri ovvero
Da = ∑i ( Gi x K1ix K2i)
Per confrontare tra loro il grado di manutenzione delle diverse gallerie, definita la
lunghezza L della galleria, si ricorre alla Difettosità Media così definita
Dm = ∑i ( Gi x K1ix K2i)/(L/100)
Anche in questo caso può essere definita la Difettosità Media Massima (Dmmax) con il
valore massimo dei difetti riscontrabili sulla stessa galleria diviso il numero di tratte
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(L/100), o Difettosità Massima di tratta Dmax (100 metri) o sezione Dsmax (tratta
elementare 10 metri) con il valore massimo dei difetti riscontrabili nella stessa tratta o
sezione.
Sulla base del superamento della soglia Dm/Dmax=0,10, la Società programmerà gli
interventi di recupero manutentivo della galleria.
Qualora invece fosse superata la soglia Drs/Drsmax= 0,25 della sezione (tratta elementare
10 metri) o della tratta Dr/Dmax(100 metri), e sempre che tale degrado non determini
dubbi sul corretto funzionamento statico, la Società programmerà gli interventi di recupero
manutentivo della singola tratta o sezione.
L’attività di tinteggiatura delle pareti della galleria deve essere programmata con un
numero di cicli necessario a garantire una adeguata visibilità, sulla base delle esperienze
maturate nell’ultimo quinquennio di esercizi.
SICUREZZA
Si forniscono di seguito alcuni necessari chiarimenti per alcune delle voci che compongono
questo capitolo di spesa.
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Segnaletica orizzontale
Dette linee possono essere divise in tratte omogenee di lunghezza 20 km per ognuna delle
quali si dovrà prevedere il rifacimento nel caso in cui RL risulti inferiore a 300 mcd/mq per
una estensione superiore al 10% della tratta (Capitolo 4 paragrafo 3 Norme UNI 1436-04,
art. 3.2.3 DM 10/07/2002, capitolo 8 allegato N alla convenzione).
Le misure di riferimento dovranno essere eseguite almeno due volte l’anno. Una nel mese
di settembre e una subito dopo la stagione invernale.
Una adeguata programmazione della spesa dovrà essere la logica conseguenza della
puntuale attività di monitoraggio da espletarsi entro il 30 settembre di ogni anno, fermo
restando l’obbligo di un immediato intervento nei casi di urgenza e indifferibilità degli
interventi.
Il criterio deve essere esteso anche alle linee delle rampe degli svincoli.
Segnaletica verticale
Comprende tutte le attività di lavaggio dei segnali presenti all’interno delle gallerie e la
sostituzione dei cartelli non conformi alle norme di settore per riflettenza o per vetustà.
La programmazione della spesa potrà essere coerente con i consuntivi di almeno i tre
esercizi precedenti.
Barriere di sicurezza
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A riguardo si ricorda che le barriere devono essere perfettamente efficienti e conformi alle
prescrizioni contenute nei manuali di installazione ed uso.
Tale considerazione deve essere estesa anche alle coppie di serraggio dei bulloni dei
tirafondi di ancoraggio delle barriere bordo ponte, che devono rispondere ai controlli con le
chiavi dinamometriche entro i limiti prefissati dal costruttore.
Per quanto attiene le barriere bordo laterale si deve ricomprendere l’arginello nel sistema
di ritenuta.
A riguardo una estensione dalla barriera di sicurezza ridotta rispetto alle previsioni
progettuali (inferiore ad esempio a 1,2 metri così come è risultato dalle visite e controlli
eseguiti da UIT Roma), potrebbe non garantire l’adeguato confinamento dei montanti da
parte del terreno circostante e, quindi, attivare un meccanismo cinematico, in caso di urto,
difforme da quello riscontrato nel crash test.
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Reti di recinzione
Gli standard di riferimento ricomprendo l’assenza di varchi e l’altezza adeguata della rete
che non potrà in nessun caso essere inferiore a 1 metro per le reti di vecchia generazione.
Tale valore prescinde dallo spazio che generalmente intercorre tra il filo spinato superiore
e l’inizio delle maglie, dovendosi ascrivere tale spazio a varco in quanto facilita l’accesso
in autostrada di animali. Anche i sottorete dovranno ascriversi alla fattispecie dei varchi in
quanto costituiscono discontinuità di facile utilizzo degli animali.
Si ricorda che le disposizioni del Concedente in materia richiamano l’obbligo, per quanto
riguarda le altezze e la consistenza delle reti, di adeguarle alle reali necessità in ragione
della fauna presente nelle diverse aree geografiche.
IMPIANTI
Generalmente la programmazione degli interventi e della spesa può essere fatta su dati
statistici.
Per quanto attiene, però, l’illuminazione delle aree di svincolo, delle rampe di intersezione
e delle gallerie è necessario rispettare i valori limite dei parametri illuminotecnici prescritti
dalle norme.
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ogni anno, fermo restando l’obbligo di un immediato intervento nei casi di urgenza e
indifferibilità degli interventi.
VERDE E PULIZIA
Le voci di spesa sono in genere programmati sulla base di dati statistici. Si evidenziano le
seguenti considerazioni su due capitoli di spesa.
Sfalci
A riguardo si deve evidenziare che è necessario integrare il dato statistico con la maggiore
spesa eventualmente necessaria per tagliare i rovi presenti nella rete di recinzione, in modo
da rendere accessibile e ispezionabile la rete su tutta l’estensione autostradale.
OPERAZIONI INVERNALI
La voce è inerente alle attività di sgombero neve e spargimento di fondenti salini, oltreché
di gestione delle operazioni, atte a garantire la transitabilità della rete durante qualsiasi
condizione avversa che si verifica nella stagione invernale.
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I costi, pertanto, devono essere rapportati al Piano dei Gestione delle Emergenze (c.d. Piani
Neve) redatto da tutte le Società Concessionarie sulla base delle Linee Guida che ogni
anno emette Viabilità Italia.
EDIFICI
MANUTENZIONI VARIE
INTERVENTI DI URGENZA
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3. INTERVENTI MIGLIORATIVI – MANUTENZIONE STRAORDINARIA
VIADOTTI
A riguardo particolare interesse deve essere posto, ad esempio, nella gestione delle barriere
di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per i quali lo Scrivente ha già emanato specifiche linee
guida in data 24/07/2019 pubblicate, fra l’altro, nella rivista Strade e Autostrade n. 137 del
bimestre settembre-ottobre 2019.
La gestione della sicurezza delle opere d’arte e la relativa definizione dei criteri di priorità
di intervento è, parimenti, argomento di manifestata urgenza anche a seguito del crollo del
ponte Morandi di Genova.
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Il principio generale che governa tale studio è quello di definire, anche in questo caso, un
algoritmo che consente di mappare le scale di priorità d’intervento attraverso un’analisi
multicriteria che tiene in considerazione i principali fattori che incidono sulla sicurezza
delle opere d’arte (degrado, sovraccarico, sismicità, scalzamento pile, impatto
idrogeologico, vita utile residua, etc….)
A riguardo si riportano di seguito nella trascrizione integrale gli stralci dei capitoli più
importanti, nella definizione di un modello decisionale, che hanno una valenza generale e
non rigidamente correlati con alcuna procedura di monitoraggio manutentivo.
I criteri ivi esposti possono essere implementati e adattati di volta in volta per tener conto
dei singoli fattori di rischio che insistono sui viadotti, non esplicitamente elencati nella
trattazione.
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1 Modello per la rappresentazione della capacità del ponte
In questo capitolo proponiamo un modello per rappresentare formalmente la capacità portante del ponte
rispetto a diversi stati limite. Proponiamo di rappresentare la carenza di capacità rispetto alle NTC 2018
attraverso i seguenti indici di adempimento:
indice V;
indice S.
Per valutare la sicurezza di un’opera si fa riferimento alle sue prestazioni nei confronti delle combinazioni di
carico statiche e sismiche definite dalle vigenti Norme Tecniche sulle Costruzioni (D.M. 17 gennaio 2018). A
tale scopo vengono definiti i due indici seguenti:
Vi: coefficiente di adempimento nei confronti dei carichi verticali, che rappresenta il rapporto tra i
carichi da traffico previsti all’epoca della progettazione dell’opera e quelli previsti da una normativa
di riferimento (NTC 2018). È definito in base alle massime sollecitazioni indotte dai carichi mobili
previsti dalla normativa in vigore all’epoca e le massime sollecitazioni indotte dai carichi previsti
dalla normativa vigente, in termini di momento flettente e taglio.
Si: coefficiente di adempimento nei confronti delle azioni sismiche e rappresenta il rapporto tra
capacità e domanda in termini di tempo di ritorno per lo Stato Limite di Salvaguardia della Vita con
riferimento all’evento che innesca il primo meccanismo di collasso.
𝑇𝑅𝑅 è uguale al tempo di ritorno della PGA corrispondente alla capacità del ponte;
𝑇𝑅𝑠 è uguale al tempo di ritorno della PGA corrispondente alla sollecitazione ovvero il tempo di
ritorno dello Stato Limite di Collasso del ponte.
indice VM è l’indice di adempimento nei confronti dei carichi verticali per lo stato limite flessionale;
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indice VV è l’indice di adempimento nei confronti dei carichi verticali per lo stato limite per taglio.
indice Ss è l’indice di adempimento nei confronti delle azioni sismiche per lo stato limite di
scivolamento dell’impalcato;
indice SP è l’indice di adempimento nei confronti delle azioni sismiche per lo stato limite
pressoflessione delle pile.
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2 MODELLO DI RISCHIO
Il modello di rischio ha come obiettivo di calcolare l’indice di affidabilità per diversi fattori di rischio sulla
base delle informazioni
Le ipotesi alla base di questo modelli e la derivazione della formulazione sono riportate in dettaglio in
Appendice A.
L’indice di affidabilità per sovraccarico e degrado è calcolato come minimo indice di affidabilità per lo stato
limite flessionale e di taglio.
𝛽𝐷 = min(𝛽𝑀 , 𝛽𝑉 ) (9.1)
dove:
- 𝛽𝑀 è l’indice di affidabilità per sovraccarico e degrado per uno stato limite di rottura a flessione,
- 𝛽𝑉 è l’indice di affidabilità per sovraccarico e degrado per uno stato limite di rottura per taglio.
L’indice di affidabilità per rottura a flessione si calcola con la formula:
log(𝐷𝑀 ∗ 𝐶𝑀 )
𝛽𝑀 = 𝛽𝑀0 + (9.2)
𝑉𝑧
dove:
- 𝛽𝑀0 è l’indice di affidabilità presunto di un ponte progettato secondo una normativa di riferimento,
per esempio NTC 2018, per il livello di carico che effettivamente transita su un ponte.
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- DM è l’indice di degrado della capacità flessionale. E’ un indice che esprime il rapporto presunto,
sulla base del rapporto di ispezione, tra il momento resistente in condizioni degradate 𝑀𝑑,𝐷 e in
condizioni di progetto 𝑀𝑑,𝑈 . È un indice che può essere compilato anche da un tecnico a seguito di
una valutazione formale o a seguito di indagini diagnostiche.
𝑀𝑑,𝐷
𝐷𝑀 = (7.2)
𝑀𝑑,𝑈
L’indice DM può essere calcolato in maniera diretta sulla base del rapporto di ispezione, cioè sulla
base delle matrici relative ai difetti che influenzano esclusivamente la capacità a flessione di
un’opera. Nel caso di più difetti, l’indice DM viene calcolato per ciascuno di questi e viene poi
considerato il minimo valore, ovvero il più gravoso.
- CM è l’indice di capacità flessionale definito come il rapporto fra la capacità del ponte in stato di
progetto 𝑅𝑑,𝑈 e la capacità di un ponte progettato con la normativa di riferimento 𝑅𝑑,0 , per
esempio NTC2018. Può essere calcolato a partire dall’indice di adempimento:
𝑄
1 + 𝑉𝑀 ∙ (𝐺𝑑0 )
𝑅𝑑,𝑈 𝑑0 𝑀
𝐶𝑀 = =
𝑅𝑑,0 𝑄 (9.3)
1 + ( 𝑑0 )
𝐺𝑑0 𝑀
dove:
- VM in questa formula è l’indice di adempimento per uno stato limite di flessione come definito al
capitolo 1.
𝑄
- (𝐺𝑑0 ) dove 𝑄𝐷0 è l’effetto del carico variabile di progetto definito dalla normativa NTC2018 e 𝐺𝐷0
𝑑0 𝑀
è l’effetto del peso proprio di progetto del ponte.
- Vz è il coefficiente di variazione per lo stato limite di flessione valutato mediante la seguente:
dove con VR si individua il coefficiente di variazione della resistenza che dipende dal meccanismo di collasso
e dal tipo di materiale, mentre con VS il coefficiente di variazione della sollecitazione:
𝑄
√𝑉𝐺2 + ( 𝑚 ) ∗ 𝑉𝑄2
𝐺𝑚 (9.5)
𝑉𝑆 =
𝑄𝑚
𝐺𝑚 + 1
dove è possibile notare come all’aumentare del peso proprio del ponte 𝐺𝑚 , si riduca il coefficiente di
variazione delle sollecitazioni VS.
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In funzione del meccanismo di collasso e del tipo di materiale è possibile individuare differenti valori di
coefficienti di variazione riferiti alla resistenza e alla sollecitazione. In mancanza di più precise informazioni,
proponiamo in questa prima versione, di utilizzare i valori riportati nella seguente tabella:
M V
VR 7.5% 15%
VG 10% 10%
VQ 20% 20%
log(𝐷𝑉 ∗ 𝐶𝑉 )
𝛽𝑉 = 𝛽𝑉0 + (9.6)
𝑉𝑧
Dove:
- 𝛽𝑉0 è l’indice di affidabilità presunto di un ponte progettato secondo una normativa di riferimento
per esempio NTC 2018, per il livello di carico che effettivamente transita su un ponte.
- DV è l’indice di degrado definito al capitolo 1
- CV è l’indice di capacità a taglio definito come il rapporto fra la capacità del ponte in stato di
progetto 𝑅𝑑,𝑈 e la capacità di un ponte progettato con la normativa di riferimento 𝑅𝑑,0 , per
esempio NTC2018. Può essere calcolato a partire dall’indice di adempimento:
𝑄
1 + 𝑉𝑉 ∙ ( 𝑑0 )
𝑅𝑑,𝑈 𝐺𝑑0 𝑉
𝐶𝑉 = =
𝑅𝑑,0 𝑄 (9.7)
1 + (𝐺𝑑0 )
𝑑0 𝑉
dove:
- VV in questa formula è l’indice di adempimento per uno stato limite di taglio come definito al
capitolo 1.
𝑄𝑑0
- ( ) dove: 𝑄𝐷0 è l’effetto del carico variabile di progetto definito dalla normativa NTC2018 e 𝐺𝐷0
𝐺𝑑0 𝑉
è l’effetto del peso proprio di progetto del ponte.
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log S
𝛽𝐸 = ,
𝑉𝑧 (9.8)
dove S corrisponde all’indice di adempimento rispetto alle azioni sismiche, definito nell’equazione (8.1),
mentre Vz è pari a ≅ 0.3. Il parametro Vz è stato calibrato in modo tale che, quando le opere soddisfano
perfettamente la capacità sismica richiesta dalla normativa, ovvero S=1, la relativa probabilità di collasso
risulta pari a ≅ 10−6, in accordo ai valori dell’EC0 (Allegato B, pagina 59). Ricordiamo che come per il
modello di sovvracarico, anche 𝛽𝐸 viene calcolato per due possibili meccanismi di collasso:
Verrà considerato l’indice minimo tra gli indici di affidabilità relativi ai due meccanismi di collasso
𝛽𝐸 = min(𝛽𝐸,𝑠 , 𝛽𝐸,𝑝 ).
Per il calcolo del coefficiente di adempimento alle azioni sismiche S, quando il ponte ha una vita residua t L
diversa dal tempo di ritorno TR, implicito nelle analisi di rischio precedenti, l’indice di adempimento alle
azioni sismiche S può essere corretto attraverso l’uso della formula di seguito riportata:
∗
𝑇𝑅 0.41
𝑆 =𝑆∙( )
𝑡𝐿 (9.9)
Adottando tale espressione, se per esempio si valuta un tL pari a 50 anni, considerando un TR allo SLV, che
risulta essere pari a 950 anni, il coefficiente correttivo dell’indice di adempimento alle azioni sismiche S
risulterà essere pari a 3.33:
0.41
∗
𝑇𝑅,𝐶 𝑆
𝑆 =𝑆∙( ) ≅ = 3.33 ∙ 𝑆
𝑇𝑅,50 0.3
log 𝑅 − log 𝑆
𝛽𝐸 =
𝑉𝑧 (9.10)
Con S, si intende il valore mediano della domanda espresso in termini di accelerazione orizzontale massima
al sito (PGA). Mentre con R, si intende il valore mediano della capacità strutturale per lo Stato Limite di
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Collasso espresso in termini di accelerazione. Esso viene valutato imponendo l’uguaglianza fra domanda e
capacità ed è pari a:
𝐶𝑐 2𝜋 𝐶𝑐 ∗ ∆ 𝐾3𝐷
R = 𝑚𝑎𝑥 { ; ∗√ ∗ }
𝑆 ∗ 𝜂 ∗ 𝐹0 𝑆 ∗ 𝜂 𝑔 𝐹0 ∗ 𝑇𝐶 (9.11)
dove:
La capacità di una pila (o di una spalla), espressa per lo stato limite di collasso e soggetta ad una forza
orizzontale, può essere espressa come:
𝐷
𝐶𝑐 = 𝜆𝑄 ∗ 𝑘𝑝 ∗ (9.12)
𝐻
dove:
𝐶𝑐 = 𝜇𝑡 (9.13)
Il coefficiente di capacità 𝐶𝑐 , considera anche il possibile degrado dell’opera, ovvero i defetti che
influenzano i due possibile meccanismi di collasso di un’opera infrastrutturale soggetta ad azioni sismiche.
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2.3 Rischio di collasso per scalzamento (S)
Per il calcolo del rischio di collasso per scalzamento di una pila in alveo suggeriamo di seguire una
procedura come quella prodotta da Highways England: BD 97/12 del Design Manual for Roads and Bridges
(DMRB).
Quando il ponte soddisfa il primo livello di verifica la probabilità di collasso per scalzamento è trascurabile
cioè βS=∞.
Se il ponte non soddisfa la verifica di 1° livello è richiesto un calcolo idraulico formale che ha come obiettivo
quello di calcolare la profondità di scavo di progetto dS per una piena con un TR di 200 anni.
L’indice di affidabilità per scalzamento può essere calcolato con la seguente formula:
log(n 𝑑𝑅 ) − log 𝑑𝑆
𝛽𝑆 =
𝑉𝑧 (9.14)
dove:
Dall’analisi svolta finora non è emerso in maniera chiara se, nelle intenzioni di MIT e ASPI, gli interventi per
la mitigazione del rischio idrogeologico (cioè le opere di difesa) siano considerati all’interno dello stesso
processo per la prioritizzazione degli interventi strutturali.
Nel caso in cui la decisione sull’esecuzione delle opere di difesa segua un processo separato, il rischio
idrogeologico non ha un impatto sulle decisioni relative agli interventi strutturali, e non sarà considerato a
questo fine.
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Nel caso in cui le opere di difesa entrino formalmente nello stesso processo di prioritizzazione degli
interventi strutturali, sarà formalmente calcolato un indice di affidabilità 𝛽𝐻 del ponte relativo al rischio
idrogeologico.
In mancanza di più specifiche valutazioni, proponiamo di quantificare l’indice di affidabilità sulla della classe
di rischio idrogeologico valutata con il DPCM 29/9/1998. In particolare il DPCM 29/9/1998 classifica il
rischio in una delle seguenti 4 classi:
moderato R1: per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono marginali;
medio R2: per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio
ambientale che non pregiudicano l’incolumità del personale, l’agibilità degli edifici e la funzionalità
delle attività economiche;
elevato R3: per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli
edifici e alle infrastrutture
con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-
economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;
molto elevato R4: per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone,
danni gravi agli edifici alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio-
economiche.
A ciascuna classe di rischio sarà associato un valore di indice di affidabilità, calibrato in maniera
conservativa sulla base di un numero di casi studio per i quali sia disponibile un’analisi probabilistica
formale. A titolo esemplificativo, per l’implementazione di questa prima versione del modello, proponiamo
i seguenti valori conservativi di tentativo:
2.5 Esposizione
In questa prima versione del modello, proponiamo di definire l’esposizione Z sulla base delle seguenti
ipotesi semplificative:
35
Propiniamo, in questa prima versione di valutare il costo 𝐶𝐹 con la seguente formula:
𝐶𝐹 = 𝐶𝑅 + 𝐶𝐷 + 𝐶𝐼 (9.13)
dove:
𝑃𝐹 = 𝜙(−𝛽) (9.15)
Nell’assunzione che i fattori di rischio siano incorrelati, l’aggregazione dei fattori di rischio può essere fatta
con l’equazione:
Oppure in alternativa gli indici di affidabilità possono essere aggregati direttamente con l’espressione:
36
3 MODELLO DECISIONALE
A titolo illustrativo, descriviamo nel seguito tre esempi attraverso i quali un principio decisionale è
trasformato in una procedura coerente che definisce la graduatoria di priorità di intervento.
3.1 Esempio 1
Implementazione
In questo caso il requisito contrattuale è quello di eliminare il degrado dalla struttura e pertanto la priorità
di intervento dovrebbe coerentemente seguire la classe di degrado globale.
Per ponti nella stessa classe di degrado potrebbe essere razionale definire la priorità di intervento con un
criterio analogo all’esempio 2 o 3.
3.2 Esempio 2
Implementazione
37
In questo caso il miglior intervento è quello che più riduce il rischio a parità di costo. Pertanto possiamo
definire un indice di priorità come rapporto fra il rischio eliminato dall’implementazione dell’intervento e il
costo dell’intervento. In formula l’indice di priorità è il seguente:
3.3 Esempio 3
Implementazione
In questo caso il miglior intervento è quello che massimizza l’utilità attesa. Pertanto, possiamo definire un
indice di priorità come rapporto fra la variazione dell’utilità attesa dovuta all’implementazione
dell’intervento e il costo dell’intervento. Nell’ipotesi di utilità lineare, possiamo rappresentare l’utilità
attesa come prodotto della variazione di probabilità ∆𝑃𝐹 e esposizione 𝑍. In formula l’indice di priorità
quindi risulta:
38
4 APPENDICE A
Di seguito si riportano i passaggi per esteso per la valutazione delle equazioni e degli indici riportati
sinteticamente al Capitolo 9.
Definiamo la condizione di stato limite standard quella che rispetti le prescrizioni normative dell’attuale
NTC 2018, tale per cui risulti essere soddisfatta la relazione:
che implica la definizione di un particolare valore di indice di affidabilità 𝛽0 e una relativa probabilità di
collasso 𝑃𝑟𝐹0 = 𝜙(−𝛽0 ).
Il problema risulta definire un valore di indice di affidabilità 𝛽 per un ponte che rispetti una condizione di
stato limite di progetto, in condizioni non danneggiate, diversa da quella individuata dall’attuale normativa:
𝑅𝑑,𝑈 = 𝐺𝑑0 + 𝑄𝑑
La differenza fra le espressioni sopra riportate consiste in una riduzione di capacità rispetto a uno stato di
riferimento.
- la resistenza valutata secondo l’attuale normativa NTC 2018 si assume abbia una distribuzione log-
normale, caratterizzata da un valore medio 𝑅𝑚0 e da un coefficiente di variazione 𝑉𝑅0:
𝑅0 ~ℒ(𝑅𝑚0 , 𝑉𝑅0 )
- la sollecitazione valutata secondo l’attuale normativa NTC 2018 si assume abbia una distribuzione
log-normale, caratterizzata da un valore medio 𝑆𝑚0 e da un coefficiente di variazione 𝑉𝑆0 :
𝑆0 ~ℒ(𝑆𝑚0 , 𝑉𝑆0 )
- la resistenza valutata per un ponte in condizioni non danneggiate si assume che conservi costante il
coefficiente di variazione, pari a quello valutato secondo la normativa di riferimento, quindi
𝑉𝑅 = 𝑉𝑅0 , e che vari solo il valore medio:
𝑅 ~ℒ(𝑅𝑚 , 𝑉𝑅0 )
- la sollecitazione valutata per un ponte in condizioni non danneggiate si assume uguale a valutata
secondo la normativa di riferimento, pertanto il coefficiente di variazione viene mantenuto
costante 𝑉𝑆 = 𝑉𝑆0 :
𝑆 = 𝑆0
39
4.1.2 Indice di affidabilità 𝜷 (in termini di resistenze medie)
L’indice di affidabilità 𝛽 viene valutato assumendo l’ipotesi di incorrelazione dei carichi.
Esso viene valutato in termini logaritmici, per una struttura non danneggiata, come segue:
log 𝑅𝑚 − log 𝑆𝑚
𝛽=
√𝑉𝑅2 + 𝑉𝑆2
valendo le relazioni:
𝑆 = 𝑆0
𝑉𝑅 = 𝑉𝑅0
𝑉𝑅 = 𝑉𝑅0
si può sostituire:
Rispettivamente il valore dell’indice di affidabilità in riferimento all’attuale NTC 2018 si può scrivere:
𝛽
Lavorando in termini logaritmici il rapporto 𝛽 si riduce ad una differenza pari a:
0
(log 𝑅𝑚0 − log 𝑆𝑚0 ) − (log 𝑅𝑚 − log 𝑆𝑚0 ) log 𝑅𝑚0 − log 𝑅𝑚
𝛽0 − 𝛽 = =
2
√𝑉𝑅0 2 2
√𝑉𝑅0 2
+ 𝑉𝑆0 + 𝑉𝑆0
𝑅𝑘 = 𝑅𝑑,𝑈 ∗ 𝛾𝑅
40
Pertanto sostituendo si ottiene:
log 𝑅𝑘 = log(𝑅𝑑,𝑈 ∗ 𝛾𝑅 )
Tuttavia si ha bisogno di individuare il valore medio e non la mediana, pertanto si richiama la definizione di
media in termini logaritmici, che risulta essere pari a:
𝑉𝑅2
log 𝑅𝑚 = log 𝑅50% +
2
dalla quale è possibile constatare che la media 𝑅𝑚 risulti sempre maggiore della mediana 𝑅50%.
Sostituendo l’espressione in funzione della mediana nell’equazione della media appena individuata si
ottiene la seguente:
𝑉𝑅2
log 𝑅𝑚 = ( log 𝑅𝑑,𝑈 + log 𝛾𝑅 + 1.645 ∗ 𝑉𝑅 ) +
2
In maniera analoga anche per quanto concerne la resistenza media valutata secondo la normativa di
riferimento:
2
𝑉𝑅0
log 𝑅𝑚0 = ( log 𝑅𝑑0 + log 𝛾𝑅0 + 1.645 ∗ 𝑉𝑅0 ) +
2
Riscrivendone il numeratore:
𝑉𝑅2 𝑉𝑅2
log 𝑅𝑚0 − log 𝑅𝑚 = (log 𝑅𝑑0 + log 𝛾𝑅0 + 1.645 ∗ 𝑉𝑅 + ) − (log 𝑅𝑑,𝑈 + log 𝛾𝑅 + 1.645 ∗ 𝑉𝑅 + )
2 2
sapendo che:
𝑉𝑅 = 𝑉𝑅0
41
𝛾𝑅 = 𝛾𝑅0
si ottiene:
𝑉𝑅2 𝑉𝑅2
= (log 𝑅𝑑0 + log 𝛾𝑅0 + 1.645 ∗ 𝑉𝑅 + ) − (log 𝑅𝑑,𝑈 + log 𝛾𝑅 + 1.645 ∗ 𝑉𝑅 +
2 2
𝑅𝑑0
= log
𝑅𝑑,𝑈
𝑅 𝑅𝑑,𝑈
log 𝑅𝑑0 − log 𝑅𝑑,𝑈 log 𝑅 𝑑0 − log
𝑑,𝑈 𝑅𝑑0
∆𝛽 = 𝛽0 − 𝛽 = = =
2
√𝑉𝑅0 2 2
√𝑉𝑅0 2 2
√𝑉𝑅0 2
+ 𝑉𝑆0 + 𝑉𝑆0 + 𝑉𝑆0
2 2
𝑉𝑧 = √𝑉𝑅0 + 𝑉𝑆0
𝑅
−log 𝑅𝑑,𝑈
𝑑0
∆𝛽 =
𝑉𝑧
Per fare questo si parte dal rapporto fra resistenza di progetto della struttura non danneggiata 𝑅𝑑 e quella
di progetto relativa all’applicazione della NTC 2018 𝑅𝑑0 :
𝑅𝑑,𝑢 𝐺𝑑0 + 𝑄𝑑
=
𝑅𝑑0 𝐺𝑑0 + 𝑄𝑑0
42
𝐺𝑑0 𝑄𝑑 𝑄𝑑
𝑅𝑑,𝑈 𝐺𝑑0 + 𝐺𝑑0 1 + 𝐺𝑑0
= =
𝑅𝑑0 𝐺𝑑0 + 𝑄𝑑0 1 + 𝑄𝑑0
𝐺𝑑0 𝐺𝑑0 𝐺𝑑0
Avendo individuato l’indice di adempimento nei confronti dei carichi variabili come segue:
𝑄
𝑉 = 𝑄𝑑 ,
𝑑0
𝑄𝑑 𝑄𝑑0
𝑅𝑑,𝑈 1 + (𝑄𝑑0 ) ∗ 𝐺𝑑0
=
𝑅𝑑0 𝑄
1 + 𝑑0
𝐺𝑑0
pertanto:
𝑸𝒅𝟎
𝑹𝒅,𝑼 𝟏 + (𝑽) ∗ 𝑮𝒅𝟎
=
𝑹𝒅𝟎 𝑸
𝟏 + 𝑮𝒅𝟎
𝒅𝟎
Pertanto il rapporto fra la resistenza di progetto di un ponte valutato in condizioni danneggiate 𝑅𝑑,𝐷
rispetto alla resistenza di progetto valutata nel rispetto delle attuali indicazioni normative 𝑅𝑑0 , risulta
essere pari a:
dove:
𝑅𝑑,𝐷
-
𝑅𝑑,𝑈
: indica la carenza di capacità, ovvero il soddisfacimento in termini di degrado, e per questo
può essere definito come indice di degrado ID che viene identificato per mezzo delle ispezioni
visive;
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𝑅𝑑,𝑈
-
𝑅𝑑0
: indica il soddisfacimento in termini di resistenza e viene valutato mediante l’espressione
𝑸
𝑹𝒅,𝑼 𝟏+(𝑽)∗ 𝒅𝟎
𝑮𝒅𝟎
ricavata al paragrafo precedente: 𝑹𝒅𝟎
= 𝑸 .
𝟏+ 𝒅𝟎
𝑮𝒅𝟎
Alla luce di ciò è possibile scrivere l’indice di affidabilità di degrado mediante la seguente relazione:
𝑅 𝑅 𝑅
−log 𝑅𝑑,𝐷 −log (𝑅𝑑,𝐷 ∗ 𝑅𝑑,𝑈 )
𝑑0 𝑑,𝑈 𝑑0
𝛽𝐷 = 𝛽0 + ∆𝛽 = 𝛽0 + = 𝛽0 +
𝑉𝑧 𝑉𝑧
𝐥𝐨𝐠(𝑫 ∗ 𝑪)
𝜷𝑫 = 𝜷𝟎 +
𝑽𝒛
******************************
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In particolare con riferimento alla probabilità di collasso PF,tot definita al paragrafo 2.6,
ovvero all’indice di affidabilità totale βtot, la soglia di accettabilità di tale probabilità di
collasso può essere identificata con quella prevista dagli ECO (Euro Codici allegato B pag.
59) pari a 10-5 .
Tale soglia in genere varia in ragione della vita residua dell’opera secondo la seguente
formula
Anche i viadotti che hanno superato la propria vita utile dovranno essere, parimenti,
inseriti nella fattispecie delle opere soggette a interventi di manutenzione straordinaria,
qualora economicamente sostenibile rispetto ad una eventuale demolizione e ricostruzione.
Definita così la famiglia dei viadotti su cui intervenire, la priorità d’intervento può essere
calcolata con il modello decisionale, riportato nel capitolo 3, che sottende al principio di
minimizzare, a parità di budget investito, le conseguenze di possibili eventi pericolosi.
Per ognuno di questi viadotti, coerentemente con le disposizioni contenute nel capitolo 8
delle NTC2018, dovranno essere individuati gli interventi di mitigazione del rischio che
rendono le opere sicure nelle more che sia attuato il piano delle manutenzioni straordinarie
così programmato.
Si deve infine evidenziare che, ai fini contabili, quasi sempre i lavori di manutenzione in
parola, finalizzati a garantire adeguati standard di sicurezza statici, prevedono una spesa
che non è necessariamente ascrivibile totalmente ai lavori di manutenzione straordinaria.
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2018 che sottendono a prestazioni superiori di quelle di riferimento, contenute nelle norme
previgenti e utilizzate all’epoca della costruzione.
In questi casi, ai fini di una corretta imputazione convenzionale dei costi, il quadro
economico deve evidenziare le somme rientranti nelle due fattispecie manutentive trattate.
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