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• Grazie alla notevole duttilità l’acciaio risulta essere particolarmente idoneo nelle
applicazioni progettuali che richiedono capacità di dissipazione di energia, come le
costruzioni in zona sismica;
FDB (Force Based Design): consiste nell’assumere la resistenza come indicatore del
livello di prestazione (riduzione dello spettro con fattore di struttura)
NUOVI ORIENTAMENTI:
Matrice del Performance Based Design Objectives
Le Basi della Progettazione
Progettazione antisismica basata sulla resistenza richiesta all’edificio:
Gli edifici sismo-resistenti in acciaio devono essere progettati in accordo con uno
dei seguenti comportamenti strutturali:
- COMPORTAMENTO STRUTTURALE DISSIPATIVO:
strutture concepite in modo che l’energia di input del terremoto sia dissipata
mediante cicli di deformazioni inelastiche di predisposti elementi strutturali o di
parte di essi con l’obiettivo di ottimizzare la duttilità globale del sistema:
Premessa
Le presenti Norme tecniche per le costruzioni, raccolgono in un unico organico tutte le norme
prima distribuite in diversi decreti ministeriali.
1. Oggetto
Le presenti Norme tecniche per le costruzioni definiscono i principi per il progetto,
l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni, nei riguardi delle prestazioni loro richieste in
termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità, anche in caso di
incendio, e di durabilità.
Esse forniscono quindi i criteri generali di sicurezza, precisano le azioni che devono essere
utilizzate nel progetto, definiscono le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, più in
generale, trattano gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere.
Circa le indicazioni applicative per l’ottenimento delle prescritte prestazioni, per quanto non
espressamente specificato nel presente documento, ci si può riferire alla “Circolare
2/2/09 Istruzioni per l’applicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”
oppure a normative di comprovata validità e ad altri documenti tecnici elencati nel Cap.
12. In particolare, quelle fornite dagli Eurocodici (3 e 8) con le relative Istruzioni
Nazionali costituiscono indicazioni di comprovata validità e forniscono il sistematico
supporto applicativo delle presenti norme.
7.5 COSTRUZIONI DI ACCIAIO
La resistenza delle membrature e dei collegamenti deve essere valutata in accordo con le regole
del Capitolo 4, integrate dalle regole di progettazione e di dettaglio fornite dal Capitolo 7.
Nel caso di comportamento strutturale non dissipativo la capacità delle membrature e dei
collegamenti deve essere valutata in accordo con le regole di cui al § 4.2 delle presenti
norme, senza nessun requisito aggiuntivo.
Nel caso di comportamento strutturale dissipativo la capacità delle membrature e dei
collegamenti deve essere valutata in accordo con le regole di cui dal § 7.1 al § 7.3 delle
presenti norme, integrate dalle regole di progettazione e di dettaglio fornite dal § 7.5.3 al §
7.5.6. Le strutture devono essere progettate in maniera tale che i fenomeni di degrado e
riduzione di rigidezza che si manifestano nelle zone dissipative non pregiudichino la
stabilità globale della struttura.
Nelle zone dissipative, al fine di assicurare che le stesse si formino in accordo con quanto
previsto in progetto, la possibilità che il reale limite di snervamento dell’acciaio sia maggiore
del limite nominale deve essere tenuta in conto attraverso un opportuno coefficiente gov
(prima indicato gRd), definito al § 7.5.1.
Gli elementi non dissipativi delle strutture dissipative e i collegamenti tra le parti dissipative ed il
resto della struttura devono possedere una capacità sufficiente a consentire lo sviluppo
della plasticizzazione ciclica delle parti dissipative.
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
A5 > 20%
ftk
ftk / fyk > 1,1
ft
su>20%
7.5.1. Caratteristiche dei materiali
-Per il calcolo della sovraresistenza di progetto è prescritto che la resistenza plastica
delle zone dissipative venga amplificata di un coefficiente gov:
Acciaio gov
S235 (Fe360) S275 (Fe430) S355 (Fe510) 1.25
S420 S460 1.15
1) STRUTTURE INTELAIATE:
1) STRUTTURE INTELAIATE:
• Le zone dissipative sono numerose e concentrate in regioni discrete alle estremità
delle aste, dove si formano le cerniere plastiche;
• Al fine di conseguire un comportamento duttile le cerniere plastiche devono
svilupparsi prevalentemente nelle estremità delle travi e all’attacco tra colonne e
fondazioni;
• Tale tipologia è preferita per la sua versatilità
architettonica in quanto consente la massima
flessibilità nello sfruttamento degli spazi;
• Per contro la rigidezza laterale dell’intera struttura è
modesta;
• le dimensioni delle membrature sono condizionate
dal controllo degli spostamenti laterali;
• Si ottengono strutture caratterizzate da una
significativa sovraresistenza rispetto a quella
strettamente necessaria per il soddisfacimento dello
stato limite ultimo.
C7.5.2.1 Tipologie strutturali e fattori di struttura
1) STRUTTURE INTELAIATE:
Fattore di struttura
au/a1
qlim = q0 * KR
Tab. 7.3.II – Valori massimi del valore di base q0 del fattore di comportamento allo SLV per
costruzioni di acciaio ed in funzione della tipologia strutturale e della classe di duttilità CD
Per le costruzioni non regolari in pianta si possono adottare valori di au / a1 pari alla
media tra 1,0 e i valori indicati prima per le diverse tipologie costruttive.
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
M = Mu / Mpl,b
Mu : momento ultimo del collegamento
Mpl,b : momento plastico della trave
- Collegamento a cerniera: M<0.25
- Collegamento rigido a parziale
ripristino di resistenza: 0.25<M<1
- Collegamento a completo
ripristino di resistenza: M≥1
K = Krot / Kflex
Krot : rigidezza rotaz. del collegamento
Kflex : rigidezza flessionale della
trave collegata
Collegamenti: tipologie e comportamenti
Nel caso di collegamenti con saldature a cordoni d’angolo e nel caso di collegamenti
bullonati il seguente requisito deve essere soddisfatto:
dove:
Rj,d è la capacità di progetto del collegamento;
Rpl,Rd è la capacità al limite plastico della membratura dissipativa collegata (da
valutarsi secondo le indicazioni del § 4.2;
RU,Rd è il limite superiore della capacità della membratura collegata.
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
7.5.3.1 Verifiche di Resistenza
Nel caso di membrature tese con collegamenti bullonati, la capacità corrispondente al
raggiungimento della tensione di snervamento della sezione deve risultare inferiore alla
capacità corrispondente al raggiungimento della tensione di rottura della sezione netta in
corrispondenza dei fori per i dispositivi di collegamento. Pertanto si deve verificare che:
essendo A l’area lorda e Ares l’area resistente costituita dall’area netta in corrispondenza
dei fori integrata da un’eventuale area di rinforzo e i fattori parziali gM0 e gM2 sono definiti
nella Tab. 4.2.V del § 4.2.3.1.1.
7.5.3 Regole strutturali
Tipologie di prog. pereelem. strutt.
fattore dissipativi
di struttura
7.5.3.2 Verifiche di Duttilità
Si deve garantire una duttilità locale sufficiente degli elementi che dissipano
energia in compressione e/o flessione limitando il rapporto larghezza-spessore c/t
secondo le classi di sezioni trasversali specificate nel § 4.2.2.1. delle presenti
norme.
In ogni zona o elemento dissipativo si deve garantire una capacità in duttilità superiore
alla corrispondente domanda in duttilità.
La verifica deve essere effettuata adottando le misure di deformazione adeguate ai
meccanismi duttili previsti per le diverse tipologie strutturali.
Per le tipologie indicate in § 7.5.2.1, si possono utilizzare le seguenti misure di
deformazione locale q:
- elementi inflessi o presso inflessi di strutture intelaiate: rotazione alla corda;
- elementi prevalentemente tesi e compressi di strutture controventate:
allungamento complessivo della diagonale;
- elementi sottoposti a taglio e flessione di strutture con controventi eccentrici
(elementi di collegamento): rotazione rigida tra l’elemento di connessione e
l’elemento contiguo.
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
7.5.3.2 Verifiche di Duttilità
Sezioni:
1- Duttili
2- Compatte
3- semicompatte
4- Snelle
Definizione di classe di appartenenza delle sezioni basata sul calcolo delle snellezze
delle parti compresse della sezione trasversale. Si distinguono elementi interni e
flange esterne. Tale classificazione è dunque basata esclusivamente sui rapporti di
snellezza c/t dei piatti costituenti la sezione trasversale. L’anima e la flangia vengono,
inoltre, considerate indipendenti.
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
4.2.3.1.
Classificazione
ac
delle sezioni
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
4.2.3.1.
Classificazione
delle sezioni
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
4.2.3.1.
Classificazione
delle sezioni
La classe di una sezione composta corrisponde al valore di classe più alto tra quelli
dei suoi elementi componenti.
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
7.5.3.2 Verifiche di Duttilità
Per le sezioni delle colonne primarie delle strutture a telaio in cui si prevede la
formazione di zone dissipative, la relazione:
NEd ≤ 0.3 x Npl,Rd
NEd è il valore della domanda a sforzo normale e Npl,Rd è il valore della capacità a
sforzo normale determinata secondo criteri di cui al § 4.2.4.1.2.
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
qpb (ub yb ) lp
qpb= qpc
yb lp (b 1)
H
lp
qpc qpc (uc yc ) lp
lc qpc yc lp (c 1)
lb
a travi plasticizzate a colonne plasticizzate
qpc qpc
ST 1 H ST 1 (lc lp )
y y
ST 4 r piano critico
r 37 c 11 12, b 16 17 c 34 84 a c yb
a1
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
Il comportamento strutturale dissipativo prevede che alcune parti della struttura (zone
dissipative) plasticizzino sotto le azioni sismiche di progetto. Le rimanenti parti (zone
non dissipative) devono essere conseguentemente progettate con un’adeguata
sovraresistenza, in modo da resistere in campo elastico alle azioni trasmesse ad esse
durante un terremoto violento.
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
Telai a bassa duttilità: sono progettati senza alcun controllo del meccanismo di
collasso. Pertanto le sezioni delle membrature dovranno essere verificate assumendo
come valori di progetto delle azioni di sforzo normale Nsd e momento flettente Msd
derivanti dalla analisi elastica globale. Per la verifica al taglio valgono i requisiti ai punti
precedenti
In assenza di ritegni trasversali, le travi devono avere capacità sufficiente nei confronti
dell’instabilità flessionale e flesso-torsionale, determinata come al § 4.2.4.1.3 ed
assumendo la formazione della zona dissipativa nella sezione più sollecitata in
condizioni sismiche.
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
Al fine di conseguire un comportamento duttile, i telai devono essere progettati in
maniera tale che le cerniere plastiche si formino nelle travi piuttosto che nelle colonne.
7.5.4.1 Travi
VEd,M
VEd,M
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
7.5.4.2 Colonne - Verifica di Resistenza
in cui
NEd,G ,MEd,G ,VEd,G sono le sollecitazioni di compressione, flessione e taglio dovute
alle azioni non sismiche;
NEd,E ,MEd,E ,VEd,E sono le sollecitazioni dovute alle azioni sismiche;
gov è il fattore di sovraresistenza relativo al materiale;
è il minimo valore tra gli i = (Mpl,Rd,i – MEd,G,i ) / MEd,E,i di tutte le travi in cui si
attende la formazione di zone dissipative, essendo per la i-esima trave:
MEd,E,i la domanda a flessione dovuta all’azione sismica di progetto
MEd,G,i la domanda a flessione dovuta alle azioni sismica non sismiche
Mpl,Rd,i il valore della capacità a flessione.
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
7.5.4.2 Colonne - Verifica di Resistenza
M = Mpl,Rd
Il taglio di progetto
deve rispettare la
seguente limitazione:
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
7.5.4.2 Colonne - Verifica di Resistenza
dove
gRD = 1,3 per strutture in classe CD”A” e CD”B”,
MC,pl,Rd è il momento resistente della colonna calcolato per i livelli di sollecitazione
assiale presenti nella colonna nelle combinazioni sismiche delle azioni
Mb,pl,Rd è il momento resistente delle travi che convergono nel nodo trave-colonna.
Si assume il nodo in equilibrio ed i momenti, sia nelle colonne sia nelle travi, tra loro
concordi. Nel caso in cui i momenti nella colonna al di sopra e al di sotto del nodo
siano tra loro discordi, al primo membro della formula va posta la maggiore tra le
capacità a flessione delle colonne, mentre la minore va sommata alle capacità a
flessione delle travi.
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
M1 M 2
t w hw f y ,c / 3
d1 d2
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
- Per edifici con più di due piani, la snellezza adimensionale delle diagonali deve
rispettare le seguenti condizioni:
l1 l
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
FASE (A):
Si calcolano le proprietà di vibrazione elastica ed è quindi possibile, attraverso la conoscenza
delle frequenze e dei modi, determinare le forze di progetto. Si effettua la verifica di stabilità
delle diagonali compresse.
FASE (B):
Modello a sole diagonali tese; si applicano le forze di progetto determinate nella fase (A), e si
controlla che le diagonali tese siano in grado, da sole, di equilibrare le forze di progetto.
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
Lo stato di sforzo nelle diagonali di controvento è stato determinato considerando l’azione
delle sole forze orizzontali. I carichi verticali sono stati considerati agenti su uno schema
pendolare privo di diagonali e composto dalle travi nelle quali i carichi verticali producono
flessione e taglio e dalle colonne, nelle quali essi producono sforzo normale.
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
VERIFICHE DI RESISTENZA
Per garantire un comportamento dissipativo omogeneo delle diagonali all’interno
della struttura, i valori massimi e minimi dei coefficienti i = Npl,Rd,i / NEd,i calcolati
per tutti gli elementi di controvento in cui si attende la formazione della zona
dissipativa, devono differire non più del 25%.
Travi e colonne, considerate soggette prevalentemente a sforzi assiali in condizioni
di sviluppo del meccanismo dissipativo, devono rispettare la condizione:
NEd e MEd sono i valori della domanda a sforzo normale e a flessione dovuta alle
combinazioni sismiche di progetto, valutate rispettivamente mediante le
espressioni 7.5.7 e 7.5.8 (par. 7.5.4.2), ponendo il minimo valore tra
i = Npl,Rd,i / NEd,i
Npl,Rd,i è la capacità a sforzo normale della i-esima diagonale
NEd,i la domanda a sforzo normale per la combinazione sismica, calcolati per tutti
gli elementi di controvento in cui si attende la formazione di zone dissipative.
Nb,Rdp è la capacità nei confronti dell’instabilità, calcolata come in § 4.2.4.1.3.1,
tenendo conto dell’interazione con il momento flettente MEd.
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
Av+ e Av- proiezioni verticali delle sezioni trasversali delle diagonali tese,
valutate per i due versi possibili delle azioni sismiche
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
Controventi a V rovescia
Nei telai con controventi a V le travi devono
avere capacità sufficiente a rispondere alla
domanda relativa alle azioni di natura non
sismica senza considerare il contributo fornito
dalle diagonali
Inoltre, le travi devono avere capacità sufficiente
per rispondere alla domanda che si sviluppa a
seguito della plasticizzazione delle diagonali
tese e dell’instabilizzazione delle diagonali
compresse in condizioni sismiche
Per determinare questo effetto si può
considerare una forza pari a Npl,Rd nelle
diagonali tese e a gpb × Npl,Rd nelle diagonali
compresse, essendo gpb = 0,3 il fattore che
permette di stimare la capacità residua dopo
l’instabilizzazione della diagonale.
I collegamenti delle diagonali alle altre parti
strutturali devono garantire il rispetto del
requisito di sovra-resistenza
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
Controventi a V rovescia
Le paculiarità del comportamento sismico dei controventi concentrici a V rovescia derivano
dalla particolarità dello schema strutturale, che prevede il punto di intersezione degli assi
baricentrici delle diagonali localizzato sull’asse baricentrico della trave.
Controventi a V rovescia
Momento flettente nelle travi
Controventi a V rovescia
Sforzo normale nelle travi
ESEMPIO 1
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
Controventi a V rovescia
Sforzo normale nelle travi
Le verifiche di resistenza e stabilità delle travi appartenenti alle campate controventate vanno
condotte con riferimento al momento flettente derivante dai carichi verticali, sommato a quello
determinato e trasmesso dalle diagonali durante il terremoto, e combinando tale momento
flettente con lo forzo normale calcolato con l’equilibrio.
ESEMPIO 2
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
Controventi a V rovescia
Gerarchia delle resistenze nelle colonne nei campi controventati
VERIFICHE DI DUTTILITÀ
- nel caso di utilizzo di sezioni circolari cave il rapporto tra diametro d e lo spessore t
deve risultare d / t ≤ 36;
- per sezioni tubolari rettangolari i rapporti larghezza-spessore delle pareti non
devono eccedere 18, a meno che le pareti del tubo non siano irrigidite
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
A TAGLIO
A FLESSIONE
7.5.6 Strutture con controventi eccentrici
. In relazione alla lunghezza “e” dell’elemento di connessione, si adotta la
classificazione seguente:
Quando sia soddisfatta la relazione NEd /Npl,Rd < 0,15 occorre che ad entrambe le
estremità del collegamento la capacità a taglio ed a flessione siano maggiori della
corrispondente domanda:
NEd, VEd, e MEd i valori della domanda a sforzo normale, taglio e flessione agenti in
corrispondenza delle estremità dell’elemento di connessione e
Npl,Rd la capacità a sforzo normale della sezione costituente l’elemento di
connessione
7.5.6 Strutture con controventi eccentrici
VERIFICHE DI RESISTENZA
Quando il valore di progetto della domanda a sforzo normale NEd /Npl,Rd ≥ 0,15 tale
domanda va tenuta opportunamente in conto riducendo la capacità a taglio, Vl,Rd, e a
flessione, Ml,Rd, dell’elemento di connessione stesso, adottando le seguenti espressioni
NRd (MEd,VEd) è la capacità a sforzo normale di progetto della colonna o dell’elemento diagonale
valutata tenendo conto dell’interazione con la domanda a flessione ed a taglio, MEd e VEd nella
combinazione sismica;
NEd,G è la domanda a sforzo normale nella colonna o nell’elemento diagonale, dovuta ad azioni di
tipo non-sismico incluse nella combinazione sismica di progetto;
NEd,E è la domanda a sforzo normale nella colonna o nell’elemento diagonale per l’azione sismica
di progetto;
gov è il coefficiente di sovraresistenza del materiale di cui al § 7.5.1;
7.5.6 Strutture con controventi eccentrici
è pari al valore minimo dei coefficienti
i = 1,5 Vl,Rd,i / VEd,i per elementi di connessione corti
i = 1,5 Ml,Rd,i/ MEd,i per tutti gli elementi di connessione lunghi e intermedi
Nel caso di elementi di connessione corti e travi di modesta altezza (minore di 600
mm) è sufficiente che gli irrigidimenti siano disposti da un solo lato dell’anima,
impegnando almeno i 3/4 della altezza dell’anima stessa.
Tali irrigidimenti devono avere spessore non inferiore a tw , e comunque non inferiore a
10 mm, e larghezza pari a (b/2)-tw, essendo tw lo spessore dell’anima del profilo
costituente l’elemento di connessione.
7.5.6 Strutture con controventi eccentrici
Il comportamento degli elementi di connessione lunghi ed intermedi è dominato dalla
plasticizzazione per flessione collasso per instabilità locale piattabanda compressa e
instabilità flesso-torsionale. Occorre disporre irrigidimenti ad una distanza massima
pari a 1.5 b, essendo b la larghezza della flangia del profilo costituente l’elemento di
connessione, dall’estremità dell’elemento di connessione stesso.
Controventi eccentrici
e pendoli verticali
Tracce Progetto Esercitazione
Esempio struttura controventata
Esercitazione
COSTRUZIONI IN ACCIAIO E LEGNO
A.A. 2017/18
Schemi possibili:
- Struttura a Telaio
- Struttura con controventi concentrici a X
- Struttura con controventi concentrici a V
- Struttura con controventi eccentrici
Sviluppare il progetto della struttura in acciaio: relazione riepilogativa riportante i calcoli e gli schemi
grafici di travi pilastri e nodi di intersezione o di giunto alla base.
Esercitazione
COSTRUZIONI IN ACCIAIO E LEGNO
A.A. 2017/18
Schemi possibili:
- luce capriata 22m; interasse capriata 5m;
- luce capriata 20m; interasse capriata 5m;
- luce capriata 26m; interasse capriata 6m;
Carroponte da 50 KN.
Sviluppare il progetto esecutivo della capriata, della copertura, del carroponte, del giunto flangiato in
mezzeria della capriata, e del giunto di base.
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n° 3274 del 20 marzo 2003
EN 1993-1-1: 2003 Eurocode 3: Design of Steel structures – Part 1-1: General rules
and rules for buildings;
MATERIALI UTILIZZATI
I materiali adottati sono quelli indicati nella seguente tabella, insieme alle
relative caratteristiche meccaniche e ai coefficienti parziali di sicurezza, in
accordo alle prescrizioni del DM 08.
Nel progetto sono state impiegate tre classi di acciaio ( S235, S275, S355)
sfruttando, così, la quarta dimensione delle costruzioni metalliche
Esempio con Controventi Concentrici
2.5.3 Combinazione dell’azione sismica con le altre azioni
Esempio con Controventi Concentrici
2.5.3 Combinazione delle azioni
Esempio con Controventi Concentrici
2.5.3 Combinazione delle azioni
7.2 Criteri generali di Progettazione
7.2.5 Requisiti Strutturali degli elementi di Fondazione
7.3 Metodo di analisi e criteri di verifica
7.3.5 Risposta alle diverse componenti dell’azione sismica ed
alla variabilità spaziale del moto
La verifica allo stato limite di danno si effettua controllando che le azioni sismiche
di esercizio SLD inducano spostamenti compatibili con la normale funzionalità della
struttura
Spostamento interpiano dr
• dr < 0.005h, per edifici con tamponamenti collegati rigidamente alla struttura,
che interferiscono con la deformabilità stessa;
• dr ≤ drp ≤ 0.01h, per edifici con tamponamenti progettati in modo da non subire
danni a seguito di spostamenti di interpiano, per effetto della loro deformabilità
intrinseca ovvero dei collegamenti alla struttura
Esempio con Controventi Concentrici
- Verifica di resistenza: per tale verifica si deve tener conto dei seguenti
carichi agenti sulla lamiera:
1) carico permanente dovuto al peso proprio del calcestruzzo e della lamiera;
2) sovraccarichi variabili in fase di costruzione, inclusi eventuali accumuli
locali di calcestruzzo.
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
Il Momento resistente dipende dalla classe di duttilità della sezione trasversale della
membratura, che si definisce in base al valore della snellezza locale delle parti compresse della
sezione.
Nel caso di appartenenza alla classe 1 (sezione duttile) la resistenza trasversale è data dal
momento di piena plasticizzazione:
-Dove:
Vc,Rd è la resistenza plastica a taglio della sezione, che si può calcolare in accordo con l’EC3
mediante la formula seguente:
Area resistente a taglio per profili laminati ad I ed H con carico parallelo all’anima della trave
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
4.2.4.1.2 Resistenza delle membrature
4.2.4.1.2.4
Taglio
Per profili ad I e ad H
Per profili a C e ad U
In accordo con l’EC3, il momento resistente plastico della sezione trasversale di una trave
deve essere ridotto per la contemporanea presenza del taglio (Vsd) quando il valore di
quest’ultimo supera metà della resistenza plastica a taglio ( Vpl,Rd).
Verifica di deformabilita’
E’ necessario controllare che spostamenti e vibrazioni siano contenuti entro limiti prestabiliti
allo scopo di scongiurare danni alle finiture o agli elementi non strutturali, in modo tale che la
funzionalità della struttura non sia pregiudicata. Per tale verifica si considera la combinazione
di carico frequente.
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
Le colonne che appartengono allo schema pendolare sono soggette prevalentemente a sforzo
normale di compressione dovuto ai carichi gravitazionali. Lo sforzo normale di progetto delle
colonne si può determinare adottando la metodologia basata sulle aree d’influenza. Il carico di
progetto è comprensivo dei carichi permanenti e di quelli variabili.
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
4.2.4.1 Verifiche agli stati limite ultimi
4.2.4.1.3 Stabilità delle membrature
Aste Compresse
Sezioni di classe 1, 2 e 3
a = fattore di imperfezione
Sezioni di classe 4
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
EUROCODICE 4
TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTO
Le travi secondarie sono collegate a quelle principali tramite squadrette angolari bullonate.
TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTO
REGOLARITA’ STRUTTURALE
- Il rapporto tra i lati del rettangolo in pianta in cui l’edificio risulta inscritto è inferiore a 4
(20400/12300=1,66);
- I solai possono essere considerati infinitamente rigidi nel proprio piano rispetto agli
elementi verticali, essendo realizzati in lamiera grecata con soletta collaborante di
spessore >50 mm ;
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
REGOLARITA’ STRUTTURALE
L’edificio è regolare anche in altezza essendo rispettate le seguenti condizioni:
Ai soli fini della valutazione della regolarità strutturale, appare lecito semplificare e calcolare la
rigidezza di piano considerando solo il contributo delle diagonali.
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
Il principio alla base del progetto dei controventi concentrici è di affidare la dissipazione
dell’energia sismica in ingresso alla plasticizzazione delle diagonali, mentre le travi e le
colonne, nonché i collegamenti tra le membrature, devono rimanere in campo elastico.
La capacità di dissipazione di energia di una diagonale è maggiore nelle fasi in cui essa risulta
tesa rispetto a quella esibita nelle fasi in cui essa è compressa, a causa del manifestarsi
dell’instabilità in compressione.
Il comportamento dei sistemi con controventi concentrici può essere schematizzato con
riferimento a due fasi di comportamento limite:
MODELLAZIONE STRUTTURALE
Per quanto riguarda l’analisi strutturale, occorre considerare che per una struttura regolare in
fase di predimensionamento è possibile ricondurre l’analisi tridimensionale dell’intero
edificio allo studio di due modelli piani separati, uno per ogni direzione principale.
Amplificazione topografica
AZIONE SISMICA
KR associato al grado di
regolarità strutturale in
altezza 1.0 (oppure 0.8)
AZIONE SISMICA
Essendo le diagonali tese gli elementi dissipativi, in accordo al criterio di gerarchia delle
resistenze, i collegamenti devono rimanere in campo elastico e quindi essere progettati per
le sollecitazioni massime prevedibili indotte dall’elemento dissipativo.
Per il collegamento bullonato della flangia si procede alle usuali verifiche a taglio,
trazione e rifollamento.
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
ESEMPIO DI CALCOLO
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
Sforzo assorbito dal piatto d’ala + Sforzo assorbito dal piatto d’anima
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
Per la verifica del collegamento le sollecitazioni agenti sono state ripartite affidando ai
bulloni d’anima dello sforzo normale della colonna e l’azione tagliante, mentre ai bulloni
d’ala gli sforzi derivanti dal momento flettente.
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
Per il calcolo del collegamento si deve considerare la combinazione dello scarico indotto
dai carichi verticali NSd,G sommato alla massima azione plastica trasmissibile dalla
diagonale tesa, cui corrispondono due componenti, una di trazione ed una di taglio;
VERIFICA ALLO STATO LIMITE DI DANNO
Gli elementi strutturali e quelli non strutturali, ivi comprese le apparecchiature particolari,
non devono subire danni gravi in conseguenza di eventi sismici che hanno una probabilità
di occorrenza più elevata di quella della azione sismica di progetto.
Ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri n° 3274 del 20 marzo 2003
KR associato al grado di
regolarità strutturale in
altezza 1.0 (oppure 0.8)
AZIONE SISMICA
- Link lungo: la plasticizzazione si verifica per flessione delle sue sezioni di estremità.
Allo stato attuale delle conoscenze, lo schema strutturale di link in adiacenza alle colonne, è
fortemente sconsigliato. Questo perché le sollecitazioni flessionali nelle sezioni di
collegamento dei link alle colonne, comportano quasi sempre il collasso del collegamento e
di conseguenza una limitata duttilità della struttura.
GERARCHIA DELLE RESISTENZE
Nei controventi eccentrici le parti di travi esterne ai link, le diagonali e le colonne, nonché i
collegamenti tra queste parti strutturali, devono rimanere in campo elastico. Per soddisfare
tale requisito è necessario amplificare in tali elementi le sollecitazioni derivanti dal modello
elastico, in modo da tenere in conto la plasticizzazione dei link.
AZIONE SISMICA
KR associato al grado di
regolarità strutturale in
altezza 1.0 (oppure 0.8)
VERIFICA DEI LINK
Resistenza a flessione
Resistenza a taglio
tw
tf
VERIFICA DELLE TRAVI
Lo schema strutturale previsto esclude la presenza di carichi verticali sulle travi dei controventi.
Di conseguenza, non si devono fare verifiche supplementari, oltre quelle già effettuate per i
link.
COLLEGAMENTO DIAGONALI – LINK
Il collegamento diagonale – link si progetta utilizzando le stesse sollecitazioni
adottate per la verifica delle diagonali.
Essendo il telaio spaziale, ogni elemento è chiamato a dare il suo contributo specifico
all’assorbimento dell’azione contemporanea del sisma nelle due direzioni principali del
piano.
GERARCHIA DELLE RESISTENZE
Le deformazioni plastiche devono manifestarsi alle estremità delle travi, mentre le colonne
e i collegamenti trave – colonna devono restare in campo elastico.
Per assicurare lo sviluppo del meccanismo globale dissipativo è necessario rispettare la seguente
gerarchia delle resistenze tra la trave e la colonna dove, oltre ad aver rispettato tutte le regole di
dettaglio previste nella presente norma, si assicuri per ogni nodo trave-colonna del telaio che
Al fine di favorire la formazione delle cerniere plastiche flessionali, evitando la crisi per
taglio della trave, l’ordinanza prescrive di controllare che la sollecitazione di taglio, nella
trave, nella condizione di plasticizzazione delle estremità, risulti sufficientemente contenuta.
VERIFICA DELLE TRAVI
Le travi secondarie sono collegate alle travi principali mediante squadrette bullonate sulle
anime, in modo da realizzare collegamenti approssimabili a cerniere.
Le travi principali del telaio devono essere proporzionate in funzione del momento flettente e
del taglio indotti dai carichi verticali e dalle forze sismiche orizzontali.
Si evidenzia che nel caso in esame, per le verifiche di stabilità flesso – torsionale delle travi,
i controventi orizzontali realizzano dei ritegni torsionali nelle sezioni di mezzeria, con
conseguente riduzione della lunghezza di libera inflessione da considerare nei calcoli. Ciò ha
reso in tal modo trascurabili le verifiche di stabilità flesso – torsionale delle travi del telaio.
VERIFICA DELLE COLONNE
Verifica delle membrature a presso flessione – flessione deviata
Essendo il telaio spaziale, la colonna risulta inflessa per effetto sia del sisma principale sia
del 30% del sisma agente nella direzione ortogonale a quella assunta come principale ai fini
del calcolo delle sollecitazioni.
Allo stesso tempo deve essere verificato il criterio di gerarchia delle resistenze trave –
colonna.
La verifica a presso – flessione deviata si effettua secondo le indicazioni dell’Eurocodice 3,
considerando come sollecitazioni di progetto gli sforzi normali e i momenti flettenti indotti
dalle azioni sismiche di progetto
Le colonne sono realizzate con sezione a croce Austriaca, che presenta l’indubbio vantaggio
di avere la stessa rigidezza flessionale nei due piani principali.
COLLEGAMENTO TRAVE - COLONNA
Esso consiste nel saldare in officina alla colonna tronchi di trave ad ogni interpiano,
predisponendo una giunzione bullonata trave – trave in opera del tipo a coprigiunto
d’ala e d’anima.
Tale collegamento è progettato a completo ripristino di resistenza. Esso deve essere in grado
di trasmettere un momento flettente pari alla massima resistenza flessionale plastica della
sezione della trave e lo sforzo di taglio corrispondente, nonché uno sforzo normale pari
almeno alla resistenza plastica dell’anima.
COLLEGAMENTO COLONNA - FONDAZIONE
Il collegamento colonna – fondazione deve realizzare una condizione di vincolo cerniera.
VERIFICA ALLO STATO LIMITE DI DANNO
La verificha impone che lo spostamento d’interpiano soddisfi il limite dr<0,0075h per edifici
con tamponature collegate elasticamente alla struttura.
Il progetto delle strutture sismoresistenti a telaio è fortemente condizionato dalla verifica allo
stato limite di danno.
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
Modulo E
istantaneo
Parametri
Imperf.
=kl
=kl2fe/(p2E)
Inelasticità Imperfezioni
Snellezza limite (Navier) comp.post critico probabilità
Aste compresse
Aste compresse
I° approccio: Ballio - Petrini – Urbano (1973) II° approccio: Faella – Mazzolani (1974)
Tensioni
residue
Effetto
Incremento di carico non costante Qualsiasi legame s- Baushinger
necessario all’equilibrio alla rotazione
nelle molle
Aste compresse
Situazione attuale
Il moltiplicatore di carico al collasso au dipende da:
- Geometria della struttura (imperfezioni geometriche, eccentricità dei carichi, ...)
- Proprietà meccaniche del materiale (legame s-)
- Comportamento delle sezioni resistenti ( forma, tensioni residue, limiti elastici, ...)
Esempi:
L’approccio
problema tipico di probabilistico
valutazione del rigoroso è
-Carico critico Fc applicabile solo
-Reazione N(Fc)
per strutture
molto semplici
si ricorre a metodi
approssimati
Esempio di asta compressa
Aste compresse
INSTABILITÀ PIANA
INSTABILITÀ TORSIONALE
INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE
INSTABILITÀ PIANA
Tensioni Residue
Influenza
delle
tensioni
residue
Aste compresse
INSTABILITÀ PIANA
Confronto curve regolamentari (1962)
Aste compresse
INSTABILITÀ PIANA
N=Nc/Npl
Raccomandazioni l=l/lc
CECM – ECCS
adottate dalla CNR
10011
Sezioni di classe 1, 2 e 3
Sezioni di classe 4
4.2.4.1.3 Stabilità delle Membrature
4.2.4.1.3.1 Aste Compresse
Ncr è il carico critico elastico basato sulle proprietà della sezione lorda e sulla
lunghezza di libera inflessione l0 dell’asta, calcolato per la modalità di collasso
per instabilità appropriata (flessionale, torsionale o flesso-torsionale).
Nel caso in cui l sia minore di 0,2 oppure nel caso in cui la sollecitazione di
progetto NEd sia inferiore a 0,04 Ncr , gli effetti legati ai fenomeni di instabilità per
le aste compresse possono essere trascurati.
Snellezza dell’asta
Confronto curve
reali- regolamentari
Grafico dimensionale
che mostra quanto le
curve CECM siano
cautelative
Aste composte
Aste formate da due o più correnti tra loro distanziati e collegati
a) Aste tralicciate
b) Aste calastrellate
c) Aste abbottonate
a) Aste tralicciate
Aste composte
b) Aste calastrellate
c) Aste abbottonate
Aste composte compresse
ESEMPIO:
COMPORTAMENTO GLOBALE
Deformabilità per flessione
I = 2 I1 + 2 A1 d2/4
Deformabilità per taglio
- Tralicciate : deformabilità assiale
aste parete
- Calastrellate: trave Vierendel
- Abbottonate: deformazione
flessionale correnti
gioco foro-bullone
Aste composte compresse
Il COMPORTAMENTO LOCALE (funzione del tipo di collegamento)
a) Aste tralicciate b) Aste calastrellate c) Aste abbottonate
a) Lunghezza libera di
inflessione pari
all’interasse dei
collegamenti (rigidezza
assiale della diagonale)
b) Momenti flettenti
valutabili rispetto alla
configurazione
indeformata (rigidezza
assiale correnti paralleli)
c) È più significativo il
contributo
dell’inflessione globale
rispetto a quello locale
dei singoli campi
(correnti, attrito, ecc.)
V taglio massimo
N carico massimo sopportabile
dall’asta a compressione
Npl carico massimo sopportabile
dall’asta a compressione in
assenza di fenomeni di
instabilità
Dipendono da:
• Carichi esterni trasversali
• Deformabilità delle membrature imperfezioni iniziali
• Eccentricità dei carichi verticali
Aste composte compresse
Aste con CORRENTI DISTANZIATI
ASTE TRALICCIATE
Aste composte compresse
Aste con CORRENTI DISTANZIATI
ASTE CALASTRELLATE
a) Eventuali
irrigidimenti
b) Tracciatura fuori
asse dello
schema
c) Luce netta dei
correnti nelle
aste
calastrellate
Aste composte compresse
Aste con CORRENTI RAVVICINATI
ASTE ABBOTTONATE
FORME TIPICHE
Solo se i collegamenti
trasmettono il taglio
Taglio nei
collegamenti
Presenza dei
vincoli
esterni alle
estremità
C4.2.4 VERIFICHE
C4.2.4.1.3.1 Stabilità di aste compresse composte
Aste compresse composte a sezione costante realizzate da due elementi (correnti) collegati
tra loro con calastrelli o tralicci
aste di lunghezza
L, incernierate agli
estremi nel piano
della
calastrellatura o
della tralicciatura
dove:
NEd è la forza normale di progetto dell’asta composta;
h0 è la distanza tra i baricentri dei correnti;
AC è l’area della sezione di ciascun corrente;
Jeff è il momento di inerzia efficace della sezione dell’elemento composto;
MEd è il momento di progetto dato da
La verifica dei calastrelli e degli elementi di parete dei tralicci nei campi estremi può essere
eseguita considerando la forza di taglio nell’asta composta
dove:
VEd è lo sforzo di Taglio di progetto dell’asta composta;
MEd è il momento di progetto
dove:
JC momento di inerzia della sezione del corrente
µ coefficiente di efficienza:
= 0 se λ ≥150,
= (2-λ/75) se 75 ≥ λ ≥ 150.
= 1 se 75 ≥ λ
Nel caso di angolari a lati disuguali, tipo (6), l’instabilità dell’asta con inflessione intorno all’asse y
può essere verificata considerando un raggio d’inerzia
dove:
i0 è il raggio d’inerzia minimo dell’asta composta.
C4.2.4 VERIFICHE
C4.2.4.1.3.1.5 Sezioni composte da elementi ravvicinati collegati con calastrelli
o imbottiture
Per i calastrelli si devono considerare anche il momento flettente e lo sforzo di taglio dovuto
al funzionamento a telaio dell’elemento.
C4.2.4 VERIFICHE
C4.2.4.1.3.1.5 Sezioni composte da elementi ravvicinati collegati con calastrelli
o imbottiture
Nei casi in cui le aste non soddisfino le condizioni della Tabella C4.2.III è
possibile determinare un’appropriata snellezza equivalente dell’asta ricorrendo
a normative di comprovata validità.
Parametri principali:
- Rigidezza flessionale
- Rigidezza torsionale
- Posizione del carico
rispetto al baricentro
- Lunghezza della trave
- Vincoli
- Distribuzione dei carichi
Aste inflesse
Le travi inflesse con la piattabanda compressa non sufficientemente vincolata
lateralmente, devono essere verificate nei riguardi dell’instabilità flesso-torsionale
4.2.4 VERIFICHE
4.2.4.1.3 Stabilità delle membrature
4.2.4.1.3.2 Travi inflesse
cLT Fattore di riduzione per l’instabilità flesso-torsionale, dipende dal tipo di profilo impiegato
dove
Lcr è la lunghezza di libera inflessione laterale, misurata tra due ritegni torsionali successivi,
EJy è la rigidezza flessionale laterale del profilo (misurata in genere rispetto all’asse debole),
GJT è la rigidezza torsionale primaria del profilo
EJω è la rigidezza torsionale secondaria del profilo
ψ tiene conto della distribuzione del momento flettente lungo la trave
4.2.4 VERIFICHE
4.2.4.1.3.2 Travi inflesse
Il fattore f che considera la reale
distribuzione del momento flettente
tra i ritegni torsionali
Il fattore di imperfezione aLT è ottenuto dalle indicazioni riportate nella Tab. 4.2.IX (a) in base alle
curve di stabilità definita nella tabella Tab. 4.2.IX (b)
Per i profili a I o a H, laminati o composti saldati, il coefficiente aLT,0 non può mai essere assunto
superiore a 0,4, il coefficiente b non può mai essere assunto inferiore a 0,75 e il termine Kc è
definito come:
Aste inflesse (con vincoli cedevoli)
Condizioni reali spesso più
favorevoli di quelle ideali
Modello cinematico:
- 1 gdl
- 2 tratti rigidi
- 3 cerniere
- 1 molla rotazionale
elasto-plastico
Ramo
elastico
Campo elastico equilibrio stabile, anche se non-lineare
Aste presso-inflesse
INSTABILITÀ PIANA
ASTA CONTINUA: la plasticizzazione può essere concentrata in una sezione generica e
istantanea (elasto plastico)
Ramo
Comportamento elasto-plastico A-B instabile
domini di resistenza
Aste presso-inflesse
INSTABILITÀ PIANA
ASTA CONTINUA: Domini di resistenza
Per profili doppio T i 0.45 h; W 0.9 i A sN [1 + e/L l/0.9 /(-1)] < fy
Dove:
Mpl = a Me = a W fy = 0.9 a i A fy = 0.9 a i Npl
M(N) = a i Npl ( 1 – N / Npl) = N v
v = a i (Npl / N) (1- N / Npl)
v = a L/l (Npl / N – 1)
Aste presso-inflesse
INSTABILITÀ PIANA
ASTA REALE:
- Principali parametri (dati del problema)
Eccentricità
Snellezza
Tensione di snervamento
Tensioni residue
Forma sezione
Imperfezioni geometriche
Processo di carico
- Metodi di calcolo:
Simulazioni numeriche Domini di resistenza M-N
In funzione della snellezza
C4.2.4 VERIFICHE
4.2.4.1.3.3 Membrature inflesse e compresse
Per elementi strutturali soggetti a compressione e flessione, si debbono studiare i relativi fenomeni
di instabilità facendo riferimento a normative di comprovata validità.
dove:
cmin minimo fattore χ relativo all’inflessione intorno agli assi principali di inerzia;
Wy e Wz moduli resistenti elastici per le sezioni di classe 3 e i moduli resistenti plastici
per le sezioni di classe 1 e 2;
Ncr,y e Ncr,z carichi critici euleriani relativi all’inflessione intorno agli assi principali di inerzia;
Myeq,Ed e Mzeq,Ed valori equivalenti dei momenti flettenti da considerare nella verifica.
C4.2.4 VERIFICHE
C4.2.4.1.3.3 Membrature inflesse e compresse
C4.2.4.1.3.3.1 Metodo A
Se il momento flettente varia lungo l’asta si assume, per ogni asse principale di inerzia,
essendo
Mm,Ed il valor medio del momento flettente, con la limitazione:
Nel caso di asta vincolata agli estremi, soggetta a momento flettente variabile linearmente tra i
valori di estremità Ma e Mb, |Ma|≥|Mb|, si può assumere per Meq,Ed il seguente valore
Aste presso-inflesse
INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE
Aste a semplice simmetria
PARAMETRI:
- Geometria della sezione
- Luce
- Eccentricità carico
C4.2.4.1.3.3.1 Metodo A
In presenza di fenomeni di
instabilità flesso-torsionali
bisogna verificare che sia:
Aste presso-inflesse
INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE
K>K1 K<K1=
= p2 EI/L3
Lc = b L
Aste nella struttura
ASTE CON VINCOLI INTERMEDI
Aste a geometria variabile
ESEMPI
K = (IMIN / IMAX)0.5
Con geometria
diversa ma anche
caricate diversamente
L0 = b L
con b < 1
Aste con vincoli elastici
- La rigidezza minima del vincolo dipende fortemente dalle imperfezioni iniziali
- Occorre verificare anche la resistenza (portanza) del vincolo
Esempi
La stabilizzazione dei correnti superiori
è affidata a costole o ai montanti
PONTI APERTI
ORDITURE DI COPERTURA
Aste con vincoli elastici
ESEMPI
Soluzione di ENGESSER
(in campo elastico)
L’asta può raggiungere il suo
carico critico Ncr (elastico) se la
rigidezza k delle molle è tale che
sia:
F/v = k > kmin = (NcrL) / (4E I) = p2 Ncr / 4 b2 L valida per b > 1.2
b=1
b=0.7
Jt >> Jp Jt Jp
1<b<∞
b=1 b=2
Aste nei telai
Telai Multipiano
Per valutare Lc bisogna conoscere: Telai a nodi fissi
- Moltiplicatore critico dei carichi
- Forma della deformata
corrispondente al carico
- distanza tra due punti di flesso
consecutivi
a) ELEMENTO COMPRESSO
1) Comportamento post-critico
2) Carico ultimo
Aste tozze
Instabilizzazione dell’anima
caricata direttamente Senza effetti
locali
ELEMENTO INFLESSO